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12 Benigno V., Tavella M. (2011). Percorsi di didattica inclusiva con l’uso delle TIC: il progetto AESSEDI.

ESSEDI. TD-Tecnologie Didattiche, 52, pp. 12-18

PERCORSI DI
DIDATTICA INCLUSIVA
CON L’USO DELLE TIC:
IL PROGETTO AESSEDI
INCLUSIVE LEARNING PLANS USING ICT:
THE AESSEDI PROJECT

Vincenza Benigno | Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR


 Via De Marini 6, 16149, Genova | benigno@itd.cnr.it

Mauro Tavella | Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR

Sommario Il contesto educativo è uno dei principali luoghi per prevenire l’esclusione sociale e per garantire delle opportunità di
partecipazione attiva in tutti gli ambiti della vita per tutti i soggetti con bisogni speciali. La scuola e in generale i sistemi deputati
all’istruzione hanno come obiettivo principale promuovere la partecipazione di tutti i soggetti ai processi di apprendimento e
acquisizione di competenze. Nell’ambito di questo lavoro verrà presentato uno studio pilota finalizzato all’ideazione e
sperimentazione in classe di percorsi di apprendimento basati sull’uso di tecnologie multimediali realizzati in una logica di
completa inclusione dei soggetti con bisogni speciali. I percorsi didattici sono frutto della progettazione collaborativa di più docenti
sia curricolari che di sostegno. La progettazione è stata supportata da un ambiente web-based, AESSEDI, che ha costituito una
sorta di itinerario per i docenti che, attraverso una serie di indicatori, hanno potuto riflettere sulle questioni legate all’inclusione.
PAROLE CHIAVE percorsi di apprendimento, ambiente web-based, TIC, ICF, inclusione.

Abstract Education is a prime context for preventing social exclusion and providing people with special needs with opportunities
for active participation in all spheres of life.
A major objective of the school system is to ensure the participation of all students in the processes of learning and skills
acquisition. This paper presents a pilot study concerning the design and classroom testing of learning plans based on the use of
multimedia technologies developed for full inclusion of people with special needs. The learning plans are the result of collaborative
efforts involving both curricular and special education teachers, who were supported by a web-based environment called AESSEDI;
this represented scaffolding by providing a series of indicators supporting reflection on inclusion issues.
KEY-WORDS learning plan, web-based environment, ICT, ICF, inclusion.
TD Tecnologie Didattiche - 52 13

Il 13 dicembre del 2006, a New York, è stata ap- to esaustiva di informazioni sulla persona, sul suo
provata dall’Assemblea delle Nazioni Unite la Con- ambiente e sulle modalità di partecipazione della
venzione sui diritti delle persone con disabilità che, persona all’interno dell’ambiente stesso, consenten-
successivamente, è stata firmata dalla maggior par- do di descriverne lo stato di salute non in base alla
te dei Paesi del mondo, nonché dalla Commissione sola patologia, ma in base alle funzioni che la per-
Europea. sona riesce a sviluppare nel suo ambiente.
Il testo è fortemente innovativo e introduce cambia- Secondo l’OMS (2001) la disabilità è definita come
menti in ambito culturale, sociale e politico. la conseguenza o il risultato di una complessa rela-
Si passa infatti da una visione passiva e laterale a zione tra la condizione di salute di un individuo, il
una concezione attiva della persona disabile, che di- contesto sociale e i fattori ambientali che rappresen-
venta titolare di diritti umani, quindi destinataria di tano le circostanze in cui vive l’individuo.
politiche inclusive; non più oggetto di decisioni pre-
se da altri, ma soggetto in grado di operare scelte. L’INCLUSIONE NEL CONTESTO EDUCATIVO
Emerge una nuova consapevolezza della disabilità Nell’attuale società l’istruzione è sicuramente uno
come condizione che ogni essere umano potrebbe dei principali strumenti per prevenire l’esclusione
vivere nel corso della sua storia di vita. sociale e per garantire delle opportunità di parteci-
Questo documento riconosce che attualmente le pazione attiva in tutti gli ambiti della vita.
persone disabili sono discriminate e non godono di La scuola e in generale i sistemi deputati all’istruzio-
pari opportunità a causa dei pregiudizi, degli osta- ne hanno l’obiettivo prioritario di promuovere la par-
coli e delle barriere create dalla società. La disabili- tecipazione di tutti i soggetti ai processi di apprendi-
tà viene vista come un concetto in continua evolu- mento e acquisizione di competenze.
zione, che non può basarsi sulla semplice categoriz- Nel corso degli anni la maggior parte dei Paesi eu-
zazione di sintomi. Si tratta infatti di una relazione ropei ha promulgato leggi e adottato provvedimenti
sociale tra le caratteristiche delle persone e le mo- per facilitare l’istruzione di soggetti con difficoltà,
dalità con cui essa viene affrontata. tuttavia, ciò non è sufficiente per garantire un ade-
La Convenzione mira ad abbattere ostacoli, barriere guato e funzionale accesso alle conoscenze a coloro
e pregiudizi attraverso la definizione di una nuova po- che hanno bisogni speciali.
litica per le persone con disabilità basata sulla tutela Nel nostro Paese ci sono sempre più normative e
dei diritti umani, intervenendo in tutti i campi della leggi sensibili alle diverse questioni relative alla di-
vita e in modo particolare su quelli orientati ai pro- sabilità, e se dal punto di vista normativo la frequen-
cessi educativi e formativi. L’articolo 24, dedicato za di soggetti con disabilità non costituisce più una
esclusivamente all’educazione, sottolinea il diritto ad barriera, dal punto di vista pedagogico sono ancora
un percorso personalizzato per tutti bambini con di- carenti i percorsi che praticano una reale inclusione.
sabilità, evitando l’esclusione dall’istruzione e garan- Scataglini, Cramerotti e Ianes (2008) hanno realiz-
tendo il sostegno necessario ed adeguato ad ottimiz- zato una ricerca sull’integrazione scolastica di sog-
zare il percorso scolastico e la socializzazione. getti con disabilità per individuare alcune caratteri-
La Convenzione (2006) è fortemente in sintonia con stiche del loro percorso scolastico, sociale e di vita
l’International Classification of Functioning (ICF) adulta e per verificare la qualità della vita e di sod-
(OMS, 2001) che correla lo stato di salute degli in- disfazione delle persone con disabilità e delle loro
dividui all’ambiente e definisce la disabilità come famiglie. Per la rilevazione di questi aspetti è stato
una condizione di salute in un ambiente sfavorevo- realizzato un questionario che poteva essere com-
le (Leonardi, 2005). pilato sia dallo stesso soggetto disabile sia dai fa-
L’ICF sottolinea l’importanza di valutare l’influenza miliari.
dell’ambiente sulla vita degli individui, dal momen- Una parte dell’inchiesta aveva l’obiettivo di recupe-
to che la società, la famiglia, il contesto educativo rare informazioni relative alla tipologia di integrazio-
possono influenzare lo stato di salute e diminuire le ne che i soggetti con disabilità avevano vissuto du-
capacità di svolgere mansioni. rante il percorso scolastico in relazione a tre diverse
Tale modello è definito “bio-psico-sociale” e rappre- possibilità:
senta uno dei più importanti principi dell’ICF perché - percorso formativo sempre integrato in classe;
consente di cogliere la fenomenologia umana nella - percorso formativo alterno, sia integrato che fuori
sua interezza. Esso, infatti, pone sullo stesso piano dalla classe;
gli aspetti riguardanti la salute della persona, coe- - percorso formativo fuori dalla classe.
rentemente con un modello medico, e gli aspetti di I dati della ricerca, analizzati per coorti (a partire dal
partecipazione sociale, coerentemente con un mo- 1970 fino ad arrivare ai nati tra il 1985 e il 1989)
dello cosiddetto sociale, e li mette in relazione con i per descrivere longitudinalmente la storia dell’inte-
fattori ambientali. grazione scolastica nel contesto italiano, hanno evi-
Il sistema di classificazione basato sull’ICF consen- denziato un forte aumento del percorso misto in tut-
te, quindi, di raccogliere una serie dettagliata e mol- ti gli ordini di scuola, a parte la scuola dell’infanzia.
