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LO STATO GIURIDICO DEI DOCENTI

Che i docenti siano consapevoli del profilo professionale


che sono chiamati a ricoprire, avendo contezza del
proprio contratto di lavoro e delle leggi che lo
disciplinano, non è una solo questione di mera rilevanza
giuridica. Si tratta bensì di sapere che cosa la Nazione si
aspetta dai docenti, che rappresentano una categoria
particolare e importantissima di dipendenti della
pubblica amministrazione
Per stato giuridico o STATUS si intende quel
complesso di norme che regolano il rapporto
di servizio, ossia le norme relative
all'assunzione, alla prestazione e alla
cessazione del servizio.
Questa qualità o condizione giuridica di
diritto pubblico o di diritto privato che la
norma attribuisce ad una persona nell'ambito
della collettivitá ( all'interno cioè di un
particolare ordinamento giuridico )
è costituita da un insieme organico di diritti,
doveri e poteri.
STATO GIURIDICO DEL DOCENTE

Il rapporto di lavoro del personale docente (impiego


pubblico) è regolato dalla contrattazione collettiva,
che è nazionale e decentrata e si svolge, salvo i casi di
esclusione previsti dalla legge, su tutte le materie
relative al rapporto di lavoro (es. ferie, permessi,
relazioni sindacali, congedi, mansioni, aspetti
economico- retributivi, disciplinari, ecc.).
In sede di contrattazione collettiva, l'ARAN (Agenzia
per la rappresentanza negoziale) rappresenta la
pubblica amministrazione
Il personale docente, i dirigenti scolastici, gli
ispettori tecnici hanno impieghi non cumulabili
con altri rapporti di pubblico impiego
(incompatibilità). Il personale docente, tuttavia,
può esercitare la libera professione, previa
autorizzazione del Dirigente Scolastico, a patto
che l'attività in questione sia compatibile con
l'orario di insegnamento e di servizio.
Privatizzazione del rapporto di lavoro
Abbandono del regime pubblicistico:
- la fonte regolatrice non è più costituita da norme di diritto
pubblico (leggi, regolamenti e altri atti unilaterali);
- alla fonte pubblicistica rimangono riservati solo gli atti
organizzativi di natura strutturale.

ESEMPIO: determinazione delle dotazioni organiche


complessive.
Si passa al Regime privatistico,
avvicinando il rapporto di lavoro pubblico a quello privato:

- rapporto di impiego disciplinato dal Codice civile e dallo Statuto dei


lavoratori (L. 300/70) e regolato dai Contratti individuali e collettivi.
ESEMPIO: il docente non è più nominato ma firma un contratto con
un datore di lavoro;

- devoluzione al giudice ordinario delle controversie di lavoro: 1998.

N.B. Il TAR mantiene competenza per le fasi concorsuali che precedono


l’instaurarsi del rapporto di lavoro.
Le fonti normative

 D.Lgs 29/93 (prima privatizzazione);


 Legge delega 59/97 (seconda privatizzazione);
 Costituzione nella parte in cui contiene disposizioni sulla libertà
d’insegnamento (art. 33) e sulla pubblica amministrazione;
 il Codice Civile;
 l’art. 2, 2 comma, del D. Lgs. n. 165/2001, dispone che i rapporti di
lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono
disciplinati dal Capo I, Titolo II del Libro V del Codice Civile;
leggi sul lavoro subordinato nelle imprese;
il citato art. 2 del D.Lgs. n. 165/2001 estende al lavoro
pubblico privatizzato anche la disciplina delle leggi sul lavoro
subordinato, in specie lo Statuto dei lavoratori – L. n.
300/1970D. Lgs. n. 297/1994
Più volte integrato ed emendato negli anni successivi.
L’intervento più importante: D.Lgs. 150/09 («Decreto Brunetta»,
Titolo IV).

Contratti collettivi di lavoro


 D.Lgs 165/01 art. 54 comma 1:
«Il Governo definisce un codice di comportamento dei
dipendenti delle pubbliche amministrazioni al fine di
assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni
di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di
diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura
dell'interesse pubblico».

 Nuovo Codice di comportamento DPR 62/13.


RAPPORTO DI LAVORO

Il rapporto di lavoro che si instaura con il contratto di lavoro


individuale è di duplice profilo: di diritto pubblico e di diritto
privato; ed è fondativo e attributivo dello stato giuridico del
docente, cioè di quella particolare e differenziata qualità di
diritto pubblico all'interno dell'ordinamento scolastico
disciplinata dalla fonte sia statale sia contrattuale in ordine a:
1. diritti, liberta' e poteri;
2. doveri – docenza, obblighi di servizio, compiti connessi;
3. responsabilità – civile, penale, disciplinare.
IL CONTRATTO DI LAVORO

