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Psicologia della Personalità
Proff.ssa Steca
Anno III

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Appunti di Zio Paperino
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Giulio Costantini

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Bibliografia:
 Caprara G. V., Cervone D. (2003). Personalità. Determinanti, Dinamiche e Potenzialità.
Milano: Raffaello Cortina (capp. 1-6).
 Appunti delle lezioni.

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Storia della personalità

Definizione
Personalità: insieme dei sistemi psicologici che contribuiscono alla continuità della condotta e
dell’esperienza.
 Per l’individuo: insieme delle qualità e inclinazioni che danno il senso della propria identità,
integrità e unicità.
 Per l’altro/osservatore: caratteristiche che distinguono gli individui l’uno dall’altro.
 Per lo scienziato: insieme dei sistemi psicologici che contribuiscono alla continuità e unicità
della condotta e dell’esperienza del singolo in interazione col mondo, nel corso del tempo.

Carattere, temperamento e personalità:


 Carattere: dimensioni morali della condotta (bugiardo, avaro etc.)
 Temperamento: aspetti formali della condotta (energico, sensibile, calmo etc.).
 Personalità: aspetti sociali della condotta (loquace, diligente, generoso etc.)

Consistenza: stabilità della personalità nelle diverse situazioni.

Origini del concetto di personalità nella storia


Pensiero greco
Ricerca di equilibrio e armonia. Enfasi sulle relazioni interpersonali e comunitarie.

Essenzialismo (Aristotele, il concetto di morphè e ulè): la personalità è concepita come la “essenza”


(la forma) dell’uomo, un insieme di caratteristiche stabili e immutabili.

Ippocrate (460 a.C.):


 Quattro umori, sangue, flemma, bile gialla e bile nera, che determinano quattro
temperamenti e varie predisposizioni alla malattia.
o Sangue (cuore)  emotività.
o Flemma (cervello)  apatia.
o Bile gialla (fegato)  collera.
o Bile nera (milza)  malinconia.
 Ippocrate concepisce la persona come un tutt’uno: la malattia è vista come un disequilibrio
nell’intero organismo e nei suoi rapporti con l’ambiente.

Teofrasto (370 a.C.): parla di carattere come forza direttiva e dinamica che guida moralmente la
persona. Descrive personalità moralmente negative (es. il bugiardo, l’avaro, l’adulatore)

Pensiero romano
Da homo cogitans a homo faber: l’uomo è l’artefice del suo destino.
 Attenzione alla realtà quotidiana e alla saggezza pratica:
 Educazione morale finalizzata a conciliare le esigenze della società con la naturale
inclinazione delle persone a perseguire il piacere.

Dal medioevo all’Ottocento


Pensiero cristiano medioevale: da homo faber a homo religiosus: contrapposizione anima-corpo.

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Seicento:
 Galileo: scienza galileiana, che prevede una metodologia sperimentale rigorosa.
 Cartesio, dubbio metodico.

Ottocento:
 Darwin.
 Rapporti tra individuo e società: Comte (istinti sociali), Durkheim, Tarde, Weber, Mill,
Spencer, Marx (l’essenza dell’uomo coincide con la natura dei suoi rapporti sociali).
 Primi tentativi di rapportare mente e cervello: Gall e Spurzheim, Frenologia.

La nascita della psicologia della personalità


Due direzioni principali di ricerca:
 Studio delle differenze individuali (Wundt, Galton, Heymans e Wiersma).
 Studio per le dinamiche interne della personalità (Freud, Janet).

Lo Strutturalismo di Wundt e il Funzionalismo di James


Wundt:
 Strutturalismo: studia gli elementi di base, invarianti, della mente.
 Quattro temperamenti che si rifanno in parte alla teoria dei quattro umori, rielaborata da
Kant: identifica due dimensioni, forza dell’emozione e modificabilità.

James: analisi funzionale della mente.

Heymans e Wiersma (1906-1909)


Sono i primi ad impiegare l’approccio delle differenze individuali e a proporre tipi psicologici.

Tre tratti di personalità:


 Attività: capacità di agire con facilità.
 Emotività: intensità emotiva.
 Risonanza (primaria/secondaria): responsività agli eventi esterni, che può essere primaria
(immediata) o secondaria (differita nel tempo).

Otto tipi psicologici: nervoso, sentimentale, collerico, passionale, amorfo, apatico, sanguigno,
flemmatico.

Janet, approccio psicodinamico


La condotta è il risultato di:
 Forza: energia psichica che sostiene le diverse attività.
 Tensione: grado di organizzazione e sintesi delle attività; dipende anche da fattori sociali.

Patologia: avviene quando la personalità perde la sua coesione, in seguito alla dissociazione di
alcune funzioni psicologiche dalla persona nella sua interezza.

W. Stern, la personalistica
Personalistica: nome con cui Stern, filosofo e psicologo berlinese, allievo di Ebbinghaus, chiama la
psicologia della personalità innovativa da lui fondata, che studia l’uomo nella sua totalità.
 Era già affermato come psicologo differenziale quando si rese conto della riduttività dello
studiare singole funzioni psichiche isolate.
 La persona è caratterizzata da unità, indivisibilità, intenzionalità.

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 La personalità è una totalità, mai interamente determinata né da caratteristiche personali né


dall’ambiente.

Vygotsky, prospettiva storico culturale


Le funzioni psichiche derivano dall’interiorizzazione delle relazioni sociali.
Il linguaggio ha prima una funzione esterna, di comunicazione interpersonale, e solo poi assume
una funzione di autoregolazione intrapsichica.

Le grandi teorie negli U.S.A.: Allport e Murray


Allport
Tratti di personalità: “Strutture neuropsichiche […] dotate della capacità di rendere molti stimoli
funzionalmente equivalenti, nonché di generare e guidare forme di comportamento adattivo ed
espressivo”. È la prima definizione di tratto di personalità.

Tipi di tratto:
 Universali e individuali: tratti presenti in tutti gli individui o solo in alcuni.
 Tratti cardinali, centrali e secondari:
o Cardinali: influenzano quasi tutte le azioni della persona.
o Centrali: contraddistinguono la persona.
o Secondari: hanno un influenza ristretta, in alcuni ambiti del comportamento.

Altri contrbuti di Allport:


 Autonomia funzionale dei bisogni: un’attività, originariamente messa in atto per soddisfare
un bisogno, col tempo può divenire fine a sé stessa e acquistare valore autonomo. È quindi
impossibile ricondurre le azioni ad un insieme chiuso di bisogni.
 Proprio: essenza dell’identità personale, data dall’insieme delle autopercezioni e
convinzioni relative a se stessi.
 Pluralismo metodologico: insieme di metodi ideografici e nomotetici.

Murray: bisogni, pressioni, tema


Bisogni: sono le forze interne che organizzano l’esperienza, dando una tendenza direzionale
all’organismo. Si dividono in
 Viscerogeni.
 Psicogeni.

Pressioni: forze ambientali che interagiscono coi bisogni della persona, ponendo vincoli.
 Pressioni Alpha (obiettive)
 Pressioni Beta (percepite)

Temi: unità globali che derivano dall’interazione tra bisogni e pressioni.

