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TERZA LEZIONE

INTEGRAZIONE O INCLUSIONE?
1. L’inserimento dei DISABILI come un Processo mai definito.
In una società aperta e democratica, attenta alla persona, alle sue caratteristiche
individuali, alle sue difficoltà, ai suoi bisogni. In un Mondo Libero e attento ai
Valori.
2. Il percorso della Lezione n. 2:
La legge 118/71- I Decreti Delegati del 1974- La Legge istitutiva del Tempo Pieno
– Il Documento Falcucci – La Legge 517/77. E poi Il decentramento
Amministrativo – L’Autonomia Scolastica- Il Principio di Sussidiarietà – La Buona
Scuola. Infine l’internazionalizzazione della questione: L’O.M.S. e il modello I.C.F.
– L’ONU e la Convenzione per i Diritti delle Persone con Disabilità del 2006.
3. La DIVERSITA’: una conquista decisiva
Non come motivo di discriminazione, ma come tratto caratteristico e distintivo DI
OGNI PERSONA.
Partendo da questo principio, le attenzioni per la disabilita non si sono mai
arrestate.
Caratteristica di una società democratica è l’attenzione per il debole, per chi ha
bisogno, per il Disabile.
In uno sforzo mai conchiuso, con risultati mai definitivi. Con risposte mai esaustive.
Ne sono prova le tante norme che si succedono, sempre meglio rispondenti e
adeguate, ma mai ritenute insuperabili.
Negli ultimi tempi la strategia complessiva si esprime in un termine, INCLUSIONE, che
ha ulteriormente intensificato gli sforzi e allargato nel contempo il campo di
attenzione.
Si parla di Pedagogia dell’inclusione, di metodi tecniche e Didattica dell’Inclusione, di
Competenze dei Docenti per l’inclusione, di Organizzazione dell’Unità Scolastica
finalizzata all’Inclusione.
E l’attenzione è sempre più attenta al Singolo allievo, del quale si vuole conoscere
ogni aspetto della personalità, il vissuto, la storia, le caratteristiche personali, i
problemi, le difficoltà.
Si scopre che tutti hanno difficoltà e bisogni, più o meno gravi, più o meno complessi.
E dunque: Disabilità – Disturbi specifici di Apprendimento (DSA) – Bisogni Educativi
Speciali (BES)- Soggetti di altra nazionalità e cultura – Bambini adottati……
Ecco l’importanza della conoscenza completa di ciascun alunno, delle diverse
condizioni. Con l’intendimento di volerne corrispondere appieno.
Per garantire, in qualunque condizione, il Successo Formativo.
Dunque: Inclusione e non Integrazione.
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In realtà è difficile nel linguaggio comune individuare le differenze di significato tra i
due termini, ma le differenze che vengono indicate vogliono rimarcare un impegno
ulteriore per assicurare le migliori condizioni possibili per un sempre più significativo
inserimento del disabile ai fini del perseguimento del successo formativo.
Questa la differenza di significato che si è creata all’interno del discorso educativo:
- l’ integrazione sarebbe l’ inserimento in una realtà già pronta, definita,
strutturata; l’adeguamento a un corpus definito, ma predisposto ad
accogliere;
- l’ inclusione farebbe pensare alla presenza di persone tutte diverse l’una
dall’altra impegnate ad inserirsi in una realtà da definire.
La prima definizione sembra chiamare in causa solo i soggetti disabili; la seconda,
tutti i soggetti.
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Vediamo dunque attraverso quali norme viene individuato tale passaggio.

La legge 104/92 rimane la fonte primaria per l’intero processo.


Tale norma prevede tutti i passaggi e le azioni relative: l’individuazione della disabilità,
i criteri dell’integrazione, la documentazione, l’organizzazione dei gruppi di
programmazione-gestione.
Tutti questi aspetti però sono stati modificati, in modo più o meno sostanziale,
attraverso Leggi, Decreti, Direttive, ordinanze, ecc…
Chi volesse approfondire la problematica può seguire il percorso giuridico
dell’integrazione che offre l’opportunità di comprendere meglio i vari aspetti della
questione, anche perché di essi è possibile cogliere la necessità, le motivazioni e la
loro progressiva realizzazione.
Anche per questo In quanto andrò dicendo nel corso di questa lezione farò costante
riferimento alla normativa, come fondamento dell’intero discorso.
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L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE PRIMA DELLA LEGGE 66/2017

