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Lezione 28.09.2021
LA PSICOLOGIA COME…

La psicologia non è una scienza unitaria, perché ci sono punti di vista totalmente differenti.
L’approccio che pone la mente come qualcosa che elabora informazioni, le elabora, le processa
mentre c’è un approccio di attenzione verso le emozioni e gli affetti, quindi tutta l’idea delle
psicoanalisi. Quindi come mi manifesto non deriva solo dalla logica ma dall’inconscio che mi da
emozioni e da ciò deriva ciò che non controllo dalla mia coscienza.

I QUATTRO LIVELLI DELLA PSICOLOGIA:

1. Il livello neurofisiologico e le funzioni di base (memoria, attenzione, percezione…) 


questi sono processi di base legati a delle funzioni di tipo biologico perché abbiamo bisogno
degli organi di senso o l’indirizzo dell’attenzione o la memoria; e si intersecano tra di loro.
Sono comunque processi di base e neurofisiologici di base.
2. Il livello individuale (personalità, sé personale, identità…)  ognuno ha una storia di vita
da sempre quindi va a costruire un’identità che è frutto dell’interazione con l’ambiente
esterno. È un campo di interesse anche per gli studiosi di personalità.
3. Il livello dei piccoli gruppi (famiglia, amici, scuola, lavoro)  piccolo gruppo perché hanno
caratteristiche simili: una parte di noi deriva da caratteristiche intersoggettive.
4. Il livello dei grandi gruppi (nazione, cultura di appartenenza).

La psicologia nella sua differenziazione tiene conto di questi quattro livelli: ciò che deriva dal
nostro funzionamento psicologico è diviso da un mondo psichico che funziona a partire dalla
macchina biologica a sua volta che è inserita nella società.

DIFFERENZA TRA PSICOLOGIA CULTURALE E TRANSCULTURALE

Psicologia culturale: la mente funziona perché i nostri processi di base arrivano dalle nostre culture
anche. Mentre la psicologia transculturale mette insieme questi quattro livelli e da ciò si distingue
dalla sociologia e dall’antropologia.
Trans perché:
- è solo nel confronto tra le culture che assume senso la nostra;
- chi conosce questa discipline è più attivo a favorire gli scambi tra le culture.

Introduzione del manuale: casi in cui la complessità del problema della cultura.
Popolazione Na: sud Cina, ha delle caratteristiche molto particolari  queste famiglie vivono in
questo modo di organizzare la vita quotidiana: le sorelle vivono i fratelli e con i figli delle donne, la
notte escono e vanno da altre sorelle.

La cultura è molto differente al mondo, è un movimento, e il compito della psicologia è di capire se


questo movimento c’entra con i nostri processi psicologici.

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I due approcci nella psicologia attuale
Psicoanalisi e dinamiche inconsce  Il prima degli affetti
- dinamiche inconsce spiegano il comportamento quotidiano
- dalla psicologia clinica alla psicologia (es, io e super io).

IL COGNITIVISMO

Il primato della logica e della elaborazione dell’informazione.


La mente vista come una macchina che dà informazioni che attraverso magari sillogismi fa uscire
un risultato comportamentale.
Teoria superata del comportamentismo (cane
di Pavlov), cognitivismo che tipo di
ragionamenti che ci sono nella mente quando
decido di evitare una punizione e quindi
studio le rappresentazioni mentali di
funzionamento della mente diventano oggetto
di studio della psicologia  cognizione
sociale.

Pregiudizio  ho disposizione una concezione di un oggetto/persona già dentro di me prima di


incontrarlo. Può essere pregiudizio negativo o positivo, spesso negativo. Negli studi c’è una
componente razionale e una affettiva nei confronti del pregiudizio.

Cognitivismo:
- schema mentale  una parte della mente funziona con schemi mentali frutto
dell’esperienza;
- euristiche
La cultura è fatta di artefatti ovvero elementi che tendono ad attivare schemi che abbiamo già a
disposizioni e a risparmiare energia psichica.
- mappe cognitive  io che sono già stata all’università di Sesto conosco la mia mappa
cognitiva perché conosco il luogo in cui sono già stata quindi ho degli
- schemi ambientali

La psiche ha sia un funzionamento emozionale/affettivo (es. psicoanalisi), sia un funzionamento


cognitivo/logico-razionale (es. cognitivismo). La psicologia transculturale ha un quadro di lettura
olistico: contempla e mette in relazione tra loro i due tipi di funzionamento che danno luogo al
nostro comportamento e tiene sempre conto dei quattro livelli della psicologia.
- Una parte della mente funziona con schemi mentali frutto dell’esperienza.
- Un lato affettivo, emozionale, non è in controllo cosciente ma porta a dei comportamenti.
Diversità nella costruzione dell’idoneità di una cultura diversa dalla mia, con il mio sé interagisco
con altre persone che hanno costruito il sé con altre culture o sotto culture, tutto ciò ci obbliga ad
avere i strumenti a capire questi meccanismi, la via che seguiremo sono: vedere dove nasce la
disciplina, vedere autori da cui nasce la disciplina.

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Strumenti per capire la cultura, come funzionano queste dinamiche, la diversità tra gruppi, persone
e culture.
Legami tra prime e seconde generazioni delle famiglie migranti, ragazze cresciute in Italia in
osmosi con cultura, se è italiana, continuamente hanno in casa un mondo quello dei genitori che ha
visto la variabilità tra la mente e cultura dove sono partiti i genitori.
La nostra vita è a contatto con due culture, quella dove sono nata e quella dei genitori, perché
apparteniamo al mondo degli amici, diverso da quello della famiglia e lavoro- Sé E CULTURA 
‘se’ che è società, cultura che se costruito in altro modo è un’altra cultura. Diversità che diventa
mondo interno ci riguarda.

LE ORIGINI DELLA PSICOLOGIA TRANSCULTURALE

- antropologia:
- psicologia evoluzionistica: psicologia che pensa che certi meccanismi mentali derivano
dal fatto che davano vantaggio alla sopravvivenza della specie umana, uomo sapiens
quando si sono evoluti e hanno vinto.
Meccanismi che nascono perché hanno prodotto un vantaggio alla sopravvivenza: psicologia
darwiniana, se c’è un pericolo fuggo, meccanismi che scoccano in un determinato modo, ma anche
l’altruismo, cooperazione, è un grande vantaggio evolutivo.

Lezione 30.09.2021
DISCIPLINE DA CUI DERIVA LA PSICOLOGIA TRANSCULTURALE:

1. LA PSICOLOGIA EVOLUZIONISTICA

o Antropologia;
o Psicologia evoluzionistica: non è una psico che tiene conte della forza darwiniana (tendo ad
avere parecchi vantaggi dal pov genetico) MENTRE è quello che ci sono rapporti indiretti
tra questi due bisogni, quindi abbiamo delle tendenze a disposizione. Ad esempio, la
cooperazione che non è un vincolo, ma la specie si è evoluta anche cooperando quindi
trovano certi circuiti celebrali che coincidono. La potenzialità di avere certi comportamenti,
quindi genoma come potenzialità e non automatismo.

L’EQUAZIONE ADATTIVA

 È un modello di tutti i fattori che inevitabilmente sono presenti quando noi ci


comportiamo, che in tutte le situazioni sono attivi: sono sia di tipo biologico che
culturale, sia individuale che il riguarda il gruppo (qui ritroviamo i quattro livelli).
Comportamento che riguarda anche l’ambiente esterno e che riguardano il tempo con
cui questi elementi si attuano.
C=f (G, CI, n) + (AN, CE, n) + I (G, CI, CE)

G=GENI

 ogni singola cellula è frutto dell’unione di spermatozoi e ovuli ecc. Quindi abbiamo una
macchina biologica (corpo e cervello), che viene usata per avere informazioni che arrivano

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dall’esterno di queste cellule a partire dal primo zigote. Quindi abbiamo informazioni genetiche che
ci danno vincoli del comportamento.
Queste istituzioni genetiche sono molto importanti, altri dicono di no che è solo una base ma non è
un vincolo.
Quando non comprendiamo l’altro c’è un problema, ad esempio gli autistici che hanno un alto
livello cognitivo.
La specie umana non sopravvive da sola dopo la nascita, a differenza degli altre specie tipo gli
animali. Le connessione tra le cellule si costruiscono nei primi anni di vita e si costruiscono grazie
all’ambiente sociale e alla cultura in cui io vivo.
Il linguaggio  attivato una volta acquisita la specifica lingua, quindi con la cultura. Risultante
dell’interazione tra CI e G.
Anche il colore della pelle è un fattore genetico.

CI=CULTURA INTENRA/INTRASOMATICA

Qualcosa che non è biologico ma è così importante che lo diventa, rientra nel soma. In cui dal
momento della nascita o anche prima entrano del nostro cervello e diventano parte del sé.

Quindi la nostra macchina biologica che si riempie di cultura esterna che è parziale ovviamente, e
c’è una selezione che è più o meno attiva.

Attraverso l’esperienza avviene questa introiezione. Con questa cultura intrasomatica, se io entro in
una moschea e non è la mia cultura mi è molto difficile sapere come comportarmi, perché la mia c.
intrasomatica la uso per guardare il mondo con quello che so e che ho acquisito dentro di me.

È quella con cui vengo a contatto ma può entrare o meno dentro di me  quindi è dentro di me che
coopera con quello che poi sarà la cultura esterna (CE).

La cultura non si trasmette da sola, ad esempio se leggiamo un saggio che ci interessa allora
diventano informazioni interne.

Il genere abbiamo delle tendenze di attrazione di sesso opposto o meno perché biologicamente
sento di avere un’apparenza diversa/del sesso opposto.

La cultura interna se io emigro resta la stessa, ma quella esterna se io emigro cambia.

Vengono declinate (linguaggio, geni ecc.) nell’interazione con la cultura.

CE=CULTURA EXTRASOMATICA

Tutto l’insieme degli artefatti culturali che ci circondano. Oggetti materiali e immateriali costruiti
dall’essere umano e presenti dell’ambiente esterno all’individuo. Alcuni sono molto presenti da
molto tempo, altri li posso avere a disposizione attraverso strumenti mediatici.

Come avviene la trasmissione degli artefatti? Conservati, tramandati e anche modificati dall’azione
umana. Non si trasmette da sola la cultura.

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Alcuni elementi vengono condivisi dai gruppi (attraverso l’esperienza e l’empatia)  quindi questa
cultura è qualcosa che viene imposta e a volte viene scelta. Introiettati e incorporati dalle persone
tramite l’esperienza.

La centralità dei processi  cioè la cultura esterna e gli artefatti non si trasmettono da soli, ma a
quel punti quant’è l’immagine di trasmettersi da sola.

Kayes  abbiamo due processi assoggettamento e soggetivazione. Ovvero io sono assoggettato


dalla cultura e danno la loro funzione (diventare parte di un gruppo, non posso andare nudo per
strada), ma abbiamo la decisione soggettiva di fare un azione o meno, perché io sono un soggetto
attivo.

AN=AMBIENTE NATURALE

L’ambiente naturale è tutto ciò che è presente in natura e non costruito dall’uomo, include flora e
fauna.

Ha un suo ciclo di sviluppo che può essere alterato dalla cultura (es. inquinamento).

Se investito di significato specifico entra a far parte della cultura di un popolo come oggetto
culturale oltre che naturale.

Importanza nella relazione di questi fattori in una certa situazione.

Elementi presenti che hanno un’importanza in certe situazioni diversa in un momento diverso.

Ad esempio, essere donna nel mondo del lavoro può essere un handicap, (lo dicono i dati) perché
qui prevale il genere quindi un dato biologico e quindi abbiamo una prevalenza di G ovvero di
qualcosa che c’entra con i geni.

I=INERZIA

Parte finale della formula che racchiude I (G, CI, CE)

L’importanza del fattore temo sui nostri comportamenti. Noi abbiamo nuove informazioni che si
accompagnano a quelle vecchie.

Tendenza dell’uomo (individuo o gruppi) a resistere al cambiamento.

Permette la conservazione dell’individuo, dell’informazione, del significato.

Si oppone al disordine e all’entropia.

Se eccessiva può diventare disfunzionale e anche patologica.

Resistenza psichica, resistenza culturale e resilienza.

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Lezione 05.10.2021

DISCIPLINE DA CUI DERIVA LA PSICOLOGIA TRANSCULTURALE:

2. L’ANTROPOLOGIA

Definizione di cultura:

o “insieme delle conoscenze, credenze, arte, morali, leggi e ogni altra capacità e abitudine
acquisita dall’uomo come membro della società”. (Tylor) l’antropologia parla non solo di
società e cultura ma anche del singolo, dell’uomo, dell’individuo quindi dell’essere umano.
C’è una continua relazione con il mondo esterno (sistema costituzionale) che fa acquisire
alle persone parte della cultura esterna. I gruppi si legano perché hanno routine in comune. E
in più diventano degli schemi cognitivi che fanno risparmiare energie cognitive (euristica).
C’è un lato di elementi immateriali (credenze e la morale) ma anche materiale (magari come
l’arte), quindi conoscenze e credenze, ma anche vie, edifici, strade.
o “Sistema di pratiche” (Bordieau)abitudini, routine, modi di vestirci. Modi in cui la cultura
è in azione. Queste azioni sono interconnesse e diventano un sistema.
o Sistema di valori- “ciò che è desiderabile” (Hoefstede)  ciò che è desiderabile per la
società o per l’individuo (valori individuale). Si contrappongono e sono in relazione, perchè
deve esserci un range di differenza, ma comunque gli individui sono accomunati da loro.
o “Ragnatela di significati condivisi” (Geertz)  Una pratica assume significati che
dipendono sia dal giudizio del singolo che dalla collettività. Ad esempio, la bandiera ha un
significato culturale che tende ad essere condiviso dai membri di quella società. È letto con
un suo significato che in genere viene condivisa dalla maggior parte della comunità.
o “Il bastone del cieco” (Bateson)  leggiamo la realtà e ci muoviamo grazie alla cultura che
sappiamo.
o “Capacità umana di rappresentarsi il proprio rapporto con il mondo” (Bruner)  dà una
definizione molto psicologica, perché parla di rappresentazioni mentali: la rappresenta
tipicamente umana di rappresentarsi in rapporto con il mondo. Implica un’azione di
reinterpretazione soggettiva che è una capacità umana  come se fosse una capacità innata
di rappresentarsi, con un certo limite altrimenti esco dalla relazione sociale.  c’entra con la
soggettivazione e assoggettamento. La cultura esiste perché ce la creiamo noi e quindi
sappiamo noi come funziona la nostra. (Le farfalle di Liverpool, nel’700 erano tutte bianche,
perché Liverpool è una zona di grano e si mimetizzavano facilmente. Poi si coprì di
fuliggine e diventano grigie). Mentre la parte biologica non posso cambiarla, la cultura è più
simile ai casi estremi di cambiamento, è potenzialmente più rapido.

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IL DIBATTITO

Localizzazione individuale se la cultura VS collettiva (nella mente, negli artefatti, nelle pratiche)
della cultura

Approccio soggettivo/qualitativo (clinico e narrativo) VS oggettivo (statistico e quantitativo) allo


studio dei processi culturali.

ANTROPOLOGIA

AMERICANA:

Boas e la sua scuola fa riferimento a un’idea dibattuta al tema del relativismo culturale, ovvero di
quanto una cultura si legge in pov che sono propri e quanto nei modi di interpretare?

1. Approccio edico come approccio metodologico e l’autore Shweder;


2. Ruth Benedict  è famosa per l’idea che porta a dire c’è una sorta di tassonomia di
divisione della società in macro tipi: società apollinee e dionisiache. Apollinee è logico-
razionale mentre dionisiache l’espressione libera del sé.
3. Margaret Mead  famosa antropologa, aprì la strada dell’attenzione agli studi di genere.
Sottolineò la storia dell’importanza gerarchica e questo legato a delle importante pratiche
sociali, divisione del lavoro.

FRANCESE:

Più attenta ai processi organizzatori all’interno della società che sono anche processi mentali
organizzatori. Cioè l’idea di fondo che la società realizza delle strutture di base che sono anche
strutture mentali  quindi sia nella mente che nella società. Il tabù dell’incesto (unione tra genitori
e figli, fratelli e sorelle) oppure il complesso di Edipo (o Elettra).

C’è un entità culturale che rappresenta un’entità psichica.

La tendenza universale è rappresentata da ogni cultura in modo diverso.

ERNESTO DE MARTINO: LA TARANTA

È importante perché fa molti studi antropologi sul sud Italia negli anni ’50, società in cambiamento:
la mente delle persone, la cultura che li circonda e le pratiche (agricoltura, la musica e
l’emigrazione al nord Italia). Nel Salento per millenni, durante il lavoro dei cambi alcune donne
vengono morse dalla tarante e hanno uno stato di alterazione “la donna diventa il ragno che è in lei”
e per essere curate devono danzare, sia nelle case ma da tradizione della festa di San Pietro e Paolo
il 29 giugno, in cui tutte le famiglie si recano al duomo della propria città.

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Un altro aspetto che ci interessa del pensiero di De Martino  perché solo le donne e perché stanno
aumentando questi fenomeni? Usa la crisi della presenza della cultura tradizionale e lo collega al
fatto che le donne possono esprimere un dolore collettivo anche se è solo una e un altro processo
ovvero che la società del Salento si stava svuotando perchè c’erano pochi uomini perché salivano
tutti al nord. Quindi la società stava cambiando e la cultura tradizionale stava cambiando, come se
mancasse la presenza, una garanzia psichica della garanzia o del garante. Quindi aumentavano
questi comportamenti diversi perché le donne sono un punto fragile di una società che era già in
crisi e che a sua volta diventano i sintomi della società. Una società curata culturalmente quindi con
la musica e con la tarantella. Un po' come l’anoressia che è un modo di “controllare” il proprio
corpo che può essere considerata una perdita della bellezza del corpo a sua volta considerata come
corpo morente.

ANTROPOLOGIA ITALIANA E PSICOLOGIA CULTURALE

Tullio Altan che dice inevitabilmente ogni cultura, ogni ethnos, è composta da cinque elementi:

 il genos (famiglia);
 il logos (il discorso o la lingua);
 il topos (luoghi);
 l’epos (storia d’origine);
 l’ethos (l’etica, le norme e le leggi).

L’antropologia ci dice che esistono dei contenitori di base che si riempiono di contenuti da tutte
queste cose (genos, logos…).

Lezione 07.10.2021 3°capitolo del manuale

DEFINIZIONI DEI PROCESSI PSICOCULTURALI:

ARTEFATTO:

Artificio oppure tutto ciò che non è presente un natura ed è strato costruito dall’essere umano.

Una definizione più specifica: tutti gli artefatti hanno una funziona sociale e psicologica, perché
ogni artefatto contiene e veicola significati: ogni aspetto funzionale ha un aspetto simbolico.

I memi: è sinonimo di artefatto. Nasce nel 1876 in un libro di Richard Hokins, con questo
ragionamento: l’evoluzione biologica porta a una specie e poi la nostra che ha un sistema nervoso
centrarle capace di produrre artefatti e in questo modo nasce un secondi sistema che è quello della
cultura.

Meme in assonanza con gene, sistema biologico che esiste, sistema generazionale e conia quindi
questo ‘meme’, dal greco antico menomai???? Copiare???

Ovvero il cervello che produce cultura, ci si inizia a vestirsi, a cucinare, comincia un enorme
quantità di informazione che si deposita.

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Per capire la nascita rapida ci riferiamo a tre cose che succedono nella specie: aumenta la massa
celebrale nella parte della corteccia, intanto però si inizia a diventare bipedi, questo porta a una
conformazione del bacino e quindi nelle decine di secoli si crea una sinergia tra l’essere bipedi,
cresce il cervello e non posso nascere con un cranio troppo grosso, altrimenti non posso nascere, per
questo il bambino nasce con un cervello non ancora sviluppato, nasce immaturo, perché matura e
cresce quando già siamo vivi e in società; quando le cellule celebrali si collegano si sviluppa il
cervello durante i primi anni di vita.

Ad esempio, l’area linguistica in una persona occidentale trova a destra mentre per gli orientali a
sinistra, questo perché per imparare una certa lingua diversa dall’italiano magari si mettono in
funzione alcune parti del cervello differenti da quelle che usiamo magari noi.

La biologia, quindi, diventa soggetto alla cultura.

Proprietà e funzioni dei memi:

 memi veicoli: veicolano cultura; i libri sono veicoli


 memi replicatori: replicano cultura; come la bibbia, il corano, informa veicolata da un
replicatore.

ARTEFATTI: GENI E MENI, REPLICATORI DI INFORMAZIONI

Quando si creano i memi, che hanno la stessa funzione dei geni, ci sono proprietà comuni:

I geni sono stati dei trasmettitori nel tempo molto formidabili. Chi trasmette informazione: ci sono
delle proprietà che si chiede se anche la cultura può avere questo tipo di proprietà che li rende
capaci. Le proprietà:

 Fedeltà di copiatura
 Fecondità fare molte copie di sé stessi per facilitarsi. Producendo molto informazioni, le
copie sono uguali all’originale e devono durare un lasso di tempo sufficiente per avere alta
fecondità.
 Longevità

Quindi intanto bisogna espandersi, più si espande meglio è e poi deve durare il più possibile, così da
riprodurne maggiormente.

 Teleonomia: le entità biologiche hanno una struttura in cui depositato un progetto che si
manifesta con il funzionamento della struttura.
Ogni elemento culturale ha un progetto. Il progetto nasce dagli essere umana.

La cultura non si trasmette da sola e nemmeno le entità biologiche: una volta fondato il feto ha
dentro di sé l’energia per potersi sviluppare per poi trasmettersi nel tempo.

Per Dawkins, sottovaluta il bisogno della cultura che ha per trasmettersi. Hanno bisogno
dell’energia psichica delle persone che le utilizzano, che le sviluppano ecc.…

LE PROPRIETÀ DEGLI ARTEFATTI:

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1. Doppio statuto e doppio destino
 Necessità dell’investimento di energia psichica (cognitiva, affettiva, materiale e di tempo)
degli individui per mantenersi ed evolversi.

Lezione 12.10.2021

ENTROPIA VS NEGHENTROPIA

Entropia  tendenza al disordine, a disgregarsi.

Elementi della cultura, della società che ci circondano dagli oggetti alle ideologie non si
trasmettono da soli, ci sono dei comportamenti umani che derivano da processi psicologici che
portano la nostra mente verso di loro, investiti da energia psichica. Artefatti, memi, come elementi
di base della cultura non si trasmettono da soli.

Il ruolo della mente che non riguarda solo trasmissione della cultura ma anche dei geni, della
biologia, trasmissione biologica dipende da processi decisionali, vissuti che vanno dall’attrazione
per una persona, avere rapporto sessuale, concepire, figli. Ruolo della mente decisivo nella
trasmissione culturale e trasmissione biologica. Gli elementi della cultura anche quelli immateriali
fanno parte della parte della realtà non biologica, oggetto materia tendono se non sono investiti di
energia sono soggetti all’entropia.

Neghentropia  Se c’è investimento di energia psichica, tendenza mondo vivente si trasmettesse


sulla cultura, tendenza all’aumento della complessità dell’informazione, dipende da un doppio
destino degli artefatti, perdita di informazione, o aumento dell’informazione presente nel sistema.

La fitness è la tendenza alla sopravvivenza dei sistemi biologici. L’idea di riprodurre il nostro
patrimonio genetico.

2. Proprietà degli artefatti:

Ogni elemento della cultura, dentro la specifica cultura, contiene informazioni (ha una storia, ha una
memoria) ma emette informazioni/prescrizioni, quindi ci dice come comportarci.

La memoria che c’è nella cultura prescrive quindi qualcosa è un grande vantaggio cognitivo 
l’eurismo ovvero comprendo tutto quello che mi circonda (risparmio energia psichica perché già so
come mi devo comportare in un certo modo).

È un qualcosa come una categoria di base che crea delle relazioni. Anche secondo i luoghi che sono
anch’essi artefatti, che ci dicono come comportarci, hanno una storia e ci indicano un’appartenenza.

VYGOTSKIJ

Autore russo del Novecento, è uno dei fondatori della psicologia culturale che parla degli artefatti.
E ha parlato anche di mediazione semantico-culturale.

Psicologo che pone l’accento sullo sviluppo del bambino non è biologico ma è un processo sociale
 quindi solo attraverso con gli altri si sviluppa la mente e il sé, e il bambino è un soggetto attivo.
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Già Freud pose scandalo con la sessualità del bambino nell’Ottocento, così come Vigotskij
sottolinea che è attivo il bambino con delle azioni concrete. In questo senso le azioni concrete sono
collegate agli artefatti (legati alla propria cultura) come il gioco.

Libro: Pensiero e linguaggio, 1934

Lui dice il bambino si sviluppa grazie agli artefatti che sono strumenti che danno senso al mio
essere nel mondo che sono però costruiti storicamente in quella specifica cultura. La mente del
bambino media tra il suo sé e la realtà esterna. Ovvero si crea in contatto con gli artefatti un sé
individuali e fanno da ponti tra il sé fino ad allora costruito e la realtà esterna.

Noi non conosciamo la realtà oggettiva se non gli artefatti della nostra cultura che danno una
importanza alla costruzione della psiche e quindi del sé.

Nella crescita del bambino ci accorgiamo che una bambola è un gioco per le bambine
(tendenzialmente) quindi gli artefatti che costruiscono il genere dal pov psicologico.

Gli artefatti sono strettamente connessi con lo sviluppo del sé per questo danno un significato loro
ma il sé è legato alla cultura.

Piaget invece privilegiava il lato biologico del bambino, quindi individualista.

Quindi nella storia della psicologia ci sono entrambe le posizioni.

IL PROCESSO DI MEDIAZIONE CULTURALE

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Vygotskij parla molto della zona di sviluppo prossimale del bambino. Che ha una zona di sviluppo
prossimale di crescita che viene sollecitata con gli artefatti, che sono legati alla cultura mediano tra
il bambino e la sua cultura, soggetto-oggetto (cultura esterna).

EVOLUZIONE CULTURALE E SELEZIONE PSICOLOGICA

 Evoluzione culturale è un processo storico e transgenerazionale di accumulo di


informazione (artefatti/cultura) a disposizione dell’apprendimento individuale.  Si hanno
oggi certi memi che sono frutto di un lungo processo storico che si è depositata negli
artefatti.
 Selezione psicologica individuale è un processo soggettivo (dipende dai nostri processi
psichici) o selettivo di cultura esterna.
Dura quanto l’arco vitale.
Interiorizzazione e incorporazione di cultura interna.

Delle volte scegliamo con due processi decisionali attivi a volte sono inconsci mentre altre sono
forzate dalla società.

EVOLUZIONE CULTURALE E SELEZIONE PSICOLOGICA

Perché introiettiamo cultura? La parola chiave è ciò che avviene perché dà un esperienza
soggettiva positiva. Il risultato, comunque, che io ho uno stato soggettivo che percepisco come
positivo che percepisco come artefatto, che danno energia positiva.

Una teoria specifica di questa situazione  la teoria del flusso di coscienza (detta anche
esperienza soggettiva/ottimale).

L’esperienza soggettiva è la focalizzazione dell’attenzione dei nostri processi mentali sui dati che
provengono dal mondo esterno e interno (corpo e mente).

Nel 1975 è nata questa teoria “aldilà della noia e dell’ansia” scritto da Mihaly Csikszentmihalyi, che
ha strutturato l’idea della teoria dello “Stream of consciousness”: integrazione ottimale tra
cognizione, stato emozionale e motivazioni (attivazione cognitiva, stato affettivo positivo e
autodeterminazione).

QUI ENTRA IL TEMA DELLA MOTIVAZIONE:

Ovvero dirigere l’energia psichica verso uno scopo.

Due tipi di motivazione:

1. Motivazione estrinseca: anche detta esterna; quando indirizzo la mia mente verso uno scopo
esterno a sé: lavoro per guadagnare e basta.
2. Motivazione intrinseca: indirizzo la mia mente verso uno scopo perché ciò rappresenta un
elemento appagante per il sé, come una soddisfazione di aiutare qualcuno, o una passione
per una materia oltre a studiarla per l’università. Questa motivazione porta a un senso di
autodeterminazione che sto scegliendo io e lo porto a compimento.

Spesso si agganciano o comunque si sovrappongono (es. lo studio).

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L’esperienza di flusso di coscienza si realizza quando è presente una serie di elementi:

- Scopi chiari: cioè io sto scalando una montagna e so perché sono lì, per avere il mio
flusso di coscienza. Non è detto che ci sono sempre nel qui ed ora.
- Chiari feedback: ho dei chiari risconti in quel momento dalla situazione per avere
flusso di coscienza, quando scalo una parete capisco se mi sto attaccando bene alla
parete, ho un feedback immediato.
- Concentrazione totale: non sto pensando ad altro, se sto muovendomi la mia
concentrazione è sul movimento, nella fase dell’esperienza del flusso di coscienza sto
pensando al movimento che devo fare lungo la parete.
- NON MI AUTO-OSSERVO: ovvero non sto pensando se sto andando bene o male
in parete
- Controllo automatico: mi sento molto in controllo ma non sto valutandomi.
- Il “merging”: lo stato di benessere, quando sono immersa in quella situazione. Faccio
parte della montagna piuttosto che del mare, nel qui ed ora.
- Il senso del tempo alterato: quando l’esperienza finisce e si ha la sensazione che sia
passato poco tempo invece è tanto e viceversa. Perché i miei processi non stanno
scansionando i processi del tempo.
- La motivazione intrinseca:
1. Autodeterminazione
- Equilibrio tra il mondo interno ed esterno: in ogni momento ho il vissuto di cioè che
mi sta accadendo è ciò che so regolare o che mi stimola poco, quando scalo una parete ci
sono livelli diversi di difficoltà l’equilibrio di richieste della difficoltà e le mie
competenze. Equilibrio tra skills e challenges.

Grafico di Flow

Noia quando ho più competenze di quelle richieste

Ansia  i challenges sono troppo alti rispetto alle mie skills,

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Poniamo obiettivi sempre più sfidanti:

Lezione 14.10.2021

ESPERIENZA OTTIMALE

 Legata a una attività che si sta svolgendo (soggettivamente selezionata);


 Nutre il sé rendendolo più complesso e più forte;
 Permette la trasmissione e il cambiamento della cultura;

un’altra teoria che si collega è quella della psicanalisi.

LE DUE PROSPETTIVE IN PSICOLOGIA TRANSCULTURALE:

Metodi di approccio riferiti a noi come operatori che agiamo con persone di altre culture che
dobbiamo cercare di relazionarci.

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PSICOLOGIA CROSS-CULTURALE:

lo studio del comportamento nelle diverse società; la cultura come variabile indipendente; i processi
psicologici sono universali e si declinano, si realizzano, in modo differente nelle diverse culture.

Il linguaggio: competenza linguistiche all’interno di un’area del cervello che si declina secondo
diverse lingue.

Tra le culture c’è anche una differenza nel mantenere la memoria a breve/lungo termine in modo
differente.

La cultura fa declinare dei processi che sono universali, ma che si modificano leggermente
attraverso la cultura

PSICOLOGIA CULTURALE:

Non bisogna comparare le culture, perché i processi psicologici, trovano la loro essenza nella loro
specifica cultura con gli strumenti (categorie, sistemi di significazione, modi di pensare, valori). I
valori non sono universali relativismo culturale.

Ad esempio, la medicina è vista in modo diverso tra due culture differenti (in Italia piuttosto che in
Africa) magari noi curiamo con un antibiotico, loro con un rituale sacro. Ci sono due scuole di
pensiero differenti.

questa posizione di esplica con un approccio di tipo Emico ed Etico.

EMICO ED ETICO

Fonetica: studio degli aspetti generale del suoni usati nei linguaggi umani etico, comportamenti
universali dell’essere umano quindi la psicologia cross-culturale

Fonemica: studio degli aspetti specifici usati in una particolare linguaemico comportamento
dell’essere umano più specifico psicologia culturale.

Etico: Emico:

- studia il comportamento - studia il comportamento nel


dall’esterno al sistema culturale; sistema culturale;
- compara più culture; - esamina una sola cultura;
- i criteri di interpretazione sono - i criteri sono dettati da
considerati universali e assoluti; caratteristiche interne alla cultura;
- si utilizzano metodi quantitativi o - si utilizzano metodi qualitativi e
semi sperimentali. “sul campo”.

