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Filippo Galiero - 362582

IL RAPPORTO TRA LIBERTA PERSONALE E SOCIETA


NEL PENSIERO DI JOHN STUART MILL
Il Saggio sulla Libert di John Stuart Mill una delle opere fondanti del pensiero liberale, una
delle teorie politico filosofiche pi importanti ed influenti della modernit, cui si sono ispirate le
costituzioni di molti stati occidentali.
In questo saggio Mill si occupa di definire i principi che dovrebbero regolare il rapporto tra
lindividuo e la societ cui egli appartiene.
Egli vuole garantire allindividuo la pi ampia libert di azione, di pensiero e di espressione
possibile. Per questo stabilisce che la societ non lo possa costringere arbitrariamente ad adottare
una particolare credenza o stile di vita, indipendentemente dalla motivazione, per esempio che essa
sia lopinione della maggioranza o che sia il meglio per lui. Lunico vincolo cui la libert di uno
deve sottostare che lesercizio di essa non danneggi quella di un altro. Solo in questo caso la
societ ha il dovere di intervenire tramite provvedimenti giudiziari, sanzioni o, nei casi meno gravi,
con la condanna pubblica dellabuso.
Mill ritiene vitale per la societ tutelare ogni opinione, per quanto minoritaria, sostenendo che
impedire lespressione di unopinione un crimine particolare, perch significa derubare la razza
umana, i posteri altrettanto che i vivi, coloro che dallopinione dissentono ancor pi di chi la
condivide1. Ogni sfumatura del pensiero deve poter essere espressa liberamente e deve mettersi
pubblicamente a confronto con le altre, perch nel dibattito si mettano in discussione le teorie e le
verit preconcette, costruendo un sapere pi saldo e veritiero.
E importante notare che nonostante la sua concezione cos moderna ed ampia della libert
individuale, Mill non ne fonda la legittimit su un certo stato di natura, su un comandamento divino
o su un dovere morale da parte della societ. Il suo argomento si rif al principio di utilit: la libert
dellindividuo deve essere tutelata e realizzata nel modo pi pieno possibile perch questo il modo
migliore per aumentare il livello di felicit generale della societ. Ci avviene su due livelli
differenti: sul piano strettamente personale, poich luomo o la donna pi ordinari hanno mezzi di
conoscere i propri sentimenti e la propria condizione incommensurabilmente superiori a quelli di
cui pu disporre chiunque altro2, solo loro sono in grado di provvedere al meglio alla
soddisfazione dei propri gusti ed inclinazioni, raggiungere il massimo grado di realizzazione
personale e quindi la felicit. Gli altri individui e le istituzioni possono dare consigli sulla condotta
ed eventualmente manifestare disapprovazione, ma questa non deve mai scadere nella condanna e
nel disprezzo.
Da un punto di vista generale, invece, ci mette gli individui pi brillanti nella condizione di
sviluppare al massimo le proprie capacit, lasciandoli liberi di seguire le proprie intuizioni, di
sperimentare, di creare, senza il timore della censura della morale tradizionale e della maggioranza.
Il prodotto del loro genio, in ambito artistico, tecnico o intellettuale, poi a disposizione della
societ nel suo insieme, andando cos a beneficio anche di coloro che sono meno dotati.
Dovrebbe essere chiaro ormai che nonostante Mill si concentri a definire le caratteristiche della
libert individuale, essa acquista valore e significato solo allinterno della dimensione collettiva: i
limiti allazione, lo stimolo al dibattito, la tutela della diversit di opinione, sono caratteri che
guardano oltre al singolo ed hanno come obiettivo la massimizzazione del benessere complessivo. Il
suo raggiungimento pu comportare limposizione di determinate rinunce ai singoli, che per
sarebbero compensate dai vantaggi che lo stato di benessere cos raggiunto garantirebbe loro.

1
2

Mill, John Stuart, Saggio sulla libert, il Saggiatore, Milano, 1981, pp. 40-41
Ivi, p. 108

Proprio su questo punto possibile fare unimportante obiezione, che pu essere estesa oltre il
pensiero di Mill allutilitarismo in generale. Essa una cosiddetta teoria a stato finale: si cura di
definire il fine da raggiungere, in questo caso il maggior benessere generale possibile, trascurando il
modo in cui effettivamente lo si raggiunga; ogni mezzo, se dovesse risultare il pi efficace allo
scopo, sarebbe consentito. E vero che nella scelta di tale mezzo si dovrebbe sempre tenere conto
dei vincoli posti da Mill a tutela della libert, come ad esempio il divieto delluso di strumenti
coercitivi. Tuttavia pur considerando quei vincoli ci sono delle ampie zone grigie, dei casi in cui
non sarebbe facile stabilire se un metodo sia lecito o se violi anche solo in parte la libert di qualche
individuo. Per esempio se qualche societ dovesse riuscire a massimizzare il proprio benessere
instaurando un governo tirannico, non sarebbe cos semplice dimostrarne la non legittimit.
Una seconda critica che si pu rivolgere alla teoria riguarda la sua scarsa considerazione della
separatezza degli individui. Poich ci che conta la massimizzazione del livello generale di
benessere allinterno della societ, si tiene conto solo relativamente della felicit dei suoi membri
presi singolarmente. In un certo senso, come se i livelli di felicit dei singoli fossero le variabili
dellequazione che devono essere combinate per ottenere il risultato desiderato, cio la maggior
felicit generale possibile. Non si presta attenzione alla distribuzione delle ricchezze, dellistruzione,
delle possibilit lavorative, poich limportante il bilancio collettivo. Riprendiamo per la frase
citata in precedenza: se nel concepire e percepire la felicit c tra i singoli una differenza
incolmabile di fondo, una particolarit di ciascuno che solo egli comprende appieno, ci sar vero
anche in senso opposto, cio riguardo al disagio e linfelicit. La quantit di benessere generale che
verrebbe ridistribuita ad ogni individuo verrebbe sentita come qualcosa di estraneo, di non
proprio e sarebbe difficilmente in grado di compensare il disagio tutto personale con cui egli
sarebbe costretto a convivere ogni giorno a causa della sua condizione di disuguaglianza.
Per questi motivi, pur ispirandosi al pensiero di Mill per quel che riguarda la definizione della
libert individuale, molti stati di oggi si basano su costituzioni che non ne condividono la
giustificazione su un piano puramente utilitaristico e sembrano considerarla un valore in s piuttosto
che un mezzo. Queste societ inoltre intervengono attivamente sul piano della redistribuzione dei
beni sia materiali, come il reddito, sia ideali, come laccesso allistruzione, lessere rappresentati
politicamente, il riconoscimento di eguale dignit, cercando di garantire un livello minimo di
uguaglianza.
Nonostante le obiezioni cui inevitabilmente si presta, lopera di Mill rimane uno dei pilastri su cui si
fondano le societ occidentali contemporanee, un termine di paragone con cui ogni teoria politica si
dovuta confrontare, nonch uno dei contributi pi appassionati alla difesa della libert individuale.

Bibliografia:
Mill, John Stuart, On liberty, 1859. Traduzione italiana di Stefano Magistretti: Saggio sulla libert,
il Saggiatore, Milano, 1981

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