- 3 domande chiave
1. qual è la natura del cambiamento che caratterizza lo sviluppo?
2. quali processi causano questo cambiamento?
3. si tratta di un cambiamento continuo e graduale o viceversa discontinuo e improvviso?
- domanda 1
- per alcuni cambiamento di natura quantitativa
- sviluppo come accrescimento o graduale accumulo di cambiamenti
- altri cambiamento di natura qualitativa
- sviluppo come comparsa di nuove capacita o la trasformazione di capacità gia presenti
- opzione quantitativa scelta dal comportamentismo
- bambino come organismo plasmato dalle esperienza e dall’apprendimento
- opzione qualitativa scelta da teoria organismiche -> Piaget e Vygotskij
- bambino come attivo costruttore delle proprie capacità
- sviluppo dato dalle influenze interne piuttosto che a fattori ambientali esterni
- domanda 2
- le teorie si differenziano tra fattori genetici e quelli ambientali
- comportamentismo ritiene che le influenze ambientali modellino il comportamento
- questi fattori influenzano la natura delle abilità e il ritmo con cui si sviluppano
- altre teorie ritengono che lo sviluppo del bambino sia determinato da una programmazione
genetica -> teoria del linguaggio di Chomsky
- teorie organismiche si stagliano in una posizione intermedia
- sviluppo come interazione tra organismo dotato di certe competenze (fattori genetici) e
condizioni ambientali (fattori ambientali)
- no somma tra influenze interne ed esterne, ma combinano tra loro sempre in maniera
differente
- esperienze del bambino possono influire sul tipo di capacità che acquisisce
- domanda 3
- processo continuo e graduale in accordo con la visione quantitativa dello sviluppo
- sviluppo discontinuo quando di natura qualitativa -> profonde ed improvvise modificazioni
che portano a nuove capacità (deambulazione, linguaggio, pubertà ecc…)
- teorie in posizione intermedia che prevede processi al tempo stesso continui e discontinui
- cambiamento continuo all’interno di uno stadio e discontinuo nel passaggio tra uno stadio e
l’altro
- Piaget
2. I principali approcci teorici allo studio dello sviluppo
- il comportamentismo
- cognizione come particolare classe di comportamenti, sottoposta al controllo dei fattori
ambientali al pari degli altri comportamenti
- solo comportamenti esterni e osservabili sono oggetti d’indagine
- evitare aspetti intrinseci del bambini
- principi ispiratori: riduzionismo e parsimonia
- comportamento complesso riducibile ad una serie di comportamenti semplici
- fortemente criticati
- apprendimento non funzione in modo uniforme
- prestazioni cognitive sono profondamente influenzare dal contesto
- il costruttivismo
- anni ’60 con diffusione delle teorie di Piaget
- la psicologia dello sviluppo non si limita all’apprendimento
- pensiero infantile è qualitativamente differente da quello adulto
- bambini costruiscono attivamente proprie credenze e conoscenza, per noi discrepanti e
bizzarre spesso
- credenze che non riflettono i dati dell’esperienza e tanto meno da disposizione innate del
bambino
- bambino costruisce gradualmente la propria comprensione della realtà
- nel corso dello sviluppo sistema cognitivo subisce una serie di profonde trasformazioni
- struttura che compaiono secondo una sequenza invariante e universale di sviluppo
- processo di revisione critica
- teoria studiale appare come un’ipersemplificazione
- trascurato il contesto sociale in cui l’attività cognitiva si svolge
- processo costruttivo avviene “nel vuoto”
- sviluppo mentale -> strutture interne si modificano ogni qualvolta devono far fronte a nuovi
bisogni
- modificazioni come risultato dell’interazione fra due processi: assimilazione e
accomodamento
- intelligenza è assimilazione -> incorpora dati dell’esperienza
- è accomodamento -> schemi attuali modificati per adattarli ai nuovi dati
- funzioni complementari che garantiscono equilibrio tra continuità e cambiamento ->
adattamento
- atto d’intelligenza è la forma più alta d’adattamento -> assimilazione e accomodamento
raggiungono l’equilibrio migliore
- altri tipi di adattamento come quello sensomotorio -> adattamento instabile
- processo di autoregolazione in ogni momento dello sviluppo del bambino
- talune condotte vedono il prevalere dell’accomodamento sull’assimilazione o viceversa
- attività caratterizzate dal semplice esercizio di strutture già disponibili -> gioco è essenzialmente
assimilatorio
- provare accomodamento quando nuove strutture si creano sotto la pressione dell’ambiente
- imitazione porta all’acquisizione di nuove abilità
- adattamento ed equilibrio sono funzioni invarianti -> modalità di funzionamento generale
- sviluppo cognitivo è un processo non solo continuo (funzioni invarianti), ma anche discontinuo
-> stadi di sviluppo
- ogni stadio di sviluppo prevede particolare forma di organizzazione psicologica
