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Capitolo 1.

Psicostronzate

1.1

Teoria della percezione:

• Psicofisiologica (Helmholtz):
o I ricettori dei colori (rosso verde blu)
o I dati sensoriali (inferenze inconsce)
• Gestalt (la forma): i dati sensoriali non agiscono da soli ma vengono organizzati
in pattern, secondo principi (prossimità, somiglianza, forma chiusa, buona forma,
continuità…)
• Funzionalismo (Bruner): gli stati emotivi influenzano la percezione
• Cognitivismo: la mente è come un computer (superamento della concezione
stimolo-risposta di Skinner)

L’attenzione è la selezione di informazioni in base a interessi e aspettative. Compiti


primari e secondari. Broadbent: è un filtro in base a compiti, aspettative e finalità.
Secondo Hirstekalmar l’attenzione è maggiore quando fai 2 compiti diversi, minore
quando fai 2 cose uguali (attenzione selettiva) perché c’è interferenza.

Ultimamente l’attenzione è considerata sistema di controllo delle operazioni cognitive


perché sceglie i processi cognitivi se sono in conflitto (sistema attenzionale superiore)

La memoria conserva e organizza le informazioni (tracce).

Il processo secondo Atkinson è il seguente: Input – Registro sensoriale (brevissimo) –


Ritenzione (che si articola in memoria a breve termine, codifica, memoria a lungo
termine)

Il ricordo viene attivato:

• Modello associativo
o Per associazione (analogia o contrasto)
o Ripetendo le cose (comporta un risparmio di tempo ed energia rispetto
all’apprendimento ex novo)
• Modello pluricomponenti
o I ricordi son scissi in componenti (e quelli associati ad immagini sono più
facili da ricordare) perché esistono due codifiche:
 Verbale
 Per immagini

Il linguaggio si acquisisce durante l’infanzia secondo queste tappe:


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• 1 mese: distinguono i fonemi vocalici


• 3-4 mesi: distinguono i fonemi consonantici
• 6 mesi: lallazione
• 10-20 mesi: pronuncia di parole singole
• 18-20 mesi: esplosione del vocabolario (Piaget: in quel periodo capiscono la
permanenza degli oggetti):
o Frasi composte da 2 parole (perno: mio-guarda-bello; classe aperta: nomi di
cose)
o Generalizzazione (con errori)
• Dopo i 24 mesi: frasi più complesse con funzionali (articoli-preposizioni-
congiunzioni) e desinenze
• 5 anni: sa parlare

Il linguaggio è innato o acquisito:

• Chomsky: innato, c’è il LAD (dispositivo per l’acquisizione del linguaggio)


• Skinner: acquisito tramite meccanismi di stimolo-risposta
• Piaget: innato e acquisito (fattori genetici e sociali)
• Bruner: innato e acquisito perché oltre al LAD c’è anche il LASS (sistema di
supporto per l’acquisizione del linguaggio) fornito dall’ambiente

Quali sono i rapporti tra linguaggio e pensiero?

• Secondo Watson (comportamentista) il pensiero è un parlare tra sé


• Secondo il cognitivismo il pensiero è indipendente dal linguaggio, che a sua volta
traduce il pensiero in parole
• Secondo Vygotskij c’è un’area di intersezione tra linguaggio e pensiero: il
pensiero verbale (passaggio dal pensiero egocentrico dei bambini al linguaggio
interiore). Il passaggio dal linguaggio esteriore al linguaggio interiore implica una
ristrutturazione del linguaggio per tradurre il pensiero verbale che è abbreviato e
predicativo.

Il linguaggio non verbale è spesso involontario. Esistono cinemi, elementi base di


movimenti e posture.

Si suddivide in:

• Prossemica (Hall e le sfere: intima-personale-sociale-pubblica)


• Cinesica
o Motorio-gestuale
o Mimica faccciale
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La cinesica è codificata da cultura a cultura, ma ha degli elementi invariabili.

I gesti possono essere:

• Rituali (codificati)
• Emblemi (mano a “che cazzo vuoi?”, arbitrari)
• Illustratori (per meglio illustrare)
• Non intenzionali (rossore)
• Regolatori (muovere la testa)
• Adattivi (tradiscono stati d’animo e tratti della personalità tipo toccarsi i capelli
quando si è nervosi)

1.2 Teorie dell’apprendimento

• Comportamentismo:
o Condizionamento classico (Pavlov): il riflesso condizionato. A uno stimolo
incondizionato corrisponde un riflesso incondizionato. Ripetuto varie volte
questo stimolo produce il riflesso. Sostituendolo con uno stimolo neutro il
riflesso è sempre lo stesso e si chiama riflesso condizionato
o Condizionamento operante (Skinner): modifica lo schema per prove ed
errori di Thorndike introducendo il rinforzo (premi o punizioni, i premi
funzionano meglio) nel meccanismo stimolo-risposta
o Comportamentismo: la mente è inconoscibile (black box) e tutto è fisiologia
e condizionamento ambientale. A stimolo corrisponde risposta. Per
eliminare apprendimenti scorretti si usa l’estinzione (presentazione dello
stimolo neutro senza lo stimolo condizionante)
• Imitazione (Bandura): a metà tra cognitivismo e comportamentismo: il
meccanismo stimolo-risposta avviene anche osservando gli altri
• Cognitivismo: la mente è conoscibile e funziona come un computer (metafora
computazionale): input-elaborazione-output. L’apprendimento è dinamico e
avviene con la partecipazione del soggetto, che mediante l’interazione con gli altri
sviluppa conoscenze e abilità. La formazione avviene per stadi:
o Infanzia (0-2): adattamento continuo e attivo; fiducia in sé; tante attività
evolutive;
o Fanciullezza (3-11): le prime scelte (nel gioco); liberazione dal pensiero
egocentrico; pensiero logico; sentimenti e ruoli sociali;
o Adolescenza: alla ricerca di un’identità stabile;
o Età adulta: generatività (scopi della vita, non solo riprodursi), ma anche
problemi psicosociali;
o Tarda età: memoria autobiografica, accettazione di sé.
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• Piaget: due sono i capisaldi:


o Adattamento (i nuovi dati modificano gli schemi mentali) e assimilazione (i
nuovi dati vengono integrati negli schemi mentali). Lo sviluppo avviene
grazie a tre fattori:
 Ambiente biologico e sociale
 Individuo (maturazione del sistema nervoso)
 Adattamento
o Pensiero egocentrico. Lo sviluppo avviene in 4 stadi
 Senso-motorio (0-2 anni): il bambino agisce, se l’azione riesce la rifà,
alla fine scopre la permanenza degli oggetti
 Preoperatorio (2-6): capacità di rappresentazione, pensiero
egocentrico (non serve a comunicare), finalismo, animismo
 Operazioni concrete (7-12): comprende le operazioni (matematiche e
logiche elementari, inclusione, classificazione…). Il gioco sviluppa il
senso morale autonomo (la morale è sempre trasmessa, ma il senso
morale, una volta interiorizzate le norme, può essere autonomo nel
senso che l’individuo sa da solo come comportarsi nel mondo)
 Operazioni complesse (12-15): concetti astratti, ricordi, immagini
mentali, ragionamento per ipotesi, deduzioni
• Kohlberg e il senso morale: 3 stadi
o Preconvenzionale (orientamento: obbedienza per evitare punizioni;
edonismo strumentale: obbedienza per ottenere ricompense)
o Convenzionale (ordinamento: relazioni interpersonali, comportamenti
socialmente accettati; immobilismo sociale: stabilità dell’ordine sociale)
o Postconvenzionale (la legge morale è interiorizzata, l’individuo è pronto per
la morale autonoma)
• Bruner (culturalismo):
o Spinte motivazionali
o Fattori sociali (cultura, convenzioni, simboli). La conoscenza è negoziazione
e investe tutta la vita, non solo le ore scolastiche, perché è incontro e
confronto. Lo sviluppo è il passaggio a sistemi di elaborazione sempre più
complessi tramite tre tipi di rappresentazione (che coesistono, non sono in
successione come in Piaget): attiva, iconica, simbolica
• Attivismo (Dewey): la modificazione del comportamento è dovuta a maturazione
fisica e a una serie di tentativi. L’apprendimento non è quindi solo frutto del
processo biologico, ma è una modifica del comportamento. Imparare facendo,
con il docente come guida: la prima fonte di apprendimento è infatti l’esperienza
diretta. Primato dell’educazione sull’istruzione: puerocentrismo (scuola attiva,
laboratorio didattico personalizzato). La scuola serve per la vita, la conoscenza è
conoscenza di problemi e sperimentazione di soluzioni.
• Vygotskij: il contesto sociale crea le conoscenze, il bambino le interiorizza
interagendo. Il linguaggio egocentrico è un pensare ad alta voce e serve per
Capitolo 1. Psicostronzate

analizzare la situazione e comunicare emozioni ed affetti (funzione interpsichica).


L’interazione individuo-ambiente avviene tramite strumenti materiali e psicologici
(l’individuo sviluppa, interagendo mediante questi strumenti, funzioni psichiche
elevate che storicamente si sviluppano con l’evoluzione della società e sono
usate in modo prima interpsichico poi intrapsichico, all’opposto di come diceva
Piaget). Per V. c’è la zona di sviluppo prossimale, la zona che sta fra il livello
attuale (ciò che si sa o si sa fare) e il livello potenziale (ciò che si sa o si sa fare
grazie all’interazione sociale).
• Psicanalisi: fanno leva sulle motivazioni come Bruner e Piaget. Le motivazioni
possono essere consce/inconsce, semplici/articolate, transitorie/permanenti,
fisiologiche/sociali.
o Winnicott: l’ambiente (il distacco dalla madre è superato grazie al gioco e
con gli oggetti transizionali, come la coperta di Linus, che fanno scoprire
l’alterità
o Erikson: la dimensione psicosociale. L’uomo conosce 8 età divise da crisi
psicosociali. Importante è il passaggio all’età adulta che vede la lotta fra la
voglia di mantenere le sicurezze dell’infanzia e la voglia di crescere, e
passa anche per fasi conflittuali (sentirsi parte di un gruppo vs. voglia di
determinare la propria individualità)
o Bowlby: interdipendenza (etologica) uomo-ambiente, legame madre-figlio
(imprinting)
o Ainsworth: strange situation procedure: una situazione stressante
(abbandono della madre) creato in laboratorio
• Selman e il role taking: lo sviluppo prevede 5 stadi dai 4 a dopo i 14 anni
(egocentrico, oggettivo, autoriflessivo, reciproco, sociale), in cui il bambino scopre
sempre più l’alterità, i punti di vista altrui e riesce ad immedesimarsi.

