EMOZIONI ed AFFETTI
segno positivo, “buoni” in quanto l’affettività viene scambiata per una superficiale
Quello che intendiamo svolgere soprattutto sugli affetti è un discorso un po’ più
Ritorniamo alle emozioni e diamo una definizione tecnica: (dal latino e-movere =
smuovere) sono reazioni affettive intense, acute, di breve durata in risposta a stimoli
ambientali.
livello psichico (vissuti emotivi quali gioia, tristezza, sorpresa, paura, collera). Slide 1
Da notare lo stretto legame col corpo per cui si può parlare di una fusione fisico-
psichica.
Lo sviluppo delle emozioni nel bambino è infatti basata su questa fusione che in lui è
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soprattutto si esprima con tutto il corpo ).
L’ emotività poi si sviluppa nel rapporto con l’ambiente umano e possono cominciare
i problemi per cui un ambiente non sano può invece ostacolare lo sviluppo emotivo.
A questo proposito vorrei fare un esempio di vita vissuta : all’uscita da scuola una
bimba offre al bimbo che le piace una caramella, la nonna del bimbo interviene
della bimba. Ora di per sé non sarebbe un grave episodio ma si può immaginare che
questa nonna non agisca solo una volta in questo modo.. immaginiamo cosa può
Danni addirittura più gravi riguardano il mondo degli affetti su cui mi soffermerò in
quanto sono situazioni che si affrontano direi sempre nel mio lavoro di psichiatra.
Psicologia Generale (oltre quello consigliato al vostro corso che apprezzo ) ho notato
l’assenza dall’indice del capitolo sugli affetti pur essendoci quello sulle emozioni..
Storicamente c’è stata una visione negativa degli affetti che opponendosi alla ragione
sarebbero stati fonte di confusione, offuscamento del pensiero ( dai filosofi Platone ,
Aristotele, al pensiero religioso che pone il male nelle passioni del corpo,
all’Illuminismo che vede nella ragione lucida l’unica strada per la realizzazione
dell’uomo libero , fino alla psicanalisi che vede negli affetti irrazionali definiti come
Uno dei principali affetti è la rabbia che ha sempre un’ accezione negativa.
Prima vorrei distinguere una reazione affettiva non patologica che rientra nelle
emozioni che è l’arrabbiatura che scatta di fronte a situazioni ( anche materiali ) non
corrispondenti alla propria realtà interna ( dal banale caos del traffico cittadino alla
Quando si passa alla rabbia che è sempre patologica bisogna dire che è un affetto che
L’immagine della rabbia è la “bocca che morde”. Alla rabbia si accompagna spesso
Prima di scandagliare la psiche umana come è mio compito vorrei citare un libro che
autore del più noto “Io non ho paura” da cui è stato tratto l’omonimo film.
problematico del quale viene fuori la rabbia nei confronti della madre nelle prime
pagine:
che mi tratti come un coglione..( sbotta contro la madre )”. Così racconta il difficile
rapporto con i coetanei “Se gli altri non mi lasciavano in pace , se mi stavano troppo
irradiava fino alle punte delle mani, allora chiudevo i pugni e reagivo”. Arrivato al
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liceo la situazione precipita “Mi hanno preso in giro per come mi vestivo, perché non
sordomuti sarebbe stata perfetta. Trovavo ogni scusa per rimanere a casa. Non
studiavo più.” Ad un certo punto decide di mimetizzarsi vestendo come gli altri,
La rabbia sembra nel romanzo lasciare il posto all’ angoscia e poi ad una
ragazzo finge coi genitori una partenza in vacanza con amici con i quali in realtà non
l’occorrente per trascorrere una settimana in autosufficienza non capendo bene lui
stesso il motivo di tutta la finzione. “Mi sono buttato sul letto.. con la sensazione che
qualcuno mi avesse scaricato addosso una tonnellata di calcinacci ..”. Nella cantina
poi si abitua all’isolamento finché viene a scombinargli tutto la sorellastra più grande
con la quale non ha quasi mai avuto rapporto (dati i cattivi rapporti familiari) e che
lo obbliga ad occuparsi di lei che va nella stessa cantina a smaltire una tremenda crisi
Nella cantina che appare come un luogo simbolico dopo le ostilità, le rabbie
reciproche il ragazzo apre gli occhi e accetta un rapporto con la realtà seppur
gigante che mi teneva contro il suo petto di pietra mi aveva liberato.. e sono scoppiato
a piangere”.
Come vedete parlare di affetti non è e non può essere un discorso razionale e la realtà
psichica non può essere sezionata come si fa con i vetrini del cervello ad anatomia
per cui in questa storia non c’è solo rabbia ma si accenna anche all’anaffettività in cui
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scivolava il protagonista.
Adesso mi tocca fare qualche considerazione intanto sulla rabbia che trae origine da
di Massimo Fagioli, per cui il bambino appunto alla nascita ha il primo rapporto con
l’ambiente inanimato nei confronti del quale fa una reazione diciamo di rifiuto in
nell’omeostasi del liquido amniotico che esce fuori al freddo , alla luce ,ai rumori
stimolo della luce che attiva il cervello (la retina è sostanza cerebrale).
Ci guadagna che ricrea un’immagine interna propria con cui si rivolge al mondo
umano in particolare alla madre anche con la evidente ricerca del seno che lo farà
vivere.
Cosa succede a questo punto? Che di fronte si può trovare una madre presente ed
affettiva che risponde al desiderio del bambino oppure si trova una madre magari che
allatta fisicamente bene ma fredda o anche depressa che non sa rispondere alle
esigenze psichiche del bambino. Da qui parte una delusione psichica che ripetuta e
arrivare anche dal padre ) e pur non essendo tavoletta di cera nei primi anni di vita
Quando avviene il rifiuto della situazione deludente non ci si ammala e non si perde
quella primitiva disposizione del bambino al rapporto interumano che anche da adulti
La situazione più grave è l’anaffettività cioè un’anestesia nei confronti della realtà
psichica propria e degli altri; ci sono vari livelli di gravità fino alla perdita totale del
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rapporto interumano che si ritrova in particolari casi di cronaca di omicidi freddi e
lucidi. Si diagnostica una grave anaffettività nella patologia schizofrenica (ricordo per
tutti il caso terribile della madre che mise la figlia in lavatrice perché indossava una
tutina rossa come la tovaglia che era da lavare, cioè aveva completamento annullato
profonda non sulla visione cosciente che non mostra nulla. Nella pratica clinica è la
realtà umana del terapeuta che coglie questa dimensione di anaffettività della persona
ripeto “normale” e confesso che ci facciamo aiutare nella diagnosi dai sogni.
e poi ovviamente interpretato (per fortuna non era difficile) un sogno significativo
particolarmente a fondo”.
fondo fintanto che c’era una situazione di freddezza. L’immagine del rapporto col
terapeuta è acqua che accarezza la pelle e allude al feto nel liquido amniotico che è
Il crollo dell’anaffettività (tanto più è grave) di solito lascia il posto ad una grave
bambini (so che alcuni di voi lo faranno) è necessario chiedersi come siano i rapporti
Quindi accennerei al nostro lavoro di psicoterapia che parte proprio dalla realtà
Cardini della psicoterapia sono la presenza del terapeuta che ovviamente non è solo
terapeuta e qui si apre tutto il capitolo della formazione che deve andare al di là dei
teorica, professionale.
Tutto questo si oppone e frustra appunto l’aspettativa negativa del paziente rispetto al
terapeuta che viene assimilato ai rapporti precedenti deludenti che l’hanno fatto
ammalare.
Passerei a dire qualcosa su una situazione di cui si parla comunemente che è l’invidia
la quale sottende un affetto patologico quale l’odio. Usiamo il termine invidia solo
stato bravo e che può essere uno stimolo. Esempi che alludono ad un’invidia
patologica possono venire dalle favole dove troviamo le sorellastre invidiose della
sempre le sorelle di Psiche nella favola di Apuleio “Amore e Psiche” (so che ne avete
parlato) invidiose della storia d’amore di lei riescono ad insinuarle il dubbio che il
principe che aveva sposato con la promessa di non guardarlo alla luce (in realtà era il
Dio Cupido e per questo non poteva essere visto dalla sposa! ) fosse un terribile
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mostro.
Nonostante Psiche al buio con lo sposo si sentisse amata e felice, dopo queste
insinuazioni non sente più se stessa ma crede alle sorelle e una notte accende una
lampada e guarda il dio che svegliato da una goccia d’olio bollente la ripudia. Anche
qui c’è il lieto fine in quanto lei supera terribili prove per riconquistarlo. Ma ci
interessa l’allusione alla perdita del rapporto sulla base della sensibilità generica,
psichica e del lasciarsi andare per credere a pensieri negativi che rovinano
l’immagine bella.
Nel rapporto invidioso c’è l’intuizione delle qualità dell’altro che devono essere
raggiungere (per la legge dell’uguaglianza lo devo rovinare per renderlo simile a me).
Anche per la negazione mi viene di raccontarvi sogni in cui una persona magra, bella,
alta viene vista nel sogno grassa, brutta, bassa. Ma siccome non è la dote fisica quella
un’immagine interna che viene sognata deteriorata. La parola invidia deriva dal latino
invidere cioè guardare contro, guardare con odio. L’odio è infatti legato all’uso degli
occhi, occhi che guardano per danneggiare, uccidere. L’odio può essere percepito
ripetiamo che le qualità psichiche possedute dall’altro scatenano l’odio fintanto che si
La terapia è sempre basata sui cardini suddetti (realtà umana del terapeuta, rapporto,
sul puntare alle possibilità intuitive del paziente che eliminata la negazione gli
Spero di essere riuscita a comunicarvi qualcosa sugli affetti deteriorati (rabbia, odio,
purtroppo può fare anche una persona anaffettiva che non si rivela nel
L’affettività come vero interesse per l’altro è permettere che l’altro sviluppi la propria
identità umana non solo lasciando libero chi si realizza ma anche opponendosi alle
Concludo con due esempi. Il primo caso è il bambino che deve sviluppare non solo
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EMOZIONI
1 Reazioni affettive intense, acute, di breve durata in
risposta a stimoli ambientali.
2 Risposta fisiologica neurovegetativa
(es. tachicardia, sudorazione).
3 Risposta espressiva corporea
(mimica e gestualità).
4 Risposta a livello psichico
(gioia, tristezza, sorpresa, paura, collera).
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AFFETTI
1 Considerati storicamente e culturalmente in contrasto
alla ragione.
2 Secondo Platone ed Aristotele sarebbero fonti di
confusione ed offuscamento del pensiero.
3 Secondo il pensiero religioso le passioni sarebbero il
male legato al corpo.
4 Secondo la psicoanalisi freudiana sarebbero collocati
nell’Es ossia l’inconscio naturalmente perverso da
mettere sotto il controllo del Super-io
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ARRABBIATURA
1 Reazione fisiologica di fronte a situazioni (anche
materiali) che non corrispondono alla propria realtà.
2 Fa parte ancora delle emozioni.
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RABBIA
1 E’ un affetto che segue un vissuto di delusione.
2 Non si riesce ad esprimere il rifiuto di questa
situazione deludente.
3 Invece ci si altera, ci si guasta dentro.
4 E’ la “bocca” che morde.
5 Dove c’è rabbia compare il gemello che è l’odio.
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ANAFFETTIVITA’
1 Perdita del proprio mondo affettivo.
2 Perdita di vitalità.
3 Si manifesta nei rapporti interumani (distinzione
dall’indifferenza che è nei confronti della realtà
materiale o di rapporti non significativi).
4 Anaffettività nella patologia schizofrenica: la madre
che mette la bambina in lavatrice perché indossa una
tutina rossa come la tovaglia.
5 Anaffettività con comportamento normale, ma con
realtà interna fredda e lucida.
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ODIO
1 Legato all’uso degli occhi: “guardare con odio” con
l’intento di danneggiare o uccidere l’altro.
2 L’odio può essere percepito dall’altro a livello
neurovegetativo.
3 L’affetto dell’odio porta spesso alla dinamica
dell’invidia.
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INVIDIA
1 Intuizione – visione delle qualità psichiche dell’altro.
2 Credenza di non poter ritrovare proprie qualità che lo
rendano simile all’altro.
3 Negazione delle qualità dell’altro per renderlo simile a
sé.
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