- passaggio da uno stadio all’altro può essere graduale e l’età può essere variabile
- stadi qualitativamente differenti uno dall’altro
- acquisizioni precedenti non si perdono con gli stadi successivi, ma integrati in strutture più
evolute
- sequenza è la medesima, ma la velocità varia
- adattamento ed equilibrio -> aspetto di continuità dello sviluppo
- sequenza a stadi -> aspetto di discontinuità dello sviluppo
- 4 stadi tra la nascita e l’adolescenza
- stadio sensomotorio -> dalla nascita ai 18 mesi
- primi due anni di vita
- intelligenza come schemi d’azione pratici
- schemi d’azione si coordinano per dar luogo a sequenza comportamentali più ampie
- osservazioni sistematiche sui suoi tre figli
- osservazioni sul campo guidate da ipotesi
- creazione di situazioni critiche -> nascondere un oggetto
- risposta del bambino alla realtà di tipo sensoriale e motorio
- il bambino reagisce al presente immediato, no progetti no scopi
- no rappresentazioni interne di oggetti, no immagini mentali né parole che possono essere
manipolate mentalmente
- rappresentazioni interne appaiono intorno al 18 mese -> fine dello stadio sensomotorio
- intelligenza sensomotoria si sviluppa attraverso sei sottostadi
- I stadio: l’esercizio dei riflessi (0-1 mese)
- riflessi (suzione, pressione) sono reazioni innate
- li esercita e applica a svariate situazioni
- accomodamento quando nuovi sforzi si presentano nello schema -> muove bocca e testa
- iniziale capacità di discriminazione
- stato di egocentrismo radicale -> no consapevolezza di sè e del mondo circostante
- II stadio: le reazioni circolari primarie e i primi adattamenti acquisiti (1-4 mesi)
- attività sensomotoria si trasforma in funzione dell’esperienza
- risultato nuovo e interessante conservato nel bambino attraverso la ripetizione
- reazione circolare primaria -> azioni centrate sul corpo dell’infante
- sintesi di assimilazione e accomodamento -> prime abitudini
- da azione occasionale a condotta sistematica -> coordinazione schemi suzione e mano
- altri schemi: guardare ciò che ode, afferrare oggetti per guardare
- no intelligenza -> scoperte avvengono per caso
- la conservazione dei dati dell’esperienza trasformano l’organizzazione biologica in
psicologica
- III stadio: le reazioni circolari secondarie (4-8)
- interesse per la realtà esterna
- condotte lontane dai riflessi, ma prive d’intelligenza
- realtà inizia ad avere una certa permanenza, ma ancora legata all’azione del bambino
- capacità di coordinare schemi visivi e prensili -> afferrare e portare davanti a sé
- IV stadio: la coordinazione degli schemi secondari e la loro applicazione alle situazioni
nuove (8-12 mesi)
- differenziazione mezzi e fini
- scopo non immediatamente accessibile -> schemi già possedute per nuove situazioni
- scoperta del mondo fuori di sé e interesse per la novità
- ogni oggetto viene assimilato a tutti gli schemi di azioni disponibili per conoscerlo
- V stadio: le reazioni circolari terziarie e la scoperta di mezzi nuovi mediante
sperimentazione attiva (12-18 mesi)
- finora comportamenti “conservatori”
- ricerca della novità: nuovi schemi attraverso le reazioni circolari terziarie
- non più semplice ripetizione del risultato interessante, ma variazione e modifica al fine di
studiarne la natura
- esperienze per vedere
- 3 condotte: supporto, cordicella e bastone
- bambino in grado di seguire gli spostamenti tra i vari nascondigli, purché lo veda
- VI stadio: l’invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale (18-24 mesi)
- situazioni nuova non più tentativi o prove
- invenzione e atto mentale -> anticipazione mentale
- azioni interiorizzate -> rappresentazione
- oggetti ritrovati anche dopo spostamenti invisibili
- oggetto permanente, spazio, tempo e causalità fattori che entrano in relazione nell’ambiente
- rappresentazione di cause ed effetti
- dal momento che oggetti sono dotati di una permanenza reale, anche il proprio corpo viene
percepito come oggetto in mezzo agli altri
- interessato a due tematiche: sviluppo funzioni psichiche del bambino e influenza delle
variabili culturali sui processi cognitivi
- sviluppo storico-culturale ha prodotto evoluzione umana attraverso i mediatori simbolici
(linguae scritta parlata, calcolo, disegno)
- essi consentono agli individui di entrare in relazione tra loro all’interno della stessa cultura e tra
culture differenti
- sviluppo ontogenetico -> individuo si appropria dei significati della cultura
- processo di interiorizzazione di attività favorevoli allo sviluppo sociale
- sviluppo dipende dal contesto storico e socioculturale in cui vive il bambino e da come
quest’ultimo viene messo in grado di padroneggiare gli strumenti della propria cultura
- interesse non per quello che il bambino è capace di fare attualmente, ma quello che sarà
capace di fare
- Zona di sviluppo prossimale (ZSP) -> distanza tra livello di sviluppo effettivo e quello
potenziale
- differenza tra ciò che il bambino sa fare da solo e ciò che potrebbe fare con il supporto di un
individuo più competente
- sensibilità all’apprendimento ricercata anche nel dislivello tra comprensione e produzione
- nuove abilità/compiti devono essere comprensibili al bambino
- adulto fornisce supporto per la produzione di queste abilità, già comprensibili al bambino
- bambino dimostra di poter svolgere l’attività da solo (prima supportato) -> interiorizzato
- insegnanti ed educatori modulano e differenziano il proprio intervento di supporto
- rapporto pensiero/linguaggio -> Vygotsij in polemica con Piaget
- Piaget -> pensiero e linguaggio sono egocentrici
- Vygotskij -> bambino attivo protagonista nelle relazioni sociali e primo uso del linguaggio è di
tipo sociale e comunicativo
- accanto alla funzione sociale il inguaggio inizia a svolgere una funzione intrapsichica ->
linguaggio interiore o pensiero verbale
- prima di divenire interiore vi è una fase di egocentrismo -> parlare a sè stessi
- bambino commenta le proprie azioni
- linguaggi egocentrici è strumento del pensiero, con funzione e struttura di quello interiore
- evoluzione del linguaggio su doppio binario:
- strumento di comunicazione e scambio sociale
- interiorizzando diviene strumento del pensiero anticipando, controllando e guidando il
comportamento
- l’intero sviluppo psicologico, per V., visto come processo di interiorizzazione di mediatori
simbolici
- trasformazione di attività naturale in funzioni psichiche -> esito del processo di
interiorizzazione dei mediatori simbolici
- fine anni 80 -> metafora di Piaget del bambino come piccolo scienziato è parziale
- bambino in interazione esclusivamente con il mondo degli oggetti, mai con persone
- studiosi indagano come bambino costruisce la propria conoscenza del modo psicologico
- come arriva a comprendere se stesso e gli altri -> motivazioni, desideri, intenzioni, credenze
- teoria della mente -> come funzionano gli essere umani in quanti diversi dagli oggetti inanimati
- umani si muovo autonomamente, hanno scopi e desideri, pensieri e emozioni
- oggetti mossi meccanicamente e sono inanimati
- punto di partenza
- emozioni fondamentali e stati fisiologici
- percezioni e sensazioni
- azioni producono risultati, che attivano delle reazioni emotive congruenti
- stati mentali chiave sono i desideri e le credenze -> causa sia delle azioni che delle reazioni ad
esse implicate
- desiderio stato mentali più semplice della credenza
- desiderio -> stato interno diretto verso un oggetto esterno
- credenza -> stato interno che incorpora la rappresentazione dell’oggetto
- bambini di 2 anni -> psicologia del desiderio
- 3 anni -> psicologia della credenza-desiderio
- azioni delle persone guidate non solo dai desideri ma anche dalle credenze, vere o false
- primo momento prese in considerazione sol ole credenze vere -> riscontro effettivo nella
realtà
- cambiamento con la comprensione della falsa credenza -> azioni determinate da credenze
errate
- esperimento delle bambole
- comprensione delle credenze di secondo ordine -> forme di comunicazione può ambigue e
complesse, come l’ironia
- precursori della teoria della mente in abilità che compaiono al secondo anno di vita
- gioco simbolico
- in comune con la teoria della mente la capacità di rappresentare una realtà diversa da quella
percepita
- altro precursore -> intenzione comunicativa dichiarativa
- primo anno di vita
- richiamare attenzione dell’adulto su un oggetto
- adulto non come strumento per soddisfare i propri bisogni
- bambino intende influenzare lo stato mentali dell’altro
- come si sviluppa la teoria della mente
- fenomeno dipendente da meccanismi dello sviluppo cognitivo specializzati e modulari
- moduli che si modificano nei vari momenti dello sviluppo a seguito della maturazione dl
sistema nervoso
- meccanismi innati specializzati riconducibili a specifiche aree del cervello
- altri studiosi utilizzano approccio di tipo costruttivista
- teoria della mente e autismo
7. La valutazione dell’intelligenza
- inidivudo immerso nei rapporti sociali è a contatto con altri e segue regole di comportamento
- aspetti cognitivi e affettivi possono esser considerati in prospettiva sociale
- prime esperienze adulti offrono cure, interazioni con i coetanei, educatori, relazioni affettive e
sentimentali e modo di intendere norme e valori morali
- connessione tra mondo delle interazioni e i processi che guidano lo sviluppo sociale del
bambino
- sviluppo sociale prende il posto di socializzazione
- errore: bambino come tabula rasa da plasmare, guidare e controllare in funzione delle esigenze
sociali e attraverso le pratiche educative
- fino anni’60 studio del processo di socializzazione concepito