IL PERSONALE DOCENTE ED EDUCATIVO DEGLI ISTITUTI E SCUOLE DI OGNI


ORDINE E GRADO, DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE E DEGLI ISTITUTI E
SCUOLE SPECIALI STATALI, È ASSUNTO CON CONTRATTO INDIVIDUALE DI
LAVORO NEL QUALE SONO INDICATI:

- TIPOLOGIA DEL RAPPORTO DI LAVORO


- DATA DI INIZIO DEL RAPPORTO DI LAVORO
- DATA DI CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO PER IL PERSONALE A
TEMPO DETERMINATO
- QUALIFICA DI INQUADRAMENTO PROFESSIONALE E LIVELLO RETRIBUTIVO
INIZIALE
- COMPITI E MANSIONI CORRISPONDENTI ALLA QUALIFICA DI ASSUNZIONE
IL CONTRATTO DI LAVORO

DURATA DEL PERIODO DI PROVA PER IL PERSONALE A TEMPO


INDETERMINATO
- SEDE DI PRIMA DESTINAZIONE, ANCORCHÉ PROVVISORIA,
DELL'ATTIVITÀ LAVORATIVA.

L'ASSUNZIONE TEMPO DETERMINATO E A TEMPO


INDETERMINATO PUÒ AVVENIRE CON RAPPORTO DI LAVORO A
TEMPO PIENO O A TEMPO PARZIALE. IN QUEST'ULTIMO CASO, IL
CONTRATTO INDIVIDUALE INDICA ANCHE L'ARTICOLAZIONE
DELL'ORARIO DI LAVORO (CCNL 2006-2009, ART. 25).
PROFILO GIURIDICO-CONTRATTUALE
della FUNZIONE DOCENTE

Il profilo professionale della funzione docente è


materia gius-lavoristica
•È definito negli artt. 26 e 27 del 2006/2009
•Fonte pubblicistica: art. 395, D. Lgs n. 297/1994
e Legge n 107/2015
• Funzione docente
 Definizione : la funzione docente realizza il
processo di insegnamento/apprendimento volto
a promuovere lo sviluppo umano, culturale,
civile e professionale degli alunni sulla base
delle finalità e degli obiettivi previsti dagli
ordinamenti scolastici (art.26 CCNL 2006/09)
OBBLIGHI DI SERVIZIO
LA FUNZIONE DOCENTE
si esplica in ATTIVITA’:

 DI INSEGNAMENTO (art.28 CCNL)


FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO (art.29 CCNL)
 DI ORGANIZZAZIONE (supporto organizzativo-didattico)
 DI COORDINAMENTO (obiettivi e attività didattiche)
AGGIUNTIVE (art.30 CCNL)
 DI POTENZIAMENTO (progettazione didattica)
 DI SOSTEGNO
ATTIVITA’ INDIVIDUALI
 Attività di insegnamento : 25 ore nella scuola dell’infanzia,
22+2 (programmazione didattica per modulo) nella primaria ,
18 nella secondaria
(attenzione: possibili modifiche in base all’autonomia delle
istituzioni scolastiche)
 Attività funzionali all’insegnamento

adempimenti individuali : preparazione lezioni,esercitazioni,


correzione elaborati, rapporti individuali con le famiglie

adempimenti collegiali: partecipazione alle riunioni del collegio


dei docenti, dei consigli di classe (secondaria) , di interclasse
(primaria), di intersezione (infanzia) ; scrutini; esami;
compilazione atti relativi alla valutazione
ATTIVITA’ AGGIUNTIVE

 Si tratta di attività deliberate dal Collegio dei docenti


nell’ambito delle risorse disponibili e in coerenza con il
piano dell’offerta formativa
1. Attività aggiuntive di insegnamento (fino a 6 ore
supplementari all’orario di cattedra per interventi
integrativi e/o di recupero e/o per l’arricchimento
dell’offerta formativa)

2. Attività aggiuntive (oltre le 40 ore annue previste


contrattualmente) funzionali all’insegnamento
(progetti specifici legati al POF, programmazione e verifica
di inizio e fine anno, rapporti con le famiglie, …)
COMPETENZE ALLA BASE DELL’UNITARIETÀ DELLA
FUNZIONE DOCENTE (ccnl 2006/2009, art. 27)
• Disciplinari
• Psico-pedagogiche
• Metodologico-didattiche
• Organizzative e relazionali e di ricerca
• Comunicative
• Documentazione e valutazione
COMPETENZE DISCIPLINARI

dominare conoscenze e abilità relative:


 alla propria disciplina
 ai contenuti da insegnare
 alle teorie dell'educazione
COMPETENZE PSICO-PEDAGOGICHE
• padroneggiare conoscenze e abilità relative alla psicologia evolutiva
e dell ́apprendimento;
• creare ambienti di apprendimento stimolanti per gli allievi;
• differenziare tra i diversi studenti e seguirli individualmente lungo i
loro percorsi di sviluppo;
• stimolare gli studenti a riflettere sulle loro esperienze;
• riflettere in modo sistematico sul proprio approccio pedagogico e
comportamento didattico nei confronti degli studenti, dei colleghi e di
altre figure importanti
COMPETENZE METODOLOGICO-
DIDATTICHE

