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La Governance dell’Istituzione

scolastica
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L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA

I DECRETI DELEGATI

I decreti delegati del 1974 costituiscono la risposta


legislativa alle contestazioni studentesche
clamorosamente culminate nel 1968 e ai nuovi
atteggiamenti degli intellettuali democratici e
progressisti che, assumendo la convinzione che i
fermenti innovativi trovano corrispondenza nella
mutata situazione sociale, economica e culturale,
avvertono come non più rinviabile l’attuazione di una
scuola diversa, orientativa e promozionale al posto di
quella selettiva contestata a gran voce dagli studenti in
tutte le piazze e le scuole d’Italia.
I DECRETI DELEGATI
• Si tratta di una raccolta di leggi attuate con la delega al
Governo del 30 luglio 1973 n.477, che costituiscono il
primo e importantissimo Testo unico sull’istruzione
dell’Italia repubblicana, perché sono stati il primo tentativo
di dare un’effettiva, ordinata e coerente attuazione ai
principi della Costituzione concernenti la scuola.
• 416/1974- Istituzione e riordinamento degli organi
collegiali della scuola materna, elementare, superiore e
artistica.
• 417/1974-Lo Stato Giuridico dei docenti,direttivi, ispettivi
• 418/1974- Compensi straordinari per Ispettivi e direttivi
• 419/1974-sperimentazione e ricerca educativa,
aggiornamento culturale e professionale;
• 420/1974-Lo Stato Giuridico del personale non docente.
Con i decreti delegati la scuola diviene una struttura non
più verticistica ma orizzontale in cui l’organizzazione ed il
funzionamento, sul piano amministrativo e sul piano
didattico ed educativo, sono affidati ad organi a carattere
collegiale democratico che, nel rispetto delle competenze di
ciascuno, assicurano la partecipazione di tutta la comunità
scolastica alla vita della scuola.
Si intrecciano nell’esame dell’organizzazione scolastica:
• le definizioni delle finalità dell’istruzione
• le caratteristiche degli organi collegiali e delle rispettive
competenze,
• lo stato giuridico del personale e le norme contrattuali
• le norme riserva di legge come gli ordinamenti e le
modifiche degli ordinamenti, gli organici e il
reclutamento del personale,
• le norme finanziarie come il D.I 44,
• i poteri e le competenze degli Enti locali( dal calendario
scolastico ai servizi del diritto allo studio) .
ORGANI COLLEGIALI
• Fanno il loro esordio con il DPR 416 /1974
(ministro MALFATTI ) a conclusione di un periodo
di profonde discussioni avviate con il 68 per
rendere più democratica l’organizzazione della
scuola.
• Le norme sul funzionamento e sulle competenze
del Collegio docenti e dei consigli di classe
formalizzavano il ruolo della componente docenti e
la dimensione collegiale, così il Consiglio di
disciplina degli studenti e il Comitato di valutazione
dei docenti per le competenze specifiche in merito
,ma è soprattutto l’apertura alla gestione della
scuola alle famiglie che è un evento straordinario e
che si carica di aspettative straordinarie.
• Le prime elezioni dei Consigli di circolo e istituto 1975 sono
eventi di partecipazione massiccia , di vivacissime
discussioni, di scontri anche durissimi tra opposte visioni
della scuola.
• Il Consiglio di circolo o di istituto sono presieduti da un
genitore e ancora adesso anche nella attuale proposta di
riforma 953 resta questo principio ‘simbolico’
dell’organismo di programmazione , di decisione politica e
di gestione del Bilancio , presieduto non dal Dirigente ,ma
dal rappresentante dell’utenza.
• Le competenze del Collegio , organo tecnico professionale e
del Consiglio, organo politico, del Dirigente che promuove e
coordina , del Comitato di Valutazione non sono
sostanzialmente cambiate neanche dopo l’Autonomia.
• Cambiato il Consiglio di disciplina degli alunni, dopo
l’emanazione dello STATUTO degli studenti e delle
studentesse Decreto 249 del 24 giugno 1998.
• Sono sostanzialmente cambiati o aboliti gli OOCC
territoriali.
• Il DL 233/1999 ha abolito i distrettuali e provinciali
prevedendo altri livelli, come il regionale, che non sono
stati mai attivati. Resta in vita il CNPI, presieduto dal
Ministro , con 74 rappresentanti delle realtà
associative, sindacali culturali. Organo tecnico
professionale. Da’ pareri obbligatori e/o facoltativi.
• Si sono susseguite molte discussioni e proposte sulla
rappresentanza delle scuole autonome e su altri
organismi a carattere territoriale. Si vedrà nella
prossima legislatura.
La Carta dei servizi scolastici

L’adozione della Carta dei servizi


scolastici (DPCM 7-5-1995) impegna
seriamente ciascuna unità scolastica a garantire
un servizio più orientato allo studente e perciò
qualitativamente migliore perché ancorato a
precisi standard o fattori di qualità.
Tali standard si identificano:
— nell’uguale possibilità di accesso e di fruizione
dei servizi scolastici secondo l’insegnamento
costituzionale (art. 34, 1° comma), cui si
accompagna l’impegno in favore dell’integrazione
degli alunni nella realtà scolastica con particolare
riguardo alle situazioni problematiche (studenti
lavoratori - stranieri - degenti negli ospedali -
internati negli istituti carcerari etc.);
— nell’imparzialità e regolarità dei servizi
scolastici da intendersi come obiettività ed equità
nella gestione della scuola;
— nella partecipazione alle scelte scolastiche nella
quale si fa rientrare il diritto dell’utente di scegliere
liberamente fra le istituzioni che erogano il servizio
scolastico e il coinvolgimento dello studente e dei
genitori nell’offerta formativa elaborata nel Progetto
educativo di istituto (c.d. contratto formativo);
— nella efficienza e trasparenza delle decisioni di
politica educativa, ma anche dei singoli servizi
amministrativi (ad es. i servizi di segreteria);
— nel costante aggiornamento didattico dei docenti,
punto focale della programmazione educativa.
Il sistema italiano di istruzione, oggi.

Il sistema italiano di istruzione è oggi fondato sul Titolo V della Parte II


della Costituzione (revisionato nel 2001), i cui contenuti sono stati
anticipati dalle “leggi Bassanini” del 1997-1998. Con tali
provvedimenti sono state trasferite o delegate agli enti territoriali
importanti funzioni amministrative in materia, quali la
programmazione dell’offerta formativa integrata tra istruzione e
formazione professionale, la programmazione sul piano regionale,
nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie, della rete
scolastica, i contributi alle scuole non statali e la determinazione del
calendario scolastico – assegnati alle Regioni (art. 138, co. 1, d.lgs. n.
112/98) – nonché l’istituzione, la soppressione e l’aggregazione di
scuole in attuazione della citata programmazione o i piani di
utilizzazione, d’intesa con le istituzioni scolastiche, dei relativi edifici ed
attrezzature, conferiti a Province (per l’istruzione secondaria superiore)
e Comuni (per gli altri gradi di istruzione) (art. 139, co. 1,d.lgs. n.
112/98).
Il nuovo art. 117 della Costituzione ha modificato la precedente
suddivisione delle competenze normative fra Stato e Regioni ordinarie,
basata sull’attribuzione al primo di tutto quanto riguardava l’istruzione,
salvo «l’istruzione artigiana e professionale» e «l’assistenza scolastica»
(affidate invece alla competenza concorrente), sostituendola con una
ripartizione ben più complessa.
Infatti, il secondo comma dell’art. 117, alla lett. n), riserva allo Stato la
competenza legislativa esclusiva a dettare le «Norme generali
sull’istruzione»; il terzo comma dell’art. 117 conferisce alla legislazione
concorrente – ossia alle Regioni, nel rispetto dei principi fondamentali
fissati dallo Stato – la disciplina dell’«istruzione, salva l’autonomia delle
istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e formazione
professionale»; detta istruzione e formazione professionale è affidata, ai
sensi del quarto comma del medesimo articolo, alla competenza
legislativa “residuale” regionale.
Le competenze legislative e amministrative degli enti territoriali.

Una volta delimitata la competenza legislativa regionale in materia di


istruzione, vediamo cosa la Costituzione abbia inteso assegnare
all’autonoma disciplina delle Regioni.
L’ambito in questione, delimitato da norme generali e livelli essenziali,
da una parte, e da principi fondamentali ed autonomia scolastica,
dall’altra, sembra riguardare:
a) la programmazione dell’offerta complessiva di istruzione in
relazione alle esigenze economiche e produttive del territorio;
b) la definizione, in aggiunta a quelli già fissati dallo Stato, di obiettivi
del sistema scolastico riferiti alla propria specificità territoriale;
c) la disciplina dell’organizzazione territoriale dell’offerta formativa.
A ciò devono aggiungersi, secondo una parte della dottrina:
d) la gestione amministrativa del personale scolastico, anche docente
(mentre il relativo stato giuridico rimane disciplinato dallo Stato);
e) la gestione organizzativa e contabile del diritto allo studio.
Le competenze del Ministero dell’Istruzione

Anche il Ministero della Pubblica Istruzione ed il suo


apparato periferico sono stati incisivamente riordinati alla
fine degli anni ’90: a seguito del d.lgs. n. 300 del 1999 di
“Riforma dell’organizzazione del Governo a norma dell’art.
11 della legge n. 59 del 1997”, è nato il nuovo Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica e
tecnologica.
Al nuovo Ministero sono state assegnate le funzioni di
indirizzo e di controllo del sistema di istruzione, al fine di
garantire l’identità nazionale dei percorsi educativi,
l’uniformità degli standard di qualità del servizio e
l’uguaglianza dei criteri di sviluppo del sistema educativo,
pur nel rispetto delle autonomie territoriali.
In particolare, il Ministero esercita le funzioni relative
all’istruzione universitaria, agli ordinamenti e programmi
scolastici, all’organizzazione generale dell'istruzione
scolastica e allo stato giuridico del personale, nonché i
compiti concernenti la predisposizione di criteri
e parametri per l’organizzazione della rete scolastica e per
l’attuazione delle politiche comunitarie europee in materia,
le funzioni di valutazione del sistema scolastico, di
determinazione ed assegnazione delle risorse finanziarie a
carico del bilancio dello Stato e del personale alle istituzioni
scolastiche, oltre ai compiti di consulenza e supporto alle
stesse.
L’organizzazione periferica del Ministero si articola
in Uffici scolastici regionali, di livello dirigenziale
generale (che hanno di fatto assorbito le
Sovrintendenze scolastiche regionali e i
Provveditorati agli studi), i quali svolgono, in qualità
di centri autonomi di responsabilità amministrativa e
in attuazione delle disposizioni dei Dipartimenti
ministeriali centrali, le funzioni rimaste di
competenza statale.
Di contro, alle istituzioni scolastiche autonome
spetta, oltre alla personalità giuridica, la
responsabilità di gestire e di organizzare il
percorso educativo, formativo e didattico degli
studenti, concertando con loro e con le loro
famiglie il loro itinerario formativo e culturale.
GLI ORGANI INDIVIDUALI
IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Le caratteristiche dirigenziali sono contenute nell’ art.


25 del D.Lgs. 165/01 e connotano il dirigente scolastico
come : legale rappresentante, datore di lavoro, sostituto
d’imposta e titolare di relazioni sindacali. La legge
15/09 e il D. Lgs. 150/09 hanno aumentato i poteri
dirigenziali in tema di organizzazione degli uffici e di
gestione del personale, mantenendo comunque intatto il
contenuto del citato art. 25 del D. Lgs 165/01 Le Legge
107/2015 conferma e rafforza le responsabilità del DS.
Leadership educativa e
management
RAPPORTO DI DIPENDENZA CON I
VERTICI DELL’AMMINISTRAZIONE

STAKEHOLDER STAKEHOLDER
ESTERNI INTERNI
(UTENZA / EE.LL) (DOCENTI / ATA /
RSU / OOCC)
Il dirigente scolastico come figura motrice della
governance interna

Il profilo professionale del dirigente scolastico, così come


emerge da numerosi articoli del D.Lgvo n. 165/2001,
rappresenta la “figura motrice” della governance di
scuola, in quanto gli viene richiesto di:
• attivare, costantemente, i processi innovativi;
• dare forma allo sviluppo organizzativo della scuola;
• assumere la funzione di leadership pedagogica della
scuola;
• interloquire in modo cooperativo con il territorio.
FUNZIONI DEL DIRIGENTE SCOLASTICO
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Nello specifico, la suddetta norma prevede che il D.S.:
 gestisca unitariamente la scuola;
 rappresenti legalmente l’istituzione che dirige;
 gestisca le risorse finanziarie, umane e strumentali;
 diriga e coordini le risorse umane;
 organizzi le attività scolastiche in base a criteri di efficacia ed
efficienza;
 assicuri la qualità della formazione, la collaborazione cultura
professionale, sociale ed economica del territorio interagendo
con gli Enti locali, la libertà di scelta educativa delle famiglie e
diritto di apprendimento
23
 Compiti specifici derivanti dalla gestione della Scuola sono:
 - la presidenza del Collegio dei Docenti, dei Consigli di Classe,
del Comitato di valutazione e della Giunta esecutiva del
Consiglio di Istituto;
 - l’esecuzione delle delibere di questi collegi; il mantenimento
dei rapporti con l’autorità scolastica centrale e periferica
(Ministero e Provveditorato);
 - la formazione delle classi, il ruolo docenti, il calendario delle
lezioni (insieme al Collegio dei Docenti).
 Le competenze e i compiti, sopra descritti, sono stati potenziati
dalla Legge n. 107/2015 che, si legge al Comma 1, dà piena
attuazione all’Autonomia delle Istituzioni scolastiche.
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 Le competenze e i compiti del D.S., descritte


sinteticamente nel comma 78 della suddetta legge,
proseguono nel solco tracciato dalle norme sopra
citate:
 “il dirigente scolastico, nel rispetto delle competenze
degli organi collegiali, fermi restando i livelli unitari e
nazionali di fruizione del diritto allo studio, garantisce
un'efficace ed efficiente gestione delle risorse umane,
finanziarie, tecnologiche e materiali, nonché gli
elementi comuni del sistema scolastico pubblico,
assicurandone il buon andamento.
25

 A tale scopo, svolge compiti di direzione, gestione,


organizzazione e coordinamento ed e' responsabile della
gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei
risultati del servizio secondo quanto previsto dall'articolo
25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, nonché
della valorizzazione delle risorse umane.”
 Le novità più rilevanti sono introdotte, invece, dai commi
4, 79, 80 e 127.
 Il comma 4 prevede che il Dirigente definisca gli indirizzi,
per le attività della scuola e delle scelte di gestione e
amministrazione, da seguire nell'elaborazione del PTOF.
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 I commi 79 e 80 prevedono che dall’anno scolastico 2016/17, siano


i Dirigenti a coprire i posti dell’organico dell’autonomia,
prioritariamente posti comuni e di sostegno, proponendo incarichi
triennali (quella che è stata diffusamente definita “chiamata diretta”)
ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento. La
proposta di incarico ai docenti viene formulata in coerenza con il
Piano triennale dell’offerta formativa e sulla base del curriculum,
delle esperienze e delle competenze professionali e anche di un
colloquio.
 Il comma 127 attribuisce, infine, al Dirigente scolastico il compito di
valorizzare il merito dei docenti di ruolo tramite l’assegnazione di
una somma di denaro, retribuita dall’apposito fondo previsto dal
comma 126. I criteri per individuare gli insegnanti più meritevoli
vengono stabiliti dal novellato Comitato di valutazione (comma 129).
ORGANI COLLEGIALI
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Il Dirigente Scolastico:

 Indice le elezioni dei rappresentanti dei genitori degli alunni, del personale
docente ed A.T.A. negli organi collegiali di Istituto
 Presiede il Collegio dei Docenti, il Comitato per la valutazione del servizio
degli insegnanti, i Consigli di Classe, Interclasse, Intersezione, la Giunta
Esecutiva, i GLIS (gruppo di lavoro per l’inclusione )ed i GLIC ( gruppo di
lavoro interistituzionale sul caso )
 Convoca gli Organi Collegiali di cui sopra, le assemblee dei genitori e la
prima seduta del Consiglio di Istituto
 Convoca le riunioni del Comitato Genitori
 Cura la calendarizzazione delle riunioni degli OO. CC.
 Cura la preparazione dei documenti necessari nelle riunioni degli OO. CC.
 Esegue le delibere degli Organi Collegiali
 Predispone, al termine di ogni anno scolastico, una relazione consuntiva da
presentare al Consiglio di Istituto
RAPPORTI CON UTENTI ED ENTI ESTERNI
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Il Dirigente Scolastico:

 Cura i rapporti con le famiglie degli alunni


 Comunica alle famiglie, con diverse modalità (circolari, avvisi, stampa,
sito…), il Piano dell’ Offerta Formativa, gli orari, il calendario
scolastico, l’organizzazione dell’Istituto ecc.
 Attiva i necessari rapporti con gli Enti Locali e con le diverse realtà
istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio per
la predisposizione del P.O.F.
 Cura i rapporti con gli Uffici Scolastici territoriali, con l’Az. U.S.L.
 Partecipa alle conferenze di servizio istituzionali
 Firma accordi di rete con altri Istituti Scolastici per il raggiungimento
delle finalità istituzionali, con lo scopo di favorire attività di ricerca,
sviluppo, formazione e per utilizzare in modo più razionale le risorse
messe a disposizione dal M.I.U.R. e dagli EE. LL. (Progetti P.I.A., Sport
in Cartella, Musicascuola, Bibliolandia, Comenius, Insegnare Scienze
Sperimentali, L.I.M. ecc.)
GESTIONE DELLA SICUREZZA
SUL LAVORO
Il Dirigente Scolastico:
 Adotta i provvedimenti di urgenza strettamente necessari e quelli richiesti per
garantire la sicurezza della scuola
 Nomina il Responsabile e gli addetti del Servizio di Prevenzione e Protezione
 Redige il documento di valutazione dei rischi
 Predispone il Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (S.G.S.L.)
 Richiede tempestivamente all’E.L. l’adempimento degli interventi strutturali e di
manutenzione necessari per garantire la sicurezza dei locali
 Cura la buona conservazione degli edifici, degli arredi, dei materiali
 Dispone il divieto di fumo nei locali scolastici
 Denuncia all’INAIL gli infortuni degli alunni e del personale
GESTIONE AMMINISTRATIVA
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Il Dirigente Scolastico:
 Regola e vigila i lavori dell’Ufficio di Segreteria e ne firma gli atti e i certificati: disciplina
assenze anche on-line, visite fiscali, detrazioni fiscali, tabelle stipendi suppl. temporanei,
pratiche di pensionamento, anno di formazione, superamento del periodo di prova del
personale neo immesso in ruolo, stesura graduatorie, gestione fascicoli personali,
iscrizioni alunni, adozioni libri di testo, stampa schede di valutazione, viaggi e visite
didattiche
 Impartisce direttive per l’organizzazione ed il funzionamento dei servizi amministrativi:
raccolta della documentazione, archiviazione, protocollo (cartaceo/informatico),
corrispondenza (cartacea ed elettronica), stampa e duplicazione documenti, circolari;
elaborazioni statistiche
 Fissa i turni di servizio del Personale A.T.A. sentito il D.S.G.A.
 Consulta il Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi e informa il Personale A.T.A.,
prima dell’inizio dell’anno scolastico, sugli specifici aspetti di carattere generale ed
organizzativo inerenti al P.O.F.
 Impegna ed ordina nei limiti degli stanziamenti del Programma Annuale le spese
deliberate dal Consiglio d’Istituto: acquisti, compensi per esperti, acquisizione servizi ecc.
 Firma, unitamente al D.S.G.A., gli ordini di incasso e di pagamento e qualsiasi altro atto
contabile che comporti un impegno di spesa
 Gestisce il contenzioso (conciliazione, preparazione documenti per ricorsi)
 Cura il rispetto della normativa relativa alla Privacy
 Firma contratti, convenzioni, accordi
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I collaboratori del
dirigente
• Il dirigente scolastico può individuare, nell’ambito
dell’organico dell’autonomia, fino al 10 per cento di
docenti che lo coadiuvano in attività di supporto

Anp - La Buona Scuola


organizzativo e didattico dell’istituzione scolastica
• Il 10% è il limite massimo
• Si tratta di docenti che coadiuvano il dirigente nelle
funzioni organizzative particolarmente complesse
• Possono essere nominati anche in tempi diversi.
E’ abbastanza agevole notare come la mission descritta, per
compiersi, debba essere accompagnata da uno stile dirigenziale
non gerarchico, mirato alla condivisione a alla partecipazione
alle decisioni, basato più sul potere della relazione che sul
potere di posizione, insieme manageriale e leaderistico.
Bisogna considerare, infatti, che la presenza degli organi
collegiali pone in posizione di equiordinazione la dirigenza
scolastica nei confronti dei due organi collegiali della scuola.
Ciò comporta, di conseguenza, la necessità di una continua
azione di mediazione e coordinamento del dirigente scolastico,
che rappresenta ancora il terminale del processo decisionale,
ma non più in senso verticale e gerarchico, bensì in senso
orizzontale, come nodo di una rete già esistente sul piano
normativo, ma da configurare, alimentare e far crescere sul
piano organizzativo.
Appare evidente, dunque, come il governo di
questo complesso modello di governance chiede
di essere gestito principalmente dal dirigente,
che è chiamato indubbiamente ad utilizzare il
potere della relazione e della leadership e le
competenze manageriali, ma anche strumenti
formali quali atti di indirizzo, note esplicative,
direttive.
 In merito alle nuove competenze conferite al dirigente
scolastico, in primo luogo, occorre sottolineare che tali
innovazioni sono indicate principalmente nei commi
78 – 94, ma l’intero testo legislativo richiama
l’importanza assunta dal nuovo ruolo assegnato.
 In questa direzione, il comma 78 prevede che il dirigente
scolastico garantisca “un’efficace ed efficiente gestione
delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e
materiali, … assicurandone il buon andamento … A tale
scopo, svolge compiti di direzione, gestione,
organizzazione e coordinamento ed è responsabile della
gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei
risultati del servizio”, così come già previsto dall’attuale
ordinamento (art. 25 dlvo 165/01).
 Nello specifico il nuovo ruolo del dirigente scolastico è
determinante nello svolgimento di una serie di attività
critiche per la vita della scuola, relativamente a:
 a) definizione degli indirizzi per l’elaborazione del Piano
triennale dell’offerta formativa (elaborato dal collegio dei
docenti e approvato dal consiglio d'istituto), delle attività
della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione;
b) instaurazione di rapporti con gli enti locali e con le
diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche
operanti nel territorio, finalizzati all’elaborazione del Piano
triennale;
 c) individuazione di imprese ed enti pubblici e privati
disponibili all’attivazione dei percorsi di alternanza scuola-
lavoro, all’interno di un apposito registro presso le camere
di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
 d) proposta degli incarichi ai docenti di ruolo assegnati
all’ambito territoriale di riferimento, per la copertura
dei posti nell’istituzione scolastica;
 e) individuazione del personale da assegnare ai posti
dell’organico dell'autonomia, con le modalità di cui ai
commi da 79 a 83 e formulazione della proposta di
incarico, in coerenza con il piano triennale dell'offerta
formativa;
 f) individuazione , di concerto con gli organi, di
percorsi formativi e iniziative in tema di orientamento e
valorizzazione del merito scolastico e dei talenti;
 g) individuazione nell’ambito dell’organico
dell’autonomia fino al 10% di docenti che lo coadiuvano
in attività di supporto organizzativo e didattico;
 h) presidenza del Comitato per la valutazione
dell’attività dei docenti, compresa la valutazione del
periodo di formazione e di prova; i) assegnazione
annuale al personale docente di una somma del
Fondo per la valorizzazione del merito del personale
docente, su motivata valutazione, elaborata in base ai
criteri individuati dal comitato per la valutazione dei
docenti;
 j) possibilità di ridurre il numero di alunni per classe
(DRP 81/2009), anche in rapporto alle esigenze degli
alunni disabili;
 k) possibilità di effettuare sostituzioni per le assenze
fino a 10 giorni, utilizzando i docenti dell’organico
dell’autonomia.
 Inoltre, a partire dall’anno scolastico 2016/17, per la
copertura dei posti di personale docente il dirigente
scolastico formula ai docenti la proposta di incarico
triennale rinnovabile in coerenza con il Piano dell’offerta
formativa, in base ad una serie di criteri: incarichi
proposti ai docenti di ruolo assegnati all’ambito
territoriale di riferimento, prioritariamente sui posti
vacanti anche tenendo conto delle candidature dei docenti
e della precedenza (artt.21 e 33 Legge 104/99); in
assenza di docenti abilitati, si può ricorre a docenti
abilitanti in altra classe di concorso, purché in possesso di
titoli di studio validi e competenze professionali coerenti
con gli insegnamenti da impartire. Infine, il dirigente
scolastico può svolgere colloqui, valorizzando curriculum,
esperienze e competenze
 Ovviamente, così come i docenti, anche l’attività del dirigente
scolastico è sottoposto ad una valutazione, che sarà effettuata
in base a quanto previsto dall’articolo 25, comma 1, del
decreto legislativo 165/01(Riforma Brunetta).
Nell’individuazione degli indicatori per la valutazione del
dirigente scolastico si tiene conto del contributo fornito al
perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio
scolastico previsti nel rapporto di autovalutazione, nonché dei
seguenti criteri generali: a) competenze gestionali
b) valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali del
personale dell'istituto c) apprezzamento del proprio
operato all’interno della comunità professionale e sociale;
d) contributo al miglioramento del successo formativo e
scolastico degli studenti e) direzione unitaria della
scuola, promozione della partecipazione e della
collaborazione tra le diverse componenti della comunità
scolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di
scuole.
GLI ORGANI INDIVIDUALI: IL DSGA
Il Dsga prima di essere un organizzatore, un comunicatore
ed anche un tecnico deve essere un giurista chiamato ogni
giorno ad applicare ed interpretare le norme.
Deve avere:
•Conoscenza dell’ordinamento generale e settoriale delle
fonti e della loro gerarchia
•Fondamentali del diritto : discipline e codici
•Metodo di ricerca e aggiornamento
•Capacità di avviare, seguire concludere i procedimenti
•Capacità di predisporre i provvedimenti
SOVRINTENDE ai servizi generali e amministrativo-contabili e
ne cura l’organizzazione, avendo il personale ata alle sue dirette
dipendenze.
ORGANIZZA l’attività del personale ata nell’ambito delle
direttive impartite dal dirigente scolastico. ( direttive di massima
– vedi anche art. 25 c. 5 D.Lgs. 165/01 )
ATTRIBUISCE al personale ata incarichi di natura organizzativa
ed autorizza prestazioni eccedenti l’orario d’obbligo ( anche
quelle costituenti intensificazione di prestazioni lavorative ). Per
le prestazioni aggiuntive del DSGA ( straordinario e
intensificazione ) occorre l’autorizzazione del DS SVOLGE
attività di istruzione predisposizione e formalizzazione degli atti
amministrativi e contabili

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