Introduzione
La dimensione dell'essere è estranea alle teorie perché esse conservano la pretesa di spiegare
cosa è un uomo e per farlo devono ricorrere al pensiero lineare, al dualismo soggetto/oggetto.
Non possono riconoscere cioè valore ALL'ESPERIENZA SOGGETTIVA e si limitano a svolgere il
rassicurante ed alienante compito di spiegare la realtà a tutti quelli che hanno paura di
rappresentarla a partire da se stessi.
Per conoscere un uomo è necessario raccontarlo, così come per conoscersi è necessario
raccontare a se stessi la grande quantità di esperienze soggettive che non rientreranno mai nei
modelli correnti, né tanto meno nella cosiddetta conoscenza scientifica, frutto di uno dei tanti modi
di conoscere la realtà. In ogni caso conoscenza dell'uomo e metodo scientifico sembrano sempre
meno conciliabili.
La realtà umana può esser soltanto colta e non raccolta in leggi che dovrebbero renderla
prevedibile e ripetibile. Ogni valutazione o regolamentazione, staccate dal contesto creativo sono
nemiche dell'espressione, così proprio come i modelli sono i veri nemici dell'esperienza.
Le Gestalten chiuse rappresentano nel linguaggio emotivo quelle esperienze della vita che
hanno avuto un'origine ed una fine; sono connotate dalla consapevolezza che le esperienze
della vita spesso non coincidono con il risultato delle aspettative coscienti; ciò malgrado in ogni
caso l'attore (?) si è mosso in maniera tale da procurarsi sempre un accesso al significato positivo
ed evolutivo dell'esperienza dolorosa o frustrante.
Per gli umanisti il vero contributo non è la ricerca di una oggettività illusoria, ma di una
soggettività profonda, un modo assolutamente unico di vedere il mondo; e l'inizio è possibile
quando il sentimento della compassione è presente e questo processo può essere innescato solo
dall'amore, dal desiderio profondo di prendersi cura di qualcuno o qualcosa di vitale, a partire da
se stessi.
L'odio inquisitorio e la punitività verso se stessi, chiamati comunemente "esame di coscienza"
producono solo umiliazione e rancore, così come le ricompense (?) sono destinate a stimolare
l'avidità ed alimentare motivazioni estrinseche, lontane ed estranee alla natura dell'essere.
La ricerca della verità come ricerca del sé e l'autenticità come fine coincidono con lo stesso
concetto di salute, mentre la malattia può essere considerata la menzogna dell'essere.
Tutta la scienza psicologica è andata via via orientandosi verso modelli autoritari; i paradigmi
scientifici vincenti dei quali l'Università è gelosa custode e rappresentante sono già emersi 4 secoli
fa: come afferma Laing, questa situazione deriva da qualcosa che è accaduto nella coscienza
europea al tempo di Galileo e di Giordano Bruno. Bruno fu torturato ed arso sul rogo per aver detto
che esistono infiniti mondi; Galileo disse che il metodo scientifico consiste nello studiare questo
mondo come se la coscienza non esistesse e come se in esso non ci fossero esseri viventi.
Sostenne che devono essere ammessi nell'ambito della scienza solo fenomeni quantificabili e
quindi tutto ciò che non può essere misurato e quantificato non è scienza. Nella scienza post-
galileana ciò venne a significare, ciò che non può essere quantificato non è reale. Il programma di
Galileo ci offre un mondo morto: i 5 sensi perdono ogni attendibilità e con loro vengono meno
sensibilità estetica ed etica, valori, qualità, anima, coscienza, spirito. L'esperienza in quanto tale
viene esclusa dall'ambito del discorso scientifico. Negli ultimi 400 anni non è accaduto nulla che
abbia cambiato il mondo più dell'audace programma di Galileo.
Il decalogo proposto dalla psicoterapia della Gestalt può essere considerato un sentiero da
percorrere lungo tutto l'arco di una psicoterapia. Il terapeuta accompagna il paziente
proponendogli di immergersi nell'immensa risorsa fornita dal sé, una vera e propria miniera di
potenzialità sconosciute. La psicoterapia stessa diventa allora un esercizio spirituale o pratica.
La pratica terapeutica agevola il cammino verso l'evoluzione che può essere intesa come
interiorizzazione consapevole delle tendenze alle quali ogni uomo naturalmente si dirige.
Il decalogo si esprime così:
1- vivi adesso; 2- vivi qui; 3- prendi piena responsabilità per i tuoi pensieri, sentimenti,
azioni; 4- smetti di immaginare, sperimenta (fantasie di evasione e non di individuazione); 5-
smetti col pensiero superfluo; 6- arrenditi allo sgradevole; 7- esprimi; 8- arrenditi ad essere
quello che sei; 9- accetta nessun devi o non devi altro che il tuo; 10- metti l'attenzione su
quello che c'è.
La malattia può essere considerata l'insieme dei contrari esposti nel decalogo: (1-2) rifiuto di
essere nello spazio e nel tempo presente; (3) tentativo di voler salvare a tutti i costi un'immagine
ideale di sé; (4) rifugiarsi in un mondo di fantasmi; (5) ripetere ossessivamente pensieri e dialoghi
interni; (6) tentare di evitare il dolore o resistere alla paura; (7) evitare di dare forma alla propria
vita interiore; (8) volere a tutti i costi credere che cambiare è eliminare e non integrare; odiare i
propri limiti; (9) nutrirsi di modelli non elaborati; (10) riporre l'attenzione sempre fuori dalla
situazione.
Uno schema di orientamento individuale nella realtà può essere considerato un vero e proprio
microsistema filosofico generato da convinzioni primitive sulla percezione di sé, altri e la realtà.
Questo modello, alla base dell'identità, legato ad un'antica e primitiva socializzazione, tende ad
assumere la guida del comportamento; se affiora alla coscienza, esso contiene le potenzialità di
una evoluzione, altrimenti le esperienze successive alla sua formazione vengono ridefinite e rese
coerenti in un processo omeostatico che tenderà a mantenere stabile l'equilibrio adattivo
raggiunto.
Il concetto è stato compiutamente elaborato da Berne che lo ha descritto raffigurandolo come un
copione al quale ogni essere umano si attiene rigidamente lungo l'arco dell'esistenza, anzi rinnova
dandogli vigore attraverso la ricerca delle esperienze che lo confermano.
Davanti alla necessità di cambiare il copione di vita, nessuna tecnica diagnostica, nessuna
conoscenza intellettuale, nessuna informazione sul proprio modo di essere, se non seguito
dall'esperienza di sé, produce un effetto significativo.
Charlotte Buhler trattando dei valori e della psicoterapia individua e riassume le tendenze che sono
alla base della vita:
1- ricerca della soddisfazione individuale per quel che attiene alla sessualità, l'amore e la necessità
di essere percepiti e considerati per il proprio essere
2- adattamento inteso come autolimitazione allo scopo di avere una serie di riferimenti stabili
3- espressione della vita interiore attraverso opere che trasmettono in una sintesi creativa,
pensieri, sentimenti, modalità soggettive dell'esperienza di essere al mondo
4- integrazione, nel senso di una più piena comprensione di aree della personalità nel campo
della coscienza.
Per gli psicologi umanisti costituire un sistema di valori e di scopi attraverso l'elaborazione
soggettiva e produrre processi creativi, diventano, dunque il fine ultimo della vita.
Secondo l'orientamento umanistico un individuo può essere studiato solo in quanto appartenente
ad un gruppo o comunque in un processo di relazione e non in una individualità avulsa estraniata
da qualunque contesto. Da ciò deriva che anche il corso della vita umana è da considerarsi nella
sua totalità; Erikson focalizzò l'attenzione sulla vita individuale allo scopo di scoprirne l'evoluzione
lungo l'arco del ciclo vitale.
La ricerca del fine ultimo della vita diventa il punto di partenza per tutta l'impostazione umanistica;
sia pure con distinzioni e sfumature, tutto il movimento umanistico ritenne che il FINE ULTIMO
DOVESSE RITENERSI L'AUTOREALIZZAZIONE, CIOÈ SERVIRSI DELLA VITA PER FARE
QUALCOSA IN CUI SI CREDE.
Il sogno prelude ad una prima serie di cambiamenti; il primo è una specie di "ripasso" dell'identità
nel quale il protagonista avverte la chiara esigenza di riconoscere sé stesso; il secondo, ed il più
vistoso - indispensabile per l'attivazione degli altri - riguarda l'USCITA DALLA PASSIVITA'; Borg
non si percepisce più come prigioniero dei rituali quotidiani che hanno scandito per anni la sua vita;
ormai i battiti del cuore si sono sostituiti alle lancette dell'orologio, egli è protagonista non più
estraniato delle consuetudini così sapientemente organizzate per costruire il mondo di alienazione
nel quale si è rifugiato.
La prima decisione consiste nell'opporsi attivamente alla sua governante per uscire dalla
situazione imbalsamata alla quale si è votato; ma il sogno ha aperto una breccia nella sua anima e
quando la nuora Marianne gli parla chiaramente della maschera di benevolenza e di cordialità che
nasconde un profondo disinteresse per sé stesso e per gli altri e un disprezzo "per le pene
dell'anima", non gli resta che riconoscere con il silenzio la verità delle sue parole.
La memoria si è ormai attivata ed "il posto delle fragole" diventa la meta di un pellegrinaggio, un
luogo del tempo, la ricerca degli eventi che hanno dato rilevanza e spessore alle decisioni a ai
giuramenti del bambino antico, la necessità di dare senso e radici a tutti gli eventi della sua vita.
Le immagini di vita familiare che emergono dal passato (la comunicazione familiare autoritaria, la
rivalità fraterna, il disamore della ragazza prescelta) lo rendono ancora più triste e sempre più
turbato.
Dopo aver accettato di prendere a bordo dell'auto dei giovani studenti, l'incontro con una coppia di
coniugi di mezza età, troppo unita dall'odio per separarsi e troppo impaurita dalla capacità di
amare per dirsi addio, favorisce l'evocazione della sua storia coniugale. Questi incontri (insieme
alla manifestazione di gratitudine del benzinaio) producono momenti di intenso contatto emotivo e
così Borg - con una commozione profonda - accede di nuovo alla sua spiritualità. (Dov'è l'amico..).
Nel viaggio verso Lund Borg diventa sempre più consapevole del filo che unisce le esperienze
della sua vita riconsiderata nell'intero ciclo vitale; durante il viaggio fa una breve quanto
significativa visita alla vecchissima madre affetta dalla solitudine, un male inguaribile
apparentemente procurato dalla mancanza di relazioni, ma effettivamente prodotto da irreparabile
chiusura e da mancato amore verso sé stessa. Una madre arcigna, inconsapevole dei motivi per i
qual ha fatto il vuoto intorno a sé, pronta a dubitare sulla capacità umana di esprimere un
qualunque esempio o gesto di solidarietà, accoglie Borg e Marianne con un'evocazione rigorosa
del passato senza ombra di autocritica o di cedimento emotivo evidenziato da un controllo dei
sentimenti generatore di una profonda sensazione di freddo attribuita ingenuamente al mancato
funzionamento di una stufa.
Il viaggio riprende e Borg si prepara al sogno che CAMBIERA' COMPLETAMENTE LA SUA VITA,
L'INCONTRO CON LA SOLITUDINE E CON LA PAURA DI AMARE CHE RIMETTERA' IN
DISCUSSIONE LE STESSE MOTIVAZIONI PER LE QUALI HA RITENUTO DI ESISTERE.
Il sogno propone due incontri per i quali non è più possibile operare rimandi, la pulsione di
autorealizzazione è diventata imperiosa e non tollera più Gestalten aperte; il primo incontro
avviene con Sara, la donna da lui amata che preferì sposare il fratello. Le espressioni dure di Sara
(.. dovresti saperlo perché fa male, ma non lo sai; perché nonostante tutta la tua scienza, in realtà
non sai niente) si riferiscono al rifiuto di vedere la realtà quando essa si presenta come sgradevole,
cioè nel momento della frustrazione e del dolore.
Borg è poi costretto a subire un esame dal cui esito negativo deve dedurre che il suo orgoglio, le
sue certezze, il suo narcisismo pesano come macigni sulla sua anima; la chiusura verso il mondo
e le negazione di un qualsivoglia sentimento di umanità, solidarietà o identificazione, non solo lo
hanno allontanato dalla sua natura di uomo, ma lo hanno protetto con una coltre fatta di distacco e
di gelida superiorità esistenziale. L'incompetenza di cui verrà ritenuto colpevole consiste nella
mancata risposta sul perché del dolore degli uomini che un medico dovrebbe continuamente
tenere presente nell'affrontare il suo compito dal momento che "medicus curata natura sanat"; un
medico che non conosce la natura del dolore non può dirigere la sua azione nella stessa direzione
delle leggi naturali ed è costretto a limitare la sua azione "terapeutica" all'eliminazione del sintomo.
Nel secondo drammatico incontro Borg viene condotto a rivivere la scena dello stupro e della
disperazione della moglie ed a vedersi rappresentato in tutta la sua alienazione.
Ma non ci sarà alcuna ulteriore punizione perché tutto è stato già pagato all'origine come evidenzia
il dialogo di Borg ed Alman, il suo esaminatore.
I due sogni di Borg, a questo punto della vicenda, hanno esaurito la loro funzione; nella loro
crudezza spietata hanno messo a nudo la sua anima, hanno evidenziato il tradimento compiuto
verso se stessi, gli hanno raccontato la menzogna dell'immagine senza fondamento che lui stesso
si è creata, ma hanno anche aperto la strada dell'accettazione e del perdono, dell'eliminazione
della colpa e della conseguente inutile punizione attraverso la presa di coscienza che tutto il
processo di alienazione ha svolto già la sua funzione punitiva.
I sogni hanno creato ormai le premesse per una definitiva trasformazione del comportamento che
può essere definito come la rappresentazione dell'integrazione avvenuta; adesso Borg non è più lo
stesso, la sua solitudine dovuta all'isolamento davanti al dolore derivante dalle esperienze
laceranti dell'esistenza, sta per diventare una sollecita cura delle sorti delle persone che gli sono
accanto, come diretta conseguenza dell'intervenuto amore verso se stesso.
La pace interna così raggiunta sta per produrre un cambiamento di relazioni con il mondo.
Marianne comincia a fidarsi ed avverte che il muro di gelo e di diffidenza è caduto e gli racconta
l'intenzione di non tollerare più il ricatto del figlio: la scoperta della sua maternità prossima sarà
affrontata da lei anche a costo della separazione dal marito che viene presentato da Marianne
come un inevitabile risultato dell'indifferenza e dell'alienazione paterna.
Marianne facendo riferimento alla freddezza della madre di Borg, individua il filo di solitudine, di
freddezza e di morte che lega madre figlio e nipote e nello stesso tempo la necessità che tutto
questo tramandarsi di paure e di isolamenti, indifferenze, colpe, odi venga finalmente spezzato: Lo
impone la nuova vita che si sta annunciando, fondata, malgrado tutto, sulla disposizione
amorevole ancora esistente nella coppia.
Arriva il momento della solenne cerimonia che Borg definisce "strano rito dal greve simbolismo, ma
altrettanto insignificante di un fuggevole sogno". Le considerazioni di Borg evidenziano ormai un
uomo completamente rinnovato, scarsamente coinvolto nella premiazione ufficiale, consapevole
della vanità e della sostanziale scarsa significatività del rito solenne al quale è chiamato a
partecipare.
I nuovi sentimenti per le persone che gli sono accanto o che ha incontrato nel suo viaggio,
dispongono Borg al pieno accesso e godimento della pace interiore, uno stato o forse un luogo nel
quale i battiti del tempo scanditi dall'orologio e quelli del cuore prodotti dal profondo essere,
coincidono e restano uniti indissolubilmente.
6) Interpretazione dei sogni e cambiamento nella percezione del mondo del prof.
Borg
(ops)“Il posto delle fragole” è un film sull’esistenza, e narra la storia del prof. Isak Borg
ormai quasi 80enne. La storia è una commovente descrizione dell’improvvisa attuazione
della pulsione di autorealizzazione, la scena si apre con un monologo del prof., il quale
riflette sulla sua vita, dapprima dando una rigida successione di informazioni, poi il tono
formale è sostituito da un turbamento incalzante, segno del suo rendersi conto di essersi
privato per tutta la vita dei suoi sentimenti, di essere fuggito davanti ai conflitti e al dolore.
C’è un risveglio che porta Borg ad essere se stesso e una rinascita della capacità di
amare (che sono gli scopi della vita).
Tutta la vicenda prende avvio da un sogno, in cui il prof. passeggia per le vie della città e
le vie sono deserte. Egli avverte una sensazione di freddo e uno strano silenzio, nota la
mancanza delle lancette dell’orologio (segno che il tempo per lui non passa perché non
vive più),lo smarrimento si acuisce quando si trova davanti al manichino, ossia ciò che lui
è diventato, un uomo senza movimento interiore e senza capacità di amare.
A spingerlo verso la rinascita è la visione del suo cadavere (la parte di Borg dimenticata
ma che ancora vuole vivere) che fuoriesce dalla bara. Al funerale si sentono i battiti del
cuore, a significare la ripresa della vita.
Il sogno produce l’inizio di una serie di cambiamenti: ripasso dell’identità e uscita dalla
passività.
Con la fine del primo sogno inizia la trasformazione, visibile nella decisione di
intraprendere un viaggio e di accoglier a bordo dell’auto dei giovani studenti; l’incontro con
giovani pieni di vita fa comprendere al vecchio medico l’infinito vantaggio che può recare
allo spirito una maggior comprensione dei problemi di quanti vivono accanto.
Durante il viaggio il prof. si addormenta tormentato da sogni:
* la donna amata Sara, si prende gioco della sua professione di medico
* subisce un processo/esame nel quale viene rivelata la sua ignoranza rispetto al dolore
degli uomini.
I due sogni hanno messo a nudo l’anima di Borg, mostrandogli la menzogna e la falsa
immagine di sé, ma hanno anche aperto la strada all’accettazione e al perdono ed ad una
presa di coscienza, Borg non è più lo stesso ed anche la nuora Marianne se ne accorge,
iniziando a fidarsi di lui e a comunicare con lui.
CAPITOLO 2 IL VIAGGIO NEGLI OPPOSTI
(Wilber K. "Oltre i confini") Secondo la Gestalt, noi non saremo mai consapevoli di nessun oggetto
o evento o figura se non in relazione allo sfondo contrastante. Per es., quando guardo il cielo in
una notte scura e noto la brillantezza di una stella luminosa, in realtà ciò che vedo non è una stella
distinta, ma l'intero campo ovvero Gestalt di stella luminosa più sfondo scuro. Senza l'uno non
potrei mai percepire l'altro. "Chiaro" e "scuro" sono quindi due aspetti correlati di una singola
Gestalt sensoriale. In modo analogo, non sarò mai consapevole del piacere se non in rapporto al
dolore. Il provare piacere in un dato momento è dovuto solo all'esistenza dello sfondo di
dolore e disagio; ecco perché il piacere e il dolore sembrano alternarsi, perché solo nel loro
reciproco alternarsi e contrastarsi si può riconoscere l'esistenza di entrambi. Fin tanto che
amo il primo e odio il secondo, il tentativo di isolarli sarà inutile. Quando si comprende che gli
opposti sono uno, la discordia si fonde in concordia, le battaglie diventano danze e i vecchi nemici
diventano amanti. Siamo ora in condizione di fare amicizia con tutto l'universo e non solo con metà
di esso.
La psicoterapia della Gestalt rappresenta una delle forme più originali e creative della grande
tradizione dell'umanesimo in psciologia.
Dunque nella descrizione di Allport, vengono ipotizzate sia l'intenzionalità della vita psichica, sia
la tendenza verso una dimensione unitaria (la ricerca cioè di un valore che è alla base di tutta la
realtà); SCOPO DELLA TERAPIA è agevolare la produzione dei processi dinamici che tendono
all'autocompimento o autorealizzazione favorendo i processi di integrazione e di unitarietà.
TEORIA DELLA PERSONALITA' DI ALLPORT. Gli studi sulla personalità, compiuti da Allport
forniscono una serie di strumenti atti a spiegare le dinamiche della personalità e di conseguenza il
significato del sogno. Inoltre tale teoria può esprimere in maniera completa e rappresentativa
l'immagine dell'uomo che è proposta dall'umanesimo in psicologia. Sono individuabili 3 punti
fondamentali della sua teoria:
1. definizione di PERSONALITÀ che ne sottolinea L'ASPETTO DINAMICO, ORIENTATO, CIOÈ
AL CAMBIAMENTO;
2. ORIENTAMENTO FILOSOFICO che parte dall'assunto che non esiste una teoria della
personalità che non nasca da una concezione filosofica dell'uomo;
3. l'INTENZIONALITÀ E LA TENDENZA VERSO L'UNITARIETÀ.
Allport sostiene che non esiste teoria della personalità che non abbia sullo sfondo una concezione
filosofica da individuare;
secondo A. possono individuarsi due tradizioni filosofiche riguardanti lo studio della personalità:
una fa riferimento a Locke e l'altra a Leibnitz. Per Locke assume rilevanza la presenza degli stimoli
esterni nella spiegazione del comportamento umano; Leibnitz sottolinea il processo di
elaborazione interna come maggiore caratterizzante la specificità umana. Allport, pur avvertendo
che presentare una simile dicotomia è certamente riduttivo, passa in rassegna gli aspetti peculiari
dell'impostazione di Locke presenti nella psicologia contemporanea; tali aspetti sono sintetizzabili
in 3 elementi:
a) tutto quello che è fuori e quindi visibile è più importante; ne deriva che l'organismo preso
intrinsecamente è meno rilevante rispetto a tutto quello che all'organismo può accadere sotto la
spinta di stimoli esterni;
b) tutto quello che è piccolo, quindi assimilabile a molecole, parti piccole o minime è più essenziale
rispetto a quello che è di dimensioni maggiori (idee semplici - idee complesse)
c) tutto ciò che avviene nei primi tempi dello sviluppo è destinato ad influenzare in maniera
determinante quello che accade successivamente.