14 V. Benigno, M. Tavella

Gli autori esprimono una forte preoccupazione per i cultura di condivisione e di partecipazione nella co-
risultati emersi e vedono nella crescita dei percorsi struzione di percorsi didattici inclusivi, attraverso la
formativi alterni (dentro e fuori dalla classe) la diffi- creazione di reti di auto comunicazione (Castells,
coltà della scuola a realizzare una piena integrazio- 2009) e di intensificazione dell’interazione discor-
ne, soprattutto dal punto di vista pedagogico. siva e cognitiva tra i partecipanti come strategia
Bisogna chiedersi quindi quali sono gli aspetti che vincente per migliorare gli apprendimenti degli
rendono inclusivo un modello pedagogico e cultura- alunni e lo sviluppo professionale dei docenti (Cor-
le nel contesto scolastico, quali sono le difficoltà che tigiani, 2010).
incontrano i docenti nella loro pratica lavorativa Diventa necessario agevolare la creazione di reti di
quotidiana e quale ruolo possono avere gli artefatti docenti in cui possano avvenire proficui scambi di
tecnologici per un reale processo di inclusione. informazioni, materiali e conoscenze consolidate,
Sulla base di tali premesse si colloca una delle azio- favorendo lo svilupparsi delle cosiddette Comunità
ni pilota del progetto AESSEDI finalizzata all’ideazio- di Pratica, dove l’impresa è comune non perché tut-
ne e sperimentazione in classe di percorsi di appren- ti condividono le stesse idee e pratiche, ma in
dimento basati sull’uso di tecnologie multimediali, quanto queste sono negoziate collettivamente
finalizzati all’inclusione dell’allievo diversamente (Wenger, 2006).
abile e alla ricerca di soluzioni che rendano accessi-
bile e usabile un percorso didattico nel rispetto dei Quale approccio metodologico inclusivo adottare
diversi bisogni speciali (Ianes, 2006). con gli alunni con bisogni educativi speciali?
Partendo dal modello culturale promosso dall’ICF, Si è integrati/inclusi in un contesto quando si effet-
secondo cui l’ambiente fisico e sociale in cui vive tuano esperienze e si attivano apprendimenti insie-
l’individuo può influenzare positivamente o negati- me agli altri, quando si condividono obiettivi e stra-
vamente le sue funzioni e strutture o le sue attività, tegie di lavoro e non quando si vive, si lavora, si sie-
si è cercato di comprendere in che modo il contesto de gli uni accanto agli altri.
educativo (i docenti, gli studenti, la metodologia e Come afferma Vygotskij (1986) l’apprendimento e
gli strumenti utilizzati) possa facilitare o ostacolare lo sviluppo di ciascun individuo hanno origine nel-
un percorso didattico-educativo inclusivo. le pratiche sociali quotidiane, dove la mediazione
degli artefatti culturali gioca un ruolo decisivo. In
Quali risorse umane per gli alunni con bisogni questo senso «l’apprendimento crea la zona di svi-
educativi speciali? luppo prossimale nel senso che attiva una varietà di
Nelle “Linee guida per l’integrazione scolastica de- processi evolutivi che possono operare solo quando
gli alunni con disabilità” (MIUR, 2009) si legge: il bambino interagisce con i suoi pari e con altre
«Per non disattendere mai gli obiettivi dell’appren- persone del suo ambiente» (Boscolo, 1986: p.37).
dimento e della condivisione, è indispensabile che Secondo quest’ottica un percorso educativo do-
la programmazione delle attività sia realizzata da vrebbe far interagire gli attori dell’apprendimento
tutti i docenti curricolari, i quali, insieme all’inse- nella cosiddetta zona di sviluppo prossimale (Vy-
gnante per le attività di sostegno definiscono gli gotskij, 1986), intesa come la distanza tra il livello
obiettivi di apprendimento per gli alunni con disa- di sviluppo attuale, definito dal tipo di abilità mo-
bilità in correlazione con quelli previsti per l’intera strata da un soggetto che affronta individualmente
classe» e ancora: «è l’intera comunità scolastica un compito, e il livello di sviluppo che il soggetto
che deve essere coinvolta nel processo in questio- può raggiungere quando è impegnato in un compi-
ne e non solo una figura professionale specifica a to, anche con il supporto di un adulto o di un pari
cui demandare in modo esclusivo il compito dell’in- più abile.
tegrazione». Il processo di insegnamento all’interno della zona di
Quanto riportato vuole evidenziare e contrastare sviluppo prossimale necessita di un docente che
quello che nella realtà scolastica è oramai una pra- media e che sostiene attraverso l’uso di strategie di-
tica piuttosto consolidata: delegare al solo docente versificate: dal feedback, alla contingenza allo
di sostegno la presa in carico del soggetto diversa- scaffolding, all’apprendimento cooperativo (Joh-
mente abile e il compito di individuare forme di in- nson, Johnson e Holubec, 1986), il reciprocal tea-
clusione solo nel caso in cui le condizioni del sog- ching (Palincsar e Brown, 1984) e l’apprendistato
getto diversamente abile lo consentano. cognitivo (Collins, Brown e Newman, 1989).
I docenti di sostegno sono costretti ad operare iso- Un contesto didattico cosi strutturato permette ai
latamente e in un contesto dinamico e problemati- soggetti con bisogni speciali «di apprendere com-
co; a loro è richiesto di essere flessibili e di adattar- petenze in modo più normale, osservando cioè per-
si a situazioni molto diversificate, aspetti questi che sone normali agire normalmente e non dovendo di-
rappresentano elevati fattori di rischio per il bur- pendere da azioni professionali specificamente mi-
nout. rate soltanto a loro e che cessano di esistere al di
Una possibile soluzione è favorire lo sviluppo di una fuori dei setting educativi» (Ianes, 2006: p: 16).
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Quale ruolo hanno le ICT per la realizzazione di un zazione di esperienze pilota volte all’ideazione e al-
percorso educativo inclusivo? la sperimentazione in classe di percorsi di apprendi-
Le tecnologie dell’informazione e della comunicazio- mento basati sull’uso di tecnologie multimediali co-
ne facilitano la vita sociale, lavorativa, comunicati- struiti in una logica di inclusione di tutti i soggetti
va di coloro che sono in situazioni di difficoltà (OMS, con bisogni educativi speciali.
2001). In quest’ottica la prospettiva dell’inclusione viene fa-
Un uso consapevole ed appropriato delle tecnologie cilitata e supportata dall’uso degli stessi strumenti
può, quindi, migliorare le condizioni di vita dei di- che possono essere personalizzati e resi accessibili
versamente abili, in quanto strumenti adattabili alle a seconda delle esigenze e dei bisogni individuali.
caratteristiche della persona e facilitanti un proficuo Nel contesto della sperimentazione sono state coin-
inserimento nella vita sociale e lavorativa. Inoltre, volte 18 scuole di ogni ordine e grado distribuite su
possono essere considerati come tools che favori- quattro regioni (Liguria, Lombardia, Toscana, Sici-
scono i processi di apprendimento e l’acquisizione lia) e circa 30 docenti che vantavano esperienze
di autonomie di base, che contribuiscono ad accre- consolidate sull’uso delle TIC.
scere l’attenzione e la motivazione, aspetti non tra- Relativamente al framework prima descritto concer-
scurabili in alunni con bisogni educativi speciali. nente le aree ritenute strategiche per la realizzazio-
Nel caso di soggetti con gravi disabilità, il più delle ne di un percorso didattico inclusivo, la partecipa-
volte l’obiettivo non è tanto riprodurre informazioni zione di ogni scuola è stata condizionata principal-
quanto riuscire a modificare i processi sottostanti mente dall’individuazione di una classe al cui inter-
(Antonietti et al., 2003), ad esempio aumentando la no erano inseriti alunni diversamente abili e dalla
capacità attentiva, imparando a stare meglio insieme partecipazione di un team di docenti composto sia
agli altri, esprimendo alcuni bisogni e cosi via. dal docente di sostegno che da quelli curricolari.
In questa prospettiva l’uso di software didattico spe- Nella prospettiva delineata, i docenti, in fase di av-
cifico presenta sicuramente alcuni vantaggi rispetto vio, sono stati invitati a riflettere sulle loro pratiche
all’uso di strumenti tradizionali; in primo luogo per- didattiche consolidate in relazione ai processi di in-
chè stimola e incrementa sia l’attenzione che la mo- clusione degli alunni diversamente abili. Complessi-
tivazione dell’utente; secondariamente perchè sem- vamente è emerso che tutti gli allievi diversamente
plifica ciò che il soggetto deve apprendere, riducen- abili erano inseriti nel contesto della propria classe
do le interferenze fra compiti cognitivi diversi e per- con un percorso prevalentemente misto (fuori e den-
mettendo di concentrare l’attenzione su pochi ed es- tro la classe), nell’ambito del quale la responsabili-
senziali elementi; infine per la loro flessibilità, ovve- tà, la mediazione didattica e sociale erano a carico
ro la possibilità di definire contenuti, tempi, metodi, soprattutto del docente di sostegno.
rinforzi, adattandoli sia alle esigenze del singolo La progettazione del percorso didattico inclusivo ha
alunno sia a fattori contingenti come il momento di innescato un processo riflessivo che è stato media-
maggiore stanchezza, lo stato emotivo ecc. (Fogaro- to sia dall’uso di una piattaforma di comunicazione
lo, 2007). online, in cui ciascun docente ha avuto la possibili-
tà di confrontarsi con il proprio team di lavoro e con
IL PROGETTO AESSEDI: LO SVILUPPO colleghi appartenenti ad altre realtà, sia di un am-
DI PERCORSI DIDATTICI INCLUSIVI biente web-based, AESSEDI, che ha costituito una
Il progetto AESSEDI (Accessibilità del Software Di- sorta di itinerario di scaffolding che ha guidato i do-
dattico) si inquadra in un ampio contesto istituzio- centi in tale compito.
nale legato all’applicazione della Legge 4/2004, art.
5, che estende anche alle scuole l’obbligo di acqui- L’ambiente web-based AESSEDI
stare applicativi software accessibili. L’ambiente web-based AESSEDI2, appositamente
1
Il progetto si è posto i seguenti obiettivi: realizzato per la sperimentazione, tenendo in consi-
- sensibilizzare e informare le scuole sui problemi derazione i principi legati all’idea di inclusione e/o di
legati all’accessibilità del software didattico e ge- accesso universale, ha costituito un itinerario di
stionale utilizzato nelle varie attività scolastiche; supporto ai docenti nello scambio e nella condivisio-
- attivare un servizio informativo sull’accessibilità de- ne di conoscenze circa l’uso delle TIC come poten-
gli strumenti informatici di uso didattico attraverso ziali strumenti in grado di ridurre l’emarginazione e
la valutazione del software didattico esistente; la discriminazione.
- favorire la progettazione e lo sviluppo di esperien- AESSEDI è stato pensato per ospitare percorsi didat-
ze innovative da parte degli operatori scolastici di tici accessibili progettati e realizzati da docenti di
percorsi di apprendimento inclusivi. ogni ordine e grado con il
Parallelamente sono state avviate due azioni pilota: gruppo classe, in una logica di
la prima finalizzata alla valutazione delle caratteri- completa inclusione dei sog- 1 AESSEDI è stato realizzato negli anni scolastici
2006/07 e 2007/08.
stiche di accessibilità del software didattico (Bocco- getti con bisogni educativi 2 URL: http://asd.itd.cnr.it
ni et al., 2006), la seconda ha riguardato la realiz- speciali. (ultima consultazione febbraio 2011).
16 V. Benigno, M. Tavella

Nel caso della sperimentazione l’ambiente, oltre ad - una breve descrizione del percorso;
accogliere i percorsi realizzati, è stato utilizzato prin- - informazioni relative agli aspetti didattici (per es.
cipalmente come strumento di supporto per la pro- il contenuto, il livello scolastico, l’età degli stu-
gettazione dei percorsi didattici inclusivi. denti, la tipologia di disabilità).