• conoscere e utilizzare le metodologie


d ́insegnamento coerenti con
l ́impianto disciplinare
COMPETENZE
ORGANIZZATIVO-RELAZIONALI
E DI RICERCA

• collaborare con i colleghi nella preparazione,


attuazione e innovazione dei curricoli
• mantenere una rete di importanti contatti
professionali
COMPETENZE
DI DOCUMENTAZIONE E VALUTAZIONE
• conservare memoria delle migliori pratiche
• ricercare articoli, libri, casi di studio e altre
risorse rilevanti
• sviluppare e incrementare le verifiche delle capacitá
professionali
• valutare con criteri pedagogici e nel rispetto della
normativa
• inviare agli studenti segnali sui loro progressi
• stimolare gli studenti all ́auto-verifica
ATTIVITA’ DI FORMAZIONE
• Aspetti giuridici ed amministrativi, in particolare la partecipazione agli
organi collegiali della scuola
• Competenze per lo sviluppo e il sostegno dell'autonomia delle
istituzioni scolastiche
• Linguistiche di lingua inglese di livello B2 previste dal "Quadro comune
europeo di riferimento per le lingue"
• Digitali previste dalla raccomandazione del Parlamento europeo e del
Consiglio 18 dicembre 2006
• Didattiche atte a favorire l'integrazione scolastica degli alunni con
disabilità
LA LIBERTÁ DI INSEGNAMENTO

La Costituzione è fonte di diritti e doveri per gli impiegati


dello Stato; per il personale docente sono importanti
l’art. 33, sulla libertà d’insegnamento, e l’art. 39 che
riconosce la libertà sindacale e nel successivo e l’art. 40
che sancisce il «diritto di sciopero nell’ambito delle leggi
che lo regolano».
LA LIBERTÁ DI INSEGNAMENTO

Il «diritto scolastico» ha disciplinato l’esercizio della


libertà d’insegnamento definendone contenuti
categoriali e modalità o condizioni espressive.
Gli artt. 1 e 2 del D. Lgs n. 297/1994 e l’art. 25,
comma 3, del D. Lgs n. 165/2001, nel garantire ai
docenti la libertà di insegnamento, ne identificano gli
aspetti di contenuto, di finalità e di condizioni o limite
di esercizio.
LA LIBERTÁ DI INSEGNAMENTO
Il principio della libertà d’insegnamento è sancito quindi dal
1° comma dell’art. 33 Cost., che così recita: «L'arte e la scienza
sono libere e libero ne è l'insegnamento».
La libertà d’insegnamento è species della più generale libertà
d’insegnamento dell’arte e della scienza e, quindi, è forma
espressiva della libertà di manifestazione del pensiero (art. 21
Cost., 1° comma).
Ex parte docentis, la libertà d’insegnamento è un diritto
pubblico soggettivo di natura culturale.
LIBERTÁ DI PENSIERO
E LIBERTÁ DI INSEGNAMENTO

Il rapporto poi tra libertá d ́insegnamento e


la libertá di manifestazione del pensiero
( art. 21 Cost.) non è di identitá o di inclusione;
sono due distinte libertá perché cosí ha disposto
la Costituzione dedicando due distinti articoli.
LA LIBERTÁ DI INSEGNAMENTO

Per gli aspetti di esercizio, la libertà d’insegnamento,


essendo attività di natura promozionale, trova alimento
in un confronto libero e aperto di posizioni culturali,
pena la coazione del pensiero e della personalità dello
studente. In altri termini la libertà d’insegnamento «è
attuata nel rispetto della coscienza morale e civile degli
alunni» (art. 2, comma 1) ed è strettamente connessa
con la libertà di apprendimento dello studente che ne
costituisce anche il limite.
LIBERTÁ D´INSEGNAMENTO E ADOZIONE DEI LIBRI DI TESTO

La libertá d´insegnamento trova espressione anche nella scelta e


adozione dei libri di testo.
I criteri da seguire nella scelta sono definiti dal regolamento
dell´autonomia scolastica di cui al D.P.R. n. 275/1999, art. 4, comma
5, e dalla Direttiva n. 254/1995, che approva la «Carta dei servizi
scolastici».
GIURISPRUDENZA

La libertá di insegnamento consiste nella «garanzia della


libertà dei contenuti dell'insegnamento» (Corte cost.,
sentenza n. 240/1974, Considerazioni di diritto, punto 4).
La libertá d´insegnamento consiste nella scelta delle
modalitá e dei contenuti dell´insegnamento; pertanto
l´Amministrazione non puó introdursi nel rapporto
didattico econ l´indicazione di caratteristiche e modalitá
(TAR-Palermo, 15 gennaio 1986, n. 12)
La libertá metodologica del docente trova un limite nei poteri
di coordinamento del Collegