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LO SVILUPPO COGNITIVO: JEAN PIAGET

Piaget si colloca in un periodo in cui vi erano due grandi correnti di pensiero legate allo sviluppo cognitivo:

A- Gestalt  le strutture cognitive hanno un’origine esclusivamente interna : il patrimonio genetico


determina il destino dello sviluppo del soggetto  tutto è prestabilito;
B- Ipotesi ambientalista (comportamentismo)  Le strutture cognitive hanno un’origine
esclusivamente ambientale/esterna.
C- Costruttivismo L’individuo non è un passivo recettore di influenze ambientali

Piaget non si convince né con la teoria innatista né con ambientalista: ipotesi COSTRUTTIVSTA: L’individuo
non è un passivo recettore di influenze ambientali, né un veicolo di idee innate, ma un attivo costruttore
delle proprie conoscenze e fautore del proprio destino.  partecipa attivamente al suo percorso di crescita
e lo fa attraverso la relazione con l’ambiente.

Assunti di base della teoria di Piaget

1. Individuo concepito come attivo e si modifica negli scambi con l’ambiente


2. Sviluppo cognitivo: costruzione strutture cognitive che non sono innate mediante esperienza e
attività diretta con l’ambiente esterno.
3. Lo sviluppo è comprensibile all’interno della storia evolutiva delle specie, di cui l’organizzazione
biologica e psicologica dell’uomo costituiscono l’apice, il punto più alto  lo sviluppo ontogenetico
diventa parallelo allo sviluppo filogenetico.
4. sviluppo intelligente  intelligenza= adattamento all’ambiente.
5. Modalità di funzionamento generale dello sviluppo: compresenza di strutture variabili e funzioni
invarianti.

Le funzioni invarianti: sono quelli aspetti che troviamo costanti e stabili in tutto il corso dello sviluppo 
elementi cognitivi che garantiscono equilibrio e adattamento nell’intero percorso di sviluppo. Due
meccanismi

1- Assimilazione: azione di incorporare negli schemi mentali i nuovi dati dell’esperienza  produce
conservazione
2- Accomodamento: modificare i propri schemi per adattarli ai nuovi dati dell’esperienza 
conducono alla novità

La presenza di questi due meccanismi produce equilibrio tra continuità e cambiamento e portano
l’individuo a adattarsi all’ambiente.

Strutture variabili: gli stati di sviluppo.

- Ciascuno stadio prevede una particolare e specifica forma di organizzazione psicologica ( struttura
mentale)  la qualità della relazione con l’ambiente dipende dallo stadio in cui mi trovo.
- Il passaggio da uno stadio al successivo è graduale (l’età può variare da un bambino all’altro) con
una sequenza universale non vincolata da aspetti ambientali (es. cultura)
- Ogni stadio è qualitativamente diverso dal precedente e presenta organizzazione, struttura e regole
proprie/specifiche
- Le acquisizioni di uno stadio non si perdono con il passaggio allo stadio successivo, ma vengono
integrate in struttura
- Ciascuno stadio ci spiega il perché dell’azione e de modo di porsi del bambino in quella data fas e

Tutti gli stadi sono fortemente interconnessi tra di loro  integrazione delle capacità acquisite
Stadi di sviluppo del bambino

1) STADIO SENSOMOTORIO
2) PREOPERATORIO
3) OPERATORIO CONRETO
4) OPERATORIO FORMALE

Con il quarto stadio raggiugono quelle capacità che rendono il pensiero maturo. Ogni stadio presenta una
propria struttura mentale: unità basilari e specifiche della conoscenza umana che permettono di fare
esperienze e di conoscere il mondo  costruzione intellettuali (astrette) che caratterizzano lo sviluppo
cognitivo: esse diventano sempre + complesse.

Esse sono:

- Schemi d’azione
- Schemi mentali
- Operazioni intellettuali

LO STADIO SENSO – MOTORIO

(0-2 anni)

6. La risposta del bambino è immediata e diretta, di tipo sensoriale e motorio.

7. L’organizzazione interna consiste in schemi d’azione pratici e l’interazione con l'ambiente avviene
tramite le azioni eseguite sugli oggetti (e la ripetizione).  mediante la ripetizione interiorizza ciò
che accede nella realtà se applico una data azione: nesso causa- effetto.

