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Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 34
La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e
meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo
diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Articolo 38
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.
Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato De Nicola il 27 dicembre seguente, fu pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale n. 298, edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948. Consta di 139 articoli
LA PSICOLOGIA SCIENTIFICA DI MARIA MONTESSORI
In Italia è di straordinaria importanza il lavoro svolto da Maria Montessori(1870-1952), che inizia il suo percorso di studi su
posizioni pedagogiche positiviste per arrivare in seguito a posizioni attiviste, istituendo le Case dei bambini nei quartieri
socialmente svantaggiati. Nel 1897 prende parte al Congresso Nazionale di Medicina facendone occasione per richiamare
l’attenzione sul problema dell’assistenza dovuta ai bambini anormali, nel 1989 espone i risultati del suo lavoro pedagogico
presso la Clinica Psichiatrica romana.
SEGNA IL PASSAGGIO DALL’INSERIMENTO ALLA PIENA INTEGRAZIONE DEI DISABILI IL DISABILE E’ SOGGETTO DI DIRITTI, BENEFICI, PRESTAZIONI
EDUCATIVE, SANITARIE ASSISTENZIALI COME CURA, RIABILITAZIONE, INTEGRAZIONE SCOLASTICA, SOCIALE E LAVORATIVA
C.M. 262/88
Riprende la sentenza n. 215/87 della Corte Costituzionale che ribadisce il diritto pieno ed incondizionato di tutti gli
alunni con disabilità alla frequenza, qualunque sia il grado o la complessità della disabilità.
Legge 05.02.1992 n. 104
Obiettivi
Con la Legge quadro vengono definiti dal legislatore gli obiettivi per migliorare la qualità dell’integrazione che possono essere così sintetizzati : Massima autonomia, diritto
all’educazione e all’istruzione, superamento dell’emarginazione, prevenzione e diagnosi precoce, riconosciuta capacità lavorativa, diritto a cure sanitarie, convenzioni interistituzionali.
Art. 13. Integrazione scolastica: strumenti per l’integrazione che debbono essere Gli insegnanti assumono la CONTITOLARITÀ delle sezioni e delle
messi a disposizione in modo coordinato dalla scuola, dagli Enti Locali e dalla ASL. classi e partecipazione alla programmazione
• ORIENTAMENTO
Art. 14. Modalità di attuazione dell’ Integrazione. • FLESSIBILITÀ
• CONTINUITÀ
• O M n. 90/2001 art.15
Art. 16 Valutazione del rendimento scolastico. • PEI DIFFERENZIATO PEI SEMPLIFICATO
CLASSIFICAZIONI DI RIFERIMENTO
• Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) è uno dei sistemi nosografici per i
disturbi mentali o psicopatologici più utilizzati da psichiatri, psicologi e medici di tutto il mondo,
sia nella pratica clinica sia nell'ambito della ricerca, redatto dall'American Psychiatric Association
(APA).
• Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute. Versione per
bambini e adolescenti (ICF-CY) è lo strumento elaborato dall’OMS per descrivere e misurare la
salute e la disabilità della popolazione. L'ICF-CY consente di cogliere, descrivere e classificare ciò
che può verificarsi in associazione a una condizione di salute, cioè le "compromissioni" della
persona, cioè il suo "funzionamento".
DIFFERENZA INDIVIDUALIZZAZIONE-PERSONALIZZAZIONE
L’individualizzazione e la personalizzazione sono strategie di intervento didattico che intendono
tradurre in pratica il principio pedagogico della centralità del soggetto e la sua tensione verso il
successo formativo.
Fondamentale, dunque, la capacità di tale classificatore di descrivere tanto le capacità possedute quanto le performance possibili intervenendo sui
fattori contestuali: Funzioni / strutture corporee, Partecipazione sociale, Attività personale
Introduce una mediazione fra il modello medico e il modello sociale sul concetto di salute, funzionamento, disabilità
La disabilità VIENE DETERMINATA PRENDENDO in considerazione l’interazione tra fattori soggettivi(fisici e psichici) e fattori esterni-
contestuali
Propone la lettura della disabilità attraverso il modello bio-psico-sociale
Un approccio globale e integrato.
