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Dagli studi ROSENBAWN nasce l' APPROCCIO OLISTICO → studio dello sviluppo umano:
due punti cardine
– 1°
analisi dello sviluppo cognitivo e motorio
– 2°
approccio multidisciplinare che oltre alla sinergia tra psicologia e
neuroscienze, ingloba la
kinesiologia→
scienzedell’educazioneescienzesociali.METAFORA:finestraprivilegiataperosservare
3 MACROAPPROCCI:
L’evoluzione trova spiegazione nella metafora della SCALATA DELLA MONTAGNA, questa
scalata è connotata da 6 tappe:
0-2 ANNI: Dalla nascita ai 5 anni si avvia il passaggio della condizione iniziale di
dipendenza all’autonomia. Attraverso il movimento il bambino impara a conoscere
il proprio corpo a interagire con l’ambiente, a strutturare gli schemi motori di
base, realizzare le proprie capacità espressivo-comunicative.
L’accrescimento staturo-ponderale è molto veloce.
Il neonato presenta un repertorio di riflessi cioè risposte involontarie a specifici
stimoli esterni, alcuni sono in continuità con azioni involontarie ed è capace di
applicare rudimentali pattern senso-motori.
I primi 2 anni sono connotati da abilità che rappresentano pietre miliari
nell’acquisizione di competenze di motricità grossolana, che di motricità fine.
o – Le
capacità motorie prescolari sono collegate a componenti cognitive
diverse;
Questi schemi di base rappresentano quel set di abilità legate alle capacità di
locomozione e controllo degli oggetti, presentano una stabilità evolutiva da moderata a
elevata negli aspetti di coordinazione motoria, gli schemi motori rappresentano la base e
i prerequisiti delle capacità motorie mature che permeano la vita di ogni individuo.
Gli effetti positivi di buone competenze motorie sulle abilità scolastiche di lettura,
scrittura calcolo attraverso l’azioni su variabili cognitive intermedie come l’attenzione, la
concentrazione, la pianificazione, la memoria di lavoro, l’autoregolazione.
Durante questa età lo sviluppo delle capacità motorie si caratterizza per una sempre
crescente differenziazione e individualizzazione.
Competenza motoria come una funzione che segue un andamento a U rovesciata nel
corso della vita con una fase di regressione dopo l’età adulta. Questo andamento motorio
è spiegato da cambiamenti sia nelle strutture periferiche sia nelle strutture centrali a
causa di mutamenti strutturali.
– prestazione motoria
– apprendimento motorio.
La prestazione → tendenza caratterizzata da “peggioramenti” in età senile
genericamente dati da maggior lentezza, minor accuratezza esecuzione dei
movimenti.
Difficoltà di coordinazione e di elaborazione visuo-motoria influenzano
negativamente lo svolgimento delle attività della vita quotidiana.
Prestazioni → deficitarie si registrano in doppi compiti che richiedono performance
motorie e cognitive insieme. Competenza motoria relativa all’apprendimento
motorio.
Le capacità di apprendimento di compiti motori non registrano decrementi.
Le differenze sono maggiori in compiti di apprendimento relativi ad attività di
motricità fine. Nell’apprendimento i compiti di motricità grossolana, gli anziani
tendono ad usare strategie di compensazione. In età senile le competenze
motorie rivestono un ruolo cruciale possono inficiare in modo significativo le
qualità di vita.
Maggiore attenzione viene rivolta alle misure per migliorare anche in età senile il
benessere e la qualità della vita attraverso l’implementazione dei programmi di
attività motoria adattata, questi programmi sono finalizzati alla prevenzione del
rischio di cadute , incremento forza muscolare, miglioramento equilibrio, controllo
posturale, flessibilità articolare.
CAPITOLO 2
2° circospezione/paura, 3° frustrazione/rabbia.
– I1° 2 mesi di vita sorriso endogeno, funzione di eventi interni, la vera e propria
emozione differenziata di gioia emerge il 4° mese;
– 2° in alcune circostanze un incremento dello stato di attivazione fisiologica, o
reazione di disagio, e il precursore della paura ;
– 3° situazione di impedimento della motricità e di costrizione fisica, 6 mesi
compare la rabbia vera e
propria.
individuo-ambiente.
- FUNZIONE BIOLOGICA: sopravvivenza.
- FUNZIONE COMUNICATIVA: scambi interpersonali.
- FUNZIONE DI INFORMARE CIRCA IL RAGGIUNGIMENTODI DESIDERI E SCOPI
Il contesto è fondamentale, con lo sviluppo cognitivo e con l’esperienza sociale
compaiono nuove emozioni , enfatizza il ruolo degli apprendimenti sociali e
culturali mediati dagli adulti di riferimento.
L’attenzione degli studiosi si posa sul ruolo o funzione che le esperienze emotive
assumono nella vita quotidiana. “cultura emotiva” misurazione del “quoziente
emotivo” o intelligenza emotiva.
Ricerca psicologica dello sviluppo e dell’educazione ha contributo alla definizione
del costrutto di competenza emotiva detta socioemotiva.
Saarni quadro articolato dello sviluppo della competenza emotiva, ha sottolineato
la come la competenza emotiva sia costituita da un insieme di abilità necessari in
cui gli eventi assumono i significati.
8° abilità:
- 1° consapevolezza del proprio stato emotivo;
- 2° capacità di riconoscere le emozioni degli altri ;
- 3° abilità di usare il lessico emotivo;
- 4° capacità di coinvolgimento empatico e la simpatia nelle esperienze altrui;
- 5° comprensione del fatto che stati emotivi interni non necessariamente trovano
corrispondenza nell’espressione visibile esterna;
- 6° capacità di far fronte alle emozioni a valenza negativa usando strategie di
regolazione che intervengono sull’intensità o sulla durata degli stati emotivi;
- 7° consapevolezza che la qualità delle relazioni sociali è in parte collegata alla
comunicazione emotiva tra i partner;
- 8° senso di autosufficienza . La disinzione rimanda a una strategia analitica , si
sviluppano in modo dinamico e integrato, vengono ricondotte a 3 macroaree o
dimensioni:
1° espressione delle emozione;
2° regolazione delle emozione
3° conoscenza o comprensione delle emozione.
ESPRESSIONE EMOTIVA:
manifestazioneesternadelleemozionichesirealizzaattraversoicanalidellacomunicazionenon
Nella comunicazione emotiva son importanti: volto, sguardo, gesti, movimenti corporei,
voce, contatto. Fogel e Thelen individuato le fasi principali fasi di sviluppo
dell’espressività emotiva.
– 1° fase: ruolo esterno dell’adulto è fondamentale per dare significato alle
esperienze del bambino;
– 2° fase: periodo importante per l’acquisizione di competenze motorie, cognitive,
lingiustiche, emotive-
affettive, inizia a esplorare l’ambiente, a comunicare e a consolidare “modelli
operativi interni”.
Si osservano condotte di evitamento di situazione indesiderate, ricerca attiva,
richiesta di vicinanza, contatto fisico. Adulto ruolo minore, ma funzione
fondamentale, compare il fenomeno del riferimento sociale.;
– 3° fase: fase di incremento delle capacità linguistiche, cognitive di sviluppo della
TEORIA DELLA MENTE ,abilità nell’assumere la prospettiva dell’altro che viene
riconosciuto come persona dotata di un mondo interno costituito da pensieri,
credenze, desideri, emozioni;
– 4° fase: le abilità di autoregolazone so accrescono;
– 5° fase: esperienze emotive si fanno intense, cominciano a prendere dorma gli
stili di regolazione
emotiva personali.
Phillips e Power individuato un certo numero di strategie di regolazione
riconducibili alla tipologia di strategie interne funzionali e disfunzionale ed esterne
funzionali e disfunzionali.
Uno dei compiti evolutivi dell’adolescente è quello di appropriarsi di modalità
regolatorie flessibili e congruenti.
Primi studi sulla socializzazione emotiva inizio anni 80, accento sulle strategie.
La ricerca si è focalizzata sui contenuti che vengono socializzati, sui processi di
insegnamento-apprendimento, ha riguardato la socializzazione emotiva
genitoriale, culturale, le modalità socializzanti che si realizzano in contesti
educativi extrafamiliari.
Socializzazione emotiva in famiglia: Saarni distinzione tra modalità indirette e
modalità dirette di socializzazione emotiva.
- Indirette: include quelle forme di insegnamento non intenzionali né consapevoli
attraverso le quali i bambini acquisiscono conoscenze circa il significato delle
emozioni , apprendimento per imitazione, meccanismo di identificazione on
l’altro.
- Dirette: strategia esplicitamente e consapevolmente usate dal genitore allo
scopo di insegnare al bambino come esprimere le emozioni, modulare, dare un
nome, collegare con eventi che le hanno provocate in sé e negli altri.
Queste modalità vanno concepite in un continuum del momento.
I figli dei genitori Coaching sono socialmente più competenti e capaci sul piano
della regolazione emozionale, abbassare il livello delle emozioni a valenza
negativa.
Denham tre tipologie di socializzazione emotiva, queste hanno a che fare con
modalità diverse di apprendimento.
MODELING: modalità basata sull’osservazione, osservazione dei modi di
esprimere, regolare le emozioni dei genitori funge da vero e proprio modello di
comportamento. Un altro apprendimento, capacità di collegare le emozioni alle
etichette verbali.
Il caoching ha a che fare con insegnamenti di tipo diretto e consapevole dell’adulto, che
utilizza l’esperienza emotiva propria o del figlio come occasione per incrementare la
competenza socioemotiva. CONTINGENCY: apprendimento attraverso le reazioni
dell’adulto successive all’espressione emotiva. Quando il bambino prova un’emozione la
manifesta apertamente la reazione del genitore diventa fonte di apprendimento sul
significato dell’esperienza.
La socializzazione emotiva avviene sia attraverso l’osservazione filiale sia per mezzo
degli insegnamenti esplicitamente forniti , ma anche in virtù delle stesse reazioni
prodotte dal genitore di fronte alle manifestazioni emotive del bambino.
Ci sono somiglianze tra genitori e insegnanti, la qualità di tempo che i bambini passano
nei contesti educativi, si può ritenere che vi sia un’importante relazione tra la precoce
attività di socializzazione emotiva degli insegnanti di scuola dell’infanzia e lo sviluppo
della competenza emotiva nei bambini.
BASSETT: trovato che le reazioni degli insegnanti alle emozioni dei prescolari
contribuiscano allo sviluppo della competenza emotiva nel caso di particolari tipi di
temperamento.
TEACHING: approfondito il ruolo di particolari pratiche o formati educativi nello sviluppo
di competenze socioemotive.
Le ricerche dal CASEL sull’importanza di programmi scolastici EVIDENCE-BASED per la
promozione dell’apprendimento socioemotivo, costrutto di più ampio respiro che fa
riferimento a 5 dimensioni : consapevolezza delle proprie emozioni e di quelle degli altri;
regolazione; sviluppo di atteggiamenti empatici; costruzione di amicizie; gestione
efficace delle relazioni sociali.
CAPITOLO 3
Ipotesi chiave: bambino dotato di una predisposizione biologica innata a costruire legami
di attaccamento ricercando prossimità e contatto fisico, la finalità ottenere conforto e
protezione, la figura di riferimento è una base sicura fondamento delle competenze
relazionali ed emotive;
La radice dell’ipotesi si trova negli studi degli anni 40-50 che sottolineano “al negativo”
gli effetti di un precoce distacco dalla madre. Bowlby evidenzia come la carenza delle
cure materne possa avere conseguenze rilevanti sullo sviluppo della personalità e
sull’insorgenza di gravi disturbi. 1944 pubblicato un lavoro in cui Bowlby ipotizza che alla
base di comportamenti delinquenziali ci fossero esperienza di deprivazione affettiva.
Etologia: disciplina che studia il comportamento degli animali nel loro ambiente naturale
esperimento di Harlow con delle giovani scimmie, dimostra che la ricerca de contatto
fisico e della protezione sia prioritaria nell’infanzia rispetto ad altri bisogni.
Bolwby ipotizza che il bambino sia spinto a formare legami con figure capaciti di
proteggerlo in quanto dotato di modalità comunicative da subito e in grado di attivare
l’intervento dei caregivers conquistando protezione , svilupperanno poi comportamenti
volti alla prossimità con questi, sviluppa anche un approccio esplorativo .
– 4°
fase: rapporto tra bambino e figure di attaccamento si delinea reciproco
mentre la comunicazione è
più intenzionale e orientata.
Sistema di attaccamento tracciato da Bowlby fondato su un equilibrio ottimale,
varia a seconda dei bambini osservati → 1° studio in Uganda, 2° Baltimora
permisero di individuare differenze individuali
Tali osservazioni misero a punto un nuovo paradigma sperimentale chiamato
STRANGE SITUATION: in grado di attivare nel bambino comportamenti di
attaccamento attraverso la sua esposizione a condizioni stressanti.
– 1°
gruppo: SICURO: il bambino utilizza il genitore come base per esplorare,
manifesta disagio alla
– 2° gruppo: INSICURO EVITANTE: non condivide la propria attività con il genitore
ì, non mostra disagio durante la separazione, non ricerca attivamente il genitore
né evita il contatto; questo attaccamento è suddiviso in 2 sottogruppi a seconda
del grado di evitamento;
– 3° gruppo: INSICURO AMBIVALENTE O RESISTENTE: bambino focalizzato sul
genitore, in difficoltà di esplorare l’ambiente e disagio nella separazione,
manifesta rabbia/ inconsolabilità.
La loro formazione non si limita alla fase preverbale → in queste fasi è importante il
DIALOGO VERBALE quello più importante è quello relativo alle emozioni , contribuendo
l’evoluzione dei modelli operativi.
campioni non a rischio, mentre di modelli di attaccamento insicuro non variano rispetto
al rischio.
La stabilità è più facilmente riscontrabile dopo i 5 anni.
È importante notare che il potere predittivo dell’attaccamento precoce rispetto allo
sviluppo socioemotivo sia rafforzato dal fatto che il bambino continui a sperimentare le
cure sensibili da parte dei genitori e poche condizioni di stress e la qualità di tele
attaccamento dipendente dalla permanenza di cure genitoriali sensibili.
Uno dei risultati più “eclatanti” negli anni 80 sulla trasmissione intergenerazionale
dell’attaccamento, un genitore con un modello di attaccamento sicuro ha una buona
possibilità di avere un bambino con attaccamento sicuro.
Tra fattori che spigano questa trasmissione la qualità della responsività e la capacità di
sintonizzarsi e rispecchiare le emozioni.
Tale capacità riscontrabile nelle madri che hanno un attaccamento sicuro. Ulteriore
fattore chiave è la capacità del genitore di riflettere stati mentali del figlio.
3° filone indaga l’influenza dei diversi tipi di attaccamento rispetto alle emergenze di
problematiche psicopatologiche. Un punto su cui ci sono idee convergenti è la funzione di
protezione svolta dall’attaccamento sicuro rispetto al rischio psicopatologico.
L’attaccamento insicuro, evitante e resistente è un fattore di rischio. L’attaccamento
disorganizzato si è delineato un predittore di patologie di tipo esternalizzante , disturbi
della personalità, suicidario.
I modelli di attaccamento sono correlate modalità di regolazione delle emozioni.
La teoria dell’attaccamento ha avuto un’influenza rilavante a livello clinico, a livello degli
interventi di prevenzione. Molti interventi vengono definiti ATTACHMENT BASED,
l’obbiettivo primario in questi interventi è rendere più adeguata la relazione tra bambino
e genitore, con la finalità di favorire legami di attaccamento sicuri. Quelli che ricordiamo
sono quelli di Marvin e Cooper : “circle of security” sostiene il genitore nelle funzioni
chiave, e quello di Slade: “relazione genitoriale e funzione riflessiva” potenzia le capacità
della madre di “tenere in mente” il proprio bambini come sogg di stati mentali ed
emotivi.
CAPITOLO 4
– In
Svizzera Piaget propone un’idea costruttivista
– studiosi
sovietici approccio storico culturale,in contrapposizione al
comportamentismo approccio
– filo dialettica
– corrente filo del costruttivismo.
L’approcciocostruttivista→
èfruttodelleoperazionicheilsoggettoconoscentecompieperconoscerelarealtà.
Piaget si può considerare il padre fondatore del costruttivismo.
Sviluppo intellettivo da lui inteso come processo di adattamento dell’individuo
all’ambiente.
Il suo principale interesse nell’osservare i bambini era per scoprir come essi
ragionavano e scoprono nuovi strumenti cognitivi.
Per la sua teoria l’essere umano passa attraverso differenti stadi di sviluppo dalla
nascita all’adolescenza , attraverso 4 stadi corrispondono a diversi periodi.
Il passaggio ad un altro non è da intendersi come un improvviso mutamento
dell’intero sistema cognitivo, ma come il frutto di diverse “scoperte”.
PER Piaget ogni nuovo schema acquisito non rimane isolato, ma favorisce una crescita
globale , una nuova organizzazione . Per Piaget il bimbo è costruttore del suo sviluppo.
Non si tratta di analizzare le influenze ambientali , ma di cogliere la cultura di
appartenenza → che contribuisca a strutturare la abilità di pensiero.
Vygotskij
Numerosi studiosi si sono ispirati a questo approccio tra cui BRUNER pone attenzione al
ruolo delle influenze culturali e condivide la visione dello sviluppo cognitivo sia un
“apprendistato” assegna importanza agli adulti che offrono elementi di sostegno ai
bambini.
Bruner ipotizza che i bimbi conoscono il mondo prima con RAPPRESENTAZIONIN
ESECUTIVE ( primo anno di vita), poi con RAPPRESENTAZIONI ICONICHE ( 12 mesi e si
affermano tra i 5-7 anni), infine con RAPPRESENTAZIONI SIMBOLICHE ( dai 18 mesi e si
stabilizzano nell’adolescenza)
Lasuaidea→
ilgradodicomplessitàdelragionamentodiunbambinodipendedaquantischemiriescea
coordinare mentalmente e le risorse attenuative disponibili per questo scopo crescono
con l’età.
In più distingue tra situazioni “fuorvianti” problematiche in cui si può essere tratti in
inganno e situazioni ”facilitanti” dove dati percettivi e gli apprendimenti precedenti
facilitano l’attivazione di schemi appropriati. I compiti piagetiani son spesso fuorvianti,
suscitano un conflitto cognitivo tra rappresentazioni mentali ed elementi
percettivamente salienti, quindi il bambino avrà bisogno di prestare mentalmente
attenzione e di riuscirvi resistendo all’attrazione esercitata dai dati percettivi fuorvianti.
Simile alla proposta da HALFORD dopo l’acquisizione della funzione simbolica , i bambini
passerebbero per una serie di stadi caratterizzati dalla capacità di operare mentalmente
su sistemi di complessità crescente , cioè svolgere compiti e risolvere problemi che
comportano relazioni fra diversi elementi, richiedono di tenere presente un numero
crescente di elementi.
CASE arricchisce il panorama delle teorie neopiagetiane il costrutto di “strutture
concettuali centrali”, inizierebbero a emergere intorno ai 4 anni , come una sorta si “reti”
di schemi che interconnettono le rappresentazioni del bambino in domini cognitivi molto
generali, una struttura concettuale delle relazioni spaziali, struttura di concetti
quantitativi , conoscenza sociale o pensiero narrativo.
Il neurocostuttivismo
pone l’attenzione sullo sviluppo cognitivo in relazione allo sviluppo del cervello.
Karmiloff-Smith nello spigare lo sviluppo riprende l’idea costuttivista di Piaget col
bambino è costruttore del suo sviluppo.
Sono considerati diversi domini di conoscenza come proposto dall’approccio
dell’elaborazioni delle info.
Il livello di specializzazione cognitivo e neurale che caratterizza gli adulti non è già
presente ma è l’esito di un processo di sviluppo, non accoglie totalmente l’idea proposta
nell’ambito dell’approccio dell’elaborazione delle info in base alla quale vi sarebbero aree
celebrali dedicate in modo innato a specifiche funzioni cognitive, è invece accolta l’idea
che possano essere innate predisposizioni.
Le predisposizioni guidano la nostra attenzione.
La componente innata è determinata fin nei dettagli è possibile che l’ambiente funga da
semplice innesco, quando la predisposizione innata è specifica è probabile che
l’ambiente agisca come qualcosa di più di un innesco, cioè che influenzi realmente a
struttura successa del cervello.
Karmiloff-Smith contrapposta alla visone innatista vi sarebbe già dei moduli deputati a
processare distinti domini di conoscenza si introduce il termini modularizzazione la
mente si modularizzi , cioè si costituiscano moduli più specializzati nel processare
specifiche info, la mente si modularizza attraverso l’esperienza . Karmiloff-Smith ha
ipotizzato che la mente si evolva a fasi, cioè ha uno sviluppo a più processi dominio-
specifici al posto di una maturazione globale, ipotizza anche l’esistenza di un
meccanismo, un processo che si attiva per ogni dominio, il PROCESSO DI RIDESCRIZIONE
RAPPRESENTAZIONALE .
Lo sviluppo cognitivo può essere inteso come la progressiva capacità di creare
rappresentazioni, quindi nel corso dello sviluppo si assiste a una “ridescrizione” delle
rappresentazioni, consente io passaggio da rappresentazioni implicite a rappresentazioni
esplicite.
L’interazione con l’ambiente è determinante per la ridescrizione, questo processo si
articola in 3 fasi:
L’infanzia è una delle fasi di maggiore cambiamento, nei primi due anni di vita
acquisiscono numerose e complesse competenze.
Sviluppo cognitivo significa chiedersi quale tipo di conoscenza, di comprensione
hanno i bambini nel corso dei primi due anni, di quali risorse cognitive dispongono
e come le utilizzano.
Il nostro sistema cognitivo è capace di più FUNZIONI MNESTICHE → può ricordare alcune
info a lungo, tenere a mente alcuni dati, mantenere più info e contemporaneamente
operare su esse.
La memoria di lavoro, cioè la capacità di mantenere ed elaborare le info è stata indagata,
oltre a questa ci sono le FUNZIONI ESECUTIVE, un insieme di abilità funzionali alla
regolazione cognitiva e comportamentale, queste sono utili ogniqualvolta non sia
funzionale agire d’impulso o secondo un automatismo.
La fanciullezza coincide con l’età scolare nel senso comune “età della ragione”. Per
Piaget il pensiero in età prescolare è immaturo.
Si è più propensi a valutare le situazioni considerando indizi percettivi → tende a
focalizzare la sua attenzione su singoli aspetti di una situazione, si focalizzano su ciò che
in quel momento appare davanti a loro; non si chiedono cosa succederebbe tornando alla
situazioni iniziale.
In età scolare: capace di analizzare le situazioni.
Considerare più elementi.
cambia notevolmente:
- dai 7 anni la c0omposizione si organizza su 2 dimensioni → un simile cambiamento
strutturale è nel pensiero narrativo. I bambini crescendo fanno esperienza in diversi
ambiti, con l’avanzare dell’esperienza si possiede una conoscenza più ricca; si
automatizzano una serie di conoscenze.
Compito della memoria di lavoro richiede di tenere a mente alcune info ma anche di
rielaborarle, in età scolare le prestazioni migliorano.
L’efficienza è collegata velocità. I bambini usano strategie più funzionali → l’uso efficace
di una strategia richiede esperienza.
L’uso di diverse strategie dipende dal tipo di rappresentazione che i bambini
posseggono, cioè le loro conoscenze.
SusuggerimentodiGriffineCase leabilitàdicalcolocontinuanoasvilupparsianchedopo.
In età scolare aumenta la METACOGNIZIONE, conoscenze che abbiamo su nostro
funzionamento cognitivo e a capacità di usarle per regolare il nostro pensiero e
comportamento.
L’adolescenza è un’altra fase ricca di sfide evolutive, si inseriscono i cambiamenti a
livello cognitivo, infatti gli adolescentihannolacapacitàdiragionareinmodopiùastratto →
riesceapensareaciòcheèreale,ciòchenon lo è. Ciò che è possibile e distinguere ciò che è
più o meno probabile.
Il passaggio al pensiero operatorio formale permette di affrontare i problemi con una
maggiore strategicità.
Neimark dimostra come uno stile cognitivo indipendente dal campo faciliti il successo nei
problemi “operatori formali”.
Lehalle ha ipotizzato che l’adolescente maturi una serie di diverse abilità tra cui: capacità
di pensare a “tutti i casi possibili”, abilità di poter variare di proporzionalità e le sue
applicazioni, riuscire a considerare leggi teoriche e situazioni reali, il pensiero è più
astratto.
CAPITOLO 5
1) scambio interpersonale ;
Nelle primi fasi si può comunicare con i propri simili grazie a disposizioni
comportamentali innate, nel neonato si manifestano come riflessi, questi Bowlby li
considera precursori di comportamenti comunicativi.
Alla costruzione del sistema comportamentale dell’attaccamento concorrono le condotte
di segnalazione: azioni-reazioni del bambino, e le condotte di vicinanza: tentativi di
impedire che l’adulto si allontani.
Koyama, Takahashi, Mori mostra la differente sensibilità nei due sessi, confermano la
diversa predisposizione di maschi e femmine a reagire ai segnali infantili.
La comunicazione non si produce individualmente ma si partecipa, le regole basilari di
questa attività, prima tra tutte la distinzione tra ruoli comunicativi. Preliminare e
propedeutica a uso intenzionale dello scambio comunicativo è la scoperta dei ruoli
alterni, reciproci e complementari di emmittente e rievente. il neonato è orientato alla
voce umana e al volto ,ha la capacità di riprodurre espressioni facciali per un innato
meccanismo riflesso attivato dai neuroni a specchio.
Il bambino si pone sin dalla nascita come partner competente nell’interazione, in grado di
assumere il ruolo di ricevente, ma anche di emettere info per default, cioè
spontaneamente e senza alcuna intenzione comunicativa. Il bambino partecipa a
PROTOCONVERSAZIONI.
Centrale è il processo dell’interpretazione, finalizzato a individuare l’intenzione
comunicativa.
comunicativa.
Skinner sosteneva che il linguaggio fosse acquisito per mera imitazione, Chomsky
considera il linguaggio come parte di una Facoltà simbolica, specifica e universale, dove
la peculiarità consiste in una capacità combinatoria , secondo modelli di grammatica
universale generativa.
L’abilità linguistica prodotto dall’attivazione ,su base maturativa , di un dispositivo
specializzato, una sorta di grammar box , localizzato nel cervello: LAD .
– 1° gruppo: ascoltava degli adulti che parlavano il cinese giocando con loro
– 2° gruppo: guardava un video in cui delle persone parlavano il cinese tra loro
Le strategie del bambino, Meltzoff mostrato che nei primi due anni i bambini che
seguono lo sguardo del genitore
imparano a parlare prima, ma le strategie spontanee non sono sufficienti.
La diade bambino-adulto è asimmetrica, è fondamentale la funzione di supporto e
di giuda, la responsività della madre è predittiva.
Le madri usano uno specifico stile linguistico, Motherese o baby talk o child
directed speech , le cui caratteristiche sono: semplificazione, ridondanza, toni
acuti, ritmo più lento, intonazione enfatica, prosodia ascendente, la musicalità
rappresenta un specifica facilitazione.
L’esistenza di diversi stili interattivi in grado delle madri ad adattare stili
comunicativi differenti:
CAPITOLO 6
Le base della comprensione degli stati mentali: la sua definizione risale al 1978.
Negli anni 80 un filone ricco di studi sullo sviluppo della ToM in età evolutiva. In più
vennero messe a punto diverse versioni di un compito prototipico: COMPITO DELLA
FALSA CREDENZA.
Disporre della ToM significa mettere in atto un processo di metarappresentazione degli
stati mentali.
Il comportamento umano è guidato dalla conoscenza della realtà e da un monitoraggio
metacognitivo il cui strumento è il pensiero ricorsivo, un pensiero che implica la
metarappresentazione o rappresentazione di una rappresentazione mentale.
Il pensiero ricorsivo e metaconocenza sono alla base di quell’inseme di concezioni che
ogni persona si costruisce sulla modalità di funzionamento della mente e sui nessi con il
comportamento.
Visione cognitivo-metarappresentazionale è adottata dall’approccio
THEORY –THEORY propone un’analogia tra i bimbi alle prese con la costruzione della
comprensione e della spiegazione della mente. MINDREADING pone l’attenzione
sull’azione stessa di lettura della mente , rimanda a un approccio di tipo innatista-
modulare.
L’approccio della simulazione principali esponenti Paul Harris, maggior accenti sul ruolo
della conoscenza.
Il bambino arriverebbe a comprendere gli stati mentali attraverso il “ lavoro
dell’immaginazione” processo di simulazione mentale . l’espressione “ comprensione
della soggettività” di Battistellu non è ovvia né necessaria corrispondenza biunivoca tra
stati mentali di 2 o + persone. Le capacità di riconoscere che l’altro possa avere una
credenza che si discosta non solo dalla propria , ma anche dal dato di realtà.
Bruner opporrà “ comprensione” del pensiero narrativo a “spiegazione” costrutto
metarappresentazionale della ToM.
L’utilizzo di altre 2 etichette per disignare la capacità di comprendere gli stati mentali:
funzione riflessiva del Sé , mentalizzazione questa ormai divenuta sinonimo di ToM ; da
importanza alla responsività materna .
Riprende il concetto di REVIERE materna, capacità di “contenere” le emozioni positive e
negative, la nozione di madre “sufficientemente buona” fornisce un contenimento e
soddisfa i bisogni emotivi del bambino.
Camaioni negli anni 90 individuò nella ToM un “hot topic”, molti studiosi contribuirono a
promuovere l’interesse delgli studiosi per questa abilità.
I 4 anni sono una sorta di spartiacque tra una fase evolutiva in cui il bambino non è
ancora in grado di ragionare a livello metarappresentazionale sulla credenza , da
commettere “l’errore realistico”, e una fase successiva in cui raggiunge tale abilità.
La centralità della comprensione della credenza, comportò una visione del tipo “ tutto-o-
nulla”.
L’attenzione e i gesti deittici sono tappe fondamentali dello sviluppo comunicativo e
linguistico.
Anno 90 e 2000 , percorso evolutivo della ToM aperto una prospettiva del ciclo di vita,
considera lo sviluppo come un processo complesso,multicomponenziale e multifattoriale,
il percorso non si conclude con l’eta adulta , ma è in continua trasformazione.
Con la STRANGE STORIES si valuta la capacità di ragionare e comprendere su storie con
contenuti sociali. Occuparsi di ToM in una prospettiva di life-span ha richiesto agli
studiosi di prendere in considerazione diversi elementi:
– 1° la necessità di mettere a punto compiti sempre più complessi, come false
credenze di terzo ordine; compiti avanzati che valutino componenti ecologiche
come: STRANGE STORIES, FAUX PAS, EYES TEST, PROVE MENTALISTICHE
ARTICOLATE.
– 2° interesse per l’età adulta, la Teoria della Mente non coinciderebbe
automaticamente con capacità “corrette” di metarappresentazione negli adulti,
sarebbe caratterizzato da BAIS se non da veri e propri limiti, è stato messo in
discussione la modalità di utilizzo.
– 3° prospettiva del ciclo di vita a individuare il circuito delle basi neurali.
– 4° importanza di definire se e in quali aspetti l’eventuale decadimento della ToM
con l’avanzare dell’età
–1° fattore è quello linguistico, concomitanza tra l’età del superamento della falsa
credenza e lo sviluppo
linguistico, il compito della falsa credenza fa perno sulle capacità linguistica a livello di
comprensione
–3° risultato: bidirezionalità della relazione tra abilità linguistica e comprensione della
falsa credenza.
–2° filone di indagine rapporti tra la ToM e processi decisionali nel ciclo di vita, decidere
in modo efficace è fondamentale per il nostro adattamento alla vita sociale;
CAPITOLO 7
I primi contributi si sono focalizzati sul dominio del pensiero e del ragionamento, più
recentemente sulla sfera emotiva, sul rapporto tra cognizione, emozione e azione morale
, basi neurobiologiche del funzionamento morale, fino a formulare ipotesi di una naturale
e innata predisposizione alla moralità dell’essere umano.
Elliot Turiel , la moralità ha 2 dimensioni interumane: “CURA”; “EQUITA'’”. La cura ha a
che fare con un sentimento di preoccupazione per il benessere altrui; l’equità o la
giustizia riguarda il rispetto delle regole. Il principio distributivo in cui tutti gli individui
devono godere degli stessi diritti.
Nel senso comune i bambini sono spontaneamente egoisti.
Thomas Hobbes: gli individui spinti dalla rivalità e dalla competizione per il
soddisfacimento dei propri bisogni;
Freud: il bambino rinuncerà al soddisfacimento delle proprie pulsioni “ naturali” a
beneficio delle istituzioni sociali;
– 1°
stadio: “empatia egocentrica” ;
– 2°
stadio: empatia “ quasi egocentrica” il bambino manifesta i primi veri e propri
comportamenti di
aiuto verso una persona che mostra sofferenza, ma le modalità di aiuto sono
ancora rudimentali;
– 3°
stadio: “empatia veridica” non solo comprende lo stato di malessere , pone in
azione di effettivo
beneficio;
maturazione affettiva e cognitiva con lo sviluppo delle Teorie della Mente: base di
PERSPECTIVE-TAKING. Nancy Eisenberg contributo a comprendere il rapporto tra
empatia, prosocialità, moralità. Eisenberg ha posto attenzione alla SYMPATHY,
sentimento che origina dall’empatia, comprende anche un sentimento di
preoccupazione.
L’attivazione empatica, non sempre si traduce in un comportamento prosociale e
morale. Eisenberg il fattore chiave risiede nella capacità di SELF-REGULATION,
vengono indicati i processi psicologici implicati nella gestione, modulazione degli
stati emotivi, motivazionali e fisiologici, l’autoregolazione emotiva è determinata
da un tratto detto EFFORTFUL-CONTROL.
Nella prospettiva della psico i fattori biologici di tipo temperamentale hanno un
ruolo rilevante, ma anche i fattori educativi e relazionali hanno un ruolo
fondamentale.
Un clima familiare positivo, improntato al calore e alla condivisione degli stati emotivi
possa influenzare i livelli di sympathy.
ORIGINI NATURALI DEL “BUONO” E DEL “GIUSTO”: la cooperazione l’individuo ha
maggiore possibilità di sopravvivenza.
– 1° (4-5 anni) ANOMIA MORALE: non mostra interesse per le regole e il
comportamento è eterodiretto dall’adulto.
– 2° (7-8 anni) primo vero stadio della moralità REALISMO MORALE: la
comprensione morale del bambino è caratterizzata da una concezione della
NORMA COME ETERONOMA, fondata su un’autorità avente valore solo se l’autorità
sa farla rispettare; nel valutare un’azione il bambino considera le conseguenze.
– 3° (10 anni) RELATIVISMO MORALE: la norma ha valore per sè stessa, fondata
sula cooperazione, reciprocità, negoziazione sociale;
– 1°
livello: “PRCONVENZIONALE” (9-10 anni) il pensiero appare superficiale e
autocentrato, concezione della norma eteronoma;
°stadio 1: “orientamento premio-punizione” il bambino nel valutare la situazione
privilegia i bisogni personali e ubbidisce alla norma;
– AGGRESSIVITA'
REATTVA:tendenzaadagirerispostedistruttiveemotivamente“calde”,possibili
difficoltà nella regolazione degli impulsi; e AGGRESSIVITA’ PROATTIVA:
aggressione posta in essere al fine di ottenere un beneficio materiale, sociale o
emotivo, meno emotivamente pregnante pianificata e calcolata. Modello dei
processi sociocognitivi che possono soggiacere e spiegare la condotta aggressiva
è ilo modello dell’elaborazione dell’informazione sociale. Nell’immediatezza
dell’interazione sociale ,si attiverebbe in modo pressochè automatico un processo
sequenziale di analisi ed elaborazione a 6 passi:
– 1: CODIFICA DELLO STIMOLO SOCIALE: attenzione ai comportamenti del
partener;
– 2: INTERPRETAQZIONE DELLO STIMOLO: azione dell’interlocutore un’intenzione;
– 3: DEFRINIZIONE DEGLI OBIETTIVI: definisce gli obiettivi che vuole raggiungere;
– 4: RICERCA DI UNA RISPOSTA: persona elabora tutte le possibili azioni; - 5:
SCELTA DELLA
RISPOSTA: analisi della situazione e in base a quanto la persona si sente efficace
nel mettere in atto un
dato comportamento;
– 6:
MESSA IN ATTO DELLA RISPOSTA: la risposta agita produrrà negli interlocutori
delle reazioni. →
Il modello SIP, Crick e Dodge sostengono come alla base del comportamento
aggressivo vi siano distorsioni cognitive e alterazioni nella
- ETICA DELL’AUTONOMIA: incentrato sui temi della cura verso gli altri, la difesa dei diritti
inalienabili, principi di equità valore della libertà.
E ETICA DELLA COMUNINITA’ valutazione del grado di accordo tra comportamento
individuale e norme della comunità.
Il comportamento morale implica l’accettazione dei propri doveri.
CRITICHE:
I genitori svolgono un ruolo influente, sono i primi a dare info su quali comportamenti
sono giusti o sbagliati e quali valori siano + desiderabili.
La trasmissione dei valori avviene durante il percorso di socializzazione, insieme di
processi costituiti da pratiche educative, formazione, imitazione. Approcci contemporanei
sviluppo come processo di socializzazione non sia solo mera ripetizione dei modelli a cui
si è esposti, ma ha luogo un processo di “riproduzione interpretativa”.
I figli sono + motivati e sollecitati ad aderire ai valori morali se si sentiranno accolti nei
propri bisogni. “INCONTRO DISCIPLINARE” → situazione in cui un bambino mette in atto
un comportamento ritenuto indesiderabile dal genitore che interviene per prevenirlo,
reprimerlo o modificarlo.
CAPITOLO 8:
La genitorialità non consiste solo nel “sentirsi genitori” ma anche in un modo di percepire
le attese da parte del contesto su cosa vuol dir essere genitori competenti e preparati.
I genitori sono fautori dello sviluppo emotivo, cognitivo, fisico.
Diventare genitori richiama il legame con i propri.
– rivoluzione nella definizione della coppi → pone l’avere figli sul piano valutativo
in termini e costi e benefici;
– deriva un’importante autonomia decisionale: SI SCEGLIE di avere figli per
desiderio di maternità e paternità;
– bisogno di generatività,
– trasmissione di valori, ma ci si basa anche sulla disponibilità economica.
Anche il ruolo della donna è cambiato non è solo più madre ma è diventata anche
lavoratirce.
Il padre è un partener collaborativo, presente, attivo.
La divisione di lavoro tra madri e padri è meno marcata. Si parla di rivoluzione ( di
genere) “incompiuta” o “in stallo”, dal momento che la gran parte delle
trasformazioni hanno riguardato la partecipazione e femminilizzazione del lavoro,
ma non la partecipazione e maschilizzazione del lavoro0 familiare.
Il nuovo modello di paternità, basato sulle dimensioni del coinvolgimento e
dell’accudimento, solo annunciato e desiderato.
Alla base di un buon funzionamento familiare vi è un MODELLO DELLA
COGENITORIALITA’ si riferisce al modo con cui i genitori si relazionano tra loro.
Un atteggiamento di collaborazione e di sostegno reciproco nella crescita dei figli
è di importanza cruciale poiché i genitori dovrebbero rappresentare i punti di
riferimento da seguire, le guide autorevoli.
