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Corso di Laurea in SCIENZE MOTORIE

Allievo MATRICOLA

ALICATA ALESSANDRO 010025

Tesina di Psicologia I

Docente Prof. DELFINI PIETRO

Titolo: LA MEMORIA

Anno accademico 2008-09

La memoria quella funzione psichica volta all'assimilazione, alla ritenzione e al richiamo di informazioni apprese durante l'esperienza. Non esiste alcun tipo di azione o condotta senza memoria (ad esempio nelle condotte sociale, oppure nei fenomeni di rinforzo nell'apprendimento animale). La memoria, detta anche funzione mnestica, non risulta necessariamente stabile a parit di contenuti o classi di stimoli. influenzata da elementi affettivi (come emozione e motivazione), oltre che da elementi riguardanti il tipo di informazione da ricordare. Questa funzione psichica si delinea come un processo legato a molti fattori, sia cognitivi che emotivi, e come un processo eminentemente attivo, non, o almeno non solo, di un processo automatico o incidentale. Questo processo si configura allora come un percorso di ricostruzione e concatenamento di tracce piuttosto che come un semplice immagazzinamento in uno statico spazio mentale. Sigmund Freud connette alla dimenticanza e all'oblio meccanismi di difesa quali la repressione e la rimozione. A titolo esemplificativo dell'approccio psicodinamico dello studio della memoria, Freud mette in evidenza un processo di allontanamento attivo dei contenuti minacciosi, che tendono a rimanere inconsci.1 La memoria non semplicemente elaborazione di idee, sentimenti ed emozioni passate, nonostante il senso comune la consideri cos. Anche essere consci di s un atto di memoria. La capacit di integrare nuove informazioni o combinare diversamente informazioni note richiede una forma di memoria legata alla coscienza di ci che qui e ora. Tutti i compiti che svolgiamo quotidianamente richiedono la presenza di atti di memoria presente consapevolezza (nella definizione di Baddeley e Wilkins 1984 e di Meacham e Leiman 1982). Ricordare un numero di telefono o suonare il violino richiedono processi mnestici diversi: esplici il primo, implici il secondo; tuttavia, entrambi richiedono unintegrazione di passato e presente. Perch ci sia ricordo, deve essersi verificata una qualche forma di apprendimento. Linformazione deve essere acquisita (codifica), conservata (ritenzione) e reperita per il suo utilizzo (recupero). Queste tre fasi non sono necessariamente sequenziali e ma rappresentano lo schema di funzionamento del processo di memoria. La Codifica: si riferisce allelaborazione dellinformazione per il suo successivo inserimento in memoria (es. suddividere un numero di telefono in gruppi di numeri cui possibile attribuire un significato) ed diversa per ciascun individuo. La strategia pi comune per immagazzinare linformazione la ripetizione. Uno stesso contenuto pu essere registrato in memoria
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Nozione presa dal sito: http://www.wikipedia.it Portale di Psicologia.

tramite un certo codice (visivo, fonologico, motorio, semantico) oppure tramite pi codici (codifica multidimensionale). Il codice un insieme di regole e operazioni tramite le quali la mente trasforma linformazione in una forma che pu essere conservata in memoria. Il recupero dellinformazione avviene attraverso il processo inverso di decodifica. Gli studiosi distinguono due tipi di codifica: superficiale e profonda, secondo la quantit di elaborazione cui lo stimolo sottoposto (1972). Pi profonda lelaborazione, pi probabile la ritenzione a lungo termine. La qualit e la quantit dellinformazione recuperata dipendono in modo cruciale dalle connessioni fra tracce di memoria(es.il colore della camicia, la persona seduta accanto,) Nel 1940 Katona riteneva che la chiave di tutto fosse lorganizzazione e che questa fosse un processo inseparabile dalla memoria. Memorizziamo bene quando scopriamo un ordine da dare al materiale. Nel 1956 Miller ha coniato il termine chunk per definire le unit di base dellinformazione in memoria. Il processo di chunking consiste nellorganizzazione del materiale in pi ampie unit dotate di significato. Il chunk, in quanto unit di base di informazione, pu essere una sola lettera o un gruppo di lettere dotate di significato. Il chunking facilita i processi di codifica e recupero dellinformazione poich riduce la quantit di materiale da elaborare. stato dimostrato che lapprendimento pi facile se gli item da ricordare vengono presentati in blocchi della stessa categoria, ma che si tende spontaneamente a far ricorso a strategie di chunking anche con item che apparentemente non hanno nulla in comune (Tulving organizzazione soggettiva). La capacit di ricordare organizzando il materiale in unit dotate di significato si sviluppa con let. Sembra che i bambini non facciano uso di alcuna strategia. Le prime strategie di ripetizione (rehearsal) compaiono verso 7 anni di et e sono di tipo non cumulativo (i bambini ripetono una parola alla volta), mentre le strategie di ripetizione degli adulti sono di tipo cumulativo (ripetere gruppi di parole).2 Tra i padri fondatori della Psicologia della Memoria c Hermann Ebbinghaus. Dopo aver rinvenuto su di una bancarella a Parigi il testo " elementi di psicofisica " di Gustav Fechner, Hermann Ebbinghaus (18501909), psicologo tedesco, decise di dedicarsi interamente allo studio della memoria. Nel 1885 pubblic il libro "Sulla memoria", testo che rappresenta una pietra miliare della psicologia. Nel 1890 fond la "rivista di psicologia e fisiologia degli organi di senso".
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Tratto da: Psicologia della memoria di Brandimonte.

Ebbinghaus non disponeva di un laboratorio, e svolse le sue ricerche in relativa solitudine, senza alcun collegamento con le universit del tempo. Nonostante questo, il suo lavoro estremamente rigoroso. L'autore imparava scrupolosamente a memoria gruppi di sillabe senza senso (facendole scorrere in un dispositivo detto mnemometro ) , per cercare di capire come influiscono sulla memoria fattori come il numero di ripetizioni. In psicologia esistono tre modi per valutare la memoria: 1) prove di rievocazione : si chiede alla persona di richiamare alla mente ci che ha memorizzato in precedenza; 2) prove di riconoscimento : si mostra al soggetto un insieme di oggetti o fotografie e si chiede di riconoscervi cose gi viste in precedenza; 3) prove di riapprendimento : si impara due volte la stessa lista di sillabe in due sedute successive e a distanza di tempo. L'apprendimento della lista nella seconda seduta naturalmente facilitato. Il risparmio di lavoro nella seconda seduta, restituisce la misura della memoria accumulata nella prima. Lo psicologo tedesco utilizz quest'ultimo metodo. Nel corso delle sue ricerche, Ebbinghaus arriv ad alcune conclusioni che sono state sostanzialmente confermate dalle ricerche successive, tra queste ricordiamo: 1) L'effetto del superapprendimento: aumentando il numero di ripetizioni la memorizzazione cresce fino ad una certa soglia; 2) la curva dell'oblio: la memoria dei dati appresi in una determinata sessione diminuisce con il passare delle ore e dei giorni. L'oblio pi marcato nelle prime ore e meno dopo un certo numero di ore. Le tracce, passato il primo indebolimento, diventano pi tenaci; 3) l'apprendimento massivo e distributivo: distribuire il carico di apprendimento su pi sessioni rende la memorizzazione pi facile che tentare di apprendere tutto in una sola volta. Per ricordare meglio, bisogna suddividere l'apprendimento in pi sedute distanziate; 4) l'effetto seriale: la posizione delle sillabe importante ai fini della memorizzazione. Le prime e le ultime sillabe di una lista, si ricordano pi facilmente di quelle di mezzo. Nel 1885, grazie alle numerose ricerche sperimentali, lo scienziato tedesco stabilisce quella che passer alla storia come "legge di Ebbinghaus": "tra l'ampiezza del materiale da memorizzare e il tempo di apprendimento vi un rapporto costante". L'approccio di Ebbinghaus alla memoria viene definito associazionismo . L'impostazione associazionista, tipico degli empiristi inglesi del XVIII e del XIX secolo (come Locke, Berkeley, Hume, James Mill, John Stuart Mill), oggi fortemente criticato, in quanto si ritiene che pone troppo

l'accento sull'apprendimento meccanico e poco sul significato del materiale da memorizzare. Nella vita reale, in effetti, l'apprendimento strettamente legato ad altri fattori, come la motivazione, il significato, la preparazione culturale del soggetto ed altro (Ebbinghaus, ricordiamolo, studiava sillabe senza senso). Gli psicologi della Gestalt criticheranno l'approccio associazionista e insisteranno sulla necessit di un apprendimento intelligente e non " pappagallesco ". Come ha fatto notare lo psicologo inglese Bartlett, nella memorizzazione corretta di un testo, il senso e il retroterra culturale del soggetto svolgono un ruolo decisivo. Frederic Bartlett (1932) segu invece un approccio strutturalista, usando stimoli di tipo naturale. E viene data grande importanza alle differenze individuali. Un classico esempio di approccio strutturalista allo studio della memoria fornito dal concetto di schema di Bartlett, definito come elemento dotato di senso, caratterizzato da un contenuto e da un processo, che veicola il processo di codifica ritenzione e richiamo mnestico mediando il ricordo di informazioni successive. Bartlett individu le strategie individuali messe in atto nell'atto del ricordare e dell'apprendere insieme a tutti i processi di aggiustamento, razionalizzazione, ed ancoraggio che caratterizzano questi processi. Entro queste strategie tutti i ricordi memorizzati sono caratterizzati dal fatto che sono dotati di senso per la persona che ricorda. Fu professore di psicologia sperimentale all'Universit di Cambridge dal 1931 fino alla cessazione della propria attivit nel 1951. Con Kenneth Craik fu responsabile per l'istituzione del Reparto di Psicologia Applicata Medical Research Council in Cambridge nel 1944. Fu uno dei precursori della psicologia cognitiva. La memoria non semplicemente elaborazione di idee, sentimenti ed emozioni passate, nonostante il senso comune la consideri cos. Anche essere consci di s un atto di memoria. La capacit di integrare nuove informazioni o combinare diversamente informazioni note richiede una forma di memoria legata alla coscienza di ci che qui e ora. Tutti i compiti che svolgiamo quotidianamente richiedono la presenza di atti di memoria presente consapevolezza (nella definizione di Baddeley e Wilkins 1984 e di Meacham e Leiman 1982). Ricordare un numero di telefono o suonare il violino richiedono processi mnestici diversi, rispettivamente espliciti e impliciti, che per richiedono unintegrazione di passato e presente.

Il Sistema di memoria la struttura in grado di conservare linformazione nel tempo. I SISTEMI DI MEMORIA Distinzione tra: Sistemi di memoria esterna Sistemi di memoria interna Un sistema di memoria esterno pu essere descritto in termini di propriet quali la capacit, il codice, la velocit di codifica e di recupero, la suscettibilit alle interferenze e altri parametri. Acquisizione e codificazione, recepimento dello stimolo e traduzione in rappresentazione interna stabile e registrabile in memoria. Lavoro di categorizzazione ed etichettatura legato agli schemi e alle categorie preesistenti. Ritenzione ed immagazzinamento. Stabilizzazione dell'informazione in memoria e ritenzione dell'informazione stessa per un determinato lasso di tempo. Recupero. si riferisce al modo in cui linformazione viene estratta da un sistema; Lacquisizione dellinformazione (processo di apprendimento) La memoria non la stessa cosa dell'apprendimento. Quest'ultimo presuppone la capacit di conservare una precedente esperienza e indica la capacit di modificare un comportamento in rapporto a quanto si appreso. P.es., se un insegnante esige l'acquisizione corretta di 10 formule matematiche, impegna la memoria di uno studente; se poi propone la soluzione di un problema chiedendo di applicare quelle formule, esige l'intervento di un apprendimento. Quindi l'apprendimento serve per scoprire o applicare delle leggi generali di azione nei fatti particolari. Si potrebbe anche dire che la memoria rende testimonianza al passato, mentre l'apprendimento d un valore al passato, per comprendere il presente e progettare il futuro. Il fatto di avere una grandissima memoria non sta di per s ad indicare che si capaci di apprendimento (in quanto anche i deficienti mentali possono avere una spiccata capacit mnemonica). In sostanza, l'apprendimento lo si verifica nel momento in cui il

soggetto deve manifestare il proprio comportamento per adattarsi a un ambiente mutato. La strategia pi comune per immagazzinare linformazione la sua reiterazione (reharsal). La codifica un processo attivo che richiede lattenzione selettiva nei confronti del materiale da codificare (cfr. attenzione). Tulving e Thomson (1973) hanno enunciato limportante principio della specificit di codifica, secondo cui soltanto ci che stato immagazzinato pu essere recuperato e il modo in cui qualcosa pu essere recuperato dipende dal modo in cui stato immagazzinato. Rifacendoci al fenomeno del cocktail party gi menzionato, si potrebbe ipotizzare che, bench siano in qualche modo registrati tutti i messaggi, solo alcuni sono immessi in memoria (Shiffrin, 1988). Il processo di memorizzazione potrebbe dunque dipendere dalla quantit/tipo di attenzione richiesta per codificare il materiale, e potrebbe essere favorito se questo ha una rilevanza personale (autobiografica) per lindividuo (self-reference effect, Roger, Kuiper e Kirker, 1977). La codifica si riferisce allelaborazione dellinformazione per il suo successivo inserimento in memoria (es. suddividere un numero di telefono in gruppi di numeri cui possibile attribuire un significato) ed diversa per ciascun individuo. Lo stesso contenuto, inoltre, pu essere registrato in memoria tramite un codice (visivo, fonologico, semantico, motorio) oppure tramite pi codici (codifica multidimensionale). Il codice un insieme di regole e operazioni tramite le quali la mente da allinformazione in una forma che pu essere conservata in memoria. La decodifica il processo inverso, tramite il quale la mente recupera linformazione dalla memoria. Gli studiosi affermano lesistenza di due livelli di codifica: superficiale e profonda, secondo la quantit di elaborazione cui lo stimolo sottoposto (Crack, Lockhart 1972). Pi profonda lelaborazione, pi probabile la ritenzione a lungo termine. Ad esempio pi probabile qualcosa che sia stato elaborato tramite connessione ad altri elementi con significato. Queste connessioni saranno cruciali per il recupero dellinformazione. Nel 1940 Katona riteneva che la chiave di tutto il processo fosse lorganizzazione, processo inseparabile dalla memoria, tramite la quale item diversi vengono organizzati, secondo determinate caratteristiche, in categorie di ordine superiore dette anche unit concettuali (Lockhart) o percettive (Wertheimer). Nel 1956 Miller ha coniato la definizione di chunk per definire le unit di base di informazione di memoria. Il processo di chinking consiste nella suddivisione del materiale da ricordare in unit di significato pi ampio. Il chunk, in quanto unit di base di

informazione, pu essere una sola lettera o un gruppo di lettere dotate di significato. Il chunking facilita i processi di codifica e recupero dellinformazione poich riduce la quantit di materiale da elaborare; in generale tutti i processi di organizzazione sono pi efficaci a questo scopo. LA RITENZIONE Ci sono due meccanismi di immagazzinamento delle informazioni, uno per la memoria a breve termine (MBT) e uno per la memoria a lungo termine(MLT).Nelle memoria temporanea (a breve termine) si verifica un rapido deterioramento delle informazioni, mentre la memoria a lungo termine conserva leinformazioni in modo sostanzialmente stabile.L'informazione che arriva alla MBT, se non oggetto di attenzione, comincia subito a cancellarsi anche se, mediante una ripetizione, pu essererestaurata.La capacit della memoria a breve termine quindi limitata: se un'informazione non viene ripetuta con sufficiente frequenza, scompare. Il complessodei dati presenti in ogni istante nella memoria a breve termine viene detto "cuscinetto di ripetizione". L'informazione viene conservata nel "cuscinetto"finch non trasferita nella memoria a lungo termine o finch non rimpiazzata da una nuova.La memoria a lungo termine si considera essere virtualmente illimitata, ma la riattivazione di un'informazione pu essere impedita dall'incompletezzadelle associazioni necessarie alla sua identificazione. Possiamo definire il processo di recupero dell'informazione nella memoria a breve termine come un processo seriale: maggiori sono gli items in memoria, e pi lungo il processo di ricerca di essi. Steve Sternberg valut la velocit dei processi di recupero, con valori compresi tra i 25 ed i 30 simboli al secondo (circa 33 millisecondi per simbolo!). Facendo un paragone con un sistema di schedatura classico, nella memoria a lungo termine si arriva direttamente al casellario giusto, ma successivamente si deve rintracciare la scheda esatta al fine di trovare il ricordo specifico che si vuole recuperare. Con esperimenti ingegnosi, nel 1960 George SPERLING ha potuto dimostrare lesistenza di un altro tipo di memoria, di durata molto inferiore a quella della memoria a breve termine e a volte chiamata ULTRABREVE.Negli esperimenti di Sperling tale memoria riguarda la percezione visiva immediata. Per questa ragione essa stata poi chiamata MEMORIA ICONICA. In anni successivi Neisser e altri hanno dimostrato che esiste una memoria ultrabreve anche per la percezione uditiva, chiamata MEMORIA ECOICA.

Sperling ha condotto esperimenti in cui ai soggetti veniva presentato per un tempo brevissimo (decine o centinaia di millisecondi) un pattern visivo costituito da una matrice di lettere avente una forma del tipo: VXTS RGYB KMHZ Dopo la scomparsa dello stimolo il soggetto doveva ricordare il contenuto della matrice. Nei primi esperimenti Sperling usava un compito di RIFERIMENTO TOTALE: il soggetto doveva riferire il contenuto di TUTTA la matrice. Ovviamente la prestazioni dei soggetti erano piuttosto scarse: non pi di 4 o 5 lettere su un totale di 12, in accordo con quanto si era appena trovato relativamente alla memoria a breve termine. Tuttavia, dato che alcuni soggetti riferivano di aver memorizzato TUTTA la matrice, ma di non saper richiamare questa informazione, Sperling introdusse un nuovo tipo di compito, chiamato RIFERIMENTO PARZIALE. Nel riferimento parziale il soggetto deve riferire il contenuto solo di UNA PARTICOLARE RIGA della matrice presentata. Tuttavia, dato che il soggetto non deve conoscere in anticipo quale riga gli verr richiesta, lo sperimentatore gli comunica la riga desiderata facendogli sentire, DOPO LA SCOMPARSA DELLA MATRICE, un SUONO: ALTO, se va riferita la prima riga MEDIO, se va riferita la riga intermedia BASSO, se va riferita lultima riga La variabile indipendente, manipolata dallo sperimentatore, la DURATA dellintervallo di tempo tra la scomparsa della matrice e la comparsa del suono. Con questa tecnica, Sperling ha scoperto che, se la durata di questo intervallo di tempo era abbastanza piccola (non oltre i 250 o, al massimo, 500 millisecondi), allora la prestazione dei soggetti su una singola riga era molto buona: ricordavano 3 o addirittura 4 lettere su 4. Se invece la durata di questo intervallo aumentava, la prestazione dei soggetti decadeva rapidamente. Dato che i soggetti non sapevano in anticipo quale riga della matrice dovevano riferire, le loro buone prestazioni indicano che avevano memorizzato TUTTA la matrice. Tuttavia, dato che le prestazioni decadevano dopo 250 o 500 millisecondi, questa memoria era, anche se di grande capacit, ULTRABREVE. Successive ricerche hanno confermato e ampliato quanto scoperto da Sperling. Ogni modalit sensoriale specifica sarebbe associata ad una memoria dovuta alla persistenza di breve durata

delleccitazione prodotta dalla stimolazione sui recettori sensoriali. Queste memorie vengono oggi chiamate REGISTRI SENSORIALI. Casi particolari sono la MEMORIA ICONICA (oggi stimata intorno al secondo) e la MEMORIA ECOICA (stimata tra 1 e 4 secondi). Caratteristiche generali dei registri sensoriali: 1. specifici nella modalit 2. relativamente grandi nella capacit, ma di brevissima durata 3. lo stimolo poco elaborato
IL MODELLO GENERALE DELLA MEMORIA (Atkinson e Shiffrin, 1968) INPUT SENSORIALE REGISTRI SENSORIALI MEMORIA A BREVE TERMINE MEMORIA A LUNGO TERMINE RIPETIZIONE INTERNA