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BERRY DA CROSS-CULTURALE A TRANSCULTURALE

Egli dice che i ricercatori inevitabilmente


iniziano una ricerca con i propri paradigmi. È
una posizione concettuale che riguarda tutti
noi quando ci confrontiamo con una cultura,
non solo per i ricercatori.

Quando studio un’altra cultura penso sia


universale che ad esempio che tutti i bambini
debbano tenere la nuca dritta a x mesi
Berry pensa che questo possa essere
universale e la può portare ad un’altra
cultura.

Nella comparazione possibile: c’è una


coincidenza in cui i bambini hanno ad una
certa età/ad un certo punto tutti quella certa
caratteristica. Questo spazio comuni viene
chiamato da Berry “etico derivato”.

Quando vedo che non sono comparabili. La


mia cultura dice che gli anziano devono
essere rispettati, mentre un’altra dice di no. Oppure poniamo il fatto che devo imparare bene a
capire qual è la posizione del mio corpo in un determinato momento; in alcune culture questo è
indispensabile, in altre chiaramente no.

Punto 1 e 2: noi tendiamo a considerare universale qualche cosa che invece dipende dalla cultura
anche scientifica e invece è un emico.

UNIVERSALI CULTURALI (PAN-UMANI):

- presenti in tutta la specie umana


- differenti qualitativamente:
o Esistono degli universali che diventano spesso poco comparabili perchè cambia o la
qualità del processo psicologico o il contesto che lo permette. Capacità di risolvere i
problemi intelligenza. La psico scientifica ha studiato l’intelligenza. L’intelligenza
non è solo una: spaziale, visiva, del corpo, del saper interagire, emotiva…Ci sono delle
funzione cognitive differenti da quelle scientifiche/matematiche.
o O come contesto ovvero delle esperienze soggettiva/ottimale (flow of consciousness) il
che li rende sostanzialmente differenti.
 Intelligenza diversa ma contesto uguale  diventa un ponte psicologico tra persone che
appartengono a culture differenti.

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UNA GRANDE DIFFERENZA NELLE CULTURE DEL PIANETA: INDIVIDUALISMO VS
COLLETTIVISMO

Hofstede: La cultura come sistema di valori (1980;1983): ricerca cross-culturale su selezione,


costruzione e trasmissione di valori (ciò che è desiderabile).

Ha dimostrato che lo sviluppo culturale ad indirizzarsi verso due poli società individualistiche e
collettivistiche. Differenza rispetto ai sistemi di valori.

INDIVIDUALISMO VS COLLETTIVISMO:

(pensiamo alla società statunitense VS quella cinese)

La differenza è legata ai valori e soprattutto al concetto di appartenenza.

Individualismo:

- Appartenenze sono una scelta soggettiva (appartengo a un certo gruppo perché lo decido
io);
- Il sé è decontestualizzato, stabile, causale (nel senso che può agire autonomamente).

Collettivismo:

- Appartenenze (relazioni) sono fisse, ascritte, importanti è necessario adeguarsi ad esse;


- Ruoli sociali centrali nella definizione di sé e nella causalità dei comportamenti.

SÉ E CULTURA

Sé, personalità, cultura intrasomatica, cultura interiorizzata, Io culturale sono sinonimi.

Il sé si forma attraverso:

- Relazioni tra individui appartenenti alla stessa comunità;


- Pratiche narrative;
- Relazioni con gli artefatti (CE);
- Agentività.

Le due società costruiscono due sé diversi:

 Sé Idiocentrico vs allocentrico (Triandis et al., 1995)


 Sé Referential: divisione tra Sé e ambiente (Landrine, 1992) dentro sé stesso, nelle
società individualistiche.
 Sé Indexical: si forma, si pone e si definisce in relazione al contesto;
 SÉ INDIPENDENTE e SÉ INTERDIPENDENTE (Markus e Kitayama, 1991) società
individualistiche e società collettivistiche.

Il sé Indipendente è capace di scegliere e trova la sua efficacia se riesce scegliere da solo.

Il sé Interdipendente trova la sua essenza quando si pone con gli altri, esiste perché è dentro una
gerarchia di ruoli sociali.

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Sé multipli (Higging): ognuno li ha tutti e tre.

- Sé ideale: quello che vorremmo essere


- Sé attuale: l’attuale
- Sé imperativo: dipende da quello che ci dice la società (leggi, famiglia, scuola).

Molto raro che tutti e tre che corrispondono, oppure uno piò essere lontanissimo dagli altri due.

Tutti abbiamo questi tre sé ma la nostra cultura ci dice qual è quella più importante. Quelle
individualistiche dicono che devi emergere da solo.

Sé possibili (rappresentazione di noi stessi proiettati nel futuro, desiderate, Markus e Nurius).

Lezione 19.10.2021

I MODELLI DI ADATTAMENTO CULTURALE

Che processi psicologici ci sono quando vado a vivere in un’altra cultura?

Dal pov psicologico, succede che dall’inizio delle migrazioni, questi meccanismi sono usati per
capire dei processi psicologici.

Questo schema di riferimento dei società viene chiamato modello di adattamento culturale  che
implica il concetto che bisogna adeguarsi e quindi non si è adatti a ciò.

IL LUTTO

Quando io migro, si viene a rompere una parte del mondo esterno, c’è una rottura del sé, perché se
questo sé si costruisce dove io sono nato cresciuto e vissuto, se io cambio cultura si rompe questo
legame, c’è uno spiazzamento inevitabile. Meno convergenza di idee la migrazione come lutto,
perdere la terra natiia, considerato come un dolore, alla pari di un lutto. C’è chi parte comunque
perché lo desidera, non è detto che sia un lutto lasciare la propria terra.

Molti paesi europei sono stati paesi migratori, come in


questa foto a Ellis Island dove gli europei andavano in
America.

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I DESTINI POSSIBILI

 Modello dell’alternanza:
 Acculturazione: cambiamento involontario e forzato, anche violento dal punto di
vista psichico, in cui l’individuo entra a far parte della nuova cultura per ragioni
esterne, ma non si forma una vera e propria identità e non si attua un riconoscimento
paritario da parte del gruppo maggioritario;  altri autori la chiamano
marginalizzazione, perché io sono forzato a cambiare situazione. La mia società non
mi dà esperienza positiva: mix tra ansia e noia, dove non mi sento attratto.
-processo involontario e forzato
-avviene spesso per motivi economici
-pur diventando competenti nella cultura maggioritaria l’individuo e i gruppi sono
sempre identificati come membri di una cultura minoritaria
 Rischi dell’acculturazione:
- Conflitto
- Stress
- Perdita di autostima
- In group/out group (in quello dove apparteniamo noi, out quello con cui ci
confrontiamo);
- Esclusione
 Modello dell’assimilazione:
 La persona sceglie di interiorizzare parte della cultura ospite, ma solo in parte, senza farmi
diventare veramente appartenente alla cultura. Quindi io scelgo di abbandonare la mia cultura
per acquistare la mia identità che non diventa mia fino in fondo, perché c’è una mia decisione
che è di tipo strumentale; perché so che devo farlo e quindi lo faccio (io tendo a comportarmi
come un italiano, non perché sono convinta ma perché magari creo una situazione più agevole ai
miei figli, ma comunque non sono fino in fondo sicuro) lo faccio per una soddisfazione esterna,
quindi estrinseca.
 Rischi dell’assimilazione:
-rifiuto dai membri della cultura maggioritaria/ospite
-rifiuto dai membri della cultura di origine
-eccessivo stress
-vuoto di identità
 Vantaggi dell’assimilazione:
-identità forte
-autostima
-motivazione intrinseca
-autonomia
-competenza
 Modello dell’alternanza:
 Interiorizzazione di entrambe le culture da parte del soggetto immigrato, mantenendo
la propria cultura ma assorbendo anche quella dell’outgroup: le due culture
rimangono separate e alternate in modo armonico a seconda del contesto;  io riesco
a muovermi tra un’identità all’altra quindi ho acquisito ormai entrambe le culture a
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cui appartengo. Le due culture rimangono all’interno del sé separate, non perché
divento un ibrido, un ‘meticcio’, ma dal pov psichico ho due culture in maniera
adattativa in funzione del contesto che utilizzo in modo armonico, le utilizzo senza
compromettere l’altra identità o il contesto.

Quindi:

o senso di appartenere a due culture senza compromettere l’identità complessiva


o scelta di entrambe le culture
o possibilità di cambiare cognizioni, affetti, comportamenti per stare in sintonia con i diversi
contesti e farvi fronte
o importanza delle persone e delle istituzioni della cultura ospite

Il risultato finale, dal pov del sé, sarà più ricco e complesso.

 Funzione melting pot


 formazione di una nuova cultura attraverso la combinazione delle diverse culture.

C’è sempre una cultura dominante, che è ospite di un’altra, che non è mai arrivata ‘il giorno prima’

Una nuova identità che non è né quella prima né quella dopo.

BERRY: MODELLO BI-ASSIALE DELL’ADATTAMENTO (1/2)

Se metto cultura d’origine e di inserimento posso avere quattro situazioni:

1. Assimilazione: alta nuova cultura; bassa nella vecchia.


2. Integrazione: alte entrambe
3. Separazione: sono molto competente nella mia cultura e poco quella nuova, da qui il termine
separazione.
4. Marginalizzazione: basse entrambe

MODELLO BI-ASSIALE DELL’ADATTAMENTO (2/2)

Berry, è noto nella psicologia per un terzo schema: cioè egli sostiene che quado una persona arriva
in una cultura, prima di questa situazione di assimilazione, marginalizzazione…, ha quattro fasi.
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1. Precontatto con la nuova cultura ovvero tutte le conoscenze che ci sono oggi grazie ai
media, di cosa sarà e che cos’è la vita dove si andrà. Transnazionalismo è il percorso che io
faccio tramite internet, giornali per conoscere x luogo dove sto andando.
2. Contatto che è sia il primo arrivo, quindi il primo approccio che il viaggio.
3. Conflitto: la reazione, la difficoltà, lo spaesamento porta a una situazione di conflitto
interno nei confronti della società ospitante. La colpa del mio malessere è colpa della società
che mi ospita.
4. Crisi: il riconoscimento che si ha nei confronti propri di non sapermi adattare, ovvero ‘sono
io che non mi so adattare’.
5. Adattamento: situazione di integrazione finale.

MODELLO DELL’ADATTAMENTO DI BOUHRIS 1997

• Atteggiamenti di integrazione degli immigrati;

• Orientamenti di integrazione della società ospitante.

Entrambi questi fattori fanno parte del processo di adattamento; si sta in una posizione mediana.

Sottolineano questo modello le:

- Politiche di integrazione dello stato


- Possibili modalità relazionali

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23
Lezione 21.10.2021

LA SELEZIONE BI-CULTURALE (MASSIMINI)

Legato a un modello di politiche di cooperazione e sviluppo degli stati. Questo modello riguarda
quello che è stato un tema importante: la cooperazione tra paesi ricchi e di alcune aree con problemi
di uso delle risorse.

Cosa avviene? Un enorme quantità di artefatti, idee, valori che fatti sia in senso generale, ma anche
di valori, di idee, e vengono portati in un paese in tempi ripidi (anche in riferimento a De Martino).

Massimini propone dei tipi di selezione culturale (processo che considera l’evoluzione culturale
come processo storico e la selezione psicologica come processo che riguarda il singolo individuo):

1. Selezione culturale prevalentemente unidirezionale:


- Un ritorno al passato, tornare indietro rispetto ai valori prima della globalizzazione;
- La modernizzazione spinta, ovvero i paesi che fanno un salto in avanti metaforicamente
perché vanno avanti con il tempo ma ritornano ai regimi del passato (attraverso la
cooperazione o attraverso l’influenza politica).
2. La selezione biculturale disruptiva: sono delle situazioni in cui si crea disordine e
conflitto, non si va in nessuna direzione, la cultura ha una confusione, saltano i valori, le
gerarchie, ma non vengono sostituite da quelle nuove, dalla modernità
3. La selezione biculturale armonica: ci sono dei casi in cui modernizzarsi e tradizione si
alleano per dare sviluppo. In cui scompare la parola ‘progresso’, si usa di più sviluppo. Ad
esempio, la cooperazione della salute mentale, in psichiatria, dove l’esperienza italiana porta
mettere insieme le due culture, tra medicina tradizionale e moderna, o familiare e di base
io psichiatra vado a lavorare in un paese africo dove c’è un’altra tradizione di cure, non
impongo solo il mio modello, ma mi alleno e cerco di sostenere anche le loro attività. È
importante la cura medica, perché il corpo non è solo un corpo biologico ma: biologico,
sociale e politico (azione politica attraverso i sistemi di cura).

LE POLITICHE IN EUROPA

Queste teorie dell’adattamento che diverse situazioni possibili che gli autori definiscono,
corrispondono a delle politiche che ancora possiamo vedere:

- Assimilazione in Francia la politica francese è stata sempre basata su questo, in


questo tema c’entra il dibattito sulla cittadinanza, la ottengo facilmente, ma in cambio
devo accettare dei doveri.
o M. assimilativo (omologazione): ius solis VS ius sanguinis
- Pluralismo dal basso (laissez faire -separazione) in Gran Bretagna  fino al 1900,
inizio 2000, favorito il mantenimento della cultura d’origine purché sia tenuta separata
dalla cultura di accoglienza.
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- Pluralismo dall’alto (discriminazione positiva) in Olanda  lo stato decide quale
culture sovvenzionare, favorire (quelle minoritarie) e altre no.
- M. immigrazione temporanea (esclusione differenziale) in Germania  ha dei
vantaggi, però dei rischi, ovvero che tu diventi cittadini tutto il tempo in cui tu lavori,
perché dal dopo guerra è stata molto richiesta la manodopera turca.

LA SOCIETÀ INTERCULTURALE – TRANSCULTURALE

1. Visione non reificata della cultura;


2. Importanza degli scambi e delle relazioni tra le persone;
3. Importanza del mondo interno e dell’agency;
4. Il TRANSNAZIONALISMO: le famiglie transnazionali, il transnational living, identità
fluide.

Kaes dice, attenzione la mente individuale non è solo dentro di noi, ma anche in relazione. C’è
sempre un oggetto esterno davanti al pensiero quando interagiamo. Queste schematiche avvengono
nella quotidianità, e si relazionano con gli elementi della cultura.

TRANSNAZIONALISMO

Il transnazionalismo  famiglie transnazionali che ci sia un identità che siano molteplici e fluide.

Si vede sempre di più che attraverso i media, internet, le continua relazioni fanno si che le persone
diano in contatto, creano delle comunità transnazionale. Sono dei viaggi ‘immaginari’ di questa
rete, tramite i social, il pre-contratto diventa già contatto. Sempre di più lo scambio fa capire quanto
è difficile vivere in posti diversi. Non so solo quello che avviene dagli altri ma so quando sono qui
come sta funzionando lì in un’altra terra si creano delle attività economiche sia dai migranti,
media.

Le famiglie transnazionali  relazioni intersoggettive attraverso i media, attraverso le pratiche e i


sistemi di vita.

La cultura non è una cosa ma addirittura sono sul confine (permeabile di scambio), la realtà stanno
sul confine che dipendono dalla realtà delle persone. Mettono al centro gli individui, avviene tutto
dal basso.

Bruner, parla di narrazioni, del sé, come ognuno di noi come pratica narrativa. Anche per le culture
è lo stesso, noi creiamo cultura, secondo la selezione psicologica individuale.

Lezione 26.10.2021

FREUD – LA PSICANALISI

Cenni biografici della vita di Freud: nasce in un parte periferica dell’impero austro ungarico, la
famiglia lo fa studiare medicina e psicologia. Lo sforo di Freud fu quello di accettare le teorie degli
altri scienziati del suo tempo. È una mente brillante e andrò a studiare a Parigi, che incontra uno
psichiatra. Isteria  si vedeva comparire questa patologia in giovani donne e Freud da qui riesce a

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pensare che certi sintomi di questa malattia, potevano essere collegate a un disturbo che legava
mente e corpo contemporaneamente.

Cerca di comprendere queste disturbi, come dei processi psicologici, potessero essere legati a dei
disturbi relazionali e questo succede quando incontra uno psicologo che usava l’ipnosi che è Breuer,
attraverso questo stato di incoscienza alterato, le donne potevano raccontare qualche episodio della
loro vita traumatico che portavano al fatto che una volta risvegliate, il sintomo per un certo lasso di
tempo scompariva. Quindi inizia a pensare che c’è qualcosa di mentale che sistematizzava questo
trauma attraverso il corpo. Mente su due livelli: parola e inconscio che esce durante l’ipnosi.

Lui si accorge che c’è questa sintomatologia di tipo traumatico e all’inizio pensa che fossero dovuti
a dei traumi subiti. Pensa che ci sia qualcosa allegato alla sessualità. Ma poi abbandona questa
teoria. Perché lui intende la sessualità non solo del corpo biologico ma come energia psichica che
chiamerà libido.

CONCETTI PRINCIPALI:

1. INCONSCIO

Ipnosi, e durante il sogno i processi mentali funzionano con delle logiche con non sono quelle
dell’inconscio. La logica aristotelica, la razionalità scompaiono, basta pensare ai sogni che facciamo
pieni di fantasie o comunque cose non razionali.

C’è una specificità e una direzione che si manifesta nei sogni dei dati mancati (quando ci si
dimentica sempre la stessa cosa, dei lapsus). Quindi se c’è una logica bisogna scoprirla che sia
diversa da quella dell’incoscienza.

Studia prima osservando i pazienti e poi attraverso la parola vuole far emergere dei ricordi infantili
e legati alla sua teoria. Non situazioni traumatiche, ma legate alla sessualità infantile.

La mente come un iceberg tra es, io e super io.

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2. LA PULSIONE

È un concetto tra il somatico (il corpo) e lo psichico.

Rappresenta bisogni inconsci e si differenza dagli stimoli esterni.

Le pulsioni determina uno stato di eccitazione che richiama l’intervento del sistema nervoso per la
sua scarica.

All’inizio Freud considera solo pulsioni sessuali, poi introduce….

3. LA SESSUALITÀ

Non è solo il soddisfacimento, ma è l’energia vitale, è la libido, un desiderio che va soddisfatto.


Tutti abbiamo delle pulsioni legate alla libido, che deve essere soddisfatta.

Freud supera il principio della “innocenza dell’infanzia” priva della sessualità e concepisce una …

4. L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI

Opera che segna la nascita della psicanalisi. Uno spunto che dice esiste l’inconscio, ciò che si
sviluppa durante il songo, posso interpretare il sogno con lo stesso sogno velata latente dello stesso
sogno. Non riesco a cogliere il significato diretto che c’è nel sogno, ci vuole un interpretazione.

L’io come una mediazione tra realtà e desideri profondi.

Quindi:

Corrisponde alla NASCITA della PSICOANALISI in quanto costituisce la via regia per conoscere
il funzionamento dell’inconscio.

CONTENUTO MANIFESTO  INTERPRETAZIONE  CONTENUTO LATENTE


(rappresentante del DESIDERIO “sessuale” sottostante)

CENSURA: funzione psichica che si frappone tra sistema inconscio e conscio come formazione di
un compromesso, proprio come funziona il SINTOMO

5. LA PRIMA TOPICA

Da topos ovvero topico, luogo della mente.

Suddivisione in parti dell’APPARATO PSICHICO, dove topica è una metafora di luoghi per
rappresentare i differenti processi psichici.

 L’INCONSCIO è costituito dalle pulsioni sottoposte al «principio del piacere»


(soddisfacimento immediato), il suo nucleo è costituito dalle precoci esperienze infantili,
sottoposte poi a rimozione. Quindi l’inconscio funzioni attraverso questo piacere immediato
che avviene sin dall’inizio della vita e poi rimosso, perché non può essere manifestato fino
in fondo.

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 Il PRECONSCIO è costituito da pensieri latenti, da ricordi rimossi che possono essere
attualizzati e diventare consci.
 Il CONSCIO è collocato alla periferia dell’apparato psichico a contatto con la realtà esterna
e riceve informazioni dal mondo interno ed esterno. Corrisponde all’Io ed è retto dal
processo secondario (pensiero razionale / logica aristotelica).

6. SECONDA TOPICA – ES, IO E SUPER-IO

 L’ES è il substrato psichico INCONSCIO comune a tutti gli esseri umani. Nucleo iniziale a
cui si sovrappongono i contenuti psichici rimossi dell’individuo. Segue il processo primario
(pensiero del sogno)
 Il SUPER IO è l’interiorizzazione conscia e inconscia delle norme sociali e culturali
 IO è il nucleo di personalità che si costruisce attraverso il contatto con la realtà, segue il
pensiero razionale (pensiero secondario)

Le tra parti della mente che interagiscono tra di loro.

La grane novità è che si lega a una famiglia nuova, alle famiglie borghesi, di piccolo nucleo di un
Europa che stava nascendo a Vienna. Immaginando il contesto, di queste donne di una borghesia
nuova, non è più la nobiltà imperiale. Queste persone sono sotto pressione da questa nuova struttura
sociale.

CONCETTI PRINCIPALI

7. IL LAVORO PSICANALITICO

Consiste nel risalire a ritroso per giungere alla costruzione del PASSATO RIMOSSO, alle origini
del desiderio fino alla prima infanzia dove presero forma gli oggetti d’amore, secondo i desideri
sessuali della trama edipica.

Il mezzo sono le ASSOCIAZIONI LIBERE dove la parola può curare.

Per Freud l’idea della psicanalisi è quella del lettino, in cui il paziente viene steso, perché così si
facilitasse il recupero.

8. TRANSFERT

RELAZIONE CON IL TERAPEUTA come riedizione dei primi rapporti affettivi che risalgono
all’infanzia. Quindi il terapeuta viene rivestito come odio, amore, sessualità e tante altre emozioni.

LE FASI DELLO SVILUPPO DEL BAMBINO:

1. Fase orale (0-18 mesi): soddisfacimento attraverso la suzione come soddisfacimento


“sessuale” originario legato alla zona orale, connesso con l’assunzione di cibo e con il
contatto con il seno materno.
2. Fase anale (18-36 mesi): defecazione – controllo degli sfinteri. In questa fase si possono
distinguere, simbolicamente, due stadi: nel primo prevalgono le tendenze espulsive e
distruttive (annientare, perdere), nel secondo tendenze di ritenzione (conservare e
possedere).
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3. Fase fallica (3-5 anni): pene e clitoride sono divenute le zone erogene predominanti (ma
senza un reale soddisfacimento sessuale tipico della fase adulta).
4. Complesso edipico (età prescolare): stadio dello sviluppo in cui un bambino prova
attrazione sessuale nei confronti del genitore del sesso opposto e ostilità per quello dello
stesso sesso.
5. Latenza: Letargo delle pulsioni pregenitali. L’inizio del periodo è contraddistinto dalla
risoluzione del complesso edipico, dall’identificazione con il padre, dal consolidamento del
Super-Io (le norme).
Questo è un punto centrale della psicoanalisi come teoria psico-culturale. Attraverso il
meccanismo di difesa dell’identificazione con il padre si raggiunge un doppio obiettivo: il
controllo dell’istinto (livello psicologico) e la continuazione della società e delle sue norme
(livello culturale).
6. Fase genitale (pubertà): le pulsioni si sottomettono al primato della zona genitale.

FREUD E LA KULTUR

L’intero apparato teorico freudiano si incentra sulla relazione tra pulsioni inconsce dell’individuo e
regole della società e della cultura da cui emerge l’Io individuale.

Convergenza tra ontogenesi e filogenesi

Freud mette al centro della spiegazione dei processi culturali le dinamiche della psiche individuale.

Conoscere e risalire al passato, all’infanzia dell’individuo, vuol dire comprendere anche l’infanzia
dell’umanità, la storia della civiltà, dei popoli e dei processi culturali (e viceversa).

OPERE DI FREUD:

TOTEM E TABÙ 1912/1913

 TOTEMISMO E TABU’ derivano dal CONFLITTO EDIPICO tra padre e figli per il
possesso della madre, presenti in tutte le società primitive
 Nella storia primordiale il conflitto si risolse con l’alleanza dei figli, l’uccisione del padre e
il suo divoramento  nascita del SENSO DI COLPA e dei TABU’ come rappresentazione
dell’interdizione edipica contro l’incesto
 La psiche umana è caratterizzata in tutte le culture da PROCESSI UNIVERSALI, come il
COMPLESSO EDIPICO, che derivano da una storia ancestrale comune.

PSICOLOGIE DELLE MASSE E ANALISI DELL’IO 1921

Freud indaga sulla nascita del vincolo sociale e come si formano le culture.

Individua due meccanismi:

 IDENTIFICAZIONE: gli individui si riuniscono in gruppo perché si identificano con lo


stesso leader e, così, si identificano tra loro.
 DESESSUALIZZAZIONE della libido che porta all’AMICIZIA tra le persone, come
SUBLIMAZIONE delle spinte erotiche

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In altri termini: gli individui si uniscono in masse grazie ai rapporti sublimati e si identificano tra
loro per il medesimo rapporto di sottomissione col capo con cui si identificano.

IL DISAGIO DELLA CIVILITÀ 1927

Si profila la teoria che la civiltà comporti la rinuncia alla gratificazione istintuale, in cambio
della sicurezza e dei rapporti sociali.

La civiltà e la cultura implicano un controllo sociale che suscita aggressività.

Freud teorizza un DUALISMO POLARE tra PULSIONE DI VITA e PULSIONE DI MORTE,


secondo cui l’aggressività è costituzionale dell’uomo come le pulsioni sessuali e ha una funzione
disintegratrice rispetto ai valori sociali.

(Influenza del dramma della Prima guerra mondiale e dei nascenti totalitarismi).

La «civiltà» implica la RINUNCIA ad una gestione felice delle pulsioni sessuali e aggressive
dell’individuo, dominato da senso di colpa e rimozione del desiderio.

Le mete dell’individuo e quelle della società non coincidono: il DISAGIO DELLA CIVILTA’ è
dovuto al conflitto insanabile tra PRINCIPIO DEL PIACERE, a cui tendono le pulsioni, E
PRINCIPIO DI REALTA’, cioè i legami e le condizioni della vita quotidiana.

La società implica quindi una sorta di VIOLENZA STRUTTURALE (v. cap. 7 del manuale) in
cambio di sicurezza e appartenenza.

Lezione 28.10.2021

DEVEREUX E LA PSICHIATRIA

Sono autori ricercatori e anche psicoterapeuti quindi anche dai disturbi legati ai cambiamenti
culturali, in particolare la migrazione. Infatti, si parla anche di etnopsichiatria, nasce nella metà del
secolo scorso e cerca di curare studiando il mal funzionamento tra la nostra mente e le culture di
appartenenza. La psicologia studia i processi cognitivi in termini fisiologici, la psichiatria si occupa
della cura e usa soprattutto i farmaci, mentre la psicoterapia usa la parola, il colloquio.

UNA VITA TRANSCULTURALE

Non si chiama Devereux ma Gyorgi Dobo Weissmayer nasce nel 1908 in Ungheria da famiglia
ebrea. Dopo la Prima guerra mondiale, anche in seguito al suicidio del fratello (davanti a lui), si
trasferisce a Parigi. Studia fisica e chimica e poi etnologia con M. Mauss. Nel 1933 Si converte al
cattolicesimo e cambia il nome in George Devereux (evreu in rumeno significa ebreo).
Successivamente si trasferisce negli Stati Uniti, diventa cittadino di quel paese, poi nel 1946 torna a
Parigi, dove inizia l’analisi personale. Ritorna ancora in America (due analisti diversi) poi ancora a
Parigi nel 1964. A Parigi si iscrive alla società Psicoanalitica francese (freudiana). Viene nominato
direttore dell’Ecole Pratique des Hautes Etudes. Molto delle scuole di psicoterapia prevede che il
futuro psicoterapeuta prevede che faccia un percorso su sé stesso prima di metterla in atto con un
paziente.
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I TRE PUNTI FONDAMENTALI SUL SUO PENSIERO:

1. Complementarismo: Per Devereux sia la matrice culturale sia quella psichica sono
importanti: L’individuo nella sua specificità intrapsichica come soggetto unico e
irripetibile coniuga in sé apporti culturali e personali.
I comportamenti possono essere spiegati sia dall’antropologia che dalla psicologia. Queste
spiegazioni sono entrambe valide ma complementari, quindi abbiamo bisogno di entrambe
le discipline.  irriducibilità tra le discipline diverse e le loro spiegazioni, ma l’esperienza
soggettiva individuale unisce le due dimensioni.
Ogni volta che c’è un fenomeno esistono due cause: una psicologica e una sociale, una
primaria e una secondaria.
2. Definizione di inconscio: UNIVERSALITA’ PSICHICA  funzionamento psicologico
comune a tutti gli uomini che si articola con la MATRICE CULTURALE di appartenenza.

PER LA PSICOANALISI CI SONO DUE TIPI DI INCONSCIO:


- Ciò che non è mai stato cosciente
- Ciò che è stato RIMOSSO dalla coscienza, compresi i meccanismi di difesa e il Super-
io.

PER DEVEREUX CI SONO DUE TIPI DI RIMOSSO:


- Segmento inconscio della personalità etnica  parte dell’inconscio che un individuo ha
in comune con la maggior parte dei membri della sua cultura. Infatti, ogni generazione
impara a «rimuovere» alcune fantasie e pulsioni incompatibili con la società (v.
Personalità Autoritaria)
- Inconscio idiosintratico parte dell’inconscio che l’individuo ha dovuto rimuovere per
traumi o conflitti legati alla sua storia individuale.

Esempio con l’interpretazione di Adorno: Dalla scuola di Francoforte, che con il nazismo nasce una
nuova personalità nazista, che certe pratiche educative degli anni 20/30, associate alla crescita del
bambino, portavano a questa esasperazione di conflitto genitori e figli, quindi non riusciva ad essere
messa a bada e quindi questa aggressività diventa così forte a causa della pratica educativa, che
deve essere incanalata in gruppi esterni, quindi aggressività non più solo sul genitore, ma sulle
minoranze (ebrei, omosessuali, handicappati).

 I sintomi della patologia psichica sono «declinati culturalmente» e vengono forniti dalla
cultura di riferimento. LE NEVROSI E LE PSICOSI SONO ETNICHE. Es.
SCHIZOFRENIA dove i «tratti di personalità» sono elementi tipici e spesso valorizzati dalla
SOCIETA’ OCCIDENTALE (es. autonomia esasperata, cancellazione tra reale e
immaginario, frammentazione e flessibilità dell’identità, adattamento forzato a modelli
fittizi). Ad esempio AMOK (v. 7° cap.)
3. Rapporto tra osservatore e oggetto osservato:
L’osservatore influenza l’oggetto di studio:
 Si ispira alle scienze fisiche (principio di indeterminazione di Heisenberg)
 Le scelte e le azioni dell’osservatore possono essere INCONSCE, dettate dal
CONTROTRANSFERT AFFETTIVO E CULTURALE che risponde al TRANSFERT del

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paziente. Controtransfert culturale  tra osservatore e osservato, oltre al transfert affettivo.
Quindi io trasferisco su membri anche di altra cultura, che magari reagiscono a modo loro.

TOBIE NATHAN

Nasce nel 1948. Allievo di Devereux che incontra nel 1968 e con cui collabora fino al 1981. Nel
1979 fonda il primo consultorio familiare di etnopsichiatria, presso il servizio di psichiatria del
bambino e dell’adolescente dell’ospedale Avicenne di Bobigny. Nel 1993 fonda il centro Devereux
e costituisce un gruppo di ricerca in etnopsichiatria ed etnopsicoanalisi

Differenze da Devereux:

 Si concentra sulle eziologie proprie dei saperi tradizionali.


 Il complementarismo non deve limitarsi alla teoria ma deve sfociare nella clinica, all’interno
di precisi modelli e dispositivi di cura.

TRE PUNTI FONDAMENTALI:

1. Necessità di teorie intermedie es. EDIPO AFRICANO che innova un concetto


psicoanalitico e mostra la sua funzione sociale.
Nelle società tradizionali le figure degli ANTENATI hanno una funzione fondamentale e
regolatrice; diventa impossibile provare sentimenti di AGGRESSIVITA’ nei confronti del
padre, rappresentante degli antenati, in quanto minerebbe le BASI della propria
APPARTENENZA, della propria identità sociale, del Sé.
Le fantasie e rivalità edipiche vengono spostate sui fratelli attraverso i riti che regolano la
vita sociale.
2. I saperi tradizionali come scienze esatte I saperi tradizionali sono sistemi di conoscenza
SISTEMATIZZATI, “RAZIONALI”, ovvero con un ordine e una logica interna e con un
apparato tecnico conseguente. Nelle culture a universi multipli il mondo dell’invisibile,
dello spirito, del magico, ha logica quanto la realtà visibile.
Non sono credenze ma DISPOSITIVI dove avviene uno spostamento.
 Dal visibile all’invisibile
 Dall’individuale al collettivo
 Specifico delle culture ad universi multipli
3. I meccanismi o dispositivi di cura  Le terapie tradizionali devono essere integrate nel
sistema concettuale e tecnico occidentale:
 Adottare dispositivi di cura che consentano al paziente di rivivere i legami con le
proprie radici, in quanto sono i LEGAMI INTERROTTI e i TRAUMI che
GENERANO LA PATOLOGIA.
 Comprendere l’eziologia (parte di una scienza che indaga le cause di una determinata
classe di fenomeni) tradizionale del disturbo e ottenere secondo una logica
tradizionale una «riparazione intrapsichica».
 Solo dopo si può lavorare sul materiale idiosincratico del singolo.

32
ALL’INTERNO DEI MECCANISMI/DISPOSITIVI DI CURA
a. Il gruppo terapeutico  Il paziente deve essere circondato da un GRUPPO sia di familiari
sia di terapeuti (quest’ultimi appartenenti a diverse culture e con diverse tecniche).

Funzione di sostegno sia PSICHICO che CULTURALE:


- Il gruppo decostruisce la rappresentazione che il paziente e i suoi familiari hanno del
disturbo: ogni co-terapeuta dà una propria interpretazione dell’origine del disturbo

- Il terapeuta principale ha il compito di mettere ordine nelle interpretazioni e di stabilire


nuovi legami tra cultura d’origine e cultura attuale, rafforzando il senso di identità del
paziente.

b. Oggetti attivi  Nella terapia si possono usare degli oggetti considerati magici nelle
società tradizionale  sono oggetti che hanno potere di guarigione: medicamenti, feticci,
luoghi.

Nelle culture tradizionali un MEDICAMENTO è un OGGETTO ATTIVO:


- I medicamenti sono fatti su misura per la specifica persona (corrispondono al
farmaco nella medicina occidentale che è uguale per tutti e, al contrario, lega il
sintomo alle persone/pazienti che così diventano tutte uguali);
- Permettono invece di separare il sintomo dalla persona;
- Sono un VINCOLO A PENSARE secondo certe logiche tradizionali che portano il
paziente a pensare e a sentire in modo diverso il proprio disturbo.

Il cambiamento terapeutico

- Processo di DECOSTRUZIONE e di RICOSTRUZIONE di senso della malattia


attraverso gli artefatti della cultura di origine che hanno un ruolo centrale nella
costruzione dell’identità psicosociale;
- Anche il terapeuta e l’operatore occidentale possono utilizzare OGGETTI e
PRESCRIZIONI.

Lezione 02.11.2021

MARIE ROSE MORO

33
1. Nasce in spagna, è una psichiatra francese che è una delle autrici che è più importante nel
campo nel campo delle migrazioni. Medico psichiatra, dirige il servizio di psichiatria del
bambino e dell’adolescente all’ospedale Avicenne a Bobigny.

I TRE PUNTI FONDAMENTALI DEL SUO PENSIERO

1. I tre sì alla: psicanalisi, al complementarismo e all’importanza della trasmissione


transgenerazionale.
2. Principi della clinica transculturale.
3. Il dispositivo di cura.

I TRE SI:

1.SI ALLA PSICOANALISI

 La relazione «genitori-bambino» può essere però compresa solo all’interno del sistema
culturale di appartenenza dei genitori: lingua, rappresentazioni culturali, teorie eziologiche
per spiegare malattie, logiche delle terapie tradizionali…
 Bisogna sempre agire in primo luogo sull’interazione tra i genitori e la cultura d’origine,
prima ancora che sul bambino

2. SI AL COMPLEMENTARISMO di Devereux

 È necessario utilizzare insieme ma non contemporaneamente l’ANTROPOLOGIA per


decodificare la cultura e la PSICOANALISI per decodificare il mondo interno

3. SI ALL’IMPORTANZA DELLA TRASMISSIONE TRANSGENERAZIONALE  per


capire il bambino bisogna capire le sue origini soprattutto se si stratta di migranti.

 Importanza dei legami tra una generazione e l’altra


 Ciascuno di noi è portatore di un MANDATO TRANSGENERAZIONALE che affonda le
sue radici nella vita psichica infantile dei nostri genitori e dei loro conflitti con i propri
genitori
 Più difficile per i figli di SECONDA GENERAZIONE di migranti su cui grava l’esperienza
migratoria dei genitori.

PRINCIPI DELLA CLINICA (E DELLA RELAZIONE) TRANSCULTURALE

1. UNIVERSALITA’ PSICHICA Tutti gli esseri umani hanno in comune degli universali (p.e.
l’inconscio) anche se in forme diverse e complesse

2. Necessità di una continua CODIFICA CULTURALE (che passa soprattutto attraverso la lingua)
sia per i pazienti che per i terapeuti. Tre livelli di codifica culturale:

o Livello delle RAPPRESENTAZIONI (dell’essere genitore, figlio, ecc. nella cultura del
paziente e dei suoi famigliari e anche in quella dell’operatore)

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o Livello del SIGNIFICATO (delle azioni nella vita quotidiana per la cultura del paziente e
dei suoi famigliari e anche in quella dell’operatore)
o Livello del FARE (cosa i pazienti si aspettano che si faccia)

3. Inquadrare i pazienti migranti nell’ottica della MODIFICAZIONE INEVITABILE DELLA


LORO CULTURA A CUI VANNO INCONTRO, attraverso l’analisi dei processi
transgenerazionali

I DISPOSITIVI DI CURA

Organizzazione terapeutica specifica


 Un sistema di cure a GEOMETRIA VARIABILE, flessibile secondo le caratteristiche del
paziente
 Un sistema di cure PLURALE: équipe multidisciplinare di origine diversa e formata alla
clinica
 Le consultazioni vengono svolte tra «due comunità» per creare uno spazio transizionale, un
luogo METICCIATO E COSMOPOLITA dove condividere vissuti e nuovi punti di vista 
per cambiare è utile avere pov differenti anche se non rispecchia la nostra. Ascolto qualcosa
che per me non ha senso ma per altri si.
 DECENTRAMENTO, per vedere la realtà dal punto di vista dell’altro. Il fatto che io devo
non mettermi al centro, per riuscire a vedere il pov degli altri. Prima di decentramenti ho un
arroccamento, che derivano dalle relazioni quindi da un controtransfert che c’è
inevitabilmente tra persone di culture differenti. Culturalmente potremmo dire etnocentrici,
la psicologia cross-culturale è il perfetto decentramento, che non pensa anche al pov di vista
del sistema che sto osservando; quindi, dell’etica derivata di Berry “quello che noi pensiamo
sia etico, legge universale, corre il rischio di essere emico”.
 Importanza del CONTROTRANSFERT relativo alle reazioni affettive e culturali consce e
inconsce del terapeuta (come reazioni di ostilità, rifiuto, oppure di iperprotezione).

RENE KAES: TEORIA PSICANALITICA DEL LEGAME INTERSOGGETTIVO

Viene utilizzato il suo pensiero per capire dei fenomeni complessi e la relazione tra mondo interno
della società contemporanea. Influenza reciproca mondo interno-mondo esterno (cultura interna-
cultura esterna).

Ha lavorato in termini puramente clinici, non occupandosi della cultura, se non in un certo modo: ha
parlato per primo del fatto che la mente è intersoggettiva, ovvero non può funzionare se non c’è un
mondo esterno. Grazie agli organi di senso, il nostro sé, sono in relazione, parla di un inconscio che
è nelle relazioni, non solo nella nostra testa.

L’identità, cioè il sé, è per forza appartenenza, non esiste il sé da solo.

I processi che legano le persone tra loro sono formazioni psichiche intersoggettive che consentono
di comprendere di più la relazione tra “mondo interno” e mondo esterno che non sono mondi
separati.

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L’identità sociale che è una specie di ossimoro, perché la cosa interessante è che studiavano persone
della cultura occidentale, ovvero individualista, eppure queste società l’identità c’è solo perché ci
sono dei rapporti sociali.

Kaes introduce due concetti fondamentali:

a. Dice che esiste una relazione continua di causalità reciproca tra mondo interno e la cultura
 proprietà degli artefatti ovvero il doppio destino, nel senso che non si trasmettono da soli,
hanno bisogno di persone che li creano e li trasmettono.
b. Processo di co-costruzione la cultura influenza l’individuo (assoggettamento), ne orienta
la comprensione della realtà ma favorisce anche l’autonomia  soggettivazione con l’uso
autodeterminato degli artefatti.
c. Approfondisce la relazione tra soggetto e i legami con gli altri da cui egli dipende e che
costituiscono dei LEGAMI INCONSCI per la presenza di un INCONSCIO
INTERSOGGETTIVO

CONCETTI FONDAMENTALI:

1. I garanti metapsichici: Miti, credenze condivise, ideali comuni, valori di una società,
alleanze inconsce intersoggettive che danno appartenenza all’individuo

La funzione è dare CONTINUITA’ della realtà psichica condivisa, che dà senso al soggetto
rendendogli possibile la realizzazione dei processi psichici individuali.

ALLEANZE INCONSCE transgenerazionali quindi con i genitori, con i nonni, con la famiglia, con
i valori sociali. Organizzazioni psichiche che contribuiscono a strutturare la psiche

Caratteristiche:

- Carattere inconscio
- Ci danno il senso di esistere e di appartenere a una «continuità» familiare e sociale.
Questa è una tendenza della mente nel momento in cui io esisto come persona,
altrimenti senza le garanti non riuscire ad attivarmi.

Noi attuiamo dei meccanismi psicologici perché ci sono dei garanti e attraverso essi, queste garanti
ci danno senso di appartenere a qualcosa di esterno e ad arrivare a noi successivamente  la mente
funziona perchè ha bisogno della società fuori e solo così esprime le sue potenzialità.

2. Garanti metasociali: istituzioni sociali e culturali, politiche, religiose che presiedono la vita
quotidiana e su cui poggiano garanti metapsichici. Il loro buon funzionamento permette il
funzionamento dei garanti metapsichici e quindi lo sviluppo del sé.
3. Processi psichici individuali: I GARANTI metapsichici e metasociali sostengono e
permettono l’attivazione dei processi psichici individuali. Così il soggetto si riconosce in

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modo profondo come appartenente ad un insieme di individui della propria famiglia presente
e passata e si iscrive nella sua genealogia famigliare.

I processi di «affiliazione» e di appartenenza ad una comunità si intersecano con la


formazione dei processi psichici di «filiazione», fondati sulle alleanze inconsce
transgenerazionali.
Filiazione, legame di genere biologico e di affiliazione legami affettivi che derivano
dall’appartenenza ai gruppi. I primi sono inconsci, una parte del sé deriva da questa
filiazione, a cui poi si aggiungono le affiliazioni.
4. La terza topica:
- Terza possibile sede dell’inconscio
- Spazi psichici del legame tra sé e l’altro, dei processi intersoggettivi, del rapporto
degli artefatti.
- L’inconscio ha anche una sede extra somatica, in parte esterna al mondo
intrapsichico, in parte esterna al mondo intrapsichico, depositata negli artefatti.
5. L’individuo tra soggettivazione e assoggettamento:
processo di SOGGETTIVAZIONE  La soggettivazione è un PROCESSO ATTIVO
«La soggettivazione si crea mediante un duplice processo psichico: uno opera in ciascun
soggetto secondo le sue determinanti interne, l’altro si sviluppa a partire dallo spazio
psichico intersoggettivo»

La soggettivazione non può essere fatta una volta per tutte, il soggetto in divenire nella
strutturazione dell’Io ricompone la sua storia man mano che si soggettivizza  se io ho
imparato a desiderare qualcosa, in funzione delle relazioni intersoggettive, fin da bambino,
una parte del mio desiderio è legato ai garanti, ma posso diventare anche diverso, cioè c’è
uno spazio al cambiamento.

«Ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi possederlo davvero.»

Io posso desiderare quello che desidera la cultura precedente ma per essere assoggetivazione
devo riappropriarmene.
La CULTURA rappresenta un insieme di vincoli e di istruzioni al comportamento che
struttura il Sé e lo fa crescere. Questo aspetto strutturante, assoggettante secondo KAES,
permette l’espressione attiva della propria soggettività, attraverso l’uso
AUTODETERMINATO degli artefatti.

VIOLENZA STRUTTURALE

Ogni società ha una violenza strutturale e che ognuno di noi contribuisce a questo meccanismo di
violenza, vincolo che operiamo sugli altri.

Precisa modalità di relazione tra soggetto e gruppo di appartenenza, organizzata intorno a


meccanismi sociali che definiscono rigidamente la suddivisione delle risorse tra i suoi membri e le
modalità di accesso ad esse.

Ogni società riproduce in questo modo specifiche configurazioni di linguaggi, desideri, proibizioni.
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Ogni individuo, nel momento in cui assume un’identità di genere, ruoli, posizioni, compiti,
contribuisce consciamente o inconsciamente a reiterare questo meccanismo.

Lezione 04.10.2021

I luoghi che curano, Paolo Inghilleri

Introduzione:

È un libro diviso in tre parti:

1. Sottolinea i fattori di rischio che la cultura oggi nella nostra società comporta e mette alla
prova il nostro mondo interno.
2. Riguarda i fattori protettivi che noi abbiamo come specie rispetto a questo malessere, per
cui ci sono delle situazioni/sfide/rischi dove fortunatamente non tutti stanno male.
3. Questa parte si lega alla cura ma non a quella a tutti i sensi, ma bensì quella (cura) legata ai
luoghi, quella parte specifica dell’ambiente culturale che sono i nostri luoghi o i luoghi della
comunità appartenente, essi, possono portare dei fattori di ristoro alla nostra mente, la quale
è sottoposta a stress e rischi. Un’ulteriore sottolineatura viene data in questa parte rispetto
agli effetti postivi della natura e del nostro pianeta(?). C’è anche un accenno sull’equilibrio
ecologico.

È come se trasportassimo le teorie generali e alcune verranno prese in questa parte del corso.

ESPERIENZA DI RICERCA A MUMBAI:

L’inizio del libro vuole sottolineare che la complessità delle culture oggi presenti e degli scambi
culturali. Noi, oggi, siamo (molto spesso) legati al fatto che l’intercultura è legata ai migranti che
arrivano nel nostro paese, ma in realtà il mondo è molto complesso questo perché le culture sono
variegate, ricche e connesse e continuamente in connessione, studiandole si capiscono dei

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meccanismi più generali della relazione tra la psiche e la società. Ricerca fatta nello slam di
Mumbai.

Perché lo slam? Perché viene proposto? Questo perché esso è molto interessante e perché al suo
interno ha delle dinamiche che non sono solo molto diverse dalla nostra società ma anche per certi
versi diversi dal resto della società della città che circonda lo slam, quindi questi agglomerati di
baracche di vita e di relazioni, Kaes direbbe di intersoggettività assumono delle forme molto
sofisticate al loro interno che le differenziano anche dal resto, in questo caso, della società di
Mumbai.

È impossibile invadere, precipitarsi in una comunità/gruppo senza un’adeguata preparazione, in


questo caso, per la ricerca si è fatta una lunga trattativa con un’università privata indiana presso
questa località che fece un accordo col dipartimento di coloro che parteciparono alla ricerca e
attraverso quest’università (che è da tanto che lavora con lo slam si ha un contatto con una serie di
ONG che lavorano con le donne, ma non sono solo dello slam). Si ha lavorato con esse (le ONG), in
qualche modo si è accettati, tanto si capisce come funzionano le cose in quella comunità attraverso i
mediatori e/o esperti delle ONG e a quel punto si mette in contatto con le famiglie visitando le case
all’interno dello slam con una ipotesi di ricerca che era di vedere una serie di elementi che riportava
la letteratura  dietro a questa facciata di miseria e difficoltà che c’è, in realtà la situazione è più
complessa perché ci sono vari stratti e varie difficoltà. Però ci sono fenomeni molto positivi.

