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La gruppo analisi soggettuale ritiene che l'individuo non vada considerato unicamente entro una prospettiva

biologico-genetica, ma come un continuo farsi, in un'ottica trasformativa, considerando il singolo come


elemento di un sistema, di un contesto che lo definisce, facendo luce sull'idea che l'oggetto di osservazione non
può essere l'individuo come singolo, ma influenzato dal suo contesto nonché dall'osservatore stesso.
La gruppo analisi soggettuale è un modello che nasce dal lavoro sinergico di diversi studiosi tra cui Foulkes,
Bion e in Italia Napolitani, e dal lavoro di confronto, composizione, fusione e fecondazione reciproca, di
ricerche e contributi di pensiero elaborati in campi disciplinari diversi dalla psicologia, dalla 'psicoanalisi della
relazione', dall’antropologia, dalla filosofia, dalla riflessione contemporanea sulla scienza. Ciò che non ha
permesso alla gruppo analisi di emergere al pari merito della teoria psicoanalitica freudiana è un pregiudizio
individualista di fondo, l'idea dell'individuo al centro dell'universo. Anche nella società contemporanea l'uomo è
sempre più mosso dall'iniziativa egoistica, nonostante ogni suo desiderio sia influenzato a priori dal contesto
relazionale. Le matrici originarie della gruppoanalisi sono freudiane, ma rivisitate profondamente nell‘incontro
con i gruppi clinici (Foulkes, Bion, Napolitani D.) e con i gruppi psicosociali (dinamiche di gruppo, interventi
formativi, analisi istituzionale...). Foulkes per primo, dall'incontro con i gruppi clinici comincia ad abbandonare
alcune assunzioni freudiane alla ricerca di nuovi elementi che potessero spiegare l'eziologia della vita umana,
modificando i parametri interpretativi classici e volgendo verso una direzione relazionale. La possibilità di
approdare a nuove ipotesi relazionali fu favorita da una nuova base epistemologica, una riformulazione dei
criteri scientifici che tenesse conto della complessità, e non della riduzione. Anche le ricerche neuroscientifiche
e biologiche hanno apportato un particolare contributo sul modo in cui la relazione non solo influenza la mente
ma è fondamentale per la sua costituzione. E infine L'elaborazione dell‘antropologia contemporanea sulla
natura dell'uomo e sul suo rapporto con la cultura, sulla specificità della 'Specie Sapiens' e dell'approccio allo
studio dell'uomo ha offerto nuovi strumenti concettuali per affrontare la comprensione dell'esperienza umana
(Gehlen). Accanto a tutto questo, hanno agito la nuova consapevolezza epistemologica consistente nella
rottura dei criteri 'classici' di scientificità ed in particolare di riduzionismo e di causalismo determinista, e nello
svincolamento dal concetto di oggettività e introducendo la complessità e l'intersoggettività come nuovo
parametro di "verità”.
La ricerca gruppoanalitica, più radicalmente, affronta il problema del rapporto tra mondo esterno e mondo
interno nell'individuo umano, spostando il focus dell'osservazione da un piano prevalentemente interattivo ad
un piano più profondamente strutturante e fondativo. La dimensione biologica, antropologica e quella più
strettamente psichica vengono saldate e riconosciute come inscindibili entro il concetto di NEOTENIA della
specie sapiens.
Il concetto di neotenia nasce in campo biologico con Darwin il quale spiegava che i salti o le lacune lungo il
processo evolutivo sono comprensibili alla luce del concetto di neotenia. Questa nuova teoria di origine
dell'uomo nasce dall'osservazione di etologi e antropologi in merito al fenomeno di mantenimento di alcune
caratteristiche larvali nello studio adulto di sviluppo, qualità o condizioni morfologiche che nel feto dei restanti
primati sono transitorie, nell'uomo invece, stabilizzate’’ e prendono il nome di primitivismi. L'uomo dunque a
differenza di altri animali non ha alcuna specializzazione evolutiva e questo lo rende superiore rispetto alle altre
specie perché ha una maggiore capacità di adattamento alle diverse condizioni ambientali. Sulla base di queste
caratteristiche l'uomo può essere definito l'unico mammifero superiore embrionico. Tale potenzialità e plasticità
di tipo embrionale, è fondamento della sua peculiarità, della sua 'superiorità' rispetto al resto del regno
animale".
La neotenia si fonda essenzialmente su 4 caratteristiche:
• L'aspetto fisico morfologico fa riferimento a al fatto che le condizioni fetali che in altri primati sono
transitorie nell'uomo invece si sono stabilizzate;
• Il generale ritardamento dello sviluppo umano, ovvero un ritmo di crescita estremamente più lento che
lo contraddistingue da ogni altro animale
• la massima plasticità delle strutture celebrali: il cervello infatti inizia il suo sviluppo alla nascita e
continua a crescere per le due prime decadi di vita e anche più tardi, fino alla morte il cervello è
sottoposto ad una continua riformulazione sinaptica.
• La necessità e la centralità del nucleo antropologico familiare ovvero nasce una necessità biologica di
accudimento senza il quale l'uomo non sarebbe in grado di vivere, Inoltre la peculiare qualità
dell'accudimento va a determinare uno sviluppo della rete neurale del tutto specifico che differenza un
soggetto da un altro. Infatti le infinite connessioni neuronali attivabili si combinano fra di loro in base
alla risposta all'esperienza di accudimento agli stimoli ricevuti.
L'uomo dunque non è concepito per permanere nello stesso ambiente a vita ma in vista di una trasformazione
flessibile dell'ambiente al servizio delle sue esigenze. Il prodotto di questa trasformazione da natura selvaggia
ad ambiente addomesticato è la cultura ovvero quello insieme di organizzazioni e complessi che fungono
d'ausilio alla stessa vita dell'uomo. La cultura quindi corrisponde alla seconda natura dell'uomo. Essere
organicamente manchevole determina una sua apertura al mondo che lo contraddistingue dagli altri esseri
viventi. Nella definizione del processo di identificazione Napolitani ma anche Foulks riprendono quelle
concezioni freudiane non strettamente legate ad una individualità biologica ma piuttosto di un freud che si
rimette in discussione includendo una dimensione relazionale.
Freud infatti in epoche più tardive delle sue teorizzazioni rimetti in discussione le sue ipotesi di partenza
considerando che nella vita psichica del singolo l'altro è sempre presente come oggetto come modello,
soccorritore, nemico eccetera. Solo raramente riesce a prescindere dalle relazioni con gli altri. Egli dunque può
collocarsi possibilmente lungo un continuum che vede ad un estremo l'autonomia e l'originalità e all'altro
estremo un soggetto singolo partecipe di molte anime collettive. L'altro dunque entra nell'individualità di
ciascuno inconsapevolmente e si erige ad oggetto stesso dell'io. L'altro diventa dunque fondante della nostra
identità psichica e si esplica in una serie di investimenti e disinvestimenti pulsionali nei confronti degli oggetti
relazionali che si susseguono nella storia del soggetto. Così l'alterità si imprime sul bagaglio genetico
individuale tanto da costituire la personalità nella sua assoluta singolarità.
Queste teorizzazioni freudiane legate alle concettualizzazioni antropologiche e epistemologiche contemporanee
permettono di impostare in maniera profondamente diversa l'interpretazione dei processi formazione
dell'identità.
Napolitani propone l'idea di un umano come essere neotenico intenzionato ad apprendere aspetti relazionali
come se fossero originariamente propri. Mentre l'identità biologica è determinata da un corredo genetico che
non permette la commistione di parti biologico eteronome all'interno di una stessa individuo, l'identità
psicologica è l'esito di innesti di parti psicologiche eteronome altrui nel tessuto disposizionale espressivo e
apprenditivo dell'essere umano. Alla luce di questi innesti nasce l'uomo cultura, l'uomo-gruppo. Questa
metafora dell'incorporazione dell' altro con il fine identificativo è diverso dall'incorporazione elementare.
L'introietto nell'identificazione conserva intatta la sua identità originaria e agisce dinamicamente con forza
legante o conflittuale in base al rapporto che si instaura con gli altri introietti. L'introietto nell'incorporazione
alimentare viene disintegrato ridotto alle sue particelle elementari dunque diventa identico al corpo che lo
assume.
I gruppi interni che ci abitano simulano nella nostra vita psichica gli stessi conflitti esistenti nella vita reale, gli
scontri/incontri tra gli elementi culturali generali, le relazioni precoci e il bagaglio genetico definiscono un
soggetto. Due elementi fondanti della gruppoanalisi dunque sono:
• l'alterità presenze altre con le quali l'individuo si confonde;
• la creatività emergenti dal bisogno dell' io di distinguersi.

Grazie al processo di identificazione cioè di Idem, l'essere umano apprende, nel senso di prendere stabilmente
dentro di sé, rende proprio, quanto i propri genitori, il proprio gruppo di appartenenza gli insegnano. Accanto a
tale processo va ipotizzata però, un'altra "variabile" specificamente umana che è la creatività ovvero il processo
simbolopoietico detto Autòs. Quest'ultimo nasce dal desiderio di rompere la rete gruppale insita nell'uomo
attraverso una disposizione espressiva che permette al soggetto di trasformare i significati appresi in nuovi
significati, liberandosi dai vincoli della cultura istituita divenendo meno assoggettato e più agente attivo in
grado di autodeterminarsi. In questa prospettiva la rete può assumere configurazioni sempre nuove e diverse.

I 3 elementi cardine del processo di identificazione sono:

• identità dell'uomo caratterizzata sin dall'origine dalla culturalità, nata dall'incontro dinamico tra lui e
l'ambiente,

• l'identità composta delle relazioni internalizzate;

• il concetto di rete gruppale che ci abita ma è contemporaneamente idem e autos, Alterità e creatività,
permanenza e cambiamento.

Questi concetti possono spiegare anche la psicopatologia come blocco totale della creatività facendosi che
l'uomo rimanga assillato dalla quotidianità causando un irrigidimento della matrice cosiddetta matrice satura.
Questo concetto di normalità e psicopatologia concepita in un'ottica di pensiero familiare viene ripreso da
Pontalti e Menarini. (quaderno).

Concetto di Matrice: il concetto foulksiano di matrice riguarda persone legate molto strettamente e
intimamente, e la loro rete interattiva concerne la sfera centrale della loro vita. La rete, è il sistema totale di
persone che vanno raggruppate insieme rispetto alla loro reazione comune ad un evento esterno e gli individui
che compongono la rete corrispondono a punti nodali. Il termine rete è considerato un analogia alla rete neurale
come insieme che agisce e reagisce costantemente, non come somma di neuroni. Quando un gruppo di persone
stabilisce rapporti intimi esse creano un nuovo fenomeno cioè il campo totale degli avvenimenti tra tutti loro,
esse creano il contesto del gruppo. Il sistema non è da concepire con un insieme di relazione diadiche, ma
quello che succede ad un nodo della rete si riflette su tutta la rete. Il campo mentale dunque non esiste come
entità ma come una serie di eventi che si muovono e procedono istante per istante. Il nucleo della rete è definito
plexus, un gruppo ristretto della rete quale può essere la famiglia e altri personaggi significativi che hanno
avuto una particolare importanza sia per la formazione dei conflitti che per la loro risoluzione. La matrice può
essere definita come la rete di tutti i processi mentali individuali, il mezzo psicologico in cui essi si incontrano,
comunicano e interagiscono ciò che è all'interno e all'esterno. La realtà obiettiva esterna è inseparabile
dall'essere, animale o umano e dall'individuo di cui essa è il mondo, ed è perciò parte pure della realtà
psicologica". Allo stesso modo viene superata la contrapposizione individuo-gruppo: la persona-individuo
esiste nella sua mente e nella nostra esperienza il suo corpo è indubbiamente un'entità individuale coerente ma
esiste una matrice mentale soprapersonale.

La matrice si distingue in:

• fondamentale, essa è altrimenti della matrice di base e rende possibile la Capacità di persone estranee
di capirsi, riferirsi a sensazioni comune e condividere ciò che sta succedendo in un determinato
momento, Essa è pre-esistente rispetto all'azione esperienziale del soggetto ovvero fondata sulla
relazione tra valori saldamente radicati e trasmessi culturalmente Si tratta di livelli primaria
d'interazione basati sul incontro tra proprietà biologiche della specie e mediazione culturale.
Dall'incontro genotipo-fenotipo si esplicano le modalità pratiche di organizzazione dell'esperienza
psichica. Questa matrice fondamentale rimane statica e immutabile mentre all'interno di essa possono
articolarsi sottogruppi dinamici.

• Dinamica, la conoscenza più stretta tra i membri ed i loro più intimi scambi, producono il formarsi di
una matrice dinamica, attuale, sempre in movimento e sempre in sviluppo. I cambiamenti che
avvengono all'interno di questo nuovo contesto relazionale sono in grado di produrre un
cambiamento nell'organizzazione psichica del singolo ponendosi come luogo trasformativo .

La famiglia originaria è la rete primaria in cui si forma in modo decisivo la personalità del futuro individuo.
Questa rete ha un asse verticale che punta al passato, ai genitori, alla fanciullezza dei genitori, al rapporto dei
genitori con i propri genitori, e tutto questo entra nella parte più interna del fanciullo in formazione...
L'individuo è, fin dalla nascita, ma prima ancora nella pre-concezione che di lui ha il gruppo dentro cui verrà al
mondo, in rapporto con una struttura collettiva. Tale struttura collettiva (cultura) lo "fonda" "nei suoi piaceri,
nei suoi saperi, nel suo linguaggio, nella sua coscienza a priori di sé". I valori inculcati, l'intero rapporto col
mondo e con gli oggetti, l'intero modo di esprimersi, di respirare, di dormire, di svegliarsi, di divertirsi, di
parlare, il comportamento totale dell'individuo è stato modellato in modo decisivo dal gruppo familiare
originario prima ancora del suo divenire filogeneticamente soggetto. L'individuo è inconsapevole di tutto
questo: egli è normalmente convinto che il suo modo di sentire e di pensare sia quello naturale e giusto, che il
suo linguaggio è quello che si parla realmente.

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