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La teoria triarchica di Sternberg tiene conto dell’esperienza e del contesto oltre che dei meccanismi di base
di elaborazione delle informazioni. È d’accordo sul fatto che ci siano più tipi di intelligenza: intelligenza
analitica(capacità di identificare e valutare un problema e programmare il progresso verso la soluzione ed è
quella che tendono a misurare Stanford-Binet e WAIS), intelligenza creativa(capacità di gestire nuove
situazioni o vedere soluzioni innovative ai problemi. In parte è innata in parte deriva dall’esperienza),
intelligenza pratica(è la capacità di realizzare un piano in una certa situazione o anche detta senso pratico e
si usa per adattarsi all’ambiente cercando di plasmarlo o selezionandone uno diverso). Queste intelligenze
sono interconnesse e ciascuna entra in gioco durante il processo di risoluzione di un problema e nessuna
opera in modo indipendente.
>Genetica e intelligenza
Negli esperimenti mantenere costante qualsiasi variabile che “fa la differenza” riduce la varianza dei
punteggi.
-Ereditabilità
L’ereditabilità del tratto è la percentuale di varianza di qualunque tratto ascritto alle differenze genetiche
fra individui di una popolazione (l’ereditarietà è il processo attraverso cui i genitori trasmettono i geni alla
progenie). Per esempio l’altezza è influenzata dalla genetica: la sua ereditabilità va dal 85 al 95 %. Talvolta è
la natura stessa che produce cloni genetici, i gemelli monoovulari. L’ereditabilità dell’intelligenza è risultata
dal 60-80%. Alcune indagini hanno rivelato che i gemelli cresciuti separatamente sono ugualmente simili
l’uno all’altro in una vasta gamma di abilità sebbene non quanto i gemelli cresciuti insieme. La genetica è un
fattore importante per l’intelligenza ma anche l’ambiente gioca un ruolo.
-l’ereditabilità è relativa alla popolazione non ai singoli. L’ereditabilità si riferisce alle differenze tra individui
all’interno di una popolazione non alla percentuale di un tratto all’interno di un individuo.
-l’ereditabilità di un tratto non è un singolo numero fisso. Se succede qualcosa che cambia la variabilità di
un tratto in una popolazione, anche l’ereditabilità di quel tratto cambierà.
-l’ereditabilità non dice nulla sull’origine delle differenze medie fra gruppi.
-l’ereditabilità non chiarisce gli effetti dei cambiamenti ambientali sul livello medio di un tratto.
L’ereditabilità riguarda le varianze , non i livelli medi.
>Intelligenza emotiva
Goleman ha reso popolare il termine intelligenza emotiva nel suo libro del ’95. La comprensione e il
controllo delle nostre emozioni sono una delle chiavi più importanti per la salute , il successo nella nostra
vita. Mayer e Salovey ipotizzano l’esistenza di 4 componenti critiche dell’intelligenza emotiva. La prima è
l’accurata percezione e espressione delle emozioni. Essere in grado di leggere le emozioni degli altri ci
permette di anticipare possibili minacce. La percezione e l’espressione accurata delle emozioni degli altri ci
aiuta anche a empatizzare con il loro punto di vista. Le persone che non realizzano di sentirsi ansiose
possono sviluppare un arousal fisiologico cronico che gli costa fatica e logoramento fisico e compromette la
loro salute. Le persone che non comprendono di essere tristi possono non mettere in atto le azioni
necessarie a cambiare l’origine della loro tristezza. Le persone che non realizzano di essere arrabbiate
possono scagliarsi contro gli altri improvvisamente e impulsivamente sentendosi incapaci di controllarsi. La
seconda componente dell’intelligenza emotiva è la capacità di accedere alle emozioni e generarle al servizio
del pensiero e della risoluzione di problemi. La terza componente dell’intelligenza emotiva è la
comprensione delle emozioni e del loro significato emotivo. La componente finale dell’intelligenza emotiva è
la regolazione delle emozioni, cioè essere in grado di trattare e regolare le emozioni in modo appropriato.
Questo non significa controllare completamente le emozioni che sentiamo o esprimiamo; in realtà un
ipercontrollo emotivo sarebbe insano. Ma anche permettere alle proprie emozioni di esprimersi senza
remore può essere insano. Molto di ciò su cui si focalizza la psicoterapia è aiutare le persone a riconoscere,
etichettare accuratamente e gestire meglio le loro emozioni. Queste stesse tecniche si utilizzano talvolta
per aiutare i pazienti cardiopatici a controllare meglio la rabbia e lo stress al fine di migliorare il loro stato di
salute. Esistono prove empiriche sempre più numerose secondo cui l’intelligenza emotiva è davvero
importante per il successo e il benessere.
>Difficoltà generalizzate dell’apprendimento (disabilità intellettive)
I livelli di intelligenza si dispongono lungo un continuum. Quando le persone possiedono abilità intellettive
e pratiche molto al di sotto della norma si dice che abbiano delle difficoltà generalizzate di apprendimento.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto i criteri per una diagnosi di difficoltà generalizzate
dell’apprendimento. Per ricevere tale diagnosi un individuo deve avere sia punteggi di QI inferiori alla
norma sia mostrare significative difficoltà ad affrontare compiti pratici della vita quotidiana. Ad esempio, ci
devono essere significativi ritardi o anormalità nella comunicazione, incapacità a prendersi cura di se stessi,
deficit marcati nelle abilità sociali e interpersonali, incapacità a utilizzare servizi pubblici (come prendere
l’autobus), inabilità ad avere controllo di se stessi e delle proprie azioni, competenze accademiche o
professionali molto basse o, infine, incapacità ad avere cura della propria salute o sicurezza personale. Le
persone con difficoltà generalizzate lievi riescono a mangiare e vestirsi col minimo aiuto, possono avere
abilità motorie nella norma e parlano e scrivono in termini semplici. Riescono a muoversi nel proprio
quartiere, possono raggiungere un buon livello d’istruzione e divenire auto-sufficienti. Da adulti sanno
cucinare e fare la spesa. I punteggi ai test d’intelligenza si aggirano tra 50 e 69. Le persone con livello
moderato di disabilità presentano un ritardo nell’acquisizione del linguaggio, possono essere goffi e
maldestri e avere difficoltà a vestirsi e nutrirsi. Hanno competenze scolastiche rudimentali. Da adulti
potrebbero non essere autonomi. I punteggi ai test sono tra 35 e 49. Le persone con severe difficoltà
generalizzate dell’apprendimento hanno un vocabolario limitato e parlano con frasi di due o tre parole.
possono avere deficit nello sviluppo motorio. Non riescono a viaggiare da soli, fare la spesa o cucinare. I
bambini e gli adulti con difficoltà generalizzate dell’apprendimento molto gravi sono danneggiati e devono
essere accuditi a tempo pieno. Non riescono a vestirsi da soli. Tendono a non interagire con gli altri. Hanno
un vocabolario di 300-400 parole. La loro prospettiva di vita è breve. Il punteggio QI è < a 100.
-Cause delle difficoltà generalizzate dell’apprendimento
Numerosi fattori biologici possono causare delle difficoltà generalizzate di apprendimento, tra cui, disordini
cromosomici e gestazionali, esposizione prenatale a sostanze tossiche e, nella prima infanzia, infezioni,
traumi fisici, problemi metabolici o nutrizionali e infine disordini a livello cerebrale. Inoltre fattori
socioculturali possono influenzarne l’esordio e lo sviluppo. I familiari delle persone con queste difficoltà
generalizzate tendono a loro volta ad avere un tasso elevato di problemi intellettivi, inclusi l’autismo e il
vero e proprio disturbo generalizzato dell’apprendimento nei suoi vari livelli di gravità. Due disordini
metabolici trasmessi geneticamente che causano difficoltà generalizzate dell’apprendimento sono la
fenilchetonuria(PKU)(è trasmessa da un gene recessivo e la frequenza è 1 su 20000 nati. I bambini non
riescono a metabolizzare la fenilalanina un amminoacido. Questa e l’acido fenilpiruvico si accumulano nel
corpo causando danni celebrali permanenti )e la malattia di Tay-Sachs(trasmessa da un gene recessivo e
diffusa nelle popolazioni ebraiche. Dai 3 ai 6 mesi il bambino ha una degenerazione progressiva del sistema
nervoso che porta a un deterioramento mentale e fisico e di solito muoiono prima dei sei anni). Vari tipi di
disfunzioni cromosomiche possono portare a difficoltà generalizzate dell’apprendimento. Una delle cause
più conosciute è la sindrome di Down che si verifica quando il cromosoma 21 è ripetuto 3 volte anziché
2(trisomia 21). I bambini down hanno difficoltà generalizzate dell’apprendimento e hanno somiglianze
neurali con la malattia di Alzheimer. La sindrome X-fragile che è la seconda causa più comune di difficoltà
generalizzate dell’apprendimento nei maschi, si verifica quando un segmento del cromosoma X si rompe.
Questa sindrome è caratterizzata da un ritardo da severo a molto grave, difetti linguistici e marcati deficit
nelle interazioni interpersonali. La qualità dell’ambiente prenatale di un feto può influire profondamente
sullo sviluppo intellettivo successivo. Se una donna gravida contrae il virus della rosolia, dell’herpes o la
sifilide, vi è un rischio di danno fisico per il feto che può causare difficoltà generalizzate dell’apprendimento.
Disturbi cronici materni, come l’ipertensione e il diabete possono interferire con il nutrimento del feto e
con il suo sviluppo cerebrale e possono pertanto influenzarne le capacità intellettive. Fortunatamente
trattamenti efficaci di questi disordini durante la gravidanza possono ridurre enormemente il rischio di
danno per il feto. Le droghe che una donna gravida assume possono passare attraverso la placenta e
interferire con lo sviluppo del feto. Ad esempio ogni forma di cocaina restringe i vasi sanguigni della madre
riducendo il flusso di ossigeno e sangue al feto e verosimilmente causando un danno cerebrale al feto e
conseguente disabilità. I bambini le cui madri hanno fumato crack durante la gravidanza sono meno vigili di
altri bambini e meno responsivi emotivamente e cognitivamente. Sono più eccitabili e meno capaci di
regolare il loro ciclo sonno-veglia. Inoltre, le donne che assumono cocaina durante la gravidanza tendono a
essere in una situazione di svantaggio socioculturale e ad assumere tabacco, alcol, marijuana e altre droghe
illecite. Questi altri fattori di rischio oltre all’assunzione di cocaina possono danneggiare severamente lo
sviluppo intellettivo dei bambini di queste madri. L’alcol è un’altra droga che se presa durante la gravidanza
può compromettere lo sviluppo intellettivo e fisico del feto. I bambini le cui madri hanno assunto grandi
quantità di alcol durante la gravidanza hanno un maggior rischio di sviluppare difficoltà generalizzate
dell’apprendimento e una sindrome chiamata alcolica fetale. I bambini hanno un QI di circa 68 e una bassa
capacità di giudizio, distraibilità, difficoltà nel percepire stimoli sociali e incapacità d’imparare
dall’esperienza. Il loro funzionamento scolastico è basso per tutta la vita. È più probabile che i bambini con
difficoltà generalizzate dell’apprendimento provengano da comunità con un basso livello socioeconomico.
La povertà non permette alle madri di ricevere le giuste cure in gravidanza e i bambini che vivono in
povertà sono esposti a rischi per effetti del piombo, poiché molti vecchi edifici hanno vernici di piombo che
se ingerita può causare danni celebrali. I bambini poveri frequentano le scuole dei bassi fondi.
-Trattamenti delle difficoltà generalizzate dell’apprendimento
Esistono evidenze sperimentali a favore del fatto che interventi educativi intensivi e comprensivi
somministrati precocemente possono aiutare a ridurre il livello di gravità delle difficoltà generalizzate
dell’apprendimento. Le terapie farmacologiche riducono i comportamenti aggressivi e autodistruttivi e i
programmi sociali assicurano che l’ambiente sia ottimale per lo sviluppo del bambino. Gli adulti possono
fungere da modelli che incoraggiano i bambini e li ricompensano. Strategie comportamentali sono utili a
ridurre i comportamenti autolesionistici. I farmaci servono per ridurre le crisi epilettiche e ridurre i
comportamenti autodistruttivi, aggressivi e antisociali e quelli antidepressivi possono ridurre i sintomi
depressivi, migliorare il sonno e controllare comportamenti antilesionistici. Il Programma per la Salute e lo
Sviluppo del Neonato ha selezionato neonati prematuri. L’intervento era costituito da tre fasi. Consulenti
visitavano le case durante i primi tre anni di vita. Alle madri venivano insegnate tecniche di genitorialità e
strategie per migliorare lo sviluppo cognitivo dei bambini. Ogni giorno i bambini frequentavano un centro
specializzato in cui gli insegnanti lavoravano per ridurre i deficit intellettivi e fisici. C’era un gruppo di
supporto per i genitori.
-A sostegno dell’intelligenza emotiva-Brackett e Salovey
Salovey e Mayer proposero che alcuni individui sono dotati di maggiore abilità rispetto ad altri, di ragionare
su e utilizzare informazioni cariche emotivamente per accrescere e valorizzare il funzionamento cognitivo e
sociale. Il modello delle quattro componenti dell’intelligenza emotiva è la cornice più ampiamente utilizzata
e inducono l’abilità di percepire, utilizzare, capire e gestire le emozioni. Le abilità sono organizzate in modo
che i processi psicologici di base(percepire le emozioni) sono le fondamenta, e processi avanzati(regolarle)
sono nel punto più alto della gerarchia e dipendono da abilità di livelli inferiori. Percepire le emozioni
riguarda l’abilità di identificare le proprie emozioni così come le sfumature. Utilizzare le emozioni richiede
l’abilità di incanalare le emozioni che favoriscono certe attività cognitive quali ragionare, prendere delle
decisioni, essere creativi e comunicare con gli altri. Capire le emozioni coinvolge la capacità di analizzare le
emozioni. Gestire le emozioni riguarda l’abilità di ridurre, migliorare o modificare la propria o altrui risposta
emotiva e prendere decisioni circa l’utilità di certe emozioni in delle situazioni. I test di presentazione
affrontano i limiti insiti nell’inaccuratezza delle persone quando si approcciano a dare dei giudizi sulle
proprie abilità. Uno è il Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence test che è composto da 140 item
comprendenti otto diversi compiti(due compiti per ogni componente). C’è una versione anche per gli
adolescenti. I punteggi MSCEIT sono legati a punteggi di intelligenza generale e verbale e ad un ampio
spettro di criteri. Le persone con punteggi MSCEIT più alti riportano di avere amicizie di qualità migliore e
vengono giudicati dagli amici come possessori di buone abilità sociali. Gli studenti universitari con alti
punteggi fanno meso uso di droga o alcol. Alti punteggi sono associati a minor ansia e depressione.
Nell’ambito lavorativo alti punteggi comportano il saper reggere situazioni di stress e essere abili nel creare
un piacevole ambiente di lavoro. Gli adolescenti con alti punteggi sono giudicati dagli insegnanti avere
meno problemi di condotta o difficoltà di attenzione o apprendimento e nel generale del comportamento.
Ma il test MSCEIT non prevede una diretta valutazione di tutte le abilità emotive previste dai modelli EI.
-Una critica all’intelligenza emotiva-Viswesvaran
L’intelligenza emotiva(EI) è un interessante nuovo concetto ma ci sono controversie sulla definizione. Ci
sono almeno due modelli esplicativi. Un modello definisce l’EI come un tipo specifico d’intelligenza ed è
denominato il modello dell’abilità dell’EI. Il secondo è il modello dei tratti di EI(modello misto) e la definisce
come un insieme di disposizioni di personalità. I ricercatori tendono a scartare il modello misto ma le
misure IE di entrambi i modelli predicono importanti esiti. È plausibile che per essere intelligenti sia
necessario avere abilità e disposizioni di temperamento. Per quanto riguarda la validità del costrutto è
importante calcolare le correlazione dei punteggi ai test ed esiti ma è anche indispensabile capire la
relazione che li lega. Si è parlato dell’EI come una variabile importante e sulla quale gli individui dovrebbero
essere valutati in situazioni di selezione. Viene presentata come alternativa all’intelligenza generale dal
momento che 1) vi è un impatto negativo quando i punteggi di intelligenza generale sono utilizzati per le
decisioni sul personale, 2) IE aiuta a spiegare la prestazione che esula dall’intelligenza generale. Un impatto
negativo è quando una percentuale molto più grande di un gruppo viene selezionata rispetto a un altro
gruppo. Nell’epoca della globalizzazione molto deve essere fatto prima che l’IE venga accettata come tratto
importante su cui si possano valutare gli individui.
CAPITOLO 13 PERSONALITà
I ricercatori del Minnesota hanno studiato coppie di gemelli che avevano somiglianze seppure separati alla
nascita come due gemelli separati alla nascita che all’età di 31 anni furono riuniti entrambi diventati
pompieri, che amavano la birra e avevano sposato donne con lo stesso nome. In molti modi, ogni persona è
come tutte le altre ma in altri è diversa da tutte le altre. Quattro approcci teorici hanno dominato la
psicologia della personalità: psicoanalitico, comportamentale, umanistico e cognitivo.
>Concettualizzazione e valutazione della personalità
La personalità può essere definita come l’insieme distintivo e caratteristico di pensieri, emozioni e
comportamenti che definiscono lo stile personale con cui l’individuo interagisce con l’ambiente fisico e
sociale. Negli anni ’30 Allport e Odbert ridussero la lista a circa 4500 termini che rappresentano i tratti tipici
della personalità.
-quanti tratti?
Attraverso l’analisi fattoriale , una procedura statistica, si è cercato di ottenere delle valutazioni delle
persone su tali tratti e esaminare le correlazioni tra queste valutazioni. Cattell condensò a 16 fattori.
Eysenck arrivò a due fattori di personalità: l’introversione-estroversione (si riferisce al grado in cui
l’orientamento di base di una persona è volto internamente verso il sé o esternamente verso il mondo. Agli
estremi di ciascuna ci sono i timidi che preferiscono lavorare da soli e le persone socievoli che preferiscono
lavorare a contatto con altre persone) e il nevroticismo(instabilità-stabilità che è una dimensione
dell’emotività, con le persone lunatiche, ansiose, irritabili e le persone calme). Si sta diffondendo un certo
consenso sul fatto che 5 dimensioni di tratto possono rappresentare la personalità: i Big Five. Non è stato
ancora raggiunto un accordo su come sia meglio chiamare e interpretare i fattori ma un modo ragionevole
di riassumerli è: apertura all’esperienza, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevroticismo. La
struttura di base dei Big Five è stata replicata in molte culture e sembra costante per le persone di ogni età.
I tratti della personalità nel modello a cinque fattori è influenzata dalla genetica.
-Inventari di personalità
La maggior parte dei test di personalità non chiede agli individui di autovalutarsi su dimensioni riguardanti i
tratti di personalità; bensì pongono una serie di domande sulle reazioni a certe situazioni. Siffatti
questionari che valutano la personalità – detti inventari di personalità – pongono ad ogni persona le stesse
domande e le risposte sono normalmente date in forma facilmente siglabile spesso con programmi
computerizzati. Spesso la forma preliminare dell’inventario prevede un gran numero di item ed è
somministrata a molte persone, le cui risposte sono sottoposte ad analisi fattoriale per stabilire le
intercorrelazioni tra i sottoinsiemi di item e se realmente tali sottoinsiemi appartengono alla scala di tratto
inizialmente ipotizzata.
-Minnesota Multiphasic Personality Inventory(MMPI)
È uno dei più popolari inventari di personalità tradotto in 150 lingue. Si compone di 550 affermazioni sugli
atteggiamenti, reazioni emotive, sintomi fisici e psicologici e esperienze passate. Il soggetto risponde con
vero , falso o non so. Nel test finale le risposte a ogni item sono valutate secondo la loro corrispondenza
alle risposte date dai differenti gruppi di criterio. L’MMPI include scale che tentano di determinare se la
persona ha risposto attentamente e onestamente conosciute come scale di validità. Dal momento che il
test deriva dalle differenze tra gruppi criterio e gruppi di controllo ciò che importa è che la persona lo dica
non che sia vero. L’MMPI è di enorme valore per distinguere popolazioni normali da anormali e per valutare
la gravità di disturbi di un individuo ma è poco efficace nel fare distinzioni sottili fra varie forme di
psicopatologia.