La struttura stessa del sistema web-based AESSE- Inoltre, per ogni percorso si trovano informazioni
DI obbliga il docente ad affrontare il problema le- riguardo ad alcune specifiche che rappresentano il
gato all’uso degli strumenti tecnologici e, in modo cuore del percorso didattico come l’idea centrale,
particolar, all’uso del software didattico. gli obiettivi educativi e i contenuti principali, il tipo
La struttura dei percorsi educativi e i suoi contenu- di organizzazione. Data la peculiarità dell’ambien-
ti forniscono dettagli circa: te web-based AESSEDI, pensato per dare visibilità
- l’idea chiave di inclusione dell’intero percorso; al lavoro che i docenti realizzano con allievi diver-
- i bisogni specifici degli studenti; samente abili, in un’area appositamente denomi-
- l’uso delle ICT come mezzo per l’inclusione; nata Focus Integrazione si evidenziano le poten-
- le pratiche inclusive che devono essere adottate. zialità e le difficoltà degli allievi con bisogni educa-
I percorsi educativi presenti nel sistema sono orga- tivi speciali e vengono riferiti gli accorgimenti sia
nizzati attorno a due ambienti che racchiudono un tecnologici che metodologici che hanno reso pos-
elevato numero di indicatori che portano alla luce i sibile una reale integrazione dell’alunno diversa-
problemi relativi all’inclusione. mente abile nell’ambito della classe grazie alla rea-
In primo luogo, sono descritte in dettaglio le caratte- lizzazione del percorso didattico.
ristiche generali del percorso, come mostra la figura Infine, vengono riportate le informazioni relative al-
1, nella parte generale vengono indicate: la reale sperimentazione realizzata in classe, dove
- le informazioni anagrafiche (ad es. titolo, nome gli autori sono incoraggiati a riportare anche i risul-
degli autori e cosi via); tati del percorso educativo, utilizzando sempre una
modalità narrativa, indicando i problemi incontrati
o i successi ottenuti e le soluzioni adottate.
Sempre nella parte generale del percorso educati-
vo sono visibili le singole attività che rappresenta-
no i vari step del percorso, un esempio viene ripor-
tato nella figura 1, esso comprende cinque diffe-
renti attività.
Benché ogni singolo percorso venga pianificato
partendo dal presupposto che le attività predispo-
ste possano essere realizzate, con opportune diver-
sificazioni da tutti gli studenti, alcune situazioni
necessitano di una particolare personalizzazione.
Sempre la figura 1 mostra un percorso che com-
prende sia attività che sono state definite principa-
li (sviluppate per essere eseguite da tutti gli stu-
Figura 1. AESSEDI: esempio di un percorso di apprendimento composto da attività personalizzate.
denti e indicate graficamente con un cerchio); sia
quelle personalizzate, cioè quelle attività pensate e
sviluppate per consentire agli allievi con bisogni
speciali di poter prendere parte al percorso didat-
tico con le proprie specifiche abilità.
Ogni attività, inoltre, è ulteriormente descritta in
dettaglio in una sezione separata (Figura 2), dove
vengono indicati gli obiettivi di apprendimento, gli
strumenti e le risorse necessarie, le informazioni
circa la metodologia adottata. In relazione alla pro-
blematica dell’inclusione vengono fornite specifi-
che informazioni:
- sulle caratteristiche di accessibilità del software
utilizzato e della sua compatibilità con le tecno-
logie assistive;
- sui possibili ostacoli e problemi a cui far fronte;
- sulla personalizzazione di alcune parti dell’attivi-
tà per gli studenti con bisogni speciali;
- sulla metodologia di insegnamento adottata per
Figura 2. AESSEDI: schermata di una specifica attività. favorire l’inclusione di studenti con disabilità.
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I PERCORSI REALIZZATI gni e a volte grazie agli interventi individualizzati è


Sulla base del framework ampiamente condiviso riuscito ad acquisire piccole competenze che lo
con il gruppo sperimentale dei docenti sono stati hanno messo in condizione di aiutare a sua volta
realizzati diciassette percorsi inclusivi di apprendi- compagni in difficoltà accrescendo il grado di fidu-
mento distribuiti per i vari ordini di scuola3. cia e di autostima».
È doveroso precisare che i vincoli reali dati ai do- Un ruolo importante che ha facilitato ancora di più
centi erano relativi alla progettazione del percorso la personalizzazione e la partecipazione di ciascun
all’interno di un team e all’uso delle tecnologie di- allievo è stato l’uso prevalente dell’approccio del
dattiche con particolare attenzione al software di- cooperative learning. Nella totalità dei percorsi rea-
dattico come strumento potenzialmente facilitante lizzati i docenti hanno valorizzato il lavoro in picco-
l’inclusione. li gruppi, dove il docente ha svolto un ruolo di faci-
Dall’analisi dei percorsi e dalle riflessioni dei docen- litatore e gli studenti hanno contribuito alla realiz-
ti emergono una serie di indicazioni interessanti. zazione del percorso in modo personale ed origina-
Al di là delle disabilità specifiche e certificate dei le. I gruppi di apprendimento cooperativo possono
soggetti diversamente abili, il problema che i do- essere considerati contesti sociali dove gli alunni
centi hanno affrontato è stato quello di dare a tut- imparano come va il mondo, come ci si comporta,
ti l’opportunità di partecipare alle varie attività quali sono le condotte più appropriate e, come scri-
senza costringere “le tartarughe ad andare in af- ve un insegnante, «il gruppo è diventato più atten-
fanno né le lepri a rallentare eccessivamente” (ri- to ai bisogni dei compagni, più pronto all’ascolto…
portando quanto dice un gruppo di docenti). lo stare accanto a G. ha creato competenze affetti-
Un primo dato che emerge è relativo alla scelta dei ve e relazionali importanti e G. a sua volta ha im-
contenuti dei percorsi didattici. Complessivamente parato a relazionarsi con compagni più distanti a lui
questi percorsi, a parte uno (si tratta dell’unico per- e a rispettare i turni di lavoro».
corso la cui finalità era quella di permettere all’al- Inoltre, il lavoro tra pari ha offerto uno spazio fisico e
lievo di passare dalla Programmazione Educativa mentale dove gli studenti potevano osservarsi e sup-
Individualizzata al Progetto di vita), hanno affronta- portarsi reciprocamente, fare delle domande, parte-
to problematiche connesse ai saperi disciplinari. cipare in parte o a tutta l’attività (Rogoff, 1990).
Questo primo risultato sfata il mito secondo cui i Relativamente all’uso delle TIC, i valori aggiunti
saperi disciplinari sarebbero appannaggio solo dei emergenti dalle riflessioni dei docenti possono es-
soggetti cosiddetti normali e contrasta una pratica, sere così sintetizzati:
piuttosto diffusa, che vede solitamente creare spa- - sono stati di supporto in quanto consentono un
zi e intersezioni di attività didattiche tra soggetti percorso alternativo alla didattica tradizionale;
che hanno abilità ed esigenze diversificate, sopra- - hanno favorito l’autonomia;
tutto su tematiche trasversali ritenute importanti. - hanno consentito l’organizzazione di attività di-
Un altro dato che emerge è relativo alla persona- dattiche in modo personalizzato, differenziando i
lizzazione delle attività, in quanto, come già speci- livelli di difficoltà per ciascun allievo;
ficato, il sistema web-based AESSEDI è stato pro- - hanno facilitato la creazione di percorsi creativi;
gettato in modo tale che potessero essere docu- - hanno aumentato la motivazione e stimolato
mentate attività personalizzate. l’apprendimento di concetti anche difficili;
Da questa sperimentazione è emerso che in soli - hanno favorito la comunicazione e la collabora-
sette percorsi sono state progettate attività ad per- zione;
sonam. In questi casi le attività hanno riguardato - hanno facilitato il consolidamento di abilità co-
aspetti di potenziamento di alcuni prerequisiti di gnitive;
alfabetizzazione all’uso degli strumenti e, in alcuni - hanno uniformato le prestazioni grazie all’uso
casi, anche di supporto relazionale. Ciò non vuol contemporaneo di più canali comunicativi.
