Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
1
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– I Unità Didattica – Lezione 1
UNITÀ DIDATTICA:
“GLI SVILUPPI NORMATIVI FINO ALLA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO”
2
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
3
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
4
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
5
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– I Unità Didattica – Lezione 2
6
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
7
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
superiore. I saperi e le competenze essenziali sono riferiti a quattro assi culturali: dei
linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale.
Il D.M. 22-8-2007, n. 139, cd. regolamento sul nuovo obbligo scolastico di istruzione,
contiene le indicazioni nazionali sulle competenze ed i saperi che tutti i giovani devono
possedere a sedici anni, indipendentemente dalla scuola che frequentano, in modo da
assicurare l’equivalenza formativa di tutti i percorsi, nel rispetto dell’identità dell’offerta
formativa e degli obiettivi che caratterizzano i curriculi dei diversi ordini, tipi ed indirizzi di
studio.
I saperi e le competenze essenziali sono riferiti a quattro assi culturali:
dei linguaggi;
matematico;
scientifico-tecnologico;
storico sociale.
Tali saperi sono articolati in abilità, capacità e conoscenze con riferimento al sistema
d’iscrizione previsto per l’adozione del Quadro Europeo dei Titoli e delle Qualifiche (EQF).
Essi costituiscono il tessuto per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati
all’acquisizione delle competenze chiave che preparino i giovani alla vita adulta e, al tempo
stesso, sono la base per consolidare ed accrescere saperi e competenze in un processo di
apprendimento permanente.
L’obbligo d’istruzione si realizza a partire dall’anno 2007-2008 in una prima fase di
attuazione e ha carattere di sperimentazione. A tal fine è prevista la predisposizione di linee
guida e di un piano d’intervento sostenuto dall’Agenzia nazionale per lo sviluppo e
l’autonomia scolastica e dall’Istituto Nazionale per la valutazione del sistema educativo di
istruzione e formazione.
D) La riforma Gelmini
Il D.L. 1 settembre 2008, n. 137 (cd. decreto Gelmini) convertito in L. 169/2008 ha dato,
poi, il via ad una serie di riforme della scuola italiana, improntate alla razionalizzazione e
ottimizzazione delle risorse umane della scuola, ai sensi del D.L. 112/2008 conv. in L.
133/2008, che sono state oggetto uno scontro tra istituzioni e parti sociali. Tale riforma
8
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
9
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– I Unità Didattica – Lezione 3
10
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
11
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
12
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
ateneo. Al termine dell’anno di applicazione i docenti con esito positivo, potranno essere
ammessi a concorso per l’assunzione nelle scuole.
La consapevolezza del ruolo strategico dell’istruzione per la crescita della persona, si è
ispirata all’obiettivo del miglioramento qualitativo del sistema scuola attraverso:
il ripristino di un sistema coerente di obiettivi di apprendimento, con l’adozione in via
sperimentale delle indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia primaria e secondaria di
primo grado – D.M. 31 luglio 2007;
l’innalzamento dell’obbligo dell’istruzione a 10 anni e la sua successiva fissazione,
con D.M. 22 agosto 2007, n. 139;
la riorganizzazione degli istituti tecnici e professionali e del Sistema dell’Istruzione e
Formazione Tecnica Superiore, cui ha dato abbrivio la L.40/2007 e il succ. D.P.C.M. 25
gennaio 2008, in qualità di percorsi formativi di rango pari a quelli dei licei;
il rafforzamento dei sistemi di valutazione interni alla scuola, con la riforma degli
esami di Stato – L.1/2007 con gli interventi recati dai D.M. 22 maggio 2007, n. 42 e D.M.3
ottobre 2007, n. 80 recupero dei debiti formativi con il riconoscimento e la valorizzazione
delle eccellenze di cui al D.Lgs. 29 dicembre 2007, n. 262, con i provvedimenti (DD.Lgs. 14
gennaio 2008, nn. 21 e 22) per l’orientamento degli studenti, il rapporto con le università ed
il mondo delle professioni e del lavoro;
il rafforzamento dei sistemi di valutazione esterni alla scuola;
il sostegno all’autonomia scolastica, con il finanziamento diretto alle scuole e
l’incremento delle risorse necessarie per le supplenze e per il funzionamento amministrativo e
didattico;
la creazione di presupposti e l’impostazione di un miglioramento nell’organizzazione
del lavoro e per la valorizzazione del personale, con la trasformazione (comma 605, art. 1 L.
296/2007) delle graduatorie permanenti degli insegnanti in graduatorie a esaurimento e la
modifica del regolamento delle supplenze con modalità di maggiore rapidità ed economicità.
13
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– I Unità Didattica – Lezione 4
14
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
15
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
16
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
17
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– I Unità Didattica – Lezione 5
La scuola media nasce con la legge 31-12-1962, n. 1859 perseguendo tali finalità:
- scuola della formazione dell’uomo e del cittadino;
- scuola che colloca nel mondo;
- scuola orientativa;
- scuola secondaria.
Ciascuna scuola ha, di regola, 24 classi e non oltre.
La Legge n. 517 del 4-8-1977 ha apportato modifiche sostanziali alla scuola di base
rifiutando i voti tradizionali e sostituendoli con un giudizio di qualità. Ha provveduto a sanare
la carenza di attenzione rivolta ai soggetti portatori di handicap, inserendoli nella scuola di
tutti ed assistendoli. Così la legge 104/92 garantisce l’integrazione scolastica del portatore di
handicap e lo sviluppo delle sue potenzialità.
La Legge n. 468 del 18-6-1977 modifica il piano di studi e riforma l’esame di licenza
media stabilendo prove scritte di italiano, scienze matematiche, lingua straniera e prove orali
risolvibili in un colloquio pluridisciplinare su tutte le materie programmatiche.
b) Le indicazioni nazionali per i piani di 10%. Le classi con alunni disabili saranno
studio individualizzati: i contenuti sono costituite, di norma con non più di 20 alunni.
rintracciabili in tre macro-aree che sono quella c) La valutazione. Per ciò che riguarda la
19
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
Nel caso della scuola secondaria è necessario stabilire il momento in cui deve iniziare il
percorso dedicato all’acquisizione di specifiche competenze finalizzate alla formazione del
docente. Va ricordato, al riguardo, che l’articolazione della scuola secondaria pone problemi
differenti.
La scuola secondaria inferiore (e le classi di abilitazione a essa dedicate) è parte
integrante della scuola dell’obbligo, si rivolge a una fascia d’età che presenta particolari
problematiche psico-pedagogiche. L’insegnante deve saper gestire il passaggio dalla scuola
elementare a un livello superiore che ha finalità più mirate all’acquisizione di conoscenze e
competenze specifiche. Egli agisce nel momento delicato di passaggio dall’infanzia
all’adolescenza ed ha anche rilevanti responsabilità educative nella formazione del giovane in
quanto cittadino.
I docenti che operano in ogni classe, e che costituiscono il Consiglio di classe, svolgono la
propria azione educativa oltre che attraverso l’attività di insegnamento apprendimento delle
proprie discipline, anche accompagnando il processo formativo e di crescita degli allievi
secondo uno stile di corresponsabilità educativa che ha come centro la persona dell’alunno. A
questo scopo il primo dovere di ogni docente è quello di approfondire ed adeguare il proprio
bagaglio di conoscenze e competenze.