Altre cose:

• Rumelhart: gli schemi in cui incaselliamo i comportamenti


• Ausubel: l’insegnante come organizzatore propedeutico che richiama ciò che lo
studente già sa (collega il nuovo al noto)
• Costruttivismo: relazione con il contesto, autocostruzione del sapere, azione per
scoperta, cooperazione e scambio sociale, rinegoziazione dei contenuti
• Shulman (teacher’s thinking): comprensione-trasformazione-istruzione-
valutazione-riflessione.

1.3. I tipi di apprendimento, in ordine di complessità, sono:

• Stimolo/risposta
• Concatenazione verbale o motoria
• Discriminazione
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• Concetti
• Principi e regole
• Problem solving

Gli ultimi 3 ci distinguono dagli animali.

• L’apprendimento di concetti (cioè sia degli universali che dei concetti più
complessi o specifici) è connesso con la discriminazione (A diverso da B). La
verifica riguarda l’enunciazione di concetti a memoria, purché ci si renda conto
della vera comprensione
• L’apprendimento di regole e principi riguardano le relazioni fra concetti, ha
come prerequisito l’apprendimento dei concetti e come verifiche l’applicazione
• L’apprendimento di problem solving si differenzia da quello di regole e principi
perché pone in una situazione nuova, in cui bisogna capire quali principi o regole
applicare. Ha come condizioni ostative:
o Scarsa fiducia in se stessi, dipendenza dagli adulti
o Paura di sbagliare
o Banalità della situazione
o Fissità funzionale (poca elasticità nell’uso di oggetti)
o Strutture percettive forti (non riconoscere una cosa perché la si è raffigurata
solo in un modulo)

Dai 6 ai 12 anni si attraversa il periodo di latenza in cui finisce la competizione con il


genitore dello stesso sesso, iniziano i rapporti sociali e le emozioni. Il docente deve
aiutare il bambino ad adattarsi senza però sostituirsi alla famiglia. Deve dimostrare
disponibilità, comprensione, solidarietà.

La prima e la seconda adolescenza (12-15 e 16-20) pongono altri problemi: il contesto


si deve abituare, ma anche il giovane si deve abituare alle richieste di responsabilità e
autonomia da parte del contesto. Durante la seconda adolescenza si consuma lo stacco
dalla famiglia, il ragazzo è ribelle e insicuro e vuole sentirsi parte di un gruppo. Il
docente deve promuovere l’acquisizione di contenuti e il lavoro di squadra.

1.4. Gli stili di apprendimento sono una specificazione degli stili cognitivi, che investono
tutta la vita. Essi si dividono per grandi linee in sintetici e analitici, a seconda se
l’individuo impara meglio avendo una visione d’insieme o scomponendo un problema
nelle sue parti). Essi tengono conto di:

• Caratteristiche individuali
• Strategie di elaborazione
• Strategie di utilizzo delle informazioni
Capitolo 1. Psicostronzate

• Differenze cognitive e motivazionali


• Personalità

Gli stili cognitivi sono i modi in cui gli individui elaborano le informazioni in tutti i
campi della vita. Essi operano una mediazione tra motivazione, emozione e cognizione.
Gli stili cognitivi si differenziano da individuo a individuo, però ci sono delle tendenze
costanti:

• Differenziare progressivamente il noto e il nuovo


• Semplificare
• Dimenticare selettivamente

Bisogna, in base agli stili cognitivi, selezionare:

• L’ambiente più favorevole


• I materiali
• Le modalità dei processi
• I tempi
• I gruppi di lavoro
• I tutor

Gli stili cognitivi possono essere

• Globale o analitico
• Verbale o visuo-spaziale
• Divergente o convergente
• Intuitivo o sistematico
• Impulsivo o riflessivo
• Assimilatore o risolutore
• Indipendente o dipendente

Secondo Feuerstein le facoltà intellettive possono essere accresciute mediante la


modificabilità cognitiva. Centrale è la presenza di un docente come mediatore che deve
giocare su:

• Tempi (lunghi per favorire l’apprendimento)


• Contesto (ambiente adatto)
• Metodi (deve essere padrone dei metodi)

Secondo il costruttivista Kelly l’individuo come scienziato formula ipotesi dette costrutti
mentali teorici, su cui poi basa gli atteggiamenti esteriori (come gli schemi di Rumelhart).
Capitolo 1. Psicostronzate

L’intelligenza si distingue in

• Cristallizzata (le conoscenze)


• Fluida (le abilità)

Gardner distingue 9 intelligenze:

• Logico-matematica
• Linguistico-verbale
• Spaziale
• Musicale
• Corporeo-cinestesica
• Interpersonale (arte sociale)
• Intrapersonale (affettività, emozioni)
• Naturalistica
• Esistenziale

Goleman insiste sull’intelligenza emotiva, l’affettività (il docente deve essere affettivo ed
educare alle emozioni, ad esempio stigmatizzando l’azione e non la persona, deve avere
empatia). L’intelligenza emotiva è personale e sociale.

1.4. Le neuroscienze possono aiutare, soprattutto in un’ottica cognitivista. L’uomo infatti


è caratterizzato dalla tecnica e dal potenziamento dell’apprendimento per adattarsi
all’ambiente (le sinapsi dipendono anche dall’ambiente). Natura e tecnica quindi sono
connesse e intelligenza naturale e artificiale si possono paragonare (metafora
computazionale: il cervello elabora gli input, operando selezioni e trasformazioni,
autocorreggendosi…).

Per potenziare l’apprendimento:

• Favorire interazione tra patrimonio genetico e stimoli ambientali


• Individuare i processi formativi (stili di apprendimento)
• Intervenire nei periodi di maggior capacità di apprendimento
• Organizzare in funzione di ciò l’offerta formativa.

L’offerta formativa deve differenziarsi:

• Per l’infanzia, deve predisporre e attrezzare ambienti adatti


• Per i periodi critici: intercettare le criticità positive e negative e sollecitare il
discente
Capitolo 1. Psicostronzate

• Valorizzare le differenze e stimolare le attitudini


• Assicurare qualità della formazione rendendo il docente esperto in psicostronzate
• Pensiero ecologico: uomo come parte di un sistema naturale.

Importante (non si capisce perché) è la scoperta dei neuroni-specchio (che non si


capisce che cosa siano)

1.5. A scuola si comunica, quindi si entra in relazione comunicativa. La relazione è


asimmetrica, ma solo per la conoscenza e l’autorità. Importante è la reciprocità educativa
(la relazione è intersoggettiva e intrasoggettiva) e bisogna curare l’aspetto emotivo.

Lo psicologo Bronfenbrenner si concentra sull’interazione uomo-ambiente facendo leva


sulla differenziazioni dei sistemi, dal microsistema (ambiente più prossimo all’individuo:
casa, scuola), al mesosistema (scambio tra microsistemi), all’esosistema (eventi che non
riguardano l’individuo direttamente ma ne influenzano lo sviluppo) al macrosistema (il
contesto sociale di riferimento).

Morin dice che la realtà è composta di relazioni e quindi l’approccio educativo deve
mirare alla complessità.

De Bono: bisogna promuovere il pensiero laterale (ricerca di alternative per risolvere un


problema, creatività) attraverso la ricerca di alternative, l’entrata casuale e la
provocazione.

Guilford invece parla di pensiero

• Divergente (fluido, flessibile, originale)


• Convergente (procedimento sequenziale, applicazione meccanica di regole
acquisite, analisi metodica di informazioni: si applica a problemi chiusi)
Capitolo 2. Legislazione

Elenco dei testi di legge più importanti

• D. Lgs. 297/94 (testo unico pubblica istruzione)


• D. Lgs. 165/01 (testo unico pubblico impiego)
• D. Lgs. 233/99 e DPR 275/99 (riforma Berlinguer)
• L. 30/00 (riforma De Mauro, abortita)
• L. 53/03 (riforma Moratti)
• DM 139/07 (regolamento sul nuovo obbligo di istruzione, Fioroni)
• L. 133/08, L. 169/08, DPR 122/09 (riforma Gelmini)
• L. 107/15 (riforma Giannini)

I programmi

• Infanzia e scuola primaria e secondaria primo grado: DPR 89/09 e DM 254/12


(linee guida)
• Licei: DPR 89/10 e Decreto Interministeriale 211/10 (indicazioni nazionali)
• Professionali: DPR 87/10 e Direttiva Ministeriale 65/10 (linee guida biennio) e
5/12 (linee guida triennio)
• Tecnici: DPR 88/10 e Direttiva Ministeriale 57/10 (linee guida biennio) e 4/12
(linee guida triennio)

Questi nuovi programmi si dividono in:

• Una parte introduttiva che contiene dettami di carattere generale e comune


all’intero percorso di studi cui si riferiscono con l’individuazione del profilo
educativo e dei risultati di apprendimento comune
• Indicazioni specifiche sui diversi indirizzi e, se presenti, profili, articolazioni e
opzioni con indicazione dei quadri orari
• Obiettivi specifici di apprendimenti, declinati in campi di esperienza per la scuola
dell’infanzia e in conoscenze, abilità e competenze per gli altri ordini di scuola.

2.1

Libertà di insegnamento (art. 33 Cost.) riguarda il pensiero, le tesi e teorie e i metodi.


Essa è contemperata dalle scuole private di tendenza (religiose)

La libertà d’insegnamento, garantita dall’autonomia didattica (Testo unico pubblica


istruzione), deve rispettare questi limiti:

• Metodo solo scientifico


• Rispetto del buon costume, pubblica incolumità, ordine pubblico
• Rispetto delle leggi, della Costituzione e degli ordinamenti scolastici
• Rispetto della coscienza civile e morale degli alunni
N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

L’art. 33 al comma 2 prevede le scuole statali e al comma 3 le private (tutelate anche


dalla Carta dei diritti europei), al comma 5 ne stabilisce la parificazione, concessa alle
scuole che rispettino gli ordinamenti scolastici. Allo Stato spettano le norme e i mezzi di
istruzione.

La libertà d’istruzione coincide con il diritto allo studio, che dal D. Lgs. 76/05 è definito
come un diritto-dovere, per 12 anni o comunque fino ai 18 anni di età (la legge 296/06
lo riporta a 10 anni, o ai 16 anni di età). Questo decreto legislativo sancisce anche delle
sanzioni per gli inadempimenti all’obbligo di istruzione. A vigilare sulla dispersione
scolastica devono provvedere il Sindaco, i dirigenti scolastici e i servizi per l’impiego.

La Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006


stabilisce che gli Stati devono sviluppare strategie utili per assicurare l’acquisizione di 8
competenze-chiave per l’apprendimento permanente (accolte dal DM 139/07 che
riferisce conoscenze, abilità e competenze essenziali ai 4 assi culturali, linguaggi,
matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale):

• Comunicazione nella madrelingua


• Comunicazione nelle lingue straniere
• Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia
• Competenze sociali e civiche
• Competenza digitale
• Imparare ad imparare
• Spirito di iniziativa e imprenditorialità
• Consapevolezza ed espressione culturale.

Il DM 139/07 inoltre definisce le competenze chiave di cittadinanza, ispirandosi a


questa raccomandazione:

• Imparare ad imparare: organizzare il proprio apprendimento, individuando,


scegliendo ed utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione e di
formazione (formale, non formale ed informale), anche in funzione dei tempi
disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di studio e di lavoro.
• Progettare: elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie
attività di studio e di lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per stabilire
obiettivi significativi e realistici e le relative priorità, valutando i vincoli e le
possibilità esistenti, definendo strategie di azione e verificando i risultati raggiunti.
• Comunicare
o Comprendere messaggi di genere diverso (quotidiano, letterario, tecnico,
scientifico) e di complessità diversa, trasmessi utilizzando linguaggi diversi
(verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) mediante diversi supporti
(cartacei, informatici e multimediali)
o Rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure,
atteggiamenti, stati d’animo, emozioni, ecc. utilizzando linguaggi diversi
(verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) e diverse conoscenze
disciplinari, mediante diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali).
N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

• Collaborare e partecipare: interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di


vista, valorizzando le proprie e le altrui capacità, gestendo la conflittualità,
contribuendo all’apprendimento comune ed alla realizzazione delle attività
collettive, nel riconoscimento dei diritti fondamentali degli altri.
• Agire in modo autonomo e responsabile: sapersi inserire in modo attivo e
consapevole nella vita sociale e far valere al suo interno i propri diritti e bisogni
riconoscendo al contempo quelli altrui, le opportunità comuni, i limiti, le regole, le
responsabilità.
• Risolvere problemi: affrontare situazioni problematiche costruendo e
verificando ipotesi, individuando le fonti e le risorse adeguate, raccogliendo e
valutando i dati, proponendo soluzioni utilizzando, secondo il tipo di problema,
contenuti e metodi delle diverse discipline.
• Individuare collegamenti e relazioni: individuare e rappresentare, elaborando
argomentazioni coerenti, collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti
diversi, anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari, e lontani nello spazio e
nel tempo, cogliendone la natura sistemica, individuando analogie e differenze,
coerenze ed incoerenze, cause ed effetti e la loro natura probabilistica.
• Acquisire ed interpretare l’informazione: acquisire ed interpretare criticamente
l’informazione ricevuta nei diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti
comunicativi, valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni.

Definisce inoltre le conoscenze, abilità e competenze, sulla base di una proposta


europea che poi è stata accolta nella Raccomandazione del 2008 (Quadro Europeo
delle Qualifiche):

• “Conoscenze”: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso


l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e
pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte
come teoriche e/o pratiche.
• “Abilità”: indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how
per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come
cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano
l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti).
• “Competenze”: indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e
capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e
nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in
termini di responsabilità e autonomia.

2.2.

Le norme interne della P.A. sono:

• Regolamenti (interni, per il funzionamento dell’ufficio). Il regolamento d’istituto:


o Comprende le norme riguardanti:
 La vigilanza sugli alunni
 Il comportamento degli alunni
N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

 La regolamentazione di ritardi, uscite anticipate, assenze,


giustificazioni
 Uso degli spazi, dei laboratori e della biblioteca
 Conservazione delle strutture e delle dotazioni
o Definisce in modo dettagliato
 Le modalità di comunicazione coi genitori (incontri scuola-famiglia)
 Modalità di convocazione e svolgimento delle assemblee
 Calendario delle riunioni e pubblicizzazione degli atti
• Ordini (comandi dati dai superiori ai sottoposti)
• Istruzioni (atti contenenti regole di comportamento di carattere tecnico, inviate da
uffici superiori a uffici inferiori, o da uffici tecnici ad uffici amministrativi)
• Circolari (organizzative, contenenti disposizioni sull’organizzazione degli uffici;
interpretative, che interpretano leggi e regolamenti; di cortesia, saluti, auguri
eccetera; informative, tese a informare su determinati atti o problemi)

Il MIUR nasce come Ministero della Pubblica Istruzione nel 1847. Si divide in
dipartimenti:

• Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione:


o Definisce gli obiettivi formativi
o Organizza l’istruzione scolastica, gli ordinamenti, i curricoli, i programmi
scolastici
o Definisce lo stato giuridico del personale della scuola
o Forma i dirigenti scolastici, i docenti, il personale ATA…
• Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca
• Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie
e strumentali.

I dipartimenti sono articolati in direzioni generali. Dai dipartimenti dipendono gli USR.
Capi dipartimento (che svolgono compiti di coordinamento, direzione e controllo degli
uffici compresi nei propri dipartimenti), i direttori generali e i direttori USR sono riuniti in
conferenza permanente.

Il MIUR ha anche uffici di diretta collaborazione per lo svolgimento delle sue funzioni di
indirizzo politico-amministrativo (la segreteria del Ministro, l’ufficio stampa, l’ufficio di
gabinetto…)

Competenze del MIUR:

• Definizione di obiettivi, priorità, piani, programmi, direttive generali per l’azione


amministrativa

N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

• Individuazione delle risorse umane, materiali ed economiche da destinare alle


diverse finalità e ai diversi uffici
• Valutazione del sistema scolastico
• Definizione di criteri e parametri per l’organizzazione della rete scolastica
• Determinazione e assegnazione delle risorse finanziarie al personale e alle scuole
• Funzioni relative ai conservatori e alle accademie di belle arti…

Altri organi collegati all’amministrazione centrale:

• Consiglio superiore della P.I. (previsto nel 1999, insediatosi solo nel 2015,
formato da 36 membri provenienti dal mondo della scuola e della cultura), che
formula proposte al ministero sulle politiche da perseguire in materia di istruzione
universitaria, ordinamenti scolastici, programmi scolastici, organizzazione
generale dell’istruzione scolastica e stato giuridico del personale. I suoi pareri
sono obbligatori ma non vincolanti
• Osservatorio sull’edilizia scolastica (che in base alle linee guida per le
architetture interne delle scuole verifica la funzionalità del sistema e conformità
alle regole tecniche: gli spazi vanno progettati in base a una logica prestazionale e
devono essere spazi modulari; inoltre ripartisce le risorse del Fondo Unico per
l’edilizia)
• INVALSI (istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione
e formazione) che fa parte, insieme all’INDIRE e agli ispettori, del sistema
nazionale di valutazione (ex D. Lgs. 286/04 e DPR 80/13):
o Verifica conoscenze e abilità degli studenti fornendo tramite le prove
nazionali valutazioni sulla qualità dell’insegnamento nelle scuole
o Studia le cause di insuccessi e dispersione
o Rompe il cazzo con le rilevazioni degli apprendimenti
o Predispone protocolli di valutazione
o Formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei
dirigenti
o Monitora lo sviluppo e gli esiti del sistema di valutazione
o Predispone strumenti e modalità oggettive di valutazione
o Svolge attività di supporto e assistenza tecnica all’amministrazione
scolastica e agli enti territoriali per la realizzazione di autonome iniziative di
monitoraggio, valutazione e autovalutazione
o Predispone prove nazionali per la maturità
o Svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della
scuola, connessa ai processi di valutazione e autovalutazione delle
istituzioni scolastiche
o Partecipa in nome dell’Italia a progetti di ricerca europea in campo
valutativo
N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

o Studia modelli e metodologie di valutazione


• INDIRE (istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa),
articolato nei 3 nuclei territoriali di Torino, Roma e Napoli, ha competenze in
materia di:
o Formazione dei docenti, dei non docenti e dei dirigenti
o Utilizzo di nuove tecnologie
o Collaborazione internazionale
o Aggiornamento continuo per docenti, dirigenti e ATA sulle iniziative di
cambiamento e innovazione del sistema suola
o Supporto dei Piani di miglioramento delle scuole
o Monitoraggio dei principali fenomeni del sistema scolastico,
documentazione dei processi e delle esperienze di innovazione qualitativa
e quantitativa

Gli USR (articolati in USP) sono degli uffici periferici ministeriali, che:

• Pianificano le scelte educative e organizzative


• Vigilano sulle scuole private (AHAHAH)
• Vigilano sul rispetto delle norme e sull’attuazione degli ordinamenti scolastici
• Ripartiscono i fondi
• Sono composti da 2 organi collegiali, il Consiglio regionale dell’istruzione (con
competenze consultive e di supporto) e un organo a composizione mista con
elementi dello Stato, della Regione e di altri enti locali, che coordina e valuta.

Dal 2015 ci sono anche gli ambiti territoriali (ex distretti), di dimensioni inferiori alla
provincia.

Enti locali e istruzione:

• Regioni:
o competenza legislativa esclusiva sul sistema di istruzione e formazione
professionale (corsi regionali)
o competenza concorrente con lo Stato sulla scuola:
 lo Stato fissa i principi
 la Regione organizza e fa il calendario
• Province: solo le scuole medie e superiori:
o Istituzione, fusione e soppressione
o Trasporti
o Organizzazione di supporti per disabili
o Edifici e arredi (solo scuole superiori)
• Comuni:
o asilo ed elementari:
 Istituzione, fusione e soppressione
 Trasporti
N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

 Organizzazione di supporti per disabili


 Edifici e arredi (solo scuole superiori)
 Mensa
o Educazione adulti
o Orientamento scolastico e professionale adulti
o Supporto alle strategie di continuità
o Pari opportunità
o Prevenzione della dispersione
o Educazione alla salute

2.3. Leggi importanti (ho evitato di schematizzare le leggi fino agli anni 70)

• Legge 517/77:
o sostegno,
o abolizione esami riparazione in elementari e medie
o giudizi oltre ai voti
o schede di valutazione al posto delle pagelle
• Legge 425/97: esame di maturità
• L. 9/99: obbligo scolastico per 10 anni (12 nel 2005, di nuovo 10 nel 2007)
• DPR 275/99: autonomia
• L. 53/03: riforma Moratti:
o I cicli
o Alternanza scuola lavoro per promuovere le competénze
o Nuovi licei
o INVALSI
o Personalizzazione, centralità della persona, differenziare l’offerta formativa
nei contenuti e nelle metodologie
• L. 133/08: riforma Gelmini
o Maestro unico
o Formazione regionale
o Ripristino dei voti al primo ciclo
o Obbligo a 16 anni (già L. 296/06)
o Riordino delle superiori
o OSA invece dei programmi
• 107/15: Buona scuola:
o Alternanza scuola-lavoro obbligatoria
o Bonus school per i privati che investono nella ristrutturazione delle scuole
o Sgravi fiscali di 400 euro annui per chi iscrive i figli alle private (o alle
superiori anche pubbliche)
o I dirigenti diventano leader dell’apprendimento
o Organico dell’autonomia
N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

o Chiamata diretta
o Comitato di valutazione
o Piano nazionale scuola digitale
o Piano straordinario di assunzioni (AH AH AH)
o Portale unico dei dati aperti della scuola (bilanci, Sistema nazionale di
valutazione, PTOF, materiali didattici, opere autoprodotte, dati, documenti e
informazioni per valutare l’avanzamento didattico, tecnologico e di
innovazione del sistema scolastico)

2.4. L’autonomia didattica completa quanto esposto nella prima legge Bassanini (legge
59/97) che stabilisce:

• Piano di dimensionamento
• Presidi diventano dirigenti e la scuola ha la personalità giuridica
• Razionalizzazione organi collegiali
• Misure per attuare il passaggio
• Modernità ed efficienza

ed ha come tappe il DPR 275/99 e la riforma del titolo V della Costituzione (legge
costituzionale 3/2001). Le scuole hanno autonomia in materia didattica,
organizzativa, finanziaria, di sperimentazione, ricerca e sviluppo per perseguire il
successo formativo dei singoli alunni tramite la personalizzazione educativa che
mira a garantire il conseguimento degli obiettivi formativi, assicurando il minore
dispendio possibile di risorse e puntando alla formazione di competénze.