-Q-sort
In tale metodo un valutatore descrive la personalità di un individuo distribuendo in mucchi diversi dei
cartoncini scelti da un mazzo di circa 100. Ogni cartoncino ha un’affermazione sulla personalità. Il
valutatore divide i cartoncini in 9 mucchi mettendo nel mucchio 1 a sn quelli che descrivono meno
l’individuo e nel mucchio 1 a dx quelli che lo descrivono di più. Nel mucchio centrale 5 mettono i cartoncini
che non sono né caratteristici né non -caratteristici. Ogni Q-item riceve un punteggio da 1 a 9 e i numeri più
alti indicano che l’item è caratteristico di quella data persona. Compilando le scale di valutazione un
valutatore paragona l’individuo a altri mentre nel Q-sort paragona ciascun tratto con altri tratti all’interno
del medesimo individuo. Si possono confrontare due Q-sort calcolando le correlazioni e quindi in che
misura due individui sono simili o paragonare due Q-sort dello stesso individuo in tempi diversi per valutare
l’attendibilità del test-retest o ancora paragonare due Q-sort di valutatori diversi e determinare l’accordo
tra giudici.
>Approccio psicoanalitico
Freud, il creatore della teoria psicoanalitica, è una figura centrale nelle teorie della personalità. La
premessa di base della teoria psicoanalitica è che molto di quanto pensiamo e facciamo è governato da
processi inconsci. Freud paragonò la mente umana a un iceberg. La piccola parte che appare al di sopra
della superficie dell’acqua rappresenta il conscio – la consapevolezza attuale – e il preconscio, cioè tutte le
informazioni che non sono presentemente “nella nostra testa”, ma che possiamo portare a livello conscio
se ci è richiesto di farlo. La ben più grande massa dell’iceberg al di sotto del livello dell’acqua rappresenta
l’inconscio, un magazzino di impulsi, desideri e ricordi inaccessibili che influenzano i nostri pensieri e il
nostro comportamento. Freud si accorse che il modello topografico era troppo semplicistico per descrivere
la personalità umana e così iniziò a sviluppare il modello strutturale, che divide la personalità in 3 sistemi
che interagiscono nel governare il comportamento umano: l’Es, l’Io e il Super-Io. Secondo Freud l’Es è la
parte più primitiva della personalità da cui si sviluppano successivamente l’Io e il Super-Io. È presente nel
neonato e consiste negli impulsi biologici fondamentali o pulsioni (bisogno di mangiare, bere, eliminare i
rifiuti, evitare il dolore e ottenere piacere sessuale sensuale). Freud credeva che gli impulsi sessuali e
aggressivi fossero le determinanti istintive più importanti della personalità nel corso della vita. L’Es cerca la
gratificazione immediata in tali impulsi. Come un bambino piccolo l’Es opera sulla base del principio del
piacere, cerca continuamente di raggiungerlo ed evitare il dolore indipendentemente dalle circostanze
esterne. I bambini imparano presto che i loro impulsi non possono essere sempre gratificati. La fame deve
attendere fino a quando qualcuno procura il cibo. Il sollievo di liberarsi dalla pressione della vescica o
dell’intestino deve attendere fino al momento in cui si raggiunge il bagno. Alcuni impulsi – giocare con i
propri genitali o picchiare qualcuno – possono causare la punizione da parte di un genitore. Una nuova
parte della personalità, l’Io, si sviluppa quando il bambino impara a prendere in considerazione le esigenze
della realtà. L’Io obbedisce al principio di realtà: la gratificazione degli impulsi deve essere rimandata al
momento in cui la situazione è appropriata. L’Io, quindi, è essenzialmente l’amministratore della
personalità; decide quali impulsi dell’Es verranno soddisfatti e in che modo. L’Io media fra le pressioni
dell’Es, le realtà del mondo e le richieste del Super-io. La terza parte della personalità è il Super-io che
giudica se le azioni sono giuste o sbagliate. In senso più generale il Super-io è la rappresentazione
interiorizzata dei valori e della morale della società. È la coscienza dell’individuo come pure la sua immagine
della persona moralmente ideale (definita Io ideale). Il Super-io si sviluppa come risposta alle gratificazione
e alle punizioni ricevute dai genitori. Violare gli standard del Super-io o persino l’impulso a farlo determina
ansia – che originariamente era l’ansia di perdere l’amore dei genitori. Secondo Freud, tale ansia è in gran
parte inconscia ma può essere sperimentata come senso di colpa. Se gli standard parentali sono
estremamente rigidi l’individuo può essere dominato dal senso di colpa e inibire tutti gli impulsi aggressivi e
sessuali. Al contrario un individuo che non riesca ad assimilare nessuno standard di comportamento
socialmente accettabile avrà poche costrizioni comportamentali e potrebbe mettere in atto comportamenti
eccessivamente autoindulgenti o criminali. Si dice che una persona di questo genere possegga un Super-io
debole. Nei termini del precedente modello topografico Freud propose che tutto l’Es e la maggior parte
dell’Io e del Super-io fossero sommersi nell’inconscio mentre piccole parti di Io e Super-io si trovano nel
conscio e nel preconscio.
-Meccanismi di difesa
La libido è secondo Freud la quantità costante di energia psichica per ciascun individuo. Se si reprime
un’azione o un impulso proibiti la corrispondente energia cercherà sbocco altrove all’interno del sistema
ripresentandosi probabilmente in forma camuffata. I desideri dell’Es contengono un’energia psichica che
deve esprimersi in qualche modo e proibirne l’espressione non serve a eliminarli. Gli impulsi aggressivi per
esempio possono essere espressi in forma camuffata correndo con macchine da corsa, giocando a scacchi o
facendo commenti sarcastici. Anche i sogni e i sintomi nevrotici sono manifestazioni dell’energia psichica
cui è stato impedito di esprimersi direttamente. Gli individui con l’impulso di fare qualcosa di proibito,
provano ansia. Un modo per ridurre tale ansia è esprimere l’impulso in forma camuffata per evitare la
punizione da parte della società o del suo rappresentante interno, il Super-io. Freud e sua figlia, Anna,
hanno descritto diversi meccanismi di difesa (o strategie per prevenire o ridurre l’ansia). Di seguito sono
illustrati alcuni dei più comuni meccanismi di difesa.
-Rimozione→ Freud considerava la rimozione il meccanismo di difesa più importante. Con la rimozione gli
impulsi o i ricordi troppo spaventosi e dolorosi sono esclusi dalla consapevolezza conscia. La rimozione è
diversa dalla repressione. La repressione è il processo di deliberato autocontrollo che tiene a freno impulsi
e desideri (forse ammettendoli privatamente mentre sono negati in pubblico) o evita temporaneamente i
ricordi dolorosi. Le persone sono consce dei pensieri repressi, ma sono in gran parte inconsapevoli degli
impulsi o dei ricordi rimossi. Freud riteneva che la rimozione fosse raramente del tutto efficace.
-Repressione → è il processo di deliberato autocontrollo, che tiene a freno impulsi e desideri o evita
temporaneamente i ricordi dolorosi. Le persone sono consce dei pensieri repressi, ma sono inconsapevoli
degli impulsi o ricordi rimossi. Gli impulsi rimossi minacciano di irrompere nella coscienza; l’individuo
diventa ansioso e usa meccanismi di difesa per mantenere gli impulsi lontano dalla coscienza.
-Razionalizzazione: consiste nell’assegnare motivazioni logiche o socialmente desiderabili a quello che
facciamo di modo che le nostre azioni sembrino razionali. La razionalizzazione serve a 2 scopi: allevia il
nostro dispiacere quando non riusciamo a raggiungere un obiettivo (“Comunque non lo volevo”) e ci
fornisce ragioni accettabili per il nostro comportamento.
-Formazione reattiva→ talvolta gli individui possono celare a se stessi una pulsione tramite l’espressione
molto forte della pulsione opposta. Questa tendenza è chiamata formazione reattiva. Una madre che si
sente colpevole per non desiderare il figlio può diventare troppo indulgente e protettiva per assicurare al
figlio il suo amore e rassicurare se stessa di essere una buona madre.
-Proiezione→ ognuno di noi ha dei tratti indesiderabili che non riconosce, nemmeno a se stesso. Un
meccanismo di difesa noto come proiezione ci protegge dal riconoscere le nostre qualità indesiderabili,
facendocele attribuire in modo esagerato ad altre persone. Supponiamo di avere la tendenza a essere critici
o scortesi verso gli altri ma che non ci piaceremmo se ammettessimo di avere questa tendenza. Se ci
convinciamo che le persone intorno a noi sono crudeli o scortesi il nostro trattarle male non sarebbe basato
sul nostro cattivo carattere – semplicemente, “sarebbe quello che si meritano”. Se riusciamo a convincerci
che tutti quanti copiano agli esami, la nostra tendenza non riconosciuta a prendere scorciatoie
accademiche non sarebbe poi così sbagliata. La proiezione è una forma di razionalizzazione.
-Negazione→quando una realtà esterna è troppo spiacevole da affrontare, l’individuo può mettere in atto
una negazione ossia rifiutare di riconoscere l’esistenza della realtà indesiderata. I genitori di un bambino
destinato a morire entro breve per malattia possono rifiutarsi di ammettere la gravità della situazione
anche se informati in modo esaustivo della diagnosi e del risultato atteso. Poiché non tollerano la pena che
comporterebbe l’accettazione della realtà fanno ricorso alla negazione.
-Spostamento→ si dirotta verso un canale alternativo una motivazione che non può essere gratificata nella
sua forma originale. Un esempio di spostamento si trova nella discussione sulla rabbia che non potendo
essere espressa contro la fonte di frustrazione viene reindirizzata verso un oggetto meno minaccioso. Freud
riteneva che lo spostamento fosse il modo più soddisfacente di gestire gli impulsi sessuali e aggressivi. Le
pulsioni primarie non possono cambiare ma si può modificare l’oggetto verso cui è diretto l’impulso. Per
esempio gli impulsi erotici che non possono essere espressi direttamente, possono manifestarsi
indirettamente in attività creative quali l’arte, la poesia e la musica. Gli impulsi ostili possono trovare
un’espressione socialmente accettabile nella partecipazione a sport violenti. Sembra improbabile che lo
spostamento elimini effettivamente gli impulsi frustrati ma le attività sostitutive aiutano davvero a ridurre
la tensione quando una pulsione primaria è ostacolata. Ad esempio avere cura degli altri o cercare amicizie
può aiutare a ridurre la tensione associata ai bisogni sessuali non soddisfatti.
-Sviluppo della personalità
Freud era convinto che l’individuo nei primi 5 anni di vita passasse attraverso stadi di sviluppo che
influenzano la sua personalità. Egli chiamò tali periodi stadi psicosessuali. Durante ciascuno stadio gli
impulsi dell’Es, che ricercano il piacere, si concentrano su un’area particolare del corpo. Freud definì il
primo anno di vita lo stadio orale dello sviluppo psicosessuale. In questo periodo i bambini traggono
piacere dall’essere accuditi e allattati e iniziano a mettere in bocca tutto ciò che riescono a raggiungere.
Freud chiamò il secondo anno di vita l’inizio dello stadio anale e riteneva che in questo periodo i bambini
provassero piacere sia trattenendo sia espellendo le feci. Questi piaceri sono in conflitto con i genitori
impegnati nell’educazione degli sfinteri. Nello stadio fallico, dai 3 ai 6 anni, i bambini iniziano a ricavare
piacere accarezzando i propri genitali, osservano le differenze tra maschi e femmine e iniziano a indirizzare
verso il genitore di sesso opposto gli impulsi sessuali. Secondo Freud intorno ai 5 anni gli impulsi sessuali
del maschio sono indirizzati verso la madre. Ciò lo porta a percepire il padre come un rivale nel rapporto
affettivo con la madre. Freud chiamò questa situazione complesso di Edipo dalla tragedia di Sofocle in cui il
re Edipo involontariamente uccide il padre e sposa la madre. Secondo Freud inoltre il bambino teme che il
padre desideri vendicarsi di questi impulsi sessuali castrandolo. Freud chiamò tale paura angoscia di
castrazione e la considerò il prototipo di tutte le successive angosce provocate da desideri interni proibiti.
La risoluzione del complesso di Edipo conclude lo stadio fallico cui subentra il periodo di latenza. Durante
questa fase sessualmente quiescente che dura all’incirca dai 7 ai 12 anni, i bambini si preoccupano meno
del loro corpo e rivolgono la loro attenzione alle abilità necessarie per affrontare l’ambiente. Infine la
pubertà e l’adolescenza introducono lo stadio genitale; la fase matura della sessualità e del funzionamento
adulto. Freud riteneva che problemi particolari in uno qualsiasi degli stadi descritti potessero arrestare (o
fissare) lo sviluppo ed esercitare un effetto duraturo sulla personalità. Una persona svezzata precocemente
che non ha goduto a sufficienza del piacere di poppare, potrebbe bloccare il suo sviluppo psicosessuale allo
stadio orale. Una volta adulto, questa persona potrebbe dipendere eccessivamente dagli altri ed apprezzare
troppo i piaceri orali quali mangiare, bere e fumare. Si ritiene che una persona di questo tipo abbia una
personalità orale. Una persona fissata allo stadio anale dello sviluppo psicosessuale potrebbe provare un
interesse anomalo verso la pulizia, l’ordine e il risparmio e potrebbe cercare di resistere alle pressioni
esterne – la cosiddetta personalità anale. L’inadeguata risoluzione del complesso di Edipo può tradursi in un
debole senso di moralità, difficoltà nei confronti delle figure che rappresentano l’autorità e molti altri
problemi.
-Modifiche alle teorie freudiane
Freud tardi nella sua carriera elaborò la teoria dell’ansia poi ampliata dalla figlia Anna che ebbe un ruolo
importante nel chiarimento dei meccanismi di difesa e nell’applicazione della teoria psicoanalitica alla
pratica psichiatrica infantile. Alcuni colleghi ruppero con Freud tra cui Jung che fondò la psicologia
analitica. Riteneva che esistesse l’inconscio collettivo, una parte della mente comune a tutti gli esseri
umani ed è costituito da archetipi tra cui ci sono la madre, il padre, il sole, l’eroe, Dio e la morte. Jung
esaminò i sogni e scritti religiosi. Dopo Freud ci fu la teoria delle relazioni oggettuali, che si occupa
dell’attaccamento e delle relazioni di una persona con gli altri, nel corso dello sviluppo. Questi teorici hanno
rifiutato il concetto dell’Es o l’importanza degli influssi biologici ma si sono interessati a problemi come il
grado di separazione psicologica dai genitori, il grado di attaccamento, il coinvolgimento con altre persone
rispetto alla preoccupazione per se stessi e l’intensità dei sentimenti individuali di autostima e competenza.
La teoria degli stadi di sviluppo di Erikson è un esempio di teoria analitica riveduta( fu allievo di Anna).
Erikson vede gli stadi dello sviluppo in termini psicosociali, che riguardano i processi dell’Io. Nel primo anno
di vita il bambino impara ad avere fiducia nell’ambiente quale fonte di soddisfazione dei bisogni. Il secondo
anno è importante perché impara l’autonomia.
-Test proiettivi
Gli psicologi che hanno seguito Freud prediligono test che somigliano alla teoria freudiana di associazione
libera, in cui l’individuo è libero di dire qualsiasi cosa gli venga in mente. Il test proiettivo presenta uno
stimolo ambiguo al quale la persona può rispondere come desidera proiettando la sua personalità sullo
simolo.
-Test di Rorschach → ideato negli anni ’20 consiste in una serie di 10 tavole che rappresentano ciascuna
una macchia complessa di inchiostro, alcune colorate altre in bianco e nero. Poi si chiedono le impressioni
alla persona dopo averle guardate e l’esaminatore alla fine torna per avere chiarimenti. Le tre categorie di
risposta sono la localizzazione(se la risposta si riferisce all’intera macchia o parte di essa), le
determinanti(se si riferisce a forma, colore o differenze di tessitura), e contenuto(cosa rappresenta la
risposta). Poi sono stati elaborati dei punteggi ma la valutazione che segue è approssimativa.
-Test di Appercezione Tematica → fu sviluppato da Murray negli anni ’30. Si mostrano 20 immagini di
persone ambigue o scene e si chiede di costruire una storia su ogni immagine. Il test ha lo scopo di rivelare i
temi fondamentali che ricorrono nella fantasia di un individuo(l’appercezione è la prontezza ad avere un
certo tipo di percezione in base alle esperienze). Analizzando le risposte lo psicologo cerca di individuare i
temi ricorrenti che possono rivelare bisogni, motivazioni o modi di gestire i rapporti interpersonali di un
individuo.
-Problemi con i test proiettivi
L’attendibilità del Rorschach è scarsa perché le risposte possono essere interpretate in modo diverso dagli
esaminatori. Il TAT è più attendibile: riesce a predire alcuni comportamenti specifici. Sono stati ideati molti
test proiettivi come disegnare immagini di persone, case, alberi; completare frasi “Spesso desidero…”, “Mia
madre…”.
-Profilo psicoanalitico della natura umana
Freud ha insistito sul fatto che il comportamento umano è determinato da forza che vanno al di là del
nostro controllo, privandoci del libero arbitrio e libertà psicologica e della razionalità. La teoria
psicoanalitica traccia un profilo malvagio dell’umanità. Freud era pessimista e fu costretto ad abbandonare
Vienna quando i nazisti la invasero nel ’38 e morì nel settembre del ’39. In base alla teoria psicoanalitica
risultiamo creature passive. L’obiettivo della psicanalisi è assicurare che “Dove è l’Es, ivi sarà l’Io”.
-Valutazione dell’approccio psiconanalitico
Una delle principali critiche alla teoria psicoanalitica è che molti concetti sono ambigui e difficili da definire
e sostiene che comportamenti molto diversi riflettono il medesimo motivo di fondo. Alcuni criticano la sua
modalità di fare psicanalisi sostenendo che avrebbe interrogato i pazienti in modo così persistente con
domande allusive e suggerimenti che essi ricordavano seduzioni mai avvenute. Inoltre una semplice
spiegazione basata sulla teoria dell’apprendimento- rinforzo dei genitori e imitazione dei bambini- sarebbe
una spiegazione più economica dei tratti degli adulti rispetto alle ipotesi psicoanalitiche. Inoltre Freud
osservava un gruppo ristretto di persone(l’alta borghesia nella Vienna vittoriana che soffrivano di sintomi
nevrotici) e aveva dei pregiudizi sessuali che riflettevano la sua epoca( come la sua teoria che lo sviluppo
psicosessuale femminile sia modellato sull’”invidia del pene”). La teoria dell’ansia e dei meccanismi di
difesa ha resistito alla prova del tempo, ricerca e osservazione.
>Approccio comportamentale
In base alla teoria comportamentale(approccio comportamentale) le differenze individuali nel
comportamento derivano dalle differenze nel tipo di esperienze di apprendimento avute nel corso della
crescita. (le persone e le situazioni si influenzano a vicenda).
-Apprendimento sociale e condizionamento
Attraverso il condizionamento operante le persone apprendono ad associare comportamenti specifici a
punizioni o rinforzi. Un’altra via di acquisizione di risposte è l’apprendimento osservativo che consiste
nell’apprendere osservando le azioni di altri e notando le conseguenze di tali azioni. Poiché la maggior
parte dei comportamenti sociali è gratificata in modo diverso nei vari ambienti, l’individuo impara a
discriminare i contesti in cui un certo comportamento risulta appropriato da dove non lo è. Quando una
persona riceve una ricompensa per la medesima risposta in differenti situazioni, si ha la generalizzazione
che garantisce che quel medesimo comportamento si verificherà in varie circostanze.
-Condizionamento classico
È il tipo di apprendimento che si verifica in seguito all’associazione tra situazioni e risultati specifici come
ausilio alla loro concezione della personalità. Il comportamento diventa uno stimolo condizionato, tramite
l’accoppiamento con lo stimolo incondizionato della punizione; l’ansia diventa la risposta condizionata. È il
condizionamento classico che produce la fonte interiorizzata d’ansia che Freud ha denominato Super-Io.
-Profilo comportamentale della natura umana
L’approccio comportamentale alla personalità è deterministico e si concentra sulle determinanti
ambientali. I comportamentisti hanno un forte ottimismo circa la nostra abilità di modificare il
comportamento umano agendo sull’ambiente. Con il tempo si è affermato il ruolo attivo dell’individuo nello
scegliere e modificare l’ambiente il che consente alla persona di diventare una forza causale nella sua vita.
-Valutazione dell’approccio comportamentale
La teoria comportamentale ci ha portati a vedere le azioni umane come reazioni a specifici ambienti, ci ha
fatto concentrare sul modo in cui l’ambiente controlla il nostro comportamento e su come si può cambiare
l’ambiente per modificare il comportamento stesso. I risultati odierni è la comprensione delle interazioni
tra persone e situazioni e un maggiore apprezzamento dell’individualità di ciascuno.
>Approccio cognitivo
L’approccio cognitivo alla personalità si basa sull’idea che le differenze di personalità originano dal diverso
modo con cui gli individui rappresentano mentalmente le informazioni. La teoria dell’apprendimento
sociale ha le radici nella teoria comportamentale. In base ai teorici dell’apprendimento sociale i processi
cognitivi interni influenzano il comportamento, così come l’osservazione del comportamento di altri e
dell’ambiente in cui si verifica il comportamento stesso. Bandura ha ampliato ulteriormente l’approccio
sviluppando la teoria socio-cognitiva, la quale enfatizza il determinismo reciproco, secondo cui le
determinanti esterne del comportamento come premi e punizioni e quelle interne(credenze, pensieri,
aspettative) sono parte di un sistema di influenze interagenti che hanno un effetto sul comportamento e sul
altre parti del sistema. Secondo il modello di Bandura non solo l’ambiente influenza il comportamento ma
anche il comportamento influenza l’ambiente. Di fatto la relazione tra ambiente e comportamento è
reciproca. Bandura inoltre sottolinea che la maggior parte dei comportamenti si verifica in assenza di
rinforzi o punizioni esterne. Quasi tutti i comportamenti originano da processi interni di autoregolazione.
Secondo Bandura impariamo in che modo comportarci osservando, leggendo o sentendo parlare del
comportamento d altri; ci basta notare che questi comportamenti siano rinforzati o puniti e immagazzinare
l’informazione in memoria. Mischel ha cercato di incorporare le differenze individuali introducendo le
variabili cognitive: 1. Competenze(capacità intellettive, sociali e fisiche), 2.Strategie di codifica(come le
persone codificano gli eventi e raggruppano le informazioni in categorie specifiche),3.Aspettative(le
aspettative sulle conseguenze dei diversi comportamenti guidano la scelta di comportamento dell’individuo
e quelle sulle nostre capacità influenzano il nostro),4.Valori soggettivi( cosa vale la pena di fare),5.Sistemi e
piani di autoregolazione(la gente si differenzia per parametri e regole che adotta per disciplinare il proprio
comportamento). Tutte queste variabili interagiscono con le condizioni di una particolare situazione nel
determinare ciò che l’individuo farà in quella situazione.
-Teoria dei costrutti personali di Kelly
Kelly propose che l’obiettivo dello psicologo è scoprire i costrutti personali ossia le dimensioni che le
persone usano per interpretare se stesse e il proprio mondo sociale. Gli individui devono essere considerati
come scienziati intuitivi e come gli scienziati possono sostenere teorie sbagliate o credenze portandoli a
interpretazioni distorte di se stessi e degli altri. Kelly asserì che ciascuno utilizza un insieme unico di
costrutti personali per predire e interpretare gli eventi. Questi costrutti hanno forma dicotomica. Le
differenze del comportamento si traducono in differenze della personalità.
-Schemi del sé
Uno schema è una struttura cognitiva che aiuta a percepire, organizzare, elaborare e utilizzare
l’informazione. Attraverso l’uso degli schemi ciascun individuo sviluppa un sistema per individuare cos’è
importante nel suo ambiente ignorando tutto il resto. Gli schemi sono relativamente stabili nel tempo.
Siccome differiscono da un individuo all’altro, le persone elaborano e si comportano in modo diverso. Ciò
può spiegare le differenze di personalità. Probabilmente lo schema più importante è lo schema del sé che
consiste in “generalizzazioni cognitive sul sé derivate dall’esperienza passata, che organizzano e guidano
l’elaborazione delle informazioni relative a se stessi”. Sin dalla tenera età sviluppiamo una
rappresentazione cognitiva di chi siamo. Lo schema del sé risultante è costituito dagli aspetti del nostro
comportamento che consideriamo più importanti e gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui
elaboriamo le informazioni e interagiamo con il mondo circostante. Il nucleo dello schema del sé è
costituito dalle informazioni di base come nome, aspetto fisico e relazioni con le persone significative. Ma le
cose più importanti dal punto di vista delle differenze individuali sono le caratteristiche particolari degli
schemi del sé. Le differenze negli schemi del sé si traducono in differenze di comportamento. Gli schemi del
sé guidano la percezione e l’elaborazione delle informazioni e forniscono una cornice per organizzarle e
immagazzinarle. Gli schemi del sé differiscono nelle diverse culture al punto che la personalità è un
prodotto culturale.
-Profilo cognitivo della natura umana
L’approccio cognitivo considera gli esseri umani come attivamente impegnati nella costruzione del proprio
mondo. Il concetto di agentività personale è centrale nell’approccio cognitivo. Il senso delle persone di
essere “agenti”, protagonisti delle proprie azioni, insieme alla credenza di poter influenzare attivamente le
situazioni che si incontrano nella vita guida la scelta di quali situazioni vivere e quali invece evitare nonché il
livello di motivazione, persistenza e benessere. Il senso di agentività può essere rafforzato o indebolito dalle
condizioni di vita che l’individuo incontra. Se un bambino cresce circondato da una povertà degradante con
i genitori che gli dicono costantemente che non avrà nulla dalla vita difficilmente questo bambino avrà un
forte senso di agentività rispetto ad un bambino che invece cresce in una casa confortevole con i genitori
che lo incoraggiano a raggiungere i suoi obiettivi nella vita. Ma l’agentività ha la meglio sull’ambiente
secondo la teoria socio-cognitiva; anche il bambino che cresce in povertà a fianco di genitori che non lo
supportano può avere successo nel suo ambiente e conseguire grandi cose se possiede un senso di
agentività personale.
-Valutazione dell’approccio cognitivo
L’approccio cognitivo presenta punti di forza e di debolezza. Un aspetto positivo è che si basa sulla ricerca
scientifica e che va oltre l’approccio dei tratti per spiegare le caratteristiche di personalità. Una critica è che
usa concetti vaghi e la personalità può essere spiegata bene senza fare ricorso alle cognizioni.
>Approccio umanistico
Si sviluppa durante gli anni ’50 e ’60. Si basa su 4 principi:
1.L’esperienza della persona è di primario interesse. Il problema che ogni persona deve affrontare è “Chi
sono?”. Lo psicologo affianca la persona nella ricerca del significato esistenziale.
2.Scelta umana, creatività e autorealizzazione sono gli argomenti preferiti di questa ricerca. I principi
fondamentali della salute psicologica dovrebbero essere la crescita e l’autorealizzazione non solo il
controllo dell’Io o l’adattamento all’ambiente.
3. la ricerca non è priva di valori nel senso che bisognerebbe studiare problemi umani e sociali importanti.
4.Valoro sommo è attribuito alla dignità della persona. Le persone sono buone. L’obiettivo della psicologia è
comprendere non controllare le persone.
Allport era uno psicologo umanista e le teorie di Jung e Erikson hanno approcci umanistici. Ma le teorie
fondamentali sono di Rogers e Maslow.
-Carl Rogers
Come Freud Rogers sviluppò le sue teorie lavorando con i pazienti nella pratica clinica. Rogers rimase
colpito da quella che egli riconobbe come l’innata tendenza dell’individuo a muoversi in direzione della
crescita, della maturità e del cambiamento positivo. Egli arrivò a credere che la forza fondamentale che
motiva l’organismo umano è la tendenza attualizzante – una tendenza verso il compimento o la
realizzazione di tutte le capacità. Un organismo in crescita cerca di realizzare il suo potenziale entro i limiti
del proprio patrimonio ereditario. È possibile che una persona non riesca sempre a percepire quali azioni
portino alla crescita e quali invece no. Ma una volta che il percorso si delinea, l’individuo sceglie di crescere.
La convinzione di Rogers della supremazia della tendenza attualizzante costituisce la base della sua terapia
centrata sul cliente (o non direttiva). Tale metodo psicoterapeutico parte dal presupposto che ogni
individuo possiede motivazioni e capacità per cambiare e che l’individuo stesso sia la persona meglio
qualificata a decidere la direzione di tale cambiamento. Il ruolo del terapeuta è di agire come cassa di
risonanza mentre l’individuo esplora e analizza i suoi problemi. Questo approccio differisce dalla terapia
psicoanalitica nella quale il terapeuta analizza la storia del paziente per definire il problema ed escogitare
un’azione riparatrice.
-Il sé
. Il concetto fondamentale della teoria della personalità di Rogers è il sé o concetto di sé (Rogers utilizza i 2
termini indistintamente). Il sé (o sé reale) è costituito da tutte le idee, percezioni e valori che caratterizzano
l’”io” o il “me” compresa la consapevolezza di “quello che sono” e “quello che posso fare”. Questa
percezione di sé a sua volta influenza sia il modo in cui la persona percepisce il mondo sia il suo
comportamento. Per esempio una donna che percepisce se stessa come forte e competente percepisce e
agisce nel mondo in maniera decisamente diversa rispetto a una donna che considera se stessa debole e
inutile. Il concetto di sé non riflette necessariamente la realtà; una persona può ottenere un considerevole
successo ed essere rispettata eppure considerarsi fallita. Secondo Rogers l’individuo valuta ogni esperienza
in relazione al suo concetto di sé. La gente vuole comportarsi in modo coerente con l’immagine che ha di se
stessa; le esperienze e i sentimenti non coerenti costituiscono una minaccia e possono non essere accettati
dalla coscienza. Questo è il concetto di Freud della rimozione che secondo Rogers non è necessaria né
permanente. Un individuo con un concetto di sé non coerente con i sentimenti e le esperienze personali
deve difendersi dalla verità poiché essa causerebbe ansia. La persona ben adattata ha un concetto di sé
coerente con il pensiero, l’esperienza e il comportamento. Rogers ha proposto anche che ciascuno di noi ha
un sé ideale, un’idea del tipo di persona che ci piacerebbe essere. Più il sé ideale si avvicina al sé reale più
l’individuo è realizzato e felice. Un ampio divario fra il sé ideale e quello reale determina una persona
infelice e insoddisfatta. Ci sono due tipi di incoerenza: fra il sé e le esperienze delle realtà nonché tra il sé
reale e quello ideale. . Rogers credeva che le persone hanno maggiori probabilità di funzionare se sono
allevate con una considerazione positiva incondizionata cioè se si percepiscono apprezzate dai genitori e
dagli altri persino quando i loro sentimenti, atteggiamenti e comportamenti sono inferiori all’ideale. Se i
genitori si limitano a offrire una considerazione positiva condizionata – apprezzando il bambino soltanto
quando si comporta, pensa e sente correttamente – il bambino avrà probabilmente un concetto distorto di
sé. Più le persone sono forzate a negare i propri sentimenti e accettare i valori degli altri, più si sentono a
disagio con se stesse.
-Valutazione della congruenza tra sé ideale e sé reale
Rogers fu pioniere nell’utilizzo della tecnica del Q-sort come strumento per esaminare il concetto di sé. Le
persone si classificano prima per quello che sono (sé reale) e poi per quello che vorrebbero essere(sé
ideale). La correlazione tra le due classificazioni evidenzia la discrepanza tra il sé reale e quello ideale.
Ripetendo più volte questa procedura nel corso della terapia, Rogers poteva valutare l’efficacia della
terapia. Lo psicologo Higgins ha mostrato che discrepanze del concetto di sé simili a quelle descritte da
Rogers si associano alla psicopatologia. Le persone che percepiscono se stesse molto diverse dalla persona
che idealmente vorrebbero o credono di essere e che credono di non poter superare queste discrepanze
possono ricorrere in depressione o ansia.
-Abraham Maslow
La psicologia di Maslow coincide in molti modi con quella di Rogers. Maslow propose l’esistenza di una
gerarchia dei bisogni che si muove dai bisogni biologici fondamentali verso le motivazioni psicologiche più
complesse, che diventano importanti solo dopo che i bisogni fondamentali sono stati soddisfatti. I bisogni di
un livello devono essere soddisfatti almeno in parte prima che quelli del livello successivo motivino il
comportamento. Soltanto quando si possono soddisfare facilmente i bisogni fondamentali l’individuo avrà
tempo ed energia per dedicarsi a interessi estetici e intellettuali. Tendenze artistiche o scientifiche non si
sviluppano nelle società in cui le persone devono lottare per il cibo, per un riparo e per la sicurezza. La
motivazione più elevata – l’autorealizzazione – può essere soddisfatta soltanto dopo che tutti gli altri
bisogni siano stati soddisfatti. Studiò la vita di Spinoza, Jefferson, Lincoln, Addams, Einstein e Roosevelt. Poi
estese lo studio alla popolazione universitaria(il gruppo autorealizzato corrispondeva all’1% più sano della
popolazione). Molte persone vivono momenti transitori di autorealizzazione(esperienze culminanti). Essi
consistono nel sentirsi realizzati e felici in uno stato di perfezione e possono essere attività creative, stare a
contatto con la natura, le percezioni artistiche o nella partecipazione di attività atletiche.
-Profilo umanistico della natura umana
Gli psicologi umanisti sono espliciti sui valori filosofici alla base del loro approccio alla personalità umana e
ha una visione molto ampia dell’esperienza umana. Gli psicologi umanisti enfatizzano il ruolo proprio
dell’individuo nel determinare e creare il suo destino e sminuiscono il determinismo caratteristico degli altri
approcci. Secondo tale orientamento gli individui sono buoni, aspirano alla crescita e autorealizzazione.
Sono modificabili e attivi. Gli psicologi umanisti stabiliscono un criterio di salute psicologica elevato(la salute
psicologica è un processo, non un punto di arrivo). Qualsiasi cosa che impedisca a un essere umano di
diventare ciò che può essere va ostacolato(echeggia il linguaggio della psicologia umanistica nei movimenti
di liberazione della donna e dei gay).
-Valutazione dell’approccio umanistico
Le teorie di Rogers e Maslow si concentrano sulla persona sana nel suo insieme ed enfatizzano una visione
positiva e ottimistica della personalità umana. Gli psicologi umanisti sostengono di studiare problemi
importanti e si sono ingegnati per escogitare nuovi metodi di valutazione del concetto di sé e per condurre
studi che trattino l’individuo come un partener alla pari. Vengono però criticati perché hanno costruito le
loro teorie basandosi solo su individui sani. Una psicologia che eleva l’autorealizzazione all’apice della
gerarchia dei valori potrebbe tradursi in “un’approvazione psicologica dell’egoismo”.
>Approccio evoluzionistico
La teoria evoluzionistica così come proposta da Darwin ha giocato un ruolo importante nella biologia.
Darwin arrischiò alcune ipotesi sulle radici evoluzionistiche del comportamento umano ma il campo
moderno della psicologia evoluzionistica cominciò con il lavoro di Wilson sulla “sociobiologia”. La premessa
di base della sociobiologia e in seguito della psicologia evoluzionistica è che i comportamenti che
aumentano le possibilità di sopravvivenza e di riproduzione di un organismo sono selezionati nella storia
evolutiva e quindi divengono aspetti della personalità umana. Gran parte della ricerca è focalizzata sulla
selezione del partener. L’accoppiamento implica competizione ma ciò per cui si compete differisce tra i
sessi perché donne e uomini hanno ruoli diversi. Le donne possono produrre meno figli rispetto agli uomini
per cui privilegiano la qualità del contributo genetico dei maschi con cui si riproducono. Per i maschi la
strategia è riprodursi quanto più spesso possibile e nel cercare femmine fertili. Buss e Nenrick hanno
ipotizzato che le donne dovrebbero enfatizzare bellezza e giovinezza(con trucco, gioielli, vestiti e
acconciature e si dicono più serie ed impegnate rispetto all’uomo. Sarebbero interessati ad accoppiarsi con
uomini più anziani) mentre gli uomini la capacità di sostenere la prole(oggetti costosi e flettere i muscoli) ed
essere meno selettivi nella scelta del partener(sono più interessati al sesso occasionale e alle donne più
giovani). Alcuni teorici hanno esteso le predizioni sostenendo che gli uomini sono più individualistici,
dominanti e orientati alla risoluzione dei problemi( queste caratteristiche aumentano la capacità di
riprodursi spesso e sono state selezionate nel corso dell’evoluzione) mentre le donne sono più
comprensive, generose e socievoli(capacità che aumentano la probabilità di sopravvivenza della loro prole).
Il desiderio di accoppiarsi più frequentemente rende gli uomini inclini all’infedeltà ma più preoccupati
rispetto alle donne perché implica di non investire le proprie risorse nell’allevamento dei figli( inoltre
tendono ad essere più gelosi se traditi; Wilson e Daly hanno rilevato che gli omicidi riguardano giovani
maschi che competono per la faccia e lo status e gli omicidi sono di mariti che uccidono mogli che
rappresenterebbero il tentativo estremo di controllare la fedeltà del partner femminile).
-Profilo evoluzionistico della natura umana
I teorici evoluzionisti sono i primi ad enfatizzare che l’evoluzione s‘incentra sul cambiamento: quando
l’ambiente cambia solo gli organismi che tendono ad adattarsi ad esso sopravvivono e si riproducono.
-Valutazione dell’approccio evoluzionistico
Alcuni critici affermano che la psicologia evoluzionistica fornisce una giustificazione velata alle condizioni
sociali ingiusti e nei pregiudizi del mondo moderno. È facile sviluppare spiegazioni alternative per la
maggior parte dei risultati che i teorici evoluzionistici tendono ad attribuire alle strategie di riproduzione ma
le spiegazioni si basano su cose vere in un passato recente. La teoria evoluzionistica comunque attrae per il
suo potere di spiegare un’ampia varietà di cambiamenti.
-Alla ricerca del sé nel cervello- Nolen-Hoeksema
Le persone possiedono degli schemi relativi al sé e dei costrutti personali che descrivono e organizzano la
percezione che hanno di se stesse. Possono avere un forte o debole senso di auto-agentività o auto-
efficacia. Possono sentirsi più o meno realizzate nella vita. I neuroscienziati si sono serviti di diversi tipi di
compiti per studiare le regioni celebrali associate all’elaborazione di informazioni riguardanti il sé. I risultati
sono che il pensiero riferito al sé è associato a una maggiore attività nella corteccia prefrontale mediale. Il
caso di Phineas Cage e lavorava come caposquadra in una compagnia di costruzioni. Nel 1848 in un
incidente un cilindro di 3 cm trapassò il volto, cranio e il cervello di Cage. Le sue capacità intellettive
rimasero intatte ma la sua personalità subì cambiamenti. Divenne irresponsabile, blasfemo e irriverente
dovuto al danneggiamento della corteccia prefrontale che è un’area del cervello responsabile dei nostri
processi di pensiero. Riceve informazioni in tutte le modalità sensoriali, da altre regioni del cervello e
dall’ambiente esterno, le fa interagire e coordina le nostre risposte ad esse. È il “capo esecutivo” del
cervello. Recenti scoperte però hanno rilevato che ci sono distinzioni fini nei processi rilevanti il sé( pensare
a speranze e aspirazioni piuttosto che ai doveri o obblighi attiva aree diverse della corteccia prefrontale
unitamente ad altre aree del cervello). I pattern di attività possono inoltre essere modificati con
l’addestramento delle persone a pensare a se stesse in modo diverso oppure con i farmaci.
>Genetica della personalità
I migliori studi vengono dal Minnesota Study of Twins Reared Apart e hanno rilevato che i più alti livelli di
ereditabilità si trovano in misure di abilità e intelligenza(60-70%), poi misure di personalità(50%) e livelli
bassi riguardano credenze religiose e politiche e interessi professionali(30-40%).
-Interazioni tra personalità e ambiente
Nel modellare la personalità individuale le influenze genetiche e ambientali si intrecciano fin dal momento
della nascita. In primo luogo possono essere necessari determinati ambienti per scatenare gli effetti di geni
specifici. Per esempio un bambino nato con una tendenza genetica all’alcolismo può non diventare mai un
alcolizzato se non è mai esposto all’alcol. In secondo luogo i genitori forniscono alla loro prole biologica
(progenie) sia i loro geni sia l’ambiente domestico e entrambi sono funzioni dei geni dei genitori. Come
risultato vi è correlazione intrinseca tra le caratteristiche ereditate dal figlio (genotipo) e l’ambiente in cui è
allevato. Il genotipo e l’ambiente del figlio non sono semplicemente delle fonti indipendenti di influenza
che si sommano per modellare la sua personalità. Oltre ad essere correlato con l’ambiente lo stesso
genotipo del figlio modella l’ambiente. Esso diventa una funzione dell’iniziale personalità del bambino
attraverso tre forme: reattiva, evocativa e proattiva.
-Interazione reattiva
Individui esposti allo stesso ambiente ne fanno esperienza, lo interpretano e vi reagiscono in modo
differente – un processo noto come interazione reattiva. Un bambino ansioso e sensibile subirà dei genitori
severi e reagirà loro in modo diverso da un bambino calmo e forte; il tono aspro di voce che provoca le
lacrime in un bambino sensibile può passare inosservato a sua sorella. Una bambina estroversa farà
attenzione alle persone e ai fatti intorno a sé; suo fratello introverso li ignorerà. Un bambino più intelligente
saprà ricavare di più da quello che gli è letto di un bambino meno intelligente. In altre parole la personalità
di ogni bambino ricava da quello che oggettivamente lo circonda un ambiente psicologicamente soggettivo
ed è quell’ambiente soggettivo che in seguito modella lo sviluppo della personalità.
-Interazione evocativa
La personalità di ogni individuo suscita particolari risposte negli altri – un processo denominato interazione
evocativa. Un neonato che si agita e si dimena quando è preso in braccio evocherà minori cure parentali di
uno che ama essere coccolato. I bambini docili evocano uno stile di educazione meno controllante da parte
dei genitori che non i bambini aggressivi. Per questa ragione non si può semplicemente presumere che la
correlazione che si osserva fra le pratiche di allevamento di un figlio da parte dei genitori e la personalità
del figlio riflettano una semplice sequenza di causa-effetto. La personalità del bambino può forgiare lo stile
educativo dei genitori che a sua volta modella la personalità del figlio. L’interazione evocativa dura tutta la
vita: le persone benevole evocano ambienti benevoli, quelle ostili ambienti ostili.
-Interazione proattiva
Man mano che i bambini crescono, possono muoversi al di fuori dell’ambiente fornito dai genitori e
cominciare a selezionare e costruire ambienti propri. Questi ambienti a loro volta modellano la loro
personalità. Si tratta di un processo denominato interazione proattiva, che è un processo tramite cui gli
individui diventano agenti attivi nello sviluppo della loro personalità. La correlazione insita fra il genotipo di
un bambino e il suo ambiente è massima quando il bambino è piccolo e quasi esclusivamente confinato
nell’ambiente domestico. Quando il bambino cresce e comincia a selezionare e costruire il suo ambiente, la
correlazione iniziale diminuisce e aumenta l’influenza dell’interazione proattiva. Le interazioni reattiva ed
evocativa rimangono importanti per tutta la vita.
-Ambienti condivisi e non condivisi
È sorprendente il fatto che le differenze dovute agli aspetti ambientali condivisi non sembrano spiegare
alcuna delle variazioni ambientali: una volta messe da parte le somiglianze genetiche , due figli della stessa
famiglia non sembrano somigliarsi di più di due bambini scelti a caso nella popolazione. I processi reattivi,
evocativi e proreattivi contribuiscono a ridurre le differenze fra gli ambienti, fintanto che questi ambienti
consentono qualche flessibilità di risposta. Un bambino intelligente in una famiglia trascurata assorbirà
informazioni da un programma televisivo di un fratello meno intelligente(interazione reattiva), attrarrà
l’attenzione di un insegnante affettuoso(evocativa) e andrà in biblioteca per conto suo(proattiva). Il
genotipo del bambino agisce in modo da contrastare gli effetti debilitanti dell’ambiente domestico
consentendogli uno sviluppo diverso dal fratello meno intelligente. Solo un ambiente restrittivo potrà
bloccare questi processi guidati dalla personalità.
-L’influenza di Freud sulla psicologia è ancora viva e vibrante-Weinberger
La psicoanalisi è ancora viva e le idee di Freud sono entrate nel gergo comune ma riguardo la validità alcune
sono valide altre no. La psicologia evoluzionistica, la sociobiologia e l’etologia si basano sull’idea che tutte le
motivazioni possono essere fatte risalire a fonti biologiche, specificatamente il sesso e l’aggressività. I film
di oggi sono caratterizzati da sesso e violenza. Un’altra idea freudiana è che i bambini hanno sentimenti
sessuali e ora è conoscenza comune. Anche la relazione terapeutica oggi è fondamentale. Secondo Freud
nella maggior parte dei casi siamo inconsapevoli del perché facciamo quel che facciamo e la psicologia
accademica ha accettato ciò. Da un punto di vista generale le idee di Freud sono vibranti.
-Freud è un peso morto sulla psiocologia-Kihlstorm
Freud ha modificato il vocabolario con cui comprendiamo noi stessi e gli altri. La teoria freudiana con la sua
focalizzazione dell’interpretazione degli eventi ambigui è alla base degli approcci postmoderni della critica
letteraria, come il decostruzionismo. Ma scientificamente la psicanalisi freudiana classica è morta sia come
teoria della mente che come modello di terapia. Recenti analisi storiche dimostrano che Freud interpretava
in modo scorretto l’evidenza scientifica che aveva a disposizione. Westen è d’accordo con l’idea che le
teoria freudiane sono arcaiche e obsolete ma sostiene che l’eredità di Freud si trova nelle proposizioni
teoriche accettate dagli scienziati. Le motivazioni inconsce giocano un ruolo nell’esperienza, nei pensieri e
nelle azioni. La mente inconscia rivelata dagli studi di laboratorio sull’automatismo e la memoria implicita
non somiglia alla mente inconscia della teoria psicoanalitica. Alcuni psicanalisti nofreudiani come Fairbairn,
Winnicott e Anna Freud hanno de-enfatizzato le parti riguardanti il sesso, aggressività e aspetti biologici
mantenendo l’importanza del ruolo nei conflitti inconsci nelle relazioni interpersonali. Non è chiaro se la
teoria degli stadi di sviluppo di Erikson sia più chiara di quella freudiana. Freud ha avuto un impatto enorme
sulla cultura del XXI secolo ma è stato un peso morto sulla psicologia per quanto riguarda personalità e
psicoterapia.
CAPITOLO 14 STRESS, SALUTE E COPING
Alcune persone di fronte ad un evento stressante sviluppano problemi psicologici o fisici mentre altre
nessun problema. La medicina comportamentale o psicologia della salute è lo studio di come le circostanze
stressanti influenzino la salute fisica o psicologica e di come le persone differiscano nelle reazioni allo
stress. Lo stress si presenta quando le persone devono fronteggiare situazioni che ritengono minacciare il
benessere fisico o psicologico. Sono chiamate stressor(agenti stressanti) e le reazioni delle persone sono
risposte da stress. Qualsiasi tipo di evento ,anche positivo, può essere vissuto come stressante in modo
particolare se richiede cambiamenti o riadattamenti sostanziali della propria vita. Holmes e Rahe hanno
studiato gli eventi e classificati dal più stressante(morte del coniuge) al meno(piccole infrazioni). Il
matrimonio ha un valore arbitrario di 50 e poi è stato chiesto di paragonarlo a un certo numero di eventi
della vita in termini di quanto riadattamento ha richiesto e di dare un punteggio. Poi gli studiosi hanno
elaborato una scala. Comunque gli eventi negativi hanno un impatto molto maggiore sulla nostra salute
psicologica e fisica. Quali eventi negativi sono percepiti come più stressanti? Tre sono i fattori:
controllabilità, prevedibilità e durata. Più un evento è incontrollabile più è probabile che venga vissuto
come stressante(es. la morte di una persona cara, un licenziamento o una malattia; quelli meno gravi il
rifiuto di un amico di accettare le scuse o rimanere fuori dal volo). Eventi di cui non abbiamo il controllo
possono condurre a impotenza appresa(è stato condotto un esperimento su dei cani in una gabbia che
avrebbero subito una leggera scossa elettrica. Se si accende una luce un paio di secondi prima della scossa
l’animale può sfuggire saltando nell’altro scomparto. Ma se il cane ha avuto una precedente esperienza in
una gabbia in cui non poteva scappare è difficile che impari la risposta di evitamento nella nuova situazione.
Gli animali hanno imparato di non essere in grado di evitare la scossa e non provano neppure
nell’esperienza nuova. Non sono in grado di superare l’impotenza appresa). Sembra che alcuni umani
sviluppino impotenza appresa di fronte ad eventi incontrollabili e diventino apatico, inattivi e si ritirano o
meglio arrendono. Essere in grado di prevedere il verificarsi di un evento stressane generalmente riduce lo
stress(uomini e animali preferiscono eventi spiacevoli prevedibili rispetto agli imprevedibili). Le vittime in
grado di prevedere il momento e tipo di tortura a cui saranno sottoposte si riprendono meglio dopo il
rilascio rispetto a quelle che percepiscono la tortura come imprevedibile. La durata di un evento negativo
sembra essere un predittore dell’intensità percepita dello stress(le vittime di stupro ripetutamente abusate
per lungo periodo di tempo è più facile che sviluppino problemi di salute mentale rispetto agli stuprati una
sola volta).
-reazioni fisiologiche allo stress
La risposta di attacco o di fuga è la mobilitazione del corpo per combattere o evitare una situazione
minacciosa. È necessaria dell’energia e il fegato rilascia il glucosio(zucchero extra) per carburare i muscoli e
sono rilasciati ormoni che stimolano la conversione di grassi e proteine in zucchero. Il metabolismo
corporeo aumenta per prepararsi al consumo energetico nell’azione fisica. Il battito cardiaco, pressione
arteriosa e respiro aumentano, i muscoli si tendono. Le attività non essenziali come la digestione sono
ridotte. La saliva e muco si essiccano aumentano la dimensione delle vie respiratorie( uno dei primi segnali
dello stress è secchezza delle fauci). Si secernono endorfine, anestetici corporei naturali, e si restringono i
vasi sanguigni per ridurre l’emorragia in caso di ferite. La milza rilascia più globuli rossi per agevolare il
trasporto di ossigeno e il midollo osseo produce più globuli bianchi per combattere le infezioni. La maggior
parte dei cambiamenti deriva dall’attivazione di due sistemi controllati dell’ipotalamo. La prima è la
porzione simpatica del sistema autonomo, che agisce sui muscoli lisci e organi interni per indurre l’aumento
del battito cardiaco, l’innalzamento della pressione sanguigna e la dilatazione delle pupille. Il sistema
simpatico stimola il rilascio degli ormoni epinefrina(adrenalina) e norepinefrina(responsabile indiretta con il
suo influsso sull’ipofisi della liberazione di una quantità addizionale di zucchero da parte del fegato) nel
flusso sanguigno per aumentare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca in modo da mantenere lo
stato di arousal . l’ipotalamo svolga la seconda funzione(attivazione del sistema cortico-surrenale)
segnalando all’ipofisi di secernere l’ormone adrenocorticotropo(ACTH) , il più importante ormone dello
stress. Esso stimola lo strato esterno della ghiandola surrenale(la cortica del surrene) inducendo il rilascio di
un gruppo di ormoni(il più importante è il cortisolo la cui quantità nei campioni di urina e sangue è
utilizzata come indice di stress) che regolano i livelli sanguigni di glucosio e minerali. L’ACTH segnala anche
ad altre ghiandole endocrine di rilasciare circa 30 ormoni. Selye ha descritto ciò come sindrome generale di
adattamento che prevede tre fasi. La fase di allarme è quella in cui il corpo si mobilita per affrontare la
minaccia innescando l’attività del sistema nervoso simpatico. La fase di resistenza l’organismo tenta di
gestire la minaccia affrontandola o evitandola(attacco o fuga). La fase di esaurimento si verifica se
l’organismo è incapace di evitare o affrontare la minaccia ed esaurisce le risorse fisiologiche. L’esaurimento
ripetuto o prolungato conduce a malattie fisiologiche dette disturbi dell’adattamento.
>Stress e salute fisica
Il carico allostatico è il logorarsi dell’organismo conseguente a iperattività cronica delle risposte allo stress.
Lo stress cronico può indurre ulcere, ipertensione arteriosa e malattie cardiache e può danneggiare il
sistema immunitario. I disturbi psicofisiologici sono disturbi fisici nei quali si pensa che le risposte allo
stress giochino un ruolo centrale(danni del tessuto e dolore). La ricerca si è focalizzata su asma, ulcera,
coliti e artrite reumatoide.
-Cardiopatia coronarica(coronaropatia CHD)
Si ha quando i vasi sanguigni che irrorano i muscoli cardiaci sono ristretti o occlusi dal graduale deposio di
una sostanza dura e grassa, la placca, che impedisce il flusso di ossigeno e nutrimento al cuore. Può causare
dolore chiamato angina pectoris che si irradia al petto e al braccio. Quando l’afflusso di ossigeno al cuore è
bloccato si ha l’infarto. Dal 1990 la prima causa di morte è la coronopatia. Sembra esserci un contributo
genetico ma altre cause sono ipertensione(il sangue scorre nei vasi con eccessiva forza esercitando una
pressione sulle pareti con successivo indurimento delle stesse e deterioramento dei tessuti cellulari e di
solito colpisce ad esempio le persone che vivono con un basso livello socioeconomico o che vivono in
quartieri violenti), colesterolo elevato, diabete, fumo e obesità. Le persone che fanno un lavoro stressante
come la catena di montaggio può essere causa della malattia. Studi sperimentali sui macachi hanno
dimostrato che la distruzione dell’ambiente sociale con l’introduzione di nuovi membri causa una malattia
simile alla coronaropatia.
-Modello di comportamento di tipo A
Un modello comportamentale o stile di personalità associato alla coronopatia è quello tipo A. i medici
hanno notato che le vittime di attacchi cardiaci sono persone ostili, aggressive, impazienti e coinvolte
troppo nel lavoro. Le tre componenti del comportamento di tipo A sono senso d urgenza, ostilità facilmente
attivata(che sembra essere il fattore dominante) e competività orientata al successo. Il sistema nervoso di
individui di tipo A sembra iperattivo alle situazioni stressanti. Le persone ostili riportano anche livelli più
elevati di conflitto interpersonale e minore sostegno sociale dagli altri. Il comportamento di tipo A può
essere modificato con protocolli terapeutici.
-Sistema immunitario
Un’area di ricerca relativamente nuova in medicina comportamentale è la psiconeuroimmunologia, cioè lo
studio di come il sistema immunitario dell’organismo è influenzato dallo stress e da altre variabili
psicologiche. Tramite cellule specializzate, i linfociti, il sistema immunitario protegge il corpo dai
microorganismi che causano malattie. Influenza la suscettibilità a malattie infettive, allergie, tumori e
disturbi autoimmuni. Lo stress cronico diminuisce le difese immunitarie( il cortisolo sopprime il sistema
immunitario). La maggior parte degli studi sull’effetto dello stress sul sistema immunitario si focalizza su
individui che stanno attraversando un periodo stressante come pressioni accademiche, lusso o separazione
coniugale e valuta il funzionamento del loro sistema immunitario(hanno compromesse le cellule killer, un
tipo di cellula t che distrugge le cellule infettate dal virus). Anche lo stress legato alla cura di persone con
demenza è associato a una riduzione del funzionamento del sistema immunitario. Lo stress può influenzare
la progressione del virus dell’immunodeficienza umana(HIV) che causa l’AIDS. Uno studio su uomini gay HIV
positivi ha rilevato che la progressione della malattia è più veloce negli uomini che nascondono la loro
identità(diminuzione del sostegno sociale e solitudine). Un altro studio ha dimostrato che coloro che
avevano un passato traumatico(abuso fisico sessuale o neglect durante l’infanzia, mostravano un rapido
sviluppo di infezioni opportunistiche era più probabile morissero di cause legate all’AIDs rispetto a chi non
aveva un passato di traumi.
-Comportamenti che influenzano lo stato di salute
Il fumo è una delle cause principiali di malattia cardiovascolare e enfisema. Una dieta ad alto contenuto di
grassi contribuisce a molte forme di cancro così come a malattie cardiovascolari. Le persone che non fanno
regolarmente una quantità moderata di esercizio fisico sono a rischio maggiore di malattia cardiaca e morte
precoce. L’eccessivo consumo di alcool può tradursi in malattia epatica e cardiovascolare e può contribuire
allo sviluppo di alcuni tumori. E la non utilizzazione di profilattici durante i rapporti sessuali aumenta
significativamente il rischio di contrarre l’HIV. Le persone che non dormono abbastanza mostrano
compromissioni di memoria, apprendimento, ragionamento logico, capacità aritmetiche, elaborazione
verbale complessa e capacità di prendere decisioni. Dormire solo 5 ore a notte per appena 2 giorni riduce
significativamente la prestazione in problemi matematici e compiti di pensiero creativo. Quindi restare
svegli fino a notte fonda per studiare può in realtà diminuire la prestazione all’esame. Al contrario le
persone che rispettano uno stile di vita salutare – consumando una dieta a basso contenuto di grassi,
bevendo alcol con moderazione(una persona che beve non riesce a pensare chiaramente o velocemente, si
ha letargia, fatica, sensazione di depressione), dormendo a sufficienza e facendo esercizio fisico
regolarmente – spesso riportano che gli eventi stressanti sembrano più gestibili e che si sentono
maggiormente al controllo delle loro vite. Quindi mettere in atto comportamenti salutari può aiutare a
ridurre lo stress della vita così come a diminuire il rischio o la progressione di diverse malattie gravi. Tra le
persone che hanno una grave patologia come cancro o malattia cardiovascolare lo stress può ridurre la
motivazione(possono saltare appuntamenti dal medico o non prendere farmaci o non rispettare diete).
>Stress e salute psicologica
Le situazioni stressanti producono reazioni emotive che vanno dall’ilarità (quando l’evento è impegnativo
ma gestibile) alle comuni emozioni che comprendono ansia, rabbia, scoraggiamento e depressione. La
risposta più comune allo stress è l’ansia. Le persone che vivono situazioni oltre i limiti della normale
sofferenza umana sviluppano talvolta un grave complesso di sintomi riferibili all’ansia conosciuto come
disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Il PTSD prevede 4 gruppi di sintomi. Il primo gruppo di sintomi
consiste nel rivivere ripetutamente il trauma. Le persone possono sognarlo ogni notte e aver paura di
andare a dormire. Persino da sveglie possono rivivere mentalmente il trauma in modo così vivido che
cominciano a comportarsi come se lo stessero davvero sperimentando. Un veterano di guerra al rombo di
un aereo nelle vicinanze potrebbe buttarsi per terra al riparo, coprirsi la testa e sentirsi di nuovo in
combattimento. Una donna sopravvissuta a uno stupro potrebbe continuare a ripetere le scene del suo
trauma e vedere la faccia del suo assalitore in altri uomini. Il secondo è caratterizzato dall’evitamento di
qualsiasi situazione, pensiero o sentimento che ricordi loro il trauma. Il terzo comprende alterazioni
negative persistenti dei processi cognitivi e dell’umore. Le persone si sentono insensibili al mondo ,
distaccate e separate e vedono il futuro in modo cupo. Il quarto gruppo di sintomi include disturbi del
sonno, difficoltà di concentrazione e intenso stato di allerta. Un altro sintomo di PTSD, che non appartiene a
questi 4 gruppi sintomatici centrali è il senso di colpa del sopravvissuto; alcuni individui si sentono
terribilmente colpevoli perché sono sopravvissuti a un trauma al contrario di altri, persino se non hanno
avuto alcuna possibilità di salvarli. Il disturbo post-traumatico da stress può svilupparsi immediatamente
dopo il trauma o può insorgere in seguito ad uno stress più lieve dopo settimane, mesi o anni. La condizione
può durare molto a lungo. I traumi causati da altri esseri umani – come la violenza sessuale o fisica, gli
attacchi terroristici e la guerra – possono essere persino più efficaci nel provocare PTSD delle calamità
naturali(un esempio è lo tsunami che nel 2004 ha colpito il sud e il sudest asiatico in cui sono rimaste uccise
44.207 persone o i terremoti), per almeno 2 ragioni: in primo luogo questi traumi sfidano la nostra
convinzione di base sulla bontà della vita e delle altre persone, e quando queste credenze si infrangono è
più facile che si sviluppi PTSD; in secondo luogo i disastri causati dagli uomini spesso colpiscono i singoli
individui piuttosto che intere comunità e soffrire di un trauma da soli sembra aumentare il rischio personale
di insorgenza del PTSD. Il disturbo post-traumatico da stress è stato accertato come categoria diagnostica a
causa delle difficoltà vissute dai veterani di guerra. Nelle Prima Guerra Mondiale era chiamata “psicosi
traumatica da bombardamento” e nella Seconda “ stanchezza da combattimento”. I cittadini di paesi
assediati da guerra e violenza sono a maggiore rischio PTSD(come la popolazione afghana o la pulizia etnica
nei paesi dell’Ex-Iugoslavia negli anni ’90 o i rifugiati bosniaci). Chi soffre di PTSD mostra segni di
disgregazione delle proprie risposte fisiologiche allo stress. Studi PET hanno dimostrato differenze tra
pazienti con PTSD e i controlli nei livelli di attività di porzioni celebrali implicate nella regolazione di
emozioni e risposta di attacco o fuga: i veterani con PTSD mostravano un incremento del flusso ematico nel
giro cingolato anteriore e nell’amigdala al contrario di quelli non aventi PTSD. C’è anche il danneggiamento
dell’ippocampo, implicato nella memoria, nei pazienti PTSD e potrebbe derivare dai livelli estremamente
alti di cortisolo.
>Valutazione, coping e salute
-Valutazioni
La valutazione primaria consiste nel valutare se un evento sia stressante o meno. Una volta deciso che è
uno stressor si determina il grado in cui si è in grado di gestirlo(valutazione secondaria).
-Ottimismo/Pessimismo
Le persone ottimiste vedono lo stress come un ostacolo prima di una prospettiva luminosa mentre quelle
pessimiste è più facile che crollino. Alcuni studi hanno riscontrato che persone pessimiste recuperavano
con più tempo dopo un bypass aortocoronarico ed hanno un’angina più grave rispetto alle ottimiste. Le
persone pessimiste tendono a considerare gli eventi come più stressanti e ciò causa l’arousal cronico della
risposta di attacco o fuga con i conseguenti danni fisiologici. Il pessimismo è legato a più cattive abitudini di
salute(fumare, seguire cattiva dieta). L’arousal fisiologico cronico associato al pessimismo è stato legato alla
compromissione del funzionamento del sistema immunitario. Una visione pessimistica può influenzare la
salute direttamente, indebolendo il sistema immunitario o indirettamente, riducendo la tendenza della
persona a intraprendere comportamenti che favoriscano la salute.
-Resistenza
Consiste nel non subire deterioramento fisico o psicologico di fronte a eventi stressanti. È composta da:
impegno(gli individui con un elevato senso del controllo credono sia importante rimanere coinvolti negli
eventi e con le persone), controllo(chi lo possiede crede di poter gestire le situazioni della vita anche in
presenza di ostacoli) e sfida( chi ha senso di sfida percepisce gli eventi stressanti come parte della vita e li
vede come un’opportunità per crescere e migliorarsi).
-Trovare un significato
Gli studi su individui a lutto, pazienti oncologici, con infarto del miocardio, sottoposti a trapianto del midollo
osseo, vittime di ictus o uomini positivi all’HIV hanno rilevato che le persone sentono che la loro vita ha più
significato e sono cresciute, sviluppano una prospettiva più sana e hanno instaurato relazioni più profonde.
Gli individui che trovano un significato o una crescita in eventi traumatici mostrano meno depressione e
ansia degli altri nelle stesse condizioni e trovare un significato si correla al decorso della malattia fisiologica.
Gli ottimisti hanno maggiori probabilità di riportare cambiamenti positivi benefici o crescita e le persone
resistenti sembrano percepire più benefici dalle loro esperienze stressanti.
-Coping
Il processo con cui una persona cerca di far fronte alle richieste stressanti è chiamato coping e assume 2
forme principali. La persona può focalizzarsi sullo specifico problema insorto cercando di trovare un modo
per cambiarlo (coping centrato sul problema). Una persona può impegnarsi ad alleviare le emozioni
associate alla situazione stressante quando la situazione non può essere modificata (coping centrato sulle
emozioni).
-Coping centrato sul problema
Esistono molte strategie per risolvere un problema. In primo luogo bisogna definirlo. Poi si possono
generare soluzioni alternative e soppesarle in termini di costi e benefici. Poi scegliere un’alternativa e
attuarla. Le strategie centrate sul problema possono essere anche dirette all’interno: si può cambiare
qualcosa di sé invece che cambiare l’ambiente. Cambiare obiettivi, trovare fonti alternative di gratificazione
e apprendere nuove abilità. Le persone che tendono ad utilizzare il coping centrato sul problema è meno
probabile che siano depresse o ansiose in risposta a situazioni stressanti.
-Coping centrato sulle emozioni
Ci sono molti modi per cercare di gestire le emozioni negative. Alcuni ricercatori li hanno divisi in strategie
comportamentali e strategie cognitive. Le strategie comportamentali includono: l’impegnarsi in esercizi
fisici per liberare la testa dal problema, fare uso di alcol o altre droghe(sono fonte di stress), sfogare la
rabbia, cercare sostegno emotivo dagli amici. Le strategie cognitive comprendono l’esclusione temporanea
dei pensieri riguardanti il problema (ad esempio, “Ho deciso che non valeva la pena di preoccuparsene”) e
la riduzione della minaccia implicita cambiando il significato della situazione (ad esempio, “Ho deciso che la
sua amicizia non era poi così importante per me”). Le strategie cognitive spesso comprendono una
rivalutazione delle situazioni. Ovviamente alcune delle strategie comportamentali e cognitive sono adattive
mentre altre sono solo fonte di maggiore stress (come il bere molto). Alcuni però familiari o amici possono
essere fonte di stress e quindi inficiare il sistema immunitario. Un’altra strategia è scrivere su diario o
blog(un esperimento ha mostrato che gli studenti che rivelavano i loro traumi personali nei racconti
mostravano un miglior funzionamento del sistema immunitario e si rivolgevano al centro medico meno
frequentemente degli studenti del gruppo di controllo. La scrittura espressiva è di sostegno anche per chi
ha subito un infarto. Pennebaker ritiene che scrivere sia utile perché aiuta a trovare un significato agli
eventi che accadono e agevola la comprensione. Alcune persone utilizzano un modo più disadattivo di
affrontare le emozioni negative; semplicemente negano di provarle (coping di evitamento). Uno studio
interessante ha dimostrato che gli uomini che nascondono la loro identità omosessuale possono sviluppare
problemi di salute. Gli uomini che nascondono la propria omosessualità hanno una probabilità pari circa al
triplo di sviluppare cancro e malattie infettive (polmonite, bronchite, sinusite, tubercolosi) nell’arco di un
periodo di 5 anni rispetto agli uomini che manifestano la propria identità omosessuale. L’opposto del
coping di evitamento è la rimuginazione ovvero pensare a quanto ci sentiamo male , preoccuparsi delle
conseguenze dell’evento stressante o parlare di quanto stanno male. Il rimuginio comporta disturbi
emotivi(depressione) e fisici(maggiore pressione arteriosa).
>Gestire lo stress
-tecniche comportamentali
1.biofeedback 2.trainig di rilassamento , 3.meditazione , 4.ginnastica aerobica.
-Biofeedback
Le persone ricevono informazioni(feedback) su un aspetto del proprio stato fisiologico e cercano poi di
alterarlo. In una procedura per controllare la cefalea tensiva si applicano elettrodi alla fronte del
partecipante in modo che ogni movimento della muscolatura frontale possa essere rivelato
elettronicamente amplificato e restituito alla persona sotto forma di segnale acustico. Il suono aumenta
d’intensità quando il muscolo si contrae e diminuisce quando si rilassa. Imparando a controllare l’intensità
del suono la persona impara a tenere il muscolo rilassato.
-Training di rilassamento
Consiste nell’insegnare alle persone tecniche per rilassare i muscoli, rallentare e focalizzare i pensieri. Si
sono sviluppate tecniche per procedure di rilassamento per curare i pazienti con pressione sanguigna
alta(ipertensione): si mostra un grafico della loro pressione sanguigna in via di registrazione e si insegna
loro a rilassare diversi muscoli.
-Sport
chi fa ginnastica aerobica(ogni sforzo prolungato aumenta il battito cardiaco e il consumo di ossigeno come
correre, nuotare, andare in bici)ha il battito cardiaco e la pressione sanguigna arteriosa più bassi in risposta
alle situazioni stressanti e che sviluppino la depressione.
-Tecniche cognitive
La terapia cognitivo-comportamentale cerca di aiutare le persone a identificare i tipi di situazioni stressanti
che producono sintomi fisiologici o emotivi e modificare il modo in cui le affrontano.
-Modificazione del comportamento di tipo A
Una combinazione tra le tecniche cognitive e comportamentali si è dimostrata in grado di ridurre il
comportamento di tipo A. i partecipanti dovevano esercitarsi a restare in coda e sfruttare ciò per pensare a
cose a cui non pensavano mai, parlare con uno sconosciuto, guardare le persone. Dovevano imparare ad
esprimersi senza sbraitare, rivalutare credenze basilari responsabili del comportamento ostile e precipitoso.
Infine dovevano imparare a rendere l’ambiente lavorativo e domestico meno stressante. La percezione
individuale di stress è determinata dalle caratteristiche degli eventi, dalle valutazioni dell’evento e dallo
stile di coping. Il grado in cui gli individui sperimentano disagio psicologico o problemi di salute in seguito a
situazioni stressanti è determinato dalle vulnerabilità e dai punti di forza biologici e psicologici che si
associano a queste situazioni.
-Migliorare la salute attraverso i nuovi mezzi di comunicazione-Nolen-Hoeksema
L’assistente personale digitale e gli strumenti trasportabili per il monitoraggio del battito cardiaco sono
importanti mezzi che forniscono informazioni circa i comportamenti delle persone e la loro salute fisica in
tempo reale. Le informazioni possono essere utilizzate dai medici per valutare interventi su ogni paziente.
Internet è la tecnologia con più impatto sulla salute delle persone anche se veicola molta disinformazione.
Talvolta può diffondere informazioni sanitarie di alta qualità che fanno sì che le persone modifichino i loro
comportamenti. Molti programmi sono volti a far aumentare l’esercizio fisico o migliorare la dieta e
internet permette di diffonderli a molte persone a costi ridotti(es. programmi della Weight Watchers). Una
rassegna di 15 programmi di intervento forniti in internet ha confermato esiti positivi per la maggior parte
dei programmi. Programmi analoghi si sono dimostrati efficaci nel diminuire il fumo tra gli adulti e gli
adolescenti. Internet di recente è stato usato per diffondere tecniche di psicoterapia cognitivo-
comportamentale per adulti nei paesi in via di sviluppo che non hanno la possibilità di quella di persona. Ci
sono anche programmi televisivi che promuovono la salute.
-Ci sono delle reazioni di coping universali presenti in tutte le popolazioni-Thomas
Il nostro cervello è programmato biologicamente per reagire in un certo modo. Abbiamo ereditato degli
aspetti innati e universali di comportamento(una sorta di struttura profonda a priori). Entrambi i modi di
affrontare lo stress-evitandolo o affrontandolo- sono metafore per l’attività cognitiva ed emotiva che è
orientata ad affrontare o rifuggire le situazioni minacciose. Sono reazioni automatiche che ci preservano la
vita. Siegel nota come dei gruppi di neuroni del tronco encefalico siano attivati quando un evento richiede
una rapida mobilitazione di energia attraverso il cervello e il corpo. Lavorando con il sistema limbico e le
aree corticali superiori, il tronco encefalico determina il nostro stato di allerta(arousal) e regola la nostra
risposta a eventi stressanti percepiti. Quando l’allerta è alta secerniamo un ormone che stimola le
ghiandole surrenali a rilasciare il cortisolo e mobilitarci per fuggire, restare immobili o lottare di fronte al
pericolo. Queste risposte istintive sono identiche in tutti i mammiferi e non le possiamo controllare in modo
consapevole. Sono dei modelli di risposta prevedibili. Secondo Nicholson la nostra incapacità di regolarle
spiega perché il meccanismo evoluzionistico di sopravvivenza sia diventato la causa di notti insonni e giorni
di ansia. Quando lo stato di allerta è alto, le persone lottano per regolare le emozioni cercando di calmare
la scarica limbica attraverso il pensiero logico e/o supporto sociale. Siegel parla di “visione della mente”,
una specie di attenzione focalizzata che ci aiuta a vedere il funzionamento interno delle nostre menti.
Questa capacità successiva di nominare gli eventi con una conversazione riflessiva può portare a un
riequilibrio integrato del funzionamento degli emisferi destro e sinistro del cervello. Le strategie cognitive
logiche possono scavalcare intenzionalmente gli stati limbici al fine di mantenere le nostre reazioni emotive
automatiche all’interno di confini gestibili. Possiamo imparare a riprogrammare il cervello e stabilire nuove
connessioni neurali che determinino minore stato di allerta.
-Ci sono delle reazioni diverse a situazioni di stress estremo a seconda delle popolazioni-Mansager
Abbiamo sviluppato anche delle capacità di esprimere le risposte individuali. Quando riusciamo ad attivare
le strutture più nuove del nostro cervello evoluto(neocorteccia per la risoluzione dei problemi) lo facciamo
in modi che hanno ripercussioni sulla salute fisica e mentale. Gli stress che sperimentiamo contribuiscono a
formare la nostra interpretazione della vita; le nostre personalità influenzano come e cosa noi
sperimentiamo come evento stressante, qual è la nostra visione del mondo e il modo di interpretarlo.
Imparare a pensare a ciò che ci genera stress ha delle insidie evoluzionistiche: il pensiero che non trova ua
via di uscita è un precursore della depressione( la tendenza a rimugginare). Taylor e Stanton sostengono
che avere una strategia di coping sul problema può ridurre la depressione come reazione allo stress. Nezu e
colleghi suggeriscono di pensare in termini di cosa bisogna fare per adattarsi alla situazione stressante:
ADAPT è l’acronimo per Atteggiamento(aumentare le capacità di risoluzione del problema),
Definizione(descrivere il problema e avere obiettivi realistici), Alternative(creare soluzioni alternative),
Prevedere(prendere in considerazione le conseguenze e sviluppare un piano di soluzioni) e
Tentare(controllare il piano e vedere se funziona). I ricercatori prendono in considerazione le differenze
individuali dei tratti della personalità che influenzano le modalità di coping. La capacità di coping individuale
si sviluppa con l’aiuto delle caratteristiche formate in modo attivo dalle esperienze di vita.
CAPITOLO 17 INFLUENZA SOCIALE
Nel cercare di dare un significato a orrori inesplicabili dell’umanità(genocidio degli ebrei, il suicidio di massa
degli abitanti di Jonestown seguaci del leader del Tempio del Popolo Jim Jones, l’attentato dell’11
settembre alle Torri Gemelle) la nostra reazione è di attribuire azioni malvagie a individui malvagi o folli
perché ciò crea una distanza tra noi, persone buone e normali, e la gente cattiva e pazza. Bin Laden , Jones
o Hitler potrebbero essere classificati come leader del male. Ma l’errore fondamentale di attribuzione si
riferisce alla tendenza di spiegare le azioni delle altre persone sovrastimando l’influenza della personalità e
carattere e sottostimando l’influenza delle circostanze o situazioni. La psicologia sociale è lo studio
scientifico dei modi in cui il comportamento e i processi mentali delle persone sono modellati dalla
presenza di altri, reale o immaginaria. Il comportamento umano è funzione della persona e della
situazione. Le situazioni sono determinanti più potenti del comportamento. La psicologia sociale tenda di
comprendere quanto potentemente le situazioni modellino il comportamento e i processi mentali
individuali. Le persone reagiscono alle interpretazioni soggettive delle situazioni.
>La presenza degli altri
-Facilitazione sociale e inibizione sociale
Nel 1898 Triplett notò che i ciclisti ottenevano tempi migliori gareggiando l’uno contro l’altro piuttosto che
contro cronometro. Fece un esperimento. Istruì dei bambini a riavvolgere il filo di una canna da pesca il più
velocemente possibile in un determinato periodo di tempo. I bambini lavoravano più velocemente nella
situazione di co-azione cioè in presenza di qualcun altro con lo stesso compito( molti animali mangiano di
più in presenza di membri della stessa specie.) Le persone eseguono compiti semplici meglio – e compiti
complessi peggio – in presenza di coattori o di un pubblico. Questi effetti si chiamano: facilitazione e
inibizione sociale. Dagli studi è emerso che la presenza di co-attori e pubblico migliora la velocità e
l’accuratezza della prestazione nei compiti semplici ma le compromette nei compiti complessi o
scarsamente appresi. Le teorie secondo cui ciò accade sono due. La prima è di Zajonic e si rifà alle teorie
motivazionali secondo cui alti livelli di eccitazione o arousal tendono a rinforzare risposte dominanti di un
organismo. La seconda spiegazione si riferisce a fattori attentivi. L’idea è che la presenza di altri è
distraente, il che produce sovraccarico mentale con conseguente restringimento del focus attentivo. Uno
studio ben pensato è il compito di Stroop che è un compito complesso e scarsamente appreso relativo a
pochi stimoli chiave. Si chiede alla persona di identificare il colore dell’inchiostro in cui sono stampati parole
e simboli. Le persone lo fanno in modo veloce per i simboli ma sono rallentate per parole
incongruenti(es.rosso stampato con inchiostro giallo). Questo fenomeno(interferenza di Stroop) è dovuto
al fatto che la lettura di parole è una risposta così dominante e automatica tra lettori esperti che è difficile
seguire le istruzioni e ignorare la parola stampata e nominare il colore dell’inchiostro. È stato poi
dimostrato che le persone hanno una migliore prestazione al compito di Stroop in presenza di altri anche se
è stato notato che se non c’è competizione (quindi anche cosa stanno facendo gli altri è determinante) la
facilitazione sociale è ridotta.
-Deindividuazione
Nel libro The Crowd(1895) LeBon affermò: “ La folla è sempre intellettualmente inferiore all’individuo” e ciò
fa si che le folle commettano atti distruttivi che nessun individuo commetterebbe se agisse da solo. Da ciò si
è sviluppato il concetto di deindividuazione dagli anni ’50 poi riproposto da Zimbardo, Diener, negli anni ’80
da Prentice-Dunn e Rogers e negli anni ’90 Postmes e Spears. Le situazioni di gruppo possono minimizzare
la salienza delle identità degli individui, ridurre il senso di responsabilità sociale e produrre un
comportamento aggressivo (deindividuazione). Ciò venne dimostrato durante le attività del Ku Klux Klan
negli Stati Uniti negli anni Trenta: il pregiudizio contro un altro gruppo(outgroup) portò ad aggressioni che
erano facilitate dall’anonimato(gli individui aveva la sensazione di aver perso l’identità personale ed essere
fusi anonimamente nel gruppo). In un famoso studio a un certo numero di studentesse universitarie, in
quattro gruppi, si chiese di somministrare scosse elettriche a un’altra donna. Metà delle donne furono
deindividuate indossando camici di laboratorio e cappucci che nascondevano il volto ; lo sperimentatore
parlava loro solo come gruppo senza mai chiamarle per nome. Le altre donne tenettero i vestiti e avendo
cartellini di identificazione ed erano presentate alle altre con i rispettivi nomi. Le donne deindividuate
somministrano la scossa in un numero doppio rispetto a quelle individuate. I camici e i cappucci del Ku Klux
Clan incoraggiano forse l’aggressività infatti l’anonimato non porta inevitabilmente a un aumento
dell’aggressività. Le norme sociali sono regole implicite o esplicite di comportamento e credenze
accettabili. Le situazioni che riducono la responsabilità pubblica-come i gruppi numerosi e l’anonimato-non
diminuiscono la salienza dell’identità personale degli individui ma rafforzano la salienza delle identità
gruppali. Le situazioni che rendono salienti l’identità gruppali promuovono il comportamento normativo
per il gruppo saliente. Le stesse caratteristiche di situazioni gruppali promuovono una maggiore conformità
alle norme sociali specifiche della situazione.
-Effetti degli astanti
Effetto degli astanti: le persone sono meno propense ad aiutare chi ha bisogno quando sono già presenti
altri. Latané e Darley hanno suggerito che la presenza di altri è un deterrente all’azione perché: 1) definisce
la situazione come non emergenza attraverso il processo di ignoranza collettiva, 2) diffonde la
responsabilità dell’azione.
-Definizione della situazione
L’ignoranza collettiva è quando un gruppo di persone che sembrano essere consapevoli di ciò che stanno
facendo, dentro di sé sono in tumulto, confuse e incerte. Essa trae in inganno definendo una situazione
potenzialmente pericolosa come non-emergenza: ogni individuo, osservando la calma degli altri, risolve
l’ambiguità della situazione dicendo che non esiste emergenza.
-Diffusione della responsabilità
Quando ciascuno sa che sono presenti molti altri, l’onere della responsabilità non ricade solo su di lui. Se le
situazioni enfatizzano la responsabilità come rendendo noto il nome o la presenza di una telecamera le
persone offrono aiuto in presenza degli astanti. Immaginare di sentirsi parte di un gruppo invece riporta alla
mente un senso di mancanza di responsabilità che devia il comportamento basato sulle responsabilità
individuale.
-Ruolo di altri come modelli di aiuto
Le persone usano altre persone come modelli che indicano che possono essere d’aiuto.
-Ruolo dell’informazione
Conoscere i fenomeni di psicologia sociale può ridurre il potere delle situazioni di indurre comportamenti
sgradevoli, almeno per l’intervento in casi di emergenza.
>Accondiscendenza e obbedienza
-Conformità alla maggioranza
In una serie di studi classici sul conformismo Asch ha rilevato che un gruppo unanime esercita una forte
pressione sull’individuo a conformarsi ai giudizi del gruppo – persino quando questi sono sbagliati. Si
manifesta meno conformismo quando anche una sola persona dissente dal gruppo. L’ accondiscendenza , è
il puro conformismo pubblico non contaminato dalle possibilità che il soggetto abbia cambiato idea sulla
risposta giusta. Dagli studi di Asch è emerso che la pressione a conformarsi è molto meno forte se il gruppo
non è unanime. La presenza di una sola altra persona che condivida la disapprovazione o il ridicolo, in un
gruppo, permette al partecipante di dissentire senza sentirsi isolato. La semplice esposizione a parole o
immagini può spingerci al conformismo. Ci conformiamo al comportamento degli altri per ragioni diverse.
Talvolta ci troviamo in situazioni ambigue e non sappiamo come comportarci. Influenza sociale
informativa: ci conformiamo perché riteniamo che le interpretazioni degli altri siano più corrette della
nostra. Altre volte vogliamo semplicemente adattarci ed essere accettati dal gruppo (influenza sociale
normativa). Fortunatamente è stato appurato che l’età gioca un ruolo importante nel conformismo.
Sebbene l’influenza sociale informativa continui a produrre conformismo anche in età avanzata – il che
suggerisce che continuiamo ad attribuire un valore all’esperienza degli altri anche da grandi – le pressioni
ad adattarsi e a piacere sembrano ridursi con l’età. L’ignoranza collettiva gioca un ruolo sociale
nell’influenza sociale normativa. Prendiamo il caso dell’alcol nelle università americane. I pari spingono i
coetanei a bere e farlo sempre di più per sentirsi più a proprio agio. Tutti sembrano a loro agio mentre
bevono magari nascondendo apprensioni private sul bere. Apprendere informazioni sui fattori psicologici
sociali che impediscono agli astanti di offrire aiuto ha favorito più offerte di aiuto. Anche nel caso delle
università americane sono stati lanciati programmi educativi sull’alcol e coloro che hanno appreso il
concetto di ignoranza collettiva hanno diminuito il consumo.
-Il collasso della compassione-Cameron
Le persone spesso non provano compassione quando ci sono molte vittime che soffrono, come nel caso di
calamità naturali, guerre, genocidio e povertà endemica. Studi recenti hanno dimostrato che le persone
provano più compassione per un’unica vittima che per molte(collasso della compassione) e ciò deriverebbe
dal fatto che le persone sono in difficoltà ad occuparsi subito della sofferenza di molte persone e quindi non
provano una risposta emotiva forte o un’altra spiegazione è che le persone si aspettano di provare più
compassione e questa aspettativa può condurli ad avere più paura dei costi di emozioni così forti e
spengono la compassione(così il collasso sarebbe il risultato finale di una regolazione attiva dell’emozione
dimostrata da alcuni esperimenti). Studi dimostrano che le persone possono controllare se provano
compassione per la sofferenza di massa. Sempre più scienziati stanno cercando il modo di costruire
sentimenti e comportamenti compassionevoli(la scienza della compassione si sta sviluppando).
-Influenza della minoranza
L’innovazione intellettuale, il cambiamento sociale e la rivoluzione politica hanno luogo perché una
minoranza informata e articolata inizia a convertire gli altri verso il proprio punto di vista. Il risultato
generale di influenza della minoranza è che le minoranze possono condurre le maggioranze dalla loro parte
quando presentano una posizione coerente. Tali minoranze sono percepite come più sicure di sé e più
competenti della maggioranza. Talvolta le minoranze conseguono un cambiamento di atteggiamenti privato
da parte dei membri di una maggioranza. I membri della maggioranza mostrano un cambiamento di
atteggiamenti in privato-interiorizzazione- e non soltanto il conformismo pubblico riscontrato negli
esperimenti di Asch. Talvolta le minoranze conseguono un cambiamento di atteggiamenti in privato di
parte dei membri della maggioranza anche quando non riescono ad ottenere un conformismo pubblico ma
ciò avviene dopo un intervallo di tempo. Le minoranze provocano un cambiamento di atteggiamento
perché portano a riflettere o i membri della maggioranza semplicemente ascoltano le idee della minoranza
con la convinzione di non cambiare idea ma spesso avviene il contrario. Questo è il contratto implicito di
indulgenza che significa che per apparire giusti i membri della maggioranza permettono a quelli della
minoranza di esprimersi e aprono la porta alla loro influenza. Studi recenti hanno rivelato che una
minoranza decisa può modificare i nostri atteggiamenti perché ci vuole coraggio per portare avanti la
propria opinione. Percepire di essere coraggiosi può essere ciò che incita alla fedeltà.
-Obbedienza all’autorità
Hannah Arendt(1963) difese Eichmann, criminale della guerra nazista che fu giustiziato per l’omicidio di
milioni di ebrei. Ella lo descrisse come un ottuso burocrate, comune e non aggressivo e nella Relazione sulla
banalità del Male concluse che la maggior parte degli uomini diabolici del terzo Reich era gente comune
che eseguiva ordini. Il problema dell’obbedienza sorse in Vietnam nel 1968 quando i soldati americani
uccisero i civili del villaggio di My Lai affermando di stare eseguendo gli ordini. Gli studi più importanti che
meglio rappresentano il potere delle situazioni nel creare tali comportamenti sono stati condotti negli anni
’60 da Milgram. Viene usato un generatore di scosse elettriche. L’allievo è legato con cinghie alla sedia
elettrica(ma non riceverà in realtà nessuna scossa). Il partecipante riceve una scossa campione prima di
iniziare la seduta di insegnamento ogni volta che sbaglia parola tra le 4 che deve selezionare . Il
partecipante si rifiuta di continuare l’esperimento. La maggior parte dei partecipanti finisce per essere
disturbata dal ruolo che gli è chiesto di sostenere sia che aderiscano all’esperimento fino in fondo sia che si
rifiutino di proseguire. L’obbedienza all’autorità era misurata in base al grado massimo di scossa(leggera,
scossa forte, XXX) che il partecipante avrebbe somministrato prima di rifiutarsi di continuare. La maggior
parte dei partecipanti si rifiutava dopo i 150 volt. Emerse però che il 65% dei partecipanti continuava ad
obbedire fino a completare la serie delle scosse. La maggior parte delle persone non desidera infliggere
danni corporei gravi a persone innocenti(quindi pochi volevano obbedire ma l’intenzione di non far male
sebbene dichiarata non riusciva a governare il comportamento). Le quattro caratteristiche più importanti
della situazione includono:
1.sorveglianza→ quando lo sperimentatore lasciava la stanza e dava ordini al telefono l’obbedienza
scendeva al 21% o imbrogliavano somministrando scosse di minore intensità.
2.schermi → quando l’allievo è nella stanza del partecipante l’obbedienza cala al 40%. Quando la distanza
psicologica è aumentata e l’allievo non fornisce feedback dalla stanza accanto la percentuale di obbedienza
ha un picco al 100%. I partecipanti di Milgram credevano di commettere atti violenti ma c’erano diversi
schermi che oscuravano il fatto o diminuivano l’immediatezza dell’esperienza. Più è diretta l’esperienza del
partecipante con la vittima meno la persona obbedirà. Lo schermo più comune nella guerra è la lontanaza
della persona nell’atto finale di violenza. Milgram aggiunse un “anello alla catena”: il partecipante doveva
solo premere un bottone e un altro insegnante avrebbe somministrato la scossa. L’obbedienza salì al 93%
3.presenza di modelli di ruolo → in una variante della procedura di Milgram sono stati presentati altri due
complici nel ruolo di partecipanti e i quattro insegnanti avevano diversi compiti. Capitava che l’insegnante 1
abbandonasse l’esperimento e poco dopo anche il 2. I modelli che disubbidiscono permettono ai
partecipanti di seguire la propria coscienza. Ma molti individui non scelgono tra obbedienza e autonomia
ma tra obbedienza e conformismo: obbedire allo sperimentatore capo o conformarsi alla norma di
disubbidire. La sincronia comportamentale può aumentare l’obbedienza nei confronti dell’autorità( le
marce ed altre azioni sincronizzate persistono nelle pratiche militari).
4.situazioni emergenti → il significato di una data situazione si dispiega e modifica nel tempo. Ciò che
comincia come qualcosa di benigno si può evolvere in maligno. La natura emergente delle situazioni non è
chiara come il loro potere di senso in generale. Spesso è più facile continuare un cattivo comportamento
che ammettere i nostri errori. Nell’esperimento di Milgram i partecipanti non hanno il tempo di pensare e
devono scegliere tra la definizione altrui della situazione: lo sperimentatore che spinge all’obbedienza e la
vittima che spinge ad abbandonare e quindi alla disobbedienza.
-Giustificazione ideologica
Milgram suggerì che il potenziale di obbedienza all’autorità è una richiesta necessaria alla vita sociale e si è
tramandata nella nostra specie con l’evoluzione. La divisione del lavoro in una società presuppone che ci
siano delle gerarchie. Genitori, sistemi scolastici e lavorativi ricordano all’individuo l’importanza di seguire
le direttive degli altri che hanno un quadro più completo della situazione e l’individuo accetta un’ideologia,
un insieme di convinzioni e atteggiamenti che legittima l’autorità della persona che comanda e giustifica il
seguire le sue direttive. Le ideologie guidano i comportamenti degli estremisti religiosi e le attività di
organizzazioni militari(uccidere esseri umani sotto un’ideologia diventa onore e dovere). Così accade anche
nella scienza: è proprio la convinzione personale sull’importanza della ricerca scientifica che induce gli
individui a subordinare la propria autonomia e indipendenza morale a chi afferma di agire in nome della
scienza(nel caso dell’esperimento di Milgram seppur con metodi poco ortodossi come somministrare una
scossa).
-Questioni etiche
Gli esperimenti di Milgram sono stati criticati perché creano un livello inaccettabile di ansia nei
partecipanti(uno ebbe addirittura una crisi convulsiva) e i critici si preoccupano degli effetti a lungo termine
sui partecipanti. Infine i partecipanti potrebbero sentirsi usati il che potrebbe indurli a non fidarsi più degli
psicologi. Milgram dopo gli esperimenti conduceva però un attento debriefing, ossia spiegava le ragioni
delle procedure e ristabiliva un rapporto positivo con il soggetto per poi fornire loro i risultati sullo studio
ed emerse che l’84% dei partecipanti era contento di aver partecipato e il 74% di aver appreso qualcosa di
importante. Milgram ha ingaggiato uno psichiatra per vedere se fossero insorsi effetti a lungo termine ma la
risposta fu negativa. Inoltre è bene ricordare che gli studi sono degli anni ’60 ed oggi probabilmente una
commissione non permetterebbe ciò. Tuttavia Burger propose un esperimento simile a quello di Milgram
per vedere se i risultati oggi fossero simili a quelli di 50 anni prima: la pressione situazionale che incoraggia
ad obbedire all’autorità sembra forte come lo era una volta.
-Obbedienza alla vita quotidiana
I ricercatori hanno studiato se le infermiere in ospedali avrebbero obbedito a un ordine che violava le
regole dell’ospedale e la pratica professionale: un dottore chiedeva di somministrare un farmaco ad un
paziente in una dose molto superiore a quella indicata sulla scatola. (l’ordine violava molte regole: la dose
era eccessiva, le prescrizione dei farmaci non possono essere date al telefono, il farmaco non era
autorizzato e l’ordine era dato da una persona non familiare). Il 95% delle infermiere somministrava il
farmaco(realmente un innocuo placebo). Quando veniva chiesto alle infermiere che non avevano
partecipato come avrebbero reagito l’83%diceva che non avrebbe somministrato il farmaco. Ciò evidenzia
l’immenso potere delle forze situazionali.
>Interiorizzazione
Consiste nel fatto che coloro che vogliono influenzarci generalmente vogliono modificare i nostri
atteggiamenti privati e non solo pubblici per ottenere cambiamenti che persisteranno a lungo. È l’obiettivo
di genitori, educatori, preti, politici e pubblicitari.
-Auto-giustificazione
La pressione ad essere coerenti può essere così forte che le persone giustificheranno il comportamento
passato costruendo o adattando convinzioni provate per sostenerlo. La tecnica del piede nella porta
consiste nel fatto che per indurre le persone a dire di sì a richieste che normalmente porterebbero ad un no
(come un immenso cartello di fronte casa per prevenire gli incidenti alla guida), una strategia è di iniziare
con una piccola richiesta che pochi rifiuterebbero(un piccolo cartello di 20 cm3 sulla finestra). La piccola
richiesta è una versione in miniatura della grande richiesta. Una volta accettata le persone riesamineranno
cosa sono e in che cosa credono rendendogli difficile dire di no a quella più impegnativa.
-Teoria di dissonanza cognitiva di Festinger
Tale teoria assume che esiste un impulso alla coerenza cognitiva, il che significa che due pensieri incoerenti
producono disagio il che porta la persona a rimuovere l’incoerenza e riportare le cognizioni in armonia. La
dissonanza cognitiva è il disagio prodotto da cognizioni incoerenti. Un’etichetta che abbiamo per le
discrepanze tra comportamento e atteggiamento è l’ipocrisia. Razionalizzazione è un altro nome del
processo di auto-giustificazione. Un comportamento che causa dissonanza produrrà una modificazione di
atteggiamento nelle situazioni di accondiscendenza indotta quando il comportamento può essere indotto
con una minima quantità di pressione, sia essa nella forma di premio o punizione. Altri studi sulla
dissonanza cognitiva si sono focalizzati su come le persone giustificano i loro sforzi passati attribuendo
valore maggiore alle loro scelte. Per esempio gli studenti che si sottopongono a prove e rituali per entrare
nelle confraternite sono motivate dal fatto che le persone che si sforzano di più per entrare in gruppo
finiscono per valutare di più il gruppo rispetto a chi lo fa con facilità.
-teoria di auto-percezione di Bem
essa propone che gli individui imparano a conoscere i propri atteggiamenti, emozioni e altri stati interni
inferendoli dall’osservazione dei propri comportamenti e delle circostanze in cui tali comportamenti si
verificano. Le persone talvolta possono sovrastimare le cause dovute alla persona e sottostimare quelle
dovute alla situazione o anche il contrario(sovrastimare le cause dovute alla situazione e sottostimare
quelle dovute alla persona). Studi dimostrano che le ricompense possono minare l’interesse intrinseco e la
motivazione(questo effetto delle ricompense è detto effetto di ipergiustificazione). La modificazione
dell’atteggiamento indotta dal comportamento può avvenire automaticamente senza pensiero conscio.
Sebbene sia la teoria di dissonanza che di auto-percezione sostengono che le persone razionalizzano le loro
azioni passate modificando i loro atteggiamenti , il processo può non coinvolgere la ricerca deliberata di
consonanza o di senso che ciascuna teoria presume. Le forze situazionali sono potenti e spesso invisibili.
-Auto-giustificazione a Jonestown
Sebbene alcuni membri fossero ignoranti, poveri e creduloni, molti erano professionisti istruiti. A
Jonestown abbiamo testimonianza delle pratiche perché Jones registrava la maggior parte degli eventi.
Utilizzava con arte la tecnica del piede nella porta: dapprima richiedeva di soddisfare piccole richieste e poi
innalzava il livello di impegno. “La Causa” era la visione utopistica di uguaglianza sociale e armonia razziale
che aveva ideato. All’inizio chiedeva solo di donare il tempo alla causa, poi sodi, poi i beni, poi la custodia
legale dei figli. Jones usava tecniche di influenza sociale invisibili per estorcere l’accondiscendenza
comportamentale dai suoi membri. Una volta in Guyana Jones continuava a aumentare il livello d’impegno
richiesto introducendo l’idea del “rituale finale” o “suicidio rivoluzionario”. Organizzava le “Notti Bianche”
che erano esercizi suicidari. Jones passava il vino e diceva che era avvelenato e che sarebbero morti tutti e
queste notti influenzavano i membri . Jonestown è un esempio dell’influenza sociale in azione.
-Gruppi di riferimento e identificazione
Ogni gruppo al quale apparteniamo ha un insieme implicito o esplicito di credenze, atteggiamenti e
comportamenti che considera corretti. Qualsiasi membro che si allontana rischia l’isolamento e la
disapprovazione sociale. Attraverso la ricompensa o la punizione i gruppi ai quali apparteniamo ottengono
la nostra accondiscendenza. I gruppi possono promuovere l’identificazione(seguire le orme di altri membri
del gruppo che ammiriamo). I gruppi con cui ci identifichiamo sono i gruppi di riferimento: ci riferiamo ad
essi per valutare e regolare le nostre opinioni e azioni. Possono funzionare come schema di riferimento. Il
processo di identificazione è un ponte tra l’accondiscendenza e l’interiorizzazione(quando integriamo
l’ideologia del gruppo nel nostro sistema di valori). Una persona non deve necessariamente appartenere a
un gruppo di riferimento per essere influenzata dai suoi valori e la maggior parte di noi si identifica con
diversi gruppi di riferimento e ciò ci porta a vivere pressioni contrastanti.
-Dall’identificazione all’interiorizzazione
La comunità presente all’università di Bennigton fornirono agli studenti un’interpretazione della
depressione degli anni ’30 e della minaccia della Seconda Guerra Mondiale che i loro ambienti familiari non
avevano e questo iniziò a spostarli dall’identificazione all’interiorizzazione. Molte delle nostre convinzioni e
atteggiamenti più importanti si basano all’inizio sull’identificazione. Ogni qual volta iniziamo a identificarci
con un nuovo gruppo di riferimento ci impegniamo in un “processo di prova” del nuovo insieme di idee e
atteggiamenti prescritti. Quello che “effettivamente pensiamo” può cambiare da un giorno all’altro. Un
esempio è il processo di crescita che avviene negli anni dell’università dove gli studenti e i docenti
provengono da ambienti diversi. Il compito dell’università è quello di sviluppare un’identità ideologica
partendo da diverse convinzioni e atteggiamenti sperimentati, per passare dall’identificazione
all’interiorizzazione. In quest’ultima i cambiamenti sono auto-sufficienti. La fonte originale di influenza non
deve controllare la persona affinchè si mantenga il cambiamento indotto. La prova dell’interiorizzazione è la
stabilità duratura delle credenze, atteggiamenti e comportamenti indotti. Il bisogno di identificazione con
gruppi di riferimento che ci sostengano non si perde mai. Come disse Newcomb spesso scegliamo i nostri
gruppi di riferimento perché condividono i nostri atteggiamenti; tali gruppi ci aiutano a sviluppare e
sostenere i nostri atteggiamenti. La relazione è circolare. Gli psicologi sociali hanno studiato gli individui
biculturali e bilingui che hanno due distinti set di valori culturali. Il linguaggio è un facilitatore situazionale
cruciale.
>Interazioni di gruppo
-Norme istituzionali
Sono come le norme sociali-regole implicite o esplicite di comportamento e credenze accettabili-ad
eccezione del fatto che sono applicate a intere istituzioni od organizzazioni dello stesso tipo come scuole,
prigioni, governi o imprese commerciali. I modelli d’interazione di gruppo divengono “istituzionalizzati”, il
che indica l’esistenza di aspettative comportamentali prescritte per le persone che occupano ruoli
particolari, tipo impiegati, dirigenti, politici o ufficiali militari. Il comportamento dipende più da aspettative
di ruolo che dal carattere individuale della persona. I complessi istituzionali rappresentano un’altra
situazione che influenza il comportamento umano. Lo Stanford Prison Experiment diretto da Zimbardo
voleva esaminare i processi biologici coinvolti nell’assunzione di ruoli di detenuto e guarda penitenziaria.
Hanno creato una prigione simulata nel seminterrato del Dipartimento di Psicologia dell’Università di
Standford mettendo inserzioni in un giornale locale per invitare la gente a prendere parte all’esperimento
dietro ricompensa. Hanno selezionato 24 studenti universitari bianchi, di sesso maschile, intelligenti,
normali, stabili e maturi provenienti da famiglie della classe media statunitense e canadese. Tirando una
monetina metà erano del gruppo delle guardie e metà dei detenuti. Le guardie erano istruite sulle loro
responsabilità e rese consapevoli del pericolo e della necessità di proteggersi. I detenuti erano prelevati a
casa da finta volante della polizia, incappucciati e portati a occhi bendati alla prigione dov’erano perquisiti e
spogliati, poi si prendevano le impronte digitali, gli si assegnavano numeri e erano messi in celle co altri due
detenuti. L’esperimento sarebbe durato 2 settimane. Ma al sesto giorno cessarono perché i risultati erano
spaventosi per permettergli di continuare: si osservavano drammatiche modificazioni di ogni aspetto del
comportamento, un’intera vita di apprendimento era stata annullata, i valori umani sospesi e venivano a
galla gli aspetti più primitivi, bruti e patologici della natura umana. L’esperimento era divenuto realtà.
Questo esperimento è una dimostrazione del potere delle situazioni e il potere delle norme istituzionali nei
contesti di detenzione(i partecipanti erano assegnati casualmente e niente poteva spiegare il loro
comportamento). Ciò ha dimostrato che l’istituzione carceraria è così patologica che può distogliere e
modificare il comportamento di individui normali. Zimbardo ha affermato che la polizia giudiziaria criminale
americana ha ignorato la lezione del noto esprimento. La BBC ha filmato una replica del famoso studio nel
2002 col nome “L’Esperimento” ma con risultati diversi: i detenuti finirono per dominare le guardie e
furono le guardie a diventare depresse, stressate e paranoiche ma Zimbardo l’ha trovato irresponsabile e
non scientifico perché la sorveglianza e la responsabilità del pubblico da sole eliminerebbero gli abusi sui
prigionieri.
-Decisioni di gruppo
-Polarizzazione di gruppo
Negli anni ’50 si riteneva che le decisioni di gruppo fossero caute e conservative. Stoner in un esperimento
notò che le decisioni di gruppo erano più rischiose di quelle individuali prese prima e ciò era il sintomo di un
cambiamento di opinione da parte dei membri del gruppo non solo un conformismo pubblico alla decisione
gruppale. L’effetto di polarizzazione di gruppo(prima chiamato effetto di conservazione al rischio) denota
che le decisioni del gruppo sono più estreme rispetto a quelle individuali(se il gruppo è più propenso al
rischio il gruppo rischierà, se è più propenso alla cautela il gruppo sarà ancora più cauto). È dovuto in parte
all’influenza informativa(la gente considera gli altri come fonti valide di interpretazione). Più sono le
argomentazioni sollevate in favore di una certa posizione nella discussione, più è probabile che il gruppo
convergerà su quella posizione. Entra in gioco poi la distorsione: la discussione sarà distorta in favore
dell’iniziale posizione del gruppo e il gruppo vi si polarizzerà quanti più membri ne saranno convinti. La
polarizzazione di gruppo è prodotta anche dall’influenza sociale normativa in cui le persone confrontano i
loro punti di vista iniziali con le norme del gruppo. Spesso il gruppo è un contesto all’interno di cui
rivalutare le proprie posizioni. L’influenza informativa e normativa avvengono simultaneamente nelle
discussioni di gruppo. L’effetto di polarizzazione si verifica anche solo se i partecipanti ascoltano le
argomentazioni del gruppo, senza conoscere le reali posizioni degli altri membri. Ciò dimostra che
l’influenza sociale di per sé è sufficiente a produrre polarizzazione. L’effetto di polarizzazione avviene anche
quando le persone vengono a conoscere le posizioni degli altri ma non ascoltano argomentazioni a
sostegno, il che dimostra che l’influenza normativa è di per sé sufficiente.(anche se l’influenza sociale
informativa è maggiore).
-Pensiero di gruppo
Lo psicologo sociale Janis lo definì come il fenomeno in cui i membri di un gruppo sono spinti a sopprimere
il loro dissenso nell’interesse del consenso di gruppo. È indotto: 1) da un gruppo coeso di persone che
devono prendere decisioni, 2)isolamento del gruppo da influenze esterne, 3)assenza di procedure
sistematiche per considerare i pro sia i contro delle diverse linee di condotta, 4)un capo direttivo che
caldeggia esplicitamente un particolare corso di azione, 5) un livello elevato di stress dovuto a una minaccia
esterna, insuccessi recenti, dilemmi morali e una mancanza apparente di alternative. Le conseguenze
includono: 1) illusione condivisa di invulnerabilità, moralità e unanimità,2)la pressione diretta sui
dissenzienti, 3)autocensura, 4) razionalizzazione collettiva della decisione piuttosto che l’esame di punti di
forza e debolezza, 5) la presenza di guardiani del pensiero autonominatisi, cioè membri del gruppo che
cercano attivamente di impedire che gli altri prendano in considerazione informazioni che potrebbero
mettere in discussione l’efficacia o la moralità delle decisioni gruppali. La teoria di Janis è stata criticata
poiché si basa più su analisi storiche di casi selezionati che ricerche di laboratorio e le ricerche hanno
prodotto risultati misti e limitati. Una riformulazione della teoria afferma che la coesione del gruppo
produce decisioni peggiori solo se combinata a minacce dell’immagine positiva del gruppo stesso. I m del
gruppo restringono il campo di attenzione all’obbiettivo di proteggere la loro identità gruppale positiva il
che spesso riduce l’efficacia del processo decisionale. Un’altra riformulazione afferma che la presenza o
assenza di pensiero di gruppo dipende dal contenuto specifico delle norme sociali del gruppo in questione.
Quando la norma gruppale favorisce il consenso , la discussione di gruppo incide poco sul miglioramento
della qualità decisionale; quando la norma favorisce il pensiero critico, la discussione di gruppo migliorava
la qualità delle decisioni. Questo studio sul pensiero di gruppo evidenzia un modo per minimizzare i
pensieri dannosi del pensiero di gruppo: promuovere norme di pensiero critico- come dovrebbe fare
l’educazione necessaria- produce migliori decisioni gruppali. Altri modi per migliorare le decisioni di gruppo
includono fornire ai gruppi facilitatori addestrati, che incoraggino la piena condivisione delle idee e
alternare sedute di formulazione privata delle idee e sedute di gruppo. Un’altra strategia benefica è quella
di costituire il gruppo con un insieme eterogeneo di persone. È più probabile che un gruppo eterogeneo
generi un’ampia varietà di idee rispetto a un gruppo omogeneo. La diversità nei gruppi assicura altri
benefici(es. la differenza etnica nei gruppi di studenti garantiva l’assunzione di prospettive diverse e altre
capacità che aiutano la democrazia.
>Ricapitolazione: punti di vista della psicologia sociale sugli eventi apparentemente inesplicabili
Una delle lezioni fondamentali della psicologia sociale è che per costruire una comprensione più completa
di qualsiasi forma di comportamento sociale umano dobbiamo ricercare indizi delle forze situazionali.
Dobbiamo guardare alla complessa interazione tra le identità, gli obiettivi e i desideri delle persone e i
cangianti paesaggi situazionali che abitano. Gli psicologi sociali scompongono le situazioni per svelare i
particolari strumenti di influenza sociale al lavoro. Questi strumenti includono norme sociali specifiche della
situazione, ignoranza collettiva, influenza sociale informativa e normativa, modelli di ruolo salienti,
ideologie interiorizzate, autogiustificazione e polarizzazione del gruppo.
-Aspetti svantaggiosi delle azioni positive- Heilman
Le azioni positive(discriminazione positiva) sono uno strumento che può stigmatizzare i suoi beneficiari,
causano inferenze di incompetenza. Alcune ricerche hanno associato le azioni positive alle inferenze di
incompetenza. Queste inferenze di incompetenza sono state rivelate anche quando la legge a favore delle
minoranze non è indicata ma assunta, come quando le donne o i neri vengono selezionati come parte di
un’”iniziativa per la diversità”. Spesso le azioni positive sono date per scontato e le persone che non hanno
beneficiato di questa legge sono vittime della stigmatizzazione. Una seconda conseguenza riguarda i non
beneficiari che si sentono ingiustamente superati a causa delle azioni positive. Inoltre quando le persone
ritengono di essere state selezionate in modo preferenziale sulla base di criteri irrilevanti le azioni positive
possono ferire proprio loro che devono aiutare e avere effetti sulla prestazione del compito. Deprivare gli
individui della soddisfazione e dell’orgoglio che vengono dal sapere che hanno raggiunto qualcosa per loro
merito può essere corrosivo e promuovere il senso di inferiorità. E la frustrazione conseguente al sentirsi
ingiustamente superati nelle opportunità di impiego perché non si fa parte della nicchia demografica può
aggravare le tensioni sul posto di lavoro e le ostilità tra gruppi. La legge delle azioni positive può contribuire
alle condizioni che danno origine ai problemi a cui dovrebbero rimediare.
-Benefici delle azioni positive-Crosby
L’American Psychological Association(APA) sostiene che: “la legge delle azioni positive si rispetta quando
un’organizzazione si impegna per far sì che non vi siano discriminazioni sul lavoro o in ambito educativo e al
contrario esistano pari opportunità”. Ha cominciato ad essere applicata dal ’65 negli Stati Uniti. Oggi uno su
5 americani lavora per un impiegato assunto grazie alla legge. Nel 2003 i leader dei principali enti hanno
consegnato un fascicolo a favore di tale legge. Il sostegno deriva dal fatto che la politica ha assicurato loro
profitti, incrementando e favorendo la diversità. Alcuni critici sostengono che la legge delle azioni positive
faccia sentire gli studenti di colore stigmatizzati e dia fastidio ai bianchi ma molti studi hanno dimostrato
che i diretti beneficiari della legge delle azioni positive non percepiscono alcuno stigma quando viene loro
dato un feedback positivo circa la prestazione ottenuta o quando sentono di avere motivo d’orgoglio per la
propria identità di gruppo. I bianchi trovano soddisfazione nel lavorare e studiare con persone provenienti
da diversi background che sarebbero stati esclusi se non fosse per la legge delle minoranze e ne traggono
beneficio.
CAPITOLO 18 COGNIZIONE SOCIALE
Le persone pensano e giudicano le altre persone in continuazione. I nostri pensieri e giudizi hanno delle
conseguenze. Una lezione della psicologia sociale è che per comprendere più completamente il
comportamento sociale delle persone dobbiamo “entrare nelle loro teste”. Lo studio della cognizione
sociale fa questo. Esamina le interpretazioni soggettive individuali delle esperienze sociali così come i
modelli di pensiero sul mondo sociale. Esistono due modelli di pensiero: uno più automatico e non
intenzionale, al di là della consapevolezza e uno controllato e deliberato di cui siamo consapevoli. Talvolta il
pensiero è automatico e non intenzionale altre è sotto il controllo conscio. Il Sistema 1 si riferisce a una
modalità di pensiero rapida ed automatica(giudizi affrettati su credenze precedenti), il Sistema 2 si riferisce
alla più lenta e deliberata modalità di pensare(conclusioni tratte dal ragionamento logico). Esse sono
supportate da diverse aree celebrali.
>Formazione delle impressioni
-Stereotipi
Secondo gli psicologi sociali se siamo in grado di comprendere perché quando e come operano gli stereotipi
siamo meglio preparati a limitare i loro effetti negativi e trattare le persone in modo giusto. Le impressioni
iniziali degli altri sono distorte dalle aspettative preesistenti. Solitamente i nostri ricordi degli oggetti o
eventi non sono riproduzioni simili a fotografie degli stimoli originari ma ricostruzioni semplificate delle
percezioni iniziali (schemi che sono credenze e conoscenze organizzate su persone, oggetti, eventi e
situazioni). Il processo di ricerca in memoria gli schemi più coerenti con le informazioni in entrata è definito
elaborazione schematica, o pensiero dall’alto verso il basso. Utilizziamo schemi e elaborazione schematica
nei nostri incontri con le persone. Gli stereotipi sono schemi generali su classi o sottotipi di persone che ha
conseguenze sulla formazione delle impressioni. Abbiamo anche uno schema del sé, un insieme
organizzato di concetti relativi al sé, immagazzinato in memoria.
-Attivazione automatica degli stereotipi
Le associazioni contenute all’interno degli stereotipi – ad esempio che i neri sono ostili, le donne sono
passive e gli anziani lenti – possono divenire iperapprese o automatiche. L’automaticità degli stereotipi si
basa sulle tecniche di priming(attivazione incidentale di schemi da parte di contesti situazionali). Ad
esempio in un esperimento veniva chiesto di descrivere un professore per 2 a 9 minuti e poi di passare al
compito successivo ossia risolvere un difficile test di cultura generale. È stato notato che quanto più a lungo
i partecipanti avevano visualizzato il professore meglio facevano il test(cioè il fatto che lo stereotipo del
professore include l’idea di intelligenza ciò aveva influenzato gli studenti a un livello non consapevole). La
connessione tra attivazione dello stereotipo e comportamento stereotipico è così accreditata che anche
semplici azioni fisiche possono elicitare il pensiero stereotipico. Una delle principali forme di attivazione
degli stereotipi è rappresentata dai media televisivi: televisione , cinema, cartelloni pubblicitari, ecc… questi
tipi di stereotipi (donne come oggetti sessuali, più magre e giovani) creano danni: le persone che guardano
la tv spesso assumono atteggiamenti sessisti. Gli stereotipi possono attivare anche un priming inconscio.
Semplicemente incontrare una persona può attivare uno stereotipo e nel medesimo tempo mentre
categorizziamo gli altri li valutiamo. Quando categorizziamo gli altri come membri di un gruppo estraneo
simultaneamente e automaticamente attiviamo associazioni negative che facilitano risposte negative.
Tecniche di neuroimaging hanno dimostrato che l’esposizione iniziale a facce di neri e bianchi produceva
l’attivazione dell’amigdala che coinvolge il monitoraggio degli stimoli che elicitano emozioni a livello non
consapevole. Alla successiva esposizione alle stesse facce, l’attivazione dell’amigdala diminuiva per i volti di
persone del gruppo di appartenenza mentre restava elevata per i volti di persone del gruppo estraneo. I
volti non familiari sono percepiti come minacciosi e questa minaccia diminuisce prima per i volti “simili a
noi” che per quelli “diversi da noi”.
-Stereotipi ed elaborazione delle informazioni
La ricerca conferma che gli stereotipi ci aiutano a elaborare le informazioni. Senza di essi saremmo
sopraffatti dalle informazioni che ci circondano. Il prezzo che paghiamo per l’efficienza garantita dagli
stereotipi è la distorsione delle informazioni. L’effetto primacy consiste nel fatto che generalmente la prima
informazione che riceviamo ha il maggiore impatto sulle nostre impressioni complessive. Le nostre
percezioni successive risultano guidate dallo schema e inaccessibili ai nuovi dati. La construal-level theory
della distanza psicologica suggerisce che una maggiore distanza psicologica sostiene un pensiero più
astratto e generalizzato che è l’elemento caratteristico degli schemi. È bene ricordare però che noi contesti
più vicini al “qui e ora” le impressioni finali possono essere più importanti delle iniziali(effetto di recency).
Gli stereotipi ci aiutano anche a generare inferenze ossia giudizi che vanno oltre le informazioni disponibili.
La reputazione già acquisita è difficile da smuovere. È stato dimostrato che anche gli stereotipi della razza e
il genere di appartenenza modellano le nostre interpretazioni del comportamento degli altri.
L’informazione coerente con lo stereotipo è considerata diagnostica della capacità o personalità sottostante
all’individuo, mentre quella incoerente con lo stereotipo è liquidata come non caratteristica. Esperimenti di
laboratorio hanno dimostrato che è molto probabile che decisioni rapide vengano prese in riferimento agli
stereotipi. Quando ci formiamo impressioni sugli altri filtriamo le informazioni in entrata attraverso
stereotipi preesistenti e costruiamo attivamente le nostre percezioni, memorie e inferenze. Inoltre
raramente vediamo il ruolo degli stereotipi nel modellare le nostre interpretazioni.
-Stereotipi che si autoavverano
Gli stereotipi come i presagi possono predire il futuro. Ma ciò non accade perché sono necessariamente
veri. Piuttosto una volta attivati gli stereotipi possono mettere in moto una catena di processi
comportamentali che servono a indurre negli altri i comportamenti che confermano lo stereotipo iniziale un
effetto chiamato profezia che si autoavvera. Il meccanismo funziona perché gli stereotipi non risiedono
solo nelle nostre teste; fuoriescono attraverso le nostre azioni. Le profezie che si autoavverano si possono
verificare completamente al di fuori della consapevolezza. . Il fenomeno della minaccia dello stereotipo si
riferisce a come il semplice fatto di essere identificati con uno stereotipo possa sollevare il livello d’ansia di
una persona che di conseguenza svalorizza la sua prestazione.
-Individuazione
Nel discorso “I Have a Dream” King diede voce alla speranza che un giorno i bambini neri potessero vivere
in una nazione in cui non sarebbero stati giudicati per il colore della pelle ma per il contenuto della loro
personalità. King descriveva l’individuazione, che significa valutare le qualità personali degli individui una
persona per volta.
-Induttori di individuazione
Il modello del continuum descrive il pieno continuum dei processi che portano dagli stereotipi
all’individuazione. La categorizzazione iniziale si verifica appena si percepisce una persona e la
categorizziamo in termini di genere, etnia e età perché:1) si applicano alla maggior parte delle persone, 2)
sono disponibili immediatamente e fisicamente , 3) hanno significati culturali. Si dirige l’attenzione agli
attributi del bersaglio. Se efficace sussiste la conferma della categorizzazione ossia si interpreta
l’informazione come coerente o non diagnostica rispetto alla categoria attuale. Se l’attenzione non è
efficace si ha la ricategorizzazione ossia la persona è categorizzabile ma non in base alla categoria iniziale;
include l’accesso a una nuova categoria, sottocategoria esempio o concetto del sé. Se la ricategorizzazione
non è efficace si ha l’integrazione pezzo per pezzo cioè l’analisi di ciascun attributo della persona e si
verifica quando il bersaglio non è facilmente categorizzabile. La cosa da notare è con quanta lentezza ci
muoviamo dalla stereotipizzazione e categorizzazione verso l’individuazione. Quando gli altri diventano
rilevanti per noi diventiamo motivati a costruirci impressioni più riflessive, accurate e individuate di loro.
-Strutture che promuovono l’individuazione
Gli studi dimostrano che il contatto cooperativo strutturato tra membri di diversi gruppi sociali riduce la
stereotipizzazione e promuove l’individuazione.
-Controllare gli stereotipi
Fortunatamente gli studi di laboratorio hanno dimostrato che possiamo coscientemente superare
l’influenza degli stereotipi ma solo se vengono soddisfatte determinate condizioni: (1) essere consapevoli
dell’influenza negativa degli stereotipi, (2) essere motivati a ridurre i pregiudizi e (3) avere sufficienti risorse
per impegnarsi in un pensiero controllato. Con l’adeguata combinazione di motivazione e pensiero
controllato, possiamo imparare a trattare le persone con giustizia, sulla base del “contenuto della loro
personalità”.
-Auto-categorizzazione
Secondo l’approccio dell’identità sociale esistono molti modi con cui possiamo identificare noi stessi; come
esseri umani, come membri di un gruppo sociale o come singoli individui. Le nostre identità possono
cambiare lungo un continuum da un momento all’altro a seconda della situazione o delle nostre
motivazioni. I ricercatori suggeriscono che noi rappresentiamo i nostri gruppi sociali di appartenenza come
prototipi mentali, simili agli stereotipi. Identificarsi con un gruppo può essere fonte di autostima o di
sentimenti negativi( es. i tedeschi che si sentono in colpa per l’olocausto. È detta “colpa per associazione”
ed è un prodotto di autocategorizzazione)
-Attribuzione
si riferisce ai nostri tentativi intuitivi di inferire le cause del comportamento.
-Rivisitazione dell’errore fondamentale di attribuzione
L’attribuzione disposizionale o interna è quando inferiamo che il principale responsabile del
comportamento sia qualcosa relativo alla persona. Il termine disposizione si riferisce alle credenze,
atteggiamenti e caratteristiche di personalità individuali. L’attribuzione situazionale o esterna è quando
inferiamo che il principale responsabile del comportamento sia una qualche causa esterna. Fritz Heider, il
fondatore della teoria di attribuzione, notò che il comportamento delle persone è così convincente che lo
giudichiamo una rappresentazione esatta della persona in questione, dando un penso insufficiente alle
circostanze. Abbiamo uno schema di causa ed effetto per il comportamento umano che dà troppo peso alla
persona e non alla situazione. L’errore fondamentale di attribuzione si verifica quando sottostimiamo le
influenze situazionali sul comportamento e assumiamo che la responsabilità sia di qualche caratteristica
personale dell’individuo. Le attribuzioni causali, come altre aspetti della formazione delle impressioni, si
sono dimostrate governate da due differenti modelli di pensiero, uno più automatico e non intenzionale e
un altro controllato e deliberato. Ciò influenza la frequenza con cui si verifica l’errore fondamentale di
attribuzione. Una cornice teorica divide il processo di attribuzione causale in due parti. Il primo passo è
l’inferenza disposizionale(che tratto implica questa azione?) e il secondo è la correlazione situazionale(quali
costrizioni situazionali possono aver causato tale azione?). il primo passo di inferenza disposizionale sarà
più automatico del secondo passo di correzione situazionale. Commettiamo l’errore di attribuzione così
spesso perché è un processo automatico, iperappreso che si verifica al di la della consapevolezza inconscia.
Un pensiero attento è in grado di superare l’errore fondamentale di attribuzione ma quasi sempre siamo
indaffarati quando ci formiamo delle impressioni sugli altri.
-Cultura e attribuzioni
Si ritiene che la categorizzazione e il ragionamento causale siano universali. Studi recenti hanno dimostrato
che le inferenze spontanee sui tratti non siano così universali: sembrano proprie degli Europei Americani e
non degli Asiatici Americani. Gli asiatici(pensiero olistico→orientamento verso l’intero contesto o campo e
l’assegnazione ad esso della causalità facendo un uso scarso di categorie e logica formale e basandosi sul
ragionamento dialettico il che implica il riconoscimento e superamento delle contraddizioni apparenti) sono
molto più attenti alle situazioni e ai contesti rispetto agli occidentali(pensiero analitico→ è un
orientamento verso gli oggetti, staccati dai loro contesti, con un grande uso di categorie e logica formale e
l’evitamento della contraddizione) e ne sono più influenzati. Le culture collettiviste enfatizzano
l’interconnessione e l’interdipendenza fondamentali tra le persone e possono essere fatte risalire alla
centralità presso gli antichi cinesi dell’armonia sociale e azioni collettive, mentre quelle individualiste
enfatizzano la fondamentale separatezza e indipendenza degli individui e possono essere fatte risalire
all’impotenza presso gli antichi greci delle azioni personali. L’eredità di questi distinti orientamenti antichi,
relativamente al locus di causalità, include le differenze culturali di cognizione di cui si raccolgono prove
empiriche.
>Atteggiamenti
Gli atteggiamenti sono valutazioni favorevoli o sfavorevoli di oggetti, persone o situazioni o di altri aspetti
del mondo comprese le idee astratte e le politiche sociali. Esprimono dei sentimenti ma sono collegati alle
cognizioni, alle credenze sugli oggetti dell’atteggiamento. Infine sono a volte legati ad azioni che
intraprendiamo relativamente agli oggetti dell’atteggiamento stesso. L’atteggiamento è costituito da una
componente cognitiva, affettiva e comportamentale. Negli atteggiamenti negativi verso i gruppi ci sono
stereotipi negativi(convinzioni e percezioni negative di un gruppo-componente cognitiva),
pregiudizio(sentimenti negativi verso il gruppo- componente affettiva) e discriminazione (azioni negative
contro i membri del gruppo- componente comportamentale). Dagli anni ’50 gli atteggiamenti erano
considerati “la principale pietra di costruzione nell’edificio della psicologia sociale”. Sono importanti: 1)
nelle società democratiche le persone parlano moltissimo dei loro atteggiamenti e chiedono anche di quelli
degli altri ; 2) gli atteggiamenti delle persone ne predicono il comportamento. Il comportamento umano è
intenzionale e riflette le preferenze individuali e secondo rappresentano preferenze. Terzo per predire il
comportamento è sufficiente osservare gli atteggiamenti. Se desideriamo modificare i comportamenti delle
persone, dobbiamo iniziare a cambiare i loro atteggiamenti. Un modo per modificare i comportamenti è
con le tecniche di influenza sociale: un esempio possiamo indurre le persone a intraprendere azioni ipocrite
come riferire a qualcuno che un compito noioso è diverente.
-Embodied social cognition- Friedrickson
La nostra mente è profondamente governata dall’esperienza fisica del nostro corpo. Nell’esperimento di
Asch il tratto di caldo o freddo possono modificare le inferenze aggiuntive circa gli aspetti disposizionali di
un’altra persona, come se è per esempio affidabile. I concetti di caldo fisico e caldo sociale sono
interscambiabili. Percepire fisicamente freddo fa sentire sole le persone, caldo può diminuire il rifiuto
sociale(quando siamo soli facciamo dei bagni caldi). Le persone sorridono per motivi differenti ed esistono
50 tipi di sorriso diverso. In condizioni ottimali lo facciamo instintivamente. Quando qualcuno sorride
instantaneamente la faccia imita quel sorriso. Il cervello inizia a simulare lo stato neurale associato a quel
tipo di sorriso e sappiamo in modo intuitivo il significato di qualsiasi sorriso. Il contatto oculare è
un’importante guardiano. Quando incrociate il sorriso di qualcuno potete mettervi per un momento nei
suoi panni e cervello e le inferenze sulle motivazioni diventano accurate. Forme
“disenbodied”(disincarnate) di comunicazione sociale come messaggi al cellulare o e-mail non consentono
il contatto oculare e portano a incomprensioni. Il sorriso quindi crea un micro-momento di connessione e
reciproca comprensione in cui la positività risuona.
-Comunicazione persuasiva
Le ricerche iniziarono negli anni ’40 all’Università di Yale dove i ricercatori cercarono di determinare le
caratteristiche dei comunicatori persuasivi di successo, delle comunicazioni di successo e dei tipi di persone
più facilmente persuase.
-Modello di probabilità dell’elaborazione
È una delle teorie di processo duale della persuasione. Il modello vuole predire quando certi aspetti della
comunicazione persuasiva(come la forza degli argomenti e la credibilità della fonte)avranno importanza e
quando non ce l’avranno. Le persone sperimentano un continuum di probabilità di elaborazione. Talvolta
siamo motivati e in grado di prestare attenzione e pensare al messaggio persuasivo e di elaborarlo altre
volte no. L’estremità di questo continuum determina i processi cognitivi che governano la persuasione: se ci
troviamo all’estremità alta del continuum -desiderosi e in grado di pensare in modo approfondito- si dice
che la persuasione segue una via centrale basandosi sul pensiero controllato e impegnato; se ci troviamo
all’estremità bassa- non siamo desiderosi di pensare o di farlo in modo approfondito- la persusione segue la
via periferica basandosi sul pensiero automatico e privo di sforzo.
-Via centrale della persuasione
è quando l’individuo risponde mentalmente alla comunicazione persuasiva e la elabora. I pensieri possono
riguardare il contenuto stesso della comunicazione o altri aspetti della situazione come la credibilità del
comunicatore. Se la comunicazione suscita pensieri che confermano la posizione perorata, l’individuo si
muoverà verso quella posizione; se la comunicazione suscita pensieri contrari l’individuo rimarrà non
convinto e si allontanerà dalla posizione perorata. Inoltre da esperimenti si è notato che la persistenza del
cambiamento di opinione è slegata dal ricordo personale degli argomenti che hanno prodotto il
cambiamento. La via centrale della persuasione è un’autopersuasione indotta dai pensieri che la persona
genera mentre legge, ascolta o anticipa la comunicazione.
-Via periferica della persuasione
È quando l’individuo risponde a indizi non relativi al contenuto di comunicazione(come il semplice numero
di argomentazioni che contiene) o al contesto(la credibilità del comunicatore o la piacevolezza
dell’ambiente circostante). La via periferica viene presa quando l’individuo non è in grado o motivato a
compiere il lavoro cognitivo necessario a valutare meticolosamente il contenuto della comunicazione. Il
condizionamento classico è uno dei mezzi più primitivi per modificare gli atteggiamenti attraverso la via
periferica. I pubblicitari lo usano molto: usano persone attraenti e scenari piacevoli e gli spettatori
sviluppano sentimenti positivi anche verso il prodotto. Un’altra via periferica si basa sull’euristica e regola
intuitiva per inferire la validità dei messaggi persuasivi(es. “ I professori universitari sanno di cosa parlano”).
-Centrale o periferica?
Il coinvolgimento personale è un fattore che determina la via centrale o periferica. Se la comunicazione
riguarda qualcosa di interesse personale è probabile che si esamino le argomentazioni ed è possibile che
l’individuo abbia un ricco bagaglio di informazioni e opinioni al riguardo. Al contrario l’individuo non si
sforza per sostenere o rifiutare le argomentazioni. Quando si è stanchi o esauriti mentalmente si è molto
meno in grado di opporre resistenza quando altri tentano di convincerci di una cattiva idea. L’applicazione
pratica della persuasione è stata fonte di interesse. Un esempio è il programma educativo volto a impedire
che gli studenti siano spinti a fumare da parte dei coetanei;studenti più grandi conducevano sedute in cui
imparavano ai più piccoli come generare controargomentazioni. Gli studenti persuasi avevano metà della
probabilità di iniziare a fumare rispetto ai coetanei di un’altra scuola. Controargomentare, o confutare le
argomentazioni è senza dubbio la strategia più efficace per resistere alla persuasione. Il rafforzamento
dell’atteggiamento , che è l’atto di generare pensieri per supportare i vostri atteggiamenti originari senza
rifiutare le argomentazioni del messaggio non è un’efficacia strategia di resistenza.
-Atteggiamenti e comportamento
Uno studio degli anni ’30 mostrava che un professore bianco viaggiava negli Stati Uniti con una coppia
cinese. A quel tempo esisteva un pregiudizio contro gli asiatici e non c’erano leggi contro le discriminazioni
razziali e non trovarono ostacoli nei ristoranti e alberghi. In seguito furono mandate lettere per sapere se
potevano ospitare la coppia asiatica e il 92 % rispose di no. I gestori esprimevano un atteggiamento molto
più pregiudiziale rispetto al reale comportamento. Su ciò gli studiosi hanno asserito che gli atteggiamenti
non predicono il comportamento. Un fattore che determina come comportarci è il grado di costrizione
presente nella situazione: spesso dobbiamo agire in modi non coerenti di come faremmo o crediamo. La
pressione dei coetanei può avere influenze sul comportamento. In generale gli atteggiamenti tendono a
predire con sicurezza il comportamento quando sono : 1) saldi e coerenti; 2) collegati al comportamento
che si vuole prevedere; 3) basati sull’esperienza diretta della persona; 4) consapevoli.
-Atteggiamenti saldi e coerenti
L’ambivalenza e il conflitto possono derivare anche dalla persona stessa. Quando le componenti affettive e
cognitive di un atteggiamento non sono coerenti fra loro(ci piace qualcosa che non ci fa bene) è difficile
predire il comportamento. Quando le componenti sono salde e coerenti lo predicono meglio.
-Atteggiamenti specificatamente collegati al comportamento
Essi predicono meglio di quelli collegati solo in modo generico.
-Atteggiamenti basati sull’esperienza diretta
Sono migliori predittori del comportamento rispetto a quelli che derivano solo dall’aver letto o sentito
parlare di un problema. L’esperienza diretta può costituire l’esperienza psichica dell’assetto mentale di una
persona che le consente di pianificare.
-Consapevolezza
Le persone consapevoli dei loro atteggiamenti hanno maggiore probabilità di comportarsi in modo
coerente con essi. Ciò è vero per le persone focalizzate su pensieri e emozioni e per quelle che si trovano in
situazioni che promuovono una maggiore consapevolezza(stare davanti allo specchio).
>Attrazione interpersonale
Consiste nel piacersi, amarsi e desiderarsi sessualmente.
-Piacersi
Le determinanti dall’attrazione interpersonale sono: attrazione fisica, vicinanza, familiarità e somiglianza.
-Attrazione fisica
L’aspetto fisico è un fattore su cui abbiamo poco controllo ma l’attrazione fisica ha un ruolo determinante
non solo nei primi appuntamenti ma anche dopo. È così importante perché la nostra stessa reputazione
sociale e autostima crescono, quando siamo visti con persone fisicamente attraenti ma sia uomini che
donne sono valutati meno favorevolmente quando sono in compagnia di un estraneo fisicamente più
attraente di loro.
-Vicinanza
Il miglior singolo predittivo dell’amicizia fra due persone è la vicinanza ossia la distanza alla quale vivono. La
maggior parte dei nostri primi incontri varia da neutrale e piacevole e il risultato più frequente della
vicinanza è l’amicizia.
-Familiarità
La vicinanza crea gradimento perché aumenta la familiarità. L’effetto dimera esposizione è il risultato
secondo cui la familiarità di per sé aumenta l’attrazione. In uno studio i ricercatori scattarono foto di
studentesse universitarie e presentarono delle stampe sia del viso originale che dell’immagine speculare.
Queste furono mostrate alle donne stesse, agli amici ai partener. Gli amici e i familiari scelsero le immagini
non speculari.
-Somiglianza
Più del 95% delle coppie sposate negli Stati Uniti ha la stessa razza e religione. Mariti e mogli sono simili
nelle caratteristiche sociologiche(età, razza, religione, scolarità e classe socioeconomica) e psicologiche
come intelligenza e caratteristiche fisiche come colore degli occhi. L’accoppiarsi in base alla bellezza fisica
sembra avvenire perché soppesiamo la bellezza fisica di un partner potenziale in base alla probabilità che la
persona sia desiderosa di accoppiarsi con noi. La maggior parte di noi finisce con partener che sono più o
meno belli quanto noi. L’egoismo implicito è quando siamo attratti inconsciamente da persone, luoghi e
oggetti che implicitamente e in modo sottile ci ricordano noi stessi.
-Transfert
Il transfert è la tendenza dei clienti a trasferire sentimenti e assunzioni relativi a un particolare altro
significato come un genitore o coniuge sul loro terapeuta. In generale il concetto di transfert implica che
ogni volta che incontriamo una persona nuova che ci circonda qualcuno che è stato importante nel nostro
passato, questo senso di riconoscimento influenza le nostre percezioni, compreso il gradimento di quella
persona. Il semplice ricordo di qualcuno di significativo attiva in noi conoscenze immagazzinate o schemi
sull’altro significativo. Ciò ci porta a elaborare l’informazione sulla persona appena incontrata in modi
coerenti con lo schema attivato che influenza vari aspetti dell’elaborazione delle informazioni, incluse
memoria e inferenze.
-Innamorarsi e accoppiarsi
Il concetto di amore implica senso di attaccamento, senso di importanza dell’altra persona e senso di
fiducia.
-Amore e matrimonio
Il concetto di amore romantico è antico. In alcune culture il matrimonio è un patto contrattuale che non ha
nulla a che vedere con l’amore.
-Amore ed espansione del sé
Le relazioni strette producono un’espansione del sé o aumento di risorse e capacità potenziali in molti
modi. Quando diventiamo intimi con una persona accediamo alle risorse, prospettive , identità di quella
persona quindi la cerchia di amici, abilità culinarie, convinzioni politiche e religiose e la sua popolarità e
ciascuna cosa può aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi. Innamorarsi fa stare bene perché produce una
rapida espansione del sé. All’interno delle relazioni strette le persone tendono a pensare a chi amano come
se pensassero a se stesse. L’altro diventa fuso e confuso con il sé e più accade ciò più le persone restano
insieme.
-Amore passionale e affettuoso
L’amore passionale è uno stato di intensa emozione nel quale sentimenti teneri e sessuali, di eccitazione e
sofferenza, angoscia e conforto , altruismo e gelosia , coesistono in una confusione di sentimenti. Combina
l’attivazione fisiologica con la percezione che l’arousal sia suscitato dalla persona amata. È qualcosa di
straordinario all’inizio ma le forze che mantengono a lungo una buona relazione sono meno eccitanti,
richiedono un maggiore impegno e hanno a che fare più con l’uguaglianza che la passione
L’amore affettuoso è l’affetto che proviamo verso coloro con i quali la nostra vita è profondamente
intrecciata. Le caratteristiche sono fiducia, attenzione , tolleranza dei difetti e idiosincrasie del partener e
uno stato emotivo di calore e affetto. La relazione con il tempo aumenta di interdipendenza e cresce la
capacità di provare forti emozioni.
-teoria triangolare dell’amore
Divide l’amore in : 1) intimità(componente emotiva che include vicinanza e condivisione di sentimenti), 2)
passione(componente motivazionale che comprende attrazione sessuale e sentimento romantico di essere
innamorati), 3) impegno( componente cognitiva che riflette l’intenzione di mantenere la relazione). Essi si
combinano e formano otto tipi di amore: assenza di amore, attrazione , infatuazione, amore romantico ,
amore vuoto, amore affettuoso, amore fatuo, amore completo. L’amore passionale è diviso in
infatuazione(basso livello di intimità) e romantico(alto livello di intimità). Sono caratterizzati da alta
passione ma scarso impegno.
-Legame di coppia e strategie di accoppiamento
Dalle teorie di Darwin ricaviamo che come i meccanismi biologici quelli psicologici devono essersi evoluti
con un processo di selezione naturale, il che significa che hanno base genetica e che si sono rivelati utili alla
specie umana in passato , per risolvere problemi di sopravvivenza o aumentare le possibilità di
riproduzione. Uomini e donne si accoppiano per procreare la prole che trasmetterà il patrimonio genetico
alle generazioni future. Le persone devono : 1) sconfiggere i rivali per ottenere l’accesso ai membri fertili
del sesso opposto, 2) selezionare compagni con un elevato potenziale riproduttivo, 3) impegnarsi in
necessari comportamenti sociali e sessuali per il concepimento , 4) prevenire la possibile diserzione del
compagno, 5) assicurarsi la sopravvivenza e il successo riproduttivo della prole. Quindi secondo la teoria
evoluzionista la razza umana si è evoluta a creare legami intensi e duraturi assicurandosi che la prole
sopravviva fino all’età riproduttiva. Nella storia della nostra specie è stato molto importante avere i genitori
vicini per difendere, nutrire e aiutare la crescita dei piccoli. Per un uomo è teoricamente possibile essere
padre di centinai di bambini ed è suo interesse fecondare i maggior numero di donne per trasmettere il
maggior numero di geni. La donna deve investire tempo ed energie in ogni nascita e può avere un numero
limitato di discendenti. Quindi sceglie bene il compagno. L’evoluzione ha reso gli uomini più promiscui e
meno attenti alla scelta del partner sessuale in confronto alle donne. Inoltre un uomo dovrebbe preferire
l’accoppiamento con le donne più giovani fertili poiché hanno maggiore possibilità di crescere i bambini.
Una donna dovrebbe preferire un uomo di alto stato sociale e solide risorse materiali e tenderanno a
preferire uomini più vecchi. Ma la teoria evoluzionistica potrebbe essere invocata sia per la promiscuità che
fedeltà sessuale dell’uomo.
-Sì, dovremmo fidarci del pensiero automatico-Dijsterhuis
I processi automatici sono prevedibili e affidabili. I processi automatici agiscono come i computer e per
questo ci si può fidare. Se conoscete l’informazione in entrata sapere cosa ne esce fuori. Ma se informazioni
inappropriate giungono nell’incoscio esso svilupperà associazioni inappropriate. Un importante strumento
che il nostro inconscio ci fornisce è l’intuizione che ci aiuta a prendere decisioni importanti. La vera
creatività è il dominio dell’inconscio: sia gli scienziati che gli artisti leggono, pensano e parlano. L’inconscio
viene nutrito di informazioni importanti. L’inconscio mastica le informazioni e poi la soluzione si presenta
da sola. Il pensiero consapevole non porta mai a grande creatività. Nella creatività o quando bisogna
prendere decisioni importanti i processi consci funzionano in modo pessimo.
-No, non dovremmo fidarci del pensiero automatico- Payne
Il pensiero automatico è rapido, semplice , ci tiene attivi e ci permette di risolvere problemi con abiità. Ma è
pieno di stereotipi e pregiudizi. Il nostro pensiero automatico è efficiente a rilevare le minacce o a notare le
opportunità di accoppiamento. Al pensiero automatico piace la gerarchia e lede a concetti moderni di
uguaglianza, libertà e diritti umani. Il pensiero automatico porta le persone a prendere decisioni sciocche
quando basterebbe fare due calcoli.
>Ricapitolazione: il racconto di due modelli di cognizione sociale
La cognizione sociale si occupa di entrare nella testa delle persone, esamina i processi che attivano gli
stereotipi e altri schemi sociali, influenzando il pensiero e il comportamento delle persone. Esamina i
processi tramite cui le persone possono andare oltre gli stereotipi per conoscersi più accuratamente ed
esamina i processi che persuadono la gente a cambiare idea e persino innamorarsi. La cognizione sociale o
il pensare agli altri si verifica in due modi: un modo è automatico e al di fuori della consapevolezza mentre
l’altro è impegnato. Ci sono “teorie di processo duale” all’interno della psicologia sociale. C’è il modello di
continuum della formazione delle impressioni e il modello di probabilità dell’elaborazione relativo alla
persuasione. Se ci impegniamo nel pensiero deliberato e attento possiamo vincere stereotipi, evitare le vie
periferiche alla persuasione e minimizzare il transfert. Ma quando non possiamo farlo perché magari
immersi in una conversazione o gestire l’impressione che gli altri si fanno di noi siamo suscettibili a forme di
cognizione e comportamento sociali automatici.