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I.

Essere “veri uomini”


La mascolinità è l'insieme di ruoli sociali, comportamenti e significati associati all'essere maschio in una
data società in un dato tempo (Kimmel 2005).

In linea con Addis e Hoffman (2019), la mascolinità può descriversi attraverso molte dimensioni.

Può essere intesa come un ruolo sociale, ossia un modo di pensare, di agire, di sentire che una società sulla
base delle norme sociali e culturali di quel determinato momento storico si aspetta da un uomo e considera
giusto e appropriato per lui.

Può tuttavia essere anche trattata come uno stereotipo, come una visione iper semplificate e
tendenzialmente rigida di che cosa sono gli uomini.

Infine, può essere descritta come un'ideologia, un insieme di credenze e valori che riguardano il modo in
cui l'uomini devono essere, che sono costruiti e rafforzati sulla base di pratiche culturali.

2. Gli uomini. Vengono da Marte e le donne da Venere

Il 1992 è un anno interessante per l'editoria: l'americano John gray pubblica il famosissimo volume gli
uomini vengono da Marte, le donne da Venere. nel testo si snocciolano premurosi consigli agli uomini e alle
donne su come interagire e comunicare al meglio fra loro. Grey non ha mai completato alcun tipo di
formazione universitaria in generale e psicologica nello specifico: ha costruito in sintesi il suo volume sulla
scorta di nozioni completamente sconnessa da qualsiasi evidenza scientifica. Nonostante ciò il suo libro ha
conquistato milioni di persone, poiché Grey ci ha raccontato una storia accattivante e allo stesso tempo
rassicurante: gli uomini e le donne sono irriducibilmente diversi. Perché questo tipo di racconto è così
efficace? Per almeno due motivi, fortemente collegati fra loro. Il mondo fisico e sociale è
estremamente complesso e le categorie ci aiutano a semplificare la realtà. tuttavia, la categorizzazione
non è un'operazione neutra. Al contrario, è un dispositivo cognitivo che aggiunge un significato ulteriori agli
elementi che abbiamo inserito in una categoria, significato che non avevano prima di essere categorizzato.
Operiamo insomma delle inferenze sociali, ovvero attribuiamo velocemente delle caratteristiche
psicologiche e di personalità ai individui che con conosciamo e non abbiamo mai visto, solo in virtù del fatto
che appartengono a una categoria sociale nota. per il processo di categorizzazione consideriamo come
più omogenei fra loro di quanto non lo siano in realtà le persone all'interno di una categoria (un fenomeno
noto come assimilazione intragruppo) E tendiamo a esagerare le differenze fra le persone che sono inserite
in gruppi diversi (un fenomeno noto come differenziazione intergruppi).la categorizzazione di genere è
tanto potente da iniziare addirittura prima ancora della nascita. La percezione sessuata degli individui
inizia, dunque, prima ancora che essi nascano per poi continuare a guidare, una volta venuti al mondo, il
modo in cui vedono se stessi e gli altri durante tuta l'esistenza. Il processo attraverso cui in un dato
contesto socio culturale le informazioni culturali sul genere sono trasmessi da una generazione
all'altra prende il nome di socializzazione di genere. Esistono molti esempi di richiamo esplicito a
rispetare conformarsi a quelle caratteristiche che non solo definiscono come i bambini e le bambine
sono, ma anche con i bambini e le bambine (e più avanti negli anni uomini e donne) devono essere.
Quelle caratteristiche prendono il nome di stereotipi di genere che di solito non solo descrivi, ma
anche prescrivo. La ragione profonda del successo di libri come Perché gli uomini non strano: le
affascinante in alterabili differenze fra uomini e donne, o ancora Perché agli uomini piacciono le linee
rete e alle donne i pois, risiede nel fatto che si capitalizzano la tendenza diffusa e radicata negli
esseri umani a fare due cose, prima distinguere il mondo in categorie come abbiamo già visto, e dopo
pensare alle categorie sociali come dotate di un'essenza profonda che le descrive. nelle scienze sociali,
questa tendenza a un nome preciso ossia essenzialismo. In filosofia si origina per descrivere l'idea per cui
tutti i casi rientranti in una data categoria e nello specifico nelle cosiddette categorie naturali

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condividono un insieme di caratteristiche distintive ed essenziali che determinano la loro identità. Nel
1989, Douglas Medin e Andrew Ortony introducono in modo specifico il concetto di essenzialismo
psicologico, ovvero tendiamo a pensare che le persone facenti part di una stessa categoria presentino delle
qualità, delle caratteristiche che non sono soltanto comuni a tutti i component di quella categoria, ma che
corrispondono addirittura alla loro essenza e natura profonda. Si percepisce l'essenza di una categoria
sociale come immutabile da un punto di vista storico e culturale, trovando il suo fondamento nei fattori
biologici, genetici, insomma nella natura. A questo concetto è legata la suggestione di una verità della
natura umana, essenza profonda degli esseri umani immutabile. Nel momento in cui l'essenzialismo
psicologico investe il genere sessuale si parla di essenzialismo di genere. Le persone che aderiscono
a una visione esistenzialista del genere tendono a percepire le differenze comportamentali fra gli
uomini e le donne in modo molto più accentuato e, ancora, una stessa caratteristica psicologica
tende a essere percepita come più stabile quando associata al genere rispetto a quando invece non lo è. Le
ricerche psicosociali indicano chiaramente come l'essenzialismo di genere e l'importanza assegnata alla
biologia nello spiegare il comportamento degli uomini e delle donne si associano nelle persone a più alt
livelli di sessismo, alla credenza che il sessismo non sia più un problema nel mondo contemporaneo, a
un atteggiamento più favorevole nei confronti dei ruoli tradizionali di genere e all'accettazione delle
disuguaglianze di genere a livello sociale. Nel XIX secolo un criterio di grande rilevanza per valutare il
funzionamento del cervello era la sua grandezza: su di essi si appoggiavano comandament fior fiori di
scienziati per giustificare le disuguaglianze sociali fra uomini e donne, dato che il cervello dell'uomo era
strutturalmente più grande rispetto a quello della donna, e quindi di conseguenza, l'uomo era più
intelligente della donna. ma grazie al progresso della scienza si è potuto osservare come la struttura non è,

