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Lempatia

1.1 Mi metto nei vostri panni


<< Mi metto nei vostri panni>> una citazione di Paul Watzlavick che dichiara: Non si
pu non comunicare.
Fin dalle origini luomo ha cercato modi e stratagemmi per condividere le informazioni con i
suoi simili.
Con il passare dei secoli il modo di comunicare delluomo si evoluto fino ad arrivare alla
comunicazione di massa con il crescente numero di interazioni anche a distanza di spazio e di
tempo. La comunicazione alla base della convivenza umana. Il termine comunicazione
deriva dalla parole communis: comunicare significa mettere in comune con altri,
informazioni, idee, emozioni attraverso il linguaggio parlato o scritto. E possibile
allinterno di un sistema condiviso con gli altri che possiedono la capacit di produrre e capire
messaggi e quindi di interagire con altri soggetti.
Negli ultimi cinquanta anni cresciuto linteresse per un particolare processo
cognitivo/emotivo che pu avvenire durante linterazione: lempatia verso laltro.
Il processo empatico pu essere utile in numerosi ambiti della vita quotidiana. Le discipline
che si sono occupate dello studio dellempatia negli ultimi centocinquanta anni variano dalla
filosofia alla psicologia, ed per questo che le definizioni che hanno riassunto il nucleo di
questo processo sono svariate e differenti fra loro.
La parola empatia deriva dall etimologia greca in-dentro e patos-sentire, che vuol dire
provare le stesse sensazioni/emozioni dellaltro.
Indica una comprensione dei sentimenti e delle cognizioni dellaltro. Pu essere un forte
legame interpersonale, un fattore che pu rappresentare un momento di crescita nellindividuo
durante la relazione con laltro.
Non un concetto unitario, ma una capacit comprendente aspetti cognitivi, affettivi e diversi
livelli di profondit.
Nella letteratura non risulta semplice ed immediata linterpretazione del fenomeno
dellempatia e spesso viene equiparata allidentificazione, allimitazione, al role taking,
concetti connessi con lempatia, ma che non dovrebbero essere confusi con essa.

Si in empatia con un'altra persona nel momento in cui si ci cala nei suoi panni e si
percepisce allo stesso modo la realt. E importante entrare in empatia per comprendere
meglio la realt degli altri e per operare delle scelte che non siano condizionate unicamente
dal proprio punto di vista, spesso limitato.
Ci sono alcuni che riescono ad entrare in empatia, altri meno. Ma da cosa dipende tutto
questo?
Come nasce questa capacit?
A partire dagli anni 60 del secolo scorso lempatia cresce sempre di pi dando spazio agli
aspetti cognitivi. Dimpronta cognitiva sono gli studi riguardanti lempatia nellambito della
teoria della mente (ToM). La ToM definisce un insieme di abilit innate che progressivamente
permettono agli essere umani di costruire rappresentazioni di stati interni di altri individui in
modo da riuscire a prevedere i loro comportamenti. Vi sono due teorie per spiegare questo
procedimento: la teoria della teoria e la teoria della simulazione. La prima afferma che gli
esseri umani riescono a prevedere i comportamenti altrui partendo dai propri dati di
esperienza circa le loro rappresentazioni mentali, le motivazioni, gli scopi e le emozioni che
possiamo definire come catalogo di indizi. Mentre la teoria della simulazione sostiene che non
possibile prevedere i comportamenti degli altri ma possibile fare ci attraverso dei
meccanismi di rispecchiamento e di proiezione, cio attraverso lanalogia dei propri
comportamenti e quelli che si prevedono negli altri.
Negli anni 80 giacomo Rizzolatti, neuro scienziato delluniversit di Parma conduce con il
suo gruppo di lavoro degli esperimenti destinati ad aumentare le nostre conoscenze circa la
comprensione delle intenzioni/menti altrui, e riuscire in questo modo a spiegare i processi
empatici. Lesperimento condotto riguarda la registrazione sulle scimmie dellattivit di
singoli neuroni dellarea MT, ovvero della corteccia ventrale premotoria, specializzata
nellanalizzare gli stimoli visivi e il movimento.
In seguito lattenzione fu rivolta non pi ai neuroni che osservavano il singolo movimento ma
allosservazione di comportamenti finalizzati (es bicchiere). Ulteriori esperimenti hanno
permesso di compiere il passaggio dalla osservazione alla comprensione delle azioni. Si
infatti scoperto che dei singoli neuroni che si trovano in un settore della corteccia ventrale
premotoria denominata F5 si attivano sia durante lesecuzione di unazione sia durante
losservazione di azioni simili compiute da un altro soggetto, questi neuroni prendono il
nome di neuroni specchio. Di conseguenza si giunti alla formazione della nota teoria dei
neuroni specchio, la quale afferma che la capacit di rappresentare e comprendere le azioni ed

emozioni altrui dipende dalla natura relazionale del nostro sistema nervoso, cio secondo
questa teoria i nostri circuiti biologici si attivano con lesercizio sociale1. (Video noce)
1.1.