TAT (Tematic Appreciation Test): test semiproiettivo elaborato da Murray, composto da tavole in
cui sono illustrate scene dal significato incerto. Si chiede al soggetto di rispondere ad alcune
domande (Chi è la persona rappresentata? Cosa è successo prima? Cosa è successo dopo?), che
gli permettono di “creare una storia”. Il test permette di far emergere la percezione tematica.

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Le Microteorie (anni ’30-‘50)


Maslow (1908), scala dei bisogni
Indica una scala gerarchica dei bisogni: i bisogni di livello superiore possono essere perseguiti solo
quando siano stati realizzati quelli di livello inferiore-
1. Bisogni fisiologici.
2. Bisogni di sicurezza.
3. Bisogni di appartenenza.
4. Bisogni di stima.
5. Bisogni di autorealizzazione.

Rogers (1902)
Metodo: studia la personalità nella pratica clinica.
Tendenza attualizzante: tendenza che imprime una direzione costruttiva allo sviluppo e alla
realizzazione degli aspetti sani e creativi.
Accettazione incondizionata: condizione indispensabile per in processo psicoterapeutico è che
l’analista accetti il paziente incondizionatamente e ne accetti tutti gli aspetti; il paziente
altrimenti non sarà in grado di crescere proprio in quegli aspetti non accettati dal terapeuta.

Teorie dell’apprendimento sociale


Dollard e Miller: tentativo di conciliare psicoanalisi e teorie dell’apprendimento; il rapporto
dell’organismo con l’ambiente sarebbe regolato dalla riduzione della stimolazione pulsionale
derivante dai bisogni.

Sears: importanza delle relazioni interpersonali e delle strutture sociali nella formazione delle
strutture di personalità.

Rotter: locus of control.

Bandura (1961, 1963, 1965), il modellamento sociale


All’inizio degli anni ’60, quando iniziava a diffondersi la televisione, Bandura pubblicò studi
interessanti e innovativi sull’apprendimento sociale, che mettevano a dura prova l’approccio
comportamentista.
Secondo questo studio l’apprendimento può avvenire anche in assenza di rinforzo, grazie
all’esperienza vicaria: se A osserva un comportamento aggressivo di B e B ottiene le
conseguenze desiderate, A metterà in atto lo stesso comportamento in situazioni analoghe.
Questi risultati sono stati comprovati dal celeberrimo esperimento della “Bobo doll”.

Il modellamento sociale avviene tramite:


1. Attenzione.
2. Ritenzione mnemonica.
3. Riproduzione del comportamento.

Kelly, psicologia dei costrutti personali


L’individuo, come lo scienziato, mira a prevedere e controllare il corso degli eventi.
Costrutti personali: schemi che l’individuo impiega per conoscere la realtà e ordinare gli eventi.

La teoria di Kelly è la base del costruttivismo.

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Metodi della psicologia della personalità

Epistemologia
Criteri per valutare una teoria:
 Chiarezza
 Parsimonia-semplicità
 Generalizzabilità
 Comprensività
 Verificabilità
 Rilevanza conoscitiva
 Rilevanza pratica
 Falsificabilità (Popper, 1902)

Thomas Khun (1922): il progresso scientifico avviene sempre tramite un processo rivoluzionario; la
crisi della scienza consolidata è condizione necessaria per l’affermarsi di un nuovo paradigma.

Imre Lakatos (1922): la qualità di un programma di ricerca si stabilisce attraverso la verificazione,


ovvero attraverso la conferma delle previsioni.

Diversi approcci teorici


I diversi approcci teorici si differenziano per:
 Strategia di ricerca
o Idiografiche
o Nomotetiche
 Metodo di raccolta dei dati:
o Clinico: coglie le dimensioni uniche della personalità individuale.
o Correlazionale: studia caratteristiche e comportamenti degli individui per estrarre
profili (descrizione degli individui) e correlazioni (concordanze/discordanze nella
variazione di caratteristiche e comportamenti).
o Sperimentale: ricerca relazioni causa-effetto.
 Fenomeno studiato.
 Ambito di applicazione.

Pluralismo metodologico: l’impiego di un metodo non esclude gli altri; è invece auspicabile usare
più metodi.

Metodi di misura
La personalità, per essere studiata, dev’essere misurabile.

Metodi più usati:


 Auto/etero valutazione (attraverso questionari).
 Osservazione (guidata da check-list di comportamenti)
 Rilevazione di indici biologici e neurofisiologici.

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Teorie dei tratti o disposizionali

Tratti: sono insiemi di tendenze stabili nelle diverse circostanze.


 Sinonimi possono essere: “disposizione”, “inclinazione”, “propensione”.
 Ciascun tratto può essere posseduto in grado diverso da ciascun individuo.
 I tratti sono al confine tra fenotipo e genotipo
o Fenotipi: possono essere considerati come un dato empirico che dev’essere spiegato,
ricercando i meccanismi psicologici che ne sono alla base.
o Genotipi: possono essere usati come spiegazioni di fenomeni osservati.

Organizzazione dei tratti:


 Organizzazione gerarchica: i tratti sono organizzati secondo livelli gerarchicamente
ordinati. I livelli più elevati sono occupati dai tratti di base, che costituiscono la struttura
universale, della personalità. Ai livelli inferiori abbiamo le tendenze abituali, le abitudini
comportamentali e le azioni specifiche. Questo tipo di organizzazione è tipico della
tradizione fattorialistica.
 Organizzazione circomplessa: si individuano alcune dimensioni, i tratti di base,
rappresentate graficamente attraverso assi di piani geometrici. Dalle diverse combinazioni di
queste dimensioni si ottengono le possibili personalità.
Wiggins, circomplesso dei tratti interpersonali: esempio di modello circomplesso.

Tipi: particolari combinazioni di tratti, ricorrenti in una popolazione.


 Esempi possono essere: resilente (equilibrato, diligente, gradevole), ipocontrollato
(negligente, ostile), ipercontrollato (socialmente inibito, emotivamente instabile).
 Holland, psicologo del lavoro, ha definito alcuni tipi di personalità, ciascuno compatibile
con una determinata posizione lavorativa.

Limiti delle teorie disposizionali:


 Kurt Lewin (1935): danno una spiegazione dei fenomeni basata solo su appartenenze
categoriali, senza indagarne le cause (spiegazione aristotelica e non galileiana).
 Harre (1998): similmente a Lewin, sostiene che le disposizioni siano da ritenere
classificazioni dei fenomeni, non spiegazioni.
 Discrepanza tra popolazione e singolo individuo: non c’è garanzia che i costrutti individuati
a livello di popolazione possano essere riscontrati anche nel singolo individuo.

Tradizione psicolessicale
Ipotesi della sedimentazione linguistica (Cattel): I descrittori che le persone usano per riconoscersi
e distinguersi dagli altri, si possono rintracciare nella lingua che le persone parlano. La lingua è
infatti costitutiva del modo di pensare.