e non deve essere un fattore per comprendere il funzionamento del cervello. Una transizione straordinaria
nello studio del funzionamento cerebrale è stata avviata a partire dall'osservazione della sua plasticità
ovvero della sua capacità di trasformazione dinamica: il concetto di plasticità mette in discussione il
determinismo neuro genetico per cui viene prima la struttura e poi la funzione, di conseguenza il
funzionamento del cervello non è determinato a priori dai geni. Nonostante strutturalmente i cervelli
degli uomini e delle donne siano diversi, nel 2015, il gruppo di ricerca coordinato da Daphna Joel a
pubblicato i risultati di un lavoro proveniente da quattro diversi laboratori in cui, con il supporto
della ristorante a magnetica, è stata esaminata la materia grigia di più di 1400 cervelli. Nello studio
è stata esaminata la materia grigia di 116 regioni di ogni cervello e dopo sono state identificate le regioni
in cui erano presenti le differenze più grandi fra i cervelli dei maschi e cervelli delle femmine,
"colorandole" rispettivamente di celeste e di rosa. è stato riscontrato che in una percentuale che
andava dal 23 al 53% le persone reclutate avevano dei cervelli comparti sia rosa sia in celesti e che, in
generale, nella maggioranza dei casi in ogni cervello era presente una combinazione assai variabile di rosa e
celeste. È stato inoltre riscontrato che le persone con un cervello compatamente celeste o rosa, o
dunque coerentemente "maschile" o "femminile", erano meno dell'8%, indicando dunque l'esistenza
di una grande variabilità all'interno dei gruppi di cervelli divisi per genere. Un altro fattore che da sempre
stato determinante per la distinzione dei generi, sono gli ormoni, soprattutto il testosterone. Un'idea
diffusa è che il testosterone agisca dallo stadio prenatale a quello della pubertà per modulare le
differenze nel comportamento di uomini e donne agendo soprattutto allo scopo di rendere gli uomini più
aggressivi e più proattivi da un punto di vista sessuale per fini riproduttivi. In realtà le ricerche a
disposizione non supportano affatto l'idea che la maggiore quantità di testosterone negli uomini rispetto
alle donne possa spiegarne il comportamento. Van Anders, Goldey e Kuo (2011) hanno sviluppato un
modello teorico interessante per spiegare il ruolo complesso degli ormoni nei legami sociali definito
come Steroid/Peptde Theory of Social Bonds proponendo l'accudimento e la competitività come due
dimensioni per spiegare l'evidenza empirica disposizioni circa il testosterone. Van Anders osserva come
livelli alti di testosterone sono associati alla competitività, piuttosto che alla mascolinità genericamente

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intesa come aggressività, alla propensione al rischio e a un interesse elevato per la sessualità. bassi
livelli di testosterone sono associati all'accudimento piuttosto che alla femminilità e alla genitorialità.

3. Mascolinità invisibile: dell’arte di restare nascosti pur essendo in piena luce. Il termine patriarcato
designa un sistema socio culturale che a livello formale o solo simbolico ha caratterizzato spesso nel
passato molti paesi del mondo e che ancora adesso li caratterizza. Il patriarcato ha plasmato il modo in cui
intendiamo la mascolinità: non si può parlare di uomini e mascolinità senza far riferimento alla categoria
del potere, perché è proprio nel potere che la mascolinità si delinea e prende forma. Sebbene l'intreccio fra
genere e potere sia centrale nell'organizzazione dei nostri sistemi sociali, esso lì per me è un modo tanto
pervasivo da diventare subdolo, tanto ovvio da finire per essere il riconoscibile. A essere interessat
da quella che possiamo definire come inconsapevolezza di genere sono gli uomini, molto più delle
donne. Pensiamo al linguaggio e all'uso del maschile nelle professioni (prestigiose) per definire sia gli
uomini sia le donne: l'uso del maschile generico è una pratica talmente potente che ci appare come
neutra, frutto semplicemente della consuetudine. l'invisibilità della mascolinità anche un'altra faccia
paradossale. Pensiamo, ad esempio, alla singolare relazione fra gli uomini e le scienze psicologiche. Fin dai
suoi esordi, la psicologia ha studiato a tutti gli effetti solo gli uomini: perlopiù mascherano infatti
partecipanti delle ricerche e perlopiù maschi erano pure gli studiosi che lavoravano quelle teorie.
Essendo gli uomini, come Kimmel ha ben descrito, rappresentatvi degli esseri umani in generale,
prototpo e ideltpo dell’umanità, È stata in fondo è sotrata anche a loro la possibilità di
comprendere gli effet del genere sulla propria identità. Quali sono i dispositivi psicosociali attraverso
cui il privilegio diventa invisibile agli occhi di chi ne gode? Possiamo individuarne principalmente tre
ossia il bias a favore del Sé, l'errore fondamentale di attribuzione e l'ideologia meritocratica (Addis e
Hoffman 2019). Il primo meccanismo consiste nella tendenza sistematica che abbiamo a spiegare il
successo che otteniamo sulla base dei nostri sforzi, dei nostri meriti, del nostro talento, ignorando le
circostanze esterne che hanno contribuito a quel successo. L'errore fondamentale di attribuzione consiste
nel sottostimare l'importanza dei fattori sociali sovrastimato il ruolo dei fattori disposizione ali e di
personalità. In ultimo, l'ideologia meritocratica in base alla quale chi lavora sodo sarà ricompensato con il
successo e dunque se è successo questo vuol dire che hai lavorato duro.

4. Mascolinità precaria: di affannose e perpetue prove di sè In psicologia sociale, Vandello e colleghi


(2008; 2013) hanno proposto l'affascinante conceto di mascolinità precaria mutandolo dagli studi
antropologici di David Gilmore (1990). L'antropologo osserva come l'ingresso e la maturità sociale avvenga
diversamente per le donne per gli uomini. In assenza di un passaggio biologico socialmente
riconosciuto (che per le donne si realizza con l’arrivo delle prime mestruazioni), I riti di iniziazione
avrebbero avuto proprio questa funzione di consentire, nei maschi, il passaggio simbolico e sociale
dall'infanzia all'età adulta. La mancanza ufficiale, rituale di queste prove contribuisce invece a rendere
ambiguo, incerto e problematco lo status collegato all'essere maschio. In assenza di una prova
ufficiale a dimostrazione della propria mascolinità, le prove a cui sottoporsi diventano continue e
potenzialmente infinite. La mascolinità infat sancita principalmente per via sociale e per questo richiede
continue dimostrazioni pubbliche di sé, dato che si raggiunge con difficoltà ed è precaria. Una
componente fondamentale della mascolinità così come oggi è intesa va rintracciata nel mandato
dell’anti-femminilità: lo status di vero uomo si raggiunge allontanando dal proprio sé la femminilità.
Quando la propria mascolinità viene minacciata, viene messa in discussione, si genera gli uomini una
reazione di difesa, attraverso quello che Willer e colleghi (2013) chiamano iper-compensazione maschile,
un repertorio di comportamenti di compensazione che vanno dall'aggressività inappropriata
all'assunzione di comportamenti rischiosi altrettanto inappropriati. Bosson e colleghi (2009) hanno
condotto uno studio in cui minacciavano lo status di genere degli uomini inducendoli a esibirsi

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pubblicamente in un compito considerato molto femminile. Nella condizione sperimentale, i
partecipanti erano seduti di fronte a un manichino femminile con una parrucca e loro compito
consisteva nell'intrecciare i capelli del manichino per poi legarli con dei nastri rosa. Agli uomini nella
condizione di controllo è stato chiesto di svolgere lo stesso identico compito da un punto di vista fisico,
in questo caso però l'attività era innocua rispetto alla mascolinità poiché consisteva nell'intrecciare
una corda. Dopo il compito di intrecciatura è stato chiesto agli uomini di scegliere fra due attività: un
puzzle o colpire un sacco di boxe. Oltre il doppio degli uomini a preferito colpire un sacco da boxe dopo
aver svolto l'attività di intrecciatura dei capelli rispetto a quella della corda, indicando come le minacce di
genere motivano gli uomini a ripristinare il proprio status virile attraverso aperte dimostrazioni di
comportamento aggressivo. Uno studio simile è stato condotto da Weaver, Bosson e Vandello (2013):
hanno chiesto a metà dei loro partecipanti uomini di provare una crema dalla tipica profumazione
femminile alla frutta applicandola sulle proprie mani. Successivamente, tutti gli uomini hanno giocato
a un gioco d'azzardo in cui potevano vincere dei soldi reali. Gli uomini inseriti nella condizione "crema alla
fruta per le mani" hanno effettuato scommesse significativamente più alte in termini di posta.

