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RIASSUNTO
Possiamo distinguere la mente dal comportamento col semplice fatto che la mente rappresenta una cosa
che non è possibile rappresentare, qualcosa di intangibile, dei soli stati interiori, mentre i comportamenti
sono la rappresentazione degli stati d’animo (mente), sono osservabili e misurabili, tramite ad essi si può
risalire alla mente. Il comportamento è ricco e complesso e ciò rende lo studio di esso molto impegnativo.
Lo studio dei comportamenti varia in base al luogo in cui esso viene svolto, poiché paesi diversi prediligono
metodi diversi. Il pensiero critico sta nel chiedersi la correttezza di ciò che ci viene presentato.
La psicologia è una scienza a tutti gli effetti e come tale ha due metodi di ricerca: ricerca di base e ricerca
applicata.
Ricerca di base: riflette una ricerca per acquisire conoscenza. La ricerca di base esamina come e
perché le persone si comportano, pensano e sentono in un certo modo. Può essere effettuata in
laboratori o in contesti di vita reale, utilizzando come oggetto di studio esseri umani o di altre specie
(gli studi svolti sulle altre specie servono quasi sempre per poter comprendere meglio alcune
caratteristiche del comportamento umano – psicologia comparata-, anche se alcune volte servono a
comprendere proprio il comportamento animale – psicologia animale ed etologica)
Ricerca applicata: per risolvere problemi specifici e pratici. La ricerca applicata sfrutta delle
conoscenze scientifiche di base per progettare, implementare e determinare programmi di
intervento.
Come si sviluppano ostilità e pregiudizi tra gruppi differenti (etnie, religioni ecc) e come si possono ridurre?
Per dare una risposta si possono fare delle ricerche di base sui fattori che incrementano e diminuiscono
l’ostilità fra i gruppi. In questo esperimento, i ricercatori hanno diviso in due gruppi dei ragazzini di 11 anni
appena sono arrivati nel campo estivo di Robbers Cave, diede ai due gruppi un nome diverso (aquile e
serpenti a sonagli) e fece praticare ai due gruppi delle attività in cui dovevano entrare in competizione tra
loro, notò che così facendo le ostilità aumentarono, tentò allora di riavvicinare e diminuire l’ostilità tra i due
gruppi facendogli fare delle attività pacifiche insieme (vedere un film) ma notò che le ostilità aumentavano,
allora provò a creare una situazione di emergenza, in cui per riuscire a risolvere la situazione un gruppo
doveva dipendere dall’altro, così facendo notò che le ostilità tra i due gruppi diminuirono notevolmente e si
iniziarono a stringere delle amicizie tra i gruppi opposti.
In seguito all’esperimento di Cave, Elliot Aronson con il suo gruppo di ricerca fece un esperimento in una
classe, lo definì “programma a puzzle”. Vennero creati dei gruppi multietnici e ad ogni membro del gruppo
venne data una parte di una ricerca, così come nell’esperimento di Cave, i bambini capiscono che il successo
dipende dalla collaborazione tra loro. Tali tecniche vennero testate diverse volte, ottenendo sempre buoni
risultati (portavano alla nascita/crescita di simpatie e alla diminuzione dei pregiudizi, inoltre aumentò
l’autostimo ed i risultati scolastici.
Prendendo in considerazione l’esperimento di Cave, l’osservazione del comportamento dei ragazzi in diverse
condizione è la descrizione; ipotizzare che le competizioni avrebbero aumentato le ostilità e la
collaborazione l’avrebbe ridotta è il tentativo di comprensione; il predire che ciò sarebbe accaduto è la
predizione; creare situazioni che li avrebbero obbligati a collaborare è l’influenza; ciò che fece Aronson,
ovvero utilizzare delle informazioni di una ricerca già svolta per farne un’altra, è l’applicazione.
Nel caso delle morti vudù, ovvero causate da maledizioni, ci fece uno studio il fisiologo Walter Cannon.
Cannon arrivò alla conclusione che le morti causate dalle “maledizioni” avvenissero per il solo fatto che le
vittime credevano nella maledizione, auto-inducendosi uno stato di shock psicologico che faceva rilasciare al
corpo delle sostanze chimiche causate dallo stress che si possono rivelare letali se presenti in gran numero.
L’ipotesi di Cannon è un’alternativa al soprannaturale. Il rilascio di ormoni causato dalla credenza della
maledizione è ciò che si chiama interazione corpo-mente, ovvero il rapporto tra processi mentali. Il fatto
che esista l’interazione corpo-mente ci fa capire come la psicologia e la biologia siano strettamente collegate
tra loro.
Il comportamento viene plasmato dall’ambiente (educazione etc…) o dalla nostra natura (caratteristiche
biologiche)? La risposta sta nel mezzo, le nostre esperienze influenzano le nostre capacità biologiche e
viceversa. Per comprendere appieno il comportamento bisogna quindi prendere in considerazione natura,
ambiente e fattori psicologici.
La mente è un’entità separata dal corpo oppure una parte dell’attività del corpo? Abbiamo due correnti
differenti: dualismo, dove si crede che la mente sia un’entità spirituale e distaccata dal corpo (quindi, se non
è parte del corpo non può essere consapevole delle sensazioni del corpo), corrente appoggiata da Cartesio
(anche se credeva che nella ghiandola pineale risedesse l’anima) ed il monismo, che sostiene che la mente
sia un tutt’uno con il copro; per i monisti gli eventi della mente sono il prodotto di eventi fisici che
avvengono nel cervello (Hobbes). Gli empiristi (John Locke e altri) credevano invece che le conoscenze
venissero apprese attraverso sensi ed esperienza diretta. L’osservazione era quindi lo strumento di
conoscenza più valido e diedero alla teoria più importanza rispetto che alla pratica. Quest’idea favorì lo
sviluppo della scienza moderna, i cui metodi derivano dall’osservazione empirica. Inoltre verso il 1870
vennero fatte delle scoperte nel campo fisiologico e medico che spianarono la strada alla nascita della
filosofia; infatti attraverso delle scariche elettriche alcuni studiosi iniziarono a stimolare delle aree del
cervello e le mapparono, si scoprì che a secondo della parte del cervello lesionata si avevano diverse
disfunzioni (emisfero sinistro danneggiato=perdita dell’utilizzo corretto del linguaggio - Broca). È quindi
possibile utilizzare i metodi empirici della scienza per studiare i processi mentali, infatti si iniziò già da metà
800 a misurare le risposte sensoriali delle persone a molti tipi di stimoli fisici. Questi esperimenti furono le
fondamenta di un nuovo campo chiamato psicofisica, ovvero lo studio di come le sensazioni percepite a
livello psicologico dipendano dalle caratteristiche dello stimolo fisico. La psicofisica iniziò a studiare
l’importante relazione tra stimoli e sensazioni. Molto importante fu la legge di Weber-Fechner, tale legge
serviva a rilevare la minima differenza di intensità che può essere rilevata da un soggetto che percepisce
uno stimolo.
Esempio delle 100 candele, se se ne aggiunge una non varia la luminosità nella stanza, ma se se ne
aggiungono 10 (totale 110) la avviene un incremento della luminosità percepito dal soggetto.
Abbiamo quindi i seguenti dati: R (100 candele, stimolo iniziale), ΔR (10 candele, l’incremento minimo di
candele)
ΔR
=k ovvero Δ R=kR
R
Dove K è una costante
Nell’esempio k equivale al 10% di R, il valore rimane del 10% anche se il numero di R dimezza, quindi se ci
fossero 50 candele nella stanza ce ne vorrebbero 5 per poter notare un incremento della luminosità.
All’inizi dell’800 si formò il movimento detto “frenologia”, il quale credeva che a seconda della forma del
cranio si avevano sviluppate determinate abilità. Il padre e massimo esponente di questo movimento fu
Franz Joseph Gall (1758-1828). Così Gall approfondi lo studio sulle aree celebrali, convinto che ogni parte
avesse una funzione specifica e capì che la sede dei sentimenti e della mente era il cervello e non il cuore
(come si credeva fino a quel momento). Gall comprese che il cervello era l’organo delle facoltà intellettuali,
morali e affettive e individuò nei lobi frontali le funzioni psichiche superiori. Grazie a questa interpretazione
nascerà una nuova psicologia. Gall individuò 27 diversi tipi di crani, e grazie alla cranioscopia poteva
misurarli e stabilire che caratteristiche avessero gli individui. I frenologi erano convinti che attraverso delle
protuberanze o particolari del cranio si potesse stabilire il tipo di personalità della persona, se fosse
deviante, criminale etc… La frenologia può essere considerata la precursore del localizzazionismo delle
funzioni celebrarli, che si è poi sviluppato nella neuropsicologia. In seguito con la neuroimmagine si è
riuscito a localizzare le funzioni mentali con un metodo scientificamente valido, individuando una zona che
ha la funzione di riconoscere i volti, una per le parti del corpo, una per i luoghi che consociamo e una per il
linguaggio e molte altre. Gli scienziati di oggi sono d’accordo sull’architettura del nostro cervello e stanno
cercando di capire quanto si possa evolvere. C’è anche ci crede che le diverse aree comunichino tra loro per
dare vita alla complessa vita mentale.
Le prime prove dell’esistenza di locazione di alcune funzioni mentali sono state fatte da alcuni neurologi del
1800. Famoso il caso del paziente Tan e del medico Paul Broca. Tan era l’unica sillaba che il paziente riusciva
a pronunciare. In seguito alla sua morte l’autopsia rivelò delle lesioni della parte anteriore dell’emisfero di
sinistra. Questa area del cervello venne messa in relazione con la funzione verbale. Ancora oggi si definisce
afasia di Broca l’incapacità di riuscire a parlare e articolare correttamente le parole nonostante la
comprensione sia perfetta. Carl Wernicke scoprì invece il problema opposto, ovvero una paziente non
riusciva a comprendere bene ciò che veniva detto ma parlava perfettamente, venne definita afasia di
Wernicke. Wernicke contribuì a criticare il localizzazionismo, poiché sosteneva che la lesione di una
determinata parte del cervello può danneggiare si una sola specifica funzione, ma contribuisce ad alterare
anche altre capacità. Inoltre una lesione poteva complicare la comunicazione tra le diverse aree, quindi
compromettere funzioni complesse.