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1 Astensione giustificata. Esistono risposte postmetafisiche alla domanda sulla via giusta?
1.
- La filosofia metafisica e la religione rispondevano al problema della vita giusta ponendo modelli (alcuni
non proponibili alla massa, ma solo ad unelite) che dovevano essere imitati sia dai singoli individui sia dalla
comunit politica. Il fallimento di tali modelli di vita determinanti e vincolanti, ha oggi posto nuove
domande sulla vita giusta e sulla societ giusta, domande che esigono una risposta non pi legata alla
tradizione religiosa e metafisica.
- Oggi la societ giusta quella che lascia libere le persone libere di decidere che uso fare del tempo
della loro vita, e garantisce loro pari libert di sviluppare unautocomprensione etica, al fine di realizzare
una personale concezione di vita buona. Inoltre oggi le teorie della giustizia e della morale hanno preso
una strada diversa da quella delletica classica, il punto di vista morale ci chiede di astrarre da quelle
immagini di vita riuscita tramandate dalla religione e metafisica.
- La filosofia stessa si ritira in una sorta di metalivello, compie unastensione giustificata verso i contenuti
dei processi di autocomprensione, limitandosi ad indagarne le caratteristiche formali.
2.
- Kierkegaard fu il primo a rispondere con il concetto postmetafisico del poter-essere-s-stessi alla
domanda sulla vita giusta. Egli in aut-aut contrappone un modello di vita etica da contrapporsi alla
vita estetica. La vita etica: lindividuo deve assumere con decisione la coscienza della propria individualit
e libert, sul piano sociale diventer capace di rispondere delle proprie azioni stringere obblighi nei
confronti degli altri. La persona diventa un compito a s stessa, un compito che le imposto solo in quanto
stata lei a sceglierlo liberamente.
- Ma K. pensa in una maniera postmetafisica, non postreligiosa; anzi, convinto che la forma di vita etica
possa realizzarsi pienamente solo nel rapporto tra il credente e Dio. Difatti la disperazione che nasce dal
modello di vita estetica, non viene del tutto eliminata nella vita etica: lindividuo, nel suo disperato
tentativo di voler essere s stesso, prende coscienza della sua finitezza e vuole trascendersi e riconoscere la
sua dipendenza da un Altro. Solo cos il S potr esistere nella sua autenticit, solo cos superer gli stadi
della disperazione, rapportandosi ad un assoluto Altro di cui debitore di tutto.
- Ma anche vero che, come ogni idea, anche quella del totalmente Altro ha un suo senso solo allinterno
del linguaggio che la ha creata: ogni autocomprensione etica non ci mai rivelata o semplicemente data,
non gode di nessuna garanzia ontologica, bens il frutto di uno sforzo collettivo, di una potenza transsoggettiva e non assoluta.
- Habermas collega Kierkegaard a Kant, la morale del poter-essere-s-stessi alla morale dellautolegislazione
universale. Da entrambi egli desume una teoria morale come realizzazione reciproca di individualizzazione
e universalizzazione. Per un verso luomo autore unico e indiviso del proprio progetto di vita, totalmente
responsabile della sua realizzazione etica. Per laltro verso egli deve legare la sua volont a massime
universali, accettando unillimitata reciprocit di diritti e doveri e una pregiudiziale reversibilit di tutti i
ruoli sociali.
3.
- Oggi per letica postmetafisica incontra grosse difficolt: essa buona nel momento in cui si astiene dal
giudicare la direzione dei progetti di vita individuali e collettivi, ma nel momento in cui si affrontano
questioni dell etica di genere, nel momento in cui messa in pericolo la stessa autocomprensione etica dei
soggetti, la filosofia e letica postmetafisica devono prendere posizione su questioni di contenuto.
- Nel momento in cui anche lorganismo delluomo viene incluso nellambito di intervento, viene cancellato
il confine tra la natura che noi siamo e la dotazione organica che noi ci diamo. Questa possibilit nuova
di intervenire sul genoma umano, deve essere vista come una crescita di libert da disciplinarsi sul piano
normativo, oppure come lautorizzazione a produrre trasformazioni senza alcuna autolimitazione?
- Inoltre ci che oggi manipolabile qualcosa che sempre stata una contingenza indisponibile alluomo:
il processo di fecondazione, per cui possiamo prevedere il combinarsi di due serie cromosomiche.
1.
- La questione principale per Habermas, riguardo ai rischi dellingegneria genetica, questa: se la diagnosi
preimpianto e la sperimentazione sugli embrioni oltrepassano i limiti di una genetica passiva (cio
terapeutica) e clinica (cio legata allipotetico consenso del futuro interessato), esse vanno senzaltro
vietate. Ogni forma di intervento genetico migliorativo disturba infatti lautoriferimento morale della
persona alla propria (indisponibile) dotazione genetica. Chi si scopre programmato sa di non essere pi
lautore indiviso della sua storia di vita. Anche quando la programmazione genetica non disturbi
direttamente il gioco linguistico della morale, essa altera tuttavia laccesso ad essa della persona futura.
- I problemi sollevati dalla diagnosi di preimpianto e dalla sperimentazione sulle staminali sono diversi:
compatibile con la dignit della vita umana il generare con riserva un individuo, giudicare e selezionare chi
degno di vita in base ad un test genetico? E giusto usare degli embrioni nella vaga speranza di poter
coltivare e applicare tessuti senza rigetto? Quale il rapporto tra la inviolabilit moralmente vincolante e
giuridicamente tutelata della persona e la indisponibilit delle modalit naturali con cui questa si incarna
nel corpo?
- Ad Habermas interessa soprattutto far vedere come lindebolirsi della vecchia distinzione tra ci che
spontaneamente cresciuto e ci che tecnicamente prodotto, tra il soggettivo e loggettivo, modifichi
la nostra tradizionale autocomprensione etica del genere.
applica continuamente una anticipazione del consenso elaborata per via controfattuale, si cerca cio di
agire secondo la presupposta volont della persona futura. La domanda allora sar: fino a che punto noi
siamo autorizzati ad anticipare un consenso non verificabile nellimmediato?
4. Lo spontaneo e lartificiale
- Ci che oggi, con lavvento della genetica, si andato perdendo quella fondamentale differenza tra ci
che tecnicamente prodotto e ci che naturalmente divenuto. Si perso quel fondamentale rispetto di
fronte ad unintrinseca dinamica autoregolativa della natura, la scienza diventata potere di disposizione
tecnica su una natura oggettivata. Se al rapporto clinico si sostituisce lintervento biotecnico, lintuitiva
corrispondenza con gli altri esseri viventi che si fonda sulla nostra sensibilit corporea verso tutti i livelli di
soggettivit, sinterrompe.
- I fautori della genetica liberale pongono degli argomenti a favore della modificazione genetica del tutto
discutibili. Stabiliscono delle analogie tra la modificazione genetica dei caratteri ereditari e la modificazione
pedagogica degli atteggiamenti ed aspettative. Essi intendono dimostrare che, da un punto di vista morale,
non esistono differenze significative tra la genetica e leducazione, facendosi forti del fatto che le
disposizioni genetiche interagiscono con lambiente senza mai tradursi in qualit del fenotipo. Quindi
questo argomento vorrebbe giustificare una estensione del potere educativo dei genitori nella libert di
migliorare anche la dotazione genetica dei loro figli.
- Il problema che questa libert eugenetica dei genitori non deve collidere con la libert etica dei figli. Il
giovane che sia stato geneticamente manipolato scoprir il proprio corpo come qualcosa di tecnicamente
prodotto, la prospettiva del partecipante che caratterizza la vita vissuta entra in collisione con la
prospettiva oggettivante di produttori e sperimentatori. Inoltre le intenzioni pianificatrici dei genitori hanno
il peculiare statuto di unaspettativa unilaterale ed incontestabile.
- Nel momento in cui il giovane viene a sapere del design con cui qualcun altro ha progettato la modifica
delle sue caratteristiche genetiche, allora la prospettiva dellessere-prodotto pu effettivamente
sovrapporsi (e sostituirsi) alla prospettiva dello spontaneo essere-organismo. La mancata distinzione tra lo
spontaneo e lartificiale verrebbe ad incidere sulla sua modalit esistenziale.
- Lunica anticipazione del consenso lecita ed autorizzata, per Habermas, il caso in cui lintervento medico
si lasci guidare dallobiettivo clinico della guarigione e della prevenzione. Questa leugenetica negativa,
che si trasforma in eugenetica positiva quando si oltrepassano i confini della logica terapeutica per giungere
ad una logica migliorativa.