La mente partecipe

Lessere umano adulto ha sviluppato labilit di comprendere le altre persone come creature
pensanti, di riconoscere le loro disposizioni danimo e di capire il significato del loro
comportamento.

Le persone agiscono in un certo modo a causa dei loro

stati danimo e che i loro stati danimo sono influenzati dalle loro interazioni con lambiente e
con gli altri esseri umani.
soggetti

dotati

di

Questo perch siamo

senso

in

grado

di

dare

senso

al

nostro

sentire.

Lincapacit di comprendere le menti altrui pu costituire un serio svantaggio per gli interessi
delle persone, in quanto il successo delle nostre azioni dipende dalle relazioni che si istaurano
con laltro.

Il tema della comprensione delle altri menti stato uno dei

punti dinteresse centrale nella filosofia del tardo XIV secolo e nei primi anni del XX secolo.
Gli esponenti della teoria empatica considerano speciale la nostra comprensione delle menti
altrui che nasce dal fatto che noi attribuiamo stati mentali agli altri e li concepiamo come
persone

pensanti

che

hanno

una

mente

estremamente

simile

alla

nostra.

Il capire le altre menti stata sempre vista come un procedimento che parte da una prospettiva
egocentrica. Utilizzo me stesso e la mia mente per comprendere la mente dellaltro.
I sostenitori del punto di vista empatico sostengono che io acquisisco conoscenza delle menti
altrui perch in primo luogo posso simulare o imitare i processi mentali degli altri nella mia
mente.

Il concetto di empatia ha attraversato nel corso dei secoli

momenti di crisi, uno dei quali stato quello di essere considerata inadeguata come metodo
per conoscere ed interpretare le menti altrui.

Solo recentemente,

questa viene nuovamente presa sul serio dai filosofi, psicologi ed neuro-scienziati sostenuta
dai

cosiddetti

teorici

della

simulazione.

Con questi ultimi lempatia inizia ad essere considerata il metodo epistemicamente centrale
per la comprensione degli altri nel quadro della psicologia e della pedagogia.
Le neuroscienze attuano unimportante distinzione fra lempatia emotiva e lempatia
cognitiva identificando con il primo termine la condivisione immediata delle emozioni di un
altro senza attuare una distinzione fra la propria emozione e quella dellaltra (teoria della
1 Mannese E., Pensiero ed epistemologia, Pensa, Lecce 2011, p.46-48.

simulazione), mentre con il secondo, vi una forma pi complessa di empatia, che consiste
nella creazione di una teoria circa lo studio mentale dellaltro che ci porta alla comprensione
dellemozione provata e alla distinzione fra i due stati mentali (teoria della mente).
E ormai pi d un secolo che la psicologia scientifica studia lempatia in modo autonomo dalle
sue origini filosofiche. Questelemento il nucleo centrale per valorizzare il pensiero teso alla
capacit di apprendimento e quindi di formazione e cambiamento nel processo della
costruzione identitaria del soggetto-persona. Viene considerata come momento di contatto e di
relazionalit pi alta per lessere umano. Il termine empatia (empathy) stato introdotto nella
lingua inglese come la traduzione che Titchener scelse per il termine tedesco Einfhlung 2,
termine da lui coniato a partire dal greco Empatheia, con il significato di sentire dentro,
compartecipare ad unemozione osservata. Tale termine stato poi coniato da Robert Visher,
studioso che appartiene al movimento dellestetica, percependolo come sentir dentro e di
con-sentire, ossia di percepire la natura esterna come interna, appartenente al nostro stesso
corpo. Rappresenta quindi la capacit di proiettare i sentimenti da noi agli atri e alle cose che
percepiamo. Nelle scienze umane lempatia designa un atteggiamento verso gli altri
caratterizzato da un impegno di comprensione dell altro escludendo ogni attitudine affettiva
personale (quale simpatia o antipatia) e ogni giudizio morale. In campo psicologico (1899)
uno dei primi a parlarci di empatia fu Sigmund Freud, che durante il corso, dalle sue
osservazione sui pazienti diagnosticati come isterici aveva riscontrato in loro un
appropriazione profonda di ci che l altro vive e aveva definito questo fenomeno come
identificazione isterica. Dopo Visher, luso di questo termine viene ripreso anche dai
pensatori romantici quali, Herder e Novalis.
Herder parla della capacit del genere umano di sentirsi dentro ogni cosa e di sentire ogni
cosa al di fuori di s e di riconoscere ogni cosa nella natura per analogia con se stessi. Quindi,
per Herder, lempatia intesa come un atto quasi percettivo , vede ci come giustificato dalla
sua fede in Dio, che ha dato agli esseri umani tale capacit empatica quale chiave per
comprendere linteriorit delle cose.
Novalis adotta un atteggiamento diverso, cogliendo la natura come una spiritualit totale.
<<Sentire la natura perch noi stessi siamo natura>> . Il termine empatia, verr poi utilizzato
da Theordor Lipps, il quale lo porr al centro della sua concezione estetica e filosofico,

2 Ivi p.29.

considerandolo quale attitudine al sentirsi in armonia con l altro cogliendone i sentimenti, le


emozione e gli stati danimo, e quindi in piena sintonia con ci che egli stesso vive e sente.