8. Gli schemi d’azione rappresentano lo «scheletro» dell’azione (ciò che è generalizzabile) e sono una
prima struttura organizzativa non simbolica.  tali schemi diventeranno + specifici + avanti.
Simbolica: il bambino procede per tentativi ed errori. L’azione è simbolica sono nel momento in cui
il pensiero la precede: nello stadio senso- motorio è l’azione che precede il pensiero.

9. Attraverso l’azione il bambino conosce la realtà (esperienza fisica) e costruisce le principali


categorie concettuali di oggetto, spazio e causalità.

Supero il senso motorio con la permanenza dell’oggetto nel pensiero

Si tratta di una serie di attribuzioni condivise circa la natura degli oggetti, che vengono date per “scontate”
dagli adulti. Per esempio, quando un oggetto scompare dalla vista, l’adulto non crede che sia scomparso
anche dal campo dell’esistenza, mentre il bambino…

Secondo Piaget lo sviluppo della nozione di permanenza dell’oggetto occupa tutto lo stadio sensomotorio e
la sequenza di sviluppo della permanenza dell’oggetto segue sei sottostadi di natura universale.

LO STADIO PREOPERATOIO

(2-6/7) anni

Principali manifestazioni:
1. Imitazione differita: ripetizione modello mentale che è stato conservato e messo in atto
successivamente. Es. vede la mamma sturare e quattro giorni dopo fa anche lei gli tessi movimenti
 gioco simbolico. La bambina ha immagazzinato il modello: ciò fa sì che esso può essere utilizzato
anche in momento successivo rispetto al momento di acquisizione del modello.
2. Il gioco simbolico: il bambino sa qual è la realtà ma costruiscono una propria realtà facendo
prevalere le proprie attività mentali  es. il bambin usa un telecomando come bacchetta: è
consapevole che in realtà non è una bacchetta)
3. Linguaggio: utilizzo di schemi verbali per designare una realtà rappresentata mentalmente  il
linguaggio in tale fase deve essere utilizzato per comprendere lo sviluppo cognitivo del bambino.

La struttura cognitiva è lo schema mentale interiorizzato. In questo stadio (limite) Gli schemi mentali in
questo stadio possono essere pensati solo uno per volta: l’attività mentale non è coordinata in sistemi
unitari (le azioni mentali sono rigide e irreversibili) ed è ancora ancorato alla concretezza: pensiero
prelogico e intuitivo. Inoltre, in tale fase il pensiero del bambino è caratterizzato dall’ egocentrismo
intellettuale: incapacità del bambino di immaginare che la realtà si presenta ad altri in modo diverso da
come appare a lui.

Nello stadio preoperatorio il bambino elabora spiegazioni sul mondo che lo circonda, caratterizzate da:

1. Finalismo  Esiste un ordine cosmico che ha come centro l’uomo, le cose esistono e/o accadono in
funzione dell’uomo; esempio: quando due genitori si lasciano il bambino sente di essere la causa,
2. Animismo  Le cose sono concepite come viventi e dotate di intenzionalità;
3. Artificialismo  Le cose sono state costruite dall’uomo o da un’entità divina

Compito della conservazione della massa

Il passaggio dallo stadio preoperatorio quello operatorio è determinato dalla conservazione: permette di
conservare in memoria due o più immagini mentali della stessa realtà.  stadio operatorio

1. Conservazione della massa: Si mostrano al bambino 2 palline identiche di plastilina e gli si chiede:
“Queste 2 palline sono uguali? Una delle due palline viene allungata in una striscia. Si chiede al
bambino: “In questa striscia c’è ancora tanta plastilina quanta ce n’era nella pallina?
2. Conservazione del volume: Si mostra al bambino un recipiente basso e largo (a) contenente del
liquido e gli si chiede verificare che in un secondo recipiente di forma identica (b) vi sia la medesima
quantità di liquido del primo recipiente. Il bambino riconosce che la quantità è identica nei due
recipienti. Si mostra al bambino un terzo recipiente, alto e stretto, e gli si chiede di versare il
contenuto di uno dei due recipienti originari. Poi gli si chiede: “C’è tanto liquido in (c) quanto ce n’è
in (a)?

Negli esperimenti con i bambini è molto importante chiedere sempre il perché: bisogna comprendere i
processi di pensiero.

19/10/2021

Una volta che supero lo stadio preoperatorio so risolvere tutti i compiti di conservazione: Comprensione
che le proprietà della materia rimangono inalterate indipendentemente dai loro cambiamenti percettivi.