- in chiave di acculturazione -> antropologia culturale
- di acquisizione del controllo degli impulsi e di addestramento al ruolo -> psicologia e sociologia
- termine sviluppo sociale -> neonato è un essere sociale fin da subito che diventa sempre più
consapevole e competente grazie a processi bidirezionali di interazione
- funzione dell’adulto da modellamento a mediatore/interlocutore nell’organizzare l’esperienze
- importanti i prerequisiti biologici, i comportamenti socialmente espressivi, relazioni affettive,
processi mentali
- studio dell’emergere delle competenze cognitive e affettive nella loro dimensione relazionale
- ambito di studio -> modo in cui interagiscono i bambini
- schemi, comportamenti, sentimenti, atteggiamenti, concetti in relazione agli altri
- capacità di rapportarsi con gli altri
- relazione affettive primarie Laure
- sviluppo emozioni
- capacità di comprendere i sentimenti e i pensieri altrui
- competenze relazionali dei primi anni divisa assumono particolari sfumature nel momento in cui
il bambino acquisisce comprensione di sè e degli altri
- competenza sul piano sociale -> capacità di comprendere stati interni, emozioni, pensieri,
intenzioni, scopi delle persone
- comprensione di sè e degli altri è requisito indispensabile alla socialità
- scambio tra individualità separate e distinti
- conoscenza di sè e degli altri evolvono congiuntamente
- più il bambino capisce gli altri più impara a conoscere sé stesso
- dubbi se nasca prima comprensione di sé o degli altri
- sviluppo sociale conosce importante svolta quando bambino fa distinzione tra se e gli altri
- coscienza di possedere identità che si basa:
- differenziazione e rappresentazione del Sè come entità oggettiva
- entità sentita internamente, ma pensata anche esternamente
- processo di oggettivazione -> autoconsapevolezza e conoscenza sociale
2.1. La coscienza di sé
- quando passaggio da S.e./c.p a S.c./c.s. ovvero coscienza della propria identità separata dagli
altri
- uso di termini verbali riferiti a sé e agli altri come indicatori più attendibili del processo di
decentramento mentale ed oggettivazione
- non si può escludere conoscenza di sé nella fase proverbiale, che si esprime attraverso
comportamento
- buon segnale della conoscenza di sé abilità di identificare e riconoscere visivamente la propria
immagine
- autoriconsocimento allo specchio -> competenze mentali complesse e simboliche, analoghe a
quelle per la parola
- bambino deve capire che immagine riflessa non è persona estranea, ma oggettivazione di sè
stesso
- mito di Narcso -> non solo amore di sé, ma anche difficoltà nel percepire la differenza tra Sé
oggettivo e Sé soggettivo
- reazioni in base alle età
- bambini 4-5 mesi attratti dalla figura dela madre riflessa, ma non dalla propria
- mesi successivi iniziano a comprendere che esiste rapporto tra sé e ciò che vedono
- 12-18 mesi capacità di riconoscersi
- ma cosa riconoscono?
- non facile capire se quando bambino si guarda, sorride e sembra riconososcersi, utilizzando
segnali continenti o morfologici
- segnali contingenti -> info indirette basata sulla percezione della speculari dei movimenti
corporei
- morfologici -> informazione su aspetto fisico
- autoriconoscimento vero e proprio -> necessità che bambino percepisca immagine fisica e la
riconosca come stabile e continua in tempo e spazio
- macchia rossa sul naso del bambino davanti allo specchio
- consapevole che viso è suo e che macchia viola schema mentalmente rappresentato del proprio
viso
- 9-12 mesi -> interesse per immagine allo specchio, non si toccano naso e non vogliono
cancellare la macchia rossa
- 15 -18 mesi cominciano il 19 - 25%
- 21 - 24 mesi quasi tutti
- consapevolezza di sé comincia ad apparire intorno ai 15 mesi e comune a 21-24 mesi
- autoriconosicmento anche da filmati -> no segnali contingenti, ma legati alla percezione stabile
della propria identità fisica
- distinzione sé e altri
- altri hanno specifiche caratteristiche, diverse
- utilizzare ciò che conosce su di sé per comprendere cosa sentono e pensano gli altri
- come capiamo in che modo evolve la comprensione degli altri? indicazioni indirette
- familiarità -> riconoscimento dell’estraneo e sua identificazione come diverso da sé e dalle
persone familiari
- primi mesi di vita no reazioni a persone sconosciute
- 3 mesi osservano lo sconosciuto
- 6-8 mesi suscitano timore e paura
- teoria attaccamento -> evitamento dell’estraneo in senso biologico adottivo
- le reazioni però non si limitano solo a concetti di paura e disagio
- numerosi fattori concorrono per dare risposte positive e negative
- presenza/assenza materna
- caratteristiche fisiche e vocali, modalità con cui estraneo si approccia al bambino
- altezza fisica e qualità vocali
- come interpretare le reazioni?
- connessione tra sviluppo del Sé e reazione all’estraneo
- schemi di conoscenza relativi al sé per comprende gli altri
- esperimento dei tre stimoli -> bambino, adulto e nano
- conoscenza dell’altro non solo percezione aspetti esteriori .> esalborazone di un’immagine
mentale
- stabilità spazio-temporale, comprensione emozioni propire/altrui, punti di vista altrui
- rappresentazione mentale secndara della realtà
- stabilità di persone e oggetti nel corso del tempo e spazio
- ricerca di questi non nel campo visivo
- riconoscere emozione e comprenderne significato
- primi 2 anni di vita bambino esprime il proprio stato d’animo, riconosce emozioni fondamentali
negli altri e reagisce congruamente
- 18 mesi -> comparsa delle emozioni sociali indicatore della coscienza di sé
- colpa, vergogna e imbarazzo -> espressioni emotive legate alla socializzazione, pratiche
educative e contesto culturale
- necessità di capacità cognitive di valutazione di sé, altri e aspettative sociali
- attributi negativi rivolti a sè stesso -> fallimento di standard posti dall’esterno e/o interiorizzati
- senso di colpa -> comprende di aver commesso azione disapprovata dall’adulto
- vergogna -> consapevolezza de giudizio negativo altrui e percezio del Sé difettoso. imperfetto e
mortificato
- emozioni indicative di una consapevolezza degli stati d’animo altrui
- sviluppo cognitivo ed emotivo -> rappresentazione mentale arriva a contenere punto di vista
altrui
- Piaget -> 5-6 anno comprensione sociale e delle persone guidata dea pensiero egocentrico
- teoria della mente ->rappresentzione dello stato emotivo e mentale altrui appare prima
- con proceder sviluppo comprensione degli altri si avvale del canale verbale
3. Lo Sviluppo Morale
- metodo clinico
- bambini 6 - 12 anni sottoposti a problemi quotidiani e invitati a dare giudizio
- osservazione diretta di bambini che vanno dai 4 ai 12-13 anni -> gioco biglie
- 3-4 anni -> periodo premorale
- assenza di regole (anomia)
- 4-5- anni fino 8-9 -> realismo morale
- periodo preparatorio e punto di vista egocentrico
- criterio guida: il danno reale e oggettivo, non intenzione
- morale eteronoma
- validità dei principii morali -> autorità di chi li promulga e forza con cui vengono fatti rispettare
- fase del relativismo morale
- concezione meno rigida delle regole -> frutto di accordi passibili di cambiamenti
- dopo 8 anni morale autonoma
- ciascuno ha diritto a rispetto e giustizia
- regole non immutabili
- aspettative e benessere degli altri viene prima dell’autorità
- bambino giù flessibile e critico nel giudizio morale
- considera situazione, caatterisice psicologhe dell’agente e gravità del danno
- due aspetti in Piaget: conoscenza della regola e coscienza/significato della regola stessa
- regole interiorizzate -> rispetto per le norme in qualità del significato che rivesto e non per la
punizione
- regole convenzionali -> consuetudini sociali, istituzionali e abitudini familiari
- interazione sociale e routine quotidiane favoriscono sviluppo delle regole convenzionali
- distinzione dei due tipi di regole appresa in età prescolare
- distinzione intorno ai 4 anni di comportamenti morali e convenzionali
- capacità di considerare trasgressioni morali più gravi, meritevole di punizioni e indipendenti
dalle convenzioni
- costruzioni di domini di conoscenza morale, socio-convenzione e afferente alle scelte personali
- contatto sempre più frequente tra coetanei rende relazione tra pari sempre più costruttiva,
sincronica e coordinata
- età prescolare -> primi 2 anni
- carattere unidirezionale delle interazioni tra coetanei
- azione prima bambino non corrisponde l’azione coordinata del secondo
- 2-4 anni -> da attività parallele (azioni individuali) a quelle di competenza interattiva (scambi
complementari per fine comune)
- passaggio da scambio dato da “imitazione speculare” a interazioni “complementari e
reciproche”
- avvicinamento alle interazioni sociali tipiche degli adulti intorno ai 3 anni
- bambini piccoli -> interazione speculare contemporanea (contemporaneità) o differita
(successione)
- 3 anni -> interazione complementare (alternanza dei turni) e interazione reciproca
(complementarietà dei ruoli)
- fiorire delle attività di gruppo in questo periodo
- comunicazione verbale dei desideri e sviluppo delle abilità simboliche (giochi di finzione più
articolati)
- studi etnografici individuano culture tra pari -> regole di interazione e di significato condivisi
informalmente
- gruppi di bambini si distinguono spontaneamente in base alle differenze di genere -> fenomeni
di inclusione-esclusione
- bambini consapevole del significato morale dell’esclusione di un membro dal gruppo
- bambine più sensibili all’inclusione, anche con altro sesso
- infanzia
- relazioni basate su affinità, comunanza d’interessi e attività
- segregazione sessuale -> soprattutto nel gioco
- intorno 6-7 anni interesse per competizioni di squadra
- ricerca longitudinale da asilo nido agli 8 anni
- importanza delle sequenza di comportamento non verbale nella dinamica accettazione-rifiuto
- bambini popolari -> sorriso, leggera inclinazione testa, gesti di sfioramento, mediatori di
conflitto e difensori degli aggrediti
- bambini rifiutati -> movimenti bruschi e scoordinati, attività instabili, scarsa concentrazione,
aggressività che provoca pianto negli altri
- aspetti più importanti nella dinamica accettazione-rifiuto -> aggressività e mancato controllo
degli impulsi
