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Comprensione sociale → insieme di abiltà che vengono piano piano acquisite → comprensione
dell'altro, della propria soggettività, individualità, stati emotivi, comportamento nei confornti degli
altri, relazionari (con familiari).
Comprensione sociale precoce → mettere in luce come il bambino riesce a mettersi in relazione con
il caregiver (=colui che si prende cura) (=familiari, genitori), scambi quotidiani tra il piccolo e il
caregiver per la costituzione di una relazione tra i due, per il bambino per la comprensione del
mondo; il caregiver interagisce faccia a faccia col bambino comunicando anche senza parole grazie
allo scambio dell'adulto.
CAPITOLO 1
DEFINIRE UNA TEORIA DELLA MENTE
I bambini di 3 anni non comprendono, ne parlano di credenze; si concentrano sui desideri della
persona. (anche i bambini di 2 anni comprendono i desideri delle persone). Per Wellman, i bambini
piccoli sono semplici psicologi del desiderio e poi diventano psicologi credenza-desiderio. Questi
cambiamenti emotivi vengono definiti come la teoria della mente. Ad esempio, quando i bambini
vedono le altre persone dirigere l'attenzione e le emozioni verso un soggetto, capiscono che può
indicare l'intenzione (=desiderio) della persona di intervenire sull'oggetto, ma non comprendono che
le persone possano avere rappresentazioni mentali relative a esso. (=credenze)
DEFINIRE LE INTENZIONI
PROSPETTIVA SOCIO-COGNITIVA
Secondo Tomasello nei primi due anni di vita dei bambini si ha una comprensione degli altri come
agenti intenzionali. Nei 3/4 anni c'è uno sviluppo, si ha una comprensione che gli altri possiedano
pensieri e credenze, comprensione che pensieri e credenze. Filosofi e psicologici hanno definito
l'intenzionalità come azioni/comportamenti che riguardano cose, azioni, comportamenti che sono,
per esempio, diretti a uno scopo. Secondo alcuni teorici, le azioni dirette a un oggetto sono guidate
da stati mentali, altri, propongono una spiegazione puramente comportamentale, percettiva e innata.
Per Descartes la conoscenza del sé è una capacità innata; è considerato un teorico della continuità,
ritiene che lo sviluppo degli stati mentali dei bambini prenda il via dalla nascita. (sua teoria
accettata da molti 'intersoggettivisti'). Buner sostiene che i bambini sono consapevoli di essere
l'oggetto delle attenzioni degli altri e pochi mesi dopo si rendono conto che un terzo oggetto diventa
il centro dell'attenzione del loro patner comunicativo; Altri studiosi ritengono che la consapevolezza
delle intenzione negli altri compaia attorno la fine del primo anno di vita, quando i bambini iniziano
a utilizzare diversi mezzi per raggiungere uno scopo (stadio 4 di Piaget). Altri teorici della
discontinuità propongono che una comprensione del sé come agente intenzionale pone solamente le
basi per la comprensione dell'altro in quanto agente intenzionale; per loro lo sviluppo socio-
cognitivo dei bambini è il risultato di processi biologici innati che preparano il piccolo ad agire
intenzionalmente verso gli 8/10 mesi e a percepire gli altri come agenti intenzionali verso i 18/24
mesi. Il problema è che non esiste una discussione riguardo ai meccanismi che determinano i
cambiamenti evolutivi nel comportamento, non c'è spiegazione o descrizione degli stati mentali.
PROSPETTIVA SOCIALE
Gli interazionisti sociali sostengono che i bambini costruiscono rappresentazioni importanti per il
ragionamento mentalistico interagendo con le altre persone.
PROSPETTIVITA INTERGRATIVA
Secondo Zeedyk suggerisce che i teorici dovrebbero optare per un resoconto integrato dello
sviluppo dell'intenzionalità. Questo approccio integrato deve comprendere sia i comportamenti
cognitivi sia quelli sociali così come quelli personali e interpersonali.
LE INTENZIONI COME PRECURSORI DELLA TEORIA DELLA MENTE
Già prima dei 6 mesi comprendono anche che gli oggetti possono muovere altri oggetti solo ed
esclusivamente toccandoli. Quando i bambini iniziano a vedere le persone come entità psicologiche,
iniziano a comprendere che esse sono motivate da stati mentali. In questo testo Legerstee esaminerà
se i bambini percepiscono gli altri come essere sezienti dotati di emozione, scopi e intenzioni
oppure no. Dato che ritiene che lo sviluppo della teoria della mente sia un processo continuo
(anziché discontinuo) propone l'esistenza di precursori della teoria della mente.