1.2.

Un cuore che pensa

In psicologia la parola empatia viene utilizzata per indicare la capacit di immedesimarsi e


comprendere le emozioni di un'altra persona, anche senza laiuto della comunicazione
verbale.
E stato per lo psicologo e filosofo tedesco Theodor Lipps (1851-1914) a cominciare ad
utilizzare la parola Einfhlung per indicare il tentativo di una persona di percepire
lesperienza soggettiva interiore propria o di un altra persona. Il concetto di empatia, infatti,
alla base della teoria estetica elaborata da R. Vischer e T. Lipps, secondo la quale lesperienza
estetica resa possibile dalla capacit di provare un sentimento di simpatia (Einfhlung)
attraverso il quale si trasferiscono nelle opere darte le proprie passioni e le proprie forze
vitali. In questo senso, lestetica pu essere considerata una disciplina della psicologia
applicata, in quanto ha lobiettivo di indagare la facolt di un oggetto di esercitare su di me
un certo effetto.
Secondo Lipps, un oggetto che compare dinnanzi a noi costituisce immediatamente una
sollecitazione alla nostra attivit, dove la percezione delloggetto il risultato di alcuni stimoli
che riceviamo e di alcune attivit che mettiamo in opera. Percependo un oggetto esteriore
fondiamo ci che accade dentro di noi con la sua esistenza e proiettiamo tutto all esterno.
questa lempatia: il nostro riconoscimento delle capacit mentali delle altre persone attraverso
il nostro apprezzamento estetico della bellezza, secondo la quale questultima costituita da
forma, movimento, ed espressivit dello stesso corpo umano. Lipps studiava in particolare le
illusioni ottiche di distorsione, basandosi su unidea dello psicologo americano R.H.
Woodworth, sugger che losservatore tende ad identificarsi con parte della scena e ne resta
emozionalmente coinvolto; ne consegue che la percezione visiva risulta distorta in modo
simile a quello in base al quale un emozione pu arrivare a distorcere un giudizio.

I meccanismi proiettivi dell empatia sono basati su una tendenza umana ad una imitazione
motoria; noi ci sentiamo portati a sbadigliare quando siamo in compagnia di altre persone che
sbadigliano e tendiamo a muoverci se ci troviamo in una stanza con gente che balla.
Diversi autori hanno utilizzato il termine empatia nei loro metodi di ricerca filosofica, ma
ancora non era stato chiarito cosa si dovesse intendere con la parola empatia. Da qui la frase:
Lempatia un termine equivoco e molto equivocato. Lempatia un concetto centrale
anche nellermeneutica filosofica . lermeneutica, viene considerata come la teoria
dellinterpretazione e comprensione che determina il modo in cui noi cogliamo e spieghiamo
il significato delle espressioni altrui. Tra il 600 e700 nel campo dellermeneutica emerge la
figura del buon interprete , ovvero colui che attraverso linterpretazioe dei testi riesce a
cogliere la persona come autore. La comprensione consiste di due parti complementari
linterpretazione grammaticale

e linterpretazione psicologica. La prima riguarda la

comprensione del linguaggio utilizzato dall autore; la seconda cerca di comprendere il suo
punto di vista. Per gli ermeneuti di quest periodo tra cui boeckh, la comprensione delle menti
altrui avviene secondo una trasformazione a livello immaginario considerata possibile grazie
alla somiglianza psicologica fra linterprete e loggetto/persona dellinterpretazione. Per
Boeckh, la comprensione il metodo essenziale della filologia che si basa sulla conoscenza
del conosciuto, che per lui richiede la ricostruzione del pensiero di un'altra persona come
pensiero della propria mente. Nel 900 Droysen e Dithley abbandonono il termine originale di
empatia, ovvero Einfuhlung servendosi di una terminologia simile cio mithfuhlen, sentire
con.Di seguito Husserl e la sua allieva Stein considerano l Empatia come concetto chiave
nella loro spiegazione dellintersoggettivit reciproca tra gli individui pensanti. L empatia
oltre a farci interpretare le menti altrui, permette di concepire noi stessi come individui
riflessivi e autocritici, dato che mi rendo capace di comprendere cosa l altro pensa di me. In
questo contesto,

lempatia viene considerata come un atto originario che, da un lato,

consente al soggetto di vivere gli altri come dal loro interno e, dallaltro, porta a maturazione
ci che in noi latente oppure diverso.
A tale proposito la Stein riferisce un episodio personale: Un amico viene da me e mi
racconta che ha perduto suo fratello e io mi rendo conto del suo dolore. Che cosa questo
rendersi conto? Non mi interessa capire su cosa si fonda il suo dolore o da cosa io lo deduco,
ma che cosa in se stesso, questo ci che vorrei sapere. Cos si comprende che l empatia
un concetto centrale nel campo dell ermeneutica filosofica; dove quest ultima viene
considerata come la teoria dellinterpretazione e della comprensione, che cerca di determinare

il modo in cui noi spieghiamo il significato delle espressioni altrui. Edith Stein definisce latto
empatico come un rendersi conto, un riscontrare la situazione di ci e di chi si pone
difronte, uno stare ad occhi aperti, vigilanti, pronti a farsi toccare, per utilizzare
unespressione tipicamente steiniana. Empatia, allora, significa essere pronti ad un evento di
rottura, a uno spezzarsi della continuit dellesperienza del singolo per aprirsi allesperienza
dellaltro. La Stain ha vissuto questa rottura esistenziale ed empatica. Durante la prima guerra
mondiale, questultima, infatti, decide di lasciare gli studi e partire per prestare servizio come
crocerossina allOspedale Militare di Weisskirchen. Dopo anni lautrice nei suoi scritti
racconta la sua esperienza da crocerossina considerandola una delle pi belle lezioni di
empatia: dove si nota il travaglio dellintellettuale costretta a fermare la sua attivit per
partecipazione al momento storico, vi la compartecipazione attiva con per sofferenze fisiche
dei malati, ed il prendersi cura di loro guardandoli negli occhi. Lempatia, allora, diventa un
sospendere la propria vita, per fermarsi a guardare laltro, per entrare con le proprie forze
nella situazione concreta.
Mentre i filosofi dellestetica ( Lipps, Novalis, Herder ) si interessavano a comprendere come
una persona possa interpretare/riconoscere lo stato emozionale di un'altra persona basandosi
sulle espressioni del viso o sui movimenti; a differenza i filosofi della tradizione ermeneutica
erano interessati a spiegare il modo in cui noi valutiamo il significato di questi atti,
individuandone i mezzi per poter giustificare linterpretazione delle espressioni e delle azioni
degli altri.

1.3.

Lempatia e lo sviluppo morale: Hoffman

A partire dagli anni sessanta, lempatia cresce sempre di pi grazie agli aspetti cognitivisti e
inizia cos quel filone di studi che riguardano la capacit di interpretare il ruolo di un'altra

persona. In ambito psicopedagogico, lempatia venne descritta come la capacit di verificare


uno stato mentale uguale o simile a quello provato da un altro essere vivente. Lempatia,
quindi, la capacit di mettersi al posto di un altro, di vedere il mondo come l'altro lo vede,
mantenendo sempre una separazione tra chi empatizza e chi esperisce. Di impronta cognitiva
sono gli studi riguardanti lempatia nellambito della teoria della mente (TOM) Theory of
Mind. Questa definisce un insieme di attivit innate che progressivamente permettono agli
esseri umani di costruire rappresentazioni di stati interni di altri individui, in modo da riuscire
a prevedere i loro comportamenti.
Il modello elaborato da Hoffman fornisce una descrizione dello sviluppo dellempatia pi
articolata e complessa. Egli non considera lempatia pi come unitaria ma larticola in
diverse forme che, man mano che procede lo sviluppo, diventano pi mature e sofisticate,
parliamo di un modello a tre componenti: affettiva, cognitiva ed motivazionale. Secondo
lautore, lempatia si manifesta fin dai primi giorni di vita; nelle primissime manifestazioni
empatiche, infatti, la dimensione affettiva ad avere il ruolo di maggiore rilevanza, mentre la
dimensione cognitiva e pressoch assente. Procedendo nello sviluppo, la componente
cognitiva acquisir un importanza crescente e si unir sempre di pi con quella affettiva,
permettendo lo sviluppo di forme pi evolute di empatia. Oltre alla componente cognitiva e
quella affettiva, secondo Hoffman interviene nellesperienza empatica un terzo fattore: la
componente motivazionale. Lesperienza di empatizzare con una persona che sta soffrendo,
infatti, rappresenterebbe una motivazione per mettere in atto comportamenti di aiuto. Leffetto
motivante dipende dal fatto che condividere le emozioni dellaltro, soccorrendolo, fa provare
a chi aiuta uno stato di benessere; viceversa, la scelta di non confortare l'altro porterebbe con
se un senso di colpa.
Hoffman distingue quattro livelli di sviluppo dellempatia:
-

Empatia globale; durante il primo anno di vita i bambini si identificano con le

emozioni che vengono mostrate dagli altri.


Empatia egocentrica; dal secondo anno di vita i bambini tendono di offrire aiuto

allaltro cos come essi desidererebbero riceverlo.


Empatia per i sentimenti altrui; durante il terzo anno di vita i bambini sono
consapevoli dei sentimenti altrui possono essere diversi dai propri e le risposte
possono divenire pi appropriate ai bisogni degli altri

Empatia per la condizione esistenziale altrui; nella tarda infanzia o prima adolescenza
i bambini capiscono che i sentimenti possono originarsi da condizioni di vita
permanenti.

Possiamo quindi dire che molto presto i bambini non analizzano solo se stessi ma anche gli
altri in quanto essere che pensano e sentono.

1.4.

Empatia, intuizione e identificazione

Lempatia si pu definire come la capacit di comprendere il modo di essere nel mondo di un


altro dal di dentro, riuscendo ad immedesimarsi nella sua condizione e a penetrare la sua
dimensione di interiorit. L empatia si differenza dalla simpatia, dalla piet e dalla
commozione perch pi complessa di ciascuno di questi sentimenti. Sentimenti che essa
racchiude in s, poich presuppone la capacit di commuoversi per un altro, anche
sconosciuto che si trova in una situazione di sofferenza. Essa non potrebbe sussistere se non
accompagnandosi ad un atteggiamento di rifiuto della delega delle responsabilit e di solidale
coinvolgimento. Purch sia possibile un coinvolgimento realmente empatico necessario che
ci si sente disponibili allintrospezione autocritica, al mettersi in gioco, allo scoprirsi e a far
riaffiorare ricordi ed esperienze. In nessun modo, infatti, potremmo penetrare nel mondo
interno di un altro se non facendo ricorso allanalogia con il proprio; se non trovando almeno
un ricordo in grado di farci rivivere (nella mente) una condizione simile a quella che ci sta
difronte.

Si pu capire che un altro si senta debole, fragile, diverso, solo lasciando affiorare

il ricordo di tutte le volte ( o almeno una volta) nella quali noi stessi ci siamo sentiti deboli,
fragili, diversi. Un po come nellesperienza artistica anche nella realizzazione della
comprensione di tipo empatico necessaria la capacit o la disponibilit a regredire dal punto
di vista della funzionalit dellIo; a regredire in maniera temporanea e consapevole, cio con
possibilit di recupero immediato e constante. Questo presuppone la disponibilit a uscire
temporaneamente dalla propria immagine del s che a sua volta legata al possesso di una
salda e integra identit. Solo chi possiede una forte immagine del s non ha paura del
momentaneo lasciarsi andare per vivere momenti di indistinzione tra s e laltro. Indistinzione
o fusione che, tra laltro, resa ancora pi evidente dal fatto che la comunicazione empatica
non trascorre attraverso il canale verbale, ma tramite la comunicazione corporea.

Lempatia non esaustivamente definita se si considera solo come capacit di mettersi nei
panni dell altro, ma richiede un ulteriore specificazione: cio leffettuarsi per via emotiva. Si
tratta di una forma di conoscenza di carattere emozionale, molto vicina allintuizione, perch
entrambe si realizzano in forma rapida e coinvolgono ambiti profondi di comprensione.
Tuttavia lempatia si differenzia profondamente dallintuizione per il contenuto che vuole
comprendere. Il contenuto della conoscenza di tipo intuitivo sono infatti i pensieri e le idee;
mentre lempatia rivolta alla comprensione dei sentimenti. Questi due meccanismi possono
lavorare in sinergia rafforzandosi lun laltro, o in opposizione, ostacolandosi lun laltro.
Lempatia a differenza dellintuizione comporta coinvolgimento emotivo; lintuizione pu
essere, invece, utilizzata per evitare questo coinvolgimento stesso.
Kohut in particolare sostiene che lempatia pu essere usata lentamente e volutamente, con
consapevole attenzione; egli parla a questo proposito di introspezione vicariante, come del
provare a sperimentare la vita interiore di un altro. In questo modo Kohut rivoluziona il modo
di intendere lempatia, dove la vicinanza empatica ci che permette la distanza fisica.
Lempatia non soltanto una via utile attraverso cui noi abbiamo accesso alla vita interiore
delluomo; lidea stessa di una vita interiore delluomo e quindi di una psicologia degli stati
mentali complessi impensabile senza la nostra capacit di conoscere attraverso
lintrospezione vicaria cosa sia la vita interiore delluomo, cosa noi stessi siamo e pensiamo e
cosa sentano e pensino gli altri. Kohut vede lo sviluppo normale o patologico della persona
nel rapporto tra il S e loggetto-S (madre), nel suo processo identificatorio del S e del suo
differenziarsi dalloggetto-S. Il rapporto empatico della madre allorigine del successivo
sviluppo dellempatia del bambino. Cos, se lempatia uno degli elementi fondamentali per
un sano sviluppo del S e per un normale inserimento nella realt di ogni giorno, la terapia da
lui proposta si basa su una metodologia che ritiene centra le limmersione empatica
prolungata dal terapeuta nel mondo psicologico del paziente.
Il lavoro interpretativo facilita il soggetto nella riattivazione dei tentativi di costruzione delle
strutture frustrate nellinfanzia. Attraverso lempatia lanalista porta ad una nedizione del
rapporto tra il S e gli oggetti-S, presenti nella primissima infanzia.
Lempatia deve essere distinta anche da un altro fenomeno, che in qualche modo vi legato,
ovvero lidentificazione. Lidentificazione infatti un processo persistente nella durata,
mentre lempatia si realizza in modo temporaneo ed intermittente; e spesso si verifica come
una sorta di flash conoscitivo, flash del quale assumiamo una traccia di consapevolezza che ci

lega a livello di coscienza alla comprensione dellaltro e ci costringe alla revisione delle
nostre precedenti conoscenze, non solo su di lui, ma anche su noi stessi. In sostanza unaltra
differenza che lidentificazione si pone come meccanismo inconscio, mentre lempatia pur
abitando anchessa nelle regioni oscure del non consapevole si situa meglio a livello del preconscio.
Lempatia stata assimilata da alcuni autori al meccanismo difensivo dellidentificazione
proiettiva. In realt mettersi nei panni di un altro ben diverso da rivestirlo dei nostri, cosa
che avviene quando effettuiamo identificazioni di tipo proiettivo. Questultima un
meccanismo descritto per la prima volta da Melanie Klain, che descrive vari aspetti, dal pi
complesso a forme meno gravi, come ad esempio, ci che viene attribuito ad un oggetto un
aspetto soltanto di s. Il concepire lidentificazione proiettiva come un movimento relativo
agli oggetti interni porta ad evidenziare il legame di vicinanza con lempatia, dove il primo ne
costituisce la base e il fondamento. La Klain afferma che solo attraverso il processo di
identificazione proiettiva vede possibile riuscire a mettersi dal punto di vista dellaltro.

1.5.

Greeson: inibizione e perdita di controllo dellempatia stessa

Nel suo classico, Greeson individua due diverse categorie di patologie della capacit
empatica, situate in opposizione luna dallaltra: linibizione e la perdita di controllo
dellempatia stessa.

Greeson ci descrive lo stile relazionale dei soggetti che sembrano

portatori di questi disturbi da lui individuati rispetto alla capacit empatica. I soggetti che
tendono a inibire lempatia vengono presentati come silenziosi e tesi alla raccolta di sempre
pi dati prima di sbilanciarsi in uninterpretazione. Nel caso della perdita di controllo
dellempatia, invece, il problema sta nellincapacit di arginare le proprie azioni emotivo
rispetto a ci che dellaltro inizialmente si comprende. Cos dopo un iniziale momento di
condivisione, la comprensione viene compromessa da elementi controtrasferali. In realt ci
che determina la capacit empatica la disponibilit a lasciarsi coinvolgere: Non si pu
condividere lesperienza di un altro senza coinvolgimento emotivo.
il concetto di empatia nella teoria psicoanalitica viene ripreso da vari autori, che ne vanno
specificando via via il contenuto e approfondendo le sue componenti intra ed extrapsichiche.
Nel 1926, Helen Deutsche contribu ad una iniziale comprensione del processo empatico in
psicoterapia. Ritenne che il terapeuta, in tale processo, oscillasse tra unintima armonia

emotiva con la vita interiore del paziente ed una fredda oggettivit e valutazione interiore. Il
terapeuta doveva, perci, padroneggiare i ruoli di partecipante e di osservatore. Lelemento
catalizzatore era la temporanea identificazione del terapeuta con il paziente. Il processo
identificatorio per H. Deutsche alla base dellempatia, che, tuttavia, si trova in conflitto con
il distanziamento che il terapeuta deve assumere di fronte al vissuto del paziente. Sullorigine
del processo empatico, diverso era il parere di Fenichel, il quale sottoline il ruolo
dellimitazione nellinsorgenza dellempatia. Lesperienza del paziente viene colta dal
terapeuta per mezzo dellattitudine imitativa, che permette al terapeuta di assumere le
espressioni facciali e gli atteggiamenti corporei del paziente stesso. Tra laltro, Fenichel,
riteneva che lempatia fosse una forma di sottomissione che riflette una tendenza masochista o
femminile e ci a causa del fatto che il terapeuta permette allo stato interiore del paziente di
penetrare ed attivare il suo.
In Greeson si trova un ulteriore approfondimento: /empatia un fenomeno preconscio, che
pu venire provocato o arrestato consciamente e pu svolgersi silenziosamente o
automaticamente. E un processo che ha radici profonde e che richiede un notevole impiego
sul piano emotivo da parte del terapeuta, in quanto attiva regressioni e rapide riemersioni dalle
regressioni stesse per saggiare la validit dei dati raccolti nelle prime situazioni. Per Greeson
lempatia una specie di identificazione qualitativa, la quale permette che lanalista sia
abbastanza vicino al paziente per cogliere empaticamente le minime sfumature della sua vita
emotiva pur conservando la capacit di distanziarsene tanto da poter arrivare ad una
comprensione spassionata . Cos il terapeuta pu oscillare tra il coinvolgimento empatico il
rilevamento distaccato, la comprensione dei dati ed, infine, la trasmissione delle prese di
coscienza e delle interpretazioni.
Questo processo di coinvolgimento e di distanziamento viene sintetizzato da D.M. Berger
cos: Lempatia ampliata dall impiego di prospettive multiple (da parte del terapista),
dalla percezione di quel che i pazienti stanno provando e di quel che trascurano,
dallattenzione al paziente come persona totale e agli elementi conflittuali. Come osservatore
sulla scena, il terapeuta condivide la prospettiva del paziente. Come osservatore esterno,
esamina il suo racconto globale.

1.6.

Lempatia in ambito pedagogico: Carl Rogers

La pi alta espressione dellempatia nellaccettare e non giudicare


Carl Rogers
In C. Rogers il concetto di empatia, non solo si differenzia da quello delle teorie
psicoanalitiche, ma ha determinato un apporto fondamentale nella consulenza di aiuto ed ha
aperto spazi nuovi al rapporto pedagogico proprio del processo educativo. La sua terapia,
centrata sul cliente, tenta di fornire una atmosfera di accettazione e di apertura e nuove idee e
comportamenti, attraverso condizioni di congruenza in cui lempatia ha un ruolo
fondamentale e potente. Il Rogers cos definisce lempatia: la capacit di immedesimarsi nel
mondo soggettivo altrui e di partecipare alla sua esperienza in tutta la misura in cui la
comunicazione verbale e non verbale lo permette. Poich lempatia sembra essere elemento
costitutivo dellorganizzazione personale di un individuo ed ha bisogno di essere sviluppata,
la sua acquisizione porta ad una modificazione della personalit, del soggetto, richiedendo,
cos, una certa riorganizzazione interiore, senza la quale non possibile agire
congruentemente. Tali riorganizzazioni sono basate sia su fattori naturali che appresi e
portano le persone verso una direzione eterocentrica, che si manifesta in capacit di recepire
le altrui reazioni; permette di riconoscere lo stato danimo altrui, anche se nascosto dietro
posizioni difensive, e di essere sensibili di fronte ai bisogni e agli interessi altrui. Lipotesi
terapeutica del Rogers si fonda sul postulato che il cliente abbia la capacit di capire da solo le
cause dei suoi problemi e di trovare le soluzioni efficaci, per cui la pratica clinica implica un
rapporto di accettazione incondizionata. Tramite lempatia il consulente entra nel mondo del
paziente senza, per. una identificazione totale, ma attraverso una comprensione obiettiva
dellaltro. Il terapeuta, infatti, deve sentire il mondo personale del soggetto come se fosse
suo, senza mai aggiungere qualcosa di personale. Il suo atteggiamento, quindi, si colloca nel
giusto mezzo tra pura identificazione e freddo, distaccato atteggiamento. Ci dipende dalla
personalit dei due interlocutori dal contenuto dellincontro e dalle disposizioni interiori in
continuo cambiamento. Questa capacit di percepire il quadro interno del cliente, come egli
lo percepisce permette una comprensione definita comprensione psicologica che si fa
attraverso un processo pedagogico. La comunicazione empatica pu avvenire con qualsiasi
forma di linguaggio purch sia adatta all interlocutore. Importante che il consulente non
dica mai pi di quanto il cliente sa di s.

Da qualche decennio lempatia entrata nellambito educativo come caratteristica


determinante delleducatore, per il quale non basta una accurata preparazione tecnicoprofessionale, ma necessario essere persona matura ed equilibrata, disponibile e capace di
impegno etico. Egli deve assumere un atteggiamento di consapevolezza del proprio ruolo, che
deve basarsi sul dialogo e sul rapporto simpatetico positivo. Latteggiamento empatico diviene
labilit delleducatore di percepire e comunicare, in modo conveniente e sensibile, i
sentimenti delleducando e il loro significato.
Leducatore, identificandosi con il mondo esperienziale dei ragazzi, riesce a vedere il mondo
dal loro punto di vista, percettivo ed emotivo. Lessere contemporaneamente dentro e
fuori dal mondo delleducando, gli permette di cogliere il significato delle sue esperienze, i
suoi antecedenti e le loro conseguenze senza rimanere troppo coinvolto.
In questo modo pu contribuire a chiarire ed allargare le conoscenze e le percezioni delle
esperienze da parte di chi viene educato

1.7.

Perch importante essere empatici?

<< Lempatia per il pi piccolo degli animaletti una delle pi nobili virt che un uomo pu
ricevere in dono>>
Charles
Darwin
Cosa ci rende umani?
Per tanto tempo si pensato che luomo sia sopravvissuto e si sia evoluto grazie ad
opportunismo, avidit, e grazie allutilizzo di una mente intelligente capace di costruire
strumenti che lo ha portato in cima alla catena alimentare. Solo recentemente anche gli
scienziati hanno cominciato a considerare l importanza dei sentimenti damore e delle
connessioni come delle maggiori possibilit di sopravvivenza ed evoluzione per gli uomini. L
empatia nata con luomo in un contesto di sopravvivenza estremamente difficile dove
costituiva una caratteristica essenziale, perch, andando a favorire la decodificazione
dellambiente permetteva di decidere come reagire a seconda del pericolo, del tipo di

aggressione, o al contrario in base a ci che era necessario per la sopravvivenza e in funzione


della cooperazione.
Perch importante sviluppare lempatia?
Lempatia un atto altruista che ci consente di imparare di pi sulle altre persone e sulle
relazioni con loro, una abilit altamente desiderabile e positiva per noi stessi, per gli altri e
per la societ. Aiuta ad:
-

Comprendere meglio i bisogni e i desideri delle persone che ti circondano;


Capire in modo pi chiaro la percezione che crei negli altri attraverso le azioni e le

parole;
Essere capace di predire con accuratezza le azioni e le reazioni delle persone con cui

interagisci;
Essere pi incisivo nella comunicazione;
Trovare pi facile affrontare le negativit degli altri se si pu comprendere meglio le

loro paure e motivazioni;


Si potr essere una leader migliore, un collega migliore e ancora un amico migliore.

1.8.

La Rivoluzione dellempatia

Qui di seguito, riportiamo lintervento delleconomista Jeremy Rifkin. Studi scientifici e


biologici hanno dimostrato che luomo non nasce per natura cattivo come molti autori ci
hanno tramandato. Anzi, nasce pronto a condividere, a sentire e ad immedesimarsi nello stato
danimo di altri uomini, a compartecipare con i propri simili. Ecco la civilt dellempatia.
Quindi diremo che non vale la formula Homo homini lupus 3 (luomo un lupo per luomo)
e che quindi siamo in continua lotta e competizione dove chi vince il pi forte. Proprio da
queste ultime scoperte, Rifkin, offre la sua ricostruzione della societ attraverso laffermarsi
dellempatia nelluomo. Nella civilt dellempatia ci sono inediti strumenti di condivisione ed
interconnessione, che leconomista ravvisa come la vera forza e il vero motore della Terza
Rivoluzione Industriale, che porter al superamento della crisi.
Rifkin parla dellempatia come del nuovo collante sociale, dove tra l'io e l'altro esiste un
legame empatico che agisce come "collante"4. Si d conoscenza dell'altro, nella capacit
dell'io di ripercorrere mentalmente e di ricostruire l'azione dell'altro, in una forma di
3 Rifkin J., La civilt dellempatia, Oscar Mondadori, 2010.

condivisione. C' un "senso" condiviso, in quanto godiamo di una conoscenza intenzionale


con il mondo degli altri, che resa possibile da meccanismi nervosi che presiedono azioni,
sensazioni, emozioni. Negli ultimi dieci anni alcuni dei grandi scienziati dellevoluzione
studiando il nostro sistema nervoso, hanno scoperto che siamo codificati per essere empatici,
per essere collaborativi. L'empatia qualcosa sia di emotivo che di cognitivo. L'empatia
un qualcosa che ci consente di uscire da noi e vivere quello che sta vivendo un'altra persona.
Se io empatizzo con mia moglie o con i miei figli significa che io posso sentire la loro
fragilit, la loro vulnerabilit, la loro lotta per essere, prosperare. E io faccio il tifo per loro
dicendo che voglio che tu ci riesca. L'empatia fondata sulla comprensione l'uno dell'altro,
delle nostre imperfezioni, mostriamo di essere solidali agli stati emotivi dei nostri familiari,
amici,

conoscenti.

E' la nostra natura. La cosa interessante che lempatia pu essere repressa e riaffiorare: se
non hai avuto dei bravi genitori o un sistema scolastico adeguato, viene fuori la pulsione
secondaria, il materialismo, la violenza, ma invece la nostra pulsione primaria provare
empatia, collaborare.
Come emerge lempatia nei secoli? Anche l'empatia si evolve. nelle grandi civilt agricole:
lempatia va dai legami di sangue ai legami dei popoli per cui tutti gli ebrei possono
empatizzare con gli altri ebrei, i cristiani con i cristiani, i musulmani con i musulmani e cos
via. Quando arriva la rivoluzione industriale c lo stato nazione quindi si crea unaltra forma
di

empatia.

Questa

rivoluzione

crea

societ

pi

complesse.

Adesso che esiste la generazione di internet dobbiamo ampliare, estendere la nostra famiglia
allintera razza umana, allargando lempatia. Il Web l'esempio massimo di empatia.
Quando il terremoto ha colpito Haiti, dopo unora era tutto su twitter, dopo due ore su
youtube, dopo tre ore tutti empaticamente andavano a salvare i loro vicini di Haiti, questo
il potere di internet.
Alla luce di questo nuovo approccio, Jeremy Rifkin propone una radicale rilettura del corso
degli eventi umani. Se nel mondo agricolo la coscienza era governata dalla fede e in quello
industriale dalla ragione, con la globalizzazione e la transizione all'era dell'informazione, si
fonder sull'empatia, ovvero sulla capacit di immedesimarsi nello stato d'animo o nella
situazione di un'altra persona. Tale risultato stato per ottenuto a caro prezzo: per crescere e
prosperare, societ via via pi complesse e sofisticate hanno richiesto sempre maggiori
4 Ibidem.

quantit di energia e risorse naturali, imponendo un pesante tributo all'ambiente sotto forma di
un notevole aumento dell'entropia (disordine).

Conclusioni
Per concludere lempatia non soltanto la pi avanzata e profonda abilit comunicativa che
puoi sviluppare. anche il calore che c fra gli essere umani, la forza che ci unisce e ci fa
crescere ed evolvere come societ. Tutti abbiamo bisogno di empatia: ci piace essere capiti,
meglio ancora se non dobbiamo aprire bocca. Ci piace sapere che laltro conosce le nostre
differenze e le rispetta. Si pu certo affermare che non vi vera intimit senza empatia:
lintimit va di pari passo con lapertura reciproca, e lempatia consiste proprio in un
riconoscimento dellaltro; per quel riguarda sia la sua presenza fisica sia per le sue emozioni, i
suoi desideri, i suoi sentimenti e le sue idee, ma consiste anche nel riconoscimento che laltro
accorda a noi.

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