STADIO OPERATORIO CONCRETO

(7-11 anni)

Le operazioni mentali diventano reversibili: la reversibilità pone le basi per il pensiero logico. Il bambino è
in grado di conservare mentalmente. Vengono acquisite delle strutture mentali operatorie, che permettono
di compiere operazioni mentali sugli oggetti e sulle relazioni tra oggetti: RAGGRUPPAMENTI LOGICI e
REVERSIBILI.

Tali raggruppamenti sono:

1. CLASSIFICAZIONE: Individuare e coordinare somiglianze tra oggetti, raggruppandoli in classi e


connettendo le classi mediante rapporti di classificazione gerarchica
2. SERIAZIONE: Individuare un insieme di oggetti che condividono una proprietà comune, ma ciascuno
in misura diversa

L’operazione di classificazione: Consentono di operare un confronto tra una classe includente e una classe
inclusa, e di capire che la classe includente (o superordinata) contiene sempre un maggior numero di
elementi della classe inclusa

Compito delle perle (classificazione) Dato un insieme di perle di legno, che comprende 7 perle bianche e
3 perle nere, si chiede al bambino se sono di più le perle bianche o le perle di legno.

La corretta risoluzione del problema richiede l’impiego delle operazioni reversibili, che permettono al
bambino di separare inizialmente la classe delle perle bianche (classe inclusa) confrontandola con la classe
delle perle di legno (classe includente). I bambini nello stadio preoperatorio, dopo aver separato
mentalmente la classe delle perle bianche la confrontano direttamente con la classe delle perle nere,
concludendo che le perle bianche sono di più.

Tale compito richiede da un punto di vista cognitiva la messa in atto di operazioni mentali. L’operazione
mentale alla base è quella di operare un confronto tra classe includente e classe inclusa e di capire che la
classe includente contiene sempre un maggior numero di elementi della classe inclusa.

Il bambino deve dunque possedere una serie di premesse:

1. Una classe si compone sempre di sottoclassi (quindi la classe è maggiore delle sottoclassi)
2. Le sottoclassi sono incluse nella classe;
3. Ogni sottoclasse è più piccola della classe.

Compito di seriazione (seriazione)  Verso la fine dello stadio preoperatorio, i bambini costruiscono
correttamente l’intera sequenza, procedendo per tentativi. Se però si danno altri bastoncini di grandezze
intermedie, rispetto a quelli già ordinati, chiedendo di inserirli, essi disfano la sequenza già costruita e
ricominciano da capo. Durante lo stadio operatorio concreto, i bambini eseguono correttamente il compito
e se ricevono bastoncini supplementari, essi riescono a collocarli nella sequenza senza disfarla.

STADIO OPERATORO FORMALE

(12 anni in poi)

Ultimo stadio che conduce all’apice dell’intelligenza  sviluppo del pensiero ipotetico deduttivo.
La sua importanza per Piaget è dovuta al fatto che:

1- Consente di compiere operazioni logiche su premesse ipotetiche e di ricavarne le appropriate


conseguenze;
2- Una volta individuati i potenziali fattori coinvolti in un fenomeno, il bambino sa verificare in modo
sistematico quali causano il fenomeno indagato

Il pensiero operatorio formale consente di attuare le appropriate relazioni logiche tra fatti e regole generali,
e di elaborare le informazioni su un piano puramente astratto.
Anche per questo stadio Piaget costruisce un compito per capire se il giovane ha raggiunto il corretto
sviluppo cognitivo: Compito del pendolo: Si danno al bambino una serie di pesi (di diversa grandezza) e di
cordicelle (di diversa lunghezza), appese ad un gancio, e gli si dice che può variare la lunghezza della
cordicella, cambiare il peso e variare la forza della “spinta”. Il compito consiste nello scoprire quale di questi
fattori determina la durata dell’oscillazione del pendolo.

Cosa accade a seconda dello stadio:  ciò che accade ci dà informazioni sulle competenze e sulla fase di
sviluppo del bambino:

1. stadio preoperatorio il bambino pensa che il solo fattore rilevante sia la forza della “spinta”.
2. Nello stadio operatorio concreto il bambino prova ad analizzare i diversi fattori: risultati
disomogenei.  lo fa in maniera casuale.
3. Nello stadio operatorio formale l’adolescente verifica ogni fattore in maniera sistematica: formula
un’ipotesi su quale sia il fattore determinante e la mette alla prova finché tutte le possibilità sono
state indagate.
PUNTI DI DEBOLEZZA DELLA TEORIA PIAGETIANA

1. La nozione di stadio non è confermata  I dati empirici non confermano la versione strutturale
degli stadi, che postula cambiamenti simultanei in tutte le aree di contenuto, ma rilevano
irregolarità tra domini di conoscenza e la mancanza di coerenza in alcune prove (compiti di
conservazione). Non vengono considerati i bambini «prodigio», che eccellono in una disciplina
particolare. Nella realtà manca una divisione rigida  un esempio è relativo ai compiti di
conservazione: secondo Piaget lil bambino acquisisce sin da subito tutti i compiti di conservazione;
in realtà ciò che accade è diverso:
I compiti di conservazione vengono compresi in periodi diversi:
NUMERO (5-7 anni) 2. LUNGHEZZA (6-8 anni) 3. SUPERFICIE (7-9 anni) 4. LIQUIDO (6-8 anni) 5.
SOSTANZA (7-9 anni) 6. PESO (7-11 anni) 7. VOLUME (9-12 anni).
Gli stadi devono essere usati in maniera descrittiva e non rigida.

2. Spiegazione inadeguata dei meccanismi dello sviluppo  Gli invarianti funzionali (assimilazione e
accomodamento) al massimo forniscono un quadro generale di riferimento attraverso cui
esaminare il cambiamento evolutivo. Mancano spiegazioni specifiche e precise sul modo in cui il
pensiero sensomotorio si trasforma in preoperatorio e poi in operatorio.

3. Mancanza di una teoria della performance  Manca una spiegazione completa del modo in cui il
bambino traduce in comportamenti le proprie conoscenze. Poca attenzione viene posta ai processi
di memoria, attenzione, autoregolazione che determinano il passaggio dal pensiero all’azione.

4. Scarsa attenzione allo sviluppo sociale ed emotivo  Piaget sottovaluta il ruolo dell’esperienza
sociale/emotiva e dedica un’attenzione esclusiva all’esperienza fisica e logico matematica del
bambino.

5. Sottostima della abilità  I dati empirici mostrano come Piaget abbia sottovalutato le abilità
cognitive dei bambini che riescono invece a risolvere più precocemente i compiti assegnati. I
compiti piagetiani sono presentati in modo troppo difficile per il bambino.

VYHOTSKIJ
Lo sviluppo dell’individuo è determinato dalla storia sociale e culturale dell’umanità: lo sviluppo del
bambino dipende dal suo contesto storico e socioculturale.  l’obbiettivo di V. è improntato sia sul macro
che sul micro. Secondo Vygotskij la maturazione fisiologica ha un ruolo importante, ma secondario, nello
sviluppo delle forme più complesse del pensiero e del comportamento. Nella storia dei nostri antenati V.
evidenzia dei momenti salienti che hanno condizionato il nostro sviluppo: uno dei moment maggiormente
importanti sono La creazione di artefatti rappresenta il punto più alto dello sviluppo della specie umana

Gli artefatti dell’uomo sono mediatori:

1. Gli strumenti: forma di mediazione efficace nella relazione uomo/natura


2. I segni (del sistema linguistico): rappresentano una forma di mediazione simbolica efficace nella
relazione uomo/uomo.

Lo sviluppo storico-culturale è responsabile dello sviluppo degli strumenti e dei segni. Ottengo un rapporto
efficace con l’ambiente mediante strumenti, e un adattamento efficace con gli altri uomini mediante il
linguaggio  centro della riflessione di V.

L’acquisizione del linguaggio rappresenta il punto massimo dello sviluppo cognitivo del bambino 
relazione con l’atro.  l’uomo nasce con una predisposizione verso l’altro: lo sviluppo dell’individuo è
incentrato nella relazione con l’altro  linguaggio ruolo essenziale.

Secondo V. Il linguaggio nasce in un contesto sociale ed assolve principalmente ad una funzione


interpersonale (favorire lo scambio e influenzare il comportamento altrui)  entrare in contatto con la
mente dell’altro.

Accanto a tale funzione interpersonale se ne aggiunge un’altra: si sviluppa anche una funzione
intrapersonale e privata, utilizzata per regolare il proprio comportamento.  funzione di regolare
comportamento ed emozioni.

Dunque, progressivamente i segni linguistici assumono quindi una funzione interna: processo di
interiorizzazione delle forme culturali del comportamento  passaggio dall’esterno all’interno della
funzione del linguaggio.

