Sei sulla pagina 1di 17

2.

STORIA PSICOLOGIA SOCIALE

- Primo decennio ‘900: “La Psicologia dei Popoli” di W. Wundt comunità >individuo
- 2 teorie fondamentali: Comportamentismo (passività) e Cognitivismo (mente operante) + Gestalt
(dato fenomenico)
- Comportamentismo: USA ’10 Watson e Skinner  tabula rasa, modello S-R finalizzato
all’adattamento, no introspezionismo ma comportamento manifesto
o Condizionamento classico: Pavlov  SI – RI / SN / SR – RC  intervallo di tempo e 4
principi: generalizzazione, discriminazione, condizionamento di ordine superiore, estinzione
e recupero spontaneo
o Condizionamento operante: Thorndike  apprendimento casuale per scopo  Legge
dell’effetto + legge dell’esercizio  comportamenti rispondenti o operanti rinforzo e
punizione (positivi o negativi)  tutto=somma delle parti, no pensieri o sentimenti
- Teoria della Gestalt: ’40 in USA  elaborazione percettivo-cognitiva, modo soggettivo, processo
produttivo (es. Scimpanzé Sultano)
o Teoria del campo di Lewin: principi Gestalt alla percezione sociale  C = f(P, A) 
interdipendenza tra: spazio vitale, fatti sociali/ambientali e zona di frontiera
o Gruppo e Action-Research: gruppo = fenomeno dinamico, totalità dinamica (no somma
parti)  stato di equilibrio sociale  interdipendenza del destino (sindrome Stoccolma) e
del compito (positiva o negativa)  ’40: metodologia Action-Research (5 fasi, es: studenti
non italofoni)
o Rapporto circolare teoria e prassi
- Neocomportamentismo: mediazione tra S e R  SOR (Hull, bisogni dell’individuo)
- Cognitivismo: fine ’50, processi cognitivi e realtà soggettiva  Tolman: carattere intenzionale e
dimensione cognitiva (apprendimento latente) / Bandura: processo di modellamento e imitazione
(es Bambola Bobo) + concetto “autoefficacia percepita”: Sapere di saper fare
o Dibattito sul linguaggio: Bruner (A study of thinking  categorizzazioni della realtà) e
Chomsky (LAD dispositivo innato  grammatica universale)  VS Skinner (comportamento
verbale)
o 1954: Human Information Processing: uomo = pc

└comportamentismo VS cognitivismo ES: agenzia x vacanza coppia

3. Nascita della psicologia sociale

- Necessità di ricerca obiettiva, anni ’60: mini teorie e sviluppo teorie psicologia sociale in Europa
- Teoria della dissonanza cognitiva: fine ’50 da Festinger  dissonanza = mancanza coerenza  3
motivi: 1. Logica interna, 2. Contrasto norme culturali, 3. Contrasto esperienze personali passate 
3 soluzioni: produrre cambiamento nell’ambiente, cambiare comportamento o fare ristrutturazione
cognitiva (opinioni e credenze)
o Decisione: la dissonanza è post-decisionale e dipende da: importanza decisione, num
alternative, valenza alternative, irrevocabilità decisione.
o Accordo forzato: quando siamo obbligati a scelte che non condividiamo  acquiescenza
(non cambia l’opinione) tramite offerta o punizione  vs comportamentismo
o Libera scelta bambini: es “Il giocattolo proibito” + 1962: Brehm e Cohen: commitment
o Tecnica del colpo basso
- Psicologia ingenua: Heider 1958  interpretare comportamenti altrui tramite senso comune e
nostra esperienza  prevedere e controllare situazioni (uomo = scienziato ingenuo)
o Teoria dell’attribuzione: info per spiegazione + conseguenze spiegazione  locus della
causalità (cause interne o esterne  permanenti o temporanee).
o Errori di attribuzione: errore fondamentale di attribuzione (fattori disposizionali interni >
fattori situazionali esterni), divergenza attore-osservatore (attore dà importanza a fattori
situazionali e osservatore a fattori disposizionali), errore self-serving o group-serving
(successo x fattori interni e insuccesso x fattori esterni).
- Anni 60 ad Oslo: European Association of Experimental Social Psychology
o Teoria identità sociale (SIT) di Tajfel: l’uomo crea gruppi=luoghi identità sociale attraverso 3
processi: 1. Categorizzazione: categorie di appartenenza; 2. Identificazione; 3. Confronto
sociale (ingroup migliore dell’outgroup).
o Teoria rappresentazioni sociali di Moscovici: sono sistemi di valori x orientarsi e comunicare
con gli altri  2 processi: ancoraggio e oggettivazione  3 funzioni: rendere familiare ciò
che è estraneo, favorire scambi interpersonali e costruzione identità tramite
categorizzazione

4. Comunità virtuale

- Psicologia di comunità: prevenzione e empowerement


- Nasce nel 1965 in USA e studia l’interazione tra gli individui e le strutture sociali  Comunità =
entità sociale globale: senso di appartenenza, bene comune.
o Teoria del campo: concetto campo + metodologia Act-Res + “piccolo gruppo”
o Psicologia ecologica: Barker (’68) studia i behavior settings (comportamento in base al
contesto) sovradimensionamento e sottodimensionamento (troppe e poche persone) //
Brofenbrenner: modello processo-persona-contesto-ambiente adattamento progressivo
e reciproco tra uomo e ambiente (sottosistemi in relazione)
o Teoria dei sistemi: migliorare rapporto persona-ambiente  Murrel parla di accordo
psicosociale (tra individuo e sistema) e accomodamento intersistemico (tra i sistemi di cui
l’individuo fa parte)  6 interventi possibili: 1. Ricollocamento individuale (spostare il
soggetto in un altro sistema); 2 Intervento sull’individuo (favorire lo sviluppo delle risorse o
le strategie della persona); 3. Interventi sulla popolazione (incrementare le risorse di una
popolazione “a rischio”); 4. Interventi sul sistema sociale (mutare gli aspetti strutturali dei
sistemi); 5. Interventi intersistemici (creare una connessione maggiore tra più sistemi); 6.
Interventi sull’intera rete (mettere a punto programmi rivolti alla comunità).
o Psicologia umanistica: inizio anni ’70 in USA da Maslow e Rogers autorealizzazione
umana, creatività, libertà, emozioni  empatia come accettazione positiva dell’altro
- Obiettivo 1 – prevenzione: teoria eccezionalista (disagio da fattori individuali non prevedibile) VS
teoria universalista (disagio nei rapporti sociali x errata distribuzione risorse, quindi prevedibile) 
prevenzione primaria (eliminazione fattori di disagio) – prevenzione secondaria (intervento precoce
sui primi sintomi di un disturbo o di una situazione di disagio) – prevenzione terziaria
(miglioramento delle condizioni di vita di soggetti che già esperiscono condizioni di disagio).
- Obiettivo 2 – empowerement: azione sociale per migliorare l’equità e la qualità di vita  metà anni
’80, Zimmermann - 3 livelli di analisi interconnessi: 1 psicologico, 2 organizzativo, 3 sociale e di
comunità  esso inoltre non si evolve per forza linearmente, è specifico del contesto locale, è un
processo dinamico tra competenze interne ed ostacoli esterni, assetti culturali + forti tramite
dialogo e azione.
- Comunità virtuale: gruppo x argomento o approccio condiviso  Wellman: da comunità virtuale
ampia a comunità personale
- Società liquida: oggi si va verso la democrazia diretta, in questo ci sono tanti vantaggi ma altrettanti
svantaggi  Bauman: comunicazione consumistica, solitudine individuale, cultura dell’adesso,
cultura della fretta.

5. Teoria etologica di Bowlby

- Etologia: comportamento animale nel suo ambiente naturale (l’apprendimento, il corteggiamento,


le cure parentali, l’organizzazione sociale e il comportamento sessuale)  fondatore: Lorenz
(esperimento oca Martina)
- Articolo ’91 sull’ “American Psychologist” John Bowlby e Mary Ainsworth definiscono la teoria
dell’attaccamento come un approccio etologico allo sviluppo della personalità  teoria attacc =
relazione bambino – madre (/ chi si prende cura di lui)  “primato dei legami emotivi intimi” (vs
primato oralità freud).
- Modelli operativi interni: rappresentazioni mentali che il bambino si costruisce in base
all’esperienza interattiva che vive  guida interna e inconsapevole nata sulla base della relazione
con la madre e che rimarrà tale x sempre.
- Strange Situation Procedure (SSP) by Mary Ainsworth: procedura standardizzata che ha individuato
tre modelli tipici di attaccamento:

Bambino D: incapacità di coping, atteggiamento di freezing.


- Adult Attachment Interview: intervista strutturata di 20 domande x analizzare le esperienze passate
con i caregiver  4 categorie: sicuri – distanzianti – preoccupati – irrisolti.

6. PNL – programmazione neuro-linguistica

- PNL = studio dell’esperienza soggettiva (percezione e interpretazione personale)  idea base:


connessione tra: processi neuro, linguaggio e schemi comportamentali.  scopo: migliorare la
comunicazione interpersonale e controllare alcuni processi del nostro cervello che nonostante
siano “automatici”, possono essere riportati alla coscienza per essere modificati in accordo con i
propri obiettivi.
- Canali sensoriali (5 sensi) e tipi umani (3: visivo, auditivo e cinestetico)  i processi mentali
influenzano anche il movimento degli occhi (tipi di movimenti oculari).
- Processi mentali di analisi: eventi filtrati inconsciamente per evitare sovraccarico di info 1.
Distorsione, 2. Cancellazione 3. Generalizzazione.
- Creare relazioni efficaci: 13 principi per facilitare la comprensione e l’interazione
- La comunità scientifica è scettica verso la PNL (non misurabilità), ma l’esperienza e gli esperimenti
dimostrano come sia un metodo che porta a coscienza i processi di comunicazione interpersonale
7. Analisi transazionale

- Anni ’50 in USA da Berne: transazione = scambio tra 2 o più persone  oggetto di studio:
comportamenti umani caratterizzati da ruoli sociali (genitore, bambino adulto).
- Teoria stati dell’IO (modello strutturale): Genitore (comportamenti modellati dai genitori) – Adulto
(comportamento sul qui ed ora) – Bambino (comportamenti appresi da bambino)  tutti e 3 x
persona sana
o Modello funzionale: Bambino Libero e Adattato (o ribelle anche) entrambi positivo o
negativo – adulto unico (esperimento lunghezza barretta) – genitore Normativo o Affettivo
entrambi positivo o negativo

8.Teoria della comunicazione

- Prima regola della comunicazione: Se la comunicazione è complementare/parallela può proseguire


per un tempo indefinito.
o Seconda regola della comunicazione: quando le transazioni non sono più quando le
transazioni non sono più complementari/parallele la comunicazione s’interrompe e lo
scambio cessa in modo definitivo o temporaneo.
 Transazioni ulteriori: 2 messaggi uno manifesto (sociale), uno nascosto
(psicologico)
o Terza regola della comunicazione: Berne sostiene che “l'esito in termini comportamentali di
una transazione ulteriore è determinato a livello psicologico e non a quello sociale”.
- Principio OKness: tutte le persone possiedono un potenziale  l’apprendimento può limitare ma
anche far recuperare il proprio potenziale  4 posizioni base (pre-giudizio sulle persone)
o Principio filosofico: non svaluto apriori il diverso, ma sono aperto all’ascolto
- Teoria dei giochi: situazioni ripetute  caratteristiche: 1. Ripetitività, 2. Inconsapevolezza
dell’adulto, 3. Emozione parassita finale, 4. Scambio di transazioni ulteriori, 5. Momento di sorpresa
e confusione
o Karpman, allievo di Berne, ha ideato il “triangolo drammatico” x analizzare i tipi di giochi 
Persecutore, Salvatore e Vittima.

9. La nascita del sé e la relazione sociale

- Approccio comportamentista: sé condizionabile e docile, bambino passivo (limiti evidenziati da


Chomsky e Piaget, linguaggio come mezzo evolutivo)
- Approccio organismico: Sé attivo x realizzare le proprie potenzialità, bambino interagisce col mondo
e lo costruisce con esso (costruttivismo)
- Approccio psicoanalitico: Sé simbolico che attribuisce significati, bambino che si sviluppa tramite
l’esito di conflitti  cambiamento qualitativo x stadi
- Psicologia sociale dello sviluppo: Baldwin (bambino parte della cultura sociale), Piaget (sviluppo
logico tramite cooperazione democratica), Vygotskij (tutte le funzioni nascono da interazioni
concrete tra individui), teoria sociogenetica: rapporto ricorsivo tra regolazioni sociali e individuali.
- Bronfenbrenner: ecosistema = insieme delle situazioni ambientali che agiscono direttamente sullo
sviluppo umano  microsistema, mesosistema, esosistema e macrosistema
- Influenza dei genitori sullo sviluppo del sé: problemi trans-generazionali, problemi trans-culturali 
comportamento pedagogico adeguato richiede: coerenza tra i caregivers, alternanza tra lasciarlo
libero e proteggerlo, buona capacità ematica (comprendere il bambino nelle sue esigenze),
equilibrio tra frustrazione e gratificazione.
10. La prima infanzia e la relazione sociale

 Sviluppo prenatale: feto sociale  feto nel grembo sensibile al contesto


 Primo anno di vita: memoria somatica (tramite corpo), cervello con molti + neuroni e assoni
(potenziale maggiore e successiva “potatura” selettiva), l’esperienza senso-motoria condiziona il
resto dello sviluppo (imita il corpo della madre e conosce tramite il corpo), molti esperimenti
dimostrano la socialità del bambino, massimamente egocentrico (stimolazione sensoriale per
facilitare l’intersoggettività)
 Secondo e terzo anno: sviluppo di : identità (si percepisce e poi si sa come unità), empatia (dai
2anni e mezzo può sopportare frustrazione), emozioni (vergogna, colpa, imbarazzo), relazioni
sociali (più selettivo, vuole amici ma non sa organizzare giochi coi coetanei), Pensiero, linguaggio e
relazione (parlano e iniziano a ragionare)
 Quarto anno: perviene a compromessi argomentando i propri punti di vista, teoria della mente
(sotto i 5 anni il bimbo capisce l’esistenza di valutazioni diverse dalle sue)

11. Seconda infanzia e adolescenza

 Acquisizioni sociali: Fino a 6 anni il bambino è più decisamente autocentrato, e il valore degli
scambi con gli adulti è enorme – 6-7 anni: sviluppo morale e etico tramite giochi e regole (nascita
persona sociale) + Acquisizioni psicologiche: pensiero concreto (non astratto) e reversibilità
 Adolescenza:
o Cos’è: Si caratterizza per modificazioni biologiche (endocrinologiche, neurologiche,
corporee), acquisizione di una identità psicologica (sé, identità sessuale), inizio di una
identità sociale (autonomia, valori, identità lavorativa) che si influenzano reciprocamente
o Mutamenti biologici: maturazione organi riproduttivi, capacità cognitive diverse, da
pensiero induttivo (bambino) a ipotetico-deduttivo, sistema limbico si sviluppa +
velocemente della corteccia frontale e prefrontale  impulsività, emotività
o Mutamenti psicologici: Bisogno di indipendenza e identità ma paura, idealizzazione e
identificazione in gruppi, ambivalenze che generano  meccanismi di difesa (adattivi,
meno adattivi, disadattivi e psicotici)
o Aspetti sociologici: preparazione x età adulta – 4 novità sociologiche: comunità sostituita da
network, + etiche e modelli di vita, mancanza di sistemi di contenimento e famiglia liquida
che non fa differenza tra generazioni
o Adulti vs adolescenti: le ricerche di psicologia sociale sottolineano che sono + gli adulti ad
avercela con gli adolescenti che viceversa

12. Il sé cognitivo in relazione

 Cognizione sociale: studio del modo in cui gli esseri umani concepiscono il loro mondo  studio
scientifico dei processi attraverso cui le persone acquisiscono informazioni dall’ambiente, le
interpretano, le immagazzinano in memoria e le recuperano da essa
 Principi della Social Cognition: 1. La realtà non esiste indipendentemente dalla mente che la
percepisce e la modella: l’individuo è un elaboratore attivo di informazioni - 2. I diversi elementi
della realtà sono raccolti, nella mente, in unità di significato (approccio olistico) che servono a dare
un senso a ciò che osserviamo; 3. Il significato che attribuiamo a ciò che osserviamo dipende dal
nostro personale modo di interpretare il reale; 4. Cognizione e motivazione sono interdipendenti.
o 4 figure di uomo come organismo pensante: 1. Ricercatore di coerenza (anni 60): Festinger,
ricerca coerenza tra le credenze che possiede e tra il proprio sistema di credenze ed i propri
comportamenti. 2. Lo scienziato ingenuo (anni ’70), al fine di spiegare gli eventi, mette in
atto un'analisi cognitiva delle informazioni riguardanti quegli eventi. – Economizzatore
(anni ’80) deve ricorrere a delle strategie di elaborazione delle informazioni, le cosiddette
euristiche (dette anche scorciatoie mentali), che gli consentono di risparmiare tempo e
sforzi e, contemporaneamente, di ottenere delle informazioni sufficientemente attendibili
su quanto sta accadendo attorno a lui. 4. Stratega motivato (dagli anni 90 ad oggi):
l'individuo, nell'elaborare le informazioni, sceglie le strategie che preferisce in base alle sue
necessità ed ai suoi obiettivi.
 Schemi: strutture cognitive che organizzano le informazioni su determinati temi o argomenti, come
le persone, noi stessi, i ruoli sociali.
o 4 tipi di schemi: Schemi di persone - Schemi di sé - Schemi di ruolo - Schemi di eventi
o Problematicità: errori (effetto precedenza, recenza, persistenza e profezia che si
autoavvera) e strategie (euristica della disponibilità, della rappresentatività e
dell’ancoraggio)
 Pensiero automatico (agiamo senza pensare) e pensiero controllato (x decisioni): rischio pensiero
automatico  stereotipi – accessibilità degli schemi: esperienza passata o evento contingente (non
sempre accessibile)

13. Il pensiero riflessivo

 Metacognizione: Flavell “ogni conoscenza o attività cognitiva che prende come oggetto, o regola,
ogni aspetto di qualsiasi impresa cognitiva”  autopensarsi, autocoscienza  processi
metacognitivi: osservazione, monitoraggio e autoregolazione dei processi cognitivi. Funzioni
metacognitive:
o Autoriflessività: Questa capacità comprende: 1. la capacità dell’individuo di percepirsi e
riconoscersi come vita mentale separata e autonoma 2. capacità di pensare i propri pensieri
ed emozioni 3. capacità di mettere in relazione se stesso e l’ambiente circostante.
o Comprensione della mente altrui: Questa capacità comprende: 1) la capacità di riconoscere
nell’altro l’esistenza di una mente autonoma 2) la capacità di distinguere tra ciò che l’altro
pensa e ciò che prova 3) la possibilità di considerare come soggettive ed ipotetiche le
proprie rappresentazioni circa il funzionamento mentale dell’altro
o Decentramento: capacità del soggetto di rappresentare eventi mentali e di compiere
operazioni cognitive euristiche sul funzionamento mentale altrui non riferendosi
esclusivamente alle conoscenze sul proprio funzionamento mentale e non essendo
necessariamente coinvolto nella relazione”
o Mastery: capacità dell’individuo di rappresentare ambiti psicologici in termini di problemi
da risolvere e di elaborare strategie adeguate alla risoluzione del compito a livelli crescenti
di complessità”
 Teoria della Mente: capacità di attribuire a sé e agli altri stati mentali e di prevedere e/o spiegare il
comportamento manifesto sulla base di questi dati
o Esperimento Compito della falsa credenza: intorno ai quattro anni di età il bambino riesce a
rappresentarsi che l’oggetto verrà cercato dove il personaggio crede che sia e non dove
realmente è.
o Precursori: L’“attenzione condivisa” e la “comunicazione intenzionale di tipo proto-
dichiarativo”, riferimento sociale (madre), gioco simbolico e pensiero narrativo.
o Postulati: 1. La mente esiste, 2. la mente ha connessioni con il mondo fisico, 3. la mente è
separata dal mondo fisico e differisce da esso, 4. la mente può rappresentare gli oggetti e
gli eventi in maniera accurata o non accurata
 2 prospettive: Interindividuale e sociale.
o Prospettiva interindividuale: 1. Teoria modularista, 2. Teoria della teoria e 3. Teoria della
simulazione
o Prospettiva sociale: 1. Sviluppo metacognitivo ed interazioni familiari e 2. Sviluppo
metacognitivo e scuola

14. Le emozioni nelle relazioni sociali

 prospettiva evoluzionistica (Darwin 1872): gli stati emotivi guidano il nostro comportamento
secondo due principi vitali: quello dell’auto-conservazione e quello della salvaguardia della specie.
 Sistema limbico e poi neocorteccia, quindi sistema emozionale prima di quello razionale – Amigdala
= archivio memoria emozionale
 Innatismo: Da studi recenti si è visto che le emozioni primarie quali rabbia, felicità, sorpresa, paura,
disgusto e tristezza sono innate: esse sono simili in tutte le culture. Ciò che cambia è la loro
modalità di espressione: questo potrebbe essere il risultato di influenze sia di tipo sociale che di
tipo personale.
 Emozione e azione: Nel nostro repertorio, ogni emozione ha un ruolo unico
 Intelligenza emotiva: capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo
consapevole le proprie ed altrui emozioni.  Nasce negli ’90 da Salovey e Mayer
o 5 ambiti: Conoscenza delle proprie emozioni, Controllo delle emozioni, Motivazione di se
stessi, Riconoscimento delle emozioni altrui, Gestione delle relazioni.
o Jack Block: “resilienza dell’ego”  QI e intelligenza emotiva collegati
 Categorie di Mayer: Gli autoconsapevoli, I sopraffatti, I rassegnati

15. Analisi delle emozioni

 Emozioni primarie: Gioia, amore, tristezza, rabbia, paura; secondarie o sociali: la vergogna, la
gelosia, la colpa, l’orgoglio, la competizione e la timidezza  Plutchik: emozioni = risposte evolutive
 8 emozioni (a coppie): 1. Gioia – Dispiacere (o Tristezza) 2. Approvazione (o Fiducia) – Disgusto 3.
Rabbia – Paura 4. Sorpresa – Aspettativa (o Anticipazione)  decrescenti verso l’esterno: il fiore di
Plutchik (combinazioni possibili, es: gioia + fiducia = amore)
 2 componenti: componente cognitiva + emozioni soggettive cognitivismo anni ’50:
interpretazione soggettiva di una situazione emotiva
o James (1884): teoria periferica/del feedback (percezioni senso-motorie agiscono su stati
emotivi)
o Arnold (’60): le valutazioni emotive condizionano l’agire
 Analisi emozioni: cosa sono e quali sono gli schemi senso-motori associati:
o Paura: (emozione + comune di tutte) serve a proteggerci; schemi s-m: occhi sbarrati,
muscoli paralizzati, respiro affannoso e corto, corpo più chiuso
o Rabbia: x difesa e autonomia; schemi s-m: Agitazione, Aumento della forza e tensione in
tutto il corpo, Aumento Battito cardiaco, Viso crucciato.
o Gioia: avere un incontro con l’altro; schemi s-m: leggera tensione a livello neurovegetativo,
muscoli rilassati, valenza positiva, Respiro profondo, Buon contatto con gli altri, sorriso
o Tristezza: ci rende autonomi (vederne la positività e conviverci); schemi s-m: Muscoli
eccessivamente rilassati, Ipotono, il corpo assume una posizione di ritiro
 Tipi di emozioni: 1. chiare e differenziate 2. miste 3. confuse e ambivalenti + le emozioni possono
essere vere, incarnate, di copertura o recitate.

16. L’identità sociale e l’autostima

 Sé: agire sociale x la costruzione del proprio progetto di vita  culture individualiste (Sé Vs Non-Sé)
Vs. culture collettiviste (ingroup vs outgroup)
 Identità: componenti più sociali (sé componenti intrapsichiche)  studi anni ’50: Erikson: sviluppo
identità e esperienza sociale di pari passo  identità = dà stabilità e coerenza
o Psicologia sociale: Identità = fenomeno specificamente collettivo; i legami di aspettative
sociali e di solidarietà che hanno origine dall’inclusione in una particolare rete di relazioni
 = necessità spazio intermedio tra individuo e società  sempre in cambiamento in base
al contesto
o IDENTITÀ= SOMIGLIANZA + DIFFERENZA (con gruppi): ciò che ci differenzia dagli altri
o Identità sociale: faccia = capacità/necessità di gestire una particolare immagine di sé entro
specifiche situazioni sociali ; individuazione = necessità di collegare le esperienze passate e
presenti e le prospettive future in un insieme dotato di senso e di un certo grado di stabilità
e coerenza che ne consenta il riconoscimento e la narrazione; identificazione = dimensione
di partecipazione e coinvolgimento, connessa ai processi di categorizzazione e di
classificazione
 Autostima: come ciascuno vede se stesso, come si giudica e che tipo di valore si attribuisce. 
nasce dal confronto col mondo circostante
o Sviluppo: x Eriksen l’autostima si forma durante il primo anno di vita in base a rapporti di
fiducia/sfiducia con la madre.
o Concetto: 3 aspetti concatenati: amore per se stessi, auto-immagine e fiducia in sé stessi.
o Rischio: identità e autostima imposte dal contesto sociale e non da sé stessi.

17. La comunicazione verbale

 Comunicazione (etimo mettere in comune): Scuola di Palo Alto, assioma principale = non si può non
comunicare  2 tipi di comunicazione umana: sociale (di massa) e interpersonale (influenza
reciproca)
o Comunicazione interpersonale suddivisa in: verbale, non verbale e paraverbale
o Jakobson: 6 elementi essenziali = mittente, destinatario, messaggio, referente (realtà di
riferimento del mess), canale e codice (linguaggio) + 3 elementi: contesto, rumore e
ridondanza.
o Tipi di comunicazione: lineare o circolare (dialogo)  tecnica di rifocalizzazione: x
migliorare efficacia conversazione  Secondo molti psicologi e sociologi la comunicazione
interpersonale tende oggi ad essere scarsa e superficiale in quanto: 1) Non si è capaci di
comunicare 2) Si ha poco tempo di dedicare agli altri 3) Si è sempre più individualisti 4) Si
preferiscono altri mezzi di comunicazione  parlare non è comunicare
 Linguaggio (verbale e non verbale): abilità verbali = domande chiuse, aperte, riflesse, libera
informazione, autoapertura, cambio di argomento.
o Linguaggio e cultura: Fra il linguaggio e la cultura esiste un rapporto molto stretto, al punto
tale che si può affermare che la lingua incarna la cultura  2 filoni: 1. Chomsky = pensiero
dà forma al linguaggio; 2. Ipotesi Sapir-Worf (relatività linguistica) = la lingua condiziona lo
sviluppo cognitivo diverse visioni del mondo  Studi di Anna Wierzbicka sul significato di
alcune parole in culture diverse  lingue diverse, pensieri diversi
 Comunicazione efficace: tramite fattori quali: Motivazione, autenticità (disponibilità), congruenza,
attenzione ai bisogni altrui, frequenti rapporti sociali, no pregiudizi.
o Entusiasmo: fattore fondamentale presupposti x dialogo: parità morale, di ruolo,
disponibilità e reciprocità barriere: ostacoli (sovrapporsi ecc)e messaggi impliciti negativi
o Presupposti per poter comunicare in maniera efficace: Ascoltare in modo attento, empatico
e interessato, Osservare e valutare la comunicazione non verbale, Comprendere le pause di
silenzio e saperle gestire, Accettare tutto ciò che l’interlocutore dice, anche quando
contrasta con le nostre opinioni, Essere realmente disponibili a comunicare, Non imporsi in
nessun modo

18. Comunicazione non verbale

 Risultati studi: la facoltà di esprimersi non verbalmente è sì universale, ma la sua funzione e il suo
significato variano a livello individuale, culturale e linguistico.  Le persone costantemente
formulano giudizi affrettati e fanno deduzioni a partire dalle informazioni che ricevono dal
linguaggio del corpo.  nella comunicazione linguaggio non verbale > verbale.
 Funzione del non-verbale: espressione delle emozioni, coordinazione delle sequenze interattive
(linguaggio paraverbale), feedback  4 livelli: intrapersonale, situazionale, posizionale (status e
ruolo), ideologico (pattern di comportamento non verbale)
 Contraddizioni tra parole e linguaggio del corpo, Il linguaggio del corpo rivela stati d’animo e
pensieri e differenze di genere (donne + abili a capire il linguaggio del corpo)
 Espressione del volto: il volto può essere suddiviso in 3 aree distinte: superiore, mediana e inferiore
 per le emozioni fondamentali o di base, paura, rabbia, tristezza, felicità, disgusto, sorpresa, sono
state individuate delle specifiche espressioni con cui si manifestano in modo chiaro e universale.
Mentre le emozioni sociali complesse, come la vergogna, la colpa e l’orgoglio risultano dall’
articolazione anche di altri indicatori corporei.
 Movimenti delle mani: principali gesti di comando manifestati attraverso le mani sono: palmo verso
l’alto (sottomissione), verso il basso (ordine, comando) e la mano chiusa col dito puntato (aggress.)
 Prossemica: studio della percezione e dell’uso dello spazio (fisico, psicologico ed emotivo) da parte
degli uomini, ovvero l’insieme delle teorie che riguardano la vicinanza e la distanza, intese come
una specifica elaborazione della cultura (+ lontano + pubblico VS + vicino, + intimo)

19. La pragmatica della comunicazione

 Funzioni della comunicazione: emotiva, informativa, di contatto, poetica, metalinguistica e


persuasiva 2 modelli: tradizionale (lineare: emittente-messaggio-ricevente) e dialogico (circolare)
 Watzlawick “La pragmatica della comunicazione umana” (1971)  5 assiomi: 1. non si può non
comunicare; 2. I messaggi possiedono un aspetto di contenuto ed uno di relazione; 3. la
comunicazione dipende dalla punteggiatura (dalla mappa) utilizzata dai soggetti che comunicano; 4.
Gli esseri umani comunicano sia in modo simbolico (verbale) sia analogico (non verbale)  rischio
doppio legame (contraddizione tra i 2 modi); 5. Gli scambi comunicativi possono essere simmetrici
o complementari a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza.
 Risposte al messaggio: conferma, rifiuto, disconferma (ritiro relazionale)
20. Il conflitto

 Definizione di Lewin: Il conflitto è quella situazione in cui le forze di valore, approssimativamente


uguali ma dirette in senso opposto, agiscono simultaneamente sull'individuo  uno scontro tra ciò
che la persona, o il proprio gruppo di appartenenza desidera e un'istanza interiore, interpersonale
o sociale che impedisce la soddisfazione del bisogno o dell'obiettivo.
 2 tipi di conflitto: intrapsichico (intrapersonale, psicanalisi, livello inconscio); interpersonale (sociale
se tra gruppi)
 Teorie sul conflitto:
o Approccio psicoanalitico (Freud): conflitto manifesto e conflitto latente Freud descrive il
conflitto 1. in termini di dualismo tra il principio di piacere e il principio di realtà regolato
dalla rimozione, 2. in termini di contrapposizione tra pulsioni sessuali e pulsioni di
autoconservazione e 3. in termini di dualismo tra pulsioni di vita e pulsioni di morte. 
prospettiva dinamica conflitto prevalentemente sessuale (conflitto edipico)
o Meccanismi di difesa: la rimozione, lo spostamento, la proiezione, la sublimazione,
l’identificazione, la regressione e la formazione reattiva.
o Approccio sociale: 2 tendenze: appetitive (x raggiungimento obiettivo) e avversative (x
evitamento problemi)  4 possibilità di conflitto: app-app, app-avv, avv-avv, appavv-
appavv es. Pavlov, nevrosi = app + avv
o Conflitto tra ruoli (duraturo e difficile da risolvere)4 possibilità (se hai doppio ruolo, cioè
sei in 2 gruppi in conflitto): 1. Separazione, 2. Compromesso, 3. La fuga, 4. La gerarchia dei
gradi di obbligatorietà dei ruoli (ruolo passeggero)
o Approccio cognitivo: dissonanza cognitiva di Festinger soluzione: mutare la propria
opinione, il proprio comportamento o l’ambiente.
 Soppressione del conflitto - effetti negativi: -riduzione creatività individuale e di gruppo;
-abbassamento qualità e forza delle decisioni individuali e collettive; -inibizione di intraprendenza,
sviluppo e innovazione; -deterioramento di processi comunicativi e benessere relazionale.
 Gestione del conflitto – positivo: Non c’è pace senza conflitto (momento passeggero di confronto e
crescita) La diversità perde la sua connotazione di antagonismo e diventa un elemento evolutivo,
di arricchimento, se supportata da un atteggiamento intersoggettivo  effetti sia positivi che nega.
 Cause conflitto: 1. soggetti litigiosi, 2. scarsità risorse, 3. Lotta di potere, 4. Invasione, 5.
Disconferma (indifferenza risposta), 6. Differenza di bilancio
o Strategie di gestione conflitto: 1. Metacomunicazione, 2. Disarmo unilaterale, 3. Intervento
terza persona e 4. Ristrutturazione
o Atteggiamenti utili: 1. Prendere tempo, 2. Consapevolezza ed espressione delle emozioni, 3.
Espressione bisogni, 4. No muro contro muro, 5. Rispettare i contenuti, 6. Evitare giudizi, 7.
Fare richieste e non pretendere, 8. Fare domande, 9. Rispettare idee e esigenze altrui
o La negoziazione: compromesso con massimo vantaggio e minima perdita per entrambi

21. L’aggressività

 Cos’è: ogni comportamento il cui scopo è arrecare sofferenza e danno a terzi.  2 tipi: ostile (x
odio) e strumentale (x obiettivo)
 Psicoanalisi e psicologia evoluzionistica: x Freud aggressività = eros vs thanatos; x Lorenz istinto di
sopravvivenza della specie  critiche: animali diversi dall’uomo, la teoria istintuale non spiega i vari
livelli di aggressività  aggressività nel bambino = acquisizione di autonomia
 Ricerca genetica: XIX studi x base aggressività  Lombroso (gene del male) risultati frammentari
o Strutture anatomiche: amigdala collegata alla paura e all’aggressività, idem x ipotalamo
o Ormoni sessuali: quantità testosterone e sindrome premestruale (studi non chiari)
o Neurotrasmettitori
 Fattori interni:
o Teoria della frustrazione-aggresione di Dollard e Miller (1939)  + frustrazione = +
aggressività dislocazione = sfogo su qualcun altro quello che ho subito
o Modello cognitivo-neoassociazionista di Berkowitz: aggressività da vissuti di rabbia correlati
a situazioni di malessere esperite dall'individuo
o Teoria del trasferimento dell’eccitazione di ZIllmann (1979): è l’interpretazione che i
soggetti danno all’attivazione di uno stato emotivo a determinare una reazione aggressiva.
o Approccio comportamentista (condizionamento operante): risposta aggressiva mantenuta
come stile abituale d’interazione, poiché fa raggiungere un obiettivo desiderato.
 Comportamento sociale:
o teoria dell’apprendimento sociale di Bandura (’73): l'aggressività può essere appresa per
imitazione osservando i comportamenti degli altri  es. pupazzo BoBo
o modello Sociologico: violenza = crisi di valori “coesivi”
o Teoria dell’obbedienza di Milgram (1963): tra la fonte di influenza e il bersaglio vi è una
differenza di status, di tipo qualitativo  stato eteronomico (es. campi sterminio)
o L'esperimento di Zimbardo (teoria della deindividuazione 1971-2007): comportamenti
aggressivi indotti da dinamiche di gruppo e situazioniste (es. secondini e prigionieri)

22. Il gruppo in psicologia sociale

 I gruppi sociali sono l’insieme di due o più persone che interagiscono reciprocamente e sono
interdipendenti, nel senso che sono spinti dai propri bisogni e obiettivi ad affidarsi l’uno all’altro e a
influenzare reciprocamente il comportamento” (Lewin, 1948).
 In Psicologia sociale:
o 2 filoni: psicologia delle folle (Francia) e psicologia dei popoli (Germania)
o Anni ’30 in USA: interesse x gruppo dopo crisi New Deal  ’45 teoria gestaltica Lewin
o Anni ’60 calo interesse, ma anni ’90 sviluppo di 2 filoni: ottica individualistica e
collettivistica  importanza coesione gruppo
 Categorie di gruppi: primari, secondari e di riferimento // oppure formali e informali // strumentali
ed espressivi // artificiali e naturali
 Struttura dei gruppi: Sherif e Sherif (1969) definiscono la struttura di un gruppo come “una rete
interdipendente di ruoli e status gerarchici” 2 fattori x status: capacità di proporre idee e
valutazione consensuale del prestigio
o Ruoli: l'insieme di attività e relazioni che ci si aspetta da parte di una persona che occupa
una particolare posizione all'interno della società, e da parte di altri nei confronti della
persona in questione” (Brofenbrenner, 1979)  formali o informali
o Benne e Sheats (1948) : 3 tipologie di ruoli all’interno dei gruppi: quelli relativi al compito;
quelli relativi alla manutenzione della vita collettiva sul versante socio – affettivo e sul
versante del gruppo; e quelli individuali.
o Ruoli comuni: leader, nuovo arrivato e capro espiatorio
o Le norme = scale di valori che definiscono le aspettative condivise rispetto al modo in cui
dovrebbero comportarsi i membri del gruppo” (Levine e Moreland, 1990)  esplicite o
implicite + centrali o periferiche + 3 tipi: istituzionali, volontarie o evolutive
 Fasi di sviluppo del gruppo: 1. Formazione, 2. Conflitto, 3. Evoluzione, 4. Esecuzione del compito 
compito: 1. Additivo, 2. Disgiunto, 3. Congiunto, 4. Complesso  conclusione e scioglimento del
gruppo.
o Modello temporale di socializzazione al gruppo (Levine e Moreland 1994)  3 fasi: 1.
ricognizione iniziale, 2. cambiamenti nel concetto di sé quando si entra a far parte di un
gruppo e 3. processo di iniziazione al gruppo.

23. Processi e aspetti dinamici del gruppo

 Influenza sociale: quando il compito è semplice, la prestazione risulta agevolata dalla presenza di
altri, anche solo sottoforma di “spettatori” Vs compito difficile = il contrario  sia il giudizio che gli
altri daranno al soggetto nello svolgimento del compito, sia la difficoltà dello stesso, risultano
essere due fattori fondamentali per comprendere quale sarà la reazione dei singoli alla presenza di
altri.
 Decisione nel gruppo: Perdita di processo = errore di valutazione; memoria transattiva (dei vari
componenti); ’72-’82: teoria del groupthink di Janis in un gruppo è necessario un pensiero
fortemente coeso tra i suoi membri per favorire la presa di decisioni importanti, al di là delle
situazioni contestuali.  problema: il groupthink si illuse di invulnerabilità globale, che rende il
gruppo immune da ogni sbaglio  soluzione: presenza di un leader
 Comunicazione: Leavitt (’51) 4 tipi di rete di comunicazioni 1. a ruota o centralizzata, 2. a Y, 3. a
catena, 4. a cerchio o decentralizzata (da + centralizzata a – centralizzata).

24. Teoria sistemica

 Dall’intrapsichico all’interpersonale (dal perché al come): teoria nasce negli anni ’40-’50 tramite la
psicoanalisi  anni ’30 Hartmann sposta il conflitto tra l’individuo e l’ambiente.  teoria delle
relazioni oggettuali della Klein: pulsioni all’interno del contesto relazionale
 Teoria dell’attaccamento: A partire dal tipo di risposta che la madre fornisce alle richieste del
bambino si determinerà un dato tipo di attaccamento e da qui la rappresentazione che il bambino
avrà di sé (“modello operativo interno” (MOI).
 Modello neofreudiano: invece, tra l’organismo e l’ambiente viene a stabilirsi un processo circolare
nel quale l’uno cambia l’altro. Assistiamo così al passaggio da un’ottica lineare e deterministica
(causa-effetto) ad una circolare, in cui non è più possibile distinguere la causa dall’effetto, in quanto
ogni elemento influenza ed è a sua volta influenzato dall’altro.
 Psicologia sociale: teoria del campo di Lewin, gruppo = interdipendenza dei membri
 Teoria dei sistemi del biologo Von Bertalanffy (’30-’40): elaborare un linguaggio comune alle diverse
discipline scientifiche  suddivisione della realtà in livelli in un’ottica di inclusione  sistema =
totalità organismica
o 2 tipi di sistemi: aperto (se tra esso e l’ambiente si verificano scambi di materia-energia o di
informazione) e (relativamente) chiuso (non vi è scambio)  proprietà del sistema aperto:
totalità ed equifinalità (i risultati dipendono dai parametri e non dalle condizioni iniziali)
 Teoria cibernetica: condivide con la teoria sistemica l’intento antiriduzionista e quello
interdisciplinare. Mentre la sistemica si occupa di spiegare i sistemi dal punto di vista strutturale, la
seconda osserva gli stessi dal punto di vista processuale  concetto feedback o retroazione
(relazione circolare)  positiva (cambiamento) o negativa (stasi)
 Scuola di Palo Alto (fondata da Bateson negli anni ’50): famiglia = un sistema cibernetico, che si
autogoverna attraverso la retroazione.  persona sintomatica = ha problemi e permette agli altri
familiari di non esibire difficoltà palesi  teoria del doppio legame
o 6 condizioni alla teoria del doppio legame: 1. Ci devono essere due o più persone, 2. Deve
esserci una ripetizione dell’esperienza, 3. Deve esserci un’ingiunzione primaria negativa, 4.
Deve esserci un’ingiunzione secondaria in conflitto con la prima a un livello più astratto e,
come la prima, sostenuta da punizione o da segnali che minacciano la sopravvivenza, 5. C’è
poi un’ingiunzione terziaria che impedisce alla vittima di sfuggire al conflitto, 6. Una volta
che la vittima ha imparato a percepire il suo universo sotto l’angolazione del doppio
legame, non è più necessario che le condizioni precedenti si ripresentino.
o 3 tipi di contraddizione del doppio legame: 1. All’interno del linguaggio razionale, 2. Tra
linguaggio emotivo e razionale, 3. Tra linguaggio emotivo e senso-motorio.
 Anni ’80: ad una concezione prevalentemente omeostatica del funzionamento familiare se ne
sostituisce una di tipo evolutivo la cui specificità sta nel definire le capacità trasformative della
famiglia. Assistiamo ad uno spostamento dell’oggetto di interesse: dalla famiglia disfunzionale si
passa allo studio della morfogenesi del sistema famigliare.

25. Psicologia sociale del turismo

 Cos’è: La psicologia del turismo è la scienza che studia l’uomo turista, l’uomo come entità errante,
come viaggiatore.
o Nascita: nell’84 al termine del XX Congresso nazionale degli psicologi della S.I.P.S.
o Storia del viaggio: eroe-fato (Ulisse) mercante-curiosità (Boccaccio, Polo)  studioso
itinerante aristocratico  ‘800-prime forse di turismo
 La scelta turistica: 1. consapevolezza del bisogno; 2. ricerca di informazioni; 3. valutazione delle
alternative (creazione di un personale set di criteri di scelta); 4. agenzia di viaggio e prenotazione
della vacanza; 5 post-acquisto.
 L’uomo turista:
o L’esperienza turistica: accompagnata da sollecitazioni cognitive, emotive-comportamentali
e psicofisiologiche che a volte possono essere percepite come stressanti.
o Il ritorno a casa: ricco di connotazioni di ricordo e nel momento di reintroduzione nella
quotidianità, il turista si focalizza molto sull’analisi dell’esperienza vissuta.
o La soddisfazione: processo che inizia quando si parte e generalmente termina con rientro a
casa, ma può anche continuare ogni qual volta verrà chiamata in causa quella esperienza.
 Desiderio di viaggiare: necessità di soddisfare il bisogno di rottura con gli equilibri quotidiani
(Maslow)  psicologia umanistica (’62): cambiamento evolutivo = da soddisfazioni biologiche a
etiche McClelland: bisogno di potere, bisogno di successo, bisogno di affiliazione.
o Motivazione: forze sociopsicologiche che spingono l’individuo nella scelta  3 tipi:
individuale (bisogno di rilassarsi, di evasione e fuga, ricerca di sé stesso); interpersonale
(rafforzamento delle relazioni familiari o nuove amicizie); sociale (prestigio e conoscenza)
 Il turista: 4 categorie: 1) Il viaggiatore autocentrato in fuga, 2) Viaggiatore Sociale /adrenalinico, 3)
Viaggiatore sognatore/emotivo, 4) Viaggiatore Programmatore/introverso

26. Empatia e responsabilità interpersonale


 Concetto Goleman: intelligenza emotiva sociale = caratteristiche x relazionarci positivamente 
empatia: capacità di riconoscere le emozioni e i sentimenti negli altri, ponendoci idealmente nei
loro panni e riuscendo a comprendere i rispettivi punti di vista, gli interessi e le difficoltà interiori
 Ruolo dell’empatia nella riduzione dei pregiudizi: possibile a 4 condizioni  1) che i due gruppi
abbiano uno status simile; 2) che abbiano un obiettivo condiviso; 3) che siano tra loro
interdipendenti e pertanto debbano cooperare per raggiungere l’obiettivo; 4) che la norma sociale
e le istituzioni appoggino e favoriscano il rapporto
 Empatia = radar sociale (Goleman): sentire dentro, sentire con  2 tipi: cognitiva (prospettiva
dell’altro) e affettiva-emozionale (emozioni ed esperienze dell’altro)
o 2 processi cognitivi: role taking = l’abilità di discriminare e di riconoscere correttamente gli
stati affettivi altrui e l’abilità di assumere il ruolo; perspective taking = la capacità di
assumere la prospettiva dell’altro
o Si può imparare l’empatia? Sì  competenze base (La consapevolezza di sé, la padronanza
di sé e la motivazione) + competenze sociali (empatia e abilità sociali)
o Tecniche di ascolto operatori: accettazione positiva incondizionata = nessuna valutazione
né giudizio  ascolto attivo tramite: 1. Ascolto dei contenuti (ciò che racconta con le parole
(verbale), ciò che non dice con il silenzio, ascolto/osservazione delle tonalità e del modo in
cui esprime i contenuti (paraverbale) ascolto/osservazione degli sguardi, della gestualità, di
come l’altro si presenta e si muove (linguaggio non verbale)), 2. Ascolto del contesto della
persona, 3. Ascolto di se stesso dell’operatore  2 tecniche: riformulazione e
chiarificazione
 Allport: ipotesi del contatto = il contatto positivo tra membri di gruppi diversi riduce il pregiudizio
 4 fattori: il contatto deve essere intimo e prolungato; i gruppi devono godere di uguale status
nella situazione di contatto; i gruppi devono cooperare nel raggiungimento di obiettivi comuni;
l’integrazione dei gruppi deve es sere favorita dalle istituzioni.
 Accoglienza: primo incontro fondamentale reciprocità, reciproco rispetto e riconoscimento,
relazioni simmetriche basate sull’ascolto, comunicazione chiara e trasparente, fiducia ascolto
empatico = - “Mettersi nei panni dell’altro”, “Camminare nelle sue scarpe”, “Vedere il mondo con i
suoi occhi”, “Entrare in sintonia con l’altro”, “Sentire dentro di sé come sente l’altro”.

27. L’attrazione interpersonale e il comportamento prosociale

 Gli aspetti che precedono l'attrazione sono cinque: 1. Prossimità (fisica e psicologica); 2.
Somiglianza (a campi chiusi e aperti); 3. complementarità; 4. caratteristiche fisiche; 5. reciprocità
dell’attrazione.
 Teoria dello scambio sociale: x Homans soddisfazione = massimi benefici con minimi costi  teoria
dell’equità: profitti e costi uguali all’altro (valori etici)
 Amore = sentimento più profondo e specifico rispetto al “piacersi”, che implica la tendenza a
prendersi cura dell'altro, ed è nella maggioranza dei casi accompagnato da una componente di
eccitazione sessuale.
o teoria triangolare dell'amore di Sternberg 1986/'88: l'intimità, la passione e l'impegno. 
combinazioni x 8 livelli: 1. Assenza d’amore, 2. Simpatia (solo intimità), 3. Infatuazione (solo
passione), 4. Amore vuoto (solo impegno), 5. Amore romantico (intimità+passione), 6.
Amore amicizia (intimità+impegno), 7. Amore fatuo (passione + impegno), 8. Amore vissuto
(tutti e 3).
o Approccio sociobiologico all'amore: massimo successo riproduttivo (donne guardano
aspetto socioeconomico e uomini aspetto fisico-salute).
o Fine relazione: 4 stadi: interpersonale, diadico, sociale, interpersonale di nuovo.
 Comportamento prosociale: qualsiasi azione commessa allo scopo di arrecare beneficio ad un'altra
persona.
o Teoria sociobiologica: 3 ragioni x comportamento prosociale: 1. Selezione parentale, 2.
Norma delle reciprocità, 3. Apprendimento norme sociali
o Teoria psicologia sociale: 3 fattori: personalità (educazione ricevuta), fattori situazionali
(differenze di genere e culturali) e pressioni ambientali (umore, sia buono che negativo
come tristezzaipotesi sollievo stato negativo) insieme giustificherebbero della presenza o
meno di comportamenti altruistici
 Effetto spettatore: es Kitty Genovese  2 ragioni: ignoranza collettiva (faccio come gli altri) e
diffusione della responsabilità (mi sento meno responsabile se anche gli altri lo sono).

28. Effetti del contatto intergruppi sull’infraumanizzazione dell’outgroup

 Pregiudizio moderno (nascosto): infraumanizzazione dell’outgroup = consiste nel considerare


l’outgroup meno umano dell’ingroup  3 scoperte: 1. + presente nei gruppi ad alto livello sociale,
2. presente anche nei bambini, 3. non consapevolezza
 Strategie: 1. Contatto intergruppi ricerche con immigrati e meridionali = vedersi meno come
gruppi distinti e più come membri di uno stesso gruppo e, allo stesso tempo, la percezione di far
parte di uno stesso gruppo, a sua volta, riduceva l’ansia (Studio 1) e aumentava l’empatia (Studio 2)
provate nei confronti dell’outgroup, umanizzandolo.  2. Contatti indiretti: contatto esteso =
l’amicizia tra un singolo membro dell’ingroup e uno dell’outgroup riduce il pregiudizio dei
membri // contatto immaginato = immaginare un contatto positivo con un membro dell’outgroup
migliora gli atteggiamenti nei suoi confronti.

29. Autostereotipizzazione: Una questione di status sociale

 Autostereotipizzazione: ogni membro del gruppo tenderà a definirsi e a comportarsi in accordo con
le caratteristiche prototipiche dell’ingroup In uno studio gli autori hanno dimostrato che solo le
donne si autostereotipizzano tramite la deduzione del sé dall’ingroup (“Io sono come il mio
gruppo”; “Io sono come tutte le donne”); diversamente, gli uomini non tendono ad
autostereotipizzarsi e agiscono tramite l’ induzione dell’ingroup dal sé, tendendo a proiettare
all’ingroup le caratteristiche del proprio sé (“Il mio gruppo è come me”; “Gli uomini sono come
me”), in linea con una strategia egocentrica.
 Il meccanismo di autostereotipizzazione è una delle strategie centrali per ridurre lo stress che può
derivare dall’ appartenenza ad un gruppo discriminato (a basso status).

30. Percepire gli altri: calore e competenza

 Schemi: strutture cognitive attraverso cui vengono organizzate le conoscenze sociali in memoria e
costituiscono i filtri attraverso cui “leggiamo” noi stessi ed il mondo, guidandoci nella comprensione
della realtà, nelle scelte e nei comportamenti.  giudizio sociale rapido x evoluzione
 2 fattori fondamentali: Calore (+ importante nella percezione sociale) e competenza
(autovalutazione). stereotipi sociali (ingroup positivo e outgroup negativo o ambivalente).

31. La negoziazione
 Negoziazione = strategia di prevenzione del conflitto  processi emotivi + processi cognitivi 
distorsioni cognitive (dicotomia, ipergeneralizzazione, astrazione selettiva
 5 consapevolezze: 1. Ognuno vive una sua rappresentazione della realtà, 2. La rappresentazione è
influenzata da aspetti biologici, antropologici, sociali e psicologico-individuali, 3. Da essa derivano
potenti emozioni, 4. Essa è inconsapevole e deve essere resa consapevole, 5. Le rappresentazioni
entrano in contatto attraverso i codici della comunicazione
 Importanza capacità comunicative e capacità di gestione della crisi  passaggi: 1. Identificare la
crisi, 2. Ottenere informazioni, 3. Valutare le possibili soluzioni, 4. Selezionare soluzioni, 5.
Implementare la risposta scelta, 6. Utilizzare verifiche e feedback

32. La prossemica

 Prossemica = branca della psicologia che studia i comportamenti spaziali, ovvero il modo in cui ci
collochiamo nello spazio e regoliamo le nostre distanze rispetto agli altri e all'ambiente.  le
distanze si accorciano fra persone che presentano delle somiglianze per vari aspetti: età, status
sociale, economico, culturale ecc.
 Le distanze personali tendono ad aumentare in funzione dell'età: < 5 anni = no spazio personale
 Incidono sia caratteristiche interne psicologiche che esterne sociali.
 Cut off = comportamenti di isolamento a causa di invasione spazio personale

33. Analisi della conversazione x psicologia turistica

 Palo Alto (’67): rituali = interazioni semplici importanti a livello simbolico (più che transazionale)
o Distinzione durkheimeniana: rituali positivi (approcciare interlocutore) e rituali negativi
(evitare interazione).
o Goffman (’67): 3 setting dei rituali supportivi: affari, caso e partecipazione congiunta a
eventi sociali
 Saluto: apre la conversazione ed è sia retroattivo che proattivo  es: 745 interazioni tra operatori e
turisti stranieri bisogno relazionale: code switching (cercano di parlare in ita anche se l’operatore
parla la lingua madre del turista).

34. Psicologia di comunità e turismo

 3 nuovi tipi di turismo: ecoturismo, turismo sostenibile e turismo responsabile


o Turismo sostenibile (Carta dell’Organizzazione Mondiale del Turismo ‘95): 3 finalità: 1. le
risorse ambientali devono essere protette; 2. le comunità locali devono beneficiare di
questo tipo di turismo, sia in termini di reddito sia in termini di qualità della vita; 3. i
visitatori devono vivere un'esperienza di qualità.
 capacità di carico (CCA): l’intervallo entro il quale si verifica il processo di sviluppo sostenibile del
turismo  estremo superiore (sviluppo intensivo delle risorse) VS estremo inferiore (iper-
conservatorismo, turismo come minaccia)
 Psicologia di comunità  promuovere la consapevolezza dei processi in atto, delle loro implicazioni
sulla qualità di vita degli abitanti e nel promuovere la partecipazione attivando processi di capitale
sociale  3 strumenti: l’osservazione, l’intervista semistrutturata, materiali visivi (foto).
 Community Identity: rappresentazione del proprio ambiente  6 principali dimensioni: locus,
distintività, identificazione, orientamento, valutazione della qualità di vita della comunità,
valutazione del funzionamento della comunità.

35. La diversità come risorsa


 Diversity management (anni ’90): valorizzazione delle risorse umane nella loro specificità e unicità
 idea lewiniana di gruppo
 3 condizioni: creare specifiche e più articolate professionalità, valorizzare le peculiarità della cultura
materiale e delle esperienze culturali e comprendere le dinamiche della comunicazione
interculturale e acquisire un certo tipo di linguaggio (anche non verbale)
 Wellman distingue precisi momenti di sviluppo nella gestione della diversità: 1. “turismo culturale”
(in cui si acquistano i prodotti di un’altra cultura), 2. “versione a somma zero” della diversità (il
rischio più alto è un’estrema frammentazione), 3. Borderlands (propongono una condizione basata
sulla capacità di tessere legami attraverso la scoperta di complementari competenze)  2 risultati:
1. capacità di rispettare e salvaguardare i difficili equilibri di un turismo responsabile, 2.
consapevolezza che le “risorse” che si vogliono promuovere e che hanno anche un rilevante valore
economico, rischiano continuamente di essere svuotate, svilite, banalizzate.
 Chiamare in causa: a) La costruzione di comunità solidali b) Lo sviluppo dell’Empatia c) La riscoperta
della memoria, da intendersi come spazio da costruire e far vivere (capitale sociale) d) Il ruolo delle
Rappresentazioni Sociali (senso comune).

36. Attribuire una mente a individui o gruppi

 Mentalizzazione: inferire l’esistenza di stati mentali ed eventi interni sulla base di indici esteriori o
di una simulazione dell’esperienza dell’altro (contrario = dementalizzazione)  2 obiettivi: 1.
comprendere, prevedere, e controllare il comportamento altrui, 2. sviluppare una connessione
sociale con i membri del proprio gruppo
 Euristica di ancoraggio e aggiustamento: inizialmente abbiamo una prospettiva egocentrica nel
considerare la mente altrui (proiezione sociale con persone simili a noi), poi subentrano le
informazioni sociali
 Mente, simpatia e gruppi: elementi connessi  attribuiamo mente a chi ci è simpatico e ci è
simpatico chi fa parte del nostro gruppo (ingroup favoritism bias)
 Percezione di mente: 2 elementi  Experience (sentire) e Agency (fare, capacità organizzativa)

Potrebbero piacerti anche