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1 La Psicologia

La psicologia è la scienza che studia la vita mentale, i rapporti che intercorrono tra un
essere vivente e se stesso, con l'ambiente sia fisico che relazionale in cui vive e con
attese, progetti, successi e fallimenti di ogni genere in tali ambiti.

Rapporti che si possono esprimere in termini di pensieri, sogni, fantasie, esperienze e


comportamenti riferiti all'individuo, alla famiglia, al gruppo e al sistema sociale e
culturale.

Etimologicamente il termine psicologia deriva dal greco psyché (ψυχή) = spirito,


anima e, iconograficamente, farfalla, in quanto molte decorazioni dei vasi greci
raffigurano l'anima come esalata nell’istante della morte con l'immagine di una
farfalla - e da logos (λόγος) = discorso, studio.
La psicologia moderna è una scienza composita, i cui metodi di ricerca vanno da
strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a etnograficamente orientati
(ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da strettamente individuali
(ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale) a metodi con una
maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: la psicologia del
lavoro che impiega i cosiddetti 'gruppi focali').

I FENOMENI PSICHICI studiati dalla psicologia riguardano:


- La sfera conoscitiva (sensazione, percezione, memoria e apprendimento);
la sfera volitiva (bisogni, motivazioni, volontà);
- la sfera affettiva (sensazioni, emozioni, umori)
La psicologia come metodo d’indagine usa il metodo sperimentale che si basa
sull’osservazione effettuata in modo scientifico: i vari fenomeni verranno osservati da
diversi sperimentatori e i dati, così pervenuti, saranno elaborati e sarà convalidata una
legge.
La nozione di normalità è sinonimo di benessere psichico in quanto si riferisce alla
condizione più appropriata a un dato individuo, relativamente alle sue caratteristiche
e ai suoi scopi personali ed è funzionale ai fini dell’adattamento sociale.
La personalità, in psicologia, è determinata dall’interazione dinamica tra ereditarietà
e ambiente:
- i fattori ereditari comprendono ad esempio il patrimonio genetico che si determina
al momento del concepimento, e il ritmo di sviluppo per cui un bambino giunge a
certe fasi di sviluppo più precocemente dei coetanei;
- i fattori ambientali si riferiscono invece alle influenze familiari e alle determinanti
sociali, ovvero ai ruoli che l’individuo si trova a rivestire senza volerlo.
Tra gli oggetti di studio e di approfondimento della psicologia si possono citare:
la memoria, l'intelligenza, l'apprendimento, la comunicazione, le emozioni,
l'affettività, la motivazione, la frustrazione, l'aggressività, il conflitto; ed ancora la
personalità, le relazioni, le forme organizzative ed i gruppi.
2 Intelligenza, Percezione e Attenzione

Con il termine intelligenza, in senso psicologico generale, si intende quel processo


mentale che permette di acquisire nuove idee e capacità che consentono di elaborare
concetti e i dati dell'esperienza per risolvere in modo efficace diversi tipi di problemi.
Tuttavia, il concetto è molto ampio, sicché non esiste una definizione univoca e
accettata universalmente; ogni spiegazione risente sempre dell'orientamento di
pensiero di chi la formula.
•Teorie sull'intelligenza
La psicologia ingenua vede l'intelligenza come un insieme di capacità:
essenzialmente la capacità di risolvere problemi (intesa come capacità di ragionare
utilizzando processi logici, stabilire connessioni, essere flessibili), capacità verbale
(saper parlare in maniera chiara, possedere un buon vocabolario) unite a una buona
competenza sociale (accettare gli altri, ammettere i propri errori, possedere una buona
empatia).

E' possibile distinguere due gruppi di definizioni di intelligenza:


Definizioni strutturali (teorie differenziali o psicometriche, che tendono a cogliere le
capacità di base o fattori dell’intelligenza; si basano sullo studio delle differenze tra
individui).
Definizioni funzionali (tendono a cogliere i processi elaborativi dell’intelligenza tra
cui: capacità di adattamento a nuove esigenze degli schemi comportamentali acquisiti
e processi di pensiero per la risoluzione dei problemi)

In psicologia con percezione si intende un processo costruttivo attraverso cui gli


stimoli che ci si presentano vengono elaborati tramite analisi, interpretazione e
integrazione di quest’ultimi in un’unità dotata di senso. La realtà percettiva, pertanto,
è diversa dalla realtà per come è effettivamente.

La presunta coincidenza fra mondo reale e mondo percettivo viene chiamata realismo
ingenuo; tuttavia, alcune esperienze come la mancata percezione di uno stimolo
presente (assenza dell’oggetto fenomenico) o la percezione di uno stimolo assente
(assenza dell’oggetto fisico) provano che tale coincidenza non esiste.
Parlando della percezione dobbiamo fare riferimento agli organi si senso di cui tutti
siamo dotati. VISTA , UDITO , ODORATO GUSTO TATTO sono organi di senso
attraverso i quali l'individuo entra in contatto con la realtà, traendo informazioni.
La percezione è il mezzo con il quale noi riceviamo tramite gli organi di senso le
informazioni dal mondo in cui viviamo.

L'attenzione è un processo cognitivo che permette di selezionare stimoli ambientali,


ignorandone altri.
È quel meccanismo in grado di selezionare le informazioni in ingresso in base allo
loro rilevanza biologica e/o psicologica per l’individuo.
L’attenzione è la capacità di convogliare le risorse mentali su specifici aspetti della
realtà in determinati momenti.
è attivata da stimoli intensi, nuovi e/o significativi. Quindi, i cambiamenti nel campo
degli stimoli che sono in grado di suscitare l’attivazione di processi attentivi sono:
• variazione dell’intensità delle stimolazioni (per esempio, un forte rumore
improvviso);
• comparsa di stimoli significativi (per esempio udire il proprio nome ad una
conferenza).
L'ATTENZIONE è un processo cognitivo volto a selezionare gli stimoli ambientali.
I FATTORI che influenzano l'attenzione sono:
- ESTERNI, ad esempio una scritta in stampatello o in grassetto in mezzo a parole
con carattere normale;
- INTERNI, sono più soggettivi. Ad esempio quando si è sazi noteremo meno i dolci
esposti in una vetrina.

La PERCEZIONE precede l'ATTENZIONE

La PERCEZIONE è il processo attraverso il quale si entra in contatto con il mondo


esterno e si organizzano e interpretano le informazioni sensoriali.
Nell'organismo esistono strutture biologiche specializzate, che reagiscono a stimoli
specifici. Queste strutture si chiamano RECETTORI.

Esistono ad esempio i recettori per il dolore, per il caldo, per il freddo, acustici, visivi
ecc. Esempio: quando una persona ci chiama vengono eccitati i recettori acustici
(cellule specializzate) che trasmettono le informazioni acustiche alla corteccia
cerebrale uditiva.

3 La memoria

Tutti abbiamo il ricordo di eventi passati e recenti . Sappiamo che per questo
manteniamo nel tempo l'informazione. Questa è la memoria come capacità di fissare ,
conservare e recuperare l'informazione. Nel processo di memoria ci sono tre fasi:
-LA FISSAZIONE che è la percezione di uno stimolo mediante l'attenzione stare
attenti ad un suono, ad una richiesta etc);
- LA CONSERVAZIONE : le tracce mnestiche sono fissate a livello celebrale, si
sedimentano e sono conservate. I ricordi nella conservazione subiscono modifiche sia
qualitative ( i ricordi sgradevoli possono essere eliminati) , che quantitative (alcuni
vengono dimenticati perchè poco importanti) ;
-LA RIEVOCAZIONE O RECUPERO DELL'INFORMAZIONE consiste nel
riportare alla coscienza i ricordi , spontaneamente) in questo caso è spesso facilitata
dagli stati emotivi, o volontariamente con il richiamo di ciò che si vuole alla
coscienza)
La rimozione è un meccanismo di difesa , tramite il quale si impedisce l'accesso alla
coscienza di ricordi penosi ed impulsi inaccettabili. Quando volontariamente si vuole
tenere lontano la memoria di un evento doloroso , abbiano la repressione del ricordo.
4 L'apprendimento

La memoria è anche l'insieme di capacità di processi che consentono l'apprendimento


. Possiamo definire l'apprendimento come capacità attiva all'utilizzo dell'esperienza
acquisita per l'adattamento presente e futuro .

Perché l'apprendimento si verifichi occorre una stimolazione dell'ambiente che sia


diversa da quella solita o precedente. Perché lo stimolo possa essere appreso è
necessario che sia connesso, in qualche modo, alla soddisfazione di una motivazione
presente nell'organismo che apprende .

L'apprendimento richiede per essere sostenuto un clima razionale a cui si rivolgono le


interazioni tra le persone.
Con gli ammalati , che sono chiamati spesso a modificare il loro stile di vita e
disapprendere vecchi comportamenti per apprenderne nuovo, l'apprendimento di
modalità comportamenti specifiche richiede modi efficaci di comunicazione
interpersonali , spesso non diretti e con rinforzi , tramite affetto, ascolto ,
approvazione e sostegno.
5 Emozioni

Le emozioni sono sistemi di reazioni psicologiche, comportamentale fisiologiche a


specifiche situazioni, percepite dalla persona come importanti per il mantenimento
del proprio equilibrio e benessere.

Hanno quindi una funzione adattiva (la paura ci allontana da un pericolo incombente)
.

Sono reazioni che svolgono un ruolo importante nel rapporto tra l'individuo e la realtà
, ed interessano l'organismo e la personalità in tutti i livelli. Una particolare
condizione di attivazione emotiva è l'ansia, quale stato di tensione per un pericolo
imminente non sempre definito .

Se contenuta diviene uno stimolo a meglio prevedere ed organizzare le proprie


risorse per fronteggiare il pericolo.

A livelli elevati diminuisce la consapevolezza di sè e dei rapporti con l'ambiente sino


ad una disorganizzazione della personalità.

Gli ammalati ed i loro familiari possono incorrere in reazioni ansiose non sempre
controllabili . Con un grado di ansia grave si perde il controllo della realtà
complicando il quadro già di per sè complicato dalla minaccia alla malattia.

Non si deve trascurare il fatto che anche l'operatore sanitario puo' avvertire ansia con
il rapporto con il paziente.

Quello che si avverte non va represso , perchè le emozioni suscitate dal rapporto con
il paziente vanno riconosciute anche in incontri collettivi , che dovrebbero essere
sempre organizzati , specialmente nella fase iniziale dell'attività .
6 Motivazioni

Ciascuno di noi si sente spinto verso il raggiungimento di un fine, , come sostenuto


da forze che provengono dal di dentro, che forniscono energie direzionando il
comportamento.

In questa caso di tratta delle motivazioni che sono forze interne, di cui a volte si ha
consapevolezza altre volte no , le quali dirigono il comportamento fornendolo di
energie verso il raggiungimento di scopi, anche di origine superiore (gli ideali)
ritenuti importanti per la personale realizzazione.

Servono quindi a motivare una condotta personale (anche collettiva) al fine di


mantenere un rapporto ottimale tra organismo ed ambiente . Ciò si realizza in virtù
dell'apparato psichico di governare l'azione tramite meccanismi intenzionali.

La spinta motivazionale richiama per intensità e qualità la personalità, con le sue


esperienze affettive, cognitive e sociali.

Lo stato di malattia può potenziare la spinta motivazionale o ridurla . In questo caso


concorrono la percezione della minaccia operata dalla malattia ma anche dalla forza
della personalità del soggetto ammalato.

L'operatore socio sanitario deve guardare alle motivazioni che attivano il significato
che attribuisce al suo lavoro accanto alla persona ammalata, perchè da questa
valutazione consegue la sua rispondenza o meno di contenuti richiesti alla relazione
con il paziente.

Deve anche riuscire a cogliere lo stato delle motivazioni del paziente, che dalla
malattia può essere condizionato nel recupero delle forze che forniscono energie al
comportamento.

Dobbiamo considerare che l'ospedalizzazione , anche se di breve durata , rappresenta


un'esperienza soggettiva priva di stimoli, con l'emergenza di pensieri carichi di
preoccupazione, data la situazione .

L'offerta di stimoli che motivi una visione piu' ampia della quotidianità fornisce
energie psichiche, che alla fine possono sostenere un adattamento piu' incentivante ,
anche verso la guarigione.
7 Affettività

Il discorso sull'effettività ci riporta alle emozioni ed alle motivazioni.


L'affettività è costituita dalle emozioni e dai sentimenti.
Le prime sono stati affettivi profondi e molto intensi, caratterizzati , come abbiamo
sottolineato, da alterazioni fisiologiche evidenti , i secondi sono stati affettivit meno
profondi, piu' costanti e caratterizzati da condizioni fisiologiche meno alterate
rispetto alle emozioni.
I sentimenti sono di lunga durata, al contrario delle emozioni che si esauriscono
presto.

L'affettività costituisce il fondamento strutturante la personalità. Influenza, pertanto ,


le capacità di relazioni cognitive, volitive, di valutazione di sè.
In occasione della degenza, possono venir meno le sicurezze affettive, data la
particolare situazione, con conseguenti stati di insicurezza.

Per fronteggiare tali situazioni, l'operatore socio sanitario non è chiamato ad avviare e
mantenere specifici rapporti affettivi (che sono di altri contesti relazionali) .

Deve avere la consapevolezza di avviare e mantenere una comunicazione con


l'obiettivo di facilitare la guarigione, infondendo fiducia, mediante l'accettazione
della persona come in vero si presenta.

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