L’attenzione è rivolta all’ecosistema in cui l’individuo cresce e si sviluppa e alla presenza di fattori che possono rappresentare una barriera o una
facilitazione alla sua attività e partecipazione
Manuale ICF-CY
Uno strumento fondamentale per il corretto
utilizzo dell’ICF è il MANUALE ICF – CY pubblicato
dalla Erickson e redatto dall’OMS all’interno del
quale
troviamo in maniera dettagliata tutti gli aspetti
relativi al funzionamento di una persona e le
modalità per classificarli.
fornisce modalità per descrivere l’impatto dei fattori ambientali, in termini di facilitatori o di
barriere, rispetto alle attività ed alla partecipazione di quella persona con una condizione di salute.
LINGUAGGIO STANDARD: Permette di descrivere con un significato condiviso tutti i possibili cambiamenti, in
termini di funzionamento o di disabilità, nelle funzioni e strutture corporee e nella attività e partecipazione, che
avvengono in una persona con un problema di salute nel suo ambiente di vita.
“La definizione di disabilità della Convenzione è basata sul modello sociale centrato sui diritti umani delle persone con
disabilità la disabilità è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed
ambientali, che impediscono la loro piena ed effetti va partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri”. È
necessario che il contesto (ambienti, procedure, strumenti educativi ed ausili) si adatti ai bisogni specifici delle persone
con disabilità, attraverso ciò che la Convenzione in parola definisce “accomodamento ragionevole” .
“Accomodamento ragionevole indica le modifiche e gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongano un
carico sproporzionato o eccessivo, ove ve ne sia necessità in casi particolari, per assicurare alle persone con
disabilità il godimento e l’esercizio, su base di eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e libertà fondamentali”
(Art. 2).
Riconosce “il diritto all’istruzione delle persone con disabilità (...) senza discriminazioni e su base di pari opportunità”
garantendo “un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento continuo lungo tutto l’arco della vita,
finalizzati:
(a) al pieno sviluppo del potenziale umano, del senso di dignità e dell’autostima ed al rafforzamento del rispetto dei
diritti umani;
(b) allo sviluppo, da parte delle persone con disabilità, della propria personalità, dei talenti e della creatività, come pure
delle proprie abilità fisiche e mentali, sino alle loro massime potenzialità;
(c) a porre le persone con disabilità in condizione di partecipare effetti vamente a una società libera” (Art. 24).
“ è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo
e/o istruzionale, causata da un funzionamento, nei vari
BISOGNO EDUCATIVO ambiti definitua dall’antropologia ICF [Internatonal
SPECIALE Classification of Functioning Disability and Health],
problematico per il soggetto in termini di danno,
ostacolo al suo benessere, limitazione della sua libertà e
stigma sociale, indipendente dall’eziologia (biostrtturale,
familiare, ambientale, culturale ecc.) e che necessita di
educazione speciale individualizzata.
Definizione di D. Ianes
Linee Guida del M.I.U.R. Prot. n°4274/09
(Integrazione scolastica degli alunni con disabilità)
Le origini dell’EBE sono rintracciabili nella cultura pedagogica anglosassone della metà
degli anni ’90 del secolo scorso.
L’agenda 2030 impegna Governi, società civile e singoli verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile
L.517\77
L. N. 104/92
Legge n.170\2010
DM n. 5669 del 2011 e Linee
Guida
D.I. 2013 Linee Guida per i
protocolli regionali
DM 27\12\2012
C.M. n.8\ 2013
Nota 1551\2013
Nota n.2563\2013
INCLUSIONE
SCOLASTICA
Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n.66
DECRETO LEGISLATIVO 13 APRILE 2017 N. 66
Il presente decreto promuove la partecipazione della FAMIGLIA, nonché delle associazioni di riferimento, quali
interlocutori dei processi di inclusione scolastica e sociale
Procedure di certificazione e documentazione per l'inclusione scolastica DECRETO
IL PROFILO DI FUNZIONAMENTO LEGISLATIVO 13 APRILE 2017 N. 66_ DECRETO LEGISLATIVO 7 AGOSTO 2019 N. 96
E’ redatto ai fini dell'inclusione scolastica, secondo i criteri della Classificazione Internazionale delle Malatti e
LA COMPOSIZIONE DELL’UVI:
(ICD) e della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) dell'OMS; + uno specialista in
neuropsichiatria infantile o un
E’ redatto con la collaborazione dei genitori dell'alunno, nonché, nel rispetto del diritto di medico specialista, esperto
nella patologia che connota lo
autodeterminazione nella massima misura possibile, dello studente con disabilità, con la partecipazione del stato di salute del minore;
dirigente scolastico ovvero di un docente specializzato sul sostegno didatti co, dell’istituzione scolastica ove è + almeno due delle seguenti
figure: un esercente di
iscritto l'alunno. professione sanitaria nell’area
della riabilitazione, uno
Il Pdi F rappresenta il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del PEI e del PI. E’ psicologo dell’età evolutiva,
un assistente sociale in
aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione, a partire dalla scuola dell'infanzia, nonché in presenza di rappresentanza dell'Ente
locale di competenza
nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona.
È opportuno che il GLO, oltre a prendere visione del Profilo di Funzionamento, ne fornisca una sintesi che
metta in evidenza le informazioni relative alle dimensioni rispetto alle quali è necessaria un’analisi puntuale,
seguita dalla progettazione di interventi specifici.
Nel PEI sono riportati, attraverso una sintetica descrizione, gli elementi generali desunti dal Profilo di
Funzionamento.
Il Progetto individuale
Contiene:
redazione
• Il Progetto individuale legge n. 328\2000, è redatto dal • il Profilo di Funzionamento;
competente Ente locale d’intesa con la competente Azienda • le prestazioni di cura e di riabilitazione a
sanitaria locale sulla base del Profilo di funzionamento, su carico del Servizio sanitario nazionale;
richiesta e con la collaborazione dei genitori al fine di realizzare • il Piano educativo individualizzato a cura delle
una progettazione inclusiva che recepisca anche azioni esterne al
contesto scolastico, coordinate dall’Ente locale, rivolte allo scuole;
sviluppo della persona e alla sua piena partecipazione alla vita • i servizi alla persona cui provvede il Comune
sociale. in forma diretta o accreditata, con particolare
• Le prestazioni, i servizi e le misure di cui al Progetto individuale
sono definite anche in collaborazione di un rappresentante
riferimento al recupero e all’integrazione
dell’istituzione scolastica interessata. sociale;
• Nel caso in cui il Progetto Individuale sia stato già redatto, al • le misure economiche necessarie per il
momento della predisposizione del PEI, è necessario riportare superamento di condizioni di povertà,
una sintesi dei contenuti e aggiungere informazioni sulle emarginazione ed esclusione sociale;
modalità di coordinamento e interazione con il PEI, tenendo
conto delle considerazioni della famiglia.
• le potenzialità e gli eventuali sostegni per il
nucleo familiare.
introdotto dalla L. 104/1992 per consentire, dopo il periodo
dell’inserimento degli alunni con disabilità nelle classi
comuni, una reale integrazione
DPR 24-2-1994 (Art.5),
DPCM 185/2006
Riferimenti DLgs 66/2017 per renderlo più aderente alla nuova
E’ il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati e equilibrati tra loro predisposti per l’alunno,
mira ad evidenziare gli obiettivi, le esperienze, gli apprendimenti e le attività più opportune mediante l’assunzione
concreta di responsabilità da parte delle diverse componenti firmatarie. Deve essere valutato in itinere ed
eventualmente modificare.
tiene conto dell’accertamento della condizione di disabilità in età evolutiva ai fini dell’inclusione scolastica avendo
particolare riguardo all’indicazione dei facilitatori e delle barriere, secondo la prospettiva bio-psico-sociale alla base
della classificazione ICF dell’OMS
individua obiettivi educativi e didattici, strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di
apprendimento nelle dimensioni della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell'interazione,
dell'orientamento e delle autonomie “, anche sulla base degli interventi di corresponsabilità educativa intrapresi
dall’intera comunità scolastica per il soddisfacimento dei bisogni educativi individuati
Procedure di certificazione e documentazione per l'inclusione scolastica DECRETO
LEGISLATIVO 13 APRILE 2017 N. 66_ DECRETO LEGISLATIVO 7 AGOSTO 2019 N. 96
È redatto in via provvisoria entro giugno e in via definitiva, di norma, non oltre il mese di ottobre, tenendo conto
degli elementi previsti nel decreto ministeriale di cui al comma 2-ter; è redatto a partire dalla scuola dell'infanzia
ed è aggiornato in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona.
Nel passaggio tra i gradi di istruzione, è assicurata l'interlocuzione tra i docenti della scuola di provenienza e
quelli della scuola di destinazione. Nel caso di trasferimento di iscrizione è garantita l’interlocuzione tra le
istituzioni scolastiche interessate ed è ridefinito sulla base delle eventuali diverse condizioni contestuali della
scuola di destinazione;
h) è soggetto a verifiche periodiche nel corso dell'anno scolastico al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi e
apportare eventuali modifiche ed integrazioni.
Piano educativo individualizzato
D.I. 29 dicembre 2020, n. 182
IL PIANO Il DM 182/2020 presenta il nuovo modello di PEI,
EDUCATIVO un modello nazionale, articolato in quattro versioni, dalla scuola
dell’Infanzia alla secondaria di II grado.
INDIVIDUALIZZA
TO NELLA È richiamato il principio della corresponsabilità educativa che comporta, ai
fini dell’inclusione, una duplice prospettiva: da un lato, l’alunno con
SCUOLA ALLA disabilità è preso in carico dall’intero team/consiglio di classe; dall’altro, il
docente di sostegno è una risorsa per l’intero ambiente di apprendimento.
LUCE DEI NUOVI
Il PEI si costruisce secondo l’approccio bio-psico-sociale, per andare oltre
ORIENTAMENTI l’idea di disabilità come malattia e individuare le abilità residue in una logica
di funzionamento, come sintesi del rapporto tra l’individuo e l’ambiente, per
NORMATIVI utilizzare i facilitatori e superare le barriere.
I GRUPPI DI LAVORO
INTERNI ED ESTERNI ALLA
SCUOLA
IL GIT ORGANO TECNICO
Procedure di certificazione e documentazione per l'inclusione scolastica DECRETO
LEGISLATIVO 13 APRILE 2017 N. 66_ DECRETO LEGISLATIVO 7 AGOSTO 2019 N. 96
Il dirigente scolastico, sentito il GLI, trasmette la proposta al GIT che, in qualità di organo
tecnico dell’USR, opera una verifica della documentazione e della coerenza delle richieste
di organico e formula una proposta all’USR.
I CTS
Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono individuate,
quali i centri Territoriali di Supporto (CTS), istituzioni scolastiche di riferimento per la
consulenza, formazione, collegamento e monitoraggio a supporto dei processi di
inclusione, per lo sviluppo, la diffusione e il miglior utilizzo di ausili, sussidi didattici e di
nuove tecnologie per la disabilità.
IL GLI
Presso ciascuna istituzione scolastica è istituito il Gruppo di lavoro per l'inclusione (GLI). Il GLI è composto da
docenti curricolari, docenti di sostegno e, eventualmente da personale ATA, nonché da specialisti della Azienda
sanitaria locale del territorio di riferimento dell'istituzione scolastica.
Il gruppo è nominato e presieduto dal dirigente scolastico ed ha il compito di supportare il collegio dei docenti
nella definizione e realizzazione del Piano per l'inclusione nonché i docenti contitolari e i consigli di classe
nell'attuazione dei PEI.
In sede di definizione e attuazione del Piano di inclusione, il GLI si avvale della consulenza e del supporto degli
studenti, dei genitori e può avvalersi della consulenza dei rappresentanti delle associazioni delle persone con
disabilità maggiormente rappresentative del territorio nell’inclusione scolastica. Al fine di realizzare il Piano di
inclusione e il PEI, il GLI collabora con il GIT e con le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio.
Procedure di certificazione e documentazione per l'inclusione scolastica DECRETO
LEGISLATIVO 13 APRILE 2017 N. 66_ DECRETO LEGISLATIVO 7 AGOSTO 2019 N. 96
IL GLO
Al fine della definizione dei PEI e della verifica del processo di inclusione, compresa la proposta di
quantificazione di ore di sostegno e delle altre misure di sostegno, tenuto conto del profilo di
funzionamento, presso ogni Istituzione scolastica sono costituiti i Gruppi di Lavoro Operativo per
l’inclusione dei singoli alunni con disabilità.
Composizione del Gruppo di Lavoro Operativo per
l’Inclusione DECRETO_29_12_2020
Il GLO è composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe e presieduto dal dirigente scolastico o da un
suo delegato. I docenti di sostegno, dai genitori dell’alunno, le figure professionali specifiche, L'UMV dell'ASL , è
assicurata la partecipazione attiva degli studenti, l’assistente all’autonomia ed alla comunicazione, un rappresentante
del GIT Territoriale (lo psicopedagogista ovvero docenti referenti per le attività di inclusione), il Dirigente scolastico
ove richiesto, la partecipazione di non più di un esperto indicato dalla famiglia. Possono essere chiamati a partecipare
alle riunioni del GLO anche altri specialisti che operano in modo continuativo nella scuola con compiti medico, psico-
pedagogici e di orientamento, oltre che i collaboratori scolastici che coadiuvano nell’assistenza di base.
Il Dirigente scolastico, a inizio dell’anno scolastico, sulla base della documentazione presente agli atti, definisce, con
proprio decreto, la configurazione del GLO. Il GLO elabora e approva il PEI tenendo in massima considerazione ogni
apporto fornito da coloro che, in base al presente articolo, sono ammessi alla partecipazione ai suoi lavori, motivando le
decisioni adottate in particolare quando esse si discostano dalle proposte formulate dai soggetti partecipanti. Ai
componenti del Gruppo di Lavoro Operativo per l’inclusione non spetta alcun compenso, indennità, gettone di presenza,
rimborso spese e qualsivoglia altro emolumento.
Procedure di certificazione e documentazione per l'inclusione scolastica DECRETO
LEGISLATIVO 13 APRILE 2017 N. 66_ DECRETO LEGISLATIVO 7 AGOSTO 2019 N. 96
2. Al fine di realizzare quanto indicato all’articolo 7, comma 2 del DLgs 66/2017, sono condotte dai docenti
osservazioni nel contesto scolastico «- fisico, organizzativo, relazionale -»…con indicazione delle barriere e dei
facilitatori a seguito dell’osservazione sistematica dell’alunno con disabilità e della classe, avendo cura, nella
scuola secondaria di secondo grado, di tener conto delle indicazioni fornite dallo studente.
3. A seguito dell’osservazione del contesto scolastico, sono conseguentemente indicati obiettivi didattici,
strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento inclusivo, anche sulla base degli
interventi di corresponsabilità educativa intrapresi dall’intera comunità scolastica per il soddisfacimento dei
bisogni educativi individuati e di indicazioni dello studente con disabilità. Particolare cura è rivolta allo sviluppo di
“processi decisionali supportati”, ai sensi della Convenzione ONU (CRPD).
Al fine di individuare i punti di forza sui quali costruire gli interventi educativi e didattici, la progettazione è preceduta
da attività di osservazione sistematica sull’alunno. L’osservazione sistematica - compito affidato a tutti i docenti della
sezione e della classe - e la conseguente elaborazione degli interventi per l’alunno tengono conto e si articolano nelle
seguenti dimensioni:
la dimensione della relazione, della interazione e della socializzazione, che fa riferimento alla sfera affettivo relazionale, considerando l’area del sé, il rapporto con gli
altri, la motivazione verso la relazione consapevole, anche con il gruppo dei pari, le interazioni con gli adulti di riferimento nel contesto scolastico, la motivazione
all’apprendimento;
la dimensione della comunicazione e del linguaggio, che fa riferimento alla competenza linguistica, intesa come comprensione del linguaggio orale, alla produzione
verbale e al relativo uso comunicativo del linguaggio verbale o di linguaggi alternativi o integrativi, comprese tutte le forme di comunicazione non verbale, artistica e
musicale; considera anche la dimensione comunicazionale, intesa come modalità di interazione, presenza e
tipologia di contenuti prevalenti, utilizzo di mezzi privilegiati;
la dimensione dell’autonomia e dell’orientamento, che fa riferimento all’autonomia della persona e all’autonomia sociale, alle dimensioni motorio-prassica (motricità
globale, motricità fine, prassie semplici e complesse) e sensoriale (funzionalità visiva, uditiva, tattile);
la dimensione cognitiva, neuropsicologica e dell’apprendimento, che fa riferimento alle capacità mnesiche, intellettive e all’organizzazione spazio-temporale; al
livello di sviluppo raggiunto in ordine alle strategie utilizzate per la risoluzione di compiti propri per la fascia d’età, agli stili cognitivi, alla capacità di integrare competenze
diverse per la risoluzione di compiti, alle competenze di lettura, scrittura, calcolo, decodifica di testi o messaggi.
Per ciascuna delle dimensioni sono da individuare : obiettivi ed esiti attesi; interventi didattici e metodologici, articolati in attività, strategie e strumenti.
PRESA IN CARICO
Si definisce “presa in carico” il processo
integrato e continuativo attraverso cui
deve essere garantito il governo
coordinato degli interventi per favorire la
riduzione del disturbo, l’inserimento
scolastico, sociale e lavorativo
dell’individuo, orientato al più completo
sviluppo delle sue potenzialità.
UNA MAPPA DI SINTESI
LEGGE 107\2015
DLGS N.66\2017
DLGSL N.96\2019
DI 182\2020
D.I. 153/2023
Il diritto allo studio degli
studenti DSA
Legge n.170\2010
DM n. 5669 del 2011 e Linee Guida
D.I. 2013 Linee Guida per i protocolli
regionali
La legge 170\2010
Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, infatti, il discente può raggiungere gli
obiettivi di apprendimento previsti.
Vi è da notare (e ciò non è affatto irrilevante per la didattica) che gli alunni con DSA sviluppano stili di
apprendimento specifici, volti a compensare le difficoltà incontrate a seguito del disturbo.
49
La legge 170\2010
Lo scenario
· il registratore, che consente all’alunno o allo del disturbo, non migliora la sua prestazione nella
Disgrafia
Disortografia
Per la diagnosi vengono considerati:
• Velocità di scrittura Per la diagnosi (connessa con disturbi
• Leggibilità della grafia
La componente ortografica dell’area linguistica) vale la regola di una
(disortografia).
• Spaziatura tra lettere e parole
• Grandezza di lettere e parole. quantità di errori ortografici che colloca la
La componente motoria
(disgrafia).
• Allineamento e pressione. prestazione del soggetto a due o più
La componente deviazioni standard dalla media.
dell’espressione scritta
(realizzazione di frasi e testi).
L’osservazione in classe
I Disturbi Specifici di Apprendimento hanno una componente evolutiva che comporta la loro manifestazione come ritardo e/o
atipia del processo di sviluppo, definito sulla base dell’età anagrafica e della media degli alunni o degli studenti presenti nella
classe.
È bene precisare che le ricerche in tale ambito rilevano che circa il 20% degli alunni (soprattutto nel primo biennio della scuola
primaria), manifestano difficoltà nelle abilità di base coinvolte dai Disturbi Specifici di Apprendimento. Di questo 20%, tuttavia, solo il
tre o quattro per cento presenteranno un DSA. Ciò vuol dire che una prestazione atipica solo in alcuni casi implica un disturbo.
Comorbilità
Kk
hh
L’iter di diagnosi dei DSA previsto dalla legge 170\2010
Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano
persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia.
E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, attivare,
previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad
individuare i casi sospetti di DSA degli studenti .
La diagnosi dei DSA e' effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici ed e' comunicata
dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente.
PRESA IN CARICO
Le attività di recupero individualizzato, le modalità didattiche A questo riguardo, la scuola predispone, nelle forme
personalizzate, nonché gli strumenti compensativi e le misure ritenute idonee e in tempi che non superino il primo
dispensative dovranno essere dalle istituzioni scolastiche trimestre scolastico, un documento (IL PDP) che dovrà
esplicitate e formalizzate, al fine di assicurare uno strumento
contenere almeno le seguenti voci, articolato per le
utile alla continuità didattica e alla condivisione con la famiglia
delle iniziative intraprese. TALE DOCUMENTAZIONE PUO’ discipline coinvolte dal disturbo:
ASSUMERE LA FORMA DI UN PDP.
dati anagrafici dell’alunno;
Nella predisposizione della documentazione in questione è
tipologia di disturbo;
fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare
alla scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo
attività didattiche individualizzate;
studente anche autonomamente o attraverso percorsi attività didattiche personalizzate;
extrascolastici. Sulla base di tale documentazione, nei limiti della strumenti compensativi utilizzati;
normativa vigente, vengono predisposte le modalità delle prove e misure dispensative adottate;
delle verifiche in corso d’anno o a fine Ciclo. forme di verifica e valutazione personalizzate.
DSA
LA DIMENSIONE RELAZIONALE
• TEMPI PIU’ LUNGHI
Circolare Ministeriale nr.8 del 06/03/2013 con le Indicazioni Operative della Diretti va Ministeriale del 27
dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica”.
Circolare Ministeriale del 22/11/2013 ”Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali.
A.S. 2013/2014. Chiarimenti.“
« è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o
istruzionale, causata da un funzionamento, nei vari ambiti
definitua dall’antropologia ICF [Internatonal Classification of
BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE
Functioning Disability and Health], problematico per il
soggetto in termini di danno, ostacolo al suo benessere,
Special Educational Need
limitazione della sua libertà e stigma sociale, indipendente
dall’eziologia (biostrtturale, familiare, ambientale, culturale
ecc.) e che necessita di educazione speciale individualizzata.»
s
Bisogni educativi speciali e inclusione, Trento, Erickson.
• Ianes D. (2005), Bisogni educativi speciali e inclusione (CD-
ROM), Trento, Erickson.
IL PAI E IL PDP
NOTA 1551\2013
Il Piano annuale dell’inclusione: PAI
Scopo:
far emergere criticità e punti di forza, rilevando le tipologie dei diversi bisogni educativi
speciali e le risorse impiegabili, l’insieme delle difficoltà e dei disturbi riscontrati
La dimensione individuale e quella collegiale della funzione docente si intrecciano per il
livello di protagonismo in organi collegiali decisori e valutatori, quali il Collegio dei
docenti, il Consiglio di classe e il GLI.
• Strumento per fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del PTOF, di cui il P.A.I. è
parte integrante.
Ha lo scopo di definire, monitorare e documentare, secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata, le strategie di
intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti
Non può essere inteso come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con BES
La compilazione del PDP è effettuata dopo un periodo di osservazione dell’allievo, entro il primo trimestre deliberata nel Consiglio di
classe, dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi delegato) e dalla famiglia
Il PDP nella NOTA 2563/2013
Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe motiva
opportunamente le decisioni assunte, sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche,
in ordine alla eventualità o meno di procedere all’elaborazione del PDP
E’ peculiare facoltà dei CONSIGLI DI CLASSE o dei team docenti individuare casi
specifici per i quali sia utile attivare percorsi di studio individualizzati e personalizzati.
3
4
L’inclusione degli alunni con
cittadinanza non italiana
L.N.40\1998
D.P.R. 394/1999
C.M. n° 2 dell’8 gennaio 2010
C. M. n° 4233 del 19 febbraio 2014
Inserimento in classe
D.P.R. 394/1999, Regolamento sull’immigrazione, art. 45, comma 2: «I minori stranieri soggetti all’obbligo
scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che il collegio dei docenti
deliberi l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto: dell’ordinamento scolastico del Paese di
provenienza, che può determinare l’iscrizione ad una classe immediatamente superiore o inferiore rispetto
all’età anagrafica e al contempo dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno».
L’ Iscrizione inoltre può avvenire anche in corso d’anno se necessario.
Multiculturalita’ Interculturalità Accoglienza
Si indica una situazione in cui gli È riferito a una realtà in cui persone Accoglienza nel tempo
individui di appartenenze diverse per di differenti tradizioni stringono tra
Accoglienza negli atteggiamenti
cultura, religione, tradizioni loro relazioni significative.
linguistiche convivono l’une accanto L’interculturalità tende alla reciproca Accoglienza nei dispositivi
C. M. n° 4233 del 19 febbraio 2014 «Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni
stranieri»
Il Contesto degli anni 2000
«La presenza nelle scuole di alunni di diversa provenienza sociale, culturale, etnica e con
differenti capacità ed esperienze di apprendimento costituisce ormai, nella società plurale e
globalizzata in cui viviamo, un dato strutturale in continuo aumento, tanto da interessare
l’intero sistema di istruzione e, sia pure in maniera non uniforme, non solo le istituzioni
scolastiche delle grandi aree urbane, ma anche quelle dei medi e piccoli centri.»
«Predisporre condizioni paritarie che possano prevenire le situazioni di disagio e di difficoltà derivanti dai nuovi contesti di vita e di
studio e contesti di vita e di studio e contribuire a creare la indispensabile condivisione delle norme della convivenza e della
partecipazione sociale.»
Interventi per gli stranieri
UTILIZZO DELLA QUOTA DEL 20% PER CORSI DI LINGUA ITALIANA DI DIVERSO LIVELLO
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA
SECONDA LINGUA, le due ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di I grado possono essere
dedicate al potenziamento della lingua italiana
PEER TUTORING: metodologia privilegiata: «Gli alunni acquisiscono la lingua per comunicare in maniera più
rapida ed efficace soprattutto nelle interazioni quotidiane con i pari.» (LINEE GUIDA 4233/2014).
TETTO DEL 30% IN OGNI CLASSE: il numero degli alunni con cittadinanza non italiana presenti in ciascuna
classe non potrà superare di norma il 30% del totale degli iscritti.
Cittadinanza e Costituzione
«L’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione offre a tutti gli studenti le necessarie opportunità per
conoscere, apprezzare e condividere le regole fondamentali della convivenza e comprendere a fondo i
principi della legalità e della democrazia.» C.M. n° 2 dell’8 gennaio 2010
«…l’impiego delle scuole di sviluppare i valori e i contenuti della cittadinanza si inserisce nel più ampio contesto
della cittadinanza europea e delle normative internazionali sui diritti umani e dell’infanzia. Così l’educazione
interculturale coinvolge tutti gli studenti, italiani e non, e viene ricondotta all’acquisizione di valori, conoscenze e
competenze necessari non solo per la convivenza democratica, ma anche per un inserimento attivo nel mondo del
lavoro, della cultura, dell’impegno sociale».
«L’educazione interculturale mira ad attivare percorsi formativi specifici per favorire il confronto, il
dialogo, il reciproco riconoscimento e arricchimento delle persone nel rispetto delle diverse identità
ed appartenenze e delle pluralità di esperienze spesso multidimensionali di ciascuno, italiano e non».
«Valorizzazione della diversità linguistica e culturale, attraverso momenti di narrazione, disponibilità di testi e
libri bilingui, proposte laboratoriali di scrittura, confronti tra gli alunni.»