Principali autori:
 Galton (1884): primo a studiare i termini di un dizionario.
 Allport e Odbert (1936): ricavano quasi 18.000 termini, che raggruppano in 4 categorie, di
cui una conteneva i termini riferiti ai tratti di personalità.
 Callel (1943, 1947): ipotesi della sedimentazione linguistica.
 Autori che rilevano una struttura a 5 fattori (Big Five): Fiske (1949), Tupes e Cristal (1961),
Norman (1963), Goldberg e Peabody (1980).

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Caprara e Perugini (1993)


Unico studio psicolessicale in Italia.
 Fase 1: selezionati 8532 aggettivi.
 Fase 2: quattro giudici esperti in personalità hanno selezionato gli aggettivi in base a utilità e
chiarezza; sono rimasti 1337 aggettivi.
 Fase 3: altri giudici hanno selezionato gli aggettivi in base a chiarezza, utilità, desiderabilità
sociale e frequenza; sono rimasti 492 aggettivi.

Marker: si dicono “marker” gli aggettivi tipici di ciascun tratto. È stata confermata la struttura a
cinque fattori dei Big Five e sono stati individuati gli aggettivi che meglio descrivono ogni tratto.

BFA (Big Five Adjectives): è un questionario realizzato sulla base dello studio di Caprara e
Perugini, nel quale il soggetto deve valutare quando si sente descritto dagli aggettivi proposti,
attraverso una scala Likert da 1 a 7.

Approccio fattoriale
Approcci fattoriali:
 Aspetti comuni:
o Uso dell’analisi fattoriale per identificare le dimensioni di personalità sottostanti alle
differenze individuali.
o Uso del questionario.
o Organizzazione gerarchica dei tratti di personalità.
 Differenze tra le teorie:
o Numero di fattori (ambio o ristretto).
o Relazioni tra fattori (correlati o indipendenti)
o Uso dell’analisi fattoriale esploratoria o confirmatoria.

Cattel
Tratti: strutture mentali che descrivono la personalità; sono inferiti dal comportamento e consentono
di prevederlo.

I tratti si distinguono in:


 Comuni vs. Unici
 Originari vs. Superficiali
 Temperamentali (relativi agli aspetti formali del comportamento), Dinamici (relativi agli
aspetti motivazionali), Di Abilità (connessi all’efficienza del comportamento).

Tipi di dati da cui si possono inferire i tratti:


 Dati L (life): eventi della vita reale, tramite osservazione.
 Dati Q: autovalutazioni, tramite questionari e biografie.
 Dati T: costruzione di situazioni sperimentali miniaturizzate.

I 16 tratti primari di Cattel: espansività, diffidenza, intelligenza, immaginazione, stabilità emotiva,


astuzia, dominanza, apprensione, sorgenza, sperimentazione, coscienziosità, indipendenza,
audacia, impulsività, sensibilità, tensione.

16PF (16 Personal Factors): questionario basato sui tratti di Cattel, ad oggi utilizzato.

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Guilford e Comrey
Sono studiosi di analisi fattoriale.

Guilford:
 La personalità di un individuo è un insieme unico di tratti; i tratti distinguono in modo
relativamente durevole una persona dall’altra.
 Individua 10 tratti primari: attività generale, oggettività, tendenza a dominarsi, amicalità,
ascendenza, tendenza alla riflessione, socievolezza, buone relazioni personali, stabilità
emotiva, mascolinità.

Comrey (allievo di Guilford):


 I tratti sottordinati si definiscono “Dimensioni di item omogenei fattorializzati”.
 Individua 8 tratti: fiducia, ordine, conformismo sociale, attività, stabilità emotiva,
estroversione, mascolinità, empatia.

I Big Five
Rappresentano il punto d’incontro tra la tradizione psicolessicale e quella fattorialista.

I cinque fattori:
1. Energia (o sorgenza, o estroversione)
2. Amicalità (o gradevolezza)
3. Coscienziosità
4. Stabilità emotiva (o, il suo opposto, nevroticismo)
5. Apertura mentale (o intelletto, cultura, apertura all’esperienza)

Strumenti di valutazione
Strumenti per la valutazione dei Big Five:
 NEO-PI-R (Costa e McCrae): è il questionario più usato all’estero; gli autori, Costa e
McCrae, sono i più forti sostenitori dell’universalità dei Big Five.
 BFQ (Big Five Questionnaire)
 BFO (Big Five Observer).
 BFQ-C (Big Five Questionnaire - Children)
 BFA (Big Five Adjectives).

BFQ:
 132 asserzioni, rispetto alle quali il soggetto esprime accordo/disaccordo attraverso una
scala likert 1-5. Ciascuno dei 5 fattori viene definito da due sottodimensioni.
 Ciascun fattore viene definito da due sottodimensioni
o Energia = dinamismo + dominanza.
o Amicalità = cooperatività + cordialità.
o Coscienziosità = scrupolosità + perseveranza.
o Stabilità emotiva = controllo delle emozioni + controllo degli impulsi.
o Apertura mentale = apertura alla cultura + apertura all’esperienza.

Meriti del modello


Vantaggi:
 Condiviso.
 Economico.
 Comprensibile: usa termini che le persone usano abitualmente per descrivere le persone.

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Validità predittiva rispetto a criteri esterni: consente di fare previsioni rispetto all’adattamento
psicosociale (successo scolastico e lavorativo, benessere psicologico).

Ambiti di applicabilità: psicologia delle organizzazioni, psicologia clinica, psicologia


dell’educazione, psicologia economica, psicologia della politica.

Limiti della validità dei Big Five


Scarsa validità cross-culturale: benché gli studi etici abbiano mostrato la generalizzabilità dei Big
Five, studi emici in alcune culture non hanno confermato cinque fattori, oppure sono emersi
cinque fattori, ma non simili ai Big Five.
 Studi etici: traduzione degli strumenti d’indagine.
 Studi emici: il punto di partenza è la cultura che si vuole indagare; si affidano a fonti
indigene, come interviste, liste di termini estratte dal dizionario etc.

Studi su singoli individui: non sempre trovano riscontro a livello dei singoli individui.
 Abitualmente le persone usano un numero di fattori più limitato nel descrivere sé e gli altri.
 I cinque fattori non bastano ad esaurire la varietà della personalità e non permettono di
descrivere accuratamente le singole individualità.
 I cinque fattori assumono una diversa rilevanza quando descriviamo la nostra personalità o
quella degli altri, anche a seconda di chi stiamo descrivendo (un atleta, un politico etc.)

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Il temperamento

Pavlov
Individua tre caratteristiche del sistema nervoso:
 Forza: capacità di lavoro delle cellule corticali.
 Equilibrio: tra i processi eccitatori e quelli inibitori.
 Mobilità: capacità di alternare processi eccitatori e inibitori in relazione all’ambiente.

Strelau, teoria regolativa del temperamento


Temperamento: insieme di caratteristiche stabili, determinate da meccanismi neurologici ed
endocrini, che sono presenti sin dalla nascita e sono soggetti a lenti cambiamenti.