Nel modello di Atkinson e Shiffrin non si descrive il funzionamento dettagliato della memoria a lungo termine, ma solo quello della memoria a breve termine. In particolare, si suppone che essa abbia una struttura A PILA: lultima informazione entrata si sovrappone a quelle precedenti, in modo tale che la pi vecchia (quella in fondo alla pila) viene eliminata dalla memoria. Inoltre la probabilit che una informazione passi dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine dipende da quanto linformazione riuscita a rimanere nella memoria a breve termine, grazie alla RIPETIZIONE INTERNA e, quindi, grazie allentit delle elaborazioni cui stata sottoposta. IL RECUPERO DELLINFORMAZIONE Nel 1967 Neisser formalizzer i principi del nuovo modello psicologico e dar vita al paradigma dello Human Information Processing (HIP). Neisser ipotizz che esistano diversi stadi di elaborazione dellinformazione. Oggi sappiamo, invece, che lelaborazione cognitiva non dipende solo dallo stimolo, ma anche dalle aspettative del soggetto, dalle sue caratteristiche e interessi

individuali (come sottolineato dallo stesso Neisser, 1976, attraverso il concetto di schema). Neisser ha proposto un modello circolare che tenesse conto dellimpostazione ecologica. Lautore parte dallidea che noi possediamo una sorta di mappa cognitiva del mondo, costituita da schemi cognitivi, che ci guida nellazione e nellesplorazione del nostro ambiente.Sulla base di tale mappa elaboriamo una serie di aspettative sugli eventi e applichiamo i nostri schemi allambiente (selezionando alcune informazioni, piuttosto che altre). A volte ci imbattiamo in informazioni inaspettate (disponibili nellambiente) che ci portano a modificare i nostri schemi e la nostra mappa cognitiva. Il recupero si riferisce al modo in cui linformazione viene estratta dal sistema. Il recupero pu avvenire attraverso: Riconoscimento Rievocazione Il riconoscimento del materiale appreso generalmente pi semplice della rievocazione, in quanto il soggetto deve semplicemente stabilire se si tratta di materiale presentato in precedenza oppure no. La rievocazione pu essere seriale, libera o guidata. La rievocazione seriale la pi complessa, perch il soggetto deve recuperare le informazioni nellordine in cui le ha apprese; la rievocazione libera un po pi semplice perch non vi sono vincoli al recupero. Infine, la rievocazione guidata la pi semplice in quanto vengono forniti dei suggerimenti. Gli studi sulla rievocazione hanno evidenziato che le prime parole e le ultime parole di una lista vengono ricordate meglio, tali effetti vengono definiti primacy e recency. Un altro effetto noto riguarda la distribuzione dellesercizio, frazionare lo studio del materiale in pi sessioni ha effetti benefici sulla rievocazione e determina prestazioni migliori rispetto allo studio massivo. Il riapprendimento si riferisce al processo di riacquisizione di alcune informazioni, memorizzate in precedenza, che sembravano essere state dimenticate.In genere la fase di riapprendimento pi breve rispetto allapprendimento originario.

LOBLIO NELLA MEMORIA UMANA L Oblio la perdita di informazioni nel sistema di memoria. Senza oblio la memoria diventerebbe un magazzino saturo, nellimpossibilit di ricevere nuove informazioni. Fatori influenti sulloblio Descriviamo i principali fattori che favoriscono o determina lentit delloblio delle informazioni nel sistema di memoria. 1. Tempo - In generale: pi lungo lintervallo di ritenzione (intervallo tra apprendimento e la rievocazione) minore la percentuale di materiale che si ricorda. Di solito, loblio molto rapido allinizio (si perde oltre il 50 per cento del materiale dopo unora), poi va rallentando per stabilizzarsi nel tempo con il passare dei giorni. Vi sono per molte eccezioni a questa regola generale: Spesso si ricordano molto bene eventi accaduti molti anni prima, ma ci si pu dimenticare il nome di una persona che ci viene presentata non appena abbiamo finito di stringerle la mano. 2. Accuratezza (a livello di codifica): laccuratezza con cui linformazione stata appresa (codificata) originariamente. 3. Esperienza (a livello di ritenzione): le esperienze dellindividuo durante il periodo di ritenzione 4. Contesto (a livello del recupero) : le condizioni in cui viene operato il recupero. 5. Distrazione e i problemi di attenzione: Distrazione: focalizzazione dellattenzione su elementi diversi rispetto al materiale-bersaglio da apprendere e da ritenere. Tipi di distrazioni: 1. distrazione al momento della codifica dellinformazione ( come se non venisse registrata) 2. distrazione nella fase di recupero del materiale gi immagazzinato (si tratta di una distrazione temporanea). La selezione delle risorse attentive

a. In entrambi i casi di distrazione si in un problema di selezione delle risorse attentive che consente di mettere a fuoco, di codificare e di ritenere certi item anzich altri. b. Se si presta attenzione alle informazioni nel momento in cui vi vengono presentate, una distrazione immediatamente successiva pu produrre una perdita di informazione. Per non dimenticare, necessario allora sia prestare attenzione allinformazione nel momento della codifica, sia non essere distratti nel periodo immediatamente successivo. In un esperimento i soggetti udivano dei trigrammi consonantici come P, T, K o L, C, J, che dovevano essere rievocati dopo un intervallo di ritenzione variabile dai 3 ai 18 s. I soggetti, se erano impegnati soltanto in questo compito, lo eseguivano alla perfezione. per durante lintervallo di ritenzione dovevano compiere un compito distraente (contare allindietro per tre), la rievocazione diventava praticamente nulla dopo 18 s. Linterferenza di altri ricordi La capacit di ricordare qualcosa pu essere interferita dal ricordo di altro materiale, soprattutto se queste sono simili o legate concettualmente al materiale da ricordare. Interferenza di altri ricordi: quanto pi sono simili gli item da ricordare tanto maggiore la probabilit di fare confusione fra di essi e quindi tanto maggiore loblio. Interferenza retroattiva: particolare tipo di interferenza di altri ricordi. Essa rappresenta linterferenza prodotta dallapprendimento di un nuovo materiale sullapprendimento di vecchio materiale appreso precedentemente. Interferenza proattiva: particolare tipo di interferenza di altri ricordi. Essa rappresenta linterferenza che vecchio materiale appreso in precedenza produce sullapprendimento di nuovo materiale. Entrambi i tipi di interferenza aumentano in funzione della somiglianza dei due tipi di materiali da apprendere e da ricordare. linterferenza proattiva e linterferenza retroattiva indicano che quanto apprendiamo viene a interagire con quanto gi appreso e viceversa. Di conseguenza, quanto pi lapprendimento differenziato e integrato nel patrimonio delle proprie conoscenze, tanto pi limitati sono gli effetti dovuti a entrambi i tipi di interferenza.

Wickens present a dei soggetti una serie di parole e poi ne controll la rievocazione. Le prime tre parole della lista erano nomi di frutta; la quarta parola cambiava a seconda dei gruppi in cui erano stati suddivisi i soggetti, e poteva essere il nome di un frutto, di un vegetale, di un fiore o di una professione. Il resto della lista era di nuovo identico per tutti i soggetti. Il grafico 7.8 mostra il graduale peggioramento della rievocazione delle prime tre parole man mano che linterferenza proattiva diminuisce leffetto priorit. Per il grado di interferenza proattiva esibita dal quarto item dipende chiaramente dalla sua somiglianza con i primi tre. come se vi fosse, nel caso di un netto mutamento di categoria, una diminuzione dellinterferenza. 6. I fattori emozionali opinione diffusa ritenere che quanto pi un evento emozionalmente denso, tanto pi sar ricordato ed esente da oblio. In una ricerca autobiografica Linton giunse alla conclusione che, per non cadere in oblio, un evento deve essere: essere saliente e valutato come fortemente emotivo nel momento in cui succede; rimanere relativamente unico (se succedono altri eventi simili, aumenta il rischio delloblio); deve determinare una svolta nella propria esistenza. Wagenaar ripet lo studio di Linton,e osserv che, in generale, gli episodi emotivamente coinvolgenti sono ricordati meglio di quelli poco coinvolgenti; gli eventi piacevoli sono rievocati pi facilmente di quelli spiacevoli. Anche ricerche in laboratorio hanno sottolineato limportanza dei fattori emotivi nella resistenza alloblio (i soggetti ricordano un numero pi elevato di elementi con le diapositive emotive che con quelle neutre o insolite). In generale, il materiale emozionalmente saliente viene ricordato meglio di quello neutro, in quanto caratterizzato da maggiore distintivit e unicit. Un problema si pone per gli eventi traumatici, fortemente spiacevoli e dolorosi (come abusi sessuali, stupri, rapine ecc.). Secondo alcuni essi vengono rimossi e cadono nelloblio; secondo altri, possono essere recuperati. Il problema di forme particolari di memoria rimossa rimane controverso: non ne viene negata la possibilit, ma non ne viene affermata con certezza lesistenza. Le cause organiche delloblio Alcune forme di oblio hanno un preciso fondamento organico.

Amnesie organiche: causate da danni cerebrali, malattie, traumi cranici o interventi chirurgici al cervello. Morbo di Alzheimer: colpisce le persone anziane. La riduzione progressiva dellossigenazione del cervello e la sua atrofia generale provocano una riduzione complessiva delle funzioni cognitive, ivi compresa la memoria. Effetti pi specifici sulla memoria possono essere causati da altri tipi di danno cerebrale: Amnesia retrograda: la perdita di memoria limitata ai fatti precedenti al danno cerebrale. Sono temporanee e sono spesso causate da un trauma cranico e da shock elettroconvulsivi. Queste amnesie possono riguardare pochi istanti, giorni o perfino settimane, a seconda della gravit del trauma. Con il passar del tempo, vengono ricordati anzitutto gli eventi pi vecchi, finch, alla fine, lamnesia svanisce. Spesso, per, il ricordo degli eventi accaduti poco prima del trauma cranico perduto per sempre, in quanto non stato possibile il processo fisiologico di consolidamento della traccia. Amnesia anterograda: consiste nella perdita di memoria limitata ai fatti successivi al danno cerebrale. Forme croniche di queste amnesie possono essere prodotte da una lesione dellippocampo. La psicosi di Korsakoff: una malattia associata allalcolismo cronico e alla conseguente malnutrizione; essa provoca danni cerebrali permanenti. Chi colpito da questa malattia soffre di amnesia anterograda, per cui pu ricordare gran parte della vita precedente, ma non riesce a ritenere nuove informazioni per pi di qualche minuto. Localizzazione della memoria La presenza delle amnesie pone in evidenza che la memoria non localizzata in specifiche aree corticali (come il linguaggio), bens distribuita in maniera diffusa nelle diverse regioni del cervello (comprese le strutture sottocorticali).

Esistono vari modelli di memoria: IL MODELLO ASSOCIATIVO IL MODELLO STIMOLO-RISPOSTA IL MODELLO Human Information Processing (HIP) Il modello associativo della memoria ha costituito la proposta pi antica per spiegare come funziona la memoria umana; esso si caratterizza per il fatto di poter descrivere le relazioni associative fra le informazioni in memoria: tali relazioni, infatti, orientano anche il ricordo. Per associazione si intendeva la relazione tra 2 elementi empirici e ideativi, che si organizzano mediante contiguit, somiglianza e contrasto. Il primo studio sperimentale sulla memoria risale al 1880 ed ha per autore Ebbinghaus, il cui obiettivo era quello di vedere come opera la memoria, intesa come capacit pura, ovvero quando non influenzata dalle conoscenze e dalle capacit di organizzare proprie al soggetto; a tal fine egli ricorse a 2 innovazioni tecniche: a) cominci innanzitutto a far uso di metodi statistici; b) lerrore variabile qualitativo veniva eliminato privando il materiale da apprendere di significato. Questo metodo, noto come metodo dellapprendimento, fu perfezionato da altri sperimentalisti, tra cui Cattel. Ebbinghaus dimostr che non si memorizzano i singoli termini, ma le sequenze ordinate di termini di una serie (quanto pi ridotta la distanza fra i termini maggiore la forza dellassociazione). Questo fenomeno fu da lui definito contiguit temporale. Ebbinghaus dimostr che pi facile imparare una lista breve di termini che una lunga. La memoria umana non come quella di una macchina calcolatrice, che immagazzina informazioni finch c spazio. Tali fenomeni hanno dato luogo allipotesi che il meccanismo della memoria abbia 2 stadi: dapprima le informazioni sono immagazzinate nella memoria immediata e/o in quella a MBT (a breve termine), dalla quale sono trasferite a un magazzino pi permanente o MLT (a lungo termine). Estes ha rielaborato il concetto di associazione avvicinandolo a quello di cluster o aggruppamento categoriale (organizzazione di items secondo la categoria di appartenenza). La memoria come un reticolo associativo di unit verbali e relazioni. Il modello della memoria associativa umana (HAM: human associative memory) di Anderson e Bower (1973) costituisce un ulteriore sviluppo dei principi associativi, considerati come qualcosa in pi di un semplice legame: le loro reti associative sono definite semantiche. Il modello assume che ogni nodo di una frase pu costituire un punto di partenza per il recupero mnestico. Il modello di Anderson e Bower privilegia lunit

rappresentata dalla frase. I soggetti infatti memorizzano la frase non tanto pezzo per pezzo, ma come configurazione complessiva. Per quanto riguarda le suddivisioni in sistemi di memoria il modello pi celebre quello proposto da Tulving che, sulla base di evidenze neurologiche, psicologiche ed evolutive, propone una suddivisione della memoria a lungo termine in tre sistemi: Il modello stimolo-risposta si richiamato alle teorie comportamentiste, che si basano sulla connessione fra la stimolazione ambientale e la risposta comportamentale, ed ha portato a studiare la memoria attraverso le modalit dellapprendimento di materiali verbali non linguisticamente organizzati (liste parole). Per la teoria stimolo-risposta centrale levento, costituito dal rinforzo, in cui possibile individuare anche una componenete motivazionale. In ambito comportamentista stata usata particolarmente una tecnica, quella dellapprendimento di coppie associate (ACA), costituite dallo stimolo, da una risposta, da un rinforzo, che viene dato solo alla risposta giusta per porvocare lapprendimento. La tecnica ACA servita soprattutto per verificare se lapprendimento sia del tipo tutto o niente o incrementale. Linterpretazione tutto o niente consente lelaborazione di modelli matematici semplici. Linterpretazione incrementale in genere associata allidea di una soglia, di unintensit determinata necessaria affinch vi sia ricordo. Il modello di Underwood e Schultz costituisce una delle analisi pi dettagliate di come impariamo una coppia di termini secondo i presupposti delle teorie stimolo-risposta. Lo stimolo e la risposta sono costituiti da sillabe senza senso formate da una consonante seguite da una vocale: quelle pi difficili sono formate da 3 consonanti. Il lavoro sperimentale verte sullanalisi dellimportanza di 2 variabili gi elaborate dagli associazionisti: la frequenza con cui un item verbale si presenta nel linguaggio che usiamo, e la prossimit temporale o recenza (recency). Questultima un meccanismo selettivo, per cui conoscendo gli stimoli pi recenti dovrebbe essere possibile differenziarli e selezionarli da quelli presentati precedentemente. Il modello human information processing (HIP), ovvero dellelaborazione umana dellinformazione, si propone di considerare come oggetto psicologico luomo che opera sullinformazione proveniente dal modo esterno codificandola e decodificandola. Dagli studiosi che seguono questo modello comunemente accettata lidea che si possano distinguere 2 tipi di memoria: la memoria a breve termine (MBT) e la memoria a lungo termine (MLT). Il modello pi conosciuto quello proposto da Atkinson e Shiffrin (1968), che prevede 6 stadi di elaborazione per le informazioni.

Limmaginazione occupa una parte importante in psicologia. Con il termine immaginazione ci riferiamo alla capacit di rappresentare un oggetto assente oppure un affetto, una funzione semantica, una tendenza istintuale, non attualmente presenti. Quindi al processo cognitivo di produzione delle immagini mentali. Il comportamentismo considerava limmaginazione un processo soggettivo, individuale, accessibile solo con lintrospezione, non indagabile con metodi oggettivi. Negli anno 60 la ricerca in ambito cognitivista dimostr attraverso risultati sperimentali che era possibile misurare oggettivamente i processi di produzione e manipolazione delle immagini mentali. Nellesperimento della rotazione mentale di Shepard e Metzler (1971) si dimostr che il processo interno soggettivo, necessario per confrontare due oggetti ruotati luno rispetto allaltro, si basava su una rotazione immaginativa della mente, misurabile con i tempi di reazione. Lesperimento consisteva nel presentare ai soggetti, coppie di disegni. Per ogni coppia doveva essere premuta una leva se i due disegni rappresentavano gli stessi oggetti, oppure unaltra leva se i disegni raffiguravano oggetti diversi. I risultati di Shepard e Metzler, hanno aperto un nuovo capitolo della psicologia cognitivista in quanto indicavano la possibilit di misurare in modo oggettivo le operazioni compiute dalla mente sulle immagini mentali. Due aspetti fondamentali dellimmaginazione possono essere riassunti da: 1.TEORIA DELLA DOPPIA CODIFICA DI PAIVIO Paivio sostiene che i processi cognitivi operano attraverso due modi distinti anche se interagenti: un sistema non verbale, immaginativo, e un sistema verbale specializzato. Le parole a carattere immaginativo, cio che sono sottoposte sia codifica verbale che immaginativa, sono memorizzate pi facilmente dei concetti astratti. 2.PROBLEMA DELLA NATURA DELLE RAPPRESENTAZIONI MENTALI Concezione pittorica o analogica: le immagini rappresentano gli oggetti e gli eventi esterni non in modo identico ma isimorfico, mantenendo in una cornice interna la collocazione degli oggetti e dei loro particolari nello stesso ordine e relazione che hanno nella realt. Concezione proporzionale: le immagini sono il risultato delle descrizioni sulle relazioni tra oggetti ed elementi, formulate in proposizioni.

Unimmagine mentale un tipo di rappresentazione: una specie di modello della cosa che rappresenta, una configurazione di simboli creati, usati e interpretati dagli esseri umani per comunicare. Quando si parla dimmaginazione nella psicologia dei processi cognitivi, non si fa riferimento alla fantasia o ai processi creativi, ma ad una specifica attivit della mente che riguarda la produzione e luso dimmagini mentali. Dagli inizi degli anni Settanta in poi, con laffermarsi del cognitivismo, linteresse per questarea di ricerca si fatto sempre pi forte. Paivio fu il primo ad ipotizzare lesistenza di due sistemi distinti di MLT per il ricordo di parole e per il ricordo dimmagini (teoria del doppio codice). Il dibattito sulle immagini mentali si articolato attorno a due domande: 1. se larchitettura della mente contenga o no strutture e processi specifici dellimmaginazione; 2. quale sia la natura di tali processi. Tra gli anni 70 e 80, il dibattito ha visto contrapporsi: 1.i pittorialisti, che sostenevano che limmaginazione una forma separata di rappresentazione che opera indipendentemente dalla forma di rappresentazione per mezzo di proposizioni. Ritenevano che vi fosse una stretta somiglianza tra figure e immagini mentali. 2.i proposizionalisti, che sostenevano che i dati sperimentali riportati dai pittorialisti potessero essere altrettanto validamente spiegati senza supporre che le nostre rappresentazioni interne posseggano una struttura simil-figurativa. Le rappresentazioni che sottendono lesperienza soggettiva di avere unimmagine sono descrizioni strutturali, sottoprodotti di regole e proposizioni codificate simbolicamente. Una descrizione strutturale rappresenta un oggetto attraverso una rete di proposizioni astratte che contengono informazioni sulle propriet delle parti delloggetto e sulle loro relazioni spaziali. Unimmagine mentale un fenomeno soggettivo, non direttamente osservabile; quindi le sue propriet e le sue funzioni possono solo essere inferite. Inoltre le immagini mentali sono notoriamente elusive. Nei compiti dimmaginazione la rappresentazione dinamica, nel senso che la persona deve manipolare mentalmente in qualche modo la propria immagine per rispondere alla richiesta del compito (nei compiti di memoria visiva statica). I compiti dimmaginazione pi usati sono: 1.la rotazione mentale; 2.lo scanning mentale; i soggetti perlustrano la propria immagine, la ispezionano, percorrendola mentalmente da un punto allaltro. Se unimmagine mentale raffigura veramente loggetto, essa deve avere una grandezza, una forma e un orientamento spaziale e queste propriet

