Sei sulla pagina 1di 7

1. Come avviene l’iter diagnostico per la certificazione secondo la LEGGE N.

104/1992?

La domanda per l’accertamento della disabilità in età evolutiva è presentata

all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) che vi da riscontro non

oltre 30 giorni dalla data di presentazione.

Se l’accertamento della disabilità riguarda persone con disabilità evolutiva, le

commissioni mediche sono composte da:

✓ Medico legale → ha funzione di presidente

✓ 2 medici specialisti → scelti fra pediatria, neuropsichiatria infantile o

specializzazione nella condizione di disabilità del soggetto

✓ Assistente specialistico o operatori sociali

Una volta accertata la condizione di disabilità, i genitori del soggetto

trasmettono tale certificazione

✓ All’ASL per la redazione del Profilo di Funzionamento;

✓ Al Comune per la predisposizione del Progetto individuale;

✓ All’istituzione scolastica, ai fini della predisposizione del PEI, redatto in

collaborazione con i genitori.

Il Profilo di Funzionamento viene redatto secondo i criteri del modello bio-psico

sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e

della Salute (ICF).


Il Profilo di Funzionamento è propedeutico x la predisposizione del PEI ed è

redatto dall’unità di valutazione multidisciplinare che comprende:

✓ Medico specialista

✓ Specialista in neuropsichiatria infantile

✓ Terapista della riabilitazione

✓ Assistente sociale o rappresentante ente locale

Qual è lo scopo del Profilo di Funzionamento?

✓ Definisce le competenze professionali e le varie tipologie delle misure di

sostegno e delle risorse strutturale x l’inclusione scolastica

✓ Redatto in collaborazione con i genitori del soggetto e con la partecipazione di

un rappresentante dell’amministrazione scolastica (individuato tra i docenti

della scuola frequentata dall’alunno)

✓ Viene aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione o in presenza di

nuove condizioni del soggetto

2. Quali sono gli argomenti trattati nel Decreto Legislativo n. 66 del 2017

(Decreto Fedeli)?

Tratta di inclusione scolastica: il decreto ribadisce l’inclusione dei soggetti con

disabilità e quindi il pieno ed effettivo diritto alla partecipazione alla vita

scolastica. Deve essere impegno di tutte le componenti della comunità scolastica

garantire la piena realizzazione del successo formativo.

Tali disposizioni si applicano per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria e

l’inclusione è garantita attraverso la definizione del PEI, quale parte integrante

del progetto individuale.


In particolare sono lo Stato, le Regioni e gli Enti locali che devono garantire

l’inclusione scolastica.

Lo Stato ha il compito di assegnare i docenti specializzati, il personale ATA alle

scuole e assegna un contributo economico ai bambini disabili; gli Enti territoriali

(alle città metropolitane) hanno responsabilità rispetto al trasporto, alla

programmazione della rete scolastica e alla gestione dell’edilizia scolastica e alla

fruibilità dei sussidi didattici.

I comuni provvedono a fornire il personale educativo e sono parte attiva nella

redazione del progetto di vita.

La qualità dell’inclusione viene valutata attraverso l’INVALSI, sulla base dei

seguenti criteri:

✓ Inclusività del PTOF;

✓ Attuazione dei percorsi di personalizzazione e individualizzazione;

✓ Coinvolgimento soggetti del PAI;

✓ Valorizzazione competenze professionali;

✓ Strumenti e criteri per la valutazione dei risultati;

✓ Grado di accessibilità e fruibilità delle risorse.

3. LEGGE 107/2015 “Buona Scuola”: cosa prevede?

Tale legge delega il Governo, entro diciotto mesi, ad adottare uno o più decreti

che dovranno avere come obiettivi la «promozione dell’inclusione scolastica

degli studenti con disabilità» e il «riconoscimento delle differenti

modalità di comunicazione». In particolare, il Governo è chiamato ad

intervenire nei seguenti ambiti:


- La ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno al fine di favorire

l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, anche attraverso

l’istituzione di appositi percorsi di formazione universitaria.

- La revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine

di garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in

modo da rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di

sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione.

- L’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, sanitarie e

sociali, tenuto conto dei diversi livelli di competenza istituzionale. - La revisione

delle modalità e dei criteri relativi alla certificazione, che deve essere volta a

individuare le abilità residue al fine di poterle sviluppare attraverso percorsi

individuati di concerto con tutti gli specialisti di strutture pubbliche, private o

convenzionate che seguono gli alunni riconosciuti disabili ai sensi degli articoli 3

e 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e della legge 8 ottobre 2010, n. 170,

che partecipano ai gruppi di lavoro per l’integrazione e l’inclusione o agli

incontri informali.

- La revisione e la razionalizzazione degli organismi operanti a livello territoriale

per il supporto all’inclusione.

- La previsione dell’obbligo di formazione iniziale e in servizio per i dirigenti

scolastici e per i docenti sugli aspetti pedagogico-didattici e organizzativi

dell’integrazione scolastica.

- La previsione dell’obbligo di formazione in servizio per il personale

amministrativo, tecnico e ausiliario, rispetto alle specifiche competenze,

sull’assistenza di base e sugli aspetti organizzativi ed educativo-relazionali

relativi al processo di integrazione scolastica.

- La previsione della garanzia dell’istruzione domiciliare per gli alunni che si


trovano nelle condizioni previste dalla Legge 104/1992

4. Quali sono i poteri della Pubblica Amministrazione (P.A.)?


La P.A. può togliere o imporre qualcosa al destinatario dei suoi atti in quanto

investita della tutela dei pubblici interessi, ma sempre nel perimetro imposto

dalle leggi (art. 23 Costituzione) e dal principio di legalità (è sempre la legge

che determina per l’autorità amministrativa quali devono essere i criteri per

imporre, consentire o vietare un comportamento o un’attività.)

5. Le differenze fra gli ATTI e i PROVVEDIMENTI.

Gli atti della P.A. sono atti soggetti ad un regime giuridico che formano il diritto

amministrativo, detti quindi ATTI AMMINISTRATIVI. Diventano poi: -

PROVVEDIMENTI = se gli atti producono effetti giuridici fuori dalla P.A.,

all’esterno, verso i soggetti amministrati e cambiando situazioni giuridiche. -

MERI ATTI = se non producono effetti esterni.

6. Perché il Documento Falcucci (1975) ebbe una valenza importante per quanto

riguarda l’inclusione?

Nel testo del documento si legge: “il superamento di qualsiasi forma di

emarginazione per gli handicappati passa attraverso un nuovo modo di

concepire e di attuare la scuola, così da poter veramente accogliere ogni

bambino e adolescente per favorirne lo sviluppo personale”. In questo

documento si parla anche per la prima volta di “Progetto Educativo”, il quale

richiede il lavoro di un gruppo di insegnanti interagenti che hanno responsabilità

globale verso un gruppo di alunni. Il superamento di tale rapporto dualistico


prevede, nella scuola primaria, un insegnante in + ogni tre gruppi di allievi.

Questo insegnante in + deve essere particolarmente qualificato, esperto e

competente ed individuato come la figura di insegnante di sostegno.

È con questo documento che inizia l’avventura dell’integrazione scolastica degli

alunni in situazione di disabilità (all’epoca chiamato handicap) nelle classi

comuni.

7. Di cosa tratta la LEGGE N. 328/2000?

La legge 328/2000 è intitolata “Legge quadro x la realizzazione del sistema

integrato di interventi e servizi sociali” ed è la legge per l’assistenza e la

garanzia di aiuto concreto alle famiglie o alle persone in difficoltà.

La legge 328 ha tra i suoi punti di forza il coinvolgimento di soggetti pubblici e

privati che possono essere così autorizzati e accreditati per svolgere attività

all’interno della rete dei servizi sociali territoriali.

I destinatari di tale Legge sono: i cittadini italiani, cittadini appartenenti all’UE,

stranieri (individuati da decreto specifico). Il soggetto destinatario non è un

passivo fruitore, ma soggetto portatore di diritti a cui devono essere garantiti

interventi mirati per la riduzione del disagio psico-sociale e marginalità.

Vengono previsti i seguenti servizi:

- Erogazione di assegni di cura e di altri interventi a sostegno della maternità o

della paternità responsabile

- Politiche di conciliazione tra il tempo di lavoro e il tempo di cura - Servizi

formativi e informativi di sostegno alla genitorialità, anche tramite il mutuo-

aiuto tra le famiglie

- Prestazioni di aiuto anche con benefici economici di coloro che si fanno carico
della cura di disabili, persone in difficoltà e minori in affidamento - Servizi di

sollievo, ciò vuol dire essere affiancanti o sostituti - Servizi per l’affido familiare

Chi eroga questi servizi? Lo Stato, le Regioni e i Comuni (con funzioni diverse).

Potrebbero piacerti anche