E' importante, a questo proposito, l'indicazione che viene data del profilo esplicito della
professione docente, fatto di competenze teoriche (cultura generale di base, specifico
disciplinare, tecnologie di comunicazione, didattica generale e disciplinare, conoscenza dei
processi comunicativo-relazionali), operative (progettazione e pratica didattica, attività di
valutazione, uso degli strumenti di verifica, uso delle tecnologie didattiche, organizzazione
dei gruppi) e sociali (relazione e comunicazione), e l'affermazione che è quindi l'insieme di
queste competenze che deve essere arricchito ed aggiornato.
Insieme all'approfondimento della preparazione professionale è altrettanto rilevante il
dovere verso l'autovalutazione, come strumento per correggere e migliorare. Ed ancora, è
significativa l'affermazione, forse fatta per la prima volta in Italia, che è dovere di ciascun
docente contrastare, per quanto possibile, l'accesso alla professione di persone incompetenti.
Dopo decenni di sanatorie e immissioni in ruolo, è questa la prima condizione necessaria e
indispensabile per ridare autorità e prestigio alla professione docente.
20
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
Insieme al valore del merito, come è stato sopra indicato, viene sancita l'importanza di
salvaguardare l'autonomia della professione sia da imposizioni politiche, ideologiche o
religiose, sia da eccessi normativi e burocratici. Il lavoro dell'insegnante si nutre di relazioni
umane e cresce con esse. E' dunque dovere del docente impedire che queste siano isterilite
dall'ipertrofia delle regole. Infine, un richiamo forte al fatto che la valorizzazione e la
salvaguardia della professione docente richiedono il superamento dell'individualismo e lo
sviluppo di forme associative coerenti. A questo fine si sottolinea l'importanza dell'impegno
di ciascun docente nei confronti dell'associazionismo professionale, come strumento per fare
assurgere i docenti a vera e propria forza sociale, capace di fare valere il proprio giusto peso.
21
Unità Didattica 1
___________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– I Unità Didattica – Riferimenti bibliografici
22
A cura di: dott.ssa Valentina Vaccaro
23
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– II Unità Didattica – Lezione 1
UNITÀ DIDATTICA:
“IL SECONDO CICLO D’ISTRUZIONE”
24
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
consegue un titolo abilitante per l’accesso diretto ed immediato alla facoltà di Magistero.
Con la frequenza di un corso annuale integrativo è possibile l’accesso a qualsiasi facoltà
universitaria.
Scuola magistrale (R.D. 11 agosto 1933, n. 1286)
Consiste in un corso di studi triennale la cui finalità è stata, tradizionalmente, quella di
preparare all’insegnamento nella scuola materna, cui in concreto si poteva accedere tramite
concorso abilitante.
Istituti tecnici (L. 5 giugno1931, n. 889)
Hanno lo scopo di preparare i giovani all’esercizio di funzioni tecniche o
amministrative. L’istituzione tecnica comprende 9 indirizzi: istituto tecnico agrario, istituto
tecnico commerciale, istituto tecnico industriale, istituto tecnico per geometri, istituto
tecnico nautico, istituto tecnico per perito aziendale e corrispondente in lingue estere,
istituto tecnico per il turismo, istituto tecnico aeronautico, istituto tecnico per attività
sociali.
Istituti professionali.
Hanno per fine quello di preparare per l’esercizio di specifiche mansioni nei settori
commerciali e dei servizi, industriale ed artigianato, agrario e marittimo. Con D.M. 17
febbraio 1997 sono stati definiti orari e programmi di insegnamento relativi ad aree di
indirizzo nei settori: audiovisivo, della ceramica, fotografico e marittimo.
Licei artistici (R.D. 31 dicembre 1923, n. 3123)
Offrono una preparazione nel campo delle arti figurative. Hanno durata quadriennale e
si dividono in due sezioni: la prima avvia allo studio della pittura, scultura, decorazione e
scenografia; la seconda allo studio dell’architettura. Le due sezioni hanno un primo biennio
in comune. Si può accedere all’Accademia delle Belle Arti dopo un anno integrativo.
Istituti d’arte (R.D. 31 dicembre 1923, n. 3123)
Si propongono il fine di addestrare al lavoro ed alla produzione artistica. Ha durata
triennale. La L. 14 settembre 1970, n. 692 ha stabilito che presso gli istituti statali possono
essere istituiti corsi sperimentali professionali.
La L. 8-8-1995, n. 352 ha disposto l’abolizione degli esami di riparazione negli
istituti e scuole di istruzione secondaria superiore. In luogo degli esami di riparazione la L.
25
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
26
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Oltre alla valutazione periodica e annuale, al termine di ciascuno dei due bienni, i
docenti effettuano una valutazione ai fini di verificare l’ammissibilità dello studente al
terzo ed al quinto anno, subordinata all’avvenuta raggiungimento di tutti gli obiettivi di
istruzione e formazione, ivi compreso il comportamento.
La non ammissione al secondo anno dei predetti bienni può essere disposta per gravi
lacune, formative e comportamentali, con provvedimenti motivati. Al termine del quinto
anno sono ammessi all’esame di Stato gli studenti valutati positivamente nell’apposito
scrutinio.
Con la L. 11 gennaio 2007, n. 1 sono state dettate Disposizioni in materia di esami
di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore. A parziale
modifica delle previsioni della L. 10 dicembre 1997, n. 425 la L.1/2007 dispone che
all’esame di Stato sono ammessi:
gli alunni delle scuole statali paritarie che abbiano frequentato l’ultimo anno di
corso, valutati positivamente e saldati i debiti formativi;
gli alunni delle scuole pareggiate o legalmente riconosciute, alle stesse condizioni
di cui sopra, nelle quali continuano a funzionare corsi di studio ai sensi dell’art. 1-bis,
comma 6, del decreto legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito con modificazioni, della
legge 3 febbraio 2006, n. 27.
Ai sensi delle previsioni del D.L. 137/2008 (cd. decreto Gelmini) e in base all’Ordinanza Ministeriale n.
40 dell’8 aprile 2009, che detta le istruzioni relative allo svolgimento degli esami di Stato per l’anno
scolastico 2008/2009, si intendono valutati positivamente gli alunni che nello scrutinio finale conseguono la
media del 6.
L’esame prevede 3 prove scritte ed un colloquio: 1)accerta la padronanza della lingua
italiana, logiche-linguistiche; 2) ha per oggetto le materie caratterizzanti il corso; 3)
esprime l’autonomia didattico-metodologica ed è a carattere multidisciplinare. Il colloquio
si svolge su argomenti di interesse multidisciplinare attinenti ai programmi ed al lavoro
didattico dell’ultimo anno. La lingua d’esame è la lingua ufficiale d’insegnamento. A
conclusione viene dato un voto finale in centesimi con un minimodi 60/100. Gli esami
degli alunni con handicap sono disciplinati in coerenza con la legge 5 febbraio 1992,
n.104.
27
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– II Unità Didattica – Lezione 2
28
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
29
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
30
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
31
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– II Unità Didattica – Lezione 3
Il secondo ciclo di istruzione è stato oggetto della cd. riforma Gelmini, che ne ha
progettato anche un riassetto del sistema dei licei e degli istituti tecnici. La riforma dei licei
è stata approvata il 12 giugno 2009 in prima lettura dal Consiglio dei Ministri. Si tratta di
una riforma epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la
modernizzazione del sistema scolastico italiano. Con questa riforma si vuole:
32
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
33
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
34
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
La riforma Gelmini prevede, inoltre, l’intensificazione dello studio della lingua inglese
che sarà obbligatorio per i cinque anni di corso per tutte le scuole e delle ore scientifiche e
di matematica al liceo classico e allo scientifico. Negli istituti tecnici al quinto anno, una
delle materie sarà insegnata in lingua inglese, mentre nei nuovi licei le lingue obbligatorie
saranno due.
Come abbiamo visto, l’art. 1 del D.L. 137/2008 convertito con L. 169/2008 ha
introdotto, per tutte le scuole di ogni ordine e grado, lo studio della disciplina
“Cittadinanza e Costituzione” a inserire nel monte ore di storia e geografia e studi
sociali, che non concorrono alla valutazione del rendimento degli studenti.
Il documento di indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di “Cittadinanza e
Costituzione” prevede percorsi specifici per ogni ordine e grado di istruzione.
Nella scuola secondaria di secondo grado si dovrà approfondire lo studio della
Costituzione anche attraverso anche attraverso l’analisi dell’attualità, la messa in pratica
del proprio impegno nel volontariato, la promozione del rispetto e della tutela
dell’ambiente, la promozione del fair play e dei valori positivi dello sport ed i principi di
educazione stradale.
35
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– II Unità Didattica – Lezione 4
Con D.Lgs. 29 dicembre 2007, n. 262 si è data attuazione alla delega conferita con la
L. 11 gennaio 2007, n. 1, art. 2, comma 1 laddove il legislatore autorizza il Governo ad
emanare norme per incentivare l’eccellenza negli studenti ottenuta a vario titolo nei
percorsi d’istruzione.
Il D.Lgs. 262/2007 prevede l’incentivazione delle eccellenze (art.1) al fine di
valorizzare la qualità dei percorsi compiuti dagli studenti frequentanti i corsi di istruzione
superiore delle scuole statali paritarie e di riconoscerne i risultati elevati. È una misura per
innalzare il livello di apprendimento degli studenti, incoraggiando il proseguimento del
percorso di istruzione nei licei, negli istituti tecnici e professionali e nella formazione
tecnica superiore. Il risultato raggiunto nei percorsi d’eccellenza è riconosciuto e certificato
e garantisce l’acquisizione di crediti formativi e varie forme di premiazione.
Si prendono in considerazione sia esiti personali che traguardi di gruppo (art. 2, comma
4) e si può tenere conto delle votazioni scolastiche (art. 2, comma 6), che vengono in
questa prospettiva pienamente valorizzate, nonché dei sistemi di certificazione ad alto
livello di standardizzazione e con validità internazionale, ormai sviluppati nel settore delle
lingue straniere e delle tecnologie informatiche (art. 2, comma 5).
Varie forme d’incentivo sono individuate come ulteriore sostegno all’eccellenza e
possono tradursi, per i vincitori di gare o competizioni in ambito culturale o artistico, in
misure quali il conferimento di benefit ed accreditamenti per l’accesso a biblioteche, muse,
luoghi di cultura; per coloro che conseguono risultati di eccellenza nell’ambito dei
competizioni a carattere professionale sono previsti: l’ammissione a tirocini formativi, la
partecipazione ad iniziative a carattere formativo, i viaggi di istruzione e le visite presso
centri specialistici, nonché, con criteri da adattare alle singole situazioni, benefici
economici o altri riconoscimenti (art. 4).
36
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
E’ altresì individuata come eccellenza la votazione di 100 con l’attribuzione della lode
conseguita dagli studenti nell’esame di Stato conclusivo dei corsi di istruzione secondaria
superiore dell’anno scolastico 2009/2010. (D.M. 22 nov. 2009, art.1)
Il D.Lgs. 14 gennaio 2008, n. 21 prevede che gli istituti d’istruzione secondaria
superiore statali e paritaria, nell’ambito della propria autonomia, possono organizzare
percorsi di orientamento finalizzati alla scelta dei corsi di laurea universitari e dei
corsi dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica operando in raccordo con le
università, anche consorziate tra loro e le istituzioni
Con la Riforma Gelmini, dunque, numerose sono state le novità introdotte. Per avere
un quadro più sistematico si schematizzano le principali novità relativamente agli anni
scolastici 2008/2009 e 2009/2010.
Annualità 2008/2009
Valutazione: ritorno del voto in decimi e del voto in condotta determinante ai fini della
promozione o della bocciatura (come riportato nel capitolo successivo).
Maggiore attenzione all’edilizia scolastica: stanziamento di ulteriori finanziamenti per
l’edilizia scolastica. Sono stati messi a disposizione 1 miliardo di euro autorizzati dal Cipe
che si aggiungono a quelli previsti dal piano triennale per la messa in sicurezza degli
istituti scolastici.
Scuola digitale: sono stati stanziati 18 milioni di euro per la digitalizzazione della
scuola. Dal novembre 2008, 10.000 lavagne interattive sono arrivate in 11.000 classi a
partire dalle scuole secondarie di primo grado.
37
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Introduzione dei tetti di spesa per le scelte dei libri da parte degli insegnanti:
gli insegnanti devono scegliere libri di testo che abbiano un prezzo inferiore ai tetti di
spesa fissati dal Ministero. È, inoltre, chiesto agli insegnanti di individuare preferibilmente
i libri disponibili, in tutto o in parte, su internet. In questo modo è possibile tenere
maggiormente sotto controllo il prezzo dei testi e andare incontro alle richieste delle
famiglie.
Stesso libro per 5 anni: i testi scelti non potranno essere cambiati per almeno 5 anni
nella primaria e 6 anni nella secondaria
Annualità 2009/2010
Scuola primaria.
Maestro unico prevalente alle elementari: si passerà al modello educativo del maestro
unico prevalente, un’unica figura di riferimento per i bambini. Successivamente questo
modello coinvolgerà le altre classi in modo graduale. Abolite, dunque, le compresenze e
confermato il tempo pieno. Ogni quadro orario, da 24, 27, 30 o 40 ore, prevederà il
maestro unico; con l’introduzione del maestro unico, l’eliminazione delle compresenze ed
alcuni risparmi dovuti alla razionalizzazione degli organici si libereranno più maestri per
aumentare il tempo pieno. Si passerà quindi da 7000 classi prime del 2008/2009 a più di
9000 classi prime che a partire da questo anno scolastico potranno usufruire del modello
orario a 40 ore settimanali. Questo aumento sarà possibile grazie a una serie di azioni
messe in atto dal Ministero: dimensionamento della rete scolastica (circa 350 scuole sono
state accorpate grazie anche all’impegno delle Regioni); soppressione delle compresenze.
Scuola secondaria di I grado.
Riformulazione dell’orario delle lezioni. Più qualità e meno quantità. Da quest’anno
l’orario scolastico della scuola media sarà di 30 ore settimanali, consentendo una
distribuzione razionale delle lezioni. Anche il tempo prolungato sarà ricondotto ad orario
normale di 30 ore. Sarà autorizzato solo in presenza di requisiti strutturali e di servizio che
38
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
rispondano alle aspettative delle famiglie e potrà essere di 36 ore elevabili, se richiesto
dalla maggioranza delle famiglie, a 40 ore. Da questo anno scolastico il voto finale
dell’esame di terza media sarà calcolato facendo una media aritmetica delle prove orali, di
quelle scritte (inclusa la prova nazionale Invalsi) e del voto di ammissione.
Scuola secondaria di II grado
Pagelle on-line: dall’a.s. 2009/2010 sarà possibile consultare on line sul sito delle
scuole le pagelle. Sarà, inoltre, possibile segnalare ai genitori le assenze dei figli tramite
sms; è previsto l’ingresso di giovani precari nella scuola ed infine, a settembre, potranno
iscriversi alla scuola dell’infanzia anche i bambini di 2 anni e mezzo.
39
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– II Unità Didattica – Lezione 5
40
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
41
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Saranno ammessi direttamente agli esami di Stato gli studenti che in quarta hanno
conseguito 8/10 in ciascuna materia e nel comportamento e che hanno riportato una
votazione non inferiore al 7 in ciascuna disciplina, 8 per la condotta nelle classi seconda e
terza. L'educazione fisica concorre come ogni altra disciplina alla determinazione
della media dei voti. Relativamente alla valutazione del comportamento, il 5 in condotta
sarà attribuito dal Consiglio di classe per gravi violazioni dei doveri degli studenti definiti
dallo Statuto delle studentesse e degli studenti, purché prima sia stata data allo studente
una sanzione disciplinare. Inoltre, l'insufficienza in condotta dovrà essere motivata con un
giudizio e verbalizzata in sede di scrutinio intermedio e finale.
Per la valutazione degli alunni con disabilità si dovrà tener conto, oltre che del
comportamento, anche delle discipline e delle attività svolte sulla base del piano educativo
individualizzato. Inoltre si prevede, per gli alunni disabili, la predisposizione di prove di
esame differenziate, corrispondenti agli insegnamenti impartiti e idonei a valutare il
progresso dell'alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali.
Per gli alunni in situazione di difficoltà specifica di apprendimento debitamente certificate,
per la prima volta viene dettata una disciplina organica, con la quale si prevede che, in sede
di svolgimento delle attività didattiche, siano attivate adeguate misure dispensative e
compensative e che la relativa valutazione sia effettuata tenendo conto delle particolari
situazioni. Resta confermato l'obbligo scolastico fino al sedicesimo anno di età, sempre nel
quadro del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione.
Il regolamento recante norme per a riorganizzazione della rete scolastica (D.P.R. 16
marzo 2009) dispone relativamente alla formazione delle classi iniziali negli istituti e
scuole d’istruzione secondaria di secondo grado che le classi del primo anno siano
costituite, di norma, con non meno di 27 allievi. Gli eventuali alunni che risultano non
inseriti, sono distribuite tra le classi dello stesso istituto e senza superare, comunque, il
numero 30 di alunni per classe; quando le iscrizioni non superano le 30 unità, si costituisce
un a sola classe.
Le classi del primo anno di corso di sezioni staccate, scuole coordinate, sezioni di
diverso indirizzo o specializzazioni funzionanti con un solo corso devono essere costituite,
di norma, con un numero di alunni non inferiore a 25.
42
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Le classi intermedie sono costituite in numero pari a quello delle classi di provenienza
degli alunni, purché siano formate con un numero di alunni non inferiore a 22; altrimenti si
procede alla ricomposizione delle classi secondo i criteri indicati per le classi iniziali.
Rimane la possibilità, valida per le scuole di ogni ordine e grado, di aumentare i
parametri di composizione delle classi ma non oltre il 10%. Le classi con alunni disabili
saranno costituite, di norma, con non più di 20 alunni.
Per ciò che riguarda il rapporto tra aziende e studenti, la riforma Gelmini, con
l’obiettivo di creare un legame sempre maggiore tra le richieste del mondo del lavoro e la
scuola, prevede che durante il quinto anno di studi, le singole istituzioni scolastiche,
nell’ambito della loro autonomia, diano la possibilità agli studenti di effettuare uno stage
presso un’azienda.
43
Unità Didattica 2
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– II Unità Didattica – Riferimenti bibliografici
44
A cura di: dott.ssa Valentina Vaccaro
45
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– III Unità Didattica – Lezione 1
UNITÀ DIDATTICA:
“L’AUTONOMIA SCOLASTICA”
46
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
47
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
modalità del riscontro delle gestioni delle istituzioni scolastiche, in conformità con quanto
previsto dall’art. 21, comma 14 L.59/1997.
La gestione finanziaria delle scuole si esprime in termini di competenza, è improntata a
criteri di efficacia, efficienza ed economicità e si conforma ai principi di trasparenza,
annualità, universalità, integrità, unicità.
L’attività finanziaria-contabile si svolge sulla base di un programma annuale che
costituisce il documento contabile di base ed è deliberato dal Consiglio d’istituto su
proposta del dirigente scolastico in coerenza con le previsioni del POF. Ad esso è stata
adeguata pubblicità mediante affissione all’albo della scuola.
Nel programma sono indicate tutte le entrate, nonché gli stanziamenti di spesa
aggregati per le esigenze del funzionamento amministrativo e didattico generale, per i
compensi spettanti al personale dipendente per effetto di norme contrattuali e/o
disposizioni di legge, per le spese d’investimento e per i singoli progetti da realizzare. Le
spese non possono superare le entrate.
Ad ogni singolo progetto compreso nel programma e predisposto dal dirigente
scolastico per l’attuazione del POF è allegata una scheda illustrativa finanziaria. Per ogni
progetto deve essere indicata la fonte di finanziamento, la spesa per la sua realizzazione e
le quote di spesa attribuite a ciascun anno finanziario, fatta salva la possibilità di
rimodulare, mediante il riporto nella competenza dell’esercizio successivo delle somme
non impegnate al 31 dicembre dell’esercizio di riferimento.
Ai fini della tempestiva elaborazione del programma, l’ufficio scolastico regionale
provvede a comunicare alle istituzioni scolastiche una dotazione certa di risorse
finanziarie, fatte salve eventuali integrazioni conseguenti all’approvazione della legge di
bilancio dello Stato. L’approvazione del programma comporta autorizzazione
all’accertamento delle entrate e all’assunzione degli impegni delle spese ivi previste. Le
entrate accertate ma non riscosse durante l’esercizio e le spese impegnate e non pagate
entro la fine dell’esercizio costituiscono, rispettivamente, residui attivi e passivi.
Il Consiglio d’istituto verifica, entro il 30 giugno, le disponibilità finanziarie
dell’istituto, nonché lo stato di attuazione del programma per apportare le modifiche che si
48
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
49
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– III Unità Didattica – Lezione 2
L’autonomia didattica
50
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
51
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
Nella predisposizione del POF e del relativo curricolo didattico si manifesta appieno
l’autonomia progettuale, didattica, organizzativa, di ricerca e sviluppo che è propria
dell’istituzione scolastica, un’autonomia funzionale alla piena valorizzazione e
realizzazione della persona umana così come richiamato dalla normativa sull’autonomia
quanto dalla successiva legge n. 53/03 la quale, in proposito sancisce che “ il principio
educativo della scuola è dato dalla centralità del soggetto che apprende, con la sua
individualità e con la rete di relazioni che lo legano alla famiglia e ai diversi ambiti
sociali, regionali ed etnici. È la persona che apprende, la persona nella sua identità, con i
suoi ritmi e le sue peculiarità, ciò a cui la scuola deve sempre guardare per farsi capace di
portarla il più vicino possibile alla piena acquisizione delle competenze in uscita dal
primo ciclo, di base, come dal secondo ciclo”.
Il POF è coerente con gli obiettivi generali educativi dei diversi tipi e indirizzi di
scuola, determinati a livello nazionale e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale,
ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale
dell’offerta formativa. Il POF è il risultato di una larga concertazione, che ogni Dirigente
scolastico è invitato a promuovere presso gli enti locali e presso tutte quelle realtà
istituzionali e private che esprimono in modo autentico le esigenze, i bisogni, i valori
socio-culturali ed economico-produttivi corrispondenti a ciascuna area territoriale. Ciò al
fine di acquisire elementi per definire i curricoli, gli obiettivi e i progetti finalizzati ad un
tipo di formazione educativa.
Il Piano è elaborato dal Collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali per le
attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal Consiglio di
circolo o di istituto, tenuto conto dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni
di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie dagli studenti.
Il Piano è reso pubblico attraverso la consegna agli alunni ed alle famiglie al momento
dell’iscrizione.
Il POF definisce in forma analitica:
curricoli obbligatori corrispondenti all’ indirizzo di studio, percorsi didattici
alternativi, obbligatori e facoltativi, curriculari ed extracurriculari;
52
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
53
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– III Unità Didattica – Lezione 3
In particolare:
55
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
56
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
57
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– III Unità Didattica – Lezione 4
Certamente la scuola deve avere la capacità di leggere una domanda formativa che
oggi è complessa, veloce, globale; una domanda così condizionante che ci mette sulla
difensiva, quasi ad interpretare il ruolo di chi fa resistenza di fronte al cambiamento. E’
vero, spesso la scuola viene considerato come un "un luogo istituzionalmente appartato"
rispetto ai flussi dei tanti messaggi che giungono dall’esterno.
Abbiamo diritto al rispetto dei nostri tempi di sedimentazione, al nostro pensiero
"lento", al nostro dovere di rilanciare un progetto disinteressato, fatto di ideali e valori
aperti, nei confronti della comunità e del territorio in cui operiamo.
Molto spesso si dice che la scuola dell’autonomia dovrà rispondere con più prontezza
ai bisogni del territorio. Si punterà, dunque, alla promozione dello sviluppo (sociale civile)
di una comunità. Non si tratta semplicemente di saldare la scuola con il territorio, perché se
la comunità fosse un ambiente sociale con prospettive ristrette, probabilmente ci sarebbe
bisogno di rilanciare, di riallargare gli orizzonti, di porsi di fronte a quella comunità, a
quelle domande e a quei bisogni, avendo in mente un’ipotesi culturale più ampia e
convincente.
Anche le società ad alto sviluppo tecnologico come quelle occidentali (ormai definite
società della "conoscenza" o dell’"apprendimento") non richiedono di per sé un elevato
livello culturale per tutti i loro membri. E’ sufficiente il 10 % di membri con alte capacità
cognitive, per dirigerla e orientarne i processi culturali ed informativi. Gli altri potrebbero
trasformarsi in semplici fruitori di consumi materiali e culturali, senza più intervenire
consapevolmente sulle scelte. La formazione non è, dunque, una variabile neutrale di
fronte alle scelte di sviluppo di una società, perché si trasforma in una scelta "politica" nel
senso più alto del termine.
Anche l’autonomia della scuola non sfugge a questo dilemma: il suo significato sta
nelle finalità che la società intende attribuire alla scuola, in termini nazionali e locali. In
58
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
fondo, la scuola è fondativa dell’identità nazionale e locale (ed oggi, potremmo dire, anche
europea).
E’ necessario costruire progetti formativi sostenibili a partire dalla scuola, dai ragazzi,
dagli insegnanti, cioè bisogna passare dai saperi (come enunciazioni generali) ai curricoli
(ai percorsi praticabili), per poter giungere alle competenze dei ragazzi (cioè ai traguardi
formativi da perseguire). Questa è la scommessa fondamentale dell’autonomia nei prossimi
anni. Per evitare una deriva organizzativistica, bisogna entrare nel "core curriculum". Non
si può più aggirare l’autonomia, pensando che si riduca a qualche progetto educativo di
carattere integrativo o facoltativo. Nella fase iniziale della sperimentazione dell’autonomia
ha spesso prevalso una logica di tipo aggiuntivo, l’idea che si potesse realizzare
l’autonomia aggiungendo alcune attività, organizzando alcuni percorsi innovativi spesso
facoltativi. Va comunque, ricordato che ci sono grossi vincoli di tipo giuridico per entrare,
ora, nelle dimensioni curricolari della scuola. Progettare l’offerta formativa non significa
incrementare l’offerta di tipo aggiuntivo, ma piuttosto reinterrogarsi sui compiti formativi
della scuola, sugli obiettivi forti, sulle competenze dei ragazzi, sugli obiettivi formativi che
ci proponiamo di realizzare. Nella scuola, in fondo, un bambino, un adolescente, un
ragazzo, deve incontrare i saperi della società degli adulti. Questa è anche l’ipotesi
epistemologica. Ma come si incontrano i saperi, per diventare competenti? Come si riesce
ad organizzare un incontro coinvolgente, emozionante, con una mediazione forte da parte
della scuola, degli insegnanti? Se l’autonomia è un’ipotesi pedagogica, dunque, ci vuole
un’interpretazione pedagogica, piuttosto che semplicemente giuridica, amministrativo o
organizzativa. L’autonomia è la capacità di costruire una buona ambientazione didattica
per favorire l’incontro dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti con i saperi, perché oggi
troppo spesso, questo incontro non avviene. Troppe volte i saperi restano lontani dalla
possibilità di coinvolgere i ragazzi. Questo è il senso che noi dobbiamo dare ai prossimi
mesi di ricerca, di sviluppo dell’autonomia: entrare nel merito del curricolo, cominciare a
costruire ipotesi di ricerca sul valore formativo delle discipline. Andrebbe sempre ricordato
che una delle qualificazioni forti dell’autonomia è proprio l’autonomia di ricerca e di
sviluppo. Significa che la scuola si fa delle domande importanti: "cosa sono i saperi ? cos’è
l’apprendimento di un ragazzo? perché non c’è apprendimento? come coinvolgere ed
59
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
60
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
In tale ottica un ruolo fondamentale sarà, sempre più, svolto dalla piena istituzione di
un sistema di formazione continua per tutti i soggetti professionali che popolano la scuola
(dirigenti scolastici, docenti, personale amministrativo, tecnico e ausiliare) al fine di dare
risposte efficaci alla gestione delle tre variabili sistemiche fondamentali: Autonomia,
Valutazione, Responsabilità.
61
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– III Unità Didattica – Lezione 5
Il sistema scolastico italiano, sistema che deve essere funzionale alle esigenze
formative emergenti, sollecitando nella società fatti nuovi capaci di essere risposta vera ai
bisogni educativi, oggi più che mai ha subito numerosi cambiamenti. Occorrono educatori
capaci di dare vita ad esperienze reali e, attraverso condizioni sociali e politiche, che
rendano possibile l’esercizio della libertà, educativa e formativa.
La libertà di apprendimento, la libertà di educazione, la libertà di insegnamento, la
libertà di aggregazione sono condizioni indispensabili perché la persona possa crescere,
appunto, in libertà e quindi con responsabilità. C’è il diritto della persona all’educazione,
all’istruzione, allo studio. C’è la responsabilità primaria dei genitori e delle famiglie di
educare e di istruire i propri figli, nonché degli insegnanti.
Sostenere ciò significa riconoscere la responsabilità educativa dei genitori e degli
insegnanti e sostenere il loro dovere-diritto naturale e costituzionale a mantenere, educare e
istruire.
Genitori/docenti, due ruoli, due istituzioni diverse, preposte a compiti diversi benché
convergenti: l’educazione del ragazzo. Entrambi i soggetti sono impegnati a fare le cose
bene, ma ciascuno secondo un suo centro di interesse e una sua idea.
Tuttavia i doveri insiti nei ruoli, che non debbono essere confusi, non possono
sopprimere l’aspetto legato alle singole persone: ognuna ha un ruolo pubblico e un ruolo
privato. Tutti e due i soggetti istituzionali hanno diritto di cittadinanza.
Parlare di scuola e famiglia, oggi, significa parlare di due grandi primati, ognuno dei
quali ha la sua competenza nel proprio campo e non vuole cedere nessuna delle proprie
prerogative.
E’ stato il regolamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche a dare inizio a
qualche ostilità, in quanto esso ha assegnato ai vari soggetti, a partire dalle scuole e dagli
62
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
63
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
64
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
65
Unità Didattica 3
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– III Unità Didattica – Riferimenti bibliografici
66
A cura di: dott.ssa Valentina Vaccaro
67
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– IV Unità Didattica – Lezione 1
UNITÀ DIDATTICA:
“GLI ORGANI COLLEGIALI”
Come affermato dall’art. 3 del T.U. 297/94, l’istituzione nella scuola degli organi
collegiali risponde all’intento di favorirne “la gestione sociale”, o meglio di non relegare in
uno sterile isolamento l’istituzione scolastica e coloro che in essa vi operano nel delicato
compito di trasmissione della cultura e di elaborazione di essa nel processo quotidiano di
sviluppo della personalità dell’alunno (art. 2 L. 30-07-1973 n. 477).
E’ parso, dunque, più che mai necessario il coinvolgimento della società in tute le sue
componenti (famiglia, rappresentanti degli enti locali, organizzazioni sindacali) nella
gestione della scuola al fine di consentirne l’adeguamento alle mutevoli e contingenti
esigenze, talchè essa si configuri come qualcosa di più complesso e articolato: una vera e
propria comunità che “interagisce con la più vasta comunità sociale e civica, nel rispetto
degli ordinamenti della scuola e dello Stato ciascuno indipendente ed autonomo”. La
gestione sociale e partecipata della scuola viene attuata attraverso varie strutture
partecipative previste a livelli diversi, nelle quali sono presenti componenti di “estrazione
non burocratica” (SALAZAR) ma di derivazione sociale tali da potersi parlare di un
fenomeno di deburocratizzazione (SALAZAR).
Già con la L. 537/1993 (art. 4, comma 7, lett. O) si è delegato il Governo
all’emanazione di decreti legislativi che provvedano tra l’altro al “potenziamento degli
organo collegiali della scuola, come organi di partecipazione e di gestione delle istituzioni
scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, da parte delle diverse componenti e
delle famiglie da valorizzare in relazione al rafforzamento dell’autonomia scolastica,
nonché le modalità di lezione dei componenti del Consiglio di circolo o di istituto e quelle
68
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
69
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
70
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
71
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– IV Unità Didattica – Lezione 2
Il termine per la costituzione dei nuovi organi collegiali territoriali è stato fissato dal
D.Lgs. 233/1999 nel 31/12/2002.
Tuttavia fino all’insediamento dei suddetti organi collegiali restano in carica quelli
precedentemente insediati e continuano ad applicarsi le disposizioni del D.Lgs.
297/1994.
A) Il livello locale: i Consigli scolastici locali
a) il distretto scolastico
Sull’onda delle istanze politiche e partecipative sollecitate dai movimenti studenteschi
degli anni 1968/70 nasce l’esigenza di dare vita ad organismi esponenziali degli interessi
non solo pedagogici, ma anche più squisitamente politici e sociali di cui si fa portatrice una
collettività locale organizzata.
La L. 477/73, il cui disposto è richiamato dagli artt. 16 e ss. del D.Lgs. 297/94, si fa
carico di siffatte istanze prevedendo che su proposta delle Regioni, sentiti gli enti locali
interessati e gli organi dell’amministrazione scolastica periferica competenti, il Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca provvede con proprio decreto a suddividere
il territorio regionale in comprensori detti distratti scolastici nell’ambito dei quali deve
essere assicurata la compresenza di ogni ordine e grado di scuola (escluse le università, i
conservatori di musica e le accademie di belle arti).
Nella determinazione del distratto occorre tener conto di alcuni criteri individuati
dall’art. 17 del T.U. delle leggi sull’istruzione:
l’estensione territoriale non deve essere superiore a quella provinciale.
Eccezionalmente, di un distretto possono far parte Comuni limitrofi anche se appartenenti
giuridicamente a Province diverse. La legge dispone in particolare la coincidenza dei
distretti scolastici con gli ambiti territoriali dei distretti previsti dalla normativa di riforma
sanitaria (D. Lgs. 502/92) quali articolazioni delle ASL;
72
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
73
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
b) Competenze
Il Consiglio scolastico provinciale esprime funzioni:
consultive
esprime parere obbligatorio alla regione e agli organi dell’amministrazione
periferica della pubblica istruzione sui piani annuali e pluriennali di sviluppo e di
distribuzione territoriale delle istituzioni scolastiche ed educative;
esprime parere obbligatorio agli organi dell’amministrazione periferica della
pubblica amministrazione sulle proposte di ripartizione dei fondi destinati alle spese di
funzionamento dei distretti scolastici e dei circoli e degli istituti, su ritardi di promozione,
dispensa o decadenza dal servizio e su riammissione in servizio del personale docente
appartenente alla scuola materna elementare e media;
esprime pareri vincolanti agli organi dell’amministrazione periferica della pubblica
amministrazione sui trasferimento d’ufficio del personale docente delle scuole materne,
elementari e medie per accertata situazione di incompatibilità;
esprime parere agli organi dell’amministrazione periferica della pubblica
amministrazione in ordine ai ricorsi proposti contro le decisioni in materia disciplinare
degli alunni, adottate dai consigli di classe e dalla giunta esecutiva degli istituti.
di proposte e di coordinamento
formula proposte al MIUR e alla regione per il coordinamento delle iniziative in
materia di adempimento dell’obbligo scolastico e attuazione del diritto allo studio;
determina i criteri generali per il coordinamento dei servizi di orientamento
scolastico, di medicina scolastica e di assistenza psico-pedagogica;
accerta e indica il fabbisogno di edilizia scolastica per la formulazione dei relativi
piani di finanziamento;
formula annualmente una relazione sull’andamento generale dell’attività scolastica
e dei servizi scolastici della provincia;
compila gli elenchi del personale docente per la nomina nelle commissioni
giudicatrici di concorsi;
predispone programmi e forme di integrazione e sostegno a favore degli alunni con
handicap uditivi.
74
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
75
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– IV Unità Didattica – Lezione 3
A) Generalità
La base della struttura partecipativa della scuola disegnata dal D.P.R. 31/05/1974, n.
416 e poi fatta propria dal D. Lgs. 297/94 è rappresentata dagli organi collegiali che
operano a livello di circolo e di istituto.
A norma degli artt. 5 e ss. del T.U. delle leggi sull’istruzione essi sono:
il Consiglio di intersezione nella scuola materna;
il Consiglio di interclasse nelle scuole elementari;
il Consiglio di classe negli istituti di istruzione secondaria;
il Collegio dei docenti;
il Consiglio di circolo o di istituto e la giunta esecutiva;
il Comitato per la valutazione del servizio dei docenti.
B) Consiglio di intersezione, di interclasse e di classe
Il Consiglio di intersezione, proprio della scuola materna, è composto dai docenti delle
sezioni dello stesso plesso e dei docenti di sostegno , se presenti, quando essi risultino
contitolari delle classi interessate ex art. 315, comma 5, D. Lgs. 297/94, nonché da un
rappresentante eletto dai genitori degli alunni iscritti.
Il Consiglio di interclasse, proprio della scuola elementare, è composto dai docenti dei
gruppi di classi parallele o dello stesso ciclo o dello stesso plesso. Fanno inoltre parte per
ciascuna delle classi interessate un rappresentante eletto dai genitori degli alunni iscritti e i
docenti di sostegno.
Il Consiglio di classe, proprio della scuola secondaria, è composto dai docenti di ogni
singola classe (compresi i docenti di sostegno). Siedono nel consiglio di classe anche gli
insegnanti teorico-pratici, pur nel caso in cui il loro insegnamento si svolge in
compresenza. Essi hanno parte a pieno titolo e con pienezza di voto deliberativo. Fanno ,
invece, parte a solo titolo consultivo gli assistenti addetti alle esercitazioni di laboratorio
76
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
che coordinavano i docenti delle corrispondenti materie tecniche e scientifiche negli istituti
tecnici, professionali e nei licei. Per la scuola media fanno parte 4 rappresentanti dei
genitori; per la scuola secondaria superiore ed artistica 2 rappresentanti dei genitori e 2
rappresentanti degli studenti.
Rimangono ferme le competenze demandate al Consiglio di classe da leggi e
regolamenti anteriori, in quanto compatibili. A titolo esemplificativo citiamo:
le deliberazioni sull’accoglimento delle domande degli alunni che chiedono di
trasferirsi all’Istituto nel corso dell’a.s.;
le deliberazioni sulla possibilità di iscrizione nell’istituto degli alunni provenienti
da scuole italiane all’estero o da scuole estere;
la formulazione del giudizio analitico sul profitto conseguito dallo studente su
ciascuna delle materie studiate nell’ultimo anno di corso; il Consiglio delibera a
maggioranza.
La durata degli organi in esame è di un anno.
C) Collegio dei docenti
E’ un organo omogeneo in quanto esclusivamente composto dal personale insegnante
con esclusione di elementi stranieri. La sua formulazione è automatica, in quanto per
rivestire la qualità di membro è sufficiente la qualifica di insegnante di ruolo. Fanno parte
del collegio dei docenti anche gli assistenti dei licei e degli istituti tecnici, gli insegnanti di
arte applicata e gli assistenti dei licei artistici, che svolgono attività di insegnamento nelle
classi funzionanti nell’istituto, nonché i docenti di sostegno che “assumono la con titolarità
delle classi del circolo o di istituto”. Il Collegio dei docenti è presieduto dal dirigente
scolastico, il quale, in sua assenza, non può delegare. Il Collegio si insedia all’inizio
dell’a.s. e si riunisce ogni volta che il dirigente ne ravvisi la necessità, oppure quando 1/3
dei componenti ne faccia richiesta, comunque almeno una volta ogni trimestre o
quadrimestre.
I poteri del Collegio sono complessi:
poteri di amministrazione attiva o deliberanti: delibera su tutto quello che riguarda
il funzionamento didattico: programmazione dell’azione educativa, adeguamento dei
programmi di insegnamento alle esigenze ambientali, libri di testo e scelta dei sussidi
77
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
didattici; delibera altresì ai fini della valutazione degli alunni. L’art. 3 del D.P.R. 275/1999
affida al Collegio dei docenti l’elaborazione del P.O.F. (piano dell’offerta formativa).
potere di proposta nei confronti del preside per la formazione e composizione delle
classi e assegnazione dei docenti, per la formulazione dell’orario delle lezioni e per lo
svolgimento delle altre attività scolastiche.
poteri propulsivi: promuove iniziative di sperimentazione e di aggiornamento dei
docenti. Relativamente a quest’ultimo punto, và citato l’art. 7, comma 2, D.P.R. 275/1999
che affida al Collegio dei docenti l’approvazione di accordi di rete per la parte in cui siano
previste attività. Promuove ed attua iniziative per alunni portatori di handicap e per gli
stranieri adotta misure idonee a garantire una valida formazione.
poteri di valutazione dell’azione didattica.
poteri di indagine nel caso di alunni segnalati da docenti di classe sulla base del
parere di specialisti con compiti medico-socio-psicopedagogici e di orientamento.
poteri consultivi relativi alla sospensione dal servizio e cautelare del personale
docente.
poteri elettivi.
D) Il Consiglio di circolo e di istituto e la Giunta esecutiva
Ai sensi dell’art. 10 T.U. in materia di istruzione il Consiglio di circolo o di istituto è
organo le cui attribuzioni interessano e investono il governo economico finanziario della
scuola. E’ composto da 14 componenti nelle scuole con alunni fino a 500; ovvero 19
componenti in scuole con alunni superiori a 500. Di esso fanno parte i rappresentanti del
personale insegnante e non, i genitori, i rappresentanti degli studenti, il Dirigente. Alle
riunioni possono prendere parte, a titolo consultivo, anche gli specialisti con compiti
medico psico-pedagogici e di orientamento. Il Consiglio dura in carica 3 anni scolastici.
Relativamente all’attività consultiva il Consiglio esprime pareri circa l’andamento
generale, didattico e amministrativo del circolo o istituto, nonché indica i criteri relativi
alla formazione delle classi, all’adattamento dell’orario delle lezioni e delle altre attività
scolastiche alle condizioni ambientali e al coordinamento organizzativo del Consiglio di
intersezione, di interfaccia e di classe, nel rispetto delle competenze degli altri organi. Gli
atti deliberativi del consiglio sono atti definitivi impugnabili con ricorso al TAR o con
78
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
ricorso straordinario al Capo dello Stato. Il Consiglio si riunisce in orario non coincidente
con l’orario delle lezioni e compatibilmente con gli impegni di lavoro dei suoi componenti
(L. 14-01-1975, n. 1, art. 6), su richiesta del presidente della Giunta esecutiva oppure della
maggioranza dei suoi componenti. I Consigli di circolo o di istituto eleggono nel proprio
seno una Giunta esecutiva, della quale fanno parte di diritto il Direttore didattico o il
Preside.
E) Comitato per la valutazione del servizio degli insegnanti
E’ composto dal Dirigente che lo presiede, da 2 o 4 membri effettivi e da 1 o 2 membri
supplenti a seconda che la scuola o l’istituto abbia sino a 50 o più di 50 insegnanti; il
segretario viene designato dal presidente tra i docenti membri del comitato stesso. I suoi
membri sono eletti dal Collegio dei docenti e viene rinnovato annualmente.
Il Comitato è competente ad esprimere il parere al dirigente per la conferma in ruolo
dopo il periodo di prova del personale docente che opera nella scuola. A tal fine l’art. 440
del D. Lgs. 297/94 dispone che l’elemento valutativo per il comitato sia una relazione sulle
esperienze e sulle attività svolte dal docente interessato.
Per quanto riguarda la valutazione del servizio degli insegnanti, il comitato procede
soltanto su richiesta scritta dell’interessato e previa relazione del dirigente, tenuto conto
dell’abolizione delle note di qualifica per incompatibilità delle stesse con la libertà di
insegnamento.
79
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– IV Unità Didattica – Lezione 4
Nelle elezioni degli organi collegiali l’elettorato attivo e passivo spetta ai componenti
delle rispettive categorie rappresentate e partecipanti a tali organismi. Quanto alle
incompatibilità e alle condizioni di ineleggibilità, l’art. 16 dell’O.M. 15-7-1991, n. 215
come modificata dall’O.M. 17-6-1998, n. 277 dispone che il personale sospeso dal servizio
a seguito di procedimento penale o disciplinare, o che si trovi sospeso cautelarmene in
attesa di procedimento penale o disciplinare, non può esercitare in alcun caso l’elettorato
attivo o passivo.
Gli elettori che facciano parte di più componenti (es. docente genitore di un alunno)
esercitano l’elettorato attivo e passivo per tutte le componenti a cui partecipano.
Gli elettori suddetti che siano stati eletti in rappresentanza di più componenti nello
stesso organo collegiale, devono optare per una delle rappresentanze. Tuttavia il candidato
eletto in più Consigli di circolo e di istituto, anche se per la stessa componente, non deve
presentare opzione e far parte di entrambi i consigli.
I docenti in ogni caso devono rinunciare all’eventuale carica elettiva, ottenuta come
appartenenti alla componente genitori, in seno ai Consigli di interclasse e di classe e ai
Consigli di intersezione. Le elezioni delle componenti rappresentative nei Consigli di
circolo o di istituto e negli organi collegiali destinati a scomparire ovvero Consigli
scolastici distrettuali, Consigli scolastici provinciali e Consiglio nazionale della pubblica
istruzione avvengono sulla base del sistema proporzionale in relazione a liste di candidati
per ciascuna componente. Le liste dei candidati sono contrassegnate da un numero
progressivo riflettente l’ordine di presentazione. Il numero delle preferenze che l’elettore
può esprimere è proporzionale al numero dei seggi da attribuire alla categoria.
Lo svolgimento delle elezioni è disciplinato con Ordinanza del Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (O.M. 15-7/1991, n. 215).
I due momenti della vita degli organi collegiali sono:
80
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
81
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
82
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
di due ore. Non possono aver luogo nel mese conclusivo delle lezioni, né l’assemblea di
classe può essere tenuta sempre nello stesso giorno della settimana. Il comitato studentesco
di istituto, che è espresso dai rappresentanti degli studenti nei Consigli di classe, è
l’organismo di rappresentanza degli studenti.
Il consiglio di istituto, a tale comitato riconosce il potere di esprimere pareri o
formulare proposte secondo quanto previsto dalla L. 537/1993.
Relativamente alla assemblee dei genitori, esse possono essere di tre tipi: di sezione, di
classe e di istituto. Le assemblee possono svolgersi fuori o dentro i locali della scuola
previa autorizzazione del Dirigente scolastico. L’assemblea di istituto è convocata:
su richiesta del Presidente dell’assemblea, ove sia stato eletto;
dalla maggioranza del Comitato dei genitori, qualora i rappresentanti dei genitori
nei consigli di intersezione, di interclasse e di classe abbiano costituito tale organo;
da almeno 100, 200 o 300 genitori a seconda che le popolazioni scolastiche siano
composte da un numero di alunni fino a 500, 1000 o oltre 1000.
Il Dirigente scolastico, sentita la Giunta esecutiva del Consiglio di circolo o di istituto,
autorizza l’assemblea.
83
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– IV Unità Didattica – Lezione 5
Gli organi collegiali della scuola, come gli organi individuali, hanno competenze che
gli sono demandate dalla legge. Il T.U 297/94 disciplina le competenze degli organi
collegiali scolastici. Tali competenze, secondo la prevalente dottrina e la consolidata
giurisprudenza, sono vincolanti , nel senso che possono essere esercitate solo dall'organo al
quale, esse, sono state attribuite.
Da questo ne discende che tali competenze specifiche dell'organo collegiale della
scuola (Collegio docenti, consiglio di interclasse o di classe, Consiglio d'istituto) non sono
atti né delegabili, né avocabili. Un organo infatti non può demandare ad un altro organo le
proprie attribuzioni e né tanto meno avocare a sè competenze di altri organi. Perchè un
organo collegiale quindi, svolge i propri compiti, espletando funzioni che effettivamente
gli sono attribuite dalla legge, occorre che tutti i suoi membri siano a conoscenza delle
competenze specifiche dell'organo di cui essi sono componenti.
A tal punto il Ministero è così intervenuto in materia di competenze: "Le competenze
di tutti gli organi collegiali sono disciplinate dalle disposizioni aventi forza di legge e
pertanto, le disposizioni stesse non consentono deroghe o autonome assunzioni di
competenze diverse da quelle stabilite.
Gli organi collegiali , pertanto, non possono:
a) trasferire o delegare il proprio potere ad agli altri organi;
b) modificare norme che disciplinano direttamente una determinata materia;
c) attuare o autorizzare iniziative di sperimentazione se non con l'osservanza delle
norme vigenti sull'argomento;
e) sostitutirsi al dirigente scolastico nell'esercizio delle competenze di tale organo
individuale.
84
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
85
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
DIRIGENTE
CONSIGLIO DI DOCENTI
SCOLASTICO
CIRCOLO/ ISTITUTO
Ha il compito di Definisce “gli “In attuazione
predisporre “gli strumenti indirizzi generali per le dell’autonomia scolastica i
attuativi del piano attività della scuola e le docenti, nelle attività
dell’offerta formativa”. scelte generali di gestione collegiali, elaborano,
(C.C.N.L. 1999, art. 19, c. 2) e di amministrazione” attuano e verificano, per
E’ “responsabile (D.P.R. n° 275/99, art. 3) gli aspetti pedagogici-
della gestione delle risorse Delibera su didattici, il piano
finanziarie e strumentali e numerosi aspetti dell’offerta formativa,
dei risultati del servizio. Nel riguardanti adattandone
rispetto delle competenze “l’organizzazione e la l’articolazione alle
degli organi collegiali programmazione della vita differenti esigenze degli
scolastici, spettano al e dell’attività della scuola, alunni e tenendo conto del
dirigente scolastico nei limiti delle contesto socio-economico
autonomi poteri di direzione, disponibilità di bilancio”. di riferimento”.
di coordinamento e di (D.L.vo n° 297/94, art. 8) (C.C.N.L. 1999, art. 23)
valorizzazione delle risorse Dispone in ordine “Hanno il compito
umane”. “all’impiego dei mezzi e la responsabilità della
( D.L.vo n° 165/01, art. 25, finanziari per quanto progettazione e
c. 2) concerne il funzionamento dell’attuazione del
Ha l’obbligo di amministrativo e processo di insegnamento
relazionare periodicamente didattico”; indica i criteri e di apprendimento”.
al Consiglio di Circolo o al generali relativi alla (D.L.vo n° 275/99, art. 16)
Consiglio di Istituto sulla “formazione delle classi, Esercitano la
direzione e il coordinamento all’assegnazione ad esse “libertà d’insegnamento,
dell’attività formativa, dei singoli docenti, intesa anche come libertà
organizzativa e all’adattamento dell’orario di ricerca e innovazione
amministrativa “al fine di delle lezioni”. metodologica e didattica”.
garantire la più ampia (D.L.vo n° 297/94, art. 10) (D.L.vo n°165/01, art. 25, c.
informazione e un efficace
3)
raccordo per l’esercizio delle
competenze degli organi
86
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
Il processo educativo nella scuola si costruisce in primo luogo nella comunicazione tra
docente e studente e si arricchisce in virtù dello scambio con l'intera comunità che attorno
alla scuola vive e lavora. In questo senso la partecipazione al progetto scolastico da parte
dei genitori è un contributo fondamentale. Gli Organi collegiali della scuola, che - se si
esclude il Collegio dei Docenti - prevedono sempre la rappresentanza dei genitori, sono tra
gli strumenti che possono garantire sia il libero confronto fra tutte le componenti
scolastiche sia il raccordo tra scuola e territorio, in un contatto significativo con le
dinamiche sociali.
87
Unità Didattica 4
_________________________________________________________________________
Legislazione scolastica
– IV Unità Didattica – Riferimenti bibliografici
88