• Autonomia organizzativa:
o Libertà progettuale
o Diversificare le modalità di impiego dei docenti nelle classi
o Adattare il calendario
o Organizzazione flessibile dell’orario del curricolo
o Apertura pomeridiana delle scuole (buona scuola)
o Riduzione del numero degli alunni per classe (AHAHAHAHAH buona
scuola)
o Potenziamento del tempo orario scolastico, rimodulazione del monte orario
normale (buona scuola)
• Autonomia di ricerca, progettazione e sviluppo (il binomio ricerca-sviluppo nasce
in campo aziendale, e devi rispondere adeguatamente ai bisogni educativi degli
studenti migliorando l’efficacia del processo di insegnamento):
o Progettazione formativa e ricerca valutativa
o Formazione e aggiornamento dei docenti
o Innovazione metodologica e disciplinare (la ricerca-azione)
o Ricerca didattica sulle TIC
N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

o Documentazione educativa e diffusione all’interno della scuola


o Scambi di informazioni, esperienze, materiali didattici con altre scuole e
università e altri soggetti pubblici e privati
o Integrazione fra i sistemi formativi
• Autonomia finanziaria: essa è disciplinata dal Programma annuale (bilancio
preventivo) approvato dal consiglio di istituto secondo:
o Criteri di efficacia, efficienza, economicità
o Possibilità di autofinanziamento (con contributi fissi forfettari per le
famiglie)
o Le visite d’istruzione sono pagate dalle famiglie
o Le risorse erogate dallo Stato sono destinate per l’istruzione, la formazione
e l’orientamento, senza altri vincoli
o Possibilità di finanziamenti da altri enti
o Principi contabili di trasparenza, annualità, integrità, universalità, unicità,
veridicità
o Autonomia negoziale: chiedere finanziamenti, accendere mutui, accettare
eredità e lasciti, acquistare e vendere immobili, aderire a reti di scuole…
• Autonomia didattica: consiste nell’adattare gli obiettivi nazionali ai percorsi
formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita
educativa. La 107/15 ha oltretutto creato l’organico dell’autonomia con gente che
può essere utilizzata per qualunque cosa, anche insegnare cose che non sa.
L’autonomia si estrinseca secondo il criterio della flessibilità:
o Rimodulando il monte ore annuale di ciascuna disciplina, ivi compresa
attività e insegnamenti interdisciplinari
o Programmando percorsi formativi specifici
o Con iniziative di recupero, sostegno e orientamento
o Disegnando ore di meno di 60 minuti
o Attivando percorsi individualizzati per alunni con BES
o Definendo diverse modalità e criteri di valutazione (senza scostarsi dalla
normativa nazionale)
o Aggregando le discipline in ambiti disciplinari
o Definendo i criteri di riconoscimento dei crediti formativi

Il PTOF è uno strumento di programmazione e gestione interna. Esso è elaborato dal


collegio docenti, sulla base degli indirizzi di gestione e amministrazione definiti dal
dirigente, e approvato dal consiglio di circolo o di istituto e rileva la situazione di
partenza e contiene la programmazione curricolare ed extra curricolare, nonché la
programmazione educativa, didattica ed organizzativa. Deve essere coerente con gli
obiettivi determinati a livello nazionale. Il PTOF è una specie di contratto formativo tra
la scuola e l’utente. I suoi obiettivi sono:

N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

• Orientamento dei percorsi formativi


• Innalzamento dei livelli di istruzione e delle competénze
• Promozione dell’informazione e della comunicazione tra tutti i diretti interessati
• Contrasto delle disuguaglianze
• Orientamento delle risorse fisiche e materiali della scuola a progetti prefissati
• Prevenzione e recupero della dispersione
• Garantire il diritto allo studio a tutti

Contiene anche la programmazione delle attività formative rivolte a docenti e ATA, la


definizione delle risorse occorrenti. Va fatto entro ottobre dell’anno precedente al
periodo di validità, e può essere revisionato ogni mese di ottobre. L’USR lo verifica e
controlla e trasmette al MIUR gli esiti della verifica.

Il PTOF indica anche il fabbisogno:

• Di posti comuni e di sostegno dell’organico dell’autonomia


• Di posti per il potenziamento
• Di posti del personale ATA
• Di infrastrutture e attrezzature materiali

Si suddivide in 4 parti:

• Fonti (situazione dell’istituto, esperienza passata, prospettive di sviluppo, contesto)


• Offerte e programmi (il curricolo)
• Regolamento
• Valutazione

Dato che si tratta di un documento con cui la scuola presenta se stessa e le proprie
attività come un’impresa che opera sul mercato ed è in concorrenza con le altre scuole,
il PTOF dovrebbe presentare le proprie caratteristiche:

• Collaborazione fra tutte le componenti


• Coerenza con gli obiettivi generali
• Pubblicizzazione

Il curricolo è obbligatorio ed è il piano di studi della singola scuola, nel rispetto del
monte ore stabilito a livello nazionale, fatta salva la quota di autonomia (massimo 20%
tranne nel secondo biennio dei licei che prevede il 30% massimo), la quale serve:

• Per realizzare compensazioni tra le discipline e le attività di insegnamento


previste dagli attuali programmi
• Per attivare nuovi insegnamenti tesi a raggiungere gli obiettivi previsti nel PTOF

N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

Per la 107 il curricolo può anche prevedere scuole aperte di pomeriggio, potenziamento
del tempo scolastico, programmazione plurisettimanale e flessibile dell’orario
complessivo del curricolo e di quello destinato a singole discipline (anche mediante
l’articolazione del gruppo della classe, cioè favorendo le dinamiche interclasse)

La finalità consiste nel raggiungimento di obiettivi formativi:

• Valorizzazione delle competenze linguistiche anche tramite il CLIL


• Potenziamento delle competenze matematiche, logiche e scientifiche
• Potenziamento delle materie artistiche e musicali
• Potenziamento delle discipline motorie
• Sviluppo delle competenze civiche
• Sviluppo delle competenze digitali
• Apertura pomeridiana e riduzione del numero di alunni per classe (se l’USR te lo
fa fare)
• Incremento dell’alternanza scuola-lavoro
• Potenziamento dell’inclusione
• Promozione all’educazione alla parità dei sessi
• Valorizzazione del merito
• Alfabetizzazione degli stranieri
• Definizione di un sistema per l’orientamento

La scuola può aderire a reti di scuole e stipulare convenzioni con le università. Il


consiglio d’istituto e il collegio docenti approvano queste convenzioni.

Finalità di una rete di scuole:

• Ricerca didattica e sperimentazione (approvato da coll. doc. e cons. ist.)


• Documentazione di ricerche, esperienze (approvato da cons. ist.)
• Formazione in servizio del personale scolastico (approvato da e cons. ist.)
• Orientamento scolastico e professionale (approvato da e cons. ist.)
• Acquisto di beni e servizi (approvato da cons. ist.)
• Scambio temporaneo di docenti (approvato da coll. doc. e cons. ist.)
• Organizzazione di laboratori territoriali (approvato da coll. doc. e cons. ist.)

La 107 prevede che si possa attribuire a una rete di scuole compiti amministrativi per
tutte le scuole della rete (lo farà con gli ambiti territoriali: atti relativi a pensioni, carriere,
TFR saranno affidati a un’unica segreteria con un enorme aggravio di lavoro e taglio dei
posti, ma gli estensori del manuale, senza vergognarsi, dicono che è una reale
innovazione che alleggerisce il carico di adempimenti burocratici).

N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

Altre cartacce prodotte dalla scuola:

• Programma annuale (bilancio, già visto)


• Carta dei servizi (dal 1995), deliberata dal consiglio di istituto, informa l’utente sul
servizio erogato dalla scuola
• PEI (progetto educativo di istituto), contiene le scelte educative e organizzative
delle risorse, la pianificazione delle attività di sostegno, recupero, orientamento e
formazione integrata, i criteri concernenti la formazione delle classi,
l’assegnazione dei docenti alle classi…
• Regolamento
• Patto educativo di corresponsabilità, che chiama le famiglie alla responsabilità
elencando diritti e doveri di scuola, alunni e famiglie
• Sito web

2.5. I cicli

Sono regolamentati da:

• DPR 89/09 (riordino scuola infanzia-primo ciclo)


• DPR 122/09 (norme per la valutazione degli studenti)
• DPR 87-88-89/10 (riordino secondo ciclo)

La scuola primaria:

• Promuove lo sviluppo della personalità


• Permette di acquisire e sviluppare le conoscenze e abilità di base fino alle prime
sistemazioni logico-critiche
• Favorisce l’apprendimento dei mezzi espressivi anche in una lingua straniera
• Pone le basi per l’utilizzo del metodo scientifico
• Valorizza le capacità relazionali e di orientamento
• Educa i giovani alla convivenza civile
• Non c’è più l’esame finale (riforma Moratti)

La scuola secondaria di primo grado ha invece l’esame finale dopo il giudizio di


ammissione all’esame.

La scuola superiore ha 30-32 ore settimanali massime (35 per il liceo artistico) e la
riforma Gelmini ha alleggerito i quadri orari (ad esempio, italiano prevede 4 ore
settimanali in tutte le classi di tutti gli indirizzi)

I licei sono 6: artistico (con 6 indirizzi), classico, linguistico, musicale, scientifico (con
l’opzione scienze applicate), scienze umane (con l’opzione economico-sociale).Si

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reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

suddividono in due bienni e un quinto anno (cfr. 89/10 per saperne di più). Il diploma
liceale è integrato dalla certificazione delle competénze.

Importanti sono le discipline di insegnamento così modificate dalle indicazioni nazionali:

• nel classico è rafforzato l’insegnamento della lingua straniera, previsto anche nel
triennio, con l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica
nel quinto anno; è altresì previsto il potenziamento dell’asse matematico-
scientifico e della storia dell’arte;
• nello scientifico è confermato lo studio del latino;
• nel liceo delle scienze umane, opzione economico-sociale, si studiano due lingue
straniere;
• nel liceo musicale e coreutico, l’iscrizione è subordinata al superamento di una
prova di verifica delle specifiche competenze possedute;
• in tutti i licei sono previsti stage e tirocini formativi
• l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” è svolto nell’ambito delle aree
storico-geografica e storico-sociale.

I tecnici hanno 2 settori (economico e tecnologico) e 11 indirizzi complessivi.


Promuovono molto l’alternanza scuola-lavoro e utilizzano il laboratorio.

I professionali hanno 2 settori (servizi, industria e artigianato) e 6 indirizzi complessivi.


Dopo il diploma ci si può iscrivere a percorsi brevi (800-1000 ore) per una
specializzazione tecnica superiore (IFTS) oppure a corsi biennali per conseguire un
diploma di tecnico superiore presso gli istituti tecnici superiori.

Gli IFTS (istruzione e formazione tecnica superiore) sono corsi regionali che consentono
il conseguimento di una qualifica (triennale) e un diploma (quadriennale). Ci si possono
iscrivere anche gli studenti dei professionali per ottenere la qualifica triennale al termine
di un percorso breve che si conclude con verifiche finali a commissione mista.

L’alternanza scuola-lavoro è stata introdotta dalla riforma Moratti, e in base al D. Lgs.


77/05:

• partecipano ragazzi da 15 a 18 anni


• le scuole fissano convenzioni con
o imprese
o associazioni di categoria
o camere di commercio
o enti pubblici e privati (incluse onlus)
• questi enti accettano i ragazzi per i tirocini (orientativi: si guarda; formativi: si
opera) gratuiti
• incentivi per le imprese
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reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

• esperienze di apprendimento:
o visite aziendali
o stage
o tirocini
o imprese simulate

La 107 l’ha resa obbligatoria (400 ore tecnici e professionali, 200 ore licei) e ha incluso
musei, istituti culturali pubblici e privati, ordini professionali fra gli enti presso cui
mandare i ragazzi a farsi sfruttare. Le imprese disponibili entrano nel Registro
nazionale per l’alternanza scuola-lavoro presso le camere di commercio.

2.6. Organi collegiali previsti dal D. Lgs. 233/99:

• Consiglio superiore della P.I. (già visto), già consiglio nazionale della P.I., previsto
nel 1973
• Consigli regionali dell’istruzione (non attivati), in sostituzione dei consigli
provinciali previsti nel 1973
• Consigli scolastici locali (nemmeno), in sostituzione degli esistenti consigli di
circolo e di istituto

Il DPR 416/74 prevede i seguenti organi collegiali nelle singole scuole:

• Consiglio di intersezione (scuola materna), interclasse (elementari), classe (medie


e superiori)
• Consiglio di circolo o istituto e Giunta esecutiva
• Collegio docenti
• Comitato di valutazione dei docenti
• Assemblee studentesche e dei genitori

Il consiglio di intersezione:

• È formato dagli insegnanti della sezione, dagli insegnanti di sostegno, da un


rappresentante dei genitori e dal direttore didattico.

Il consiglio di interclasse:

• È formato dai docenti di gruppi di classi parallele, un rappresentate dei genitori, i


docenti di sostegno e il direttore didattico

Il consiglio di classe:

• È formato dai docenti della classe, dai docenti di sostegno, dal dirigente, e da 4
rappresentanti dei genitori (per le medie) o 2 dei genitori e 2 degli alunni
(superiori)
N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

Compiti:

• Formulare al collegio docenti proposte per l’azione educativa e didattica e


iniziative sperimentali
• Agevolano i rapporti fra docenti, genitori, studenti
• Valutazione periodica e finale
• Formulano i giudizi per la maturità
• Sanzioni disciplinari
• Accolgono o meno alunni da altre scuole
• Sono in carica per un anno
• Formulano proposte per l’adozione dei libri di testo
• Sono a componente ristretta per quanto riguarda il coordinamento didattico, i
rapporti interdisciplinari e le valutazioni.

Il collegio docenti si insedia il primo settembre, ne fanno parte tutti i docenti, e ha


poteri:

• Deliberanti (su tutto, dalla scansione in trimestri o quadrimestri, al piano delle


attività, cioè le 40 ore, ai libri su proposta dei consigli di classe)
• Elaborazione del PTOF
• Proposta per l’assegnazione dei docenti alle classi e la formazione delle classi,
l’orario e lo svolgimento di altre attività scolastiche
• Promuovere iniziative di innovazione e aggiornamento dei docenti
• Valuta l’andamento dell’azione didattica
• Formula pareri sulla sospensione dei docenti
• Indaga sugli alunni segnalati per comportamenti irregolari

Il consiglio di circolo o di istituto ha il governo economico e finanziario, dura in carica


tre anni ed è formato da 14 membri (dove la popolazione scolastica è minore di 500) o
19 (dove la popolazione scolastica è superiore a 500). Ne fanno parte rappresentanti di
docenti, studenti (per le superiori), genitori (un genitore ne è presidente), ATA e il
dirigente, che presiede invece la giunta esecutiva. Possono partecipare anche esperti e
specialisti ma solo come consulenti. I suoi atti sono impugnabili al TAR o al Consiglio di
Stato.

Compiti:

• Approva il PTOF, il bilancio preventivo e il conto consuntivo


• Fa il programma annuale
• Adotta il regolamento

N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

• Delibera sull’acquisto, il rinnovo e la conservazione di attrezzature


• Adatta il calendario scolastico alle esigenze territoriali
• Determina i criteri per la programmazione di attività para o extrascolastiche o
interscolastiche
• Promuove i contatti con altre scuole
• Adotta le iniziative per l’educazione alla salute
• Ha al suo interno la giunta esecutiva che:
o Predispone il bilancio preventivo e il conto consuntivo
o Appronta i lavori del consiglio
o Cura l’esecuzione delle delibere

Il comitato di valutazione dei docenti, già presente nelle scuole, dalla 107 è formato
da 3 docenti, 2 genitori , un componente esterno mandato dall’USR, e il dirigente; ha i
seguenti compiti:

• Valuta i docenti secondo i seguenti criteri:


o Qualità dell’insegnamento e del miglioramento apportato alla scuola,
misurato anche in base al successo formativo degli studenti (guagliù,
mettete voti alti!)
o Risultati ottenuti dai docenti in relazione al potenziamento delle
competénze degli alunni e dell’innovazione didattica e della collaborazione
alla ricerca
o Responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico nella
formazione del personale
• Esprime il parere sul superamento dell’anno di prova

Le assemblee degli studenti possono essere di classe o di istituto, non se ne può fare
più di una al mese, non si possono tenere a maggio. Organismo di rappresentanza degli
studenti è il comitato studentesco di istituto espresso dai rappresentanti di classe.
Esso esprime pareri o formula proposte al consiglio di istituto. Per convocare
l’assemblea di istituto serve la maggioranza del comitato o il 10% degli studenti, e va
fatta richiesta al dirigente per quanto riguarda la data e l’ordine del giorno. Possono
presenziare dirigente e docenti, e possono essere chiamati esperti esterni.

Le assemblee dei genitori si fanno solitamente fuori dalla scuola, se si fanno a scuola
si fanno non in orario curricolare e previa autorizzazione del dirigente. Vengono
convocate su richiesta dei rappresentanti di classe (assemblee di classe) o su richiesta
della maggioranza del comitato dei genitori (di istituto) o di 100, 200, 300 genitori a
seconda della popolazione scolastica (sotto i 500, fra 500 e 1000, oltre 1000).

N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

Poteri del dirigente.

Il testo unico sul pubblico impiego dice che

• assicura la gestione unitaria dell’istituzione


• è responsabile della gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
• organizza l’attività scolastica
• è titolare delle relazioni sindacali
• è datore di lavoro della scuola-azienda

Gli spetta:

• gestione unitaria dell’istituzione


• rappresentanza legale dell’istituzione
• presidenza di collegio docenti, consiglio di classe, comitato di valutazione, giunta
esecutiva
• attività di esecuzione delle delibere degli organi collegiali
• coordinamento del calendario delle assemblee
• rapporti con l’Amministrazione scolastica centrale e periferica
• rapporti con medici
• formazione delle classi, assegnazione dei docenti, orario (sui criteri stabiliti dal
consiglio di istituto e sulla proposta del collegio docenti)
• promozione e coordinamento delle attività didattiche di sperimentazione
• esecuzione delle normative giuridiche e amministrative
• gestione delle risorse umane (anche con la chiamata diretta)
• adottare provvedimenti contro i docenti inadempienti
• gestione delle risorse finanziarie e strumentali

Anche lui è soggetto a valutazione da parte del nucleo della valutazione. Può farsi
coadiuvare da docenti collaboratori cui delega specifici compiti, ed è coadiuvato dal
responsabile amministrativo.

Secondo il CCNL 2006-09 il profilo professionale degli insegnanti è costituito da


competenze:

• disciplinari
• psicopedagogiche e metodologico-didattiche
• organizzativo-relazionali

La funzione docente si fonda sull’autonomia culturale e professionale (libertà


d’insegnamento) e si esplica in attività:

N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

• individuali
o insegnamento
o attività funzionali all’insegnamento (preparazione lezioni e verifiche,
correzione, gestione dei rapporti con la famiglia, 40 ore…)
o attività aggiuntive (attività didattiche e educative e integrative per un
massimo di 6 ore settimanali, deliberate dal collegio docenti)
o attività aggiuntive funzionali all’insegnamento (preparazioni materiali utili, e
tutte le attività eccedenti le 40 ore)
• collegiali

Divieti:

• impartire lezioni private ai ragazzi della propria scuola


• cumulo di impieghi
• detenere attività commerciali

La mobilità può essere

• territoriale
• professionale (per il riassorbimento delle eccedenze) cioè riconversione
professionale previa frequenza di percorsi formativi
• intercompartimentale (rassegnazione ad altre amministrazioni pubbliche che
presentino posti vacanti per profili o qualifiche corrispondenti a quelle della
scuola

Orario lavorativo e sanzioni non le ho schematizzate.

2.8. Il Sistema nazionale di valutazione (D. Lgs. 286/04) è articolato su tre livelli:

• INVALSI
• INDIRE
• Ispettori ministeriali

Esso ha l’intento di attivare processi di automiglioramento della qualità


dell’apprendimento, della didattica e dei comportamenti professionali degli insegnanti.

La valutazione esterna delle scuole si realizza attraverso le rilevazioni degli


apprendimenti e le visite delle spie, cioè i nuclei di valutazione (costituiti dai dirigenti
tecnici e da esperti in materia di valutazione esterna)

Invece il processo di autovalutazione delle scuole passa attraverso l’elaborazione del


RAV (rapporto di autovalutazione) e del piano di miglioramento da allegare al PTOF.

N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

Infine c’è la rendicontazione sociale, cioè la pubblicazione dei risultati, attraverso


indicatori e dati comparabili.

Il RAV è elaborato dal Nucleo interno di valutazione con la supervisione del dirigente. Si
compone di 5 parti:

• Contesto e risorse
• Esiti degli studenti (con particolare attenzione a prove standardizzate e al
raggiungimento delle competenze chiave)
• Processi messi in atto dalla scuola (pratiche educative e didattiche)
• Processo di autovalutazione (come è stata condotta l’indagine)
• Individuazione delle priorità che serviranno ad elaborare il piano di
miglioramento

Il piano di miglioramento è sempre elaborato dal Nucleo interno di valutazione con la


supervisione del dirigente. Si compone di 4 parti:

• Scegliere gli obiettivi di processo più utili alla luce delle priorità individuate nel
RAV
• Decidere le azioni più opportune per raggiungere gli obiettivi
• Pianificare gli obiettivi di processo individuati
• Valutare, condividere e diffondere i risultati

2.9. Il vertice di Lisbona del 2000 ha evidenziato gli obiettivi da raggiungere in 10 anni:

• Aumento della qualità e dell’offerta dei sistemi di istruzione e formazione


• Facilitazione dell’accesso ai sistemi di istruzione e formazione
• Apertura di sistemi di istruzione e formazione al mondo esterno, in particolare agli
adulti, in una prospettiva di lifelong learning

Gli Stati fissano solo gli standard. L’Europa unita:

• Nell’ambito dell’istruzione, incentiva la cooperazione fra istituti di insegnamento,


favorisce la mobilità degli studenti e degli insegnanti, incoraggia lo scambio di
informazioni ed esperienze e promuove l’apprendimento di altre lingue europee
• Nell’ambito della cultura, favorisce la diffusione tra i cittadini del patrimonio
comune europeo
• Nell’ambito delle telecomunicazioni e dell’audiovisivo, incentiva una maggiore
apertura e favorisce la cooperazione tra diversi operatori europei.

Nel 2010 la Strategia Europa 2020 individua tre motori di crescita:

• Intelligente (conoscenza, innovazione, istruzione, società digitale)


• Sostenibile (no spreco risorse, competititività dell’UE)
N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 2. Legislazione

• Inclusiva (incentiva la partecipazione al mercato del lavoro, l’acquisizione di


competenze e la lotta alla povertà.

Obiettivi entro il 2020

• Occupazione al 75% degli individui fra 20 e 64 anni


• 3% del PIL da investire in ricerca e sviluppo
• Traguardi 20-20-20 (clima)
• Tasso di abbandono scolastico inferiore al 10%, e il 40% dei giovani deve avere
una laurea o un diploma
• Il tasso di povertà deve essere ridotto del 25%

L’art. 165 del Trattato sul funzionamento dell’UE prevede che l’Europa deve contribuire
allo sviluppo di un’istruzione di qualità nel pieno rispetto delle diversità linguistiche e
culturali degli Stati membri, al di là della prospettiva di un’attività lavorativa (questo
punto viene subito smentito dall’art. 166 che parla di formazione professionale).

Obiettivi:

• Sviluppare la dimensione europea dell’istruzione


• Incoraggiare la mobilità degli studenti e degli insegnanti
• Agevolare lo scambio di informazione
• Sostenere lo sviluppo dell’istruzione a distanza
• Sviluppare lo sport

Non ho sintetizzato Socrates, Jean Monnet ed Erasmus+

N. B. In questa parte ho omesso parecchi paragrafi (gli ordinamenti dei licei, le leggi in generale, il
reclutamento docenti, gli esami di Stato…
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

La progettazione secondo le slide della mia collega nonché docente di psicostronzate


al Tfa nonché pereta, è l’insieme delle attività volte ad organizzare in modo sistematico
le risorse umane e materiali, intellettuali e tecnologiche, disponibili o accessibili.

La programmazione (percorsi metodologici, tecnici e strumentali, presuppone un


pensare strategicamente) è più specifica, deve mirare alla acquisizione di competénze, va
nel PTOF e tiene conto di:

• Indicazioni nazionali/linee guida/OSA, insomma tutto quello che sostituisce i


vecchi programmi
• Peculiarità culturali del territorio
• Caratteristiche socioculturali e cognitive degli studenti.

L’esigenza della programmazione fu sentita da Bruner, che così l’ha definita:

• Fissare analiticamente gli obiettivi secondo criteri gerarchici e sequenziali


• Prevedere dettagliatamente tutte le operazioni necessarie per il conseguimento
degli obiettivi
• Verificare accuratamente i risultati

In Italia la parola è stata accolta nel DPR 416/74 e poi nella legge 517/77 (che l’ha
resa obbligatoria, fissando anche tempi e momenti). La Buona Scuola l’ha resa triennale.

Secondo Nichols la programmazione comprende le seguenti fasi:

• Analisi del contesto socioculturale


• Definizione degli obiettivi (generali e specifici, a breve e lungo termine)
• Definizione delle attività
• Definizione dei tempi e delle metodologie
• Osservazione dei processi di apprendimento
• Verifica e valutazione

Il curricolo è l’insieme dei percorsi di studio di una scuola ed è formato da una quota
nazionale (minimo 80%, ma nel secondo biennio dei licei minimo 70%) e una quota
autonomia (massimo 20%, ma nel secondo biennio dei licei massimo 30%).

La programmazione può essere:

• D’istituto (la fa il consiglio di istituto): finalità educative generali in base all’analisi


del territorio e agli accordi fra diversi sistemi formativi, si occupa anche delle
strutture e del personale in dotazione alla scuola
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

• Educativa (la fa il collegio docenti): percorsi formativi correlati agli obiettivi e alle
finalità nei programmi (composizione socioculturale della popolazione,
atteggiamenti dei genitori, servizi culturali extrascolastici, impegno politico e
sociale della popolazione)
• Didattica (la fa ogni insegnante e la porta in consiglio): percorso formativo della
classe e del singolo alunno. Dopo la verifica dei prerequisiti, si definiscono
obiettivi, strumenti, oggetto e procedimenti di verifica. Nell’individuare gli obiettivi
bisogna considerare la specificità e la valenza formativa della disciplina, quali
legami stabilire tra i contenuti, quali conoscenze far acquisire e quali
atteggiamenti mentali potenziare. Gli obiettivi, da definire in termini di
comportamenti, si devono stratificare in
o Generali (i fini generali)
o Intermedi (attività a livello intellettuale, affettivo, psicomotorio)
o Immediati (strategie da attuare subito dopo la verifica dei prerequisiti)
o Operativi (modelli e strumenti per l’attuazione della programmazione
didattica: UDA)

L’UDA, introdotta dalla riforma Moratti, consente la personalizzazione dei processi


formativi perché fa parte della didattica modulare (per percorsi autoconsistenti) e
consente la riprogrammazione, senza vincolarsi alla disposizione sequenziale degli
argomenti. Essa afferma la centralità della persona, la personalità dell’allievo a tutto
tondo, “in vista di una formazione professionale adatta alle richieste del mercato” (MA
VAFFANCULO) e completa il passaggio da un programma unico e indistinto (AH CHE
BEI TEMPI) a una programmazione personalizzata, di cui sono artefici il consiglio di
classe (in un’ottica trasversale) e ciascun docente (in un’ottica disciplinare) e che aiuta lo
studente a individuare e realizzare il proprio progetto di vita. L’unità didattica invece si
astraeva dal contesto (e invece quella pereta di latino mi ha detto che non era quella la
differenza). Il modulo non è un nucleo chiuso ma il nodo di una rete di relazioni e
interferenze disciplinari e interdisciplinari che intenzionalmente vengono proposte agli
allievi.

3.2. La didattica inclusiva:

• Riconosce e tiene conto dei bisogni educativi speciali


• Fa leva sulla collaborazione dei compagni di classe
• Promuove, laddove opportuno, un progetto formativo individualizzato
• Punta allo sviluppo cognitivo e relazionale di ciascun alunno
• Definisce gli opportuni mediatori didattici da utilizzare
• Verifica i processi e gli apprendimenti
• Stabilisce interventi mirati a rafforzare o recuperare competenze e abilità
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

Schema dei BES (direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012)

• Disabilità certificata con Diagnosi Funzionale (legge 104/92): c’è il PEI e il


sostegno
• DSA (legge 170/2010) e disturbi evolutivi specifici: c’è il PDP ma non
l’insegnante di sostegno
• Situazioni di svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale: il PDP non è
obbligatorio

A occuparsi dei BES c’è il gruppo di lavoro per l’inclusione, che

• Individua i BES
• Raccoglie e documenta gli interventi
• Fa attività di consulenza e supporto ai colleghi
• Valuta il livello di inclusività della scuola: la scuola può dirsi inclusiva se:
o Riesce a valorizzare le differenze
o Coinvolge in maniera efficace i diversi attori presenti sul territorio
o Rimuove gli ostacoli
o Consente all’alunno di sentirsi parte integrante del gruppo
• Coordina le proposte
• Prepara il PAI (piano annuale di inclusività) da inserire nel PTOF dopo
l’approvazione in collegio docenti

Il passaggio dall’integrazione all’inclusione inizia con la legge 517/77 che abolisce le


classi differenziali e crea l’insegnante di sostegno (ora oggetto di ridefinizione da parte
del governo, che ha ricevuto la delega in materia dalla Buona Scuola).

La 104/92 predispone il PEI (piano educativo individualizzato) alla cui definizione


concorrono il personale sanitario e la scuola, con la collaborazione della famiglia. In
particolare, questi sono gli strumenti di istruzione e formazione necessari all’integrazione
degli alunni con disabilità:

• Diagnosi funzionale (la fa la ASL)


• Piano Dinamico Funzionale
• Piano Educativo Individualizzato, sulla cui base vengono realizzati progetti
personalizzati:
o Progetto riabilitativo (ASL)
o Progetto di socializzazione (enti locali)
o Piano degli studi personalizzato (scuola)

Le linee guida per l’integrazione degli alunni con disabilità (nota ministeriale
4274/2009):
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

• Sostituiscono il termine handicap con disabilità, e integrazione con inclusione


• Promuovono l’integrazione prevedendo l’inclusione dei disabili all’interno del
sistema educativo anche con misure di accompagnamento

Il DPCM 185/2006 stabilisce che la disabilità deve essere certificata in base ai


parametri dell’OMS (deficit psicomotori, sensoriali, psichici), mentre il DPR 122/09
stabilisce che i disabili hanno diritto a un esame differenziato con voto decimale.