Differenza tra Piaget e Vygotskij nello sviluppo cognitivo:

Piaget: Nelle prime fasi di sviluppo pensiero e linguaggio sono egocentrici (intrapersonale), ovvero non
adattati alla realtà e non comunicabili agli altri

Vygotskij: il primo uso del linguaggio è sociale e comunicativo (interpersonale). In seguito, il linguaggio
attraversa una fase egocentrica (il bambino commenta verbalmente le proprie azioni) e si trasforma poi in
linguaggio interiore o pensiero verbale (intrapersonale).

l linguaggio è uno strumento del pensiero: prima funziona come mezzo di comunicazione e scambio
sociale, poi si interiorizza, anticipa e guida il comportamento.  motore che lega le due menti.

L’ipotesi del passaggio da strumenti esterni a strumenti interni per il controllo del comportamento e del
pensiero ha portato al concetto di: Zona di sviluppo prossimale. Essa è la differenza tra:

- Livello di Sviluppo effettivo: livello di sviluppo del bambino nel risolvere un compito da solo;
- Livello di Sviluppo potenziale: abilità che esibisce quando affronta il compito con il sostegno di un
adulto o di un coetaneo più competente.  processo alla base dell’insegnamento.

Se mi accosto ad un bambino nello svolgimento del compito e lo guido la performance migliora:


l’apprendimento che avviene in un contesto culturale anticipa lo sviluppo naturale  il bambino si sviluppa
secondo i suoi ritmi MA l’affiancamento di un adulto anticipa l’acquisizione delle abilità correlate con quel
compito. Tuttavia, i bambini con lo stesso livello di sviluppo effettivo possono avere ZSP differenti e
beneficiare in modo diverso dell’insegnamento e del sostegno dell’adulto.

BRUNER

L’approccio di Bruner è un approccio funzionalista: L’interesse non è focalizzato su un insieme definito di


strutture mentali, ma su tutti i processi e le abilità mentali, dalle più semplici (suzione) alle più complesse
(problem solving).

Bruner si oppone ad una visione dello sviluppo stadiale e discontinuo: il comportamento può essere
compreso solo tenendo in considerazione gli scopi e le intenzioni dell’individuo, analizzando quali funzioni
un determinato comportamento assolve per l’individuo.

Non cosa si sviluppa ma come si sviluppa: esperienza ed intelligenza costituiscono le fonti della
conoscenza.

Per BRUNER l’intelligenza  Insieme di strategie e procedure per la risoluzione di problemi e l'analisi delle
informazioni che ricava dall’ambiente esterno. Egli per spiegare la risoluzione di problema si focalizza sul
processo di analisi delle informazioni  fondamentale è analizzare i diversi sistemi di codifica:
rappresentano gli strumenti cognitivi per trattare le informazioni e mediano il rapporto tra individuo e
ambiente.

I sistemi di codifica si sviluppano e cambiano nel tempo (fino all'adolescenza) in termini quantitativi,
qualitativi e di livello di integrazione:

1. Sistemi di processamento di poche informazioni  sistemi di processamento di molte informazioni


(aspetto quantitativo)
2. Sistemi più concreti  sistemi più astratti (aspetto qualitativo)
3. Sistemi isolati  sistemi coordinati (aspetto di integrazione).

Bruner individua 3 sistemi di codifica che caratterizzano il sistema di sviluppo del bambino che conducono a
3 forme di rappresentazione mentale:

A. Esecutiva (0-1 anno) La realtà viene codificata attraverso l’azione


B. Iconica (1-6/7 anni) La realtà viene codificata attraverso le immagini mentali (uditive, visive,
olfattive, tattili)  compensato di informazioni sensoriali percettive.
C. Simbolica (dai 7 anni) La realtà viene codificata attraverso il linguaggio e altri sistemi simbolici
(numeri e musica).

La continuità  le rappresentazioni mentali precedenti permangono ma vengono semplicemente meno


utilizzate.

Riprendendo Vygotskij, Bruner sostiene che i processi mentali hanno un fondamento sociale e culturale.
La cognizione umana è influenzata dalla cultura attraverso simboli, artefatti e convenzioni. Bruner analizza
le relazioni sociali che il bambino stabilisce precocemente con chi si prende cura di lui  Scaffolding
(“fornire l’impalcatura”) Importanza del ruolo dell’adulto.

Secondo Bruner lo sviluppo mentale non passa solo attraverso il pensiero logico paradigmatico (Comprende
la realtà fisica, trae leggi generali e spiega la realtà riferendosi a tali leggi: RICERCA della VERITA) MA esiste
anche un pensiero narrativo sintagmatico: esso è posta alla base della psicologia, elemento privilegiata per
la trasmissione culturale e l’interazione con l’altro. Consente di organizzare l’esperienza e rappresentare gli
eventi trasformandoli in oggetto di analisi e riflessione.

Riguarda la realtà psichica e si basa su una logica intrinseca alle azioni umane (desideri, emozioni, affetti e
credenze) e alle interazioni tra individui (regole e motivazioni sociali).
Pensiero narrativo risponde all’esigenza di dare significato e di comunicare l'insieme dei significati costruiti
(la propria visione del mondo).

21/10/2021

Sviluppo e comprensione di sé e gli altri.

Secondo James (1901) la coscienza di sé si articola in due dimensioni:

A. IO: costituisce il sé conoscente, la componente attiva e soggettiva.


B. ME: costituisce il sé conosciuto, presenta una componente passiva ed è l’oggetto della conoscenza
costruite su sé stessi. Esso compare come componente successivamente. Divisione del sé:
- Me materiale: aspetti relativi al corpo le info riferite a sé di tipo contingete
- Me sociale: informazioni su di sé che si ricavano nelle relazioni interpersonali e sociali
- Me spirituale: insieme delle caratteristiche psicologiche  come noi crediamo di essere

Me sociale e Me spirituale possono scontrarsi  aspetti differenti. Es. credo di essere simpatica ma non
trovo questo riscontro nell’altro

Tale suddivisione ci consentono di:

1. Distinzione tra componente soggettiva e oggettiva del sé, come due momenti essenziali e sperati da
un punto di vista evolutivo  il passaggio è segnato dall’ acquisizione della rappresentazione
mentale
2. L’approccio multidimensionale consente di concepire il sé come pluri-determinato
3. Importanza della relazione  ci consente di costruire significati sul sé: determina qualcosa di noi o
delle strategie che adotteremo nelle relazioni sociali.

Secondo Lewis (1970) la coscienza del sé si articoli in:

A. Se esistenziale: componente implicita del sé. Intesa come consapevolezza di esistere e di essere
diverso e separato dall’altro e da sé.
B. Se categorico: componente esplicita del sé.

La consapevolezza del sé si articola in:

1. Consapevolezza primaria:  sé esistenziale


2. Consapevolezza secondaria:  sé categorico

La consapevolezza del sé (secondaria) , che appare tra 15 e 18 mesi è segnata da alcuni indicatori:

 dei termini verbali che si riferiscono a sé stessi e agli altri come entità distinte: me tu noi ecc.
 Capacità di utilizzare alcune etichette di definizione del me
 Auto riconoscimento allo specchio  capacità di percepire la propria immagine e di riconoscerla
come stabile e continua nel tempo e nello spazio. Alcune riposte al compito di riconoscimento nello
specchio:
- Fino a 4-5 mesi i bambini sono attratti dall’immagine della madre riflessa dallo specchio ma non
dalla propria
- A 5-11 mesi inizia la comprensione che esiste un rapport tra sé e ciò che è riflesso dallo specchio
- 15-18 mesi si sviluppa completamente la capacità di riconoscersi.

Test dell’auto riconoscimento: test della macchia  dipingo sul naso del bambino una macchia rossa e
poi lo metto davanti allo specchio:

- Tra 9 -12 mesi i bambini non si toccano il naso  non si riconoscono. Può accadere che toccano lo
specchio per togliere la macchia “all’altro” bambino.
- Tra 15-18 mesi i bambini cominciano a toccarsi il naso
- Tra 21-24 mesi portano a termine l’acquisizione dell’abilità

La rappresentazione degli altri: il bambino tra 12 e 18 mesi inizia a riconoscere gli altri non + solo sulla
base di singoli tratti esteriori e comportamenti ma tramite un’attività di riflessione e valutazione che
porta a creazione di immagini mentali riferiti agli altri. La rappresentazione dell’altro si fonda su due
acquisizioni importanti:

1. Permanenza dell’oggetto
2. Riconoscimento delle emozioni degli altri

Espressione del fatto che il bambino è consapevole dell’effetto del giudizio degli altri  strutturazioni d
rappresentazione dell’altro sempre + complesse. La nascita della teoria della mente.

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