devono riflettersi nel tempo necessario a perlustrare visivamente unimmagine; 3.le scoperte mentali includono le sintesi mentali, la scomposizione di figure intere nelle loro parti componenti o la sottrazione di parti allo scopo di individuare nella parte rimanente un nuovo oggetto familiare. In questi compiti il soggetto scopre aspetti nuovi che non erano inclusi nellinterpretazione iniziale, per i quali, cio, non vi era stata codifica esplicita; 4.i paradigmi dinferenza selettiva (F). I risultati mostrano che la risposta visiva interferiva di pi con il compito dimmaginazione, mentre la risposta verbale interferiva di pi con il compito di classificazione. Questo tipo dinterferenza, definita interferenza specifica della modalit, rivelata dal tempo di risposta medio necessario per svolgere il compito. I soggetti impiegavano pi tempo nella classificazione di parole quando dovevano dare una risposta verbale e nellispezione della lettera quando dovevano dare una risposta visuo-spaziale. Negli studi sullimmaginazione, la cronometria mentale consiste nel misurare il tempo che i soggetti impiegano a svolgere un compito dimmaginazione che comporta una trasformazione spaziale dellimmagine mentale. Dire che una rappresentazione analogica significa dire che essa ha relazioni non arbitrarie con loggetto che rappresenta. La questione del formato delle immagini mentali strettamente intrecciata a quella della relazione tra immaginazione e percezione. Questo implicherebbe che almeno alcune delle rappresentazioni percettive possano essere attivate da processi dalto livello oltre che partire da informazioni sensoriali. Immaginazione e percezione I contenuti dellattivit immaginativa sono determinati dai processi percettivi che sempre li precedono, e il materiale grezzo di unimmagine mentale un percetto. Le ricerche di Kosslyn sulla perlustrazione mentale dimmagini hanno cercato di individuare alcune propriet strutturali delle immagini mentali che esse sembrano condividere con i percetti. I risultati di questi studi suggerivano che limmagine mentale organizzata in modo che riflette la struttura spaziale delloggetto esterno e in particolare le distanze relative tra le sue parti. Lo stesso sistema di MBT visiva fa da supporto sia alle immagini che ai percetti. Lidea di base che le immagini posseggano una struttura che riflette la struttura degli oggetti rappresentati e che

questo influenzi il modo in cui queste rappresentazioni funzionano nella nostra testa. I percetti sono stabili in quanto riflettono la realt circostante: essi cio tendono a permanere finch permane lo stimolo esterno, mentre le immagini mentali sono instabili; tendono a decadere rapidamente a meno che non vengano rigenerate continuamente. I percetti non sono alterabili a piacere, mentre le immagini si. Infine, le immagini mentali sono diverse dalle percezioni perch questultima opera a ciclo continuo, producendo in noi percetti ininterrottamente e indipendentemente dalla nostra volont, mentre le immagini mentali sono volontarie e facilmente eliminabili quando non ci servono pi. Immaginazione e memoria La maggior parte della ricerca sviluppatasi intorno agli anni 70 ha studiato limmaginazione come mediatore della memoria. Linteresse si focalizzato sullutilit dellimmaginazione come mnemotecnica e sugli effetti della qualit dellimmagine sulle prestazioni mnestiche. Per ricordare meglio una serie d'informazioni, la teoria del doppio codice suggerisce di associare ad ogni parola unimmagine mentale. Le parole concrete vengono ricordate meglio di quelle astratte e le figure vengono ricordate meglio delle parole. Le parole concrete tendono ad avere un alto valore dimmagine. Il valore dimmagine definito da Paivio (1971) come la facilit con la quale uno stimolo induce unimmagine mentale. Immaginabilit e concretezza sono, in genere, correlate. Le immagini mentali sono efficaci strumenti del ricordo e possono essere utilizzate sistematicamente come vere e proprie tecniche di memoria. Immaginazione e MBT I modelli pi recenti dellimmaginazione e della memoria postulano lesistenza di una struttura di memoria visiva a breve termine che serve da buffer temporaneo per lelaborazione delle immagini. Come abbiamo gi visto, il taccuino visuo-spaziale un sistema due componenti deputato al mantenimento e allelaborazione delle immagini mentali visive. Pu essere alimentato attraverso la percezione visiva o attraverso la generazione di unimmagine a partire da informazioni della MLT. anche responsabile della preparazione e delluso delle mnemotecniche a carattere immaginativo e probabilmente anche dei classici fenomeni di ricordo visivo di configurazioni.

Nella teoria di Kosslyn, le immagini mentali sono aree dattivazione in un sistema bidimensionale chiamato buffer visivo che ha propriet spaziali e viene utilizzato anche per i processi percettivi. Kosslyn ipotizza che il buffer visivo corrisponda alla memoria visiva a breve termine. Le immagini al suo interno quindi sono soggette a decadimento e possono essere mantenute solo a prezzo di un certo sforzo e con laiuto di processi di ripetizione mentale visiva. Inoltre, le immagini mentali temporaneamente mantenute nel buffer visivo hanno propriet che dipendono dalla struttura del buffer. Una conseguenza della natura analogica dellimmagine mentale che noi non possiamo formare unimmagine sul buffer visivo senza attribuirvi una certa grandezza. Il concetto di rappresentazione immaginativa si riferisce alle informazioni immagazzinate in memoria a lungo termine e che servono per formare limmagine. La maggior parte dei modelli dellimmaginazione postula lesistenza di vere e proprie immagini solo nelle MBT; nella MLT si suppone esistano regole di costruzione per la formazione dellimmagine nella memoria attiva. Immaginazione e MLT Nella teoria di Kosslyn, le immagine mentali vengono formate sul buffer visivo in due modi: direttamente attraverso gli occhi, in seguito allosservazione di uno stimolo, o indirettamente, dalla MLT. Nella MLT esistono rappresentazioni letterali, che conservano linformazione sullaspetto esterno delloggetto, e rappresentazioni proposizionali o astratte, che descrivono un oggetto o una scena sotto forma di una lista di proposizioni. A queste liste si accede attraverso nomi che indicano il contenuto dellimmagine e il formato della codifica. Il buffer visivo e la MLT sono strutture-dati. Accanto ad esse, Kosslyn postula lesistenza di tre processi fondamentali per la: 1. generazione; processo che agisce sullapparenza degli oggetti e sulla loro struttura spaziale, e da questi crea limmagine nel buffer; 2. ispezione; processo che esamina le aree attivate nel buffer, permettendoci di riconoscere forme e configurazioni spaziali degli oggetti immaginati; 3. trasformazioni; processi che modificano le immagini cos formate. Un insieme di moduli delaborazione lavora per produrre, mantenere e trasformare le immagini. Uno speciale modulo delaborazione, chiamato regenerate, riattiva quelle parti che stanno per decadere e ne permette lispezione per un tempo pi lungo.

