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La competenza ad erogare il servizio è dei Comuni per le scuole del primo ciclo di istruzione,
ovvero scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado; della Provincia per
le suole del secondo ciclo di istruzione, ovvero la scuola secondaria di secondo grado (art. 139 del
Decreto Legislativo 112/98 - Trasferimenti alle province ed ai comuni).
L’enti erogatore del servizio (Comuni o Provincia) decide a chi affidare il servizio, che può essere
appaltato ad enti del Terzo Settore (ad una Cooperativa sociale, in forma singola o associata, o ad
un Consorzio di cooperative sociali) oppure possono essere formate delle graduatorie per titoli, o
anche possono essere contrattualizzati dalle scuole direttamente (di solito quando si tratta di
progetti che la scuola ha presentato in Regione e che hanno ottenuto il finanziamento).
Il caso più frequente di espletamento del servizio è quello di affidamento ad un’Impresa sociale del
Terzo Settore (detto “Terzo” per distinguersi dal “Primo” Settore che afferisce allo Stato e alla
Pubblica Amministrazione, e dal “Secondo” che afferisce al Mercato e alle Imprese), che se ne
aggiudica la gestione tramite gara d’appalto indetta dall’Ente committente.
2. non profit: non perseguono fini di lucro. Tutte le risorse sono utilizzate per i costi di
gestione dell’ente stesso e dei servizi e progetti realizzati.
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La procedura di gara si svolge tramite un bando pubblico, pubblicato con Determina dirigenziale, a
cui le imprese sociali interessate, che rispondono ai criteri di ammissione richiesti, partecipano alla
selezione. Il servizio in appalto è descritto nel Capitolato Speciale d’Appalto che contiene: finalità,
obiettivi, procedure di funzionamento del servizio, standard di qualità, professionalità, monte-ore
complessivo, importi a base d’asta ecc.
Il vincitore, ossia l'impresa che meglio si allinea ai requisiti di aggiudicazione, stabiliti nel
disciplinare di gara, e la cui offerta tecnica ed economica risulta più vantaggiosa per l’ente
appaltante (secondo un rapporto di qualità/prezzo), stipula il contratto di appalto e si occupa della
sua esecuzione, ovvero della realizzazione del progetto esecutivo presentato nell’offerta tecnica
alle condizioni di prezzo presentate nell’offerta economica.
La figura dell’assistente specialistico
Trattandosi di un servizio di natura educativa, oltre che assistenziale, l’assistenza specialistica
dev’essere espletata da educatori professionali con titolo di laurea, o comunque abilitati
all’esercizio della professione di educatore. Tuttavia, l’autonomia degli enti locali ha fatto sì che
alcuni comuni richiedessero laureati triennali; altri diplomati con corso di formazione ASSCOM da
900 ore; altri ancora laureati magistrali, o richiedessero operatori con qualifica di tipo assistenziale
(OSS, OSA) o diploma di istituto magistrale, oppure con formazione tutt’altro che socio-pedagogica
(vedi psicologi, assistenti sociali…), o addirittura senza alcun titolo o qualifica… Questo perché è
mancata un’identificazione univoca della figura e dei requisiti per diventarlo.
Inoltre, in alcuni comuni l’assistente è una figura è unica, mentre in altri è distinta in più figure, ad
esempio di assistente educativo, con titolo di laurea, e l’assistente “alla persona”, con qualifica di
OSS, oltre alla specifica di operatori specializzati in caso di utenti con disabilità sensoriali (non
udenti e non vedenti) o disabilità con
Con la L.205/2017 (cosiddetta Legge “Iori”) è intervenuta una regolamentazione della figura
dell’educatore professionale, distinguendo l’educatore socio pedagogico per gli interventi
educativi in contesti scolastici e socio-educativi, dall’ educatore socio-sanitario che opera in
contesti sanitari. Per l’assistenza specialistica è dunque idonea la figura professionale
dell’educatore socio-pedagogico la cui formazione proviene dal percorso della classe di laurea in
scienze della formazione e dell’educazione (L-19), mentre l’educatore socio-sanitario segue la
classe di laurea in professioni sanitarie della riabilitazione (L-SNT).
D’altra parte, questa mancanza di una chiara indicazione circa la qualificazione professionale
dell’assistente specialistico, corrisponde alla mancanza di ad un processo evolutivo dell’identità di
questo servizio, tutt’ora in corso, che nasce come “Assistenza per l’autonomia e la comunicazione
personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali”, definizione che via via è stata arricchita
nel tempo, superando i soli compiti di cura fisica e di accompagnamento, e includendo sempre più
funzioni di educazione, oltre che di supporto, alle autonomie personali e sociali; facilitazione nella
relazione con gli insegnanti e con il gruppo classe; sostegno alla socializzazione e comunicazione
con i pari; facilitazione nell’espressione dei vissuti e bisogni; supporto emotivo; valorizzazione delle
risorse e potenzialità.
Nella legislazione vigente, l’assistente all’autonomia e alla comunicazione è previsto dai seguenti
atti normativi:
- Articoli 42 e 45 del DPR, 24 luglio 1977, n. 616. -
Articolo 13, comma 3 della Legge n. 104/92.
Proprio in questo articolo della Legge n. 104/94 è indicata la distinzione tra le due figure
professionali del docente specializzato per le attività di sostegno e dell’assistente per
l'autonomia e la comunicazione.
Dunque, la legge Iori ha chiarito che l’attività educativa intenzionale svolta in qualsivoglia servizio,
deve essere affidata ad educatori qualificati e possedere un ampio bagaglio di conoscenze e
competenze circa le diverse modalità di approccio, le metodologie e strategie di intervento, i
sistemi di osservazione, progettazione e valutazione, nonché possedere conoscenze specifiche
delle varie tipologie di disabilità per costruire interventi mirati e personalizzati alle peculiarità del
soggetto. Alcune disabilità, fermo restando l’abilitazione all’esercizio della professione di
educatore, richiedono ulteriori specializzazioni, per cui si identificano più profili dell’assistente
specialistico, in particolare:
• per l’assistenza ai non udenti è richiesto, oltre al possesso del diploma di scuola secondaria
di secondo grado, la qualifica professionale di “Assistente alla comunicazione specializzato
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L.I.S.” (Lingua Italiana dei Segni), ottenuta in corsi professionali specifici (almeno triennali),
riconosciuti validi dagli Enti Pubblici, organizzati dall’E.N.S. (Ente Nazionale Sordi) e/o enti e
associazioni accreditati precedentemente al 2005.
• per l’assistenza ai minorati della vista è richiesto, oltre al possesso del diploma di scuola
secondaria di secondo grado, uno dei seguenti titoli:
o diploma di “Tecnico qualificato per l’orientamento, l’educazione e l’assistenza ai
minorati della vista”;
o attestato di istruttore di orientamento e mobilità, “Operatore Tiflologico”; o
attestato di “Metodo Braille di lettura e scrittura per non vedenti”, rilasciato da
Istituto o Enti specializzati e accreditati;
Il personale in carico al servizio deve seguire attività formazione e aggiornamento continui, per
garantire una sempre migliore qualità professionale. Fra quelli maggiormente richiesti ci sono i
Corsi ABA (Applied Behavior Analysis), TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Related
Communication Handicapped Children), RBT (Registered Behavior Technician), CCA
(Comunicazione Aumentativa Alternativa) che forniscono competenze, tecniche, strategie e
strumenti efficaci per l’intervento sui comportamenti-problema a favore, quindi di soggetti con
patologie che presentano anche deficit cognitivi, più o meno severi.
Si prescrive che, per alunni a cui sia stata riconosciuta la condizione di disabilità ai sensi dell’art. 3
L. 104/92, venga redatto un PF secondo i criteri del modello bio-psico-sociale della Classificazione
Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) adottato
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ai fini della formulazione del Progetto Individuale
(di cui all’art. 14 L. 328/2000), nonché per la predisposizione del PEI.
- è prescritto agli alunni a cui sia stata riconosciuta la condizione di disabilità ai sensi
dell’art.3 L. 104/92;
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Ad essa si aggiunge la collaborazione dei genitori, la partecipazione dell’alunno - “nella
massima misura possibile” - e della scuola nella persona del dirigente scolastico o di un
docente specializzato in sostegno didattico.
- è trasmesso dai genitori o da chi esercita la responsabilità genitoriale alla scuola e all’ente
locale competente, ai fini della predisposizione rispettivamente del PEI e del Progetto
individuale (documento onnicomprensivo degli interventi predisposti per il progetto di vita
della persona con disabilità. Art. 14, L. 328/2000);
- è redatto secondo i criteri del modello bio-psico-sociale alla base della Classificazione
Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) adottata
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ai fini della formulazione del Progetto
Individuale, nonché per la predisposizione del PEI.
- è elaborato e approvato dal Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione, che rappresenta
l’ambito d’incontro e di confronto di tutti i soggetti – scuola, famiglia, servizi sanitari ed enti
locali – che a vario titolo si occupano dell’alunno con disabilità. Il GLO sostituisce il GLHO
(art.15 c. 2, L.104/92) che aveva il compito di redigere e verificare il PDF (Profilo Dinamico-
Funzionale) e il PEI (Piano Educativo Individualizzato) degli studenti con disabilità.
- tiene conto dell’accertamento della condizione di disabilità in età evolutiva ai fini
dell’inclusione scolastica e del Profilo di Funzionamento, avendo particolare riguardo
nell’indicazione dei facilitatori e delle barriere, secondo la prospettiva bio-psico-sociale
dell’ICF dell’OMS.
- esplicita:
o gli interventi di inclusione svolti dal personale docente nell’ambito della classe e in
progetti specifici,
o gli eventuali bisogni di assistenza igienica e di base, svolti dal personale ausiliario
nell’ambito del plesso scolastico,
Per ognuna di esse vengono individuati gli obiettivi e i risultati attesi sulla base
dell’osservazione dei punti di forza e definiti gli interventi educativi e didattici da
realizzare in termini di attività, strategie e strumenti.
- viene redatto secondo scadenze univoche: “in via provvisoria entro giugno e in via
definitiva, di norma, non oltre il mese di ottobre ed è aggiornato in presenza di nuove e
sopravvenute condizioni di funzionamento della persona”. Inoltre “è soggetto a verifiche
periodiche nel corso dell’anno scolastico al fine di accertare il raggiungimento degli
obiettivi e apportare eventuali modifiche ed integrazioni”.
Con Nota ministeriale n. 40 del 13 gennaio 2021 il Ministero della Pubblica istruzione ha inviato
agli Istituti scolastici, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado, il nuovo modello nazionale del
PEI, distinto per ciascun grado di scuola, corredato da apposite Linee Guida.
L’assistente specialistico ed il Piano Educativo Individualizzato
L’assistenza specialistica è, dunque, un servizio che funziona come dispositivo attuativo del PEI,
ovvero contribuisce con prestazioni specifiche all’ottenimento degli obiettivi educativi dell’alunno
in esso riportati. Tali prestazioni sono definite all’interno di un Progetto di intervento di assistenza
specialistica di competenza del coordinamento tecnico del servizio in capo al Soggetto attuatore,
che si occupa dell’organizzazione e supervisione del lavoro dell’educatore in tutte le fasi di
svolgimento dell’intervento (osservazione, stesura del progetto, esecuzione, verifica) e di fornire
gli strumenti tecnici opportuni (griglie di osservazione, questionari di rilevazione, schede di presa
dati...).
In tale Progetto sono riportati gli obiettivi specifici dell’assistenza specialistica, le prestazioni e le
modalità operative e condivise in sede di GLO.
L’intervento di assistenza specialistica, quindi, viene programmato, realizzato ed integrato con
quelli educativi e didattici dei docenti curricolari e di sostegno, al fine di favorire l’effettiva
partecipazione attiva dell’alunno disabile alle attività della classe. Operativamente l’assistente
fornisce ai docenti un supporto pratico-funzionale, socio-relazionale e di facilitazione della
comunicazione per tutte quelle attività scolastiche, ludico-ricreative e formative definite nel PEI
dell’alunno, alla cui stesura e aggiornamento prende parte, partecipando ai momenti di lavoro di
équipe della scuola, confrontandosi in maniera sinergica con gli altri professionisti e recependo
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eventuali indicazioni fornite da altri Servizi (centri di riabilitazione, centri socio-educativi, servizio
sanitario di riferimento…) della rete degli interventi previsti per il minore.
Inoltre, l’assistente specialistico è uno dei protagonisti d’interventi coordinati tra servizi scolastici e
servizi sanitari, socioassistenziali, culturali, ricreativi, sportivi e altre attività sul territorio, gestiti da
enti pubblici e privati, in coerenza con quanto formulato nel PEI e in considerazione del più
generale Progetto di vita dell’alunno. Infine, è una figura chiave nella realizzazione di percorsi di
alternanza scuola-lavoro e progetti ponte per l’uscita dal percorso scolastico.
RIFERIMENTI NORMATIVI:
- Nota del Ministero Pubblica Istruzione 13 gennaio 2021, n. 40 “Modalità per
l’assegnazione delle misure di sostegno e nuovo modello di PEI ai sensi dell’art. 7, comma
2-ter del decreto legislativo 66/2017. Decreto del Ministro dell’istruzione 29 dicembre
2020, n. 182”;
- Legge 8 novembre 2000, n. 328, "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali";
- Legge 3 maggio 199, n. 124, “Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico”
- Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112, "Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge
15 marzo 1997, n. 59;
- Legge 5 febbraio 1992, n. 104, “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i
diritti delle persone handicappate”;
- Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, “Attuazione della delega di
cui all'art. 1 della legge 22 luglio 1975, n. 382”.
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