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La modalit di comunicazione nelluomo stata da sempre il fattore che lo ha differenziato dallanimale. Nella semiosi umana si parla, infatti, di facolt semiotica intendendo la capacit di utilizzare qualcosa di percepibile come significante e qualcosa di immateriale come significato. Nella comunicazione si mettono in azione due tipologie di abilit: abilit percettive che si occupano della ricezione dei segnali, e abilit di tipo sensomotorio che riguardano la produzione di segnali. Negli ultimi dieci anni la filosofia della mente si occupata della Embodied Cognition (Cognizione Incarnata) che sottolinea limportanza del corpo fisico nei processi cognitivi. La conoscenza e lesperienza che abbiamo dipende dalle interazioni che il nostro corpo intrattiene con lambiente circostante. Quale relazione sussiste tra il sistema motorio, la simulazione incarnata e la comprensione linguistica? Una delle tesi della Embodied Cognition riguarda la teoria simulativa della comprensione linguistica: noi comprendiamo le espressioni del linguaggio naturale grazie alla riattivazione di aree cerebrali dedicate principalmente alla percezione, ai movimenti e alle emozioni. Ad esempio la parola tavolo ci rimanda al suo significato perch riattiviamo le aree del cervello che riguardano lesperienza percettiva passata. Larea che si occupa nel cervello umano dellelaborazione e della comprensione del linguaggio si chiama area di Broca (dal nome del medico Pierre-Paul Broca che lha individuata e studiata per primo nel 1861). Questo e gli studi successivi delineano la mancanza di un organo del linguaggio e la presenza di circuiti cerebrali costituiti da molteplici zone tra loro collegate. Larea di Broca si attiva anche in compiti di coordinazione di sequenze motorie molto raffinate e complesse come luso della mano destra. La mano e la bocca infatti sono legate tra loro e come vedremo in seguito portano ad una stretta connessione tra la comunicazione non verbale e la teoria dei neuroni specchio. Il linguaggio in forma orale, scritta, gestuale permette al cervello di scaricare parte dellinformazione (intellettuale, affettiva, memoriale). Linformazione in ingresso e la produzione di una comprensione del mondo pur senza muoversi dettata dal ruolo dei neuroni specchio (inizio degli anni 1990 allIstituto di Fisiologia dellUniversit di Parma diretto da Giacomo Rizzolatti). Questa scoperta permette di comprendere meglio fenomeni quali lempatia, lidentificazione, lo sviluppo infantile, il capire le intenzioni altrui. La realt che esista una simulazione o una forma di rispecchiamento, cio la riproduzione allinterno di noi stessi e persino dalle prime ore di vita di uno stato che riproduce quello del caregiver, pu aiutare a comprendere meglio questi concetti. Luomo ha la capacit dettata dai neuroni specchio di internalizzare lo stato emotivo di unaltra persona. Questa predisposizione per essere al meglio efficiente e poter raggiungere realmente la sua espressione necessita di un adeguato comportamento del caregiver. La qualit dellinterazione e della comunicazione del caregiver quindi di grande importanza. La capacit di pensare e reagire il pi correttamente possibile agli stati mentali dellindividuo permette allindividuo stesso di costruire la propria capacit di stati mentali. Il caregiver diventa, secondo una definizione di Gergely e Watson 1996, un biofeedback sociale cio lindividuo assistito modifica e elabora le proprie reazioni monitorando, comprendendo e interiorizzando le reazioni del caregiver stesso. Un rispecchiamento inadeguato pu portare quindi a delle risposte negative come aggressivit e impulsivit nellassistito. Aspetti dei neuroni specchio: 1_ COMPRENSIONE E IMITAZIONE