L’altra idea sempre attraverso le donne e la comunità c’è stato un legame con i leader di comunità,
cioè, delle donne di ONG. Per esempio, grazie al contatto con il sarto che è un leader di una parte
della comunità dello slam, successivamente i ricercatori hanno potuto mettersi in contatto con altre
famiglie.

Esperienza a Tokyo (altro es. della complessità delle culture al mondo): C’è stato l’inizio di una
ricerca a Tokyo con la professoressa di Cinese, Menegazza (che insegna in Via Festa del Perdono),
in quel periodo Voltemi era l’addetto culturale dell’ambasciata italiana a Tokyo.

In una delle foto possiamo vedere la torre di Tokyo che imita la Torre Eiffel al centro di Tokyo,
mentre nell’altra si può vedere un ristorante vicino all’ambasciata italiana che è la trasformazione di
una casa tradizionale molto bella di osaka a Tokyo che divenne un ristorante.

Come lo slam che ha la sua logica (che però non è la stessa dell’India, di Mumbai) qui si può vedere
come una cultura alla quale pensiamo molto stratificata e solida (come quella giapponese) ha delle
commissioni e delle trasformazioni, dall’occidente la torre ha un trasporto di una tradizione in un
luogo che non più così tradizionale o che non quella la tradizione come da Osaka e/o da Kyoto a
Tokyo. Quindi si può vedere l’aumento della complessità del problema.

Fotografia di un grattacielo di Caracas: Si tratta di un grattacielo mai finito che divenne una sorta
di megavillaggio dentro la città occupato da molte famiglie (spesso contadine e immigrate) che in
un unico edificio hanno ricreato una forma del villaggio, una città nella città, una serie di piccoli
villaggi nella città. Anche qui si vede la città, l’inurbamento s’affaccetta diventa complicato e se lo
si vede non solo come studiosi, ma come persone che abitano in questi luoghi si può vedere la
complessità.

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OSPEDALE DI BERBERA (SOMALILAND):

Somaliland è un piccolo paese dove avviene la cooperazione italiana ma non è riconosciuto da quasi
nessuno stato al mondo, è la ex Somalia britannica. Ma quello che interessa è il fatto che esisteva un
mental hospital (ospedale psichiatrico) nella città di Berbera (seconda città di Somaliland sul mare)
dove esistevano due ospedali che erano stati attivati e sostenuti durante la guerra civile in
Somaliland negli anni ’90: si trattava di un ospedale medico e uno chirurgico però di fianco c’era
questa struttura che era un ex-fortino inglese che loro avevano chiamato “Ospedale psichiatrico” e
dove i pazienti erano in gabbia e incatenati in maniera brutale (a delle sbarre o grossi motori di
camion per far sì che non potessero scappare) senza servizi per mantenere le menti impegnate e
anche le donne con problemi a reinserirsi in una società futuraposti che andavano chiusi e spezzare
le catene non solo simbolicamente (→avveniva ma avviene anche ora in alcune parti di questo
paese). Questa situazione veniva considerata come un qualcosa di non psichiatrico. La società
somala è regolamenta in maniera molto raffinata da un codice non scritto di deviazione delle
dispute tra i clan famigliari, per tutta la società somala è organizzata in clan quindi si parte dalle 5/6
grandi famiglie somale, s’arriva via via a strutture limitate come loro per poi finalizzare con un clan
finale che può essere costituito da un centinaio di persone, (avviene anche in Albania e in altri paesi
di maniera un po’simile in certi aspetti) se per es. io faccio del male a una persona di un altro clan
non sono responsabile solo io del danno che ho causato bensì tutto il mio gruppo, mentre l’altro
gruppo (quello di chi ha subito il danno) deve ricevere un risarcimento (questo grazie alla
mediazione tra gli anziani dei due clan) che è spesso l’omicidio di una o più persone del clan che ha
causò il danno, ci sta una sorta di mediazione ma tossica a volte la logica sala in queste dispute e si
ha bisogno di una regola culturale. Ci possono essere due logiche:

 Logica del sangue: si può dare il caso che io, che sono stata la persona che ha causato il
danno posso essere figlia di uno dei membri del clan (B) di chi ha subito il danno, e questo
caso si deve scegliere quale delle due logiche seguire.
 Logica tradizionale: ci si può dimenticare il fatto che nelle mie vene scorre il sangue di un
membro del clan (B) e quindi pagare il risarcimento nel modo in cui è stato deciso e nel
momento che è.

Quindi a questo punto si verifica un disordine della regola culturale. E quindi cosa fanno? Lo
mettono lì in attesa di decidere cosa fare con questa persona che ha infratto delle regole (= crisi del
sistema) e quindi oltre a decidere cosa fare bisogna decidere quale delle due logiche seguire per
mediare il conflitto. L’isolamento nel mental hospital della persona è fatto per proteggerla da
possibili rivalse nei suoi confronti e comporta alla sospensione dell’ordine sociale. Ed è per questo
che viene messo in disparte, incarcerato e non l’è data la possibilità di uscire né niente, perché NON
si tratta di una malattia bensì di un disordine della cultura, e come se ci fossero delle istituzioni (che
per noi sono malsane e per certi aspetti lo sono) che devono tener conto di questa di questa possibile
rottura della regola culturale e poi si possono togliere le catene.

Perché oggi stiamo male?

 Per l’OMS 17 milioni gli italiani con disturbi psichici più o meno gravi.
 10% dei ragazzi tra 15 e 29 anni presenta forme ansiose o depressive.
 In questa fascia di età il suicidio rappresenta la seconda causa di morte.
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L’ANSIA

L’ansia è un fenomeno inevitabile perché io normalmente non ho sempre la mia esperienza


ottimale, e corrispondente a ciò che è la situazione ideale mia.

Effetto opposto della noia, competenze acquisite e monotone. C’è un disequilibrio continuamente
anche perchè aumenta l’informazione. La forma peggiore è l’attacco di panico. L’ansia è una vera e
propria sindrome riconosciuta. Tutti abbiamo continuamente l’ansia, ma che è altalenante durante
magari la giornata. Negli usa il 10/13% hanno avuto un attacco di panico.

Un attacco chiaramente crea delle conseguenze. Come un impossibilità di fare òe cose o nel
peggiore dei casi di morire.

Ci sono tredici elementi che sono gli effetti di questo attacco di panico “è un improvviso aumento di
intesa paura o disagio che raggiunge un picco in pochi minuti, durante i quali si verificano quattro
o più dei seguenti sintomi”:

1. Palpitazioni, sensazioni di cuore in gola o tachicardia


2. Sudorazione
3. Tremori fini o grandi scosse
4. Sensazione di respiro corto o soffocamento
5. Sensazione di asfissia
6. Dolore o fastidio al petto
7. Nausea o disturbi addominali
8. Sensazione di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o svenimento
9. Brividi o sensazioni di calore
10. Parestesia
11. Derealizzazione o depersonalizzazione
12. La paura di perdere il controllo o di impazzire
13. Paura di morire.

RIMPIANTO

 Pre-scelta
 Post-scelta
 Autocolpevolizzazione e insoddisfazione
 Massimizzatori VS Satisfier

TENDENZA ALLA MASSIMIZZAZIONE E RIMPIANTO

Questo meccanismo non vale allo stesso modo per tutti gli individui. Riguarda poco i satisfier, cioè
coloro che si accontentano di decisioni abbastanza buone per loro, e riguarda soprattutto coloro che
si caratterizzano come massimizzatori, coloro che si aspettano sempre il meglio dagli esiti delle loro
scelte e che non si accontentano mai nel “good enough”, del sufficientemente buono.

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Evidenze scientifiche mostrano come connubio tra le altre aspettative e il rimugino dovuto alla
difficoltà nella scelta può portare i massimizzatori a vivere la propria quotidianità in uno stato di
ansia e insoddisfazione.

Lezione 09.11.2021

“I LUOGHI CHE CURANO”

Molte società hanno l’idea che ci si sente individui se si appartiene ad un collettivo, che ci vincola
ma ci da anche molte opportunità  società collettivistiche.

INDIVIDUI O DIVIDUI? DA MARRIOTT A INDER ATTRAVERSO DUMOND FINO AL


APPADURAI

Appadurai sottolinea che negli anni ’30, degli autori avevano coniato il tempine di dividuo per dire
individuo, ovvero il sé interdipendente. Per avere identità devo essere dentro una eret che mi dà una
serie di garanzie.

Dumond perché ha studiato le caste indiane. Le società in cui si parla più di dividui. Io indiana per
nascita appartengo ad una casta che è ereditaria, perché ne fa già parte la mia famiglia.
Nell’economia indiana ognuno trova una sopravvivenza nel lavoro del villaggio. Io trovo la mia
posizione, anche psicologica perché appartengo a un sistema delle caste in questo caso.

La maggior parte di noi stessi deriva dai processi di affiliazione come società individualistica
(scelgo io di appartenere, mi affilio a un gruppo per mia scelta). Mentre quelle collettiviste più
filiazione (essere figli). Collegamento con Kaes: soggettivazione-affiliazione e assoggettamento-
filiazione.

Anche nella nostra cultura c’è il fatto che noi apparteniamo a una rete sociale che ci fa bene, e
troviamo una serie di esempi: la letteratura narrativa.

Il dividualismo socializzato e positivo: non lo faccio solo per gli altri, ma anche per sé stesso. Ad
esempio, la vaccinazione. Non bisogna essere solo nello slam, ma anche dividui.

Delle volte questo dividuo, non è individuo delle società individualistiche, ma è così separato dalla
rete sociale che sta male. Esiste così il dividualismo negativo: non sono individuo perché non
riesco a esprimere me stesso. Ad esempio, in occasione della migrazione, la depressione,
l’alienazione del sé, l’acculturazione. È una situazione in cui io non riesco a esprimere magari il
meglio di sé, le proprie motivazioni, l’essere padre/madre. Si perde il senso della propria identità
senza sentirsi appartenenti ad una rete collettiva  in ogni caso non sono più un individuo che
agisce sul mondo.

Un’altra causa del malessere: la solitudine esistenziale

42
Assoggettamento estremo: iperdisagio della civiltà (Freud), troppe imposizioni senza che ci sia un
equilibrio che dia benessere.

Una delle fonti di malessere attuale è questa, scambio di disagio che non funziona più.

Kaes: la teoria psicanalitica del legame intersoggettivo.

IL CONFORMISMO

È la tendenza dell’essere umano a uniformarsi alle opinioni di gruppo.

 Bisogno dell’approvazione e sicurezza


 Legato all’autostima (chi ha una stima maggiore di sé ha meno bisogno di uniformarsi agli
altri).

L’OBBEDIENZA ALL’AUTORITÀ

Entravano in uno stato di agente, di un’altra persona. Agenti in un terribile processo di distruzione.

LE CONCLUSIONI VENGONO RICONOSCIUTE COME VALIDE ANCORA OGGI.

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Quindi l’idea è che una persona normale può fare degli atti a seguito dell’influenza sociale.

Sto più attento a come sto facendo bene, rispetto a quello che mi dicono piuttosto che ai risultati.

UN’ALTRA CAUSA DEL MALESSERE: LA DEUMANIZZAZIONE

La deumanizzazione  Può essere scatenato da tantissimi fattori. La psicologia la studia molto, io


definisco alcuni gruppi umani meno umani del mio o addirittura non umani. Gli influenzatori fanno
si che si pensi questo come, ad esempio, il nazismo (che in realtà li considerava meno umani, li
animalizzava).

Infraumanizzazione  alcune persone hanno dei sentimenti ma meno raffinati, sofisticati di ‘noi’
umani, come il colonialismo con i neri d’America. Come ad oggi la disabilità, la differenza di
genere, le donne rispetto agli uomini. Grande fonte di malessere in cui gruppi sociali sono messi in
queste condizioni. Sono anche dovuti al contesto.

Lezione 11.11.2021

DEUMANIZZAZIONE DI ZIMBARDO

La deumanizzazione di Zimbardo (video)  siamo negli anni ‘60 nell’ambito di ripercorrere


situazioni di ricerca. L’idea è di Zimbardo di selezionare delle persone normali, senza problemi
psicologici, in questo caso tra studenti e creare una situazione di prigionia. Viene dato subito un
numero e l’uniforme appena vengono incarcerati. L’abuso aumenta day-by-day.

“Tu diventi il ruolo e il ruolo diventa te”  si creano delle dinamiche per cui alcuni si ribellano di
più. Anche le guardie sono colpite dalle tensioni di gruppo. Oltre alla situazione del contesto e ruoli,
i partecipanti che sono colpiti non più dalle guardie ma dal contesto.

POTENTIAL FUNCTIONS OF DEHUMANIZATION

Permette una dinamica aggressiva della relazione tra i gruppi; permette di dire che il mio è diverso;
ho il diritto di opprimere gli altri; posso aggredirli; all’interno dei gruppi i ho una coesione; quindi,
io accetto questa cosa (membro del gruppo solitario).
44
FUNZIONI PSICOLOGICI DELLA DEUMANIZZAZIONE

Noi abbiamo come specie anche la tendenza a subite le regole del contesto e come se questa
tendenza che noi abbiamo alla cooperazione, in alcuni casi mi portano anche se non voglio essere
parte di quelle azioni.

Ho un insieme di valori che mi portano a far si che chi non è su quei valori può essere colpito più
facilmente verso comportamenti che non pensiamo di avere. Avviene nelle situazioni di
infraumanizzazione, in cui gli altri gruppi si possono colpire.

UN’ALTRA CAUSA DEL MALESSERE: SE PERDO I BENI COMUNI STO MALE

Possono essere:

 Le risorse naturali: hanno un aspetto, magari non solo economico (tipo le risorse marine),
anche psicologico con il fatto che do senso alla mia vita attraverso i beni comuni.
 La capacità di usarle e il diritto di una comunità di godere dei loro frutti per preservarle: il
problema della pesca non è solo di poter avere il diritto di pescare nelle acque siciliane-
tunisine, ma che ho la capacità di fare il pescatore.
 I luoghi, le tradizioni e il rapporto con essi.
45
 La salute:
o Solastalgia  dolore causato dal vedere i cambiamenti climatici e ambientali violenti.
o Ecological grief  sofferenza psicologica (PTSD) in senso di perdita quasi come il lutto per
i cambiamenti climatici.

PTSD

Disturbo post traumatico da stress. Magari post guerra, situazione terroristica, post-incidente,
terremoto. Quando c’è questo stress/rottura avvengono una serie di sintomi comuni che sono tutti
dei traumi: sintomi fisici, disperazione, senso di colpa, pensieri intrusivi, insonnia…

LE REAZIONI CULTURALI (NEGATIVE) DIFRONTE A QUESTI MALESSERI E


SPAESAMENTI (KAES)

Difronte a questa situazione di disquilibrio, le persone possono reagire a seconda delle diverse
situazioni.

 Cultura del controllo /violenza (terrorismo/controllo sociale) reagisco con la violenza.


 Cultura dell’illimitato (rischi, workaholic, droga) di fronte ciò c’è l’idea che supero i
limiti in maniera tale da avere io il controllo, passo a capo io.
 Cultura dell’urgenza (solo il presente) come se non esistesse dal pov culturale, né il
passato né il futuro, ovvero come le reazioni intersoggettive superassero quelle del passato e
del futuro.
 Cultura della malinconia (mancanza di aspirazioni, depressione) c’è una mancanza di
aspirazione sociale, quindi è una cosa collettiva.
 Cultura senza garanti e mentori se non ci sono i garanti sociali io perché devo mettere
in gioco quelli psichici? Quindi tendo a non attivare le capacità di base della mente. Che non
da garanzie sociali anche economiche, non ha quindi i mentori ovvero i punti fondamentali, i
pilastri. Ogni società ha un mentore, che fanno parte delle garanzie sociali, come la nonna/o
o delle figure storiche di riferimento (Marx, Maradona).
Sono tendenze psico culturali.

Lezione 16.11.2021

Noi siamo una specie che si è evoluta partendo dai gruppi umani, e in funzione di vantaggi anche
evolutivi per la riproduzione non solo biologica.