5. La conformità alle nome maschili L'adesione alle norme di genere consente di sviluppare un'identità
stabile e positiva come uomo "normale", conduce a sviluppare sentimenti di appartenenza, aumenta
l'autostima e riduce il senso di vergogna e minaccia derivante dal sentirsi diverso dagli altri. !Accanto al
mandato dell'anti-femminilità si trova il mandato dell'eterosessualità e dell'interesse compulsivo per il
sesso. Fra le altre norme centrali nel definire la mascolinità, la dominanza intesa come il mostrare
nel privato nel pubblico un atteggiamento dominante, indipendente e aggressivo, lo stoicismo che
possiamo intendere come la capacità (più presunta che reale) di mantenere un totale controllo sulle
proprie emozioni e di apparire invulnerabili, la propensione ad assumersi dei rischi e a non mostrare alcun
tipo di timore negli ambiti più disparati e infine l'avere successo ed essere sempre vincenti .!Nel volume The
Myth of Masculinity, Joseph Peck illustra il suo modello teorico per cui considera i ruoli di genere (così
come l'identtà di genere) non come espressione della natura e dell'essenza biologica delle persone, bensì
come entità socialmente determinate con la funzione di preservare e sostenere il patriarcato. Per questo, il
sistema offre da un punto di vista sia simbolico sia concreto ricompensa chi si conforma e invece punizioni a
chi viola le aspettative sui ruoli di genere. Fra i tipi di stress da ruolo di genere, l'autore si concentra
principalmente sullo stress da discrepanza, che si presenta quando un uomo non riesce a mantenere lo
standard dell'ideale tradizionale di mascolinità, e sullo stress da disfunzione, che emerge quando un uomo
sviluppa un disagio proprio perché non riesce a rispettare quelle norme tradizionali di mascolinità che
definiscono come desiderabili dei comportamenti in realtà disfunzionali per lui e per le persone con cui
entra in relazione. Un altro costrutto importante per la ricerca psicologica sul tema della mascolinità
e il conflitto nel ruolo di genere, introdotto dallo studioso James O'Neil nel 1982. Con il concetto di
conflitto nel ruolo di genere si fa riferimento allo stato psicologico di sofferenza e conflitto che si
verifica tute le volte in cui le persone si confrontano con queste rigide prescrizioni sessiste. Il
conflitto nei ruolo di genere è definito in modo complesso da quattro domini psicologici in
interazione fra loro: il dominio cognitivo, riferito a come pensiamo ai ruoli di genere; il dominio affettivo,
riferito a come ci sentamo riguardo ai ruoli di genere; il dominio comportamentale, riferito a come
agiamo rispondiamo interagiamo con gli altri e con noi stessi; e il dominio inconsapevole, riferito al modo
in cui le motivazioni aldilà della nostra consapevolezza influenzano il nostro comportamento. Anche
nella proposta di O'Neil, un ruolo centrale per poter comprendere lo stato di stress emotvo e cognitvo
che si genera nel conflito del ruolo di genere è rappresentato dall'avversione e dalla paura della
femminilità. Altri tre element fondamentali atraverso cui si esprime il conflito nel ruolo di genere sono le
svalutazioni, ovvero critche negatve espresse nei confront degli altri o di se stessi quando non ci si
conforma, le restrizioni, che si verificano quando gli uomini sono atvamente impegnat nel controllare e
limitare la libertà di espressione nel proprio altrui comportamento in conformità alle norme
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stereotpate della mascolinità tradizionale, e infine le violazioni, che rappresentano la forma più grave
atraverso cui si esprime il conflito di genere e consistono nel fare del male da un punto di vista
psicologico e/o fisico a se stessi e agli altri tute le volte in cui ci si discosta o non ci si conforma alle norme
sul ruolo di genere.!O'Neil ha anche sviluppato la Gender Role Conflict Scale, uno strumento di misurazione
del conflito del ruolo di genere artcolato in quatro dimensioni fondamentali. Il primo ambito è
quello dell'emotvità limitata, che descrive la paura percepita dagli uomini a riconoscere, esprimere e
verbalizzare le proprie emozioni. Il secondo ambito è quello dell'espressione limitata di affeto fra
uomini e si riferisce alle autolimitazioni che gli uomini stessi si infliggono nell'esprimere il proprio affeto
atraverso le parole e atraverso comportament di contato fisico con altri uomini. I restant due sono
il primato del successo/potere/competzione nella definizione di sé e lo squilibrio fra il peso assegnato al
lavoro e quello dato alla cura delle relazioni interpersonali che ne consegue.
II. Mai chiedere aiuto
1. Quale sesso forte? Il prezzo del patriarcato

