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MILL

Mill si concepì come un educatore: il suo scopo era quello di spiegare e difendere i principi filosofici, morali e politici
fondamentali appropriati, in base ai quali avrebbe dovuto essere organizzata la società moderna.

Nelle Osservazioni sulla filosofia di Bentham, Mill muove le seguenti obiezioni sulla visione di Bentham:
 Bentham interpreta il principio di utilità nel senso ristretto, il quale approva o disapprova un’azione unicamente in
base a un calcolo delle conseguenze.
 Bentham trascurò alcune importanti motivazioni umane, come la conoscenza o il senso del dovere.
 Mill afferma che l’errore principale di Bentham consiste nel considerare le persone molto più riflessive di quanto
non siano in realtà.
Per Mill, Bentham è un “pensatore a metà”. Si può guardare ciascun capitolo di Utilitarismo come a un tentativo da
parte di Mill di riformulare alcune parti della dottrina di Bentham. Nel primo capitolo di Utilitarismo Mill sostiene che
non esiste alcun altro principio, oltre quello di utilità, che sia abbastanza generale e che la morale del senso comune è
implicitamente utilitarista.

LA SUA TEORIA DELLA GIUSTIZIA


Il sentimento della giustizia è quel desiderio di respingere un torto o un danno. La giustizia è derivativa rispetto
all’utilità. Mill considera i diversi tipi di azione che l’opinione morale considera giusti o ingiusti. Le azioni giuste sono
quelle azioni che dovrebbero essere compiute, e le azioni sbagliate sono quelle che non dovrebbero essere compiute e
che dovrebbero essere punite. Esse possono essere punite dal diritto, dalla disapprovazione pubblica o dal rimorso. A
decidere se un’azione debba essere o meno compiuta sono considerazioni di utilità. Mill afferma che avere un diritto
equivale ad avere qualcosa il cui possesso dovrebbe essere tutelato dalla società. Ma per Mill avere un diritto non
dipende dalle utilità particolari. Avere un diritto dipende dalle regole di giustizia e dalla loro utilità quando sono fatte
rispettare da tutti. Per Mill i diritti morali hanno tre caratteristiche:
 Devono esserci a loro sostegno delle ragioni connesse al nostro benessere.
 Sono indiscutibili.
 Quando le istituzioni negano i diritti morali, dovrebbe essere fatta una riforma del diritto e delle istituzioni.
Ciò significa che la massimizzazione dell’utilità sociale in senso aggregativo richiede che si predispongano le istituzioni
politiche in modo tale che le norme giuridiche facciano valere la tutela dei diritti di giustizia fondamentali.

La visione di Mill è basata su certi principi: il criterio della preferenza decisa, il principio di dignità, il desiderio di unità
con gli altri, il principio dell’individualità, il principio aristotelico.

1. Il criterio della preferenza decisa


Un piacere è più elevato di un altro per qualità quando:
 La persona che fa il paragone fra i due piaceri deve avere dimestichezza con entrambi
 La preferenza è indipendente da qualsiasi obbligo morale
 Non si rinuncerà al godimento di tale piacere per qualsiasi quantità dell’altro piacere
 Una preferenza decisa è una preferenza che hanno persone capaci di autocritica e di auto-osservazione
Mill pensa che le differenze di quantità e di intensità del piacere si manifestano nelle nostre preferenze. Ciò che rivela
che un piacere è di qualità più elevata di un altro è il fatto che non vi rinunciamo in cambio di una qualsiasi quantità di
soddisfazione dei piaceri più bassi.

2. Il principio di dignità
Mill afferma che noi pensiamo che una vita che non sia incentrata su attività che richiedono le facoltà più elevate sia
una forma di esistenza degradante. Il nostro senso di dignità è legato al riconoscimento del fatto che alcuni stili di vita
sono ammirevoli e degni, mentre altri non sono alla nostra altezza e non ci si addicono.
 Le facoltà più elevate sono quelle dell’intelletto e del sentimento
 Le facoltà più basse sono quelle associate ai nostri bisogni e necessità corporali

3. Il desiderio di unità con gli altri


Mill ha bisogno di dimostrare come, dato il contenuto del principio di utilità, ci siano dei sentimenti di dovere e di
obbligo morale. Mill cerca di dimostrare questo dicendo che c’è un potente sentimento, ossia il desiderio di unità con gli
altri, che consiste nel non essere in competizione con gli altri, ma di agire in base a un principio di reciprocità. La sua
idea principale è che l’eguaglianza, la cooperazione e gli obiettivi collettivi ci hanno resi consapevoli del fatto che
dobbiamo lavorare insieme per dei fini condivisi.