Studia il temperamento negli adulti: propone un’integrazione tra la teoria di Pavlov e le teorie più
recenti sul concetto di livello ottimale di attivazione (Hebb e Gray).

Differenze individuali nel temperamento: sono individuabili in


 Aspetti energetici:
o Attività: livello energetico del comportamento, regola la richiesta di stimolazione.
o Reattività: quantità di stimolazione necessaria all’organismo e intensità delle risposte
individuali agli stimoli.
 Aspetti temporali: velocità, mobilità, durata, ritmicità.

Livello ottimale di stimolazione: le persone con alta reattività, preferiscono bassi livelli di
stimolazione per mantenere un livello di stimolazione ottimale; viceversa per le persone poco
reattive. Similmente avviene anche con le altre caratteristiche del temperamento.

STI (Strelau Temperament Inventory): questionario per la valutazione del temperamento.

Buss e Plomin, Modello EAS


Studiano le basi ereditarie del temperamento: nelle caratteristiche temperamentali studiate sono
però presenti anche tratti che noi classificheremmo come “personalità”.

Temperamento: insieme di tratti di persnoalità relativamente stabili, ereditati e manifesti sin


dall’infanzia.

Metodi: studi gemellari longitudinali.

Modello EAS (emotività, attività, socievolezza):


 Emotività: forza della risposta a una stimolazione; è costante sia misurata in caso di
angoscia, paura o rabbia.
 Attività: forza e velocità dei movimenti.
 Socievolezza: tendenze affiliative e sociali.

Thomas e Chess
Temperamento: “stile” (il “come”) del comportamento; mediatore tra individuo e ambiente.

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Thomas e Chess condussero uno studio longitudinale su 138 soggetti, studiati dalla nascita per più
di 20 anni, per identificare le caratteristiche della personalità che permanevano invariate nel
tempo.

Identificano 9 variabili temperamentali:


 Livello di attività: quantità di mobilità del bambino.
 Ritmicità: regolarità delle funzioni biologiche.
 Approccio-allontanamento di fronte a stimoli nuovi: modo di reagire a una novità (se con
curiosità/interesse o paura)
 Adattabilità: adattamento ai cambiamenti ambientali.
 Soglia di sensibilità: livello dell’intensità di stimolazione necessario a suscitare una risposta.
 Intensità di reazione: livello dell’energia delle risposte, sia positive, sia negative.
 Qualità dell’umore: quantità dei comportamenti affettivamente positivi rispetto ai negativi.
 Distraibilità: capacità di porre l’attenzione verso stimoli nuovi quando è opportuno farlo
(non è l’essere “distratto”, è un tratto temperamentale positivo)
 Estensione dell’attenzione (nel tempo): quantità di tempo durante il quale viene seguita una
particolare attività (es.: un bambino con attenzione poco estesa, trovandosi di fronte a molti
giocattoli, continua a passare dall’uno all’altro, senza esplorarne nessuno).

Gli autori identificano, a seconda del temperamento, tre classi di bambini


 Bambini facili: caratterizzati da regolarità, approccio positivo a stimoli nuovi, alta
adattabilità, umore mite (ma prevalentemente positivo)…
 Bambini difficili: irregolarità delle funzioni biologiche, reazioni negative alle novità, umore
estremo (spesso negativo)…
 Bambini a lenta attivazione: risposte negative e di debole intensità alle novità, lenta
adattabilità; inizialmente, posti di fronte a novità, si comportano come bambini difficili,
gradualmente poi mostrano un interesse quieto e positivo, come quelli facili.

Goodness of fit (bontà di adattamento): consonanza tra le caratteristiche temperamentali del


bambino e le richieste e opportunità provenienti dall’ambiente.

Kagan (1994)
Sottolinea l’importanza del contesto nell’espressione del temperamento. È critico nei confronti del
modello dei cinque fattori.

Temperamento: insieme di caratteristiche contesto-specifiche, possedute da sottogruppi distinti della


popolazione.
 Cambiamento nel tempo: le caratteristiche temperamentali sono fenotipiche.
 Anche se il profilo temperamentale si mantiene stabile nel tempo, si esprime in modi diversi
alle diverse età.

Rothbart
Rothbart considera fondamentali per il temperamento due caratteristiche
 Reattività o eccitabilità: capacità di rispondere con sensibilità adeguata agli stimoli
 Autoregolazione: capacità di regolare la propria tensione eccitativa.

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Intelligenza

Primi studi:
 Binet e Simon: introducono il concetto di età mentale.
 Terman: introduce la nozione di Q.I. come età mentale fratta per età cronologica.
 Spearman: fattore G (intelligenza generale) e fattori S (intelligenze specialistiche).
 Thurstone, sette abilità mentali primarie: comprensione verbale, abilità numerica, memoria,
velocità percettiva, visualizzazione spaziale fluidità verbale, ragionamento induttivo.
 Cattel: distingue intelligenza fluida e intelligenza cristallizzata.

Limiti del Q.I.:


 Non dice nulla sulle capacità proattive delle persone di acquisire informazioni e abilità.
 L’intelligenza umana è troppo sfaccettata per essere colta da una sola dimensione lineare.

Hunt
Gli individui si differenziano sulla base di come
 Si rappresentano mentalmente i problemi.
 Manipolano le rappresentazioni mentali.
 Eseguono i vari passaggi di elaborazione dell’informazione.

Sternberg, teoria triarchica


L’intelligenza non è una qualità statica, bensì una capacità adattiva con cui si trasformano e si
risolvono i problemi della vita quotidiana.
 Componenti dell’intelligenza:
o Metacomponenti: stabiliscono quali problemi affrontare e quali strategie impiegare.
o Componenti esecutive: classificano, confrontano, combinano e sorreggono l’azione.
o Componenti acquisitive: provvedono all’apprendimento delle conoscenze per la
soluzione dei problemi.
 Tre tipi di intelligenza:
o Analitica (o scolastica): ragionamento astratto e valutazione delle idee.
o Pratico-contestuale: applicazione delle conoscenze acquisite nella soluzione di
problemi quotidiani.
o Creativo-sintetica: sviluppo di soluzioni nuove e creative.

Gardner, teoria delle intelligenze multiple


Individua sette tipi di intelligenza: logico-matematica, linguistica, musicale, spaziale, corporea,
inter-personale, intra-personale.
Il fatto che esistano intelligenze multiple è supportato da evidenze empiriche: doppie dissociazioni
dimostrate negli studi neuroscientifici sugli effetti di lesioni; il fatto che i “geni” sono tali spesso
solo in un ambito specifico.

Intelligenza sociale (Cantor e Kihlstrom)


 Capacità di interagire efficacemente con gli altri
 Applicazione delle conoscenze ai problemi reali della vita.
 Non è riducibile a un “Q.I. sociale”.

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Intelligenza emotiva
Intelligenza emotiva (Mayer e Salovey, 1994): capacità di comprendere le emozioni e i sentimenti
propri e altrui, di discriminare tra essi e di usare queste informazioni per guidare il pensiero e
l’azione.