- bambini aggressivi portato a difficoltà di apprendimento, abbandono scolastico e
comportamenti antisociali
- fase pre-adolescenza e adolescenza
- relazioni coetanee risentono esperienze pregresse
- stimolo al confronto, fonte di sostegno e supporto dell’autostima
- relazioni in termine di appartenenza a gruppi formali/informali con obiettivi ludici o di
impegno sociale e personale
4.2. Le relazioni amicali
4.3.1. Il bullismo
- da iniziale stato di eccitazione indifferenziata si articolano nel corso dello sviluppo specifiche e
diverse emozioni
- Sroufe -> peso ridimensionato dello stato d’eccitazione iniziale, maggiore rilievo allo sviluppo
congitivo
- fasi di Piaget
- interpretazioni dei segnali inizialmente di tipo fisiologico
- sistema piacere-gioia -> 3 mesi
- reazioni emotive puntuali sostenuto dal significato cognitivo attribuito allo stimolo
- sorriso sociale e sorriso sociale selettivo
- emozione di piacere -> semplice attivazione fisiologica
- verso il quarto mese riso attivo e gioia
- sistema circospezione-paura
- percorso analogo al precedente
- intorno al quarto mese distinzione in disappunto e sorpresa
- dopo i 6 mesi nascita di emozioni più evidenti di circospezione e paura
- sistema frustrazione-rabbia
- 5-6 mesi altre forme di disagio come delusione e insoddisfazione
- dopo i 6 mesi evolvono in rabbia e, successivamente, i collera
- processi di progressiva differenziazione
- sviluppo emotivo precoce collegato a quello cognitivo-sociale
- forme di base che preparano all azione o modalità prototipiche anticipatrici delle emozioni vere e
proprie
- gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto, interesse e sorpresa
- per esse primaria o di base deve possedere specifico substrato neurale
- distinta configurazione facciale
- criterio per verificare carattere fondamentale e innato .> emozioni riconosciute in maniera
pressoché universale
- emozioni non solo per esprimere stati d’animo, ma per relazionarsi con l’adulto
- emozioni come mediatori sociali
- madri reagiscono al sorriso del bambino
- scaffolding -> rispondere in modo appropriato ai segnali del piccolo
- oltre al supporto emotivo, adulto orienta le espressioni emotive in accordo con le regole e le
aspettative socio-culturali
- indicatori importanti del sistema affettivo -> regolazione delle emozioni
- socializzazione delle emozioni -> attribuzione di significato ad eventi e stimoli interni/esterni che
attivano le emozioni
- bambini apprende da adulti quali siano condotte emotive appropriate alle diverse differenze
- modi più consoni per manifestare emozioni e per far fronte agli eventi emotigeni
- incoraggiata regolazione e monitoriaggio delle condotte emozioni, in modo che siano sempre
appropriate ad ogni contesto
- emozioni comunicano e segnalano stati interni
- regolano lo stile e la natura delle interazione
- scambi emotivi bambino/adulto necessari per lo sviluppo del bambino
- 4 fasi di sviluppo
- I fase: primi 2 mesi
- comportamenti di segnalazione e di avvicinamento verso qualsiasi persona
- bambino si orienta segnali di cui è dotati: pianto, sorriso e vocalizzazioni
- funzione biologica dia assicurare benessere, sicurezza e protezione
- successivamente bambino comincia a riconoscere, non solo olfattivamente, ma anche
visivamente, le persone che si occupano di lui
- II fase dai 3 ai 6 mesi
- comunicazioni dirette una o più persona discriminate, di solito madre
- non muta comportamenti, ma inizia a discriminare tra figure familiare e sconosciute
- III fase dai 6 mesi ai 2 anni
- segnali di mantenimento della vicinanza con la persona disscirmata
- impara a camminare e ampia repertorio comportamentale
- segue, si avvicina, si allontana dalla madre
- contatto preferenziale con figura di attaccamento
- altre persone familiari figure di attaccamento secondarie
- estranei suscitano reazioni caute e distaccate
- ansia da separazione e paura dell’estraneo
- IV fase dai 2 anni in poi
- scopo programmato -> perseguimento di scopi e obbiettivi regolati dai feedback ambientali
- comprotomaneti intenzionali, pianificazione obiettivi, comprensione esigenze altrui
- rapporto reciproco, non unidirezionale
- abilità del bambino di comprendere emozioni della madre e di adattarsi alle sue esigenze
- altre forme di attaccamento, influenzate dal modo in cui si è organizzato quello verso la figura
preferenziale
- 3-4 anni -> competenze linguistiche
- pattern relazionali iù complessi
- importanza delle espreizne sperimentate dal ambino nel rapporto con la figur adi attaccamento
- comportamento e relazione affettiva dei genitori influiranno anche sull’adattamento futuro
- riesamina del concetto di sensibilità materna non più concepita come fattore centrale e
determinante dello sviluppo dei legami affettivi
- riesamina del concetto di monotropia -> presenza di legami simultanei
- modelli operativi mediatori nell’evoluzione delle relazioni future
- SAT -> vignette che rappresentano situazioni di separazione
- bambini con attaccamento sicuro -> ansia da separazione, ma fanno fortne positivamente alle
situazioni
- bambini insicuri .> esagerate reazioni emotive o totale disinteresse ed indifferenza
- bambini sicuri -> maggiori competenze sociali e amicali
- entusiamso, affetti positivi, fiduciosi e competenti nel risolvere conflitti sociali
- bambini evitanti -> per evitare il ripresentarsi di esperienze di rifiuti/indifferenza, non costano loro
stato emotivo
- ciò accade soprattutto se sistema di attaccamento è attivato