iNDIVIDUAZIONE DEL SOGGETTO DISABILE- DIAGNOSI FUNZIONALE - PROFILO


DINAMICO FUNZIONALE – PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO
Per diagnosi funzionale si intende la descrizione analitica della compromissione
funzionale dello stato psicofisico dell’alunno in situazione di handicap. Evidenzia
limiti e possibilità, potenzialità e capacità ell’alunno.
Elaborata inizialmente dalla sola ASL, dopo l’intesa Stato – Regioni del 20 marzo
2008, è stata chiesta la collaborazione della scuola e della famiglia.
La D.F. dovrà essere predisposta per gli alunni che verranno iscritti in 1° primaria, 1°
media, 1° anno della scuola media superiore, per le nuove segnalazioni e
certificazioni, e per le nuove iscrizioni alla scuola dell’infanzia.
La diagnosi funzionale viene aggiornata ad ogni passaggio di grado scolastico e, se
necessario, in qualunque momento della carriera scolastica dell’alunno.
Da più parti e da diverse pubblicazioni è stata presto sottolineata l’importanza che
la D.F. non fosse soltanto un documento medico-clinico, quasi una semplice
certificazione sanitaria, ma che evidenzi ogni tratto della persona, delle carenze e
delle possibilità, di ordine intellettivo, cognitivo, fisico, comportamentale, affettivo,
emotivo, relazionale e che agevoli la predisposizione del Profilo Dinamico Funzionale
(PDF) e del Piano Educativo Individualizzato (PEI).

I Dirigenti scolastici sulla base della documentazione pervenuta dall’ Asl hanno il
compito di:
- richiedere la nomina degli insegnanti di sostegno e l’eventuale delega al
rapporto 1 a 4;
- comunicare al Comune di residenza dell’alunno in situazione di handicap la
necessità che venga garantita, a decorrere dalla data di inizio della frequenza
scolastica, l’assistente per l’autonomia personale, qualora necessario.
I Comuni devono includere tale fruizione nel programma annuale degli interventi
per il diritto allo studio.
Profilo dinamico funzionale
Il P.D.F., indica le caratteristiche fisiche, psichiche, sociali ed affettive dell’alunno, le
difficoltà che si ritiene possano manifestarsi nell’apprendimento, nella
socializzazione, in tutti gli aspetti dell’esperienza scolastica e sociale, le possibilità e
le capacità, le modalità di intervento ritenuti opportuni e utili per il migliore esito
educativo.
Il P.D.F. è redatto, dopo un primo periodo di inserimento, indicativamente nei primi
tre mesi di attività scolastica, dai docenti curricolari e dagli insegnanti specializzati
con la collaborazione dei familiari dell’alunno e con la consulenza degli operatori
dell’Azienda Ospedaliera o dell’ente convenzionato e accreditato.
Il Piano Educativo Individualizzato o Personalizzato (PEI) è il progetto educativo
elaborato dai docenti specificatamente per l’alunno e quindi comprende sia i criteri e
gli interventi di carattere scolastico che quelli di socializzazione e di riabilitazione.
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A MODIFICARE LE PROCEDURE E LA DOCUMENTAZIONE SU ESPOSTE CONTRIBUISCE
LA Legge 107/2015- LA BUONA SCUOLA- Nel comma 181 lett.C, che prevede una
riforma che investe tutti i vari aspetti dell’integrazione scolastica dei disabili.
ECCO IL COMMA :
Comma 181 - lettera c) “promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con
disabilità e riconoscimento delle differenti modalità di comunicazione attraverso:
1) la ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno al fine di favorire
l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, anche attraverso l’istituzione di
appositi percorsi di formazione universitaria;
2) la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine di
garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da
rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero
ordine o grado di istruzione;
3) l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, sanitarie e sociali,
tenuto conto dei diversi livelli di competenza istituzionale;
4) la previsione di indicatori per l’autovalutazione e la valutazione dell’inclusione
scolastica;
5) la revisione delle modalità e dei criteri relativi alla certificazione, che deve essere
volta a individuare le abilità residue al fine di poterle sviluppare attraverso percorsi
individuati di concerto con tutti gli specialisti di strutture pubbliche, private o
convenzionate che seguono gli alunni riconosciuti disabili ai sensi degli articoli 3 e 4
della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e della legge 8 ottobre 2010, n. 170 (“NORME IN
MATERIA DI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO”), che partecipano ai gruppi di
lavoro per l’integrazione e l’inclusione o agli incontri informali;
6) la revisione e la razionalizzazione degli organismi operanti a livello territoriale per
il supporto all’inclusione;
7) la previsione dell’obbligo di formazione iniziale e in servizio per i dirigenti scolastici
e per i docenti sugli aspetti pedagogico-didattici e organizzativi dell’integrazione
scolastica;
8) la previsione dell’obbligo di formazione in servizio per il personale amministrativo,
tecnico e ausiliario, rispetto alle specifiche competenze, sull’assistenza di base e sugli
aspetti organizzativi ed educativo-relazionali relativi al processo di integrazione
scolastica;
9) la previsione della garanzia dell’istruzione domiciliare per gli alunni che si trovano
nelle condizioni di cui all’articolo 12, comma 9, della legge 5 febbraio 1992, n.
104;”(IMPEDITI A FREQUENTARE PER MOTIVI DI SALUTE)

QUESTI NOVE PUNTI DELLA LEGGE TROVANO APPLICAZIONE IN DUE DECRETI


LEGISLATIVI:
1. Il Decreto Leg.vo 13 aprile 2017, n. 66: “PROMOZIONE DELL’INCLUSIONE
SCOLASTICA DEGLI STUDENTI CON DISABILITA’”

2. Il Decreto Leg.vo 7 agosto 2019, n. 96, “MODIFICHE AL DECRETO 66/2017”

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