dire che negli altri percorsi non siano stati attivati In un percorso realizzato in una scuola secondaria di
accorgimenti personalizzati. Da un’attenta analisi I grado per soggetti con difficoltà uditive la tecnolo-
emerge che la personalizzazione è stata mediata gia, e in particolare il software per la costruzione di
principalmente dall’uso degli strumenti tecnologici mappe, ha reso possibile la realizzazione di mappe
che di per sé hanno notevoli potenzialità di diffe- descrittive in cui parole, immagini e lingua dei segni
renziazione, basti pensare alla presenza nel soft- erano rappresentati contemporaneamente, facendo
ware didattico dei livelli di difficoltà che consento- sì che i contenuti di geografia potessero essere ap-
no a ciascuno di operare per lo stesso obiettivo, presi da tutti senza escludere nessuno. Gli allievi,
con lo stesso strumento, ma con le proprie e spe- come dicono i docenti, hanno acquisito un metodo
cifiche abilità e risorse. A tal proposito un docente per lo studio di contenuti disci-
scrive: «l’alunno diversamente abile ha assunto un plinari che va oltre il libro di te-
3 Percorsi visionabili alla seguente URL:
ruolo da protagonista, sentendosi gratificato dalla sto. Inoltre, «l’attività è stata http://asd.itd.cnr.it/lista.php
possibilità di eseguire gli stessi esercizi dei compa- inclusiva in quanto ha avvici- (ultima consultazione febbraio 2011).
18 V. Benigno, M. Tavella

nato l’allievo con difficoltà uditive al gruppo classe pensativi nel caso di disabilità motorie o nei DSA,
ma contemporaneamente i compagni hanno vissu- ma tutto ciò non è sufficiente.
to G. come una risorsa, una speciale e ricca diver- Le difficoltà sono ancora tante, la struttura fisica
sità che ha consentito loro di acquisire competen- delle scuole risulta ancora per molti allievi inacces-
ze specifiche sulla LIS e infine, l’attività cosi strut- sibile, gli strumenti tecnologici sono ancora irrag-
turata e differenziata ha avuto un forte valore di- giungibili e localizzati nei cosiddetti laboratori, sia-
dattico per altri studenti che facevano fatica ad uti- mo ancora nella fase della sperimentazione delle
lizzare il libro di testo come gli allievi con disturbi classi Web 2.0, dove solo pochi fortunati hanno la
specifici dell’apprendimento o allievi stranieri». possibilità dell’accesso immediato agli artefatti
tecnologici.
RIFLESSIONI CONCLUSIVE Altre difficoltà sono imputabili alle pratiche didat-
Dalle riflessioni dei docenti emerge che l’inclusio- tiche tradizionalmente ancorate a modalità preva-
ne reale è difficile, perché scompagina abitudini lentemente trasmissive degli apprendimenti dove
consolidate, tra cui la distribuzione di ruoli e di re- l’unica possibile strategia praticabile rimane quel-
sponsabilità, ma possibile. Nel caso della speri- la erogativa.
mentazione realizzata, l’uso delle TIC ha rappre- La sperimentazione di AESSEDI ci fornisce una se-
sentato un valore aggiunto, in particolare l’utilizzo rie di buone pratiche e una opportunità di riflessio-
del software didattico che, se ben calibrato, svol- ne su un nuovo approccio all’inclusione, che se an-
ge un ruolo fondamentale per facilitare lo sviluppo che mediato dall’uso delle TIC, va costruito e quo-
di abilità cognitive, affettive e sociali. tidianamente condiviso tra tutti gli attori del pro-
Affinché la scuola non diventi essa stessa un fatto- cesso educativo.
re di esclusione che trasforma il bisogno educativo Il sistema web-based AESSEDI rappresenta uno
speciale in disabilità, secondo il modello dell’ICF, è strumento di notevoli potenzialità, da un lato per-
necessario un approccio all’inclusione dove indivi- ché supporta il/i docente/i nella progettazione di
dui, strumenti e metodologie siano funzionali e di attività didattiche inclusive obbligandolo/i ad un
supporto reciproco. processo di riflessione su alcune aree ritenute stra-
Oramai siamo consapevoli del ruolo essenziale che tegiche, dall’altro diventa uno strumento che favo-
le TIC svolgono per livellare le performance e la par- risce la condivisione delle conoscenza (knowledge
tecipazione di quei soggetti con bisogni educativi sharing), veicolando informazioni, esperienze e
speciali, basti pensare all’uso degli strumenti com- buone pratiche che possono essere condivise.

BIBLIOGRAFIA
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