Goleman, Sette componenti dell’intelligenza emotiva: autocoscienza, automotivazione, persistenza


di fronte alle avversità, controllo degli impulsi, regolazione dell’umore, empatia, ottimismo.

Problemi: difficile misurare questo costrutto.

Saggezza (Baltes, 1990)


Saggezza: competenza cognitiva riguardante il significato e la pratica della vita quotidiana.
 Non è solo fredda cognizione, ma combinazione di conoscenza e virtù.
 Aumenta con l’età (a differenza di molte altre intelligenze).

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Approccio biologico

Biologismo:
 Biologismo forte: lega le caratteristiche manifeste a uno specifico sistema biologico
sottostante.
 Biologismo debole: asserisce che i sistemi biologici contribuiscono alla caratteristica
manifesta, benché sia complesso determinare con certezza questi sistemi.

Genetica del comportamento


Oggetto di studio: stima del grado (e del modo) in cui i fattori genetici, quelli ambientali, e la loro
interazione, rendono conto della variabilità delle caratteristiche fenotipiche tra gli individui.

Varianza fenotipica totale =


 Varianza genetica totale (influenze genetiche additive e non additive) +
 Varianza dovuta all’ambiente (ambiente condiviso + ambiente non condiviso) +
 Varianza dovuta all’interazione di fattori genetici e ambientali +
 Errore

Attenzione: i coefficienti di ereditabilità sono validi solo all’interno di una determinata popolazione.
es. il comportamento antisociale è influenzato per gli uomini prevalentemente dall’ambiente
condiviso, per le donne dai geni.

Stime di ereditabilità:
 Intelligenza:
o Ereditabilità = 70%.
o Sviluppo: l’influenza genetica aumenta nel tempo.
o Effetto Flynn: negli ultimi decenni i punteggi di Q.I. sono molto aumentati e questo è
incompatibile con un’alta ereditabilità.
 Personalità (Big Five):
o Ereditabilità = 50% (di cui 30% additiva).
o Sviluppo: l’influenza genetica diminuisce nel tempo.
 Il temperamento è altamente ereditabile.
 Gli atteggiamenti sono poco influenzati dai geni.

Generalmente la variabilità dovuta all’ambiente non condiviso è maggiore di quella dovuta


all’ambiente condiviso.

Plomin, De Fries, Lohelin, correlazione genotipo ambiente GE


Effetto passivo: influenza del genotipo dei genitori
 Sul genotipo del bambino
 Sull’ambiente del bambino (es.: genitori con QI elevato  ambiente più stimolante)
Effetto reattivo (o evocativo): influenza del genotipo del bambino sull’ambiente e in particolare
sulle risposte degli altri.
Effetto attivo: la scelta da parte del bambino di un particolare ambiente (es.: gruppo dei compagni);
è influenzata dal genotipo del bambino.

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Sistemi cerebrali e personalità


Hebb, Livello ottimale di stimolazione: gli organismi mirano a livelli di eccitazione per loro ideali
(né troppo alti, né troppo bassi), per raggiungere i quali ricercano livelli ottimali di stimolazione
ambientale.

Eysenck, tre supertratti


Eysenck identifica tre supertratti (o superfattori), tramite analisi fattoriale di second’ordine:
 Estroversione
 Nevroticismo
 Psicoticismo: questo tratto fu successivamente eliminato, in quanto posseduto solo da alcune
persone e quindi non universale.

Di questi fattori, ricerca correlati neurofisiologici:


 Estroversione/introversione: deriva dall’eccitabilità corticale (arousability) dovuta alla
sistema di attivazione reticolare ascendente (ARAS). Soggetti con alta arousability evitano
stimolazioni ambientali dagli altri, mentre soggetti con bassi livelli di arousability, ricercano
forti stimolazioni (secondo il principio di Hebb).
 Nevroticismo: eccitazione autonomica (activation) dovuta all’attività del Sistema Limbico

Gray, modello a due dimensioni (ansia e impulsività)


Due dimensioni primarie, ansia e impulsività:
 Ansia: dovuta all’azione del BIS (Behavioral Inibition System), un sistema sensibile ai
segnali di punizione e di assenza di premio, che regola l’ansia e la paura e inibisce il
comportamento, connesso con l’attività del sistema setto-ippocampale.
 Impulsività: dovuta all’azione del BAS (Behavioral Approach System), un sistema sensibile
al premio che regola l’impulsività e attiva il comportamento di avvicinamento. Correlati
neurologici non definiti.
 Sistema di attacco e fuga: risponde agli stimoli negativi incondizionati, attivando
comportamenti di attacco e fuga.

Le due dimensioni possono essere concepite come una rotazione fattoriale delle dimensioni di
Eysenck (estroversione e nevroticismo).
 L’estroversione equivale ad un’alta sensibilità al premio e bassa sensibilità alla punizione.
 Il nevroticismo equivale ad una bassa sensibilità al premio e alta sensibilità alla punizione.

Cloninger
Temperamento: struttura a quattro dimensioni; il temperamento rispecchia differenze genetiche.
 Sistema di attivazione comportamentale (dopamina, ricerca di novità)
 Sistema di inibizione comportamentale (serotonina, evitamento del pericolo/danno)
 Sistema di mantenimento comportamentale (noradrenalina, dipendenza dal premio)
 Persistenza

Carattere: struttura a tre dimensioni; il carattere rispecchia le influenze sociali.


 Autodirezione
 Cooperatività
 Autotrascendenza

Zuckerman, sensation seeking


Sensation seeking: esprime il bisogno di sensazioni ed esperienze nuove e complesse.
Correlati neurofisiologici:

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 Enzimi neuroregolatori (monoammine del sistema limbico).


 Neurotrasmettitori (dopamina e noradrenailna).

Differenze di genere
Maschi: superiorità nelle abilità matematiche e spaziali; maggiore inclinazione all’aggressività e
alle condotte delinquenziali; maggiore stabilità emotiva.

Femmine: superiorità nelle abilità verbali; empatia, prosocialità e amicalità più elevate; maggiore
frequenza di sindromi depressive.

Psicologia evoluzionista: uomini e donne operano strategie differenti per massimizzare il successo
riproduttivo
 Maschi: possono avere molti figli, su cui investire poche energie. Cercano di accoppiarsi
con molte donne e a competere con altri uomini, esercitando uno stretto controllo sul
comportamento sessuale della madre dei propri figli.
 Femmine: possono avere un solo bambino alla volta, su cui devono investire molte energie.
Le donne mirano ad uomini con buoni geni, ampie risorse economiche e adeguate abilità
genitoriali.

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Approccio situazionale

Dimensioni secondo cui si distinguono ambienti diversi:


 Fisico-geologiche
 Socio-demografiche
 Istituzionali-normative
 Relazionali
 Comportamentali

Studi sulle caratteristiche delle situazioni


Mead (1934), Interazionismo simbolico: le persone costruiscono attivamente la definizione delle
situazioni in cui si trovano. Gli effetti delle situazioni sono mediati dall’elaborazione simbolica.

Barker (1968), Analisi dei setting comportamentali: nell’ambito degli studi sulla psicologia
ecologica (studiare i comportamenti nei loro particolari setting ambientali), Barker analizza i
diversi setting comportamentali (es. sala di lettura, chiesa, drogheria…). Ciascuno racchiude
caratteristiche fisiche e configurazioni di azioni particolari.

Van Heck, Tassionomia delle situazioni


Approccio lessicale: le caratteristiche delle situazioni sono codificate nel linguaggio naturale.

Tassionomia delle situazioni: conflitto interpersonale, lavoro con altri, intimità e relazioni, sport,
svago, viaggio, rituale, eccesso, servizio.

Argyle, Teoria funzionale delle situazioni (approccio funzionalista)


Analizza le situazioni in base alle funzioni che esse svolgono per una determinata società.

Le situazioni sono caratterizzate da: obiettivi, regole, ruoli.

Forgas (1992), Rappresentazioni mentali delle situazioni sociali


Studia le rappresentazioni mentali degli episodi sociali:
 Differenze di ruolo: sottogruppi diversi di persone forniscono rappresentazioni diverse della
stessa situazione.
 Differenze individuali: persone diverse hanno rappresentazioni differenti delle situazioni,
anche all’interno dello stesso sottogruppo.

Fiske (1991), Quattro forme (o ambiti) di relazione sociale di base


La vita sociale si organizza intorno a quattro ambiti:
1. Relazioni condivise: tutti i membri del gruppo sono trattati da uguali.
2. Ranghi di autorità differenti: l’appartenenza a un certo rango regola le interazioni.
3. Principio di eguaglianza: gli individui ricambiano i favori, ma anche i torti subiti (regola del
taglione).
4. Prezzo di mercato: in quest’ambito le persone valutano le relazioni in termini di costi e
benefici.

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Interazionismo meccanicistico o modello ANOVA


Questo modello mira a stabilire quale parte della varianza di ciascuna condotta dipende da:
 Variabili personali
 Variabili ambientali
 Interazione tra variabili personali e ambientali

In diverse ricerche è stato evidenziato come l’interazione tra variabili personali e ambientali spieghi
la maggior parte della variabilità.

Studi sul comportamento aggressivo (Caprara et alii)


Gli studiosi lavorano sull’ipotesi frustrazione-aggressione, secondo cui l’impedimento al
raggiungimento di una meta innesca una tendenza ad aggredire.

Variabili indipendenti manipolate:


 Variabili individuali:
o Irritabilità: tendenza a reagire impulsivamente, in modo immediato.
o Ruminazione-dissipazione: componente cognitiva dell’aggressività. La ruminazione
è la tendenza a non superare i sentimenti di rancore col tempo; la dissipazione, al
contrario, consiste nel superare rapidamente il rancore.
 Variabili ambientali: differenti frustrazioni
o Fallimento in un compito cognitivo: giudizio negativo in un compito di memoria.
o Minaccia all’autostima: valutazione negativa da parte di un’altra persona.
 Differenti reazioni aggressive:
o Shock elettrico
o Privazione di ricompense
o Svalutazione (dando un profilo svalutante)

Variabili intervenienti:
 Sesso
 Stimoli aggressivi: ad un gruppo sono mostrate diapositive contenenti stimoli aggressivi, ad
un altro gruppo stimoli neutri; ad un terzo gruppo non sono mostrate diapositive.
 Intervallo di tempo tra la frustrazione e la reazione aggressiva.

Risultati:
 Effetti principali: fallimento, minaccia all’autostima, irritabilità, stimoli aggressivi.
 Effetto di interazione: fallimento x irritabilità.
 Variabile sesso:
o Se l’aggressione avviene attraverso shock elettrico  maggiore aggressività
maschile, minore nelle femmine.
o Se l’aggressione avviene attraverso svalutazione o privazione di premi  nessuna
differenza sessuale.
 Variabile tempo:
o Negli individui molto irritabili, la reazione aggressiva scema già dopo 24 ore.
o Negli individui molto ruminanti, la reazione aggressiva continua anche dopo una
settimana dalla frustrazione.

Interazionismo dinamico
A differenza dell’interazionismo meccanicistico, indaga i processi che sono alla base
dell’interazione tra individuo e ambiente.

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Magnusson e Endler (1976):


 Il comportamento è funzione di un’interazione multidirezionale tra individuo e situazione.
 L’individuo è agente attivo intenzionale.
 Maggiore importanza dei fattori cognitivi rispetto a quelli emotivi: il significato psicologico
della situazione è un fattore determinante.

Magnusson, approccio orientato alla persona


Approccio orientato alla persona: si contrappone all’approccio centrato sulla variabile.
 Concezione olistica di persona e ambiente: esiste un sistema organismo-ambiente, che
funziona come una totalità.
 Lo sviluppo e il funzionamento della personalità è regolato da interazioni continue e
reciproche tra fattori psicologici, biologici e sociali. Non è possibile studiare queste variabili
isolatamente, ma è necessario uno studio complessivo del sistema individuo-ambiente.
 La persona è una totalità, non scomponibile in una somma di variabili.

Pattern (o configurazioni): gli individui differiscono nel modo in cui i vari fattori (biologici,
psicologici e sociali) si organizzano; l’organizzazione dei fattori in un individuo costituisce un
pattern specifico, il cui funzionamento varia da una persona all’altra.

Metodi di ricerca:
 Multidimensionalità: considerare indicatori biologici, psicologici e sociali insieme.
 Longitudinalità: studiare la persona nel corso del suo sviluppo.
 Ampiezza: servono campioni molto ampi, che permettano di individuare gruppi di persone
caratterizzate da particolari pattern di caratteristiche personali e sociali.

Magnusson conduce un’ampia ricerca, in cui indaga, tra gli altri, i fattori responsabili di condotte
criminali in età adulta e mette in luce come non si possano spiegare queste condotte analizzando
separatamente singoli fattori personali o sociali. I soggetti hanno maggiori probabilità di divenire
criminali se sono caratterizzati da molti fattori (tra aggressività, iperattività, scarsa
concentrazione, scarso interesse scolastico, scarse interazioni coi pari, basso rendimento), non
solo da alcuni (uno o due) tra questi.

Endler, ansia e situazioni


Ha elaborato uno strumento per la valutazione dell’ansia, che è in grado di rilevare l’interazione tra
caratteristiche personali e situazionali. Viene valutata l’ansia dichiarata all’interno di quattro tipi
diversi di situazione (valutazione sociale, pericolo fisico, situazioni ambigue, attività quotidiane).

L’ansia di tratto (ansia come tratto di personalità) predetta in questo modo è risultata un buon
predittore dell’ansia di stato (ansia come risposta ad una evento) in determinate situazioni.

Hettema e Kenrick, interazioni persona-situazione


Elencano le possibili interazioni (reciproche) tra persona e situazione:
 Perfetto adattamento persona-situazione.
 La persona sceglie gli ambienti.
 L’ambiente sceglie la persona.
 La persona trasforma l’ambiente.
 L’ambiente trasforma la persona.
 Transazioni (mutue trasformazioni) tra persona e ambienti.

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Hettema
Il funzionamento della personalità si realizza a tre livelli di interazione con l’ambiente:
 Cognitivo-simbolico: consente di rappresentare mentalmente le situazioni, gli obiettivi e le
strategie per il loro raggiungimento.
 Sensorio-motorio-operazionale: regola i tentativi degli individui di raggiungere i propri
scopi modificando l’ambiente.
 Di controllo: altera e regola il funzionamento degli altri due.

L’individuo può agire sull’ambiente in due modi:


 Trasformazione: l’individuo mette in atto strategie apprese socialmente e mediate dal livello
cognitivo-simbolico.
 Equilibrio: stato di bilanciamento tra cognizioni e comportamento, mediato da un
sottosistema, detto tattico, ereditato biologicamente dalla persona.

Shweder e Sullivan (1990)


Criticano quegli interazionisti che concepiscono variabili personali e situazionali come entità
separate: non è possibile identificare una situazione-stimolo che sia indipendente
dall’interpretazione della persona. Ciò che influenza il comportamento è l’interpretazione che la
persona dà della situazione.

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Approccio social-cognitivo

Aspetti distintivi delle teorie social-cognitive: a differenza delle teorie disposizionali, non ricercano
classificazioni dei fenomeni, ma mirano a rintracciarne i meccanismi psicologici sottostanti.
 Interazionismo dinamico: la personalità è la risultante delle interazioni continue e reciproche
tra organismo e ambiente.
 La personalità è socialmente situata, ovvero è funzionale alla vita sociale.
 L’individuo agisce trasformazionalmente sull’ambiente.

Linguaggio comune: i social-cognitivisti cercano di costruire un linguaggio comune, per descrivere


descrivere le persone e le situazioni attraverso un insieme comune di variabili psicologiche. Non
è più necessario descrivere le persone e le situazioni in modo indipendente.

Metodo: sia correlazionale, sia sperimentale. Il metodo correlazionale serve per identificare le
correlazioni, il metodo sperimentale per indagare le cause di queste correlazioni.

Differenze tra l’approccio disposizionale e quello social-cognitivo:


 L’approccio disposizionale considera i tratti come genotipi, quello social cognitivo come
fenotipi (che necessitano di un’ulteriore spiegazione).
 Cervone (1997), strategie di spiegazione top-down e bottom up:
o Teorie disposizionali: spiegazioni top-down (pochi principi per ordinare molti
fenomeni, ma senza approfondire le determinanti causali e senza poter spiegare i
fenomeni rari e i casi individuali).
o Approccio social-cognitivo: spiegazioni bottom-up (cerca spiegazioni di tipo
causale, che rendano conto della complessità dei fenomeni, anche a costo di
rinunciare alla semplicità della teoria).

Mischel
Mischel (1968), “Personality and Assessment”: critica alle teorie disposizionali (in quanto dotate di
scarsa rilevanza teorica) e psicodinamiche (in quanto metodologicamente scorrette, non
falsificabili); tramite un’analisi della letteratura, mostra come queste teorie predicessero in media
solo il 10% della varianza, con punte massime del 30%.
 Psicoanalisi: oggi non ha più un ruolo importante nello studio della personalità.
 Si ha una scissione netta tra i disposizionalisti e teorie social cognitive.
 Reazioni dei disposizionalisti:
o Accusano Mischel di essere un situazionista, che rifiuta la personalità1.
o Indubbia utilità pratica della teoria dei Big Five.
o Problemi di rilevanza teorica: non vengono risolte le questioni teoriche relative alla
natura dei tratti: genotipi o fenotipi?

Personalità: sistema cognitivo-affettivo, composto da unità cognitivo-affettive interdipendenti, che


mediano il rapporto con l’ambiente.
 Categorie e costrutti
 Aspettative e convinzioni
 Affetti

1
Questa forma di situazionismo radicale era tipica dei comportamentisti.

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 Scopi e valori
 Competenze e strategie di autoregolazione

Le unità cognitive mediano il rapporto con l’ambiente:


 Mediano la codifica delle situazioni.
 Mediano le risposte comportamentali.
 Trasformano l’ambiente e quindi le situazioni, in modo attivo (agentico).

Bandura, teoria social-cognitiva


La persona è in parte determinata, in parte un sistema attivo
 Fattori biologici: stabiliscono le potenzialità e i vincoli dello sviluppo.
 Proprietà psicologiche: permettono di svolgere un ruolo attivo nell’indirizzare la propria
vita.

Sistema del Sé: sistema psichico che


 Risulta dall’interazione di funzioni cognitive e affettive.
 Supervisiona i processi di autoregolazione.
 Rende conto dell’identità e della continuità dell’esperienza personale.

Agenticità: capacità di esercitare un controllo sulla natura e sulla qualità della propria vita, per
raggiungere i propri standard. L’agenticità si esplica attraverso alcune variabili della persona:
 Capacità di simbolizzazione.
 Apprendimento vicario: capacità di apprendere dall’esperienza altrui, tramite modellamento.
 Previsione: capacità di anticipare eventi futuri.
 Autoregolazione: capacità di stabilire obiettivi e valutare le proprie azioni in base ai propri
standard interni.
 Autoriflessione: capacità di riflettere su se stessi, in seguito ai risultati delle proprie azioni.
 (Autoreattività): capacità di anticipare non solo gli eventi, ma anche i nostri stati emotivi
conseguenti agli eventi stessi.

Reciproco determinismo triadico: influenza reciproca tra Sistema del Sé, Ambiente e
Comportamento, grazie all’azione dell’agenticità.

Self efficacy: le funzioni di autoefficacia sono il centro dell’agenticità umana


 L’autoefficacia è la convinzione dell’individuo di poter agire con successo in un determinato
ambito della vita.
 Influenza
o Processi motivazionali: alta motivazione e perseveranza di fronte alle difficoltà se la
self efficacy è alta.
o Processi cognitivi: la manipolazione sperimentale della self efficacy porta a
distorsioni positive o negative dei processi cognitivi.
o Processi selettivi: scelta di compiti impegnativi se l’efficacia è alta.

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o Processi affettivi: l’autoefficacia influenza la risposta ai fallimenti, regolando l’ansia.


 Origini dell’autoefficacia: si origina in famiglia, a scuola, nel gruppo dei pari, tramite
o Persuasione: dipende da quanto il persuasore è ritenuto competente e realistico.
o Imitazione: se una persona che giudichiamo simile a noi ha successo in un
determinato ambito, aumenta anche la nostra autoefficacia in quell’ambito.
o Regolazione delle emozioni e delle reazioni corporee: la capacità di regolazione è
connessa con una maggiore autoefficacia.
o Pratica diretta.

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Sviluppo della Personalità

Fattori che influenzano lo sviluppo:


 Fattori biologici.
 Educazione.
 Agenticità: la mente umana non è solo adattiva e reattiva, ma anche proattiva e generativa.

Prospettiva meccanicistica, prospettiva organismica e contestualismo evolutivo


Prospettiva meccanicistica:
 Lo sviluppo è visto come una serie di concatenazioni causa-effetto.
 Elementarismo: le unità ampie vengono ridotte alla somma di molte unità semplici.
 Passività dell’organismo.
 Comportamentismo: lo sviluppo umano è concepito come un progressivo assommarsi di
connessioni S-R. Le stesse leggi dell’apprendimento valgono lungo tutto lo sviluppo.

Prospettiva organismica:
 Olismo: sistemi complessi non coincidono con la semplice somma dei loro elementi.
 Organismo attivo, agentico.
 Punto di vista epigenetico: le cause di un determinato comportamento non sono riconducibili
agli eventi e alle tendenze caratteristiche di un momento prima.

Contestualismo evolutivo: prospettiva sistemico-epigenetica


 Prospettiva Sistemica: gli esseri umani sono sistemi aperti, lo sviluppo è influenzato da
scambi reciproci con l’ambiente circostante.
 Prospettiva Epigenetica: le proprietà emergono nel corso dello sviluppo, secondo il
principio dell’epigenesi.
 Lo sviluppo è il risultato dell’interazione tra persona e contesto.

Teorie dello sviluppo2


Bronfenbrenner (1992), teoria sistemico-ecologica (o modello cronosistemico)
 Enfatizza le radici contestuali dello sviluppo umano.
 Microsistema, mesosistema, ecosistema e macrosistema.

Compiti evolutivi: compiti caratteristici di determinati periodi della vita, che contribuiscono al
successo o al fallimento di attività successive.
 Modello di Erikson (1963): psicoanalista; individua 8 stadi psicosociali, ciascuno
caratterizzato da un compito evolutivo. La personalità è modellata dal modo in cui vengono
affrontati i compiti evolutivi.
 Modello di Levinson (1978): attraverso 40 interviste individua quattro stagioni del ciclo di
vita, l’infanzia-adolescenza, la prima età adulta, la media età adulta e la tarda età adulta. Ad
ogni stagione corrispondono compiti evolutivi peculiari.
 Vaillant: studia lo sviluppo dell’Io; amplia la struttura a stadi di Erikson.

Loevinger (1966, 1997): stadi dello sviluppo dell’Io

2
Per un maggiore approfondimento, vedi l’esame di Psicologia dello sviluppo (prof. D. Varin)

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 Lo sviluppo avviene attraverso quattro canali: fisico, psicosessuale, dell’Io e intellettuale.


 Loevinger analizza lo sviluppo dell’Io, che suddivide in stadi: l’ordine degli stadi è fisso e
solo poche persone raggiungono gli stadi più elevati.
 Sentence Completion Test: test che permette di valutare lo sviluppo dell’Io.
 È stata criticata ampiamente la struttura a stadi.

Block, controllo dell’Io e resilenza dell’Io


 Controllo dell’Io: tendenza ad esprimere o inibire gli impulsi.
 Resilenza: capacità dinamica dell’individuo di modificare il controllo dell’io in funzione
delle richieste ambientali, per preservare l’equilibrio del sistema.

Sviluppo del sistema del Sé:


 James (1890): distingue tra Io e Me. L’Io si rapporta al Me attraverso
o Autoconsapevolezza: concentrazione sul Me e identificazione emotiva.
o Autocomprensione: ricordi personali, rappresentazioni cognitive di Sé; teorie
integrate di Sé.
o Le teorie del Sé variano molto lungo lo sviluppo.
 Cinque fenomeni autoreferenziali (sottosistemi del Sé):
o Rappresentazioni mentali degli attributi personali: visione irrealisticamente ottimista
nella prima infanzia; organizzazione secondo polarità buono-cattivo nella media
infanzia; maggiore astrazione nella media infanzia; capacità di confronto con gli altri
nell’adolescenza.
o Autostima: i bambini piccoli hanno un’autostima irrealistica; i bambini più grandi
distinguono il Sé reale dal Sé ideale.
o Autoefficacia (Bandura).
o Conoscenza metacognitiva delle strategie di autocontrollo (Mischel, 1983):
l’autocontrollo dipende da uno sviluppo metacognitivo. I bambini passano da un
sistema “caldo” (incapacità di mettere in atto strategie per aumentare il piacere, per
esempio rimandando un godimento immediato) a un sistema “freddo”.
o Standard di autovalutazione: i bambini sono precocemente in grado di discriminare
comportamenti “buoni” e “cattivi”.

Lo sviluppo di successo (Baltes): lo sviluppo ottimale si ottiene tramite SOC (selezione,


ottimizzazione e compensazione)
 Selezione: selezionare obiettivi raggiungibili, all’interno dei vincoli biologici e sociali.
 Ottimizzazione: ottimizzare le proprie risorse.
 Compensazione: compensare il decadimento della vecchiaia attraverso strategie.

Transazioni psicosociali e agenticità: nel corso dello sviluppo avvengono modioficazioni


discontinue, le transazioni (es. ingresso nella scuola, nel lavoro, matrimonio, incidenti etc.). È
dimostrato come interventi sull’agenticità (es. sull’autoefficacia) possano migliorare la reazione
a transazioni negative (es. la disoccupazione).

Stabilità, continuità e cambiamento


Stabilità (psicometrica)
 Assoluta: mantenimento di una certa quantità di un attributo nel corso del tempo.
 Relativa: stabilità della posizione dell’individuo rispetto agli altri (rango dell’individuo). La
stabilità relativa nei Big Five è molto alta.

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 Ipsativa: persistenza della correlazione tra due o più tratti nel tempo, riferita al singolo
individuo.
 Strutturale: persistenza della correlazione tra due o più tratti nel tempo, all’interno della
popolazione.

Continuità: è la corrispondenza tra le tendenze psicologiche valutate in diversi periodi della vita. La
contiunità non è l’assenza di cambiamento (come la stabilità), bensì il cambiamento atteso. Due
metodi di studio:
 Approccio alla variabile: esame della correlazione tra una tendenza individuale al tempo 1 e
la medesima tendenza, o un’altra concettualmente legata, al tempo 2.
 Strategia tipologica, centrata sulla persona: esame delle correlazioni tra gruppi di
caratteristiche individuali, con particolari esiti di vita successivi.
Esempi di studi sulla continuità (Rothbart): l’inibizione precoce è connessa a problemi di
internalizzazione in età adulta (es. depressione), mentre la precoce mancanza di controllo a
problemi di esternalizzazione (es. aggressività). L’affettività negativa è connessa a entrambi gli
esiti.

Studi sulla continuità:


 Con l’età diminuiscono energia, amicalità e apertura mentale.
 Diminuiscono anche l’autoefficacia nell’espressione di emozioni positive e l’autoefficacia
sociale; i valori personali legati al cambiamento e all’autoaffermazione.
 Incrementano i valori personali legati al conservatorismo.
 Stabilità emotiva: diminuisce negli uomini e aumenta nelle donne. Similmente diminuisce
negli uomini e aumenta nelle donne l’autoeffica nella gestione di emozioni negative.

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