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Il concetto dell'educazione non esiste da sempre. Fin dalla loro esistenza, gli uomini si sono
tribù la condivisione era fondamentale, soprattutto per quanto riguarda la cura dei figli:
fino alla fine del Neolitico, infatti, gli esseri umani hanno praticato il cooperative breeding
anche di quelle che sono sopravvissute fino ad oggi. È il caso dei Senoi, una popolazione
che ancora oggi vive sulle alture della Malesia. Hobbes, famoso filosofo, nel suo scritto Il
Leviatano sosteneva che all'inizio della storia gli uomini pensavano solo a se stessi e si
facevano la guerra fra di loro - da qui il termine Homo homini lupus -: per porre fine a
queste guerre ci si affidava ad una figura più forte, che metteva ordine e utilizzava la
violenza solo quando necessario. D'altro canto Montague negli anni ‘70, contesta la
credenza secondo la quale gli uomini nascono aggressivi per istinti territoriali e di
sopravvivenza: al contrario di Hobbes, egli pensa che la caratteristica principale degli esseri
popolazioni che non praticano forme di violenza nella propria società né con gli altri gruppi.
L'uso dei rituali è molto importante, soprattutto quelli che prevedono la trance: attraverso
provocano uno stato di coscienza alterata. A differenza delle tecniche di meditazione, nelle
quali il corpo è a riposo, nella trance l'agitazione corporea scatena composti chimici che
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portano ad uno stato in cui si è disponibili ad essere posseduti. Ancora oggi in Tibet, ad
esempio, la scelta del Dalai Lama viene fatta da uno sciamano che entra in trance e indica il
popolazioni dei Senoi, essi utilizzano rituali di trance comunitari nei quali gli spiriti
come molto importanti per i Senoi, che istituiscono dei luoghi specifici dove riceverli. Dagli
studi fatti si ricava che la violenza per queste popolazioni non viene presa in
considerazione e l'attitudine alla non aggressione è molto legata al modo in cui vengono
trattati i bambini della tribù: quando si annuncia una nascita di un bambino, i genitori non
possiedono più il loro nome originario, ma diventano “madre di” e “padre di” fino ai tre anni
di età del figlio. Il percorso della gravidanza viene accompagnato dall'intero villaggio, poiché
il bambino diventa di tutti e non solo della coppia: si portano doni, si fanno rituali eccetera.
Fino a due anni i bambini sono in custodia dei genitori e, al compimento dei tre anni,
cominciano ad andare in giro da soli con altri bambini, stando insieme e decidendo
autonomamente cosa fare. I bambini quindi esplorano, non fanno niente, giocano e spesso
imitano quello che fanno gli adulti, osservando. Così, l'apprendimento è diffuso e non
organizzato secondo dei progetti o delle sequenze prestabilite. Tutto questo si chiama
Grado zero dell'educazione. Dallo Stato del bambino si passa a quello di adulto: nei Senoi
L'adolescenza per loro è un periodo distribuito che inizia da bambini e continua una volta
che essi vengono definiti adulti; nonostante ciò, il bambino diventato adulto adesso ha tutti
i diritti che spettano agli adulti del villaggio e da lì inizia l'educazione base, dove gli viene
insegnato tutto riguardante la sopravvivenza. In passato non vi era bisogno di una vera e
propria educazione poiché le nozioni che per noi sono basilari e vengono insegnate fin dai
primi anni non erano necessarie alla sopravvivenza e alla vita degli individui.
Il cervello e l’evoluzione
Educazione e apprendimento sono strettamente collegate fra di loro: tutti gli esseri viventi
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corso dell'evoluzione. Degli studi mostrano che il modello del cervello dell'uomo è
composto da:
parte di cervello che abbiamo in comune con i rettili. Il cervello rettiliano conserva la
capacità istintiva ed emozioni come paura, rabbia ecc. Comportamenti istintuali che sono
legati alla violenza non sono scomparsi, ma rimangono relegati nella parte del cervello
rettiliano. La paura, ad esempio, è una delle emozioni più primitive e, attraverso dei segnali
con i mammiferi. A differenza dei rettili, i mammiferi si prendono cura dei loro figli;
Corteccia cerebrale: Molto sviluppata, è la parte più umana del cervello. La corteccia
cerebrale è quella che ha permesso alla nostra specie di costruire la società complessa in
cui viviamo. La teoria sul cervello paleolitico di Cozolino è l’ipotesi che l’evoluzione del
nostro cervello sia avvenuta principalmente in funzione di una crescita della relazionalità.
capacità di comunicare con gli esseri umani, sviluppatasi durante la nascita dei nuclei
familiari. (70.000 anni fa, rivoluzione cognitiva e nascita del linguaggio). Tutto ciò ha una
nostra vita in narrazione, per dare un senso alla realtà. A differenza di tutti gli altri sistemi
corporei, che continuano a svilupparsi fino alla fine dell’adolescenza, il nostro cervello
cervello matura, è indubbio che nel corso dell’evoluzione umana ci sia stata una sinergia tra
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modificato nel corso dell’evoluzione: quest’ultima è consistita principalmente nella crescita
della neocorteccia.
Il cervello trino è una teoria di Paul Maclean che vede il cervello composto da corteccia
cerebrale, cervello limbico e cervello rettiliano. Il cervello rettiliano consiste nel bulbo
systems ,cioè delle nostre capacità motorie. Parte del cervello ha a che fare con gli istinti
in comune con i mammiferi e quindi con la cura che ci prendiamo dei figli: i rettili sono
ovipari e non hanno un rapporto con i propri figli; i mammiferi, invece, provano un senso di
protezione per loro, per cui si occupano del loro nutrimento, della protezione e della
cambiamento nei confronti dei propri cuccioli. La neocorteccia è la parte più recente che
I neuroni che si legano fra di loro formano delle connessioni, che fanno passare tutte le
funzioni del cervello. Le potenziali connessioni cerebrali non vengono tutte utilizzate.
neuroni presenti nel cervello dell'uomo viene rilevato che, con l'aumentare dell'età e delle
esperienze memorizzate, non ci sono variazioni sulla quantità di neuroni. “Cellule che si
presenta, essa tenderà a rimanere stabile e ripetersi. Secondo la teoria del caos, si
formano così gli attrattori; configurazioni che tendono a ripetersi. Se le esperienze precoci
di regolazione limbica sono positive gli attrattori serviranno come una guida attendibile per
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il mondo delle relazioni; se si presenta una forma di sofferenza, invece, ciò porterà ai
una serie di emozioni negative. Come funziona quindi lo stress? Quando esso è prolungato,
l’ipofisi (ghiandola del nostro cervello) produce l'acetilcolina, che ci dà possibilità di dare
risposte efficaci nelle situazioni di stress. Essa entra nel sangue e attiva le ghiandole
surrenali, posizionate nei reni, che mettono in circolo il Cortisolo. Lo stress porta a
La Teoria dell’attaccamento
Legati al sistema limbico ci sono alcuni circuiti emozionali di base fra cui quello della cura,
che utilizza come uno dei principali neurotrasmettitori l'Ossitocina, che produce
separazione, sia nel bambino che nella madre. Su questo tema, il contributo di John
fra madre e bambino era dominata dalla psicoanalisi: Freud pensava che le motivazioni
Pulsioni Libidiche, una caratteristica della natura umana che si sviluppa insieme al
negato e si avvia un principio di separazione tra seno buono e seno cattivo, che permette al
bambino di capire di non poter sempre ricevere il seno della mamma. Ciò provoca una
divisione interna. L’attenzione viene spostata sulla relazione, e la psicologia dice che è
importante la soddisfazione dei bisogni che derivano dall'energia sessuale che nel bambino
si manifesta, legata anche al bisogno dell' alimentazione. Rimane il fatto che la relazione del
relazionale. Gli psicologi che prendono spunto dalla teoria della semplificazione
fondamentale è quello di stabilire una relazione e questo viene poi sottolineato da Donald
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Winnicott, che parla del fatto che la relazione precede l'individuo- Winnicott individua
questo passaggio dai bisogni al bisogno di relazione, affermando che “non esistiamo se non
siamo dentro un mondo di relazioni”. Quando il bambino ha bisogno della madre egli non
vuole solo essere nutrito, accudito, etc., ma esprime anche e soprattutto il bisogno di
relazioni. Questo concetto è anche un concetto filosofico che riprende Martin Buber.
attraverso il rapporto con un'opera d'arte. Egli fa l'esempio del funambolo: un funambolo
che rischia la vita ci porta ad immedesimarci in lui con ogni piccolo movimento che compie.
La conclusione è che l’essere umano riesce a vedere sé stesso nell'altro. Stein, una filosofa
ebrea che si converte successivamente al cristianesimo, dice che l’empatia non è soltanto
secondo una valenza spirituale. Questi due tipi di esperienze che fanno parte della nostra
vita sono definiti ognuno dà una parola fondamentale: la prima è io Esso, la seconda è io
Tu.
Le basi filosofiche della nuova idea di relazione le abbiamo nella seconda metà del ‘900, a
partire da una teoria molto interessante e produttiva. Lorenz Konrad lavorò nell'ambito
sociale e volontariato, ed era molto legato a questa idea che le persone hanno delle loro
specificità, ma che non possono essere considerate al di fuori del loro l'ambiente e delle
loro condizioni sociali, culturali e relazionali: mentre invece per la psicanalisi la realtà
esterna ha poca importanza ed è una specie di causa scatenante. Quello che è importante
soprattutto con la sicurezza: sentirsi sicuri, accolti e contenuti. L’Etologia è una disciplina
biologica creata da Lorenz, che studia le abitudini e i costumi degli animali e l'adattamento
delle piante all'ambiente: in poche parole, l'incrocio fra la biologia e la zoologia. Nel 1900
vengono condotti una serie di esperimenti anche se gli etologi sostengono che è assurdo
essere osservati in natura. Come si comportano realmente è una cosa che Lorenz nota
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dell'appartamento, entro la quale il piccolo anatroccolo si deve mettere in connessione
con un adulto: il primo essere vivente che questo animale vede quando esce dall'uovo sarà
considerato la sua mamma. Sono stati fatti molti studi su questa teoria dell'attaccamento:
in una gabbia un gruppo di scimmie neonate insieme ad una Madre fatta di ferro e una
Madre morbida. Quando le piccole scimmie avevano bisogno di mangiare, esse andavano
dalla madre di ferro, ma quando volevano sentirsi al sicuro andavano dalla madre morbida:
in presenza di un pericolo o di un ambiente ostile, per le piccole scimmie la vera madre era
quella che corrispondeva di più a loro. Da questo esperimento si capisce che la relazione
con la figura di riferimento è quella che non è legata al soddisfacimento di bisogni fisici
bensì al bisogno di relazione. Renè Spitz: reso famoso dai suoi studi sui bambini
vengono separati dalla persona che si prendeva cura di loro. A quel tempo vi era
un’altissima percentuale di morte fra i bambini, che non dipendeva dalla natura degli
orfanotrofi. Le disposizioni erano quelle di non toccare i bambini per evitare eventuali
contagi; sta di fatto che questa separazione determinava un crollo delle difese immunitarie.
I bambini sviluppavano una forma di stress legata alla mancanza di contatto. Una conferma
è stata data dal paragone con dei bambini provenienti da prigioni, i quali avevano delle
relazioni con le madri e che, vivendo in ambienti più sporchi rispetto agli orfanotrofi, non si
che che si ha. Attraverso questa relazione si creano le basi psicologiche della persona:
sicurezza, capacità di muoversi nel mondo, etc. È una cosa istintuale, innata.
Un altro test importante è il Test della strange situation procedure: una procedura di
osservazione, composta da otto episodi dalla durata di 2/3 minuti ciascuno, per un totale di
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attaccamento infantile, cioè sottoporre il bambino a una condizione di stress moderato ma
crescente nel tempo, in risposta al quale il piccolo tende a mettere in atto comportamenti
di un’estranea, invitata a prendere parte all’esperimento a partire dal terzo episodio, al fine
di osservare anche la relazione con l’estraneo. Gli otto episodi sono i seguenti:
1° episodio: il bambino e il genitore vengono collocati in una stanza, in cui ci sono una
sedia e dei giocattoli; il caregiver colloca il piccolo a terra, consentendogli di orientarsi nello
assieme;
momento che entra l’estranea; l’estranea interagisce con la figura di attaccamento e cerca
la reazione del bambino alla presenza dell’estraneo, il modo in cui utilizza il caregiver per
4° episodio: il caregiver abbandona la stanza, separandosi dal bambino, che resta da solo
con la figura estranea. Viene osservata la reazione del bambino alla presenza di potenziale
disagio;
lascia la stanza, e viene valutato il modo in cui il bambino si relaziona con il genitore al
7° episodio: l’estranea torna nella stanza; in questa fase della Strange Situation Procedure
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8° episodio: termina la procedura; il caregiver ricompare fermandosi sulla porta e
Alcune variabili osservate durante la procedura sperimentale sono il tipo di risposta che il
base sicura che il caregiver svolge per il bambino, cioè l’equilibrio tra desiderio di vicinanza
separazioni brevi. Questo ha definito queste tipologie della dell'attaccamento, che sono
bambini con attaccamento sicuro utilizzano il caregiver come base sicura da cui partire per
segnali di stress e disagio, ma, dopo essersi calmato, riprende tranquillamente a giocare,
anche con l’estranea. Al ritorno della figura di attaccamento, si aggrappa a lei, è sorridente
piccolo, essendo tipicamente sensibile alle richieste del bambino, disponibile e premurosa.
Dal punto di vista dei Modelli Operativi Interni (MOI; cioè la rappresentazione mentale che
bambino percepisce se stesso come una figura degna di amore e affetto, il mondo come un
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circostante e non lo coinvolgono nelle loro attività. Quando il caregiver è assente, il piccolo
caregiver presenta un pattern comportamentale simile a quello del piccolo: non cerca il
contatto con il piccolo, anzi ne è infastidito e tende a distanziarsi; la loro relazione si basa
su sentimenti di sfiducia e rifiuto del contatto fisico. Dal punto di vista dei MOI, il bambino
pensa di essere una persona non degna di stima e affetto, il mondo è per lui un posto
freddo e inospitale, a tratti ostile, in cui non c’è spazio per esprimere se stessi e i propri
sentimenti, il caregiver e gli altri sono persone distaccate, che tendono ad allontanarsi e
un'alternanza di alti e bassi. Nel primo caso questo è giocato solo sulla presenza della
mamma che c'è e non c'è; il bambino è molto molto triste e strilla quando la mamma a via,
individuato tra il 1986 e il 1990 dalla psicologa Mary Main e si configura come il tipo di
un’espressione del volto impaurita. Questi bambini vivono nel tormento di una profonda
scissione tra il sistema di attaccamento, che li motiva a cercare la vicinanza affettiva con
quando il genitore, mentre è impegnato nell’accudimento del figlio, reagisce con angoscia,
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rabbia o paura alla rievocazione involontaria di una personale memoria traumatica
in questi casi la persona che dovrebbe preoccuparsi del benessere e della cura del
bambino è la stessa che gli infonde paura. Il bambino così si costruisce una
rappresentazione del caregiver come una figura negativa, pericolosa, spesso abusante e
persecutrice, della quale si sente vittima, ma al tempo stesso il caregiver rappresenta la sua
salvezza, la sua fonte di protezione, il suo rifugio affettivo. Ne deriva una frammentazione
Il bambino sembra rispondere all’adulto che gli parla, rispettando veri e propri “turni di
conversazione”. Degli studi hanno scoperto che queste protoconversazioni hanno una
struttura musicale: sono state eseguite delle registrazioni dei suoni, anche molto piccoli,
che emettono un padre ed il suo bambino mentre stanno insieme, scoprendo che essi
improvvisazione Jazz. Braten ,invece, ha creato la teoria dell'altro virtuale: secondo la sua
teoria illustrata, nei neonati è presente una realtà pre-verbale dialogica innata che non
contempla, ancora, il linguaggio. Il bambino ha dentro di sé uno spazio che Braten chiama
“Altro Virtuale” con cui è in dialogo, presente sin dalla nascita. Il bambino e l’Altro Virtuale
intrapersonale; grazie a questa capacità innata i neonati sono pronti per comunicare con
l’Altro Attuale. Quando la madre si relaziona con il bambino, ella si sostituisce all’Altro
Virtuale divenendo l’Altro Attuale, una figura reale che offre una comunicazione esterna.
Nel primo anno di vita è presente un doppio fuoco costituito da madre e bambino. Ad
positive ciò è funzionale a due sistemi motivazionali: quello di attaccamento che permette al
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bambino di sentire un senso di benessere e sicurezza - egli ottiene protezione e
madre e vocalizza per sintonizzarsi con la madre e condividere stati mentali ed emotivi.
dei propri stati mentali. Il sistema intersoggettivo è molto centrato, nei primi mesi di vita,
esaminano come il sistema si sviluppi nel primo anno di vita: all’inizio è imitazione e
volto materno, di una interazione socio-emotiva che emerge già dalle prime settimane. Il
neonato, già nelle prime ore dopo il parto, è in grado di imitare alcuni movimenti del volto
umano se un adulto si pone davanti a lui in modo ravvicinato - se l’adulto apre la bocca o
tira fuori la lingua lo fa anche il bambino -. Poi la madre riconosce l’espressione del
bambino e gliela restituisce imitando: il bambino vede riconosciuto il suo stato emotivo.
Questa prima fase serve a creare una connessione emotiva tra madre e bambino, basata
sulla capacità di percepire ed essere consapevoli di stati emotivi semplici propri ed altrui -
bambino diventa consapevole del proprio sé grazie all’attenzione intenzionale dell’altro, del
- Condivisione/coordinazione di stati emotivi e creazione dei primi nuclei affettivi del sé;
determina disorganizzazione. Si vengono così a creare schemi di “essere con” che guidano le
successive relazioni e sono la base dei futuri modelli di attaccamento. Gli schemi di “essere
con” sono molto importanti per lo sviluppo successivo dei modelli di attaccamento. Verso i
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3/4 mesi si vengono a configurare veri e propri schemi di essere con, chiamati da Stern
esperienze interattive precoci e degli affetti correlati attraverso strutture cognitive (tipo
copioni) intesi come sequenze degli eventi vissuti nell’interazione con l’altro e
rappresentazioni sé/altro.
centrata sulla condivisione e rispecchiamento emotivo. Questa seconda fase risulta infatti
centrata sulla condivisione di significati riguardanti gli oggetti; comincia una relazione a tre
tra bambino, caregiver e oggetti. Anche in questa fase il bambino continua a condividere
negativa - per interpretare stimoli ambientali sconosciuti (se l’adulto ha una espressione
non solo imita l’espressione emotiva del bambino - come nella intersoggettività primaria -,
che l'altro è come lui, quindi è il periodo in cui viene fuori la teoria della mente, la capacità
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Enacted: la mente è l’azione stessa;
Extended: la nostra mente non è mai individuale: noi costruiamo i nostri legami affettivi dal
Le modalità di esistenza affettiva vengono costruite in base alle relazioni con gli altri, e
l'uomo pone i suoi problemi nel mondo del mondo sulla base della cultura in cui è
vicenda e sono coesistenti. Tutto ciò mette in discussione alcuni principi della scienza,
come la Separazione tra l'osservatore e l'osservato. Questo è molto evidente nel concetto di
Einstein della relatività del tempo e dello spazio. A tale proposito è molto interessante
anche la fisica quantistica che nasce nel ‘900, oggi considerata indubitabile. All'inizio
Heisenberg. Egli fa un esperimento dalla doppia finitura: un pannello con due tagli, dove
se non c'è nessuno che lo guarda- . L’ elettrone passa da entrambi i buchi invece di passare
da uno solo: esso si può comportare come particella o come onda. La particella passa da
una sola finitura, mentre l'onda si propaga nello spazio. A seconda del fatto che ci sia un
sinapsi attraverso l'allungamento dell'assone, una specie di coda che mette in connessione
un neurone con un altro. I neuroni si connettono anche a distanza, e da essi passano sia
impulsi elettrici che neurotrasmettitori: gli impulsi elettrici danno l'energia, mentre i
neurotrasmettitori danno i sentimenti perché sono legati a condizioni del nostro cervello.
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I neuroni a specchio sono una tipologia di neuroni la cui esistenza è stata rilevata per la
prima volta verso la metà degli anni '90 da Giacomo Rizzolatti e colleghi, presso il
osservarono che alcuni gruppi di neuroni si attivavano non solo quando gli animali
mente-corpo, che isolava la ragione dalle sensazioni corporee, dai sentimenti, dalle
emozioni, rendendola una forza autonoma e incorporea. Uno dei massimi ricercatori nel
scienziati sono giunti è che noi siamo programmati per l’empatia: fa parte della nostra
natura e ci rende esseri sociali. La crescente quantità di studi empirici sul ruolo che i
riscrivere la storia dello sviluppo umano. Gli scienziati hanno notato che gesti ed
espressioni del viso, oltre agli stimoli uditivi, attivano le cellule specchio, ma hanno anche
scoperto che altrettanto può fare il tatto, individuando un ulteriore canale sensoriale per
l’estensione empatica. Possediamo dei sistemi attraverso cui esprimere l'emozione che
sono fondamentalmente delle modificazioni delle esperienze, che derivano anche dalla
cultura in cui siamo immessi, di espressioni primarie delle prime emozioni che vengono
degli altri, anche se la lettura non diventa necessariamente cosciente: essa ha bisogno di
una elaborazione ulteriore per diventare consapevole. In qualche modo i neuroni specchio
poi paragonano lo stato che stanno rispecchiando ad altre esperienze simili: si percepisce
che quella emozione somiglia a delle emozioni che si sono vissute, e di conseguenza ci
sono delle coincidenze anche dal punto di vista corporeo poiché avviene una simulazione.
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L’empatia
Gallese fa uno schema delle tre fasi dell'empatia. La prima, quella base, è il personale: non
c'è nessuna forma di coscienza, è una funzione automatica. Questi sistemi che abbiamo
alterocentrica, che è radicata nella nostra eredità biologica e ha delle precise controparti
funzione specchio. I neuroni producono una simulazione incarnata degli stati affettivi del
mondo: anche questo sarebbe una specie di dispositivo automatico però, in mancanza di
una esperienza affettiva non ci si può agganciare a questa esperienza del momento in cui si
più efficace e permette di accedere al terzo livello. La seconda fase è riflessiva, consapevole
e intenzionale, e implica una presa di prospettiva; essa concerne l’intervento della volontà,
che è legata al complesso sistema di valori della persona. Dal punto di vista
neuroscientifico, questo processo è legato alla modulazione delle emozioni (provenienti dal
sistema libico) da parte della neocorteccia, che è la sede del pensiero. La neocorteccia è il
luogo dove natura e cultura si interfacciano. I nostri sistemi emozionali sono concentrati in
un’area molto limitata del cervello limbico, che come ricorderete, Paul MacLean chiamava
“mammaliano”, in quanto in gran parte condiviso con gli altri mammiferi. Il grande
natura comune, la sfera dell' Iter umana, appartenere ad una grande famiglia. L’esperienza
soltanto la si percepisce già attraverso una comparazione con gli stati affettivi, ma
attraverso questo rispecchiamento si può agire nei confronti dell'altro. Si entra così in una
relazione attiva.
A differenza delle altre facoltà mentali, l'attività cerebrale associata all'empatia non è
confinata in una specifica parte del cervello, ma coinvolge varie aree. Non solo: le aree
coinvolte nella partecipazione affettiva alla sofferenza altrui sono distinte da quelle che
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intervengono quando sopravviene un sentimento di cura verso la persona con cui si
empatizza. Louis Cozolino (2006, 2013) sostiene che il contesto comunitario in cui vivevano
superiore, e per certi versi qualitativamente differente, rispetto agli altri mammiferi. I primi
ominidi hanno iniziato a organizzarsi in tribù per meglio proteggersi dalle minacce
di cervelli più grandi e più complessi. Cervelli più complessi richiedono un tempo di
maturazione più lungo, quindi il periodo della dipendenza infantile si è esteso. Strutture
sociali più complicate sollecitano cervelli ancora più complessi, che hanno permesso la
apprendere da parte dei bambini non era necessaria fino all'arrivo della scrittura, che
inizialmente nasce con un intento mercantile, per valutare le merci e capirne il valore - da
qui anche la nascita della moneta -. La società diventa così una struttura gerarchica:
leggi e religioni. Viene creata così la casata degli scribi, allenati a leggere a scrivere; nasce
inoltre anche la prima idea di scuola, basata sulla punizione corporale come principale
metodo di insegnamento.
Socrate
filosofo di cui non rimangono scritti bensì parole tramandate a noi da Platone, suo allievo
devoto. Quello che sosteneva Socrate era che la verità è già dentro di noi e deve solo
essere tirata fuori. Il metodo socratico, infatti, consiste in una interrogazione che smonta
le idee preconcette dell'uomo senza fargli avere una vera e propria risposta. Il filosofo
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appare così come un educatore, che aiuta l'allievo ad arrivare alla verità. Da qua deriva il
termine Maieutica (progetto educativo). In pratica educativa ciò vuol dire che il bambino
ha sviluppato, attraverso l’apprendimento nei suoi primi anni di vita, dei saperi che devono
essere tenuti in conto per aiutarlo a costruire le sue capacità personali. Tutto ciò contrasta
con l’idea che la mente sia una tabula rasa, un vaso vuoto da riempire. Il modello
Comenio
Nel corso del Medioevo, il bambino viene considerato un individuo che sta subendo un’età
di passaggio transitoria verso l’età adulta: il suo ruolo viene svalutato anche grazie all’alta
mortalità infantile del periodo. E’ con Comenio, fondatore della pedagogia, che torna l’idea
dell’infanzia. Egli torna all’idea di Paideia e parla di un ambiente favorevole alla crescita e
allo sviluppo del bambino. Il periodo in cui Comenio inizia a fondare questi pensieri è lo
stesso delle scoperte di Galileo; Comenio, utilizzando un metodo che include il suscitare
l’interesse dei bambini, compie una rivoluzione paragonabile a quella che compie Galileo.Vi
sono però delle differenze fra Galileo e Comenio. Il primo si appoggia all’aspetto mistico del
Rinascimento: durante di esso infatti si riscopre l’antichità, e con essa anche i testi esoterici,
quali racconti orfisti eccetera. Si riscopre anche la cabala, le cui lettere dell’alfabeto ebraico
che dà vita alla Via della seta, un passaggio fra Oriente ed Occidente. La filosofia del
periodo è una filosofia perenne: tutto è uno, le separazioni sono solo artifici mentali. Si
crede che l’anima individuale rispecchi quella universale. Si parla quindi di Mnemotecnica:
costruzione immaginaria nella mente, che rimanda a pezzi del sapere. Se il mondo interno
rispecchia l’esterno, agire sul micro mondo vuol dire agire sul mondo universale: ciò fa sì
che i saperi siano in realtà un’unica cosa; il secondo, invece, si ispira alla Pansofia.
Quest’ultimo non è altro che l’ideale di un sapere enciclopedico che rende possibile
apprendimento. A questa fa specchio la Pampaedia: il sapere deve essere rivolto a tutti gli
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le nazioni, per cui gli anni in cui Comenio sviluppa la sua filosofia sono anni di guerre. Di
conseguenza, egli non riuscì a sperimentare del tutto le sue teorie: il suo metodo non sarà
mai applicato, se non una sua qualche scoperta molto tempo dopo.
Comenio creò un impianto di idee filosofiche e mistiche partendo dalla sua idea di fondo di
integrato partendo dalla Pansofia attraverso dei metodi: bisogna fornire dei motivi per cui
imparare: si compie quindi una rivoluzione. Comenio inoltre fonda varie scuole, che
Rousseau
Fino alla Rivoluzione francese non vi sono più novità riguardanti la pedagogia, fino a
A differenza di Comenio egli era un filosofo, il cui scritto educativo si basava sulle sue idee
provocatorie: per lui, arte e scienza non avevano un valore. Rousseau considera il
passaggio da stato di natura e stato civile a rovina dell’uomo e le arti, insieme alle scienze,
la componente del male. Nell’educazione, egli vede un ritorno allo stato di natura.
immaginario e di un educatore che tiene confini ma non insegna all'allievo, che cresce
applicabile. Pestalozzi, ad esempio, riprende i suoi temi ma si rende conto che essi non
possono funzionare.
sue idee scientifiche. Durante il periodo Romantico abbiamo una riscoperta dell’infanzia, ed
inizia a prendere sempre più piede la letteratura per l’infanzia, che contiene grandi
classici come Alice nel Paese delle Meraviglie e Pinocchio, libri costruiti su vari livelli culturali
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Froebel
scuola dell'infanzia - per i bambini dai 3 ai 5 anni. Egli riesce a congiungere due pedagogie:
quella di Comenio, che fatica ad attuarsi, e una pedagogia che diventa metodo, con una
particolare Paideia e degli strumenti quanto più scientifici. Mentre in Grecia la Paideia
veniva vista come una pratica educativa, nei successivi periodi l’educazione è diventata da
privata a sempre più pubblica, anche se mancava di una elaborazione dal punto di vista
fondono insieme. Con Frebel abbiamo l’ingresso della psicologia nel mondo della
quindi visto come una valvola di sfogo per l’eccessiva energia vitale che impedisce il
concentramento sull’educazione. Frebel inoltre parla dei Doni: degli oggetti che da un lato
sono giocattoli, e dall’altro hanno una forma che predispone lo sviluppo delle facoltà
cognitive:
Dewey
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Con Dewey nasce la filosofia pragmatista: fondata sulla connessione tra conoscenza e
azione; insiste sulla funzione del pensiero come produttore di credenze da sottoporre al
vaglio dell'esperienza e della prassi (p. metodologico) o sull'utilità sociale e religiosa dei
nostri sistemi di credenze (p. metafisico), e che si deve interessare ai problemi della società.
Dewey sostiene che la scuola fa parte della società in quanto istituzione sociale, il cui scopo
è l’educazione dei fanciulli, un luogo dove il modo di pensare dei giovani diventa un
bambino come protagonista attivo al centro dell’educazione. Dewey tramanderà una serie
di concetti che costituiranno parte della pedagogia moderna. L’interesse, con lui, si
ciò che si deve trasmettere, i contenuti; mentre nella seconda la cosa importante è il
due educazioni si possono intersecare. Agli inizi del ‘900 nasce quindi l’attivismo, che si
arresta nel periodo delle due guerre mondiali, ma che conosce una rinascita nel
dopoguerra.
Mario Lodi
Nell’aula di Mario Lodi la distribuzione dello spazio viene modificata in modo creativo:
invece di stare lontano, nella cattedra, egli è in mezzo ai bambini. Il tempo cessa di essere
stessa cosa vale per il tempo di apprendimento. Spazio e tempo, quindi, sono cambiati: le
tribù che mette a disposizione i suoi saperi, e i bambini imparano senza sentirsi inferiori e
premi, che è molto sbagliato: molte volte, quando si ha l’aspettativa di un premio o di una
punizione, si tende a bloccare l’istinto creativo stesso rimanendo su vie concrete. Neanche
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l’insegnamento tramite punizioni funziona, poiché danneggia non solo la creatività, ma
L’impatto della nascita della psicologia nel ‘900 è paragonabile all’impatto delle scoperte
come il nostro cervello costruisce il mondo e le regole che utilizza. L’educazione deve
ovviamente tenere conto di questi aspetti: ad esempio, da questi studi è venuto fuori che
soprattutto per i bambini è importante che ci siano, nel corso della giornata, fasi in cui il
cervello si spegne per riposare e riordinare gli elementi dell’esperienza. Il Buddhismo viene
vipassana fosse esistente già dal 1500. Essa allevia lo stress con una pratica continua di
meditazione. Ciò può anche alleviare malattie derivanti da stress: da qui Mindfulness,
pienezza mentale.
puramente divine, e seguendole si arriva alla conclusione che si può capire e spiegare
tutto, mentre la scienza dice che ci sono cose che non si possono arrivare a capire, e che
perciò si devono continuare ad indagare. Questo è alla base della Scienza sperimentale,
Cartesio
responsabile degli assi cartesiani, che si mettono insieme e comparano due unità diverse.
La scienza sperimentale utilizza le basi delle scienze alchemiche per fondare basi
matematiche - ciò era vista come una cosa pericolosa, per la Chiesa -. Cartesio scrisse Il
trattato sul mondo, testo in cui vuole spiegare come tutto può essere derivato da
particelle e da quantificazioni senza alcuna presenza divina. Prima della stampa del trattato
prefazione, Discorso sul metodo, ottiene molto successo. “Che cosa e come possiamo
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costruisce un mondo di finzione: quali potrebbero essere gli strumenti per riconoscerlo?
Viene ripresa la filosofia contemporanea con l’esperimento del cervello dentro una
cisterna. Se noi fossimo dei cervelli tenuti in vita in una cisterna e collegati ad un pc
sofisticato in grado di riprodurre tutti gli stimoli della realtà esterna, penseremmo di essere
non so dove ma rimarremo sempre dei cervelli dentro ad una cisterna. Cartesio elabora la
teoria che tutto è dubitabile. Si può dubitare, quindi si può pensare: da qui Cogito ergo
sum. Penso, dunque sono ed esisto. Sono un soggetto pensante, portatore di domande.
L’unica cosa che non si mette in discussione è l’esistenza stessa. Il cogito non è fatto di
materia, ma di due sostanze (sostanza: qualità fondamentale di una cosa) che sono dentro
La mente non ha una collocazione precisa, ma Cartesio la colloca nella ghiandola pineale,
e sancisce due principi: priorità al soggetto pensante e divisione fra mente e corpo, nociva.
Antonio Damasio racconta l’errore di Cartesio ne Lo strano caso di Phineas Gage. Esso
quest'ultima gli trapassò la testa ma egli sopravvisse: da quel momento in poi cambia
totalmente il suo carattere, diventando tutto l'opposto di quello che era, e non riesce a
prendere una decisione anche se perfettamente capace di valutare pro e contro. Secondo
Damasio, la parte cognitiva del nostro cervello non è separata dal corpo e dalla parte
sono anche nel nostro corpo attraverso i marcatori somatici, configurazioni corporee
aventi a che fare con tensione muscolare, indebolimento, circolazione sanguigna eccetera,
Spinoza
Filosofo quasi contemporaneo a Cartesio è Spinoza. Damasio lo riscopre nel suo libro "Alla
ricerca di Spinoza". Egli parte dalla stessa considerazione di Cartesio, cioè che il mondo
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può essere conosciuto razionalmente, ma successivamente mette in discussione il
dualismo di Cartesio sostenendo che se ci fossero molte sostanze non sarebbe possibile
l'esistenza di Dio. Dio è tutte le cose, incluse le cose nel mondo, finite; ma Dio è infinito. Nel
mondo l'unica sostanza è Dio, e Damasio spiega la differenziazione tra le cose del mondo
dicendo che Dio possiede degli attributi infiniti, modificazioni della sostanza. In quanto
creature finite abbiamo accesso solo a due attributi: i Pensieri e l'Estensione, dove il
pensiero è la mente e l'estensione il corpo. Essi sono due aspetti della stessa sostanza, cioè
una cosa unica. Gli uomini sono così partecipi della natura divina e la contengono. Mente e
corpo non sono quindi entità separate, bensì due modi di raccontare la stessa cosa. La
prospettiva spinoziana invece del dualismo porta ad una unità. Facendo parte di Dio,
l’essere umano riconosce chi è e, in quanto creatura finita, è parte di concatenazioni causa-
effetto nella quale non può intervenire. Spinoza pensa che ogni cosa abbia una causa, e
che essa non può essere modificata: non si possono capire tutte le cose. Esistono delle
forze incontrollabili che non possono essere influenzate dalla ragione, che vengono
chiamate Passioni tristi. Queste ultime possono solo essere superate da Passioni
consapevolezza che può arrivare a Dio. Quando si arriva a questo stadio di conoscenza rsi
riesce a vedere ogni cosa sotto la sua forma eterna: in ogni singolo elemento della natura
c'è un significato Divino. I testi di Spinoza sono costruiti in termini geometrici. Mente e
corpo non sono separati la nostra mente è un fattore condiviso e non individuale.
Negli anni '70 Gregory Benson sostiene che la natura funziona ed è strutturata come una
mente, un aggregato di parti che interagiscono. La mente è quindi attivata dalla differenza.
Dall'interazione delle parti nascono le proprietà emergenti; quando ci sono degli scarti di
polarità, questi sistemi vengono attuati. La mente ha ovviamente bisogno di energia per
mettersi in moto. Il processo mentale che non è lineare e si presenta come complesso. Le
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Miti e Leggende
Il coyote è un personaggio consueto nel folclore e nella mitologia dei nativi americani (USA
ingannatori, il coyote si comporta come un eroe picaresco che si ribella alle convenzioni
sociali con i suoi stratagemmi e l'umorismo. Il coyote appare spesso nel folklore dei nativi
misera e la morte nel mondo, mentre gli Zuñi credevano che il coyote introdusse l'acqua al
mondo rubando la luce dai kachina (esseri soprannaturali). Certe tribù, come i Chinook, i
Maidu, i Paiute, i Pawnee, i Tohono O'odham, e gli Ute, vedevano il coyote come il
compagno del creatore. Nel mito della creazione Paiute, il coyote fu creato dal lupo per
racconto degli Tohono O'odham parla di come il coyote salva Montezuma da un diluvio
universale, e che poi entrambi insegnano all'umanità, ricreata dal Grande Spirito, come
vivere. Nella mitologia dei Crow, il creatore del mondo infatti è Vecchio Coyote. Secondo i
Navajo, il coyote era presente nel Primo Mondo con il Primo Uomo e la Prima Donna, ma
un'altra versione ha il coyote creato nel Quarto Mondo. Il coyote dei Navajo introduce la
morte al mondo, siccome senza di esso ci sarebbero troppe persone e poco spazio per
piantare il grano. Prima della conquista dell'impero azteco, il coyote svolgeva un ruolo
Teotihuacan pre-azteco, e i guerrieri si vestivano da coyote per invocare il suo potere. Nella
mitologia azteca, Huehuecoyotl, il dio della danza, la musica e la lussuria, viene spesso
raffigurato con la testa d'un coyote. Viene spesso rappresentato come un donnaiolo,
responsabile per l'origine della guerra dopo aver sedotto Xochiquetzal, la dea dell'amore.
Certi studiosi ritengono che il dio Quetzalcoatl derivasse dalle rappresentazioni mitologiche
del coyote nelle religioni pre-azteche, che vantano il coyote come il fratello maggiore
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dell'umanità, il creatore, il seduttore, l'ingannatore, e l'eroe culturale legato alla stella del
giorno. Il vecchio coyote fa parte di una categoria di personaggi che esistono in tutte le
quella di accompagnare le anime dei morti nel loro viaggio verso l’Inferno. Anche nel
mondo occidentale vi sono Trickster protagonisti di storie, come il personaggio del giullare
buffone recuperato da Dario Fo con le storie legate alla vita di Gesù bambino, descritto
come una piccola canaglia che per farsi accettare dagli altri compie il suo primo miracolo;
far volare un uccellino con il soffio. Quest’ultimo rappresenta la creazione, il soffio di vita
William Blake fu uno dei più importanti artisti e pensatori. Grazie ai suoi appunti si
ricostruisce un pensiero molto particolare, un pensiero mitologico: proprio come nei miti
antichi, Blake mette insieme conoscenze di vario tipo - psicologico e filosofico, religioso ed
estetico - e le racconta attraverso una storia, quella dell'uomo primordiale. Nel suo
Gerusalemme è l'ultima, la più lunga e la più grande delle opere di Blake. Inciso a mano,
stato definito "teatro visionario". L’opera racconta la storia della caduta di Albion,
l'incarnazione di Blake dell'uomo, della Gran Bretagna o del mondo occidentale nel suo
insieme. La narrazione poetica assume la forma di un "dramma della psiche", espresso nel
denso simbolismo della mitologia autocostruita da Blake. La poesia non ha una trama
essere una persona e un luogo. Gerusalemme, emanazione di Albion, è una donna e una
città. Albion, "l'Umanità Universale", è un uomo e una terra (la Gran Bretagna). Contiene
dodici figli che coincidono con le dodici tribù di Israele, così come Quattro Zoas. Ogni Zoa
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- Urthona, lo spirito ispiratore, incarnato in Los, l'artista profetico, che nelle sue
fornaci forgia una città d'arte. Enitharmon, la sua Emanazione, tesse raggi di
bellezza;
divinità rappresentate sono anche i quattro principi psicologici che combattono tra di loro
per avere il possesso dell'uomo: questa guerra viene raccontata e provoca la caduta
dell'uomo che da uno stato di completezza e di pienezza sprofonda nel mondo, perdendo
la sua unitarietà. All’uomo non resta che rimettere insieme la vita, raccontando attraverso
Creatività
originale, diverso dalle cose che si sono viste prima; una capacità innata dell’essere umano
– che può esserne più o meno consapevole -. Non vi è una definizione ufficiale di cosa sia la
creatività, poiché le opinioni a riguardo sono discordanti. Essa viene generalmente definita
come “la capacità di realizzare qualcosa di nuovo e unico, combinare idee e impressioni
Un potenziale umano, in poche parole, che si rivela una potente risorsa. L’argomento della
creatività è stato toccato dagli studi psicologici a partire dalla metà del secolo scorso,
inizialmente nell’ambito della psicologia. Nel 1900, Henry Corbin scrive L’immaginazione
creatrice, che parla non solo dell’immaginazione ma anche della creatività artistica e
membri, ed è cresciuta rapidamente dopo la seconda guerra mondiale. Oggi l'APA è la più
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grande organizzazione scientifica e professionale che rappresenta la psicologia negli Stati
Uniti, con oltre 121.000 ricercatori, educatori, medici, consulenti e studenti come membri.
promozione del benessere umano, nonché la pratica della scienza della psicologia. Questa
flessibilità di portata è rimasta fino ad oggi. La psicologia è esplosa dopo la fine della
seconda guerra mondiale con il maggior aumento dei membri tra il 1945 e il 1970. Si inizia
a scoprire una nuova possibilità, cioè ill pensiero divergente: la capacità di vedere le cose
pensiero che coincide con la capacità di produrre risposte che siano allo stesso tempo
non correlato (al contrario di quanto si potrebbe pensare) con l'intelligenza; il problema del
pensiero divergente è che, ovviamente, non basta che sia divergente per essere creativo.
Sigmund Freud
Freud, nel suo Studio autobiografico, dice apertamente che la psicoanalisi non può far
nulla per chiarire l’essenza del dono artistico, né può spiegare i mezzi con i quali l’artista
legittimo oggetto di studio per le scienze della mente: la loro indagine non riguarda i
Durante tutto il secolo scorso la psicoanalisi ha cercato le radici e le cause del pensiero
creativo. Il concetto che Freud voleva sostenere è che l'artista ha una cosa in più rispetto
alla manifestazione nevrotica del conflitto, che è quella che possiedono tutti. Il conflitto
interno non si riconosce perché è una cosa legata al complesso di Edipo. Queste cose
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relazionali, etc. Ai tempi di Freud, l'isteria è trasformare queste cose in qualcosa di visibile.
vengono fuori come forme d'arte e di conseguenza risultano più accettabili dalla
società.Freud: processo che formula una specie di modifica dei modelli più importanti. Egli
parla dell'inconscio, dicendo che c'è questa parte più profonda dell'inconscio
incontrollabile, ribollente, in cui sono contenuti i conflitti che non vogliamo accettare. Il
paterna. Esso è quello che dà le regole e decide quello che è giusto e quello che è sbagliato.
Tra l'io e l'inconscio c'è il preconscio: questo percorso è un luogo che sta alla struttura
della coscienza e ha una funzione di riorganizzazione dei contenuti. Prima ancora che
questi contenuti inconsci arrivino alla nostra coscienza, passano per il livello intermedio in
cui anche contro la sua volontà automaticamente avviene questa trasformazione in forme
che possono essere viste. Questo tipo di idea è confermata nel processo creativo: c'è un
coltivare.
divergente è stato studiato soprattutto nella psicologia cognitiva; quella del pensiero
divergente è una delle maggiori misurazioni della creatività. Una misurazione della
una persona riesce a tirare fuori da un determinato oggetto. Studiando la formazione dei
processo primario e il processo secondario. Il processo primario dal punto di vista topico
caratterizza il sistema inconscio; dal punto di vista economico e dinamico l'energia fluisce
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secondario dal punto di vista topico caratterizza il sistema preconscio-cosciente; dal punto
organizzati: i modi di funzionamento sono simili a quelli del sonno. Esso funziona molto
mettere in ordine i materiali del processo primario. Quando questi due processi si fondono
personaggi importanti quali anche Arieti: il livello di quello che emerge dall'inconscio trova
una forma artistica, una creazione scientifica o una battuta che funziona. Koestler, uno
scrittore e reporter di guerra, inizia a fare una serie di ricerche sulla comunicazione e sul
pensiero. Per arrivare a questa ipotesi egli parte dalla meccanica quantistica, sapendo che,
nella scienza quantistica, il fatto che una particella possa attraversare un muro non è una
cosa impensabile. Sono state individuate delle particelle elementari, i neutrini. Essi sono
delle particelle che vagano per l'universo: sono costantemente presenti sciami di neutrini
che attraversano la materia. Su questa base, questa connessione tra telepatia e meccanica
attraverso la costruzione, che è un insieme di idee e di percezioni. Tutti gli ambienti che
l’uomo vive e in cui si trova corrispondono a tutti gli ambienti in cui la mente si colloca.
Nella mente vi sono situate altrettante matrici dotate di una loro coerenza particolare, e si
possono distinguere gli elementi della matrice perché sono coerenti e connessi fra di loro.
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