SPECULAZIONI TEORICHE:
COMPARSA DELLA CONSAPEVOLEZZA DEGLI STATI MENTALI
LA PROSPETTIVA DI PIAGET
Per lui il neonato non possiede una consapevolezza degli stati mentali delle altre persone. Piaget
traccia l'immagine di un bambino dotato di riflessi. Dopo aver esercitato sul mondo molte azioni di
tipo riflesso (per esempio, succhiare il seno), è in questo momento che le strutture cognitive si
sviluppano indirizzando per la prima volta il bambino ad agire sull'ambiente. Le persone vengono
conosciute sotto l'aspetto comportamentale ma non psicologico. È solo alla fine del periodo
sensomotorio che gli schemi d'azione diventano simboli e che i bambini diventano consapevoli
delle altre menti.
LA PROSPETIVA DI SKINNER
Gli psicologi behavoristi suggeriscono che il bambino identifica le persone attraverso il loro
comportamento, attraverso ciò che vede, ma non attraverso ciò che può inferire. Questa teoria non
indaga sui precursori di una teoria della mente.
LA PROSPETIVA DI PREMARCK
All'inizio, i bambini interpretano tutto ciò che sembra semovente come un oggetto intenzionale.
Tale interpretazione non si basa su una consapevolezza degli stati mentali dell'oggetto e, infatti, i
bambini possono attribuire 'intenzioni' a oggetti fisici che sembrano muoversi da soli.
LA PROSPETTIVA DI BARON-COHEN
Secondo l'autore i bambini nascono dotati di un modulo di detenzione dello sguardo che consente
loro di percepire le intenzioni. I bambini usano la direzione degli occhi per scoprire ciò di cui le
persone si stanno occupando e quali potrebbero essere le loro azioni successive.
LA PROSPETTIVA DI MELTZOFF
Essi pensa che il patner sociale costituisce una componente essenziale nella comprensione degli
stati mentali da parte dei bambini. Meltzoff propone alla base della percezione delle intenzioni negli
altri meccanismi innati, come per esempio la capacità innata di imitare le azioni sociali delle latre
persone. È attraverso queste attività che i bambini diventano consapevoli degli stati mentali propri e
altrui.
LA PROSPETTIVA DI KARMILOFF-SMITH
L'ambiente sociale ha un ruolo importante nella teoria della mente. Ciò può avvenire a due
condizioni: che la teoria piagetiana includa inclinazioni innate domino-specifiche; che lo stato
iniziale del bambino (la componente innata) sia meno prespecificato e coinvolga più processi di
modularizzazione progressiva di quanto ammettano gli innatisti. Karmiloff-Smith, dunque,
riconcilia l'innatismo e costruttivismo piagetiano.
LA PROSPETTIVA DI LEGERSTEE
Nella sua versione postula l'esistenza di tre tipi di predisposizioni che danno una mano ai bambini
nell'acquisizione della teoria della mente. Esistono: processi autoinferenziali che permettono ai
piccoli una consapevolezza dei loro stati mentali attraverso la percezione delle proprie emozioni; la
consapevolezza interpersonale che permette ai bambini di riconoscere le emozioni degli altri; e un
senso innato della sintonizzazione emotiva. Quando cioè il bambino è coinvolto con altre persone
che gli riflettono le sue emozioni, egli attribuisce agli altri la sua stessa esperienza mentale.
Secondo la teoria da lei preposto, l'evoluzione ha fornito agli esseri umani delle predisposizioni a
riconoscere le persone come simili a sé e a interagire con esse.
I SISTEMI DINAMICI
I teorici dei sistemi dinamici ritengono che nei neonati esistano dei percorsi e delle recettività
preferenziali (che Legerstee chiama innati) che costituiscono il nucleo dello sviluppo successivo.
Nei bambini, compaiono nuove capacità quando all'interno della diade vengono soddisfatte certe
condizioni che permettono un'attuale coordinazione reciproca dei gesti comunicativi, delle
vocalizzazioni e delle espressioni emotive. È stato inoltre scoperto che le abilità interattive materne
avevano un effetto duraturo sulle capacità comunicative dei bambini.
I BAMBINI NASCONO CON UNA CAPACITÁ DI IDENTIFICARSI CON I
CONSPECIFICI
I bambini sono in grado di percepire stati mentali semplice negli altri alla nascita, come emerge
durante la condivisione reciproca di emozioni nelle interazioni diadiche. I bambini coinvolti in
interazioni sociali ottimali con i caretaker progrediscono prima e sviluppano una comprensione più
ricca e più profonda degli stati mentali. Come caso estremo, i bambini che a causa di qualche difetto
genetico (esempio: l'autismo) non riescono a entrare in relazione con gli altri e non sono quindi in
grado di imparare dalle interazioni con essi non si sviluppano una consapevolezza delle emozioni e
delle intenzioni altrui e di conseguenza falliscono nello sviluppo di una teoria della mente.