CAPITOLO 9
Asilo nido ONIM 1925 per sostenere la maternità nelle fasce + deboli, per intervenire nel
fenomeno della mortalità infantile.
L’ONIM costituisce a livello dei comuni asili nido e consultori, la principale caratteristica è
che sono incentrati sull’aspetto igenico-sanitario.
Questo modello viene ribaltato negli anni 60-70 , i primi nidi a gestione comunale e
gestione da parte dei comuni con la Legge 1044/1971.
Il servizio nido come servizio di accudimento, in un’ottica di conciliazione e di
riconoscimento del valore dell’infanzia e della responsabilità educativa come dovere
della comunità, era un servizio “a domanda individuale con una quota rilevante dei costi.
Emergono riflessioni e studi sugli aspetti educativi della vita in collettività per i
piccolissimi, esperienze significative: Elinor Goldschimied, Emanuela Cocever, Loris
Melaguzzi.
EARLYCHILDEDUCATIONANDCURE→ servizicheforniscono“educazioneecura”.
Una buona qualità contribuisce allo sviluppo successivo, non solo dal punto di vista
educativo, ma anche dalla produttività dell’investimento sociale, l’investimento per
ridurre le disuguaglianze legate all’origine familiare ha una ricaduta superiore nelle prime
fasi di vita.
I principi che devono guidare la diffusione e la qualificazione sono:
La ricerca sull’attaccamento è stata uno dei cardini della cultura dei servizi.
La costruzione di una buona relazione con il bambino, attraverso l’individualizzazione
delle cure, attenzione nei momenti di routine, scelta della figura di riferimento che funge
da base sicura.
Il sostegno al ruolo genitoriale come un aspetto imprescindibile della professionalità
dell’educatrice. Sull’attaccamento all’educatrice sia costruzione di strumenti specifici di
costruzione di questa relazione, sia la considerazione delle figure educative, come fattori
di protezione.
I bambini attaccati agli educatori, e attaccamenti sicuri è analoga, il pattern di
attaccamento non è una caratteristica individuale, ma relazione.
La prospettiva dell’attaccamento offre una solida base alla riflessione sul ruolo
dell’educatrice, in termini di meternage professionale, ne consolida le basi.
L’homo
CAPITOLO 11:
Per descrivere e comprendere lo sviluppo umano occorre considerare gli artefatti
culturali.
Gli artefatti culturali non sono qualcosa di esterno, essi modificano il nostro
comportamento e le nostre attività. Il concetto di Vigotskij di zona di sviluppo prossimale
è un’importante intuizione → questo concetto
– 1°
opportunità o meno di proporre attività individualmente;
– 2°
modalità con le quali l’insegnante può essere di supporto o essere supportato
da tali reti informali;
–3° utilizzo di canali più formali. Interagire online con i compagni di classe richiede la
definizione di differenti norme implicite di comportamento.
Ruolo che le tecnologie digitali rivestono nello sviluppo, Arnett definisce EMERGIN
ADULTHOOD. L’autostima cresce, la gestione della progressiva autonomia
conquistata, crescente autocontrollo, progressiva consapevolezza delle proprie
azioni e relative conseguenze.
Il rapporto controverso è fonti di tuta una serie di interrogativi, tra i + comuni:
CAPITOLO 16:
Fragilità genitoriale, richiama la presenza di difficoltà e di sofferenza psichica,
sociale, educativa nei genitori, possono influenzare lo sviluppo dei figli, evolvendo
in forme di disagio croniche e disadattamento o modificarsi positivamente in
rafforzamento delle risorse, competenze individuali.
Fragile: delicato, debole, debilitato, cagionevole, gracile; ma anche bisognoso,
necessitante, richiedente, incompleto, sprovvisto di risorse.
Tra le fragilità richiede attenzione quella che manifesta attraverso azioni omissive
e commissive nei confronti dei figli.
Violenza: “tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emotivo, abuso sessuale,
incuria o trattamento nigligente nonché sfruttamento sessuale o di altro genere
che provocano un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo
sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione di responsabilità,
fiducia o potere”.
National Society for the Prevention o Cruelty to Children, vittime conseguenze
negative si manifestano nel Severe Chid Maltreatment, forme di violenza e/o
contatti sessuali da parte di adulto o pari, compresenza di maltrattamenti multipli.
Le azioni commissive e omissive di violenza non si presentano in forme distinte e
separate ma sono compresenti e intessono la vita dei soggetti + deboli
configurandosi come esperienze avverse.
Essere maltrattati, trascurati nell’infanzia può avere ripercussioni che possono
affiorare e influire negativamente sul processo di formazione e sviluppo cognitivo,
emotivo, affettivo, sociale, morale, sessuale, comportamentale. I bambini e
adolescenti vittimizzati hanno sintomi di internalizzazione e/o esternalizzazione
comprendono depressione, ansia, disturbi della condotta, difficoltà relazionali,
abuso di sostanze, aggressività, disturbi cognitivi e alimentari e dissociativi da
stress post-traumatico.
disorganizzati.
Dalla paura è possibile difendersi attraverso il legame con altre persone,
attraverso quegli specifici comportamenti che massimizzano la vicinanza alle
figure di riferimento. L’adulto accudente rassicura in modo che il bambino possa
sviluppare:
Le esperienze precoci e quelle successive sono dello stesso tipo, a causa della
continuità ambientale e familiare. Il ruolo delle prime esperienze viene
interpretato alla luce della continuità dei contesti di crescita , ha indotto sia a
spostare l’attenzione dal ruolo delle prime esperienze ai processi di sviluppo e ai
fattori che ne potrebbero riorientare la direzione, concludere che i percorsi
evolutivi non sono immodificabili, ma possono essere influenzati da esperienze
protettive.
Il protocollo è un supporto utile per analizzare in modo integrato o diversi aspetti critici e
di rischio della genitorialità fragile