YUVAL NOAH HARARI

46
È uno storico che lavora a Gerusalemme che ha scritto una serie di libri in cui riflette: perché la
specie dei sapiens si è evoluta rispetto alle altre. Parte da una serie di grandi cambiamenti:

 Rivoluzione cognitiva (70.000 anni fa): è il momento in cui si cominciano a costruire


simboli e artefatti e costruire relazioni sociali. I gruppi umani cooperano. Queste forme
sociali non ci fosse la distinzione netta tra tempo del lavoro e del non lavoro, non c’era
tempo libero come oggi.
 Rivoluzione agricola: il fatto che si cominciano a capire che è possibile piantare dei semi,
che non sono prodotti solo selvatici, ci si dedica alla loro semina che implica una stanzialità.
Nascono degli accampamenti e vengono due accampamenti fondamentali: si crea il fatto che
c’è da un lato l’accumulo, e questo accumulo non è per forza di tutti ma inizia a esserci una
stratificazione sociale di chi accumula di meno/più  si creano gerarchie, imperi.
 Rivoluzione scientifica: con Galileo Galilei, Copernico, leggi che seguono una logica
scientifica oggi. C’è una fiducia al sapere scientifico e un primato di alcune parti del mondo
rispetto ad altre.
 Rivoluzione industriale: le tecniche e le gerarchie sociali si esprimono attraverso la nascita
delle industrie  classi sociali nuove non solo legate alla nobiltà e affidate al progresso.
 Rivoluzione tecnologica: nuovi media, internet, la nuova innovazione di Marconi con la
radio da cui tutto deriverebbe.

Alla base di ciò c’è dal pov psicologico: dicono che in questi percorso di cambiamenti ci sono stati
dei fili conduttori, stabili che hanno fatto da linea guida perché tali, si agganciano a delle qualità
legate alla biologia dei sapiens che sono delle tendenze psicologiche a certi meccanismi:

 Sopravvivenza: molte specie di fronte al fatto che con un comportamento di sacrificio alla
vita si emette la sopravvivenza di più di due figli il comportamento viene attuato. È il gene
che tende a sopravvivere non l’individuo.
 Ricerca della felicità: tenenza allo star bene psicologicamente, alla meaningfullness, c’è la
ricerca di stati psicologici positivi.

ATTRAVERSO

1. Cooperazione;
2. Altruismo;
3. Messa in atto delle proprie capacità.

STEVEN PINKER E L’ILLUMINISMO ADESSO

Altro fattore protettivo che viene messo in evidenza è il fatto che siamo esseri razionali o comunque
che riusciamo a fare delle azioni sul pianeta che permettono dei cambiamenti positivi che ci portano
a far fronte alle situazioni di malessere.

Illuminismi adesso – in difesa della ragione, della scienza dell’umanesimo e del progresso: la
parola progresso crea uno scandalo perché viene messa in discussione perché altre culture vengono
essere tenute in considerazione minoritario dal colonialismo politico dell’800.

47
Pinker sostiene che queste tendenze alla razionalità della scienza occidentale sono positive, qui
infatti parla dell’illuminismo odierno come elemento positivo. Egli dice “La vita dei sapiens è
migliorata con la globalizzazione”.

Egli fa vedere una serie di dati in cui dice che sono aumentate la uguaglianze tra paesi ricchi e
poveri. La razionalità è una dote che ci protegge rispetto alle fonti di malessere.

Dice anche un’altra cosa  si chiede come mani non vendiamo questi casi di miglioramento a
causa di due meccanismi cognitivi:

1. Leggere la realtà in termini emotivi piuttosto che sull’evidenza dei dati;


2. Tendenza a memorizzare di più gli eventi negativi rispetto a quelli positivi.

Il grande vantaggio che permette di andar contro a questi effetti potenziali di malessere è il fatto che
siamo una specie che ha una capacità di risolvere i problemi (uniamo la razionalità) e cooperazione.

Siamo una specie cooperativa ed esistono due tipi di cooperazione:

1. Mutualistica (coordinazione):
- Si prendono decisioni per vantaggi sia nostri che degli altri;
- Il successo della coordinazione dipende dalla conoscenza comune, reciproca e
condivisa.
2. Altruistica: faccio qualcosa che ha un costo, quindi si agisce per gli altri subendo un costo.

Siamo sopravvissuti perché abbiamo una mente capace di cultura  un grande vantaggio.

La capacità di depositare memorie e informazione rendendole così disponibili alle generazioni


future.

LE PROPRIETÀ DEGLI ARTEFATTI:

contendono informazione (memoria) e al contempo emettono informazione (prescrivono perché


connesso al fatto che non solo negative ma ci danno vantaggio perché so cosa fare, mi danno
sicurezza, appartenenza comune) è come se a livello di artefatti, i singoli artefatti ho qualcosa che
mi costringe a penare in un certo modo e questo mi permette poi di anche essere soggetti attivi, di
cambiare, di andare avanti, che io riesco a essere una persona che cambia, quello che mi trasmette la
generazione precedente.

Questa continua dinamiche tra vincolo e libertà e questo è un grande vantaggio esclusivo.

Lezione 18.11.2021

Oltre alla razionalità c’è una tendenza alla socializzazione, cooperazione e altruismo fin dalla
nascita.

48
EMPATIA

Se uno dei vantaggi è cooperare, se siamo una specie che fin dai primi giorni di vita abbiamo una
mente che socializza e che coopera, dobbiamo capire che elementi abbiamo all’interno del cervello
per favorire questo.

Sembra una cosa che riguarda il senso comune ma le scienze psicologiche l’hanno definita come un
processo che riguarda due aspetti:

- Riconoscimento e risposta: io ho la capacità di cogliere le esperienze dell’altro e


riconoscerle all’interno di me stesso; è più semplice sicuramente essere empatici
con persone della stessa cultura. Ma ci sono anche delle emozioni di base che
hanno tutte le specie. Abbiamo qualcosa che permette questa possibilità. Noi
tendiamo a vivere le emozioni in modo simmetrico.
- Aspetto cognitivo aspetto affettivo/emozionale: se io riconosco un’emozione di
un altro devo avere la capacità cognitiva di riconoscerlo (in parte legata alla
cultura) e di conseguenza rispondere con un’emozione simmetrica.

NEURONI SPECCHIO

Sono studi abbastanza consolidati, ma la novità risiede in qualche cosa che deriva da studi recenti
 funzione da un lato molto biologica, ma dall’altro aspetti dal pov comportamentale: la scoperta
dei neuroni specchio o meglio dire sistema dei neuroni specchio. L’idea è che quando osserviamo
un movimento c’ è una parte del cervello che si prepara ad eseguirlo.

Una parte è quella dei moto neuroni quindi che comandano il movimento (a destra del cervello).

Questo gruppo di studiosi scopre che tutte le volte che vedo una persona che fa un movimento i
miei moto neuroni si attivano, si accendono senza fare il movimento.

Queste aree motorie (a destra) sono collegate a dare legate alle emozioni di tipo più astratto che
stanno nella corteccia frontale. Quindi attivando i neuroni motori attivo una parte del cervello tipica
della specie umana.

Una parte importante di questa relazione diventa poi un grande motore per lo sviluppo delle culture.
Tendenza all’applicazione culturale attraverso l’esperienza, anche positiva. L’emblema è
consolidato anche nella pedagogia della scuola, del bambino. Se io introduco in maniera positiva
certi contenuti ai bambini, l’apprendimento da parte loro sarà più semplice ed immediato. Ho
bisogno del coinvolgimento tipico delle persone affinché l’artefatto permanga e si trasmetta nel
tempo.  stream of consciousness/esperienza ottimale.

C’è un integrazione ottimale tra motivazioni e stato ottimale. Che aree del cervello entrano in
attivazione quando ho un flusso di coscienza? Molte aree che vengono attivate quando no abbiamo
un esperienza ottimale sono le stesse quando ho l’empatia.

Io ho anche un equilibrio tra richieste, capacità e competenze.

49
Alcune società sono più allenate a riconoscere facilmente l’interdipendenza della nostra società
rispetto ad altre.

Lezione 23.11.2021

LA CURA, LA PREVENZIONE DIFRONTE AL MALESSERE.

La cura legata al luoghi, agli artefatti, ai luoghi che ci circondano legati anche alla natura.

In Italia, da lungo tempo, c’è una legge che regolamenta la psicoterapia (la cura attraverso la
parola). Ci sono tanti tipi di psicoterapia.

Ci sono delle forme implicite a disposizione nostra per far controllare il malessere psichico, che
sono certi luoghi, oggetti e ambienti naturali.

I LUOGHI DELL’INFANZIA

Sono luoghi legati alla nostra vita quotidiana, partendo dall’infanzia appunto anche dai primi giorni
di vita. L’introiezione del sé avviene tramite la cultura. La storia della psicologia ha a adisposizione
due teorie che ci fanno capire che ruolo hanno i luoghi legati all’infanzia e perché ci danno
benessere psicologico:

 oggetto transizionale di Winnicott;


 la teoria dell’attaccamento di Bowlby.

Tutti gli oggetti, sono artefatti che hanno una serie di proprietà: ogni oggetto ha dentro di sé un
informazione che deriva dalla storia passata e al contempo emette prescrizioni/istruzioni
all’attaccamento.

Piccola parentesi Lo stesso principio l’avevamo visto quando Toby Nathan fa vedere che esistono degli oggetti molto
potenti ovvero i feticci ?? che racchiudono attraverso un assemblaggio racchiudono un insieme di significati e però
prescrivono comportamenti addirittura facendo funzionare il corpo.

Winnicott studia lo sviluppo del corpo ma anche della mente del bambino, quindi nei primi mesi e
anni di vita. E studia lo sviluppo delle prime relazioni oggettuali del bambino. Oggettuale perché
l’oggetto esterno a sé per l’infante è sia un oggetto animato che inanimato. Inizia a gestire delle
relazioni con degli oggetti, separata da sé stesso. Attraverso queste relazioni con l’esterno capisco
che c’è la mia mente che può interagire con il mondo esterno e in questo processo, andando avanti
con l’età, di capisce che la madre è un oggetto esterno a me neonata. E questi luoghi con oggetti che
riempiono il bambino di significati legati a chi mi sta di fianco; quindi, questi oggetti si riempiono
molto simbolicamente alla figura della madre/padre. Questi oggetti incorporano l’altro aspetto delle
relazioni interoggettuali.

Egli dice che c’è questo ruolo fondamentale degli oggetti che stanno vicino magari alla culla, e non
è un caso che siano morbidi, in cui transitano magari il petto morbido della madre.

50
se io inizio a pensare che esiste qualcosa esterno a me,
che ho degli oggetti in cui si depositano gli elementi,
riesco a sopportare la mancanza della madre  c’è un
oggetto che personifica la madre.

Gli oggetti hanno un estrema importanza nel facilitare


questo meccanismo.

Gli oggetti transizionali c’è una memoria di informazione,


che prescrivono qualcosa, in questo caso tranquillità
psichica. Non sono oggetti solamente dell’infanzia, ma
anche un immigrato se porta con sé, in Italia un suo abito
tipico della sua cultura.

BOWLBY – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO

La tendenza su base innata.

Nasce da tre blocchi concettuali:

1. ha cominciato a fare degli studi sulle deprivazioni affettive (fatte da un altro psicologo);
2. legame madre-bambino è qualcosa a cui siamo portati inevitabilmente  specie che nasce
immatura e che si forma solo attraverso le relazioni. Quello con la madre è chiaramente
quello primario. Tendenza innata a volere una relazione.
3. La relazione, quindi, è un bisogno primario per l’uomo

Quando i primi mesi di vita il bambino si sviluppa la teoria all’attaccamento (queste sono le
caratteristiche):

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 benessere = vicinanza alla persona amata;
 holding: presenza fisica e relazionale, che mi protegge;
 base sicura: si forma un nucleo sicuro;
 formazione di modelli operativi interni: comincio a
strutturare dentro la mia testa degli schemi sia mentali (c’è
la possibilità che esiste un altro che sa che è separata dalla
società esterna) ma questo mondo esterno ha delle
caratteristiche affettive e quindi inizio ad avere la
cognizione che sto bene se faccio alcune cose con l’altro
Interiorizzo dei modi di pensare per agire nel mondo.

ATTACCAMENTO INFANTILE E ADULTO

Avviene anche dopo l’infanzia, perché noi parliamo di una situazione ottimale, positiva con il
genitore (forme di attaccamento di tipo sicuro).

 Metodo di ricerca: Strange situation  il bambino viene posto in una situazione di stress e
ambiente non familiare, in cui viene fatto entrare un estraneo che non riesce a colmare il
vuoto della madre quando esce dalla stanza. Ha mentalizzato la madre e ha depositato dentro
di sé chi è e che ha bisogno della sua presenza che è esterna.
 Attaccamento sicuro.
 Attaccamento insicuro-ansioso ambivalente Al ritorno della madre in parte piange in
parte no, da un lato pensa che il ritorno della madre è permanente ma in parte non riesce ad
esprimere in fondo la sua sicurezza.
 Attaccamento insicuro-ansioso evitante.

Questi attaccamenti sia positive che negative, avvengono nei luoghi. Che questi luoghi si permeano
di situazioni positive (speriamo), negli odori, nella sistemazione, nei colori. Se la situazione
relazionale è positiva contribuiscono formazione positiva del sé.

I LUOGHI CHE ENTRANO DENTRO DI NOI

Chimamanda Adichie  scrittrice nigeriana.

Non sono solo luoghi singoli (gruppi familiari), ma anche luoghi delle appartenenza e della cultura
in cui viviamo.

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1. L’insieme dei luoghi della nostra vita quotidiana ci danno attaccamento. Ma magari non solo
a noi, anche ad altri e questo è un legame affettivo, che può legare anche un’altra persona a
quel luogo magari hanno anche un attaccamento differente.
2. Questi luoghi che danno sicurezza, benessere psicologico, contribuiscono a darci un identità
 place identity l’esperienza di vita diventano centrali e poi formano il nostro sé. Esiste un
passato ambientale legato ai luoghi in cui sono stata nella mia vita.

Quindi, ci sono i luoghi che curano, non solo quelli dell’infanzia ma anche quelli a cui io sento di
appartenere  si formano così le identità.

PSICOLOGIA DI COMUNITÀ

Sotto branca della psicologia sociale e culturale: studio della psicologia dei gruppi a cui sentiamo di
appartenere.

Empowerment di comunità: appartengo a


delle comunità in cui mi sento bene. Vediamo
e sentiamo quando mancano questi luoghi o
quando li perdo. Quando li riacquisto mi
danno un senso di identificazione del mio sé.

Lezione 25.11.2021

I SANTUARI E I LUOGHI SACRI

I luoghi in cui ci si sente bene anche in differenza delle varie religioni.

Ujjain: un tempio dove è posto uno spazio in cui si crede che sia già esistente, in cui una
moltitudine di persone vanno lì, che attendono lì per ore per venerare questo posto che fa sentire
rafforzati l’un l’altro. E c’è un segno che simbolizza questo segno d’appartenenza della comunità,
che rappresenta la loro religione.

Tempio d’oro Sikh: appartenenza legata all’etnia legata alla religione che diventa un simbolo
politico anche.

L’adesione della sacralità che diventa altro.

Santuario di Montallegro: durante il lockdown c’è stata una cerimonia dell’esposizione di un


artefatto che era stato un oggetto sacro che aveva protetto la popolazione dalla peste nel ‘600.
Quindi luogo sacro per chi è credente, ma che in certe condizioni diventa un intero luogo, che
simboleggia la possibilità di reagire  potere curativo dei luoghi.

Madonna della Cornabusa: esiste questa grotta dove apparve la madonna (secondo la tradizione),
perché il desiderio di questi luoghi diventano luogo di benessere al di là della funzione che viene
fatta dai fedeli cristiani. Alcune figure l’hanno molto amata, anche da parte dei non credenti, perché
era il luogo preferito del papa, prima di diventare tale.

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Anche da noi ci sono dei rituali che si avvicinano agli universi multipli, sono luoghi amati per il
loro ‘scopo’ dai fedeli, ma anche da altri.

GARANTI PSICHICI E SOCIALI

Perché avviene questo potere dei luoghi? Avviene tramite i garanti sociali (chiesa, sacerdote) che
attivano garanti psichici. Condividere esperienze che ci danno garanzie di esistere, di appartenere ad
una comunità.