- bambini isolati e ostili
- relazioni di sfruttamento -> dominante (storia di evitamento) e dominato (attaccamento ansioso
ambivalente o evitante)
- bambini insicuri ambivalenti -> timorosi di subire privazioni e di non ricevere abbastanza affatto
- più permalosi, più sensibili a ironia e critica, iperattivi, vittimismo
- bambini insicuri in età prescolare
- problametatiche comportamenti esternalizzate ed internalizzate favoriscono rifiuto da parte dei
coetanei
- prime agenzie educative -> bambino estende, generalizza, verifica e rivede alla luce dei nuovi
incontri i propri modelli relazionale
- stabilità dei modelli mentali dell’attaccamento nel corso dello sviluppo
- alcuni studi -> stesso tipo di legame a 12 mesi rimane immutato a 18 e 6 anni
- altri -> 3-6 anni socievolezza, buona relazioni, cooperazione connessi a sicurezza
nell’attaccamento
- ma la stabilità all’attaccamento è connessa al mondo relazionale del bambino
- continuità dell’attaccamento si manifesta in condizione familiare rimaste uguale e positive
- altri sostengono la mutevolezza della relazione affettiva e i modelli operativi interni
- variabili:
- cambiamento nello stilo di accudimento
- presenza di figure di supporto -> padre, nonni e parenti in funzione protettiva
- temperamento facile del bambino
- interventi psicoterapeutici efficace
- attaccamenti multipli indicativi per nuove relazioni e rimodernamento precedenti
rappresentazioni affettive
- modeli operativii interni all’attaccamento che caratterizzano tarda adolescenza e vira adulta
- AAI -> esplorazione dei ricordi delle esperienze infantili
- codifica non sulla base dei contenuti, ma sulla valutazione dell’esperienza propria del soggetto
- correlazioni tra caratteristiche madri (AAI) e attaccamento figli (SS)
- trasmissione integenerazionale dei modelli mentali
- teoria attaccamento
- attenzione all’aspetto processuali dei legami affettivi -> fattorie interni ed esterni portano a
variazioni
- attenzione alle influenze che caratteristiche dìbambino e fasi dela vita possono esercitare nel
modificare questo speciale legame affettivo nel corso degli anni
- attenzione ai bisogni primari e alle rappresentazioni mentali del bambino che nelle relazioni
vengono e costituirsi e stabilizzarsi
- mescolanza tra continuità e discontinuità
- non se esperienze precoci abbiano effetto, ma se questo effetto rimane invariato da ciò che
accadrà in seguito
6. Le relazioni familiari
- modello process-oriented -> traiettorie tipiche e atipiche che possono determinare adattamento
o disadattamento
- influenze che riflettono il funzionamento quotidiane dal unto di vista emotivo, cognitivo,
fisiologico e sociale
- traiettorie possono cambiare nel tempo -> indipendenza dai primi eventi
- processo di multifinalità -> da condizioni iniziali simili possono derivare esiti diversi
- processo di equifinalità -> da funzionamenti psicologici diversioni raggiunti esisti simili
- processi spiegabili dal fatto che influenze esterne come interagisco tra fattori di rischio e fattori
di protezione
- fattori di rischio -> vulnerabilità e predittivi di disadattamento
- fattori di protezione -> particolari eventi o relazioni che assumono ruolo protettivo in contesti di
rischio
- processi protettivi ->efficaci nell’intreccio con quelli di rischio
- fattore protettivo entra in gioco per ricondurre la traiettoria sulla positività
Capitolo 8 - L’adolescenza
- periodo di transizione -> cambiamenti fisici, intellettivi, affettivi e sociali significativi
- conquista dell’identità personale
- processi cognitivi, anche sottesi alla comprensione delle regole morali
- relazioni affettive e sociali -> famiglia e coetanei
- fase prepuberale (1-2 anni prima pubertà) -> alcune lievi modificazioni corporee di
arrotondamento delle forme e leggero aumento di peso
- pubertà -> cambiamenti rapidi e disarmonici
- due categorie di modificazioni osservabili: scatto di crescita e maturazione sessuale
- forte accelerazione dello sviluppo fisico e maturazione sessuale
- femmine -> sviluppo seno, primi peli pubici, arrotondamento fianchi, menarca
- maschi -> crescita testicoli e pene, primi peli pubici, semenarca, cambio di voce e barca
- fase post-puberale e tarda adolescenza -> mutamenti meno evidenti e di completamento
- variabilità individuale nello sviluppo puberale -> fattori genetici e ambientali
- alimentazione più o meno adeguata influisce sullo sviluppo
- altezza, peso, dimensioni di certe parti del corpo e loro proporzioni -> indici di sviluppo
- Freud -> adolescenza come abbandono delle pulsioni di tipo pregenitale e investimento delle
zone erogene parziali
- abbandonato il tutto in favore delle pulsioni di tipo genitale -> ora la pulsazione, non più
autoerotica, trova il suo oggetto sessuale
- riemergere pulsazioni libidiche -> riattivazione dei complessi edipici
- perdita del controllo pulsione e fantasie sessuali -> l’Io deve controllare le spinte libidiche
- meccanismi di difesa -> rimozione, formazioni reattive, identificazione e proiezione,
razionalizzazione e sublimazione
- l’esito positivo di questa crisi è l’organizzazione della sessualità matura e genitale
- adolescenza come fase di conflitto tra forze istintualità del cambiamento fisiologico e le difese
dell’Io
- dall’ esito de conflitto tra Es, forte e attivo, ed Io, rigido e ancora poco flessibile, dipenderà
l’insorgenza di sintomi nevrotici o di strutturazione armonica della personalità
- difese tipiche dell’adolescente come esito di conflitto Io ed Es: ascetismo ed intellettualizzazione
- Blos -> importanza dei processi di integrazioni delle esperienze precedenti -> passi intermedi
dello sviluppo
- 5 fasi delle evoluzione adolescienzale: preadolescenti, prima adolescenza, adolescenza, tarda
adolescenza e postadolescenza
- passaggi importanti dal cui superamento dipenderà la costituzione di relazioni oggettuali mature
- fase dell’adolescenza-> reviviscenza del complesso di Edipo e la liberazione dagli oggetti di
amore primari
3. L’identità adolescenziale
- Marcia -> identità in relazione ad importanti aspetti della vita adoelsceinzaile (avoro, valori
religiosi, credenze politiche ed atteggiamenti sessuali)
- 4 stati di identità -> diffusione, esclusione, moratoria e raggiungimento dell’identità
- essi si configurano nel intersecarsi di esperienza ed impegno
- vita adolescente nuove esperienze di tipo affettivo, relazione, lavorativo o valoriale
- possono essere affrontate con maggiore o minore impegno -> risorse ed energie emotive
- ruolo importante degli impegni -> ad essi legai gli finali delo sviluppo
- ogni tipo di impegno si concetti in uno stato di identità
- identità realizzata -> esperienza esplorativa coniugata da valido impegno
- blocchi d’identità ->pressione verso impegni seri è precise da non consentire libera
sperimentazione
- diffusione o confusione d’ìidentià -> esplorazione incerta e impegno poco soddisfacente,
individuo non ha ancora scelto o riflettuto
- moratoria dell’identità -> stallo, prolungamenti fase esplorativa, dubbi tra alternative
- diffusione come fase di minore maturità
- importanza dei meccanismo socio-cognitivi che adolescenti usano nel processo di costruzione e
ricostruzione dell’identità
- 3 tipi di processi con cui individui affrontano i normali compiti e gli ostacoli, contraddizione e
situazioni stressanti
- stile normativo
- valori, credenze e prescrizione sociali interiorizzati
- ambiguità non tollerata
- difesa della propria struttura identitaria da contraddizione e segnali che potrebbero metterla in
discussione
- stile informativo
- modalità produttive, coping orientato al problema
- autoriflessività, introspezione
- capacità di esplorazione prontezza di cogliere info dall’esterno
- capacità di mettersi in discussione
- stime diffuso/evitante
- scelte rimandate e decisioni procrastinate
- evitati i conflitti indennitari con rischio che sarà poi l’ambiente a decidere per lui
- coping emozionale, strategie decisional disadattate
- sviluppo delle funzioni cognitive per capire tutte le sfumature -> pensiero operatorio formale
- deciso ampliamento dell’intelligenza
- elaborazione teorie, ideare e verificare situazioni possibili, critica
- Piaget -> capacità di pensare in termini di possibilità anziché di semplice realtà concreta
- adolescente di fronte ai problemi -> strategie cognitive di proiezione delle relazioni possibili
- pensiero formale possiede propria specificità
- pensiero ipotetico-deduttivo
- formulare ipotesi -> ragionare su situazioni “immaginate”
- formulare deduzioni -> partire da ipotesi per trarne conseguenze sulla base di concetti
- analisi combinatoria
- analisi delle singole variabili unite alle possibili combinazioni tra loro
- inventario completo delle diverse possibilità
- pensiero preposizionale
- utilizzare logica delle proposizione, distinguendole collegandole
- esperimento del pendolo
- abilità cognitive esercitano influenza sullo sviluppo di autoconsapevolezza e percezione di sé
- capacità di astrazione -> potere del pensiero che si accompagna alla consapevolezza di questo
potere
- imposizione del desiderio di elaborare i dati su cui fondare le proprie convinzioni
- elaborare teorizzazione, individuare contraddizioni, aderire a valori (a volte utopici), criteri guida
valoriali e comportamentali
- esercizio del pensiero -> sottoporre a critica serrata le proprie e altrui opinioni
- divenendo più capaci di concepire contenuti astratti e stiauzioni ipotetiche -> riflessione più
accurata
- adolescente investe sulla capacitò di pensare il mondo fisico e sociale
- il bisogno comprendere e attribuire significati agli eventi si manifesta attraverso il racconto e la
narrazione delle proprie esperienze
- neopiagetiani -> preferenza dell’approccio Hip a quello della logica formale di Piaget
- prestazioni cognitive degli adolescenti variano in base alle variabili contestuali
- post-piagetiani -> ragazzi di 11-16 più facilitati di fronte a compiti logici o pragmatici se messi in
condizione di poterne discutere (conflitto cognitivo)
- alcune ricerche mettono in discussione il concepire il ragionamento logico come centrale nel
funzionamento mentale dell’adolescente
- logica di sua natura sottovaluta gli schemi inferenziali diversi da quelli logici (come quelli
pragmatici) e le regole del pensiero comune
- ragionamenti appaiono legati al contesto con riferimenti familiari
- essi aiutano la risoluzione di problemi simili a quelli basati su logica astratta
- pensiero formale non è slegato dal contesto
- strategie del pensiero formale di Piaget non comprendono appieno le modalità in cui si articola
lo sviluppo mentale dell’adolescente
- contento, familiarità con compito ed esperienza in certi domini sono condizioni importanti
- quando giovani devono prendere decisioni la famiglia assume un ruolo fondamentale, su scelte
di scolastiche e professionali
- gruppo dei pari influisce su stile di vita e scelte sociale
- influenze diverse dei due ambiti