La teoria del doppio codice di Allan Paivio assume che il comportamento sia mediato da due sistemi di MLT indipendenti ma interconnessi che sono specializzati per codificare, organizzare, immagazzinare, trasformare e recuperare linformazione. Indipendenza significa che ogni sistema pu lavorare autonomamente; interconnessione significa che linformazione pu essere tradotta da un codice allaltro con facilit. Il sistema verbale composto di unit chiamate logogens, le quali contengono informazioni di cui ci serviamo quando utilizziamo le parole, mentre il sistema immaginativo, pi concreto, composto di unit chiamate imagens, le quali contengono le informazioni necessarie per generare immagini mentali. Il sistema verbale, avendo a che fare con il linguaggio, opera in maniera sequenziale, mentre il sistema immaginativo, avendo a che fare con rappresentazioni di oggetti, opera in maniera sincronica. Nel 1932, Bartlett condusse una serie di esperimenti utilizzando il metodo della riproduzione seriale. Questa tecnica consiste nel far riprodurre ai soggetti del materiale appreso precedentemente. Con il progredire della serie di riproduzioni le differenze rispetto al materiale originario aumentano. Studi pi recenti hanno dimostrato che lelaborazione verbale di stimoli visivi pu interferire con la capacit di distinguere un target da distrattori simili dal punto di vista verbale. La conclusione delle ricerche fatte che la ricodifica verbale di stimoli visivi ha effetti negativi sul ricordo perch determina lallontanamento da quei processi non verbali che sono critici per la corretta esecuzione di alcuni compiti cognitivi. Questo tipo di interferenza che si riferisce allinterazione tra codici di memoria conosciuto come inferenza intermodale. Unipotesi plausibile che anche lelaborazione di immagini mentali possa essere influenzata negativamente dalla ricodifica verbale degli stimoli visivi. Le risposte verbali avrebbero luogo a spese dellapprendimento visivo perch il coinvolgimento del sistema verbale ha ridotto il tempo e le risorse cognitive disponibili per codificare linformazione pittorica. Secondo unipotesi alternativa, lelaborazione verbale di stimoli visivi non riduce il tempo e la quantit dinformazione visiva codificata, ma piuttosto offusca i ricordi visivi, e peggiora la prestazione quando il compito richiede analisi visiva piuttosto che verbale. Si tratterebbe quindi, di una difficolt di accesso alla traccia visiva, e non di una reale perdita dinformazione. stato, infatti, dimostrato che se durante la fase di recupero si presentano ai soggetti cue visivi che erano presenti nel contesto della codifica, linterferenza verbale pu essere prevenuta e la traccia visiva recuperata nella sua integrit.

La memoria si potrebbe anche dividere in 3 parti: MEMORIA EPISODICA MEMORIA SEMANTICA MEMORIA PROCEDURALE Secondo Tulving, la memoria episodica dovrebbe riguardare tutte le informazioni il cui accesso fortemente legato al CONTESTO in cui le informazioni stesse sono state acquisite. ESEMPI: - Le informazioni relative ad una specifica lista di parole da imparare a memoria in un esperimento di laboratorio - gli episodi della propria vita - le faccende da sbrigare il giorno dopo Memorie personali, eventi autobiografici immagazzinati nella memoria, ricordi di episodi specifici in cui chiaro il riferimento a un contenuto particolare e a un contesto definito. La distinzione tra la memoria episodica e la memoria semantica, introdotta da Tulving negli anni settanta, stata ripresa da Bowlby per chiarire la modalit con cui si organizzano i modelli operativi interni dell'attaccamento. Questa circostanza ha indotto vari ricercatori a proporre ulteriori suddivisioni della MEMORIA EPISODICA: Memoria degli eventi immediati, memoria degli eventi storici, memoria autobiografica, memoria prospettica. La memoria semantica sarebbe deputata a contenere le informazioni e le conoscenze di carattere generale, in parte indipendenti dal contesto in cui sono state acquisite, quali: I CONCETTI E LE RELAZIONI TRA I CONCETTI LE INFORMAZIONI LINGUISTICHE E LESSICALI LE CONOSCENZE MATEMATICHE E LOGICHE LA MEMORIA PROCEDURALE contiene le PROCEDURE, cio le sequenze organizzate di azioni, dirette a conseguire uno scopo. Molte procedure, anche se le conosciamo e le sappiamo eseguire perfettamente, non possono facilmente essere descritte in termini verbali, al contrario di quanto accade per i contenuti della memoria episodica e della memoria semantica. Dai numerosi esperimenti effettuati sembra che landamento nel tempo del processo di acquisizione di

procedure sia regolato da leggi universali , indipendenti dal contenuto delle procedure stesse e dalle differenze individuali. La rigida suddivisione introdotta da Tulving tende a far trascurare molti effetti dovuti alla interazione tra memoria episodica e memoria semantica. Essi sono dovuti al fatto che il sistema cognitivo umano tende a raggruppare le informazioni di natura episodica in CATEGORIE, la cui natura legata alle conoscenze generali del soggetto e che quindi sono gestite dalla memoria semantica. Questa strategia necessaria per evitare o limitare gli effetti di INTERFERENZA tra informazioni episodiche, che ne impedirebbero il recupero. Questo effetto (detto anche TIP-OF-TONGUE EFFECT) consiste nella difficolt a ricordare informazioni ben conosciute e familiari, associato al fatto che, tutte le volte che si cerca di ricordarle, vengono in mente informazioni dello stesso tipo, ma diverse da quelle cercate. La causa di questo effetto consiste in un fenomeno noto come INIBIZIONE INDOTTA DAL RECUPERO. Questo fenomeno consiste nel fatto che il richiamo di un elemento appartenente da una data categoria INIBISCE temporaneamente il richiamo di altri elementi appartenenti alla STESSA categoria Se, quindi, lelemento recuperato non quello cercato, diventa assai difficile richiamare questultimo. Fortunatamente il sistema cognitivo umano non colloca ciascun elemento nellambito di UNA SOLA categoria.

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