IL PRINCIPIO DI LIBERTA’
Il problema del saggio sulla libertà riguarda i limiti del potere che la società può esercitare sull’individuo. Ciò che
preoccupa Mill è la cosiddetta tirannia della maggioranza oltre che la tirannia dell’opinione. La libertà deve
comprendere: libertà di coscienza e di pensiero, libertà di gusti e di ambizioni, libertà di associarci. Per Mill la libertà è
un principio subordinato al principio di utilità. L’idea di Mill è che solo se una società democratica segue il principio di
libertà nel governare e nel fare le leggi i cittadini possono realizzare gli interessi permanenti dell’uomo come essere
progressivo.

Possiamo formulare il principio di libertà sotto forma di tre clausole:


1. Prima clausola: la società non dovrebbe mai interferire con le credenze e il comportamento degli individui, a meno
che questi danneggino gli interessi legittimi degli altri.
2. Seconda clausola: se certi generi di credenza e di condotta individuale ledono gli interessi legittimi di altri, allora
la comunità può decidere se limitarli.
3. Terza clausola: la questione deve essere decisa in base a questi termini di merito.

LA SUA DOTTRINA NEL SUO INSIEME


La dottrina è basata sull‘utilitarismo e i principi psicologici principali della dottrina utilitaristica di Mill individuano i
quattro interessi permanenti degli esseri umani:
1. L’umanità come essere progressivo prevede il miglioramento continuo della civiltà umana
2. Libertà di coscienza, di pensiero, di sentimento, opinione
3. Libertà di associarsi
4. I diritti fondamentali alla giustizia eguale
Gli interessi permanenti sono permanenti in quanto interessi alle condizioni necessarie del progresso continuo verso lo
stato migliore della società; e sono anche permanenti in quanto interessi alle condizioni richieste per rimanere in tale
stato ottimale, una volta raggiunto.

1. Per spiegare il primo interesse permanente assumo che l’idea dell’umanità come essere progressivo implichi la
possibilità di un miglioramento continuo della civiltà umana, che arriva alla condizione di piena eguaglianza. In
questa condizione, la società corrisponde ai principi milliani dell’eguale giustizia e della libertà. Ciò significa che
l’interesse che abbiamo che esista la società è un interesse al fatto che essa ci assicuri le condizioni essenziali del
nostro benessere.
2. Un secondo interesse permanente riguarda le libertà che proteggono la coscienza. Queste sono la libertà di
coscienza, la libertà di pensiero e di sentimento, e la libertà di opinione. Queste condizioni sono necessarie per
scoprire la verità riguardo a ogni argomento.
3. Il terzo interesse permanente riguarda le istituzioni libere e le libertà di associazione per rendere effettiva
l’individualità.
4. Il quarto interesse permanente riguarda il fatto che la società deve garantire i diritti eguali di giustizia e di libertà. In
questa condizione della società è possibile associarsi con altre persone a condizione che gli interessi di tutti siano
egualmente considerati. Questa condizione a sua volta dà origine al desiderio di vivere in unione con gli altri.

Rapporto con il criterio della preferenza decisa


Mill intende sostenere che, una volta che si adotti la sua concezione dell’utilità, allora i suoi principi di giustizia e di
libertà identificano l’ordine politico e sociale più efficace nel soddisfare i nostri interessi permanenti. Per massimizzare
l’utilità nel senso di Mill è necessario predisporre delle istituzioni giuste e libere, ed educare le capacità delle persone.
In questo modo si stabiliscono le condizioni di sfondo nelle quali può operare il criterio della preferenza decisa.

Rapporto con l’individualità


Mill ritiene che l’individualità abbia due componenti:
 Una è l’ideale dello sviluppo autonomo
 La seconda è l’ideale dell’autogoverno, e ciò include il riconoscimento dei limiti alla nostra condotta
Mill si aspetta che le istituzioni libere porteranno a una maggiore diversità culturale, e pensa che questo sia desiderabile.
Ma ciò su cui egli insiste è lo sviluppo di sé e l’autogoverno; quest’ultimo comporta l’autodisciplina, ovvero il rispetto
per i diritti di giustizia.

Rapporto tra giustizia ed utilità


Il primo punto di contrasto tra utilitarismo e individualità è che l’utilitarismo non tiene conto del diritto
individuale, ma favorisce utilità collettiva. Quando abbiamo ingiustizia c’è un torto e un individuo specifico che lo
ha subito, singole persone possono pretendere però che assolviamo all’obbligo che c’è nei loro confronti: dove c’è
diritto, lì c’è giustizia.
LEZ. 21-04-21

Liberale, Inglese.
Ha studiato latino e greco e analisi matematica a 5-6 anni. Questo ha causato problemi psicologici.
È stato eletto nel parlamento inglese.

Il padre, James, era seguace e bff di Bentham, utilitarista

Soffriva di un mezzo complesso di Edipo.

Il padre lo voleva far diventare un genio sin da piccolo. In parte ci riuscì, ma a un costo enorme (sociale-psicologico).

Mill è stato il primo maschio femminista.

Era Vittoriana.
I liberali non sono molto giacobini.

Mill era anche un grande economista. Non scrive in “filosofese”.

Mill scrive su Bentham dopo la morte del padre (prima non aveva il coraggio).

Utilitarianism e On Liberty sono fatti benissimo dal punto di vista retorico.


The Subjection of Women  parità di genere. È il primo uomo che ne afferma l’importanza

Mill pensa che si debba partire dalla base, studiare le (ir)regolarità? E trarne le regole.
L’induttivismo è una sorta di critica ai principi logici. Ogni passaggio logico, se cambia la teoria, può avere dei
cambiamenti.

Tutto ciò che sembra “a priori” è riducibile all’esperienza.


Critica a Bentham  è la sfida contro il padre.

“meglio essere un Socrate insoddisfatto che uno sciocco soddisfatto”  esistono piaceri più o meno importanti.

L’utilitarismo è “computabile”, fornisce un algoritmo. Non ci sono variabili di tipo qualitativo; se ci fossero, sarebbe un
casino. Il pregio dell’utilitarismo è che, pur semplificando eccessivamente, almeno fornisce la soluzione. La filosofia
morale fa un sacco di ragionamenti complicati e non da nessuna soluzione.

Mill dice che non tutti i piaceri sono uguali ma perde uno dei vantaggi maggiori dell’utilitarismo.

Utilitarismo diretto Vs Utilitarismo indiretto.


Secondo Punto  … è il desiderio effettivo di quella cosa. Come faccio a capire se qualcosa e desiderabile se nessuno
la desidera?

È complicato far derivare il desiderabile dal desiderato. È qualcosa che vorremo avere ma non possiamo ottenere. Ad
esempio è desiderabile un certo altruismo ma magari non siamo all’altezza di tale livello di altruismo.

La cosa più importante dell’utilitarismo è forse l’imparzialità. Specialmente per il periodo storico. Tutti sono uguali e la
felicità di uno è uguale alla felicità dell’altro.

Capitolo V Utilitarismo. Alla fine la tesi è quella utilitarista classica. La felicità di tutti è uguale, non è che la felicità di
qualcuno valga più di quella di qualcun altro. Rivoluzionario per la società del tempo. La smonta.
Esempio dei mussulmani in India. La maggioranza sono Hindu e si sentono vittimizzati dalla minoranza mussulmana.

Harm principle: puoi fare quello che ti pare basta che non danneggi gli altri. (approfondire)

Comte e Toqueville parlano anche di tirannia della maggioranza.

Conflitto potenziale tra utilità e diritti  concetto del capro espiatorio.

Bisogna sempre difendere la libertà di espressione. È come il mercato. La concorrenza è necessaria: senza opinioni
negative non possono esserci opinioni positive. Più opinioni ci sono, più la selezione è accurata. +

Le libertà fondamentali calano dall’alto. Sono poco liberali (o utilitaristiche?)

Brigate Rosse: se vuoi fare la rivoluzione e lo dici e basta no problem, ma se fai come le BR non va più bene.

NO al paternalismo. Non bisogna dare regole a chi non le rispetta (?). Se uno non fa quello che gli piace non lo farà mai
bene, quindi è inutile obbligare la gente a fare certe cose.

LEZ. 23-04.-21

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