servono a comprendere le azioni altrui (comprensione implicita). Permettono di comprendere gli atti altrui nel loro complesso e non semplicemente come insieme di coordinate spaziali. una rudimentale forma di interazione sociale che permette di costruire un mondo comunicativo. La conseguenza di questa comprensione spesso limitazione. Imitare un gesto o portare a termine con un gesto unemozione o un intenzione altrui. 2_ COMPRENSIONE DELLE INTENZIONI Permettono di comprendere prima che latto stesso si concluda e quindi individuare lintenzione dietro il gesto. (Lautismo un deficit dei neuroni specchio, la mancanza della comprensione degli scopi altrui) 3_ EMPATIA Si occupano della condivisione empatica sul piano affettivo. Esistono connessioni anatomiche e scambi di informazione tra aree motorie e aree legate alle emozioni. Quando osserviamo lespressione facciale di un altro, e questa percezione ci conduce ad identificare nellaltro un particolare stato affettivo, la sua emozione ricostruita e perci compresa direttamente attraverso una simulazione incarnata che produce uno stato condiviso dallosservatore. 4_LINGUAGGIO Levoluzione dellattuale linguaggio parlato non deriva da un antico vocalizzo bens da un primordiale linguaggio dei segni (Dalla mano alla bocca, Michael C. Corballis). Il gesto trova un particolare posto nella teoria dei neuroni specchio: chi riceve il messaggio non necessita di una elaborazione cognitiva del messaggio gestuale se in grado di riprodurre dentro di s il significato del messaggio. il meccanismo della comprensione e imitazione delle azioni altrui e dellempatia sopra citato. I neuroni specchio rappresentano un vocabolario di atti comuni su cui possibile costruire una relazione e una comunicazione. Come prima citato i gesti non sono altro che atti comunicativi che tramite la funzione dei neuroni specchio possono essere pienamente compresi da il ricevente. Il gesto inoltre non comprende solo la mano ma anche lintero sistema di posture e sguardi. Esistono tre livelli gestuali: il primo presenta una uguaglianza tra il livello verbale e quello non verbale e prevede un controllo completo, il secondo si sofferma sullosservazione dellaltro e quindi la comunicazione non verbale del mittente del messaggio della massima importanza, lultimo invece riflette un utilizzo consapevole della comunicazione non verbale. La simulazione incarnata costituisce un meccanismo cruciale nellintersoggettivit grazie ai neuroni specchio; come riscontrato da Iacoboni (scienziato italiano docente presso l'universit statunitense UCLA di Los Angeles), esiste un nesso tra il riconoscimento di s e il riconoscimento degli altri. Il s non possibile senza laltro. Laltro oggettuale diventa in una certa misura un altro se stesso. Grazie alla simulazione incarnata non assistiamo solo a una azione, emozione o sensazione, ma parallelamente nellosservatore vengono generate delle rappresentazioni interne degli stati corporei associati a quelle stesse azioni, emozioni e sensazioni, come se stesse compiendo unazione simile o provando una simile emozione o sensazione. Potremmo considerare il versante critico della questione. Il nostro sistema dei neuroni specchio non solo una risorsa, ma pu rappresentare anche un serio problema. La nostra tendenza ad imitarci, ad entrare con gli altri in una spontanea consonanza emotiva, a comprendere l'altro attraverso una simulazione in noi delle sue azioni e intenzioni, anche quel sistema che conduce al condizionamento inconsapevole, ai comportamenti di massa dove l'individuo perde il controllo di s, alla formazione dei pregiudizi.
LA SIMULAZIONE INCARNATA: I NEURONI SPECCHIO, LE BASI NEUROFISIOLOGICHE DELLINTERSOGGETTIVIT ED ALCUNE IMPLICAZIONI PER LA PSICOANALISI Vittorio Gallese, Paolo Migone, Morris N. Eagle FONDAMENTI NEURO FISIOLOGICI IN CLINICA REFLECTING: NEURONI SPECCHIO, INTERSOGGETTIVITA', COMUNICAZIONE GESTUALE Anna Migliaccio Marco Iacoboni "I neuroni specchio. Come capiamo ci che fanno gli altri" edito da Bollati e Boringhieri nel 2008 Giacomo Rizzolatti e Lisa Vozza "Nella mente degli altri. Neuroni specchio e comportamento sociale" editore Zanichelli, 2008 Giacomo Rizzolatti e Corrado Sinigaglia "So quel che fai: il cervello che agisce e i neuroni specchio" prima edizione 2006 editore Cortina M.C. Corballis Dalla mano alla bocca. Lorigine del linguaggio