Per i DSA (legge 170/2010: dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia, occorre la


diagnosi) il Piano Didattico Personalizzato (personalizzato per metodologie, tempi,
strategie e strumenti compensativi, non per obiettivi) va fatto dopo

• aver analizzato la situazione di partenza prima dell’inizio della scuola (parlare con
medici, genitori, vedere quello che il ragazzo ha prodotto negli anni scolastici
precedenti)
• conosciuto il ragazzo attraverso “osservazione partecipata e non partecipata” ed
eventuali attività di gruppo
• verificati tramite le prove d’ingresso i prerequisiti.

Secondo le linee guida per il diritto allo studio di alunni e studenti con DSA (DM
5669/11) ci sono questi strumenti:

• Didattica individualizzata e personalizzata


o Individualizzata: attività di recupero individuale finalizzata a conseguire
obiettivi comuni
o Personalizzata: calibrata sul singolo concreto alunno, finalizzata a
conseguire obiettivi diversi
• Misure dispensative (es. esonero lingue straniere, oppure non far leggere al
dislessico un testo lungo…)
• Strumenti compensativi (es. videoscrittura, riconoscimento vocale, mappe
concettuali, calcolatrici, software specifici…)

Strategie didattiche e metodologiche:

• Creare empatia
• Utilizzare disegni, schemi, mappe concettuali
• Limitare il linguaggio scritto a vantaggio di quello verbale, iconico o gestuale
• Promuovere attività laboratori ali
• Insegnare la divisione in sequenze di un testo (MA NON LO FACCIAMO
COMUNQUE? CHIST SO SCIEM?)
• Insegnare a evidenziare i punti salienti di un testo (OK, SO SCIEM)
• Favorire l’acquisizione di strategie mentali atte ad evitare l’apprendimento
mnemonico di sequenze di dati (SO SCIEM, SO SCIEM)
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

• Promuovere l’utilizzo di programmi di videoscrittura


• Promuovere il cooperative learning.

I DSA fan parte dei disturbi evolutivi specifici insieme ad altri disturbi:

• Deficit del linguaggio


• Deficit delle abilità non verbali
• Deficit della coordinazione motoria
• Deficit dell’attenzione (distratti da stimoli irrilevanti, fanno frequenti errori di
distrazione)
• Deficit dell’iperattività (irrequieto, a volte impulsivo e umorale). Per questi ultimi 2
deficit cfr. http://www.aifa.it/strategiescolastiche.htm (nelle avv. gen. sta ricopiata
paro paro)

Si possono predisporre strumenti compensativi e misure dispensative anche in questi


casi, anche senza una certificazione medica, però il consiglio di classe deve motivare le
decisioni prese e condividerle con la famiglia (sempre che la famiglia non decida, di
conseguenza, di denunciare gli insegnanti), predisponendo facoltativamente un PDP
(obbligatorio solo per i DSA).

A supporto di docenti e famiglie sono istituiti i CTS (centri territoriali di supporto) che
aiutano scuola e famiglia sulle metodologie da utilizzare e sui nuovi ritrovati tecnologici.

Le situazioni di svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale sono di solito


transitorie (nota MIUR 2563/2013). In particolare gli stranieri sono oggetto di varie
normative: secondo il DPR 394/99 possono iscriversi a scuola in qualunque momento,
e devono essere consiglio di istituto e collegio docenti a stabilire le modalità di
inserimento.

Secondo la direttiva del dicembre 2012 anche in questi casi si possono attuare misure
dispensative e strumenti compensativi, il PDP non è obbligatorio secondo la circolare
ministeriale 8 del 2013.

La nota MIUR 4233/2014 (linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni
stranieri) regolamenta le attività di accoglienza e integrazione, definisce i vari casi
(cittadini italiani di origine straniera, ambiente non italofono, rom, coppie miste, minori
non accompagnati…) fissa i limiti massimi per classe (30%), prevede la presenza di
mediatori culturali o interpreti, parla di orientamento già dalla scuola dell’infanzia, e in
particolar modo prima del passaggio alle superiori. L’insegnamento dell’italiano come
L2 diventa fondamentale (8-10 ore settimanali per 3-4 mesi) come anche i laboratori
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

linguistici, in modo tale che si attui un modello integrato (stranieri non staccati dalla
classe, uso di supporti non verbali, laboratori di lettura, scrittura, grammatica, ascolto,
produzione orale).

La nota 7443/2014 invece si occupa degli alunni adottati (a scuola dopo 12 settimane
per asilo ed elementari, 4-6 settimane per medie e superiori), definisce le aree critiche di
intervento (difficoltà di apprendimento, psicoemotive, scolarizzazione prima dell’arrivo in
Italia, identità etnica) e gli ambiti di intervento:

• Area amministrativo-burocratica (semplificare la burocrazia)


• Area comunicativo-relazionale (strategie di prima accoglienza, incontri scuola-
famiglia più frequenti, nomina di un docente L2 come facilitatore linguistico)
• Continuità (il percorso formativo individualizzato deve proseguire lungo tutta la
carriera scolastica)

Per gli alunni ospedalizzati:

• Scuola in ospedale (il docente in ospedale attua un percorso formativo


individualizzato)
• Istruzione domiciliare (con apposito progetto di offerta formativa, da inserirsi nel
PTOF)

3.3 La valutazione è:

• Didattica
• Di istituto (interna)
• Di sistema (esterna)

La legge 517/77 ha sostituito la pagella con la scheda di valutazione provvista di


giudizi e il foglio notizie, e l’ordinanza ministeriale 236/93 ha introdotto i giudizi delle
singole discipline e la sintesi generale quadrimestrale sul processo dinamico di
apprendimento. Vengono introdotti il registro di classe, l’agenda della programmazione
e il registro personale del docente. Con la riforma Gelmini tornano i voti numerici al
primo ciclo.

La valutazione distingue 3 momenti:

• Verifica (le prove, che devono essere diversificate per incontrare i diversi stili di
pensiero: presuppone la definizione degli elementi da considerare e dei criteri di
correzione)
• Misurazione (l’elaborazione quantitativa delle prove di verifica)
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

• Valutazione (interpretazione dei dati ottenuti con la misurazione in base a vari


parametri: obiettivi specifici di apprendimento, obiettivi di classe, obiettivi previsti
per ciascun alunno, in pratica il doppiopesismo che ci espone a ricorsi, ma questi
che vogliono, la standardizzazione o la personalizzazione? E soprattutto, non
sarebbe da tornare all’insindacabilità del giudizio?)

L’alunno non è più oggetto passivo di valutazione ma soggetto attivo


dell’apprendimento.

La valutazione può essere

• Formativa (senza voto), fornisce informazioni che permettano un adattamento


dell’insegnamento alle differenze individuali nell’apprendimento, coglie i processi
cognitivi degli alunni perché il docente non deve porsi solo il problema dei
risultati, ma anche del come, in modo da individuare i processi adottati e gli errori
commessi (in pratica se l’alunno è ceppone la colpa è del docente che non ha
individuato i processi cognitivi dell’alunno ceppone)
• Sommativa (un bilancio)

Secondo il DPR 122/09 la valutazione deve essere periodica e finale, con voto in
decimi anche per il comportamento (invece per le elementari il comportamento dà luogo
a giudizio e non a voto)

Dopo gli scrutini intermedi si possono attivare i corsi di recupero (IDEI, interventi
didattici-educativi integrativi) la cui normativa senza che la metto perché la sappiamo.

Gli stranieri possono avere diritto a un PDP, a mediatori linguistico-culturali, e la


valutazione però sarà uguale a quella degli italiani. Per loro vanno privilegiate le
verifiche formative, si possono sospendere insegnamenti troppo difficili, il collegio
docenti adatta i programmi, però poi non ci saranno prove d’esame differenziate.

I disabili (104) hanno prove d’esame corrispondenti (scuola dell’obbligo) o equipollenti


(maturità) e/o tempi più lunghi, con o senza assistenti. Gli alunni con ritardo mentale
hanno un percorso didattico differenziato e non hanno il diploma. Le prove equipollenti
consistono in modalità diverse o contemplano l’uso di strumenti diversi, basta che
verifichino se l’alunno ha raggiunto o meno la soglia di competenza necessaria per il
conseguimento del titolo di studio.

Gli alunni con PDP devono essere valutati tenendo conto della specificità dell’alunno
(DPR 122/09) e del PDP (DM 5669/11). Gli alunni con DSA hanno diritto a strumenti
compensativi e tempi più lunghi. Possono essere dispensati dalle prove scritte in lingua
straniera o addirittura esonerati dall’insegnamento della lingua straniera (in tal caso però
non hanno diritto al titolo di studio che serve per iscriversi alle superiori, ma solo
all’attestazione delle competenze). Gli obiettivi fondamentali da conseguire sono uguali a
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

quelli degli altri studenti. Anche alla maturità possono aver diritto a misure dispensative
e strumenti compensativi.

Per i BES non disabili né DSA il consiglio di classe è libero di predisporre misure
dispensative e strumenti compensativi.

Le eccellenze (D. Lgs. 262/07) debbono essere incentivate e individuate a cura di


autorità scientifiche significative.

Secondo la docimologia la valutazione deve tener conto dei seguenti parametri:

• Caratteri del contesto generale e dell’ambiente sociofamiliare dell’alunno


• Conoscere la situazione di partenza
• Esplicitare gli obiettivi e le finalità
• Confrontare il progetto iniziale e i risultati, per cogliere il grado di efficacia o gli
eventuali elementi di inefficacia dell’attività educativa (in pratica, è sempre colpa
del docente)

Secondo il DPR 122/09 alla fine dell’obbligo scolastico bisogna certificare le


competenze degli studenti fornendo loro un modello di certificazione. Le competenze
sono sui 4 assi (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale) in
base a conoscenze, attività e competenze e hanno tre livelli (in base al Compendio
INVALSI sulle prove PISA-OCSE):

• Base (Lo studente svolge compiti semplici in situazioni note, mostrando di


possedere conoscenze e abilità essenziali e di saper applicare procedure e regole
fondamentali
• Intermedio (Lo studente svolge compiti e risolve problemi complessi in situazioni
note, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le
abilità acquisite
• Avanzato (Lo studente svolge compiti e risolve problemi complessi in situazioni
anche non note, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità.
Sa proporre e sostenere le proprie opinioni ed assumere autonomamente
decisioni consapevoli

3.4. La continuità didattica può essere verticale (ordini di scuola e classi della stessa
scuola) e orizzontale (comunicazione e scambio tra le diverse “agenzie educative”:
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

famiglia, scuola, istituzioni, territorio). Bisogna creare le condizioni educative e operative


perché lo sviluppo della personalità dell’alunno possa avvenire in modo armonico.

L’orientamento (attività tese a mettere l’individuo in grado di gestire e pianificare il


proprio apprendimento e le proprie esperienze di lavoro in coerenza con i personali
obiettivi di vita, in modo da sfruttare appieno le competenze e gli interessi individuali,
per poter raggiungere un pieno soddisfacimento personale) deve essere:

• Educativo (conoscenza di sé)


• Formativo (competenze di base)
• Informativo (con materiali informativi)
• Personale (con esperti)

Il primo orientamento è nella scuola media, con i giudizi orientativi che tengano conto
di:

• Orizzonte temporale (al liceo devi studiare molto e poi andare all’università)
• Propensioni
• Idiosincrasie (che però non devono per forza sbarrare certe strade, e poi al
classico ci troviamo certe teste di cazzo…)
• Sbocchi professionali prediletti

Le scuole superiori presentano attività di orientamento per gli alunni delle medie, e
vanno a caccia di clienti.

L’accoglienza (orientamento in ingresso):

• Valuta le conoscenze e gli aspetti affettivo-motivazionali del ragazzo


(comprensione della lettura, soprattutto)
• Individualizza le attività di lavoro
• Realizza la continuità con le medie

Esiste anche l’orientamento intermedio, fra il secondo e il terzo anno, per le scuole che
differenziano gli indirizzi.

Infine c’è l’orientamento in uscita che riguarda gli sbocchi post-diploma, i test
autovalutativi delle propensioni, la presentazione delle facoltà universitarie,
l’orientamento al lavoro, gli stage, le preiscrizioni assistite…

La didattica orientativa è trasversale e:

• Spinge i ragazzi a progettare attività


• Presenta ogni materia evidenziandone la complessità
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

• Presenta ogni conoscenza facendone risaltare il risvolto pratico (se non c’è, non
serve: l’università della vita!)
• Ricerca l’interdisciplinarietà
• Incoraggia l’alunno a mettersi in gioco
• Fa superare all’alunno le sue riserve
• Rispetta le diversità degli alunni
• Fa cogliere le preferenze
• Crea aspetti di continuità e discontinuità nell’azione didattica (boh)
• Fa sì che il ragazzo acceda autonomamente alle principali fonti informative con
spirito critico
• Promuove attività laboratoriali
• Fa sviluppare la competenza di strutturare decisioni in situazioni reali o simulate,
anche attraverso l’alternanza scuola-lavoro

Le linee guida per l’orientamento permanente (nota MIUR 4232/2014) dicono che la
scuola è soggetto promotore del lifelong learning (apprendimento permanente), del
lifelong guidance (guida per la vita) e del career guidance (guida per la carriera). Occorre
stabilire due attività di orientamento:

• Orientamento formativo o didattica orientativa per lo sviluppo di competenze di


base
• Attività di accompagnamento e consulenza orientativa, per la vita (connessioni al
mondo del lavoro)

Per questo la scuola deve individuare figure di sistema (risorse interne) capaci di

• Organizzare/coordinare le attività di orientamento interno


• Organizzare/coordinare attività di orientamento mirate per studenti disagiati o
plusdotati (hanno usato proprio questo termine, manco parlassero di lunghezza
del cazzo)
• Interfacciarsi con continuità con tutti gli altri attori della rete di orientamento del
territorio.

Le scuole per questo debbono:

• Potenziare la collaborazione con il mondo del lavoro


• Sviluppare esperienze imprenditoriali anche come start up
• Creare laboratori di career management skills
• Comparare, selezionare e condividere modelli di certificazione
• Sviluppare stage e tirocini
• Promuovere la diffusione dell’apprendistato
• Individuare le migliori pratiche sperimentate
Capitolo 3. Psicostronzate didattiche

Insomma, tutto fuorché insegnare.

I docenti (e ti pareva) devono seguire attività di formazione in merito, sensibilizzare i


genitori, implementare l’uso delle TIC.

3.5. La devianza è dovuta spesso al disagio. Le linee guida del Consiglio d’Europa 18
novembre 2009 e la nota MIUR 2519/15 si occupano di bullismo, in particolare di
cyber bullismo. Questa parte è l’unica interessante per questo non ne ho fatto schemi.
Capitolo 4. Psicostronzate applicate

La comunicazione insegnante-alunno è asimmetrica, ed è una mediazione intenzionale


(ha un fine aprioristicamente determinato: insegnare)

Funzione educativa e didattica.

L’insegnante deve essere relazionale, avere cioè competenze comunicative e


relazionali, deve curare la comunicazione verbale e non verbale, deve essere leader
(possibilmente carismatico). Le dinamiche che si instaurano in classe sono quelle di
gruppo che possono essere:

• A catena
• A cerchio
• A raggiera

Per facilitare il rapporto comunicativo occorre:

• Cercare di instaurare prevalentemente un rapporto empatico con la classe


• Garantire, attraverso la ridondanza, una migliore comunicazione
• Comportamento emotivo coerente con le parole
• Creare le giuste condizioni per il rispetto dei ruoli da parte di se stessi e degli
alunni
• Individuare i disturbi della comunicazione e analizzarli rigorosamente per poterli
eliminare
• Evitare di valutare gli altri con atteggiamenti moralistici
• Favorire la ricerca dell’identità personale, sociale e professionale

Può dividere la classe in gruppi omogenei o eterogenei (più utili per i meno dotati) per
favorire l’interdipendenza nei gruppi, assumendo solo un ruolo di regolazione dello
scambio comunicativo nel gruppo.

Occorre anche promuovere il lato affettivo (intelligenza emotiva di Goleman) perché,


secondo Piaget, Vygotskij e Bloom, l’affettività facilita l’apprendimento.

Secondo Bloom gli apprendimenti cognitivi sono 6:

• Conoscenza
• Comprensione
• Applicazione
• Analisi
• Sintesi
• Valutazione

E sono favoriti dalle macroaree degli obiettivi nella dimensione affettiva:


Capitolo 4. Psicostronzate applicate

• Interesse
• Impegno
• Partecipazione.

Secondo Carl Rogers l’insegnamento deve essere centrato sullo studente attraverso la
conquista di mete educative, per rendere gli allievi protagonisti attivi delle proprie
esistenze. La scuola deve insegnare quello che serve per la vita e quindi quello che
interessa ai ragazzi (apprendimento significativo), coinvolgendo la loro personalità in
modo da stimolarne l’autoconsapevolezza e l’autovalutazione attraverso soluzioni
democratiche e collaborative. L’insegnante deve essere facilitatore.

L’alunno deve essere considerato soggetto interattivo con l’ambiente e deve sentirsi
libero di accogliere ma anche di contestare e rifiutare un’azione educativa, sulla base dei
suoi bisogni, delle sue inclinazioni, delle sue motivazioni profonde (!).

Occorrono anche

• Comunità sociale (soprattutto la scuola e la famiglia, che deve fare il suo)


• Concetto di sapere come patrimonio comune
• Strumenti specifici dell’educazione

Secondo il sociologo Durkheim la scuola è un microcosmo sociale:

• Aiuta il bambino a liberarsi dall’immedesimazione emotiva con la famiglia


• Sviluppa attitudini sociali
• Arricchisce attraverso il contatto con l’alterità

L’educazione, infine, è anche extrascolastica (formazione permanente), secondo il


cretinissimo modello dominante dell’università della vita per cui ogni ceppone si sente
superiore a chi si è rotto il culo per anni a studiare e imparare.

4.2

I metodi di insegnamento sono:

• Trasmissivo
• Attivo-operativo (Dewey)
• Sistematico-programmato (comportamentismo)
• Euristico (Socrate, metodo scientifico-induttivo…)
Capitolo 4. Psicostronzate applicate

I metodi di apprendimento possono essere

• Imitativi (Bandura)
• Intuitivi (Gestalt)
• Associativi (Skinner)
• Cognitivo-adattivi (Rumelhart, Piaget, Bruner)
• Euristici

Occorre ricorrere a metodi diversi per

• Sviluppare processi di apprendimento alternativi e più autonomi


• Garantire un’offerta formativa personalizzabile
• Motivare gli studenti che così non si annoiano quando uno varia i metodi,
garantendo così che non ci capiscano una ceppa di cazzo, ma tanto si sa che i
contenuti oramai sono un optional

La scelta del metodo fa parte della programmazione, e il metodo va scelto anche in base
alle differenze fra gli alunni.

Metodi classici di insegnamento

• Analitici (dal particolare al generale), sbagliati perché la mente umana è deduttiva,


servono tutt’al più per approfondire determinati aspetti di un problema
• Globale (Cartesio): si presenta il problema nelle sue caratteristiche generali, poi si
analizza nelle sue parti, infine c’è la sintesi (ricomposizione)
• Naturale (Rousseau), cioè l’allievo è lasciato libero di esplorare e scoprire, con il
rischio di capire male le cose e comunque serve una guida
• Direttivo (serve quando ci sono alunni DSA o difficili e quando l’argomento è
talmente complesso da dare adito a interpretazioni differenti o equivoci). Secondo
le avvertenze generali è da usarsi solo in casi estremi perché bisogna essere
democratici.

Differenza tra metodo, tecniche e strategie didattiche

• Metodo: insieme delle scelte operative e delle procedure che l’insegnante adotta
nelle singole UDA che ha progettato
• Tecniche: attuano, attraverso soluzioni pratico-operative specifiche, i principi del
metodo scelto. Possono essere
o Simulative
o Operative
o Cooperative
o Di analisi situazionale
Capitolo 4. Psicostronzate applicate

• Strategie: interventi finalizzati ad applicare il metodo in modo efficace. Si


differiscono dalle tecniche perché riguardano l’orientamento generale. Possono
essere:
o Espositive
o Euristiche
 Imitative
 Di ricerca
 Creative

4.3. La lezione frontale è espositiva. (buona competenza comunicativa, teatralità,


contenuti trasmessi con ordine, ma ai pedagogisti non piace perché è troppo normale e
poco democratica)

La lezione dialogata con il metodo interrogativo-maieutico sviluppa capacità di


ragionamento ed analisi, espositive e relazionali. Però è dispersiva e confusionaria.

La lezione partecipata con domande e interventi dei ragazzi alla fine, è buona.

La didattica laboratoriale si basa sul learning by doing e sull’apprendimento per


scoperta. Usi: analisi di un problema reale, lavoro di gruppo, sperimentazione e
progettazione, simulazione, creazione di oggetti complessi…

Cecidere manus

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