PIAGET
Viene considerato il capostipite delle teorie organismiche in quanto, tramite l’osservazione diretta, ha sintetizzato le fasi evolutive del
bambino e ha individuato, per ciascuna fase, gli aspetti più determinanti attraverso i quali il bambino traduce la sua interazione con il
mondo che lo circonda. Nel suo enunciato, Piaget considera gli stadi evolutivi come una tappa obbligata per il bambino che si deve
porre come protagonista attivo nei confronti di quell’ambiente che sarà promotore della sua maturazione (soggetto attivo - attivismo
pedagogico). La sua posizione, in merito alla posizione attivista del bambino, è la base su cui si fonda il suo pensiero:
L’epistemiologia genetica secondo la quale la conoscenza viene appresa tramite un processo dinamico e in continua evoluzione, in
grado di adattare il bambino all’ambiente che lo circonda.
Concetti chiave
Fasi evolutive ben delineate, sequenziali e determinanti per lo sviluppo psicologico del bambino
Il bambino e’ un soggetto attivo nel processo di crescita e maturazione
Epistemiologia genetica riguarda lo studio del processo evolutivo tramite l’interazione con l’ambiente esterno, in relazione a differenti
stadi evolutivi
VYGOTSKIJ
Per Vygotskyj il linguaggio è lo strumento attraverso il quale si sviluppa il processo cognitivo. Quest’affermazione nasce
dall’osservazione del fatto che il bambino, nell’espletare alcuni compiti motori, utilizza gli oggetti in maniera confusionaria e caotica,
come se non ci fosse una reale finalità alle sue azioni. Con l’insorgere del linguaggio, tali atteggiamenti svaniscono e i gesti sono
accompagnati dalle parole, come se esse gli permettano di risolvere meglio il compito che si appresta a portare a termine. Per Piaget,
una caratteristica fondamentale del bambino è il suo egocentrismo radicale che non gli permette di immedesimarsi nella prospettiva
altrui, limitando il suo sviluppo cognitivo. Per Vygotskij tale funzione è fondamentale per il suo sviluppo in quanto rappresenta una
forma di ragionamento interiore palesato. Il linguaggio ha, quindi, una funzione di moltiplicazione degli stimoli, in quanto rappresenta
una auto-stimolazione, e una funziona auto regolativa, in quanto diventa più riflessivo, meno impulsivo e più capace di pianificare le
azioni. Il linguaggio diventa sociale nel senso che viene utilizzato con gli adulti che lo circondano per il raggiungimento di uno scopo.
L’idea, su cui si basa il pensiero di Vygotskij, è che lo sviluppo dell’individuo ruota intorno a fattori di natura ambientale, storico-
culturale e sociale. I simboli e il linguaggio sono strumenti psichici superiori e strumenti attraverso i quali si realizza lo sviluppo
cognitivo e gli stimoli, provenienti dall’ambiente esterno, fungono da mezzo attraverso il quale le funzioni psichiche superiori si
sviluppano. Tale elemento è chiamato appunto stimolo-mezzo.
Concetti chiave
Per Vygotskij l’ambiente è un fattore tanto importante quanto il linguaggio in ottica di sviluppo cognitivo, in quanto essi permettono
di acquisire gli strumenti necessari a risolvere problemi quotidiani. Il linguaggio diventa strumento sociale nel senso che il bambino lo
utilizza come tramite per raggiungere un fine.
BRUNER
Integra gli studi di Piaget e Vygotskij e stila la teoria dello sviluppo cognivo che può essere delineato nel concetto di
rappresentazione, un sistema di codifica degli stimoli esterni sensibile al grado di maturazione del soggetto.
1. Le rappresentazioni esecutive - Le prime ad emergere e rappresentano le azioni che il bambino può eseguire con gli oggetti che lo
circondano (afferrare e portare alla bocca) e l’ambiente. Impara e apprende agendo.
2. Le rappresentazioni iconiche - Sono rappresentazioni mentali, sotto forma di immagini interne, che costituiscono la
riorganizzazione della realtà. Tanto più è il grado d’interesse verso tale oggetto tanto più dettagliata e l’immagine mentale che si
forma nel bambino.
3. Le rappresentazioni simboliche - Sono rappresentazioni astratte stabilite socialmente
Concetti chiave
La teoria dello sviluppo cognitivo di Bruner abbraccia le idee di Piaget e Vygotskij e le sintetizza nel concetto di rappresentazione
che, altro non è che un sistema di codifica degli stimoli che l’ambiente esterno e l’istruzione danno al bambino. A differenza di Piaget,
le rappresentazioni non seguono una logica sequenziale.
FREUD
Fondatore della psicanalisi. La psiche viene descritta secondo due modelli: topografico e strutturale.
Il modello topografico descrive 3 livelli essenziali:
Conscio - Tutto ciò di cui il soggetto è consapevole tramite le sensazioni e la volontà
Pre-conscio - Sono elementi psichici che, pur essendo inconsci, possono essere riprodotti in maniera conscia
Inconscio - Tutto ciò che non è possibile far affiorare alla coscienza poiché il cervello, per difesa, tende a rimuoverle
Il modello strutturale che descrive la psiche attraverso 3 elementi differenti:
Es - Si definisce come la nostra parte più intima del nostro essere, relegata all’inconscio e si manifesta attraverso pulsioni, in quanto
risponde solo al soddisfacimento dei propri desideri istintivi. Il bambino vive solo in questa dimensione mentale, la pulsione.
Io - Rappresenta la funzione di lettura e traduzione dell’ambiente esterno e fa da tramite con L’es, in quanto filtra tutte le informazioni
e le mette in relazione con esso, dirigendo e razionalizzando le risposte emotive (l’Io è la ragione, l’Es è la passione selvaggia). Il
bambino viene a conoscenza delle regole sociali tramite l’interazione con l’ambiente esterno
Super-Io - Assolve alla funzione di censura morale dei propri comportamenti e ricompensa l’Io con sentimenti e sensazioni positive
Concetti chiave
Freud definisce la psiche di un individuo attraverso 3 elementi che svolgono funzioni diverse: Es, Io e Super-Io. L’Io cerca di
conciliare tutte le esigenze dell’Es, passionale e senza morale; e del Super-Io che deve tradurre la realtà e imporre delle regole morali.
LA TEORIA EVOLUTIVA DI FREUD
La teoria evolutiva stilata da Freud è stadiale e legata alle zone erogene (zone attraverso le quali il bambino trae piacere)
1. Stadio orale - La bocca rappresenta la principale zona erogena attraverso la quale il bambino conosce il mondo che lo circonda
(tutti gli oggetti sono portati alla bocca). Le esigenze da soddisfare sono quella sessuale e quella distruttiva (Eros e Thanatos)
2. Stadio anale - In questa fase è l’ano, cioè la sua capacità di controllo sfinterico, a gratificare la maggior parte dei desideri. In questa
fase si sviluppa una prima forma, seppur semplice, di conflitto tra Es (gratificazione attraverso l’evacuazione) e l’Io (che vuole
ritardare tale piacere al momento più opportuno, come imposto dai genitori)
3. Stadio fallico - In questa fase la zona erogena principale è rappresentata dai genitali (comprende la prima differenziazione tra
maschi e femmine). Si sviluppa una pulsione sessuale e incestuosa verso il genitore di sesso opposto e un’idiosincrasia verso il
genitore dello stesso sesso (complesso Edipico).
4. Stadio di latenza - In questa fase la sessualità viene spostata (viene assopita la pulsione dell’Es) verso attività più accettabili
(sviluppo del Super-Io)
5. Stadio genitale - La zona erogena è spostata nuovamente agli organi sessuali ma l’Io governa completamente le pulsioni dell’Es
Concetti chiave
La formazione della psiche del bambino passa attraverso 5 stadi, ciascuno caratterizzato da una spinta emotiva, generatrice del
conflitto, e una zona erogena, fonte di acquisizione delle informazioni dall’esterno
ERIKSON
Riprende gli studi di Freud e definisce gli 8 stadi dello sviluppo psico-sociale durante tutto l’arco di vita dell’essere umano. Ogni
stadio rappresenta una crisi d’identità e il suo superamento alimenta la maturazione della personalità. Per ogni fase, il soggetto si trova
ad affrontare due forze opposte, una positiva e una negativa che, se non risolta, può portare a problemi nella fase successiva.
Importanti sono anche le figure di riferimento con cui l’individuo si confronta maggiormente e che possono essere promotrici della
risoluzione della crisi:
Forze Figura di Condizioni Condizioni Virtù che si Patologia che si
Risoluzione
opposte riferimento positive negative sviluppa sviluppa
Il bambino
La madre si inizia ad
occupa del La madre trascura accettare la
Fiducia La madre, con la Speranza - Esiste Rassegnazione
bambino in il bambino e non presenza
quale sviluppa un una risoluzione
- maniera adeguata, lo soddisfa nei Dipendenza discontinua
rapporto ciclico e positiva ai
nutrendolo e suoi bisogno patologica della madre ed è
Sfiducia costante problemi
dandogli primari più propenso
attenzione alla conoscenza
di altri soggetti
Il bambino viene L’autonomia
Autonomia Componenti del portato porta il bambino
Il bambino si Volontà a Vergogna
nucleo familiare con i gradualmente e in a svolgere i
- sente giudicato se superare le
quali il bambino maniera guidata Dubbio compiti in
commette errori difficoltà
Vergogna interagisce alla risoluzione maniera
dei problemi autonoma
I genitori
incentivano
I genitori cercano Il bambino
l’iniziativa non
Componenti del ripetutamente di intraprende
Iniziativa censurando
nucleo familiare con i correggere degli Inibizione attività
episodi Prefiggersi scopi e
- quali il bambino atteggiamenti che volontariamente
d’iperattività, propositi Frustrazione
interagisce e altri il bambino adotta e si pone in
Senso di colpa frutto piuttosto di
bambini in maniera maniera
una curiosità
naturale costruttiva
verso l’ambiente
esterno
Industriosità
Sana Difficoltà Il bambino
- competizione con scolastiche che si Inerzia termina i
Coetanei Competenza
i suoi coetanei a risolvono sempre Rassegnazione compiti ed è
Senso di
scuola in insuccessi curioso
inferiorità
Predisposizione
Il soggetto non
Identità I genitori pongono ad accettare il
riesce ad
attenzione sui Fedeltà o futuro e
- Famiglia identificarsi in Ripudio
modelli educativi autoconsistenza accettazione di
nessun modello
Confusione adottati dal figlio se stessi e le
educativo
autorità
Predisposizione
Intimità Capacità di all’apertura nei
Non riuscire ad
instaurare un confronti delle
- Ambiente di vita instaurare L’amore Esclusività
rapporto profondo persone, e ad
rapporti sinceri
Isolamento e leale instaurare
legami
La generatività
Generatività Il soggetto si
promuove Attitudine
preoccupa del
- Ambiente di vita l’attenzione e la fatalista o Filantropia Sovraestensione
proprio futuro e
cura verso le disfattista
Stagnazione quello altrui
generazioni future
Apertura alle
novità,
Integrità
Accettazione Ripudio della accettazione
- Ambiente di vita favorevole della propria esistenza, Saggezza Disprezzo della propria
propria esistenza sconforto esistenza e delle
Disperazione
nuove
generazioni
BOWLBY
Teoria dell’attaccamento si basa sulla tesi secondo la quale il legame tra madre-figlio si esprime attraverso risposte istintuali o innate
primarie e indipendenti (succhiare, aggrapparsi, seguire, piangere e sorridere) messi in atto in modo che la madre resti in contatto
con lui, formando il comportamento di attaccamento. Tali risposte hanno un andamento variabile e si manifestano sotto forme
espressive diverse in relazione all’età. Il rapporto simbiotico con la madre è vitale per il bambino, in quanto esso è completamente
dipendente da essa e tutte le azioni, che esso compie, sono messe in atto per mantenere una distanza fisica accettabile con la madre (se
il bambino ha paura, piange).
Fasi dello sviluppo dell’attaccamento:
1. Fase di orientamento e segnalazione senza discriminazione - Nella prima fase, il bambino è interessato ai volti delle persone che, a
poco a poco, comincia a riconoscere. Mette in atto schemi di comportamento semplici per ottenere cibo o prossimità con l’adulto di
riferimento (la madre) e tende a reiterare e rafforzare quelli che sortiscono maggiormente gli effetti sperati
2. Orientamento e segnalazione con discriminazione - Se nella prima fase, tutti i comportamenti erano messi in atto in maniera
indiscriminata, verso i 3 mesi, il bambino inizia a rivolgere esclusivamente alla madre tutte le sue attenzioni ma non potendo agire
direttamente, data la sua scarsa capacità motoria, spetta alla madre cogliere tutti i segnali
3. Mantenimento della prossimità - In questa fase (5-6 mesi), con la maturazione delle abilità motorie, accresce anche la frequenza dei
comportamenti esecutivi atti a mantenere una distanza prefissata e accettabile con la madre. Anche se esso diventa parte più attiva, è
la madre che resta la principale responsabile del soddisfacimento del desiderio di attaccamento del bambino.
4. Formazione di una relazione reciproca - Oramai la relazione madre-figlio è consolidata e il bambino riesce a prevedere i
comportamenti della madre. I comportamenti messi in atto hanno lo scopo di modificare i comportamenti del genitore in una sorta di
primordiale forma di persuasione. La responsabilità dell’attaccamento, adesso, ricade sul bambino.
Bowlby individua dei modelli operativi interni, cioè tutti quei comportamenti attraverso i quali il bambino risolve i conflitti e i
problemi quotidiani. Questi modelli si arricchiscono nel numero e nell’efficacia, in quanto fanno tesoro delle esperienze passate.
Bowlby, inoltre, evidenzia come la presenza o l’assenza del rapporto simbiotico con la madre possa avere ripercussioni più o meno
acute nella psiche dell’adulto. Tali conseguenze sono effetti della deprivazione (totale o parziale) della madre, cioè l’assenza di un
rapporto stabile e di mutuale godimento con la madre.
Concetti chiave
Per Bowlby, il bambino interagisce con il mondo esterno e la figura di riferimento tramite delle risposte istintuali (innate) primarie e
indipendenti (una non influenza l’altra e si sviluppano in maniera differente tra gli essere umani). Tali comportamenti sono massi in
atto per mantenere una distanza fisica ed emotiva, con la madre, accettabile, in quanto esso non può sopravvivere senza il suo aiuto.
Tali comportamenti sono alla base della teoria dell’attaccamento che si compone di 4 fasi, ognuna contraddistinta da un pool di
comportamenti tipici legati soprattutto alle capacità motorie acquisite.
AINSWORTH
Una delle maggiori collaboratrici di Bowlby, ha elaborato la procedura della strange situation (SSP) per valutare la qualità
dell’attaccamento tra figlio-madre, ponendo il bambino in situazioni sperimentali (una camera con la madre, il bambino e un
estraneo). Le figure coinvolte fanno determinate azioni e si osservano le reazioni del bambino, che mette in atto comportamenti atti a:
cercare il contatto, mantenere il contatto, resistere al contatto o resistere all’interazione. Dall’osservazione delle risposte del bambino
le categorie che ne derivano sono 3:
Insicuro ed evitante - In questa categoria ricadono i bambini che hanno mostrato indifferenza nei confronti della presenza/assenza
della madre o dell’estraneo, non palesando sentimenti di ansia;
Sicuri - I bambini, in questa categoria, si mostrano più sensibili alla presenza della madre, non mostrano necessariamente rifiuto nei
confronti dell’estraneo e se entrano in stato d’ansia, questa viene attribuita per lo più all’assenza della madre che si figura, quindi,
come figura essenziale all’esplorazione dell’ambiente. I bambini di questa categoria hanno sperimentato degli episodi di attaccamento
positivi, cioè, le madri hanno risposto adeguatamente alle loro richieste d’attaccamento;
Ambivalente - In questa categoria ricadono quei bambini che non hanno mostrato un sensibile cambiamento (in termini di ansia) con
la presenza della madre. Mostrano un comportamento ambivalente nei suoi confronti, non considerandola una presenza sicura.
Solo successivamente viene istituito il quarto gruppo:
Disorganizzati - Quei bambini che non hanno risposte coerenti con le loro intenzioni e non ricercano la madre come figura di
supporto. Solitamente, in questo gruppo, ricadono quei casi un cui i bambini hanno subito episodi di maltrattamenti
Concetti chiave
Ainsworth, partendo dalle teorie sull’attaccamento di Bowlby, ha elaborato la teoria della strange situation, in cui ha osservato come il
bambino reagisce a delle situazione che coinvolgono la madre, lui e un estraneo. Dalle risposte dei bambini, ha stilato, dapprima, 3
profili di attaccamento. Solo successivamente è stato aggiunto un quarto profilo, legato a situazioni patologiche.
SELMAN
Ha rivolto la sua attenzione verso la capacità del bambino di porsi nella prospettiva degli altri per capirne i punti di vista differenti.
Questi studi sono stati utili a definire un curriculum scolastico che preveda attività di apprendimento tra pari. Il Role-taking è la
capacità di osservare il mondo dalla prospettiva degli altri. Le idee, da cui Selman è partito, sono state influenzate dagli studi di Piaget
circa l’egocentrismo che, nei primi stadi dello sviluppo cognitivo, pervade nella decodificazione del mondo, riportando a sé tutti gli
eventi che lo circondano. Per Selman, l’attività di role-taking, può rendere il bambino più capace di porsi in prospettiva diversa dalla
sua e che ci siano più soluzioni a un problema, più punti di vista.
PEDAGOGIA
TEORIE DELL’APPRENDIMENTO
Il comportamentismo - Secondo questa tesi, il soggetto apprende tramite degli stimoli (S), che provengono dall’esterno, a cui il
soggetto fornisce delle risposte (R). Il soggetto si pone in atteggiamento passivo (fruitore passivo degli stimoli) e apprende, cioè,
associa, in maniera stabile, a uno stimolo una determinata risposta.
PAVLOV
Ha studiato il comportamento dei cani in relazione a uno stimolo, asserendo che, alla comparsa di cibo (stimolo incondizionato) i cani
iniziano a salivare (risposta incondizionata). Essendo risposte connaturate nella natura della specie, questi comportamenti non
rappresentano una vera e propria forma di apprendimento. Se, tuttavia, si introduce uno stimolo neutro (chi elargisce cibo indossa
sempre un camice bianco, oppure la somministrazione di cibo è preceduta da un rumore) che precede la somministrazione di cibo,
esso, con il tempo, basterà a indurre una risposta nell’animale (stimolo condizionato - risposta condizionata) anche senza la presenza
del cibo. Questo cambiamento rappresenta una forma elementare di apprendimento.
WATSON
Considerato il padre del comportamentismo. Afferma che, tra ambiente attivo e soggetto passivo, si generano processi di
condizionamento che inducono il soggetto ad apprendere. Le risposte, indotte dallo stimolo, rispettano due leggi: legge della
frequenza (la probabilità che una risposta avvenga è proporzionale al numero di volte che si manifesta in risposta ad uno stimolo); e
legge della recenza (la risposta più recente è quella più probabile)
THORNDIKE
Per Thorndike, l’apprendimento è raggiunto mediante un meccanismo di prove-errori, cioè, si adottano comportamenti, quasi causali,
fino ad individuare quello che soddisfa il nostro scopo. Per ottenere un apprendimento, è necessario un rinforzo positivo che
promuova il reiterare dei comportamenti favorevoli
SKINNER
Skinner definisce due tipologie di comportamenti: rispondente, che segue il paradigma stimolo-risposta, oggetto di studi di Pavlov,
Watson e Thorndike, di natura passiva; operante, che agisce volontariamente al fine di ottenere una ricompensa, o beneficio. Il
paradigma si instaura tra condizionamento operante e comportamento operante, di natura attiva. Anche il bambino adotta
comportamenti operanti con la madre, quando vuole soddisfare bisogni primari.
Il cognitivismo della Gestalt - Corrente filosofica in contrasto con il comportamentismo, in quanto afferma che l’apprendimento non
è solo frutto di una successione di prove-errori ma di fenomeni intuitivi
KOHLER
Attraverso gli studi condotti sui primati, Kohler ha definito come insight l’improvvisa illuminazione che permette ai primati di
raggiungere il cibo e risolvere il problema. Quest’idea è frutto di una ristrutturazione del pensiero nel vedere in maniera globale il
problema piuttosto che una mera sequenza fortuita di prove-errori. La Gestalt studia le situazioni e i processi psichici che non possono
essere definiti se scomposti nelle loro singole parti.
WERTHEIMER
Ha formulato gli studi sul movimento stroboscopico, secondo i quali un soggetto percepisce globalmente un fenomeno senza
soffermarsi sui suoi singoli elementi costituenti in quanto se ci si sofferma sui singoli elementi si perde il loro significato globale (le
note musicali), il tutto precede le parti. L’applicazione di queste idee, in ambito scolastico, si sostanzia nel proporre la risoluzione di
problemi nuovi e inconsueti per stimolare l’intuito. Ne derivano due forme di pensiero, uno produttivo, stimolato da problemi nuovi e
inconsueti, considerati nella sua totalità; uno riproduttivo, coinvolto meccanicamente per affrontare situazioni già note.
HIP
E’ una teoria psicologica che studia la mente umana e tutti i suoi processi, utilizzando un’analogia con i computer.
Input -> Output
L’uomo può essere considerato un elaboratore in quanto riceve degli stimoli dall’esterno (input), le elabora con le sue strutture
cognitive e produce una risposta (output). Il modello del funzionamento della mente umana è stato elaborato e prevede 3 tipologie di
memorie che si scambiano informazioni vicendevolmente: multi-store model.
1. Memoria sensoriale - è la memoria più esposta all’ambiente esterno. Selezione e filtra gli stimoli alla memoria a breve termine.
2. Memoria a breve termine - riceve le informazioni dalla memoria sensoriale e richiama alla mente tutte le informazioni, riguardanti
quello stimolo, già presenti nella memoria a lungo termine
3. Memoria a lungo termine - è quella parte della memoria in grado di immagazzinare informazioni illimitate
APPROCCIO METACOGNITIVO
Al cognitivismo si affianca lo studio dell’attività metacognitiva, cioè, un’attività di autoriflessione che rende l’attività di
autoriflessione più consapevole e soggetta a monitoraggio e valutazione. L’attività metacognitiva si divide in fasi:
1° fase - Comprensione della natura del compito da svolgere e le sue caratteristiche attraverso la metacomprensione
2° fase - Scelta di una strategia adeguata, richiamata alla memoria tramite la metamemoria
3° fase - Gestire e distribuire bene il tempo a disposizione per terminare il compito entro un tempo prestabilito
4° fase - Previsione dell’esito in relazione alla strategia adottata
5° fase - Controllo degli esiti, in modo da sviluppare una flessibilità dell’applicazione delle strategie
6° fase - Valutazione del risultato
La metacomprensione è la capacità di valutare, consciamente, il livello del compito da svolgere. Nei bambini, fino a una certa età, la
scarsa attività metacognitiva, non permette di mettere a fuoco i punti critici di un problema, o le sue incongruenze. Questa capacità si
sviluppa gradualmente con l’avanzare dell’età.
La metamemoria è la capacità di richiamare alla memoria una strategia che, in passato, ha già avuto successo, attingendo dalla
memoria. Anche questa capacità si dimostra scarsa nei bambini che potrebbero ammettere di non saper risolvere un compito, anche se
è già stata fornita una soluzione.
COSTRUTTIVISMO
Prevede che nell’individuo si sviluppino strutture psichiche che permettono di leggere e interpretare la realtà. Risulta, quindi,
fondamentale l’interazione tra il soggetto e l’ambiente esterno, grazie alla quale esso apprende. Per il costruttivismo epistemiologico,
l’esistenza della realtà è inconoscibile, se non grazie alla costruzione mentale che abbiamo della stessa.
KELLY
Ha stilato la psicologia dei costrutti personali in cui si afferma che la conoscenza non può essere costruita come qualcosa di oggettivo,
ma è una rappresentazione che ogni individuo realizza in maniera del tutto personale e soggettiva. Per Kelly, l’uomo formula ipotesi
che tenta di convalidare/confutare e può ammettere l’esistenza di visioni alternative alla propria (alternativismo costruttivo)