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1. Scienze cognitive computazionali: filone che si occupa di riprodurre i processi cognitivi attraverso
modelli computerizzati. Essi sono: Memoria, Attenzione, Ragionamento all’apprendimento,
Problem solving, Percezione, Pensiero e Linguaggio.
2. Neuro psicologia cognitiva: studia le capacità cognitive dei pazienti che hanno subito danni
celebrali, mettendoli a confronto con pazienti sani, così da capire quali sono le parti del cervello
sane e quali no.
3. Neuro scienza cognitiva: comportamenti umani che studiano le basi celebrali del pensiero.
4. Psicologia cognitiva: una serie di ricerche sui processi mentali, selezionando la soluzione più
opportuna per riuscire a vivere in un determinato contesto.
Contatto visivo: forma di comunicazione non verbale studia i processi UP BOTTOM e TOP
BOTTOM: strategie di elaborazione dell’informazione e di gestione delle conoscenze.
Up bottom: quando viene data l’opportunità di scegliere ad un intero teem;
Top bottom: quando chi sta a capo di un teem prende decisioni a nome di tutti.
Il condizionamento è un’associazione tra uno stimolo neutro dell’ambiente e una risposta collegata alla
quale si associa un rinforzo positivo o negativo. La crescita dell’individuo, dunque, avviene tramite la combo
stimolo-risposta. Watson fece un esperimento per dimostrare che gli stimoli ambientali condizionano le
risposte emotive: un bimbo di 9 mesi fu esposto allo stimolo visivo di un topo e notò che il bimbo non era
preoccupato. Successivamente quando il bimbo rivede il topo, watson aggiunge un rumore così da
associare allo stimolo neutro (topo), un stimolo spiacevole (rumore), il bimbo pianse. L’esperimento
continuò con altre associazioni che creavano stimoli che ricordavano il topo.
Spesso si parla di validità ecologica: vengono applicati i risultati ottenuti in laboratorio nella vita quotidiana;
video di N.Bruno “introd. Alla psicologia e percezione visiva” e B.Pinna “la percezione visiva”.
Nel primo la domanda che viene posta è “come si fa a vedere?” non di facile risposta e allude al fatto che la
visione è un’attività attiva nell’osservazione dell’ambiente. Il video viene diviso in 1°, 2°+3° parte:
1° parte: la visione è descritta come una serie di eventi ovvero 3passaggi: dall’ambiente esterno all’occhio,
dall’occhio al cervello e dal cervello all’ambiente.
2° parte: il processo visivo viene diviso in: basso, medio e alto livello.
3° parte: si trattano le teorie della percezione che non sono proprio delle teorie, ma metafore chiamate
META-TEORIE e sono 4:
Il secondo libro è di 10 capitoli in cui il lettore viene condotto nel processo della visione. I fenomeni presenti
nel libro sono costituiti da illusioni e paradossi attraverso i quali si può riflettere in maniera critica e
scientifica sul vedere, e metterli a confronto con i processi del pc. I fenomeni partono da i più semplici della
Gestalt, passando per la percezione visiva, usata per adattarsi fino ad arrivare all’arte.
GESTALT: significa Psicologia della forma, fondata da Max Wertheimer, e si basa su come percepiamo la
realtà e il mondo in cui si costruisce l’esperienza rispetto ai vari fenomeni. Secondo la Gestalt, elementi
simili che formano un’immagine vengono raggruppati e percepiti come unico elemento. SIMILITUDINE->
dipende da: forma, colore, dimensione.
1. PRINCIPIO DI VICINANZA: l’occhio raggruppa gli elementi più vicini così da percepirli come
elemento unitario;
2. LEGGE DI SOMIGLIANZA: la mente associa automaticamente oggetti simili tra loro, classificandoli
per forma e dimensione;
3. PRINCIPIO DI CHIUSURA: l’uomo preferisce le forme complete dunque tende a chiudere gli spazi tra
diversi elementi per creare forme uniche;
4. LEGGE DEL DESTINO COMUNE: secondo la Gestalt, gli oggetti che visivamente tendono verso una
direzione sono percepiti come una sola unità;
5. PRINCIPIO DI CONTRASTO: quando vediamo un’immagine in primis mettiamo a fuoco la figura
principale e poi lo sfondo;
6. PRINCIPIO DI CONTINUITA’ DI DIREZIONE: seconda la Gestalt oggetti di simile forma, colore o
dimensione, messi uno dietro l’altro, danno un’idea di unitarietà;
7. LEGGE DELL’ESPERIENZA PASSATA: elementi che per esperienza solitamente sono uniti fra loro,
tendono ad essere uniti in forme;
8. LEGGE DELLA BUONA FORMA: la forma che si costituisce è tanto buona quanto le condizioni date lo
consentono.
DECIBILITA’: implica la ricerca di un metodo che ci faccia capire se quella preposizione è vera o no.
Un’affermazione che non si può dimostrare non è vera e se non si può dimostrare non è completa. Non
esiste un algoritmo generale che risolve un problema generale.
