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LA PSICOLOGIA DELLA GESTALT O FORMA

All'inizio degli anni Venti del Novecento,, in Germania nasce un movimento e una scuola
che, fondandosi sul
metodo della ricerca sperimentale, studia il come si percepisce la realtà circostante.

Visione di uomo
L'uomo non percepisce singole sensazioni, bensì "forme", "unità significative" non riducibili
ai
singoli componenti: le parti assumono significato solo alla luce della struttura complessiva.
Questa
operazione di “raccolta“ non viene realizzata attraverso gli organi di senso, bensì da
un’attività
centrale e creatrice (organismo, la variabile O ininfluente per il Comportamentismo) che
struttura e
trasforma lo stimolo fisico in un’esperienza psichica, motore delle risposte
comportamentali. La
visione di uomo è quella di un individuo dotato di una coscienza soggettiva che svolge una
funzione cognitiva; l'uomo non è semplicemente un bersaglio passivo, ma struttura e
impone
ordine alle proprie percezioni secondo una metodologia uguale per tutti, e che va studiata
attraverso una rigorosa ricerca sperimentale.

Teorie e storia
Fondatore della scuola è Max Wertheimer (1880-1943), di origine cecoslovacca, docente
a
Francoforte e Berlino e poi rifugiatosi negli U.S.A. La prima gestalt da lui individuata
prende il
nome di fenomeno phi: una luce che appare alternativamente in posizioni diverse risulta
all’osservatore un oggetto in movimento; non è un’illusione ottica (cioè due diverse fonti
luminose
fisse) ma un reale evento percettivo che qualifica l’esperienza psichica e condiziona il
successivo
comportamento individuale (e quindi non ha senso scomporlo nella sua origine
sensoriale). Lo
stesso vale in ambito sonoro: una melodia non può essere scomposta nelle sue note,
pena la
perdita di significato.
Fuori dal campo percettivo è la configurazione globale della realtà che si dà
come evento nella coscienza; ciò che noi percepiamo sono totalità strutturate e non
insiemi di
sensazioni, la totalità è diversa dalla somma delle parti, l’individuo percepisce relazioni che
rielabora. Lo stesso può applicarsi al rapporto figura-sfondo: l’osservatore può percepire
l’uno o
l’altro a seconda di come organizza la sua percezione, osservatori diversi coglieranno ora
l’uno ora
l’altro, il risultato percettivo non è determinato dalla base sensoriale ma dall’attività
strutturante
della mente.
Alla base dell'apprendimento non vi è dunque la percezione, ma l'organizzazione del
campo
percettivo: a seconda di ciò che "si vede", saranno possibili sia gli atti d’apprendimento,
sia le
risposte comportamentali.(teoria del campo)

I principi alla base della teoria della Gestalt sono:


1. l’esperienza umana si organizza in strutture unitarie in cui la totalità è qualcosa di più
della somma delle singole parti (esistenza di schemi innati);
2. una stessa parte ha caratteristiche differenti se considerata singolarmente o se
inserita nel tutto (importanza del contesto);
3. una stessa parte inserita in due totalità diverse può assumere caratteristiche diverse
(rapporto figura-sfondo).

La Gestalt percepita risulta seguire alcune leggi:


1. legge della vicinanza: gli elementi si raccolgono in unità se vicini tra loro;
2. legge della somoglianza gli elementi più simili si raccolgono in forme unitarie;
3. legge della forma chiusa: una forma chiusa si costituisce in unità più facilmente di una
aperta,
4. legge della direzione: gli elementi vengono unificati in base alla loro continuità di
direzione;
5. legge del destino comune: vengono organizzati in forme gli elementi che hanno un
movimento solidale
tra loro;
6. legge della pregnanza: una forma che si costituisce è tanto più “buona” quanto più
presenta i caratteri
della semplicità, regolarità e simmetria;
7. legge dell’esperienza: si percepisce meglio ciò che può essere inserito in schemi già
appresi.

Le illusioni della percezione ottico-geometriche: quando una percezione diverge


rispetto al mondo esterno.
1. ambiguità: alcune figure non sono mai netta, possono cambiare a seconda di come le
guardiamo (la
giovane e la suocera di Borino o l’anatra-coniglio);
2. distorsione: alcune figure subiscono delle variazioni nella dimensione o nella forma
quando le guardiamo
(i segmenti verticali di Muller-Lyer);
3. paradossi:figure che risultano impossibili (triangolo con torsione di un lato);
4. finzioni: quando si percepiscono visivamente oggetti con superfici e contorni illusori
(triangolo di Kanizsa).

Le costanze percettive:quando la grandezza, la forma e il colore di un oggetto non


variano nella nostra mente, nonostante i cambiamenti delle condizioni in cui
avviene la percezione.

La percezione della profondità (percezione della tridimensionalità e della distanza)


La percezione del movimento (stimolazioni della retina in successione per percepire il
movimento)

La percezione del colore (gli aspetti fisiologici che riguardano la visione dei colori sono
identici in tutti gli esseri umani, ma l’esperienza etnologica permette di constatare che,gli
individui appartenenti a differenti gruppi culturali, hanno comportamenti percettivi
differenti).

L’attenzione e le sue caratteristiche


L’attenzione è la capacità di selezionare e focalizzare gli stimoli percepiti e di attivare i
processi di memorizzazione. L’attenzione volontaria o controllata si ha quando in modo
consapevole e deliberato, ci concentriamo su uno stimolo. L’attenzione involontaria o
spontanea si ha quando viene provocata dalle caratteristiche di un determinato stimolo.

L’apprendimento per insight (W. Kohler)


Per insight si intende un processo cognitivo che, attraverso una rapida ristrutturazione
percettiva della realtà circostante, consente di risolvere un problema e fissare nella
memoria la sua soluzione.
Questo tipo di apprendimento è definitivo e non viene più dimenticato. Richiede una
soluzione creativa, attraverso un’improvvisa intuizione.

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