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PSICOLOGIA

GENERALE

Antonio Cerasa, PhD


IBFM-CNR, Germaneto (CZ), Itay
antonio.cerasa76@gmail.com

http://www.ibfm.cnr.it/en_persone/acerasa.php
http://docenti.unicz.it/sito/cerasa.php
“…Caro signore, ho esaminato con interesse le ricerche
sperimentali da lei condotte per verificare le affermazioni
psicoanalitiche. Non mi sento di dar molto valore a queste
prove perché le affermazioni psicoanalitiche si basano su
una tale mole di osservazioni che non le rendono
sottoponibili alla verifica scientifica. Tuttavia queste
ricerche non provocano alcun danno. Suo Sigmund ….”
(cfr. Meazzini e Corao, 1978).
Effetti della Psicoterapia Cognitivo-
Comportamentale sulla plasticità cerebrale.
Presentation Overview

1: Storia della Psicologia

2. La Psicologia Moderna
1879, Fondazione del Lab di Psic. Sperimentale a Lipsia (WUNDT)

1901, Psicologia Sperimentale


1910, Nascita dell’ Associazione Psicoanalitica Internazionale
1912, Nascita del Gestaltismo
1913-30, Comportamentismo classico (Watson)
1930-50, Neo-Comportamentismo (Skinner)

1950-ad oggi, COGNITIVISMO


Indice
1. Modelli teorici in Psicologia

1.1 Modello Comportamentista

1.2 Modello fenomenologico


(GESTALT)

1.3 Psicologia Cognitivista


Indice
2. I Domini della psicologia come scienza

2.1 Personalità

2.2 Emozioni

2.3 Pensiero Produttivo // Intelligenza


1. Modelli teorici in Psicologia
Comportamentismo
..... prima di iniziare bisogna ricordare che la nascita della psicologia come
disciplina scientifica si ha intorno il 1879 con la creazione del laboratorio di
Psicologia Sperimentale del Dr Wundt.
1. Modelli teorici in Psicologia
1.1 Comportamentismo

1880-1920
1910-1960
SECENOV*
WATSON PAVLOV
SKINNER
HULL
Thorndike
Comportamentismo: MANIFESTO,
1913

•  LA PSICOLOGIA E’ UNA BRANCA SPERIMENTALE PURAMENTE


OGGETTIVA DELLE SCIENZE NATURALI, CHE HA BISOGNO
DELL’INTROSPEZIONE TANTO QUANTO NE HANNO BISOGNO LE
SCIENZE DELLA CHIMICA E DELLA FISICA….. CIOE’ NIENTE!!!!
•  IL SUO OBIETTIVO TEORICO E’ LA PREVISIONE E IL CONTROLLO
DEL COMPORTAMENTO UMANO
•  IL COMPORTAMENTISTA NEL SUO SFORZO DI PRODURRE UNO
SCHEMA UNITARIO GENERALE DELLA RISPOSTA ANIMALE, NON
AMMETTE NESSUNA LINEA DI DEMARCAZIONE TRA L’UOMO E
L’ANIMALE.
•  NON USARE MAI TERMINE COME COSCIENZA, MENTE,
INTROSPETTIVAMENTE. USARE INVECE: STIMOLO-RISPOSTA,
INTEGRAZIONE DELLE ABITUDINI.
Comportamentismo: MANIFESTO,
1913

•  LA PSICOLOGIA COMPORTAMENTISTA DEVE SERVIRE A


QUALCOSA. LO PSICOLOGO DEVE ESSERE IMPIEGATO COME
CONSULENTE PER RISOLVERE PROBLEMI (PENSIERO
CONTRAPPOSTO ALLA VISIONE FILOSOFICA DEL FILOSOFO):
PSICOLOGIA DEI FARMACI, PUBBLICITA’, PSICOLOGIA GIURIDICA,
DEI TEST, PSICOPATOLOGIA
•  LA PERSONALITA’ ALTRO NON E’ CHE IL PRODOTTO FINALE DEI
NOSTRI SISTEMI DI ABITUDINI
•  “DATEMI UNA DOZZINA DI BAMBINI SANI E BEN FORMATI E UN
AMBIENTE CHE SIA FORMATO SUI MIEI PRINCIPI, E IO VI
GARANTISCO DI PRENDERE A CASO UNO DI LORO E DI
FORMARLO IN MODO TALE CHE DIVENTI QUALSIASI TIPO
PARTICOLARE: MEDICO, AVVOCATO, DIRETTORE O ANCHE
MENDICANTI O LADRO; INDIPENDENTEMENTE DAI SUOI TALENTI
O INCLINAZIONI O DALLA RAZZA DEI SUOI ANTENATI.
Comportamentismo
•  BEHAVIORISM SIGNIFICA INTERPRETARE OGNI
COMPORTAMENTO IN TERMINI DI RIFLESSI
CONDIZIONATI ANIMALI

STIMOLO RISPOSTA

•  L’UOMO E’ UN PASSIVO AGENTE NELL’AMBIENTE

•  E’ UNA VISIONE DARWIANA IN CUI LA RISPOSTA


MENO ADEGUATA ALL’AMBIENTE VIENE ESTINTA
Comportamentismo
Le variabili psichiche
sottoposte a controllo di
laboratorio sono i processi
sensoriali semplici, con
esclusione di tutte quelle aree
che ora noi comprendiamo
sotto il titolo di psicologia
(pensiero, affetti, emozioni).
L’esperimento è l’unico
metodo adeguato di
conoscenza.
Lo scopo è indagare sulla
struttura della mente,
individuandole le componenti
e le leggi di interazione.
Comportamentismo

ANCHE SE IL COMPORTAMENTISMO SEMBRA PARLARE


DELL’ESSERE UMANO IN GENERALE, IN REALTA’ IL SUO
QUASI TOTALITARIO CAMPO DI INTERESSE E’
SULL’APPRENDIMENTO

IL CONDIZIONAMENTO DIVENTERA’ IL PARADIGMA


SPERIMENTALE DI RIFERIMENTO PER TESTARE LE
IPOTESI SULL’APPRENDIMENTO
Comportamentismo
•  TUTTI GLI ESPERIMENTI
SONO TESTATI SUGLI
ANIMALI NON PERCHE’
SONO INTERESSATI ALLA
PSICOLOGIA ANIMALE MA
PERCHE’ L’ANIMALE
RAPPRESENTA
ESATTAMENTE COME QUEL
DETERMINATO PROCESSO
AVVIENE NELLA MENTE
UMANA NELLA SUA FORMA
PIU’ PURA SENZA
L’INTERFERENZA DI
COSCIENZA, LINGUAGGIO,
EMOZIONI.
THORNDIKE

•  E’ CONSIDERATO IL VERO PADRE


DEL COMPORTAMENTISMO IN
QUANTO FU IL PRIMO A STUDIARE
LA PSICOLOGIA ANIMALE (1898).
•  LUI INVENTO’ IL PUZZLE BOX: UN
GABBIOTTO DI LEGNO, CHE UN
GATTO AFFAMATO IMPARA
PROGRESSIVAMENTE AD APRIRE
CON LA ZAMPA PER RAGGIUNGER
IL CIBO CHE GLI VIENE DATO
DALL’ESTERNO
WATSON

•  E’ uno dei pochi che è veramente


psicologo, mentre gli altri
comportamentisti sono per lo più
medici.
•  Ha insegnato Psicologia alla Johns
Hopkins ma dopo pochi anni fù
cacciato a causa della sua relazione
con l’assistente
•  Per il resto della vita ha lavorato
come psicologo in un’agenzia
pubblicitaria…. Ed ha inventato il
termine COFFEE BREAK !!!!
PAVLOV

•  Lui non era un comportamentista, ma solo uno


scienziato che ha realizzato un esperimento che è
diventato manifesto della disciplina e che gli ha dato
il NOBEL.
Comportamentismo
a) Condizionamento Classico
La nutrizione del bambino è un
esempio semplicissimo di come vi
siano catene di azioni nella cui
esecuzione non entrano elementi
appresi.

Pavlov è stato il primo a studiare la


genesi dei meccanismi derivanti dall’
adattamento, i quali fanno sì che uno
stimolo neutro porti ad una risposta
nella quale entra il riflesso originario.

Tra le molteplici stimolazioni ambientali, alcune assumono la capacità di


evocare risposte in precedenza attivate solo dallo stimolo originario. Anche se
questo apprendimento passivo di sequenze di stimoli non è l’unica forma del
processo di apprendimento, costituisce comunque un meccanismo
fondamentale.
Comportamentismo

a) Condizionamento Classico
Studiando i riflessi gastrici, Pavlov notò come il concetto di riflesso non
era sufficiente per spiegare da solo la meccanica della secrezione del
succo gastrico: questa avveniva anche per stimolazione olfattiva, visiva
e acustica. Per capire l’interazione tra sistemi sensoriali differenti con
un evento come la secrezione gastrica: escogitò il suo famoso
esperimento.
Comportamentismo

a) Condizionamento Classico

Prima dell’apprendimento
1) Suono Diapason (SN) à il voltarsi della testa (RO)

Addestramento
2) Suono del diapason (SN)
Carne in polvere (SI) à Salivazione (RI)

Dopo addestramento
3) Suono del diapason (SC) à Salivazione (RC)
Comportamentismo

a) Condizionamento Classico

Gli stimoli condizionati possono essere positivi (luce, suono) o


negativi (shock elettrico, punture)

Per potere essere uno stimolo condizionato, deve avere 3 caratteristiche


fondamentali:

1)  essere percepibile nel limite delle capacità sensoriali


2)  non provocare una risposta simile a quella provocata dalla stimolo
incondizionato (visione del cibo).
3)  non essere troppo intenso.
Comportamentismo
a) Condizionamento Classico
*Psicoterapia da condizionamento classico

Il comportamento patologico può assumere il valore di sintomo (come nelle


fobie) o essere l’atto attraverso il quale si concretizza la patologia (come
l’atto del bere degli alcolisti). La psicoterapia tratterà la patologia come tale,
cioè non analizzando nel suo significato profondo.

Una delle modalità della terapia comportamentale si rifà al


controcondizionamento: La ripetuta esposizione di una risposta
incompatibile all’ansia sviluppa processi inibitori eliminando la risposta di tipo
ansioso.
Desensibilizzazione avversiva Alcoolismo

Desensibilizzazione sistemica Fobie


BURRHUS SKINNER

•  Con "The Behaviour of Organisms"


del 1938 e "Science and Human
Behaviour" del 1953, pose le basi
per la scoperta delle leggi e dei più
importanti paradigmi della materia,
dando origine ad un modo nuovo di
concepirne le cause e consentendo
così di allargare in modo
significativo le possibilità di influire
sui comportamenti osservabili.
•  Il suo grande merito, è quello di
avere scoperto che i comportamenti
umani sono prevedibili e
controllabili
1.1 Comportamentismo

b) Condizionamento Operante
Fondato da Skinner, questo paradigma permette di studiare i
comportamenti e apprendimenti più complessi più a fondo di quanto
non sia possibile con quello pavloviano.
Il concetto di base è che l’organismo non è un passivo agente nei
confronti dell’ ambiente ma interagisce con esso e discrimina, seleziona
gli eventi esterni.
I BISOGNI UMANI
Maslow, 1954
Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo
statunitense Abraham
Maslow concepì il concetto
di "Hierarchy of
Needs" (gerarchia dei
bisogni o necessità) e la
divulgò nel libro Motivation
and Personality del 1954.

Questa scala di bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari
(necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere sociale).
L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in
modo progressivo. Questa scala è internazionalmente conosciuta come "La
piramide di Maslow".
I BISOGNI UMANI
Maslow, 1954
1.  Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.)
2.  Bisogni di salvezza, sicurezza e
protezione
3.  Bisogni di appartenenza (affetto,
identificazione)
4.  Bisogni di stima, di prestigio, di
successo
5.  Bisogni di realizzazione di sé
(realizzando la propria identità e le
proprie aspettative e occupando una
posizione soddisfacente nel gruppo
sociale).
Successivamente sono giunte critiche a questa scala di identificazione, perché
semplificherebbe eccessivamente i bisogni dell'uomo e, soprattutto, il loro livello di
importanza. La scala sarebbe perciò più corretta in termini prettamente funzionali
alla semplice sopravvivenza dell'individuo che in termini di affermazione sociale. Si
tratterebbe perciò di bisogni di tipo psicofisiologico, più che psicologico in senso
stretto.
I BISOGNI UMANI

b) Condizionamento Operante
Il rinforzo è il concetto fondamentale della teoria di Skinner.
Vengono classificati secondo:
1)  Valenza sull’organismo: positivi /negativi;
2)  bisogni su quali agiscono: primari o secondari.

Un rinforzo molto importante


soprattutto per l’uomo è il rinforzo
secondario.

Uno stimolo originariamente indifferente può assumere caratteri di rinforzo


se collegato con un rafforzatore efficace. Il nuovo rinforzo prodottosi
viene chiamato secondario. La comprensione di questo meccanismo è
fondamentale per comprendere molti comportamenti umani.
Comportamentismo

b) Condizionamento Operante

Mentre i rinforzi primari sono di solito legati alla vita privata (bere, mangiare)
quelli secondari sono la base della psicologia sociale. Alcune volte il
rinforzo secondario può sostituire quello primario (e quindi vissuto come
la vera ricompensa).

In generale l’apprendimento tramite condizionamento operante è


quello che maggiormente viene usato anche a livello didattico
nell’educazione dei bambini, o per l’addestramento degli animali.

Un tipico rinforzo negativo molto usato è la punizione: tale rinforzo viene


applicato per diminuire la frequenza di una certa risposta
comportamentale o per eliminarla.
Comportamentismo-Psic Educazione

b) Condizionamento Operante

Un altro tipico esempio di apprendimento operante è il


processo di identificazione, cioè quel processo attraverso il
quale il bambino impara dei comportamenti imitando quelli di
persone più grande di lui, che sono quelle che soddisfano i
propri bisogni (genitori).

Esperimento di
Bandura
Comportamentismo

b) Condizionamento Operante

Uno delle applicazioni terapiche derivanti da Skinner è detto


ricondizionamento positivo.
Si può ottenere il superamento di risposte disadattive non solo attraverso
la loro estinzione, ma anche attraverso la gratificazione di risposte che si
orientano ad un modello di comportamento alternativo.

Rinforzo
positivo Modellamento
LE DIFFERENZE TRA CONDIZ. CLASSICO E
OPERANTE

CLASSICO OPERANTE

•  Interessa l’apprendimento
inconsapevole (involontario) •  Implica un’intenzionalità
•  Le rispose di chi apprende non consapevole da parte di chi impara
influenza la somministrazione dello •  Il rinforzo si realizza in
stimolo rinforzante concomitanza a determinate
•  Si può considerare come un tipo di risposte
sostituzione di stimolo. •  E’ legato alla pulsione e il
Accoppiando i due stimoli, lo comportamento che viene
stimolo condizionato, rinforzato è incoraggiato a
precedentemente neutrale, prova persistere
una risposta simile a quella
precedentemente associata con lo
stimolo incondizionato
LE DIFFERENZE TRA CONDIZ. CLASSICO E
OPERANTE

CLASSIVO OPERANTE

Non persisterà né il condizionamento


classico né quello operante in assenza di
rinforzo. Il coinvolgimento positivo del
soggetto nell’operante, comunque,
consente un comportamento discriminatori
e un modellamento della risposta.
Il condizionamento non ci dice niente di
come vengono percepiti gli stimoli. La
motivazione, la personalità, la esperienze
precedenti, tutte influenzeranno l’approccio
all’operante
Applicazioni-Comportamentismo:
Dipendenze

James Olds e Peter Miller nel 1954 , sono stati tra i primi ad utilizzare
questo tipico modello sperimentale animale per lo studio del network del
reward (piacere). Si noterà come la cavia continui una sempre più apatica
e debole auto stimolazione, finché arriverà ad essere poco interessato
perfino al cibo. Il presente esperimento viene comunemente utilizzato
come esempio per descrivere l’effetto delle droghe sull’uomo
Applicazioni-Comportamentismo:
Depressione
Applicazioni-Comportamentismo:
Depressione
1.2
Fenomenologia
GESTALT
GESTALT

*Von Ehrenfels coniò il termine di qualità della forma riferendosi a concetti


come lo spazio o la melodia di una canzone: “Questi sono un semplice
insieme di elementi o qualcosa di nuovo che, pur presentandosi con
quell’insieme, sia però da esso distinguibile”.

L’atto psichico viene indagato attraverso LA PERCEZIONE

Così anche il problema della percezione cessa di essere un semplice campo


di investigazione psicofisiche e fisiologiche per divenire ricollegato alle più
complesse manifestazioni della vita psichica.

Questa nuova psicologia fondata da Koffka, Wertheimer and Kohler, si


chiamerà Psicologia della forma o Gestalt.
GESTALT
La scuola tedesca della Gestalt, il cui atto di nascita viene fatto coincidere
con la pubblicazione del lavoro sul movimento stroboscopico di Wertheimer
(1912), trova le sue fonti, più o meno dirette, nel pensiero kantiano.
L’atteggiamento fenomenologico del ricercatore di fronte ai dati percettivi
consiste nel “far parlare” i dati da se stessi, senza pregiudizi teorici, e di
descrivere ciò che si dà nell’esperienza vissuta.

Oggetto d’indagine è, come già aveva detto Wundt, “l’esperienza umana


immediata”, ma intesa in modo molto diverso da quell’insieme sommativo di
stati che l’introspezione doveva analizzare.

Secondo i gestaltisti per esperienza si deve intendere un “campo


psicologico” organizzato dove è posto il legame intenzionale del soggetto
esperiente con l’ambito percettivo in cui è inserito.
GESTALT

Mentre in America si sviluppa sempre di più il comportamentismo, in


Europa la Gestalt spopola.

Mentre gli esperimenti sull’apprendimento diventano per i


comportamentisti luogo di conferma delle teorie stimolo-risposta,
Per i GESTALTISTI la sperimentazione nel campo percettivo
costituisce l’ambiente in cui i fenomeni diventano più facilmente
accessibili all’indagine.
GESTALT

Per la psicologia della Gestalt non è giusto dividere l'esperienza umana nelle
sue componenti elementari; occorre invece considerare l'intero come
fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti:
"L'insieme è più della somma delle sue parti"
Quello che noi siamo e sentiamo, il nostro stesso comportamento, sono il
risultato di una complessa organizzazione che guida anche i nostri
processi di pensiero.
La stessa percezione non è preceduta dalla sensazione ma è un
processo immediato - influenzato dalle passate esperienze solo in quanto
queste sono lo sfondo dell'esperienza attuale - che deriva dalla gestalt,
come combinazione delle diverse componenti di un'esperienza reale-
attuale.
GESTALT
Per comprendere il mondo circostante si tende a identificarvi forme secondo
schemi che ci sembrano adatti - scelti per imitazione, apprendimento e
condivisione - e attraverso simili processi si organizzano sia la
percezione che il pensiero e la sensazione; ciò avviene di solito del tutto
inconsapevolmente.
Questi Psicologi hanno dimostrato che la percezione coinvolge parecchie
differenti tendenze all’organizzazione.
Le Macro Aree in cui si divide l’organizzazione percettiva umana sono:

1)  RAGGRUPPAMENTO
2)  Figura-Sfondo
GESTALT
1) RAGGRUPPAMENTO
Gli oggetti posti uno vicino all’altro tendono a raggrupparsi insieme. Così
quando ci vengono presentati contemporaneamente parecchi stimoli differenti
tendiamo tendiamo a percepirli come una configurazione. Le leggi che
regolano I meccanismi di raggruppamento sono:
1.  Buona forma (la struttura percepita è sempre la più semplice)
2.  Prossimità (gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze)
3.  Somiglianza (tendenza a raggruppare gli elementi simili)
4.  Buona continuità (tutti gli elementi sono percepiti come appartenenti ad
un insieme coerente e continuo)
5.  Destino comune (se gli elementi sono in movimento, vengono
raggruppati quelli con uno spostamento coerente).
Queste regole sono utili per spiegare diverse illusioni ottiche.
GESTALT

1.1 BUONA FORMA


La struttura percepita è sempre la più semplice
GESTALT
1.2 PROSSIMITA’
gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze
GESTALT
1.3 SOMIGLIANZA
tendenza a raggruppare gli elementi simili

XXOOXXOOXXOO
GESTALT
1.4 BUONA CONTINUITA’
tutti gli elementi sono percepiti come appartenenti ad un insieme coerente e
continuo
2) ORGANIZZAZIONE
FIGURA-SFONDO
La percezione di una figura e di uno sfondo è la tendenza organizatrice più
semplice ma anche più imporatnte della percezione umana. La nostra
percezione del mondo consta di diversi oggetti che appaiono stagliarsi cotnro
lo sfondo general e della nostra esperienza.
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE
ILLUSIONI OTTICHE:
Camera di Ames

In un ambiente normale, i tre signori della


fotografia, sono percepiti di statura simile ma
posti a distanza diversa. Nella camera distorta
di Ames (psicologo della scuola
transnazionale che la costruì nel 1946) essi
appaiono, invece, posti alla stessa distanza ma
con dimensioni diverse: un gigante, un
normale, un nano. La camera è distorta
prospetticamente: la parete di sinistra è più
lunga di quella di destra, mentre la parete di
fronte è messa di traverso. Ma la stanza, per
una codifica culturale, pre-giudizio visivo, è
vista come “normale” ed allora è la
percezione delle persone ad essere distorta.
ILLUSIONI OTTICHE:
Camera di Ames
Le moderne
ILLUSIONI OTTICHE:
Le moderne
ILLUSIONI OTTICHE:
Le moderne
ILLUSIONI OTTICHE:

Perché il nostro cervello non è in grado di vedere tutti i 12 puntini nello stesso
momento? Una domanda che ha fatto impazzire milioni di utenti in Rete, che hanno
condiviso l’immagine - sì perché è un’immagine, non una GIF - twittata da Will Kerslake
e postata su Facebook dallo psicologo Akiyoshi Kitaoka. In origine era stata pubblicata
sulla rivista «Perception» nel 2000. La risposta è semplice: gli esseri umani hanno una
visione periferica meno sviluppata rispetto a quella centrale. Chiamata scientificamente
inibizione laterale. L’ultima illusione «tormentone» è una variazione della griglia di
Herman. Ma ce ne sono altre che spopolano sul web. Eccone alcune
Le moderne
ILLUSIONI OTTICHE:
Le moderne
ILLUSIONI
OTTICHE:
Le moderne
ILLUSIONI OTTICHE:
GESTALT: Influenze
Vengono rintracciate delle strutture o Gestalt sia nel
fisico che in quello mentale e tra questi due domini si
cerca di rintracciare la condizione generale che
rende possibile una loro interpretazione omogenea.

LA GESTALT DIMOSTRA IN MANIERA


INEQUIVOCABILE CHE LA PERCEZIONE UMANA
E’ SOGGETTIVA E ALTAMENTE INFLUENZABILE
DA PICCOLE VARIAZIONI NELL’AMBIENTE

In altri termini lo studio della percezione diviene il


punto d’inizio di un complesso progetto di ricerche,
teso a reinterpretare la fenomenologia della vita
psichica, sopratutto nelle sue manifestazioni più
complesse come il Problem solving e il pensiero
produttivo.
1. Che cos’è l’intelligenza
•  Pensiero Produttivo

Cercate, senza
sollevare la penna
dal foglio di
tracciare 4 linee
rette, in modo da
toccare tutti i 9
punti.
1. Che cos’è l’intelligenza
•  Pensiero Produttivo

La legge percettiva della


buona forma ci impedisce
di ragionare in modo
corretto in vista della
soluzione del problema,
dando luogo ad una
fissazione funzionale.
GESTALT: Influenze

PSICHIATRIA
Anoressia
Anoressia

Cerasa et al., Submitted 2015.


1.3 Psicologia
Cognitivista
Psicologia Cognitivista
Gli anni 60 rappresentano un momento importante perché in mezzo ai due
grandi filoni del Comportamentismo e della Gestalt si inserisce questo
nuovo indirizzo attraverso cui sembrava possibile pervenire ad una
ridefinizione di problemi e ad una correzione più adeguata di metodiche di
ricerca.

Il termine cognitivo indica tutti quei processi che comportano trasformazioni,


elaborazioni, riduzioni, immagazzinamento, recuperi dell’input ecc…Il termine
vale anche quando non c’è una stimolazione esterna ma lo stimolo nasce da
dentro. Termini come pensiero, percezione, immaginazione, problem-solving
sono tutti di dominio cognitivista.

A differenza degli altri modelli, il cognitivismo non possiede una propria


concezione dell’uomo nel senso che non fornisce alcuna spiegazione o
interpretazione del comportamento umano: l’individuo, oggetto di studio del
cognitivismo è considerato come un elaboratore di informazioni.
Psicologia Cognitivista

Uno dei compiti principali che la psicologia cognitivista si pone è


quello di elaborare micro-modelli che siano utili a chiarire come
funzionino i diversi passaggi e le diverse fasi di questi processi e
quindi in che modo siano organizzate le funzioni cognitive.

L’uomo come elaboratore di informazione che


provengono sia dall’interno che dall’esterno
Psicologia Cognitivista
Da un punto di vista storico, il cognitivismo ha molto a che fare con il
comportamentismo. Verso gli anni 50 il neocomportamentismo entra in crisi.
Un motivo teorico è che il modello S-R diventa sempre più insufficiente per
fornire spiegazioni e giustificazioni di tutti i comportamenti.
Il cognitivismo ha il ruolo fondamentale di studiare cosa ci sia in mezzo a
questi due eventi.!!!!!!

Uno degli esempi di passaggio dal neocomportamentismo al cognitivismo è la


teoria del feedback data da Pribman e Miller.
Gli autori cercano di trovare una unità di misura del comportamento che sia in
grado di sostituire il modello classico S-R. La trovano nel concetto di feed-
back tra la risposta e lo stimolo.

Quindi il modello S-R si trasformerà in S-O-R,


dove O sta per Organismo.
Psicologia Cognitivista
Da notare come l’oggetto d’indagine sia definito in termini di attività e di
processo piuttosto che in termini di oggettualità e come esso non sia più una
“realtà fisica” ma una congettura.

La “rivoluzione cognitivista” (Gardner, 1985), spostando l’attenzioni sui


processi cognitivi, processi ipotetici, non osservabili come la realtà fisica,
mette in crisi la concezione naturalistica della scienza adottata dalla
psicologia e i ricercatori si imbattono di nuovo in quelle questioni filosofiche
che avevano finora allontanato con molta cura dal loro terreno d’indagine.

Il criterio positivistico della scientificità, come conoscenza di leggi generali


sottoponibili a verifica empirica, lascia spazio ai modelli probabilistici. L’uso
dei modelli consente una simulazione del funzionamento del sistema
cognitivo semplificata e con validità euristica puramente funzionale, in cui la
teoria non pretende di rispecchiare il reale stato dei fatti naturali, ma di
rappresentarlo.
Psicologia Cognitivista

La metafora del “computer” si offre, in questo periodo storico, come la più


opportuna per rispondere alla esigenze metodologiche del nuovo
paradigma.

L’informatica e la cibernetica forniscono un linguaggio adatto per la


descrizione di un sistema complesso che in entrata elabora selettivamente
le informazioni e compie una serie di trasformazioni e di decisioni in uscita.

In estrema sintesi, l’ipotesi cognitivista di base è quella che vede la


conoscenza umana come una manipolazione di simboli realisticamente
rappresentabile attraverso l’analogia con il software.
Psicologia Cognitivista

Il primo paradigma cognitivista, il paradigma computazionale simbolico


teorizzato da Fodor (1983) e Pylyshyn (1984), definisce il sistema cognitivo
come una serie di regole per la trasformazione di simboli (Human
information processing): le capacità computazionali del sistema trasformano
gli input in rappresentazioni, attraverso strutture modulari che entrano in
funzione secondo modalità specifiche e differenziate.