Lo stesso può essere in un’altra religione in cui sono altre forme sociali che ci danno questo senso
di sicurezza, continuità…

Questa idea dei garanti è anche legata al concetto che ‘lì riesco ad avere delle esperienze psichiche
molto differenti’.

ESPERIENZA SOGGETTIVA: ISLAM, EBRAISMO E CATTOLICESIMO

*video in cui si vede tante persone che pregano ognuno secondo la propria religione*

 Modalità diverse non solo di rituali, ma anche di creare condizioni che si creano con le
esperienze.
 Momenti di coesione in tutti e tre i filmati.
 Situazioni immersive, dal pov fisico e corporeo.
 Tra soggettivazione e regole c’è questa unione.
 I luoghi e gli elementi dei luoghi (come al musica oppure il toccare la ma’qa alla Mecca).

Esperienze sia individuali che collettive, che mi danno senso di benessere quando si è insieme, in un
luogo ben preciso  questa idea dello star bene e dell’appartenenza culturale trova la sua
semplificazione nei cosiddetti riti di passaggio, molto studiati dall’antropologia.

Sono dei rituali che tutte le società umane che hanno avuto e che tendono ad avere in cui c’è un
cambiamento di status, dovuto al ciclo di vita o al funzionamento sociale. Come i riti di iniziazione,
ad esempio, ma anche di matrimonio, nascita, morte.

Tre momenti:

1. Separazione;
2. Transizione;
3. Reintroduzione (ritorno dov’ero partito ma sono diverso sia culturalmente, che
psicologicamente, che socialmente).

I LUOGHI DEL FLOW

Una cultura riesce a trasmettersi, come se io vado alla Mecca è chiaro che quando ritorno sono
segnata magari dopo aver visto la preghiera del venerdì.

L’esperienza fa entrare dentro di noi la cultura, grazie ai luoghi che ci permettono questo tipo di
esperienze.
54
Anche dei sottogruppi usano i luoghi per affermare il proprio benessere e la propria identità.

LE SOCIETÀ COLLETTIVISTICHE

Si può vedere anche questa esperienza non solo nei luoghi religiosi, ma anche che sono dei luoghi
di definizione da parte della comunità.

L’islam tanto studiato perché funge da esempi per altre situazioni sociali in cui si raggiunge
benessere sviluppo della propria identità  il potere dei luoghi da parte dell’islam, magari anche
poveri, distrutti ma interessanti dal pov antropologico perché avvengono le loro più importanti
relazioni sociali, tramite la preghiera.

ASPIRAZIONI E CAPACITÀ DI FONDO

In questi luoghi la gente si rende conto più facilmente di avere risposta delle capacità degli essere
umani che poi sono qualcosa che tutti noi tendiamo di averle.

Sono come dei diritti fondamentali:

L’idea di fondo è che le persone in quei luoghi stando insieme, in quel luogo che solo perché è così
la gente sta bene (parlando dell’islam).

I luoghi che curano perché riescono a portare questa situazione. Quindi questi luoghi che
permettono queste cose sono quelli che curano (quelli elencati su).

Lezione 30.11.2021

I LUOGHI CHE CURANO – ULTIMA PARTE

Anche l’idea dei luoghi che ci fanno stare bene è l’idea in cui io o rivivo dei momenti felici o ho un
senso di appartenenza di comunità, famiglia ecc.…

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Un altro versante della psicologia che studia più gli aspetti legati alla biologia dei nostri processi
mentali: siamo una specie che ha emozioni positive che dipendono dalle caratteristiche oggettive
dei luoghi (quindi non è il fatto che l’aula mi ha fatto passare dei momenti positivi, ma sono le
caratteristiche della struttura architettonica che mi danno esperienze positive).

LA STRUTTURA DEI LUOGHI CHE DÀ PIACEVOLEZZA AMBIENTALE

Interessa ai progettisti, agli architetti, anche nell’ambito del turismo o comunque a chi si occupa dei
luoghi comuni, chi deve organizzare anche una struttura aziendale o una casa.

In questo senso il modello di psicologia ambientale è questo di Kaplan, che ha come obbiettivo di
dire se unisco qualcosa che è molto vicino agli schemi mentali che abbiamo già a disposizione e
contemporaneamente si deve unire a qualcosa che si ha come sforzo cognitivo.

I luoghi, quindi, devono avere da un lato essere coerenti (so già come deve essere fatta un’aula, una
casa anche secondo il periodo storico) entra il fatto che ogni cultura ha poi ide di come deve essere
una casa ecc. ho una coerenza con gli schemi di riferimento che mi fanno capire cosa devo fare

Una ricchezza di stimoli percettivi, di forme, una complessità. Quindi un luogo ricco di differenze
tra le sue parti, messe anche in ordine, in cui ci sono tanti elementi non solo molteplici ma anche
coerenti.

Il mistero: c’è qualcosa che non conosco troppo bene, altrimenti diventa lontana da quello che
cerco di risolvere. In un’aula tendo questa idea di mistero, sul fatto che non è dedicata solo ad
un’unica lezione. C’è qualcosa di inconosciuto di ciò che dice la società di essere di quel luogo, di
diverso rispetto ai canoni. Sono luoghi che hanno delle strutture intrinseche.

In questo senso una teoria molto famosa è quella di Norman che ha elaborato una sua teoria sulla
caratteristiche degli oggetti che riempiono i luoghi che danno piacevolezza ambientale.

In un libro “Emotional design” semplificare molti architetti che hanno messo in atto queste teorie,
semplificando questa teoria, però lo stesso processo che questi architetti hanno messo in evidenza
vengono anche messi in situazioni che possono essere situazioni non realizzabili:

 Teorie
 Esempio dell’applicazione delle teorie
 E come le teorie possono essere attuate a livello di vita quotidiana.

Norman dice, tutte le volte che noi entriamo in relazione con oggetti e luoghi pèossiamo aveare
attivate tre tipi di funzioni generali:

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 livello viscerale:

 livello comportamentale ed esperienza d’uso:

 livello riflessivo:

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Questi livelli avvengo o contemporaneamente e hanno un aspetto sia emozionale che cognitivo e
spiegano il rapporto con le cose e i luoghi non solo in termini emotivi ma anche estetici e di
usabilità.

Ogni cultura definisce soprattutto il livello riflessivo. Si aggancia alla parte degli artefatti, ovvero
nell’idea del simbolico, nel moltiplicatore “tutti i memi possono essere veicoli e moltiplicatori”.

GLI EFFETTI POSITIVI DELLA NATURA: I KAPLAN

È consolidata la storia che la natura faccia bene, però ci sono una serie di studi che hanno
dimostrato gli effetti positivi della natura. Il punto fondamentale dal pov cognitivo è quello della
dimostrazione della pura disposizione sul verde ha un effetto rigenerativo sui processi di attenzione:
c’è un meccanismo per cui dove indirizzo la mia energia psichica in mezzo la natura ha una
funzionalità diversa in mezzo alla natura. Quindi anche un semplice discorso, o studiare in mezzo
alla natura ho una migliore prestazione a livello di attenzione.

Come se la mente quando si impegna emotivamente impiega meno sforzo e quindi il risultato è che
quando finisco questo momento ho più energia psichica per compiti che avvengono in ambiti
diversi.

Questi studi sugli effetti positivi della natura sono legati al senso di essere altrove being away;
l’altro elemento è l’extent, estensione percettiva che richiamerebbe questa vita quotidiana degli
ambienti naturali dove si è formata la specie; compatibility sentirsi capaci rispetto ai compiti 
aumenta l’autostima.

LA TEORIA DEL RECUPERO DALLO STRESS. DA ULRICH A MING KUO

La teoria del recupero dallo stress (da Ulrich a Ming Kuo) [Ulrich ebbe l’intuizione di studiare e
dimostrare gli affetti positivi della natura, e l’esposizione al verde, che fa sulla salute e sul corpo.]

CENTRO PEDIATRICO MEYER

Il presupposto:

Un determinato assetto socio-fisico può accelerare il recupero della salute e far diminuire i tempi di
ospedalizzazione e di remissione dallo stato di malattia (Ulrich, 1984, 1995). Inoltre, si sta molto
attenti a questo presupposto.

Accesso:

La struttura dovrebbe portare vantaggi d’ordine sia cognitivo sia emotivo. Da un punto di vista
cognitivo, l’utente acquisisce una serie di conoscenze e strumenti, che gli consentono un efficace
orientamento all’interno della struttura. Da un punto di vista emotivo, diventa utile per cominciare a
familiarizzare con l’ambiente, così da rassicurarsi e a tranquillizzarsi.
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Spazio per i giochi nella zona immediatamente antistante gli ambulatori:

Consente di trasformare un periodo di attesa passiva in un momento di attività interessante, sia di


associare al primo impatto con la struttura ospedaliera pratiche e strutture ludiche dunque
atmosfere, e significati famigliari positivi.

Es. ospedale per bambini Meyer (a Firenze), Missione Sogni ONLUS (a Milano).

GLI EFFETTI POSITIVI DELLA NATURA: LA BIOPHILIA , WILSON

[Questa è la teoria che inquadra tutti questi studi che è proposta da Edward Wilson (era stato il
padre della sociobiologia umana). Secondo questa teoria, dato che abbiamo vissuto per così tanto
tempo a contatto con la natura e grazie ad essa, abbiamo la tendenza innata ad amare il mondo
vivente. Dunque, tendiamo a prestare attenzione, avendo anche un’emozione positiva, a ciò che era
il nostro ambiente quotidiano di vita.]

N.B. Dopo la rivoluzione industriale ci si è resi conto che si sia verificata una sorta di ‘tradimento’
culturale della natura, dovuto alla volontà dell’uomo di dominarla e non esserne più regolato.
Questo ci dimostra che da un lato abbiamo una cultura che ci dà dei grandi vantaggi, però bisogna
stare attenti alla nostra tendenza evolutiva e biologica.

Dal momento in cui l’attenzione e emozioni positive con ogni forma di vita avvengono
nell’infanzia, si avrà maggiore capacità relazionale e migliore sviluppo psicofisico. Questo aspetto
della biofilia è molto rilevante in quanto mostra anche la potenza della cultura ed è importante che il
malessere, che a volte ci caratterizza, non sia legato a una società /cultura che nega una base
biologica che ci faceva stare vicini alla natura. Questo aspetto, dunque, diventa bioculturale
dell’approccio della psicologia transculturale oggi. La cultura e la natura fanno parte di un unico
sistema in equilibrio tra le parti, se si rompe uno si sfalda tutto.

Per es. l’ipotesi più accertata è che il COVID sia nato perché c’è stata una deforestazione di certe
zone della Cina.

N.B. Il motore di tutte queste dinamicheàla mia soggettività. Questo mi fa capire che gli artefatti
che compongono la società non si trasmettano da soli, ma proprio attraverso questa soggettività,
attraverso l’energia di ciascuno di noi.

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Lezione 02.12.2021

Breve riflessione sulle opere di questi architetti: gli architetti che organizzano la quotidianità nei
luoghi della città rappresentano un elemento della cultura quotidiana che agisce per darci senso.

ARAVENA

È famoso per ebbe l’idea di fornire per una serie di idee sulla città (edilizia popolare), convincere le
amministrazioni a fare una costruzione non terminata (una parte del budget per costruire le case ma
gli abitanti le avrebbero concluse secondo i loro desideri  costruzione partecipata).
Autocostruzione o coo-costruzione  le persone, quindi, potessero scegliere in funzione delle
proprie caratteristiche che ci sono in quartieri, però la parte finale fosse a disposizione loro, secondo
i loro gusti. Questa idea di incremental design di processo verso la costruzione degli edifici.
Questo tipo di edilizia si è sviluppata anche qui a Milano, questa idea facilita un processo di
appartenenza al luogo in cui si vive  cittadinanza psicologica (mi sento psicologicamente
abitante di quel luogo).

Ci sono state alcune esperienze di costruzione volutamente sollecitata di case bifamiliari, in alcuni
comuni che avevano dato il terreno in maniera tale che famiglie immigrate costruissero insieme la
casa.

BOERI

Il bosco verticale è la sua più famosa ‘opera’. Modello abitativo di Boeri è che perché la presenza
del verde ci può far star bene psicologicamente: fascination (di essere così immersi nella natura che

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la nostra mente quando fa un’attività connessa con la situazione ambientale i processi di attenzione
avvengono senza sforzo cognitivo) e biophilia.

DILLIER SCOFIDIO + RENFRO

Famosi per lo skyline di New York, che si vede attraverso una ferrovia ormai inusata. Quindi
creano una zona green, rinvigorirla per la gente  zona di svago la High Line.

Zona di architettura sembra banale ma questa idea del verde ricorda l’importanza della biophilia.
Diventa un luogo ‘mio’ perché vado lì più spesso perché avviene qualcosa di positivo, ma sono
comunque artefatti (aver bisogno per vivere l’energia psichica degli umani). Per questo vengono
anche replicati questo tipo di luoghi anche in altre parti del mondo  replicazione di artefatti (legge
fondamentale della trasmissione culturale).

PIOLTELLO IL QUARTIERE SATELLITE

Questo quartiere dove si fanno dagli 8/10 mila abitanti, prevalentemente di migranti. Progetto utile
per rigenerare il quartiere, partendo anche dal verde. Edifici molto densi, con giardini condominiali.

RENZO PIANO

Architetto ultimamente del ponte di Genova. Progetto di rigenerazione con un grande parco sotto il
ponte.

Il centro culturale di Kanak in nuova caledonia: usare forme tradizionali della cultura locale,
mantenimento del verde e della vegetazione spontanea.

Academy of sciences a San Francisco.: piacevolezza ambientale del verde e soprattutto aiuta la
sostenibilità. Quindi uno dei luoghi più avanzati nel mondo ha lo stesso bisogno di sostenibilità, o
comunque di dimostrarla.

ENEA RESEARCH: THE ITALIAN CONTEXT

C’è una scarsa attenzione del fatto di cosa


le persone desiderino veramente. Ma anche
se analizziamo come avvengono i
comportamenti che fanno cambiare le
attenzioni ai rifiuti chi sono i motori anche
all’interno delle nostre famiglie. Se riesco a
61
capire le motivazioni psicologiche riesco ad influenzare magari anche altri miei parenti. La forza
per ora sta nei bambini. Al di là dei macro progetti nazionali.

UNA VERA MOTIVAZIONE E IL NARCISISMO ALTRUISTA

Se io mi amo mentre faccio un comportamento tendo a rifarlo. Vale per i rifiuti ma anche in
psicologia generale. Se io sono narcisista magari con un’attività che comprende anche l’altro allora
lì scattano i meccanismi. Noi ci sentiamo narcisi facendo qualcosa che coinvolge anche gli altri. Se
cominciano gruppi di ragazzi a sentirsi ‘fighi’ perché risparmiamo energia o fanno la raccolta
differenziata allora lì scatta il contenuto.

I LUOGHI CHE CURANO E LA SALUTE

È evidente che c’entra tutto questo con la pandemia chiaramente. Spillover, in un libro del 2012, si
diceva si stare attenti soprattutto nelle foreste, gli animali sarebbero stati presenti nelle città e
avrebbero creato delle mutazioni di un virus (suppergiù quello che è successo in Cina). Quindi
come un cambiamento culturale possa influire sulla salute a qualcosa che c’entra con il nostro
studio.

Tema della salute non solo del mio corpo ma anche sociale, che da economia alla nostra vita
sociale.

SALUTE E MALATTIA

La malattia è la perdita di un equilibrio: non si riferisce soltanto al fatto biomedico ma è anche un


avvenimento biografico e sociale (quindi è anche culturale).

L’antropologia ha messo in evidenza tre componenti:

 Disease:

 Illness:
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 Sickness:

UNA VISIONE COMPLESSA DEL CORPO

Tutto ciò deriva dalla complessità, anzi da come è


considerato complesso il corpo. E da tutti gli studi che
gli girano intorno. Questa serie di studi sul corpo mette in
evidenza che il nostro corpo non è solo fisico, ma:

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Esempi:

Corpo politico: vietato far vedere il viso delle donne nella società afgana, viene sottolineato anche
una forma di controllo, quindi le norme che implicano la regolamentazione del corpo individuale.

Si sta parlando del corpo politico (scritto nel libro di Inghilleri, 2009).

Ogni cultura ha chiaramente un’idea di corpo individuale, sociale e politico differente, rispetto ad
altre e ben definite. Tutto insieme bio-psico-sociale.

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