7.
dellanalisi di preimpianto) il problema dellanticipazione del consenso, perch non vi sar alcun essere
futuro.
- Habermas opera una sorta di rovesciamento paradossale tra imperativi etici ed imperativi morali,
mettendo in atto una circolarit (o implicazione reciproca) tra la prospettiva del particolarismo culturale e
quella delluniversalismo morale. A chi gli chiede perch dobbiamo essere morali, egli risponde: perch di
fatto noi lo vogliamo. A chi gli chiede perch vogliamo essere morali, egli risponde: perch ci che
dobbiamo a noi stessi in quanto uomini. Cos, mentre egli per un verso teme lincontrollabilit democratica
di ogni forma di programmazione genetica, dallaltro si affida al mantenimento etico-culturale di una certa
idea di uomo.
Poscritto
1.
Sono state poste delle obiezioni contro il nesso causale tra manipolazioni genetiche migliorative e
dipendenza della persona futura.
a) Perch un giovane non dovrebbe potersi confrontare allo stesso modo, col passare degli anni, sia con
predisposizioni manipolate sia con predisposizioni innate?
La libera disposizione del patrimonio genetico di una persona futura implica che quella persona, sia stata
programmata o meno, potr considerare la composizione del suo genoma non come una predisposizione
naturale, bens come il risultato di unazione rinfacciabile o di unazione tralasciata. Cio lindividuo futuro
potrebbe non essere daccordo anche col fatto che il genitore non ha sviluppato, avendone il potere,
determinate doti e capacit. Non possiamo accollarci (almeno non fino a questo punto) la responsabilit di
distribuire risorse naturali.
b) E possibile distinguere nettamente tra destino-di-natura e destino-di-socializzazione? Tra la
modificazione pedagogica degli atteggiamenti e la modificazione genetica dei caratteri? Questi due
strumenti di dipendenza non hanno forse in comune lirreversibilit con cui certe decisioni condizionano la
direzione della vita di unaltra persona?
Il fatto che queste due prassi (quella pedagogica e quella eugenetica) possano essere colpite dalle stesse
obiezioni, non ci autorizza a servirci di una per scagionare laltra. Se ai genitori possono gi essere
rinfacciate determinate strategie pedagogiche come cattive e nocive per il bambino che da uomo futuro
potr rifiutarle, sicuramente sbagliato modificare caratteri genetici, accollandosi una responsabilit che
deve restare riservata solo alla futura persona.
c) Altra (stupida) obiezione quella che dice: inverosimile che una certa persona possa
retrospettivamente rifiutare un ampliamento delle sue risorse e una quantit maggiore di beni primari
genetici.
Come possiamo sapere quando una certa dote allarga effettivamente i margini altrui nella progettazione
della sua vita? Potrebbero nascere effetti collaterali per cui un pregio programmato potrebbe rivelarsi un
terribile difetto.
2.
Dworkin ha notato come si potrebbero variare quattro condizioni dellargomento di Habermas.
a) Lintervento genetico viene compiuto da una terza persona e non dallo stesso interessato.
Habermas risponde che largomento della dipendenza non applicabile se si pensa che linteressato possa
successivamente ritrattare levento come se si trattasse di un intervento di chirurgia estetica.
Largomento della dipendenza si applica invece solo a quei casi in cui il designer intraprende una
pianificazione irreversibile della vita e dellidentit di una seconda persona senza presupporne il consenso
nemmeno in maniera controfattuale.
b) Linteressato viene a sapere in maniera retrospettiva dellavvenuto intervento prenatale.
Siamo sicuri che se non ci fosse linformazione non ci sarebbe danno? Questa variante solleva la questione
morale se sia lecito o meno nascondere a una persona la conoscenza di un dato di fatto importante (una
manipolazione, lidentit dei genitori) e non una soluzione accettabile il nascondere al giovane le cause
del problema.
c) Linteressato si pensa come una persona che, modificata in alcune sue caratteristiche, tuttavia rimasta
identica a s stessa.
Nella prospettiva dellosservatore, un intervento genetico pu essere criticabile anche quando linteressato
non personalmente in grado di esercitare obiezioni (come nel caso della scelta del sesso). A maggior
ragione sar sbagliata una manipolazione tale che la persona che ne oggetto possa percepirla e
(inutilmente) rifiutarla.