Sensazione: stimolo di ogni genere che percepiamo attraverso i sensi e che ci danno info per sopravvivere
nel mondo.
Percezione: ci aiuta a percepire ed elaborare in modo cognitivo gli stimoli che riceviamo grazie ai sensi.
La Psico-Fisica: disciplina che si occupa di capire come lo stimolo fisico produce in noi una reazione. Gli
esperti studiano le SOGLIE che sono:
1. METODO STIMOLI COSTANTI: ricercatori somministrano una serie di stimoli di varie intensità vicine
alla soglia assoluta e chiedono ai partecipanti di comunicare quando percepiscono lo stimolo.
2. METODO DEGLI AGGIUSTAMENTI: un soggetto prova a trovare il punto esatto in cui inizia a sentire
una fonte.
3. METODO DEI LIMITI: il ricercatore manda stimoli ai partecipanti, con intensità in ordine ascendente
o discendente rispetto al valore di soglia massimo.
ES. un bimbo, gattonando, esplora il mondo attraverso mani e ginocchia, entrando in contatto diretto con le
superfici. Crescendo accantoniamo questa capacità tattile e ci focalizziamo sulla percezione visiva. Dunque
un bimbo cieco ha più difficoltà ad acquisire questa percezione del mondo e i recettori della tatto, in questo
caso, giocano un ruolo fondamentale, in quanto responsabili del coordinamento della tattualità con la
complessità della sensazione cinestetica del nostro corpo. Per riconoscere un oggetto, il tatto è
accompagnato dall’equilibrio, questi ci aiutano a percepire in modo chiaro il modo in caso di deficit.
Caratterizzato dalla presenza del Sottosquadro = profili staccati dal piano di posa ( stabilisce profondità)
creano tridimensionalità. Le dimensioni dell’oggetto sono stabilite in base alla capacità di poter esplorare
l’oggetto dal punto di vista tattile. Per prima cosa si riportano i contorni del soggetto su un piano d’argilla,
poi si creano i volumi per definire le forme. I prototipi vengono tastati da chi ha dei deficit nella vista, ma
che hanno competenze in questo settore. Essi sono realizzati in creta poi si valutano le superfici, si realizza
lo stampo in silicone che creerà il basso rilievo in resina o gesso.
LETTURA TATTILE: struttura secondo il motodo di Erwin Panofsky -> si interessò all’iconografia e iconologia,
metodo che si basa su 3 livelli:
Wertheimer: ricordiamo di più una sintesi della realtà, il riconoscimento di un’immagine è dato
dall’esperienza.
Kurt Koffka: partecipò agli esperimento di Wertheimer e fu uno degli esponenti del principi9o
dell’isomorfismo.
Kohler: collaborò con entrambi e fece molti studi sull’intelligenza delle scimmie. Esperimento: uno
scimpanzè doveva risolvere un problema e fu lì che Kohler parlò di Insight-> fenomeno che
conduceva alla riuscita del problema.
Lewin: esponente della psicologia sociale e condusse analisi su un gruppo di persone applicando i
concetti della Gestalt e affermò: un gruppo di persone non è dato dalla somma delle singole
individualità ma costituisce una realtà diversa.
PERCEZIONE: (processo cognitivo che elabora informazioni) avviene quando i canali sensoriali
comprendono informazioni da uno stimolo proveniente dall’esterno. Si parla di:
Attraverso la vista percepiamo il mondo senza alcun sforzo e riconosciamo gli oggetti inconsapevolmente.
Alla base della catena psicofisica abbiamo:
STIMOLO DISTALE: oggetto fisico nelle sue caratteristiche indipendenti da chi li osserva, la percezione è
soggettiva. ES. valigia:
I.PROSSIMALE: è sulla retina e non nella mente quindi le caratteristiche di questa immagine non
corrisponde né allo stimolo distale né al percetto.
II.VALIGIA DISTALE: oggetto solido con una grandezza e forma, ma sulla retina queste forme e
dimensioni risultano ambigue. L’ambiguità varia e si riconduce a un’indeterminazione ottica: a ogni
forma bidimensionale corrisponde una situazione distale.
Uno dei maggiori studiosi della psicologia del 900riprende le idee di Von Fon Elmuth in quanto afferma che i
percetti sono l’equivalente neurale di un sillogismo, le cui premesse derivano dallo stimolo prossimale.
Tutto ciò è ripreso nella scienza moderna della percezione in cui i processi percettivi sono studiati come
algoritmi.
Viene preso in considerazione il top-down ovvero la funzione cognitiva che elabora informazioni, dai bassi
agli alti livelli. Lui rappresentò tutto ciò con un esperimento:
mostrò ai volontari un punto luminoso e gli venne chiesto di descrivere il sistema, fu applicato un
cambiamento di intensità luminosa e individuò 4 stati:
CICLO PERCEZIONE-AZIONE
Attraverso i movimenti modifichiamo la relazione con gli oggetti e di conseguenza variano gli stimoli
prossimale. La percezione è un processo ciclico- JAMES GIBSONO elaborò la teoria ecologica della
percezione: noi non elaboriamo le info, ma è il sistema percettivo ormai evoluto, che riporta le informazioni
così che noi possiamo coglierle senza doverle elaborare. Il concetto fondamentale di questa teoria e
l’AFFONDANCE L’idea che le caratteristiche degli oggetti ci suggeriscono la modalità d’uso. Queste
caratteristiche non sono intrinseche, ma dinamiche e dipendono dal soggetto che interagisce.
Gibson osservò gli stimoli d’ingresso (INPUT). La struttura ciclica viene testimoniata con un esperimento: un
gruppo di studenti svolge un compito di riconoscimento tattile usando come stimolo stampi di biscotti; da
bendati devono riconoscere questi stampi in 3 condizioni diverse:
- TATTO PASSIVO: sperimentatore preme sul palmo degli studenti gli stampi;
- TATTO ATTIVO: studenti muovono il palmo sullo stampo;
- TATTO PASSIVO: sperimentatore guida il palmo degli studenti sullo stampo.
RISULTATI: Tatto attivo->quasi 100% primo tatto passivo->50% secondo tatto passivo-> 70%
Koffka in uno dei suoi libri si chiede “perchè le cose appaiono come appaiono?” domanda che ha 2
interpretazioni:
Gli oggetti prima di essere catalogati vengono considerati OGGETTI UNITARI. Per arrivare all’unità, il sistema
percettivo raggruppa CONTORNI e REGIONI-> PROCESSO DI RAGGRUPPAMENTO
INCOMPLETEZZA: per quanto riguarda stimoli e oggetti, è una caratteristica dell’ambiente che ci circonda,
molte superfici sono opache , bloccano la luce che proviene da altre superfici poste dietro all’osservatore.
Ciò ci porta ad avere info complete.
Subentra il processo di formazione delle unità percettive che recupera le info: COMPLETAMENTO MODALE,
A-MODALE.
In base ai nostri movimenti, gli oggetti si spostano sulla retina e se ci allontaniamo la proiezione sulla retina
rimpicciolisce. Ci sono fattori ce rendono lo stimolo distale ambiguo e incompleto:
1. STIMOLO PROSSIMALE: un oggetto ha continui spostamenti che non percepiamo, ma che percepiamo
stabile in base agli oggetti di cui capiamo forma, spazio e movimento. Tutto ciò perché esistono
fenomeni in cui le proprietà percepite non variano.
2. I PERCETTI: restano costanti anche se variamo gli stimoli prossimali. La costanza percettiva funziona
bene in base alle info che abbiamo. Ne esistono 4 differenti:
COSTANZA DI FORMA: ci permette di riconoscere le cose e che anche se cambiano la loro forma
li percepiamo lo stesso;
COSTANZA DI GRANDEZZA: tendenza a inferire la dimensione degli oggetti dando per scontato
che sia costante, nonostante l’immagine varia;
COSTANZA CROMATICA: gli oggetti che sono a noi familiari e dunque ne conosciamo la reale
forma e colore, anche se li osserviamo con colori diversi, li tendiamo a percepire per come
l’esperienza ci insegna
COSTANZA DI LUMINOSITA’: percepire un oggetto di luminosità costante nonostante la luce
varia.
L’occhio non è mai fermo, compie micromovimenti, per esplorare e riceve stimoli dall’esterno. Il sistema
percettivo umano usa 3 tipi di info ottiche:
La psicologia della percezione ha formulato un modello di studio unitario; modelli che si dividono in:
Teoria dello stimolo: ispirate a Gibson che sostiene che la percezione in condizioni naturali è
determinata dalla info ottica presente nello stimolo. Il ricercatore quindi analizza le informazioni
ambientali senza interpretarle. Infatti le teorie dello stimolo sono dette ECOLOGICHE.
Teorie costruttiviste: affermano che basarsi solo sull’analisi delle info non basta se si vuole spiegare
perché le cose appaiono come appaiono.
1. Modello percezione-azione: esistono, nel caso della visione, diverse aree coinvolte nei processi
visivi, abbiamo:
- VIA DENTRALE: si dirige verso il lobo temporale.
- VIA DORSALE: verso la parte posteriore del lobo parietale.
Secondo Milner e Goodale le 2 vie elaborano i contenuti visivi e spaziali, ma con scopèi diversi.
- VIA VENTRALE: si occupa del riconoscimento cosciente. E’ alla base dell’esperienza cosciente,
lavora lentamente, ed è collegata alle conoscenze presenti nella memoria.
- VIA DORSALE: guida i movimenti. E’ più veloce, è connessa con la guida dei processi motori.
Differenza tra elaborazione spaziale operata nella via ventrale: codifica lo spazio; colloca gli oggetti;
rappresenta la struttura tridimensionale del movimento. E in quella dorsale: