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Fino al XVIII secolo le persone con disabilità non godevano di alcun diritto. La Dichiarazione
dei Diritti dell’uomo e del Cittadino (1789), elaborata nel corso della Rivoluzione Francese,
sancì il diritto di uguaglianza per tutti gli esseri umani indipendentemente da ceto, razza,
sesso e condizioni fisiche e psichiche.
In Italia i primi centri per persone con disabilità nacquero nel XIX secolo con la fondazione
di un centro per la cura e la riabilitazione dei bambini con deficit psicofisici, ad opera di Sante
De Sanctis, e con la prima scuola magistrale ortofrenica diretta da Maria Montessori. In
seguito, nacquero scuole speciali ad opera di religiosi e enti assistenziali. Nel 1923, la
Riforma Gentile, sancì l’obbligo scolastico solo per i ciechi e i sordomuti. L’art. 3 della
Costituzione Italiana stabilisce che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge senza
distinzione di condizioni personali e sociali.
Fino agli anni ’70 in Italia continuano ad esistere classi speciali per minorati e classi
differenziali.
Dall’inserimento all’integrazione…
- Legge 118/71: art. 28, disponeva che l’istruzione dell’obbligo per i disabili poteva "avvenire
nelle classi normali della scuola pubblica, salvo i casi in cui i soggetti siano affetti da gravi
deficienze intellettive o da menomazioni fisiche di tale gravità da impedire" l'apprendimento
o la frequenza della stessa. Con tale legge si supera il modello delle scuole speciali, che
tuttavia non venivano abolite, prescrivendo l’inserimento degli alunni con disabilità nelle
classi comuni su iniziativa della famiglia. Per favorire l’inserimento si assicurava il trasporto,
l’accesso agli edifici scolastici mediante il superamento delle barriere architettoniche,
l’assistenza durante gli orari scolastici degli alunni più gravi. Siamo ancora nella fase del
semplice inserimento dell’alunno.
1. La condizione della piena integrazione è data da un modo nuovo di essere della scuola.
Non è sufficiente inserire l'alunno all’interno della scuola se poi si delega a qualche
insegnante, della classe differenziale o del sostegno, il compito educativo.
2. Affinché la scuola possa essere un ambiente favorevole all’integrazione è necessario
ridiscutere alcune convinzioni ritenute immodificabili e le conseguenti pratiche consolidate
(a livello di curricolo, di didattica, di organizzazione della classe e della scuola, di rapporti
con l’esterno).
- la necessità di specializzazione;
- Legge 517/77, stabilisce con chiarezza presupposti, condizioni, strumenti e finalità per
l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, in un quadro di riforma della scuola: la
programmazione, la flessibilità, le attività integrative, la funzione formativa della valutazione,
l’abolizione degli esami di riparazione.
Da una scuola uguale per tutti ad un a scuola diversa per ciascuno, nella quale l' alunno con
handicap sia accettato in via normale.
- Legge quadro del 5 febbraio 1992, n. 104 “Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione
sociale e i diritti delle persone handicappate” raccoglie ed integra tutti gli interventi legislativi
in materia, divenendo il punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e sociale.
E’ previsto l'obbligo per gli enti locali di fornire l'assistenza per l'autonomia e la
comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali.
Nella scuola secondaria di secondo grado sono garantite attività didattiche di sostegno
realizzate con docenti di sostegno specializzati, nelle aree disciplinari individuate sulla base
del profilo dinamico-funzionale e del conseguente piano educativo individualizzato.
Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui
operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e
verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei
collegi dei docenti
.
Art. 12: Gli strumenti
Gli strumenti concreti con cui si esercita il diritto all’istruzione e all’educazione sono:
Inclusione...
- Legge Bassanini 59/97 all’art 21 tratta dell’autonomia scolastica (organizzativa, didattica
e finanziaria). Tale normativa tende ad ampliare, arricchire e diversificare l’offerta formativa
delle scuole e a favorire una maggiore integrazione con il territorio. Il DPR 275/99 (decreto
attuativo della Legge succitata) chiarisce che l’autonomia progettuale della scuola, che si
sostanzia nel POF (Piano dell’Offerta Formativa – dove Formativa include i principi di
istruzione e di educazione), mira allo sviluppo della persona umana, il cui successo dipende
dall’efficacia del processo insegnamento/apprendimento messo in atto dalla stessa. Le
iniziative del POF devono includere anche le attività rivolte agli alunni diversamente abili, a
favore dei quali anche i gruppi di lavoro composti da Insegnanti curricolari e di sostegno,
genitori, operatori ASL che hanno il compito di favorire l’integrazione dell’alunno e il
successo scolastico.
- Convenzione di New York (ONU 2006) per i diritti delle persone con disabilità, viene
ratificata in Italia con la L. 18/2009, impone agli Stati sottoscrittori la non esclusione dal
sistema scolastico, l’agevolazione dell’istruzione, misure individualizzate al fine di acquisire
le competenze pratiche e sociali per l’inclusione sociale.
- Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (MIUR 2009)
Art. 2 Finalità.
Viene effettuata dal SSN. La richiesta parte dalla famiglia che può presentarla a scuola (ma
non è obbligata). La scuola deve invece comunicare alla famiglia, anche formalmente se
necessario, il sospetto di presenza di DSA. La diagnosi per dislessia e disortografia non può
avvenire prima del secondo quadrimestre della seconda classe della scuola primaria;
mentre quella per discalculia e disgrafia al termine del terzo anno di scuola primaria.
Art. 4 Formazione nella scuola. Prevede la formazione specifica dei docenti e dei dirigenti
scolastici.
- Legge 107/2015: Per gli alunni con disabilità è importante comma 181 lettera c) in cui si
prevede una delega al Governo per l'emanazione di un decreto legislativo sul miglioramento
dell'inclusione scolastica attraverso:
-la ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno al fine di favorire l’inclusione
scolastica degli studenti con disabilità, anche attraverso l’istituzione di appositi percorsi di
formazione universitaria;
-la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine di garantire la
continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da rendere possibile allo
studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di
istruzione;
-l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, sanitarie e sociali, tenuto
conto dei diversi livelli di competenza istituzionale;
-la revisione delle modalità e dei criteri relativi alla certificazione, che deve essere volta a
individuare le abilità residue al fine di poterle sviluppare attraverso percorsi individuati di
concerto con tutti gli specialisti di strutture pubbliche, private o convenzionate che seguono
gli alunni riconosciuti disabili ai sensi degli articoli 3 e 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104,
e della legge 8 ottobre 2010, n. 170, che partecipano ai gruppi di lavoro per l’integrazione e
l’inclusione o agli incontri informali;
-la previsione dell’obbligo di formazione iniziale e in servizio per i dirigenti scolastici e per i
docenti sugli aspetti pedagogico-didattici e organizzativi dell’integrazione scolastica;
-la previsione della garanzia dell’istruzione domiciliare per gli alunni che si trovano nelle
condizioni di cui all’articolo 12, comma 9, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.