Ogni processo può essere scomposto in unità sottoposte ad un sistema


gerarchico di controllo.

La modellistica che si afferma nelle prima fasi della psicologia cognitiva


riguarda sopratutto l’attenzione e la memoria. Per poi diffondersi sopratutto
al linguaggio, dove il modellismo diventa certe volte anche esasperato.
Psicologia Cognitivista

Le regole sequenziali e il carattere localizzato dell’elaborazione non rendono


però conto di importanti fenomeni dell’esperienza quali la flessibilità della
cognizione biologica, la personalità, la genetica e la riorganizzazione del
comportamento in seguito a danni cerebrali localizzati (fenomeni già
considerati dai Gestaltisti a sostegno della loro teoria) .

Infatti molti modelli cadono proprio quando vengono applicati su patologie


neurologiche/psichiatriche.

A questi problemi si cercò di rispondere con la formulazione del 2°


paradigma, quello connessionista (Rumelhart 1986).
Psicologia Cognitivista

Il sistema cognitivo non è più visto come un processore di segnali, ma come


una rete di interconnessioni, per cui la metafora computazionale, vale la
somiglianza con il sistema nervoso reale. I modelli connessionisti
sostituiscono l’elaborazione localizzata dei simboli con operazioni distribuite
(Parallel Distribute Processing) che danno luogo all’emergenza di proprietà
globali.

Questo paradigma ha consentito la costruzione di modelli relativi a processi


cognitivi quali la visione, il riconoscimento del linguaggio, il riconoscimento
rapido e ha favorito nuove congetture sul funzionamento del cervello.
Psicologia Cognitivista

Sul piano metodologico la sperimentazione resta privilegiata;


rispetto a quella comportamentista, nella sperimentazione
cognitivista i processi possono essere inferiti tramite le loro
conseguenze osservabili, ma non direttamente accessibili.
Si riscoprono I tempi di reazione, il riconoscimento di stimoli, I
compiti di ricordo e di giudizio e persino l’introspezione (per
ottenere per es., I resoconti dei processi attivi in situazioni di
problem solving).
Psicologia Cognitivista

Nonostante l’importanza degli studi applicativi nel campo didattico, clinico e


nella riabilitazione di deficit cognitivi, i progressi della psic. Cognitiva hanno
tuttavia manifestato alcuni limiti della micromodellistica e dell’analogia
uomo-computer.
Il rapporto tra modello ed esperimento è meno lineare che nella ricerca
comportamentista: se non può più valere il determinismo positivistico, non è
possibile pretendere la controllabilità assoluta delle variabili e la prevedibilità
del comportamento. Si può solo stabilire la distribuzione di probabilità che
certi fenomeni si verifichino effettivamente, ma anche questa misura di
probabilità non è di facile definizione.

L’ARTIFICIALITA’ PRESUPPOSTA DAI MODELLI COGNITIVISTI HA


ALLONTANATO SEMPRE DI PIU’ LA RICERCA PSICOLOGICA DALLE
SITUAZIONE DI VITA QUOTIDIANA (Neisser 1987).
Psicologia Cognitivista

L’uso del computer, come modello di funzionamento del mentale, conduce


naturalmente a concentrarsi su problemi logici, escludendo processi che
sfuggono a una rappresentazione computazionale (emotività, intuizioni,
creatività).

Anche il cognitivismo (come il comportamentismo) si trova davanti al limite,


derivante dalla riduzione dell’oggetto di studio al metodo disponibile.
Psicologia Cognitivista

Cibernetica Neurolinguistica
Neuroscienze
L’indirizzo cognitivo è quello più importante perchè
dentro di esso confluiranno varie e
differenti campi di ricerca

Neurobiologia Genetica

Gestalt
Comportamentismo
Psicologia Cognitivista dove stà
andando ??

NeuroPsicologia

Psicofisiologia

Neuroscienze
Sociali

NeuroMarketing

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