L'idea tradizionale che gli uomini siano più potent e meno vulnerabili delle donne, che abbiano un corpo
più efficiente, che chiedere aiuto e preoccuparsi per la propria salute sei una roba da donne provoca in noi
una reazione molto specifica: rende socialmente fastdiosa, inopportuna e, per dirla senza troppi giri di
parole, ridicola, la preoccupazione maschile per la propria salute. Eppure i dat a disposizione ci racconta
una storia diversa in termini di sopravvivenza, benessere e qualità di vita degli uomini. Potremmo definire
queste difficoltà come il prezzo che gli uomini sono tenut a pagare per il ruolo sociale di cui godono di fato
o impotenza all'interno di un sistema patriarcale. Da questo ragionamento nasce una domanda: come se la
passano gli uomini nei paesi in cui c'è maggiore uguaglianza di genere?!Da uno studio del ricercatore
norvegese Øystein Holter È emerso che negli Stat Unit la probabilità per un individuo di stare bene in
uno Stato con alt livelli di uguaglianza di genere è più alta del doppio rispeto a uno Stato con
bassi livelli di uguaglianza di genere.questo stesso patern ritorna anche nel vecchio contnente,
confrontando i trepaesi europei con più alta uguaglianza con i tre paesi con più bassa uguaglianza
di genere. Disaggregando i dat per genere, emerso in generale che vivere in un paese dove È maggiore
l'uguaglianza di genere si associa più alt di livelli di felicità è più bassa di pressione non solo per le
donne, ma anche per gli uomini e questo dato resta invariato anche se si tene conto del PIL e dell'indice di
disuguaglianza del paese.
2. Lo stoicismo emotvo Esistono delle regole culturali di esibizione delle emozioni che sono distinte per
generi e tendiamo a perpetuarle proprio attraverso l'interiorizzazione di questi codici culturali di
comportamento, quali lo stoicismo emotivo per uomini. Il messaggio fondamentale è che l'abilità di un
uomo si pesa e si misura in gran parte sulla capacità di rendere visibili e udibili i suoi successi pubblici
e sull'impegno a rendere il muto e invisibile il proprio mondo interiore.! Lo stereotipo dell'uomo forte
e razionale - accanto agli innegabili privilegi in termini di acquisizione di risorse materiali e simboliche -
condanna gli uomini che vi aderiscono a un'esperienza parziale e persino mutilata della propria esperienza
psichica. Le strategie apprese per proteggere la propria mascolinità quali le vita mento la
soppressione dell'espressione delle emozioni sono esempi di disregolazione emotva, una regolazione
disfunzionale che può essere causa di problemi psichici e fisici, dall'aggressività all'autolesionismo,
all'abuso di sostanze. Il copione sociale dell'uomo forte silenzioso conduce, secondo Levant, Allen e
Lien (2014), alla condizione di alessitmia normativa, ovvero mostrare una maggiore difficoltà sia
nell'identficare sia nell'esprimere in pubblico quelle emozioni incoerenti con il proprio ruolo di genere che
fanno trasparire un senso di vulnerabilità o un bisogno di attaccamento. Addis (2011) parla delle tre P del
silenzio, il silenzio personale, il silenzio privato e il silenzio pubblico: il silenzio personale è il silenzio
dell'uomo che non riesce identificare il proprio dolore e dunque "non sa" nemmeno di provarlo, il
secondo ha a che fare con l’espressione delle emozioni (che è disfunzionale nel caso sia una condizione
fissa, costante nel tempo, nelle situazioni e nelle relazioni più diverse), e il terzo è la definizione di
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silenziamento in quanto proviene da altri. Quando le tre forme di silenzio entrano in una sinergia
sistematca fra di loro, è probabile che si finisca per innescare un circolo vizioso difficile da spezzare.
L'essere sottoposto a un ripetuto silenziamento sociale delle proprie mozioni fa sì che la normalità sia
evitare di parlare in pubblico delle proprie emozioni. Gli uomini finiscono per conformarsi a quella norma,
evitando di parlare di sé, soprattutto con altri uomini, per non sembrare strani e diversi dal gruppo.
Scegliendo di tenere per sé le emozioni, il rischio è di arrivare, attraverso questa ripetuta e mancata
condivisione, a rendere alcuni stat mentali perfino sconosciuti a se stessi.
3. Il corpo maschile e comportament legat all salute: Doing Health is Doing Gender All'insieme delle azioni
intraprese dalle persone per prendersi cura della propria salute o per prevenire disagi viene dato il nome di
comportament legat alla salute. Queste atvità in cui gli uomini e le donne si impegnano quotdianamente
sono come una moneta nelle transizioni messe in ato nel quotdiano per dimostrare il genere: Doing
Health is Doing Gender, sostene Courtenay (2000). I comportament legat alla salute possono essere
annoverat fra le pratche a cui gli uomini e le donne ricorrono per differenziarsi tra loro: essi diventano un
modo tramite cui dimostrare la propria adesione a una visione tradizionale della mascolinità.!Come
osserva Arnold (1988), infat, il cibo ha sempre rappresentato, e contnua a farlo, il potere nella sua forma
più basilare, tangibile e inesorabile. Da un punto di vista antropologico, sia la quanttà sia il tpo di cibo
scelto veicolano dei significat sociali molto precisi rispeto al potere dei diversi atori sociali coinvolt
nell'interazione conviviale. A differenza delle donne, da cui ci si aspeta socialmente che mangino poco, da
un uomo ci si aspeta che mangi molto, che non va di troppo la dieta da seguire e che sia un grande
consumatore di carne rossa. La carne - con tanto di sangue grondante -, infat, È stata spesso associata alla
forza e al vigore per la sua capacità di dare energia. Inoltre, essendo stata storicamente limitata la
sua disponibilità, è diventata cibo prezioso ed esempio emblematco di un'alimentazione all'altezza degli
uomini.!Fra i fatori di rischio più important per la salute delle persone troviamo senza dubbio il consumo di
tabacco e il consumo di alcol, e dai dat si stma che l’80% di persone che muoiono per consumo di tabacco
e più dei 3/4 di persone che muoiono a causa dell’alcol siano uomini. Il coping evitante è la tendenza a
gestre le emozioni, i pensieri, le sensazioni fisiche negatve che emergono in occasione di situazioni
stressant evitando di pensarci rivolgendo l'atenzione ad altro; lo stle di coping evitante ha degli
effet paradossali poiché anche se l'intento è di evitare le emozioni negatve non prestandoci atenzioni, il
rischio invece è proprio di incrementare l'atenzione nei confront di quelle emozioni. Il fumo e l'alcol si
adatano benissimo a questo paradosso. Le persone con uno stle di fronteggiamento evitante dei
problemi possono ricorrere al fumo all'alcol per distogliere la propria atenzione dei pensieri negatvi; il
risultato sarà un incremento delle emozioni negatve noi elaborate e digerite, incremento che a sua
volta innescherà di nuovo il bisogno di fumare o bere per allontanare quelle emozioni. Le ricerche
disponibili sono molto chiare nell'indicare che gli uomini che aderiscono maggiormente alle norme
dominant di mascolinità sono anche quelli che assumono più di frequente comportament poco
salutari per gestre lo stress come il consumo di alcol e tabacco.!In un passato non troppo lontano, agli
uomini non era richiesto di badare al proprio corpo in termini estetci:, mostrare interesse per queste
dimensioni veniva addiritura guardato con sospeto e di certo non era una prova di virilità, in quanto
l'estetca e la bellezza è stata intesa per secoli come una qualità pretamente femminile. Possiamo
rilevare un grande mutamento: a differenza del passato, oggi per un uomo la cura estetca e fisica del
proprio corpo - sebbene non prioritaria per la definizione del suo valore sociale - è considerata molto più
importante e per questo non più demascolizzante. È in ato ormai da circa trent'anni una trasformazione
molto riconoscibile negli ideali di bellezza maschile. Nelle generazioni passate, agli uomini piacent non
era richiesto di avere un corpo muscoloso per essere considerat gradevoli fisicamente; con il tempo
invece, per definire il sex appeal degli uomini è diventata sempre più centrale la carateristca della
muscolarità che ha anche generato il sotoprodoto della depilazione maschile funzionale a esibire i
muscoli. Hunt, Gonsalkorale e Murray (2013) osservano come proprio nelle società e nei paesi dove
si è assistto a maggiori evoluzioni positve nel rapporto fra uomini e donne, così come una significatva

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riduzione delle disuguaglianze di genere, si è assistto in parallelo a una paradossale maggiore tendenza a
dare importanza, a livello sociale, all'iper muscolarità del corpo; ciò risponderebbe al bisogno di
riaffermare la propria mascolinità intesa in senso tradizionale atraverso un potenziamento della massa
muscolare.!La prevenzione può ridurre in modo significatvo il rischio di malata e di morte e gli
uomini fanno in generale meno prevenzione delle donne e assumono comportament più rischiosi di loro.
Un vero uomo è forte, il suo corpo in vulnerabile alla malata e il manifestare preoccupazione per
le malate è un chiaro segnale di debolezza e scarsa mascolinità.

4. La ricerca di aiuto Gli uomini chiedono vero aiuto delle donne al personale sanitario per i problemi fisici,
per la salute mentale e per i problemi di abuso di sostanze stupefacent; si rivolgono meno a servizi
psichiatrici psicoterapeutci, ma non me ne dal medico di base quando ci vanno pongono meno domande
rispeto le donne, soffrono di più di alcolismo dipendenza da droghe delle donne ma chiedono meno
aiuto per questo. La lontananza degli uomini a chiedere aiuto nel momento del bisogno è ancora più
sorprendente considerato lo stato di salute in cui spesso versano. L'ato di chiedere aiuto chiama in causa e
sfida un'idea di mascolinità tradizionalmente intesa. Sono due le sfide maggiori in campo: la prima
investe la sfera della dominanza, della forza, del controllo, poiché l'ato di chiedere aiuto segnare agli altri
che sia uno stato di debolezza, una condizione in contraddizione con la definizione di sesso forte; la
seconda sfida riguarda il dominio dell'autonomia e dell’indipendenza, quando chiediamo aiuto perché
non possiamo risolvere in autonomia il nostro problema e siamo costret a passare il gioco forza da una
condizione di presunta indipendenza è una dipendenza relazionale. La ricerca di aiuto è un processo
dinamico e complesso: coinvolge le persone che chiedono aiuto, le persone che forniscono aiuto, il tpo di
aiuto richiesto e le situazioni specifiche in cui l'aiuto è richiesto. Inoltre, sono diverse le tappe del
processo di richiesta di aiuto, per ognuna delle quali è possibile individuare una competenza
psicologica specifica. La prima cappa consiste nel riconoscimento del problema, e dopo aver
riconosciuto e identficato la condizione di disagio, è importante la definizione del problema, pensare che
quel problema sia diffuso e che sia normale soffrirne. A definire se il problema è normale o no concorre la
definizione soggetva e personale che ne fa il singolo interessato, il modo in cui le persone in
generale e più nello specifico gli uomini della propria rete sociale intendono quel problema e,
allargando ancora lo sguardo, il modo in cui è inteso da un punto di vista sociale. Il problema è stato
riconosciuto e percepito come normale e dunque degno di essere tratato ma manca un ultmo
fondamentale tassello: l'interazione reale con la persona a cui chiediamo aiuto. Rivolgersi a un
professionista ed entrare in una relazione per definizione asimmetrica in termini di potere e
conoscenza può essere molto stressante perché aderisce a un modello tradizionale di virilità. Essendo
la richiesta di aiuto un processo relazionale è possibile che anche la persona esperta a cui si chiede
aiuto possa presentare una visione stereotpica della mascolinità. Il bias di genere influenza infat
anche il processo diagnostco e terapeutco; per esempio, i ragazzi e gli uomini ricevono meno diagnosi per i
disturbi mentali di solito associat al sesso femminile come la depressione o disturbi alimentari, anche a
parità di sintomi espressi. Esso influenza inoltre la prescrizione di farmaci: agli uomini vengono
prescrit meno farmaci che alle donne, fata eccezione per i farmaci psicotropi, che vedono invece gli
uomini, fin da bambini, riceverne in misura assai maggiore come quelli per tratare l’ADHD, il disturbo
da deficit di atenzione/iperatvità, a sua volta diagnostcato maggiormente nei maschi rispeto alle
femmine.

III. Mai perdere l’occasione di fare sesso


1. Uomini e intmità: una relazione complicata L'intmità è la condizione in cui due persone, vicine da
un punto di vista affetvo, condividono liberamente sentment, pensieri e azioni. Essa non è solo una
condizione, ma anche un bisogno fondamentale degli esseri umani; ciò nonostante, nella mascolinità

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tradizionale viene spesso declassata a un'esigenza e/o competenza unicamente femminile.
2. Sessualità e copioni sociali Tendiamo spesso a pensare che la sessualità abbia a che fare solo con
quello che le persone fanno a letto sulla spinta di un istinto "naturale", illudendoci per questo di poter
sgombrare il campo, qui più che altrove, da "inutli complicazioni culturali”. Si trata di un errore
concetuale così frequente da essersi guadagnato in ambito filosofico non mi va impreciso: la fallacia
naturalistca; quando consideriamo qualcosa con me naturale, finiamo ben presto per pensare a
quella stessa cosa come buono, legitma, valida e immodificabile. La sessualità e infat anche e
sopratuto quello che le persone pensano e sentono rispeto al sesso sulla scorta di un bagaglio
personale di ateggiament sessuali, abitudini, fantasie, paure e preferenze: definiamo la nostra identtà e
soggetvità sessuale a partre dai discorsi atorno alla sessualità e dal modo in cui quest discorsi
risuonano dentro di noi a livello profondo. Impariamo dunque come funziona il sesso proprio
dall'ambiente sociale e dalle relazioni interpersonali, e di consegue che la maggior parte dei
comportament sessuali che scriviamo segue dei veri e propri copioni che rispondono alle norme
socioculturali del momento. I copioni sessuali rispondono a un'esigenza simile: ridurre l'imprevedibilità
delle relazioni umane, sancendo che cosa si può e non si può desiderare, che cosa si deve e non si deve
fare, in funzione del nostro ruolo, anche in base al nostro ruolo di genere e agli stereotpi atorno ad’esso.
3. Il mandato dell’eterosessualità Nella visione tradizionale della mascolinità, si parte da una premessa
fondamentale: un uomo vero è solo un uomo cisgender eterosessuale e la mascolinità è una qualità
atribuibile solo a un uomo atrato esclusivamente dalle donne; di conseguenza, un uomo omosessuale
non solo sta comunicando qualcosa sul proprio lentamente sessuale, ma sta anche dicendo che ha
rinunciato, in modo definitvo e irrevocabile, alla definizione di sé come uomo. Questo è l'esito di quello che
Ingraham (2005) definisce come "pensare etero" (thinking straight) che consiste nel ritenere che l'etero
sessualità sia un fenomeno universale non modificato nella sua espressione dalla storia o dalla cultura,
vuol dire considerare l'eterosessualità come non solo la migliore, ma anche l'unica espressione
possibile nell'orientamento sessuale di una persona, un evento sano e naturale, e tuto ciò che non si
etcheta come eterosessuale diventa innaturale e patologico.
4. Il mandato della compulsività La visione comune della sessualità maschile e che è tuta costruita attorno a
una potente spinta biologica che conduce l'uomo a perdere completamente la ragione in preda alla
pulsione sessuale. Da dove trae origine questa idea di una sessualità mossa da pulsioni di diversa intensità
per gli uomini e le donne, che sarebbero per natura meno interessate al sesso? Nel 1948 il biologo e
botanico Angus Bateman ha condotto una serie di esperiment sulla drosofila, specie di inseto nota
anche come moscerino della fruta, che è sembrato fornissero la dimostrazione definitva del fato che
la principale spinta dell'evoluzione fosse la competzione fra i maschi per la femmina fertle. L'ipotesi era
più o meno questa: deporre le uova richiede un investmento fisico molto più importante rispeto al
produrre sperma. Quindi per massimizzare il successo riprodutvo le femmine devono essere seletve
caut nella propria atvità sessuale, mentre per i maschi è più strategico essere promiscui e
compettvi; e ciò spiegherebbe perché, anche negli esseri umani, le donne sono più domestche e votate
alla monogamia e gli uomini più interessat all'esplorazione della sfera pubblica e della promiscuità.
Questo paradigma ha rappresentato per molto tempo il principio guida è la pietra angolare per gran parte
della teoria della selezione sessuale, ma Cordelia Fine (2019) ha illustrato brillantemente una grave
scorretezza metodologica operata da Bateman: mosso dal desiderio di confermare le sue tesi, l'autore
presentò solo i risultat i compatbili con l'idea che i maschi trassero maggior vantaggio dalla promiscuità,
sotolineando così il conceto di maschi compettvi e promiscui da un lato, e di femmine scrive
monogami dall’altro. Uno dei mandat che investono gli uomini eterosessuali individuo dunque nella
spinta incessante a fare sesso un aspeto cruciale della propria vita relazionale e sessuale: si parla in termini
tecnici del mandato dell’eterosessualità compulsiva.
5. Il mandato della prodezza
Abilità sessuale, performance e competenza: ecco altre parole chiave atorno a cui la sessualità

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maschile si organizza in ulteriore mandato, quello della prodezza; in questa visione, il pene si
trasforma da parte del corpo per lo scambio e reciproco piacere sessuale in uno strumento atraverso
cui espletare una prestazione. Insicurezza e paura sono sentment frequent nel vissuto sessuale degli
uomini e le ricerche confermano che gli uomini (e le donne) che aderiscono in modo rigido e i ruoli di
genere provano meno piacere a leto rispeto a chi ha un'idea meno rigida e più fluida della mascolinità e
della femminilità. In quanto prestazione, la prodezza eterosessuale e a tut gli effet misurabile e stmabile:
dalla durata del rapporto sessuale, passando per il numero degli orgasmi provocat nella donna fino
alle dimensioni del pene, che viene spesso descrito come la parte del corpo che più descrive la
mascolinità. Non stupisce infat che molte ricerche abbiano riscontrato che la maggior parte degli uomini
avrebbe desiderato avere un pene di dimensioni maggiori, sebbene lo ritenessero nella norma.

6. Il mandato della dominazione É atorno alla dicotomia dominazione e sotomissione che si


artcolano altro copione fondamentale della mascolinità tradizionale. Nella cultura occidentale, la
sessualità è stata ed è ancora l'espressione più sublime del potere maschile. !Che cos'è la cavalleria
realmente? La cavalleria è un codice di comportamento che nel tempo non ha perso il suo smalto, ma
che ancora oggi è considerata più che apprezzabile da molt uomini e donne.tutavia la visione
dell'uomo come cavaliere romantco a contribuito per secoli a confinare la donna tra le mura
domestche e contenere le ambizioni, come insegna la leteratura popolare che ha guidato generazioni di
adolescent all'accetazione di ruoli tradizionali. La cavalleria ammanta di lusinghiera cortesia ciò che
a tut gli effet è un sistema di disuguaglianze tra sessi. L’idea delle donne come esseri fragili e
bisognosi della protezione speciale maschile è una componente fondamentale del sessismo benevolo.
Centrale nel sessismo benevolo è la retorica delle donne come creature meravigliose e fragili, che per
la loro grazia e protezione meritano di essere collocate su un piedistallo e adorate dagli uomini. Di solito
pensiamo al sessismo sono nella sua componente più stle vecchio stampo di svalutazione femminile
e per questo abbiamo difficoltà a riconoscere l'ateggiamento paternalistco di affetuosa
condiscendenza come è quello del sessismo benevolo. Considerare una persona degna di essere messa
su un piedistallo genera una relazione asimmetrica; sul piedistallo si metono gli ogget, non le persone, le
quali proprio perché ho messo sul piedistallo di fato perderebbero la propria libertà di movimento. Non a
caso l'altra faccia del sessismo benevolo è l'idea che le donne abbiano bisogno di un uomo.
!Partcolarmente suggestvo per esaminare quanto il sessismo benevolo riscuote ancora successo fra gli
uomini e le donne eterosessuali è il primo appuntamento, forse il momento per eccellenza in cui si
celebrano i copioni sessuali che la cultura ci ha insegnato. Nonostante oggi, sia donne che uomini,
ricerchino un rapporto paritario, la cavalleria è sempre molto apprezzata se non implicitamente richiesta
atraverso atenzioni come: aprire la portera, pagare il conto, scegliere dove mangiare… Più che
cavalieri dovremo ambire ad essere gentli, qualità cui tut dovrebbero essere educat.!Il copione della
dominazione sessuale maschile può essere molto problematco quando genera una cultura della sessualità
legata a doppio filo con quella della violenza. Il pene ereto è simbolo di forza, affermazione e successo, e si
manifesta in tuta la sua chiarezza se pensiamo al termine impotenza, etcheta con cui per molto tempo
anche in ambito medico, è stata nominata la difficoltà a raggiungere o mantenere un'erezione durante il
rapporto sessuale: un uomo dunque con problemi di reazione sarebbe un uomo senza potere, un fallito.
Se l'ato della penetrazione è un modo tramite cui manifestare la propria potenza, viceversa l'ato di
essere penetrat corrisponde ad abdicare proprio a quella potenza. La vicinanza fra sessualità e potere
ha dato vita, e purtroppo ancora contnua a dare vita, a comportament sessuali di prevaricazione e
aggressività. Il narcisistc enttlement, o ttolarità narcisistca, è un conceto che descrive la condizione
psicologica di chi si sente titolato a raggiungere un determinato obiettivo e sente di averne il diritto più di
altri: è insomma la credenza che in base alla propria importanza, superiorità e unicità si merit un
trattamento speciale e si abbia il diritto a maggiori risorse rispetto agli altri. Il sexual entitlement è
quando la titolarità narcisistica incontro alla sessualità: a differenza della soggettività sessuale che a che
fare con la percezione di sé come oggeto sessuale capace di rispetare il proprio corpo e soddisfare, nel
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rispeto dell'altra persona, il proprio desiderio sessuale, nel sexual entitlement, l'idea è che un uomo abbia
diritto, proprio in quanto uomo, all’attività sessuale con una donna. Essere rifiutato è in generale
un’esperienza dolorosa che può avere delle conseguenze negatve sulla’immagine che abbiamo di noi e
in generale su l nostro benessere. In una ricerca di Andigheto, Riva e Gabbiadini (2019) si è riscontrato che
in una piataforma costruita ad hoc per lo studio, gli uomini, ma non le donne, mostravano una maggiore
ostlità e rabbia nei confront di chi Lia veva rifiutat. Se la mascolinità tradizionale si organizza atorno
all’inaccetabilità del rifiuto, la manifestazione di soggetvità femminile che avviene atraverso il
rifiuto viene percepita come un atacco frontale all’indennità maschile. Se il rifiuto di una donna è
secondario rispeto al desiderio sessuale di un uomo, il rischio è che il passaggio dal rifiuto alla
violenza sia molto breve. l dispositvo dello stupro è molto antico: inquieta ma non sorprende, sapere
che la proliferazione di queste rappresentazioni, dalla mitologia alla leteratura, non abbia mai mirato
nel passato e nel presente a denunciare la violenza di questa pratca, quanto piutosto a
normalizzarne il senso. L’espressione con cui in leteratura si definiscono quest prototpi dello stupro
è mito dello stupro, credenze false e stereotpiche sulle carateristche delle vitme dello stupro,
sulle carateristche di chi stupra e sulla situazione/contesto della violenza. L’idea che l’abbigliamento, il
luogo, e le perone di cui siamo circondat abbiano influenza sulla’accadimento, non è solo degradante
per la donna, ma anche per l’uomo, che viene visualizzato come un cavernicolo incapace di gestre i
suoi impulsi sessuali e che per di conseguenza deve essere ammirato se non stupra o molesta le donne.
!È dimostrato che le donne sono vitme di violenza sessuale con una frequenza molto più alta degli
uomini.questo non vuol dire che gli uomini non possono essere o non siano vitme a loro volta di
violenza sessuale.pensare agli uomini come i predatori e alle donne come le vitme di un crimine sessuale,
General il copione mentale che ci sia una rigida distnzione di genere fra chi agisce e chi subisce. Quanto
devo sintetzza il primo mito dello stupro maschile, da cui tut gli altri discendono: gli uomini in quanto
invulnerabili e parte atva di un rapporto sessuale non possono essere stuprat. Un uomo che denuncia uno
stupro può essere additato come gay o mato, ed è per quest processi di vitmizzazione secondaria
che è diffide che succeda: lo stupro maschile genera una classificazione degli uomini sulla base del loro
valore, per cui, quando ne è vitma, l’uomo vien percepito come poco credibile, femminile e debole. La
violenza sessuale investe anche gli omosessuali, del resto loro non sono “veri” uomini. !L’aderenza a quest
falsi mit sullo stupro maschile e femminile è registrata maggiormente dal prone che aderiscono a una
visione tradizionale dei ruoli di genere.
IV. Mai rinunciare al comando

1. Mascolinità ed estrema destra. Dal suprematismo bianco occidentale al


suprematismo maschile Se le carateristiche femminili sono quelle più adatte nell’ambito privato, le
caratteristiche stereotipiche associate alla mascolinità, sono quelle ritenute fondamentali nell’ambito
pubblico e ,dunque, le qualità ideali perché una persona possa impegnarsi efficacemente in politica.
Questa asimmetria femminile-privato e maschile-pubblico è profondamente radicata a livello culturale
e spesso trasversale all’orientamento politico delle persone, essendo non di rado presente sia nelle
persone di destra che nelle persone di sinistra. Le forze di estrema destra reclutano sostenitori,
organizzando i propri programmi politici, puntando spesso sulla carta del genere e nello specifico della
mascolinità tradizionale. I temi attorno a cui si sviluppano i discorsi politici di estrema destra sul
genere e sulla mascolinità tradizionale sono relativi alla rappresentazione della mascolinità alloctona,
della mascolinità degli altri (suprematismo occidentale), e della mascolinità nazionale (suprematismo
maschile)
2. Il suprematismo bianco occidentale e i maschi migranti pericolosi Il discorso si organizza attorno alla
figura emblematica e minacciosa del maschio nero migrante. Il contesto bianco occidentale si vede
costretto ad accogliere e subire la mascolinità primitiva, barbarica e predatoria di cui gli uomini
migranti sono portatori. la mascolinità alloctono viene rappresentata come una minaccia per
l'incolumità delle donne autoctoni e in generale per la civiltà dello Stato nazionale. Il nemico per eccellenza
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della civile, progredita e bianca società occidentale È presto trovato: il maschio migrante, nero, greto,
violento e stupratore. Nonostante i partt di estrema destra prendono a cuore le istanze femministe
relatva il contrasto dell'opposizione femminile, le politche sociali di cui si fanno portavoce promotori
i partt in Francia come in Italia, sono improntate su una visione fortemente conservatrice e ultra
tradizionale dei ruoli di genere in cui viene celebrato il ruolo delle donne come madri oltre che il valore
della cosiddeta "famiglia naturale" eterosessuale. Si pone così l'atenzione sulla questone della violenza
fisica e si tagliano completamente fuori dal discorso politco i temi relatvi alla discriminazione delle
donne sul lavoro o quelli relatvi ai dirit riprodutvi ossia, così come già definit dalla conferenza
internazionale sul popolazione sviluppo del ’94 tenutasi a Pechino, i dirit umani basat sul
riconoscimento di decidere liberamente sul numero, il momento è l'intervallo tra le nascite dei propri
figli, di avere i mezzi e le informazioni necessarie per esercitare tale dirito, ed otenere i migliori
standard di salute sessuale e riprodutva. L'immagine della donna vitma di violenza bensì accorda con
una visione paternalistca dei rapport di genere. L'oppressione di genere interessa l'altro da sé, non avendo
l'Occidente alcun problema struturale sociale su questo fronte: questo dispositvo retorico di
atribuzione del sessismo all'altro razionalizzato è stato definito da molt studiosi e studiose come
razzializzazione del sessismo, conceto che si fonda sulla rappresentazione essenzialista della differenza
culturale, in base alla quale i migrant sono percepit come diversi e sopratuto inferiori agli autoctoni
nella loro essenza fondamentale e quindi non assimilabili per natura.
3. Il suprematsmo maschile. Leader duri e seguaci rabbiosi Negli anni 50 del secolo scorso il gruppo di
ricerca coordinato da Teo Dore Adorno a prodoto quello che è un testo classico per gli studi
psicologici e sociologici ovvero la personalità autoritaria. L'obietvo di questo lavoro era di
comprendere i fatori psico-sociali che avevano dato vita all'antsemitsmo e al fascismo: fu definito e
teorizzato per questo un asseto specifico di personalità affeta dalla sindrome autoritaria, di cui le
component sono l'obbedienza cieca nell'autorità, che si associa alla marginalizzazione e alla soppressione
delle persone deboli, deviant, subordinate, l'antintraccezione, ovvero l'avversione nei confront
dell'introspezione e dell’emotvità, vissuta come un segnale di debolezza e la pseudomascolinità, termine
introdoto per indicare quell’enfasi maschile sui trat di energia, determinazione, industriosità,
indipendenza e decisionismo volte a nascondere un profondo sentmento di debolezza: oggi
l'autoritarismo è considerato da molt proprio come un'espressione della mascolinità tradizionale.
L'immagine dell'uomo duro, forte e solo al comando rievoca una pagina buia del passato del nostro
paese, contrassegnata dalla deriva autoritaria e fascista tristemente nota. Ciò nonostante il fascino
dell'uomo duro, solo e forte al potere non fa presa solo nel nostro paese, ma è ancora presente e ha
riscosso negli ultmi vent'anni notevole consenso.!L'ideologia del suprematsmo maschile non ha fascina
solo i leader politci, ma anche le persone comuni, ad esempio la campagna eletorale di Donald Trump,
tuta impiantata sull'idea di un uomo forte al comando, ha riscosso successo partcolare proprio tra gli
uomini di cet sociali economici più bassi. I sentment di marginalizzazione, di povertà crescente, di
insicurezza rispeto al futuro hanno portato quest uomini a essere sedot dal rassicurante nostalgico
ethos ipermascolino che si nutre della superiorità maschile sulle donne. Da un'analisi dei Google
trends è emerso che gli eletori tpici di Trump risultavano essere persone che cercavano spesso online
la parola "disfunzione eretle" o “impotenza". Nel luglio del 2011, l'Europa è sconvolta da due
contemporanei e sanguinosi atentat in Norvegia, il più grave dei quali, in termini di vitme, avvenuto
a Utøya, un'isola poco distante da Oslo: Anders Breivik compì una strage di 77 ragazzi, azione terroristca
che viene descrita, nel manifesto programmatco inttolato 2083:1 dichiarazione europea di
indipendenza, come l'energico richiamo per scuotere un'Europa cristana allo sbando e la sua necessità
motvata con l'odio verso le èlite multculturali, ma anche verso i moviment femminist per
l’emancipazione delle donne responsabili della decadenza della società occidentale. L'introduzione del
documento è tuta dedicata alla critca del politcamente correto e dell'ideologia femminista, entrambi
volt a trasformare il patriarcato, l'unico sistema sociale legitmo per Breivik, atraverso l'evirazione

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simbolica dei maschi eterosessuali e cristani europei. L'Europa un tempo orgogliosa, virile e inespugnabile,
è stata infetata, per il terrorista, dalla progressiva femminilizzazione che ha reso gli uomini un’ indegna
sotospecie delle donne. Sebbene le violenze di massa siano spese spiegate mediatcamente con la
malata mentale, con il consumo di media violent o con il possesso di armi da parte degli
atentatori, sta acquisendo sempre più atenzione, in termini sia mediatci sia di studi scientfici
condot a riguardo, la relazione fra suprematsmo maschile e terrorismo stragista. L'obietvo
fondamentale di queste violenze è quello di diminuire il senso di vergogna associata alla mascolinità
percepita come soto atacco atraverso due strategie: la prima è quella di puntare sull'orgoglio
maschile che diventa collante per fare comunità e costruire appartenenza atorno al vitmismo, se
però il senso di the virilizzazione genera una vergogna profonda che non riesce ad essere sedata
dall'orgoglio, si approda la violenza. La galassia di moviment per i dirit degli uomini, il più delle volte
portatori di istanze apertamente e violentemente misogini, è cresciuto negli ultmi vent'anni in modo
significatvo e preoccupante. É molto più comune di quanto si pensi la fascinazione dell'ideali
tradizionali di mascolinità per alcuni uomini, giovani e meno giovani, accomunat dalle stesse fragilità. É
una rabbiosa nostalgia ad alimentare questa fascinazione, nostalgia di un passato idilliaco,, Celebrato come
privo di difficoltà e tensioni di genere, un passato insomma in cui i maschi erano rispetat e apprezzat. Il
suprematsmo maschile è un fenomeno sociale corrispondente alla considerazione delle donne, da un lato
come persone inferiori e meno intelligent degli uomini e dall'altro come perfide manipolatrice. In
questa visione, il valore delle donne viene relegato al loro funzioni riprodutve e sessuali. Il Backlash è
una risposta di ta di stampo politco reazionario di fronte alle spinte di cambiamento politco e sociale
promossa da un gruppo sociale; il termine descrive nello specifico la reazione di un gruppo
dominante che avverte il proprio potere in bilico, o in declino, per le istanze di cambiamento sociale
fate proprie da un altro gruppo, percepito come rivale. Gli atvist per i dirit degli uomini (MRA) fanno
parte di un movimento che ritene che la discriminazione sociale, legale ed economica contro i maschi sia
presente nella società al punto che combaterla richiede uno sforzo organizzato nel rispecchiare in chiave
maschile il femminismo. Con l'arrivo di Internet, una nuova generazione di proponent per i dirit degli
uomini a trovato un nuovo luogo per una visione altamente ant-femminile dei "dirit degli uomini", non
più focalizzata sulle in uguaglianze generalmente riconosciute (come gli esit dei divorzi), ma con l'idea
generica che gli uomini se la vedono dura "per via" delle donne.!Il cambiamento climatco è quel
fenomeno per cui per effeto di cause sia naturali sia antropiche, si è verificato un aumento
eccezionalmente rapido della temperatura terrestre. Sebbene la maggior parte degli scienziat e delle
scienziate converga nel riconoscimento dell'effetva realtà di questo fenomeno, il tema sollevato in passato
e ancora oggi, solleva molte persone ateggiament di fiera indifferenza o di perplessa diffidenza fino ad
arrivare all'aperta negazione. L'immagine di Greta Thunberg ha ben presto fato il giro del mondo
scatenando diverse reazioni: accanto alle reazioni entusiastche rispeto al suo operato, È possibile
registrarne di altretanto negatve nei suoi confront. Viene critcata come persona e come atvista, un
elemento ricorrente è l'infantlizzazione: è un adolescente, ma viene descrita come una bambina. Provoca
irritazione perché il suo modo di porsi e lontano dalle prescrizioni di genere per le donne: non è
rassicurante, non prova ad essere carina mostrandosi sorridente, non è affabile, non è né docile né
differente al cospeto dei politci. La rabbia nei confront di Greta Thunberg non si spiega solo per il suo
modo non stereotpicamente femminile di presentarsi e comportarsi: ataccando il capitalismo
industriale, infat, atacca una visione del mondo e anche una visione precisa della mascolinità.la
natura è a disposizione degli uomini, che dopo averla conquistata e domata atraverso il progresso
tecnologico, si sono ttolat per sfrutarlo al meglio e per massimizzarne i possibili profit economici.
Difat molte ricerche mostrano come la propensione ad avere a cura tematche ambientali, e di
conseguenza fare atvità che promuovano un rispeto per l'ambiente, siano comportamnt che le
donne più degli uomini adotano, a causa di una visione stereotpica che vede gli uomini interessat
a questo genere di atvismi e atvità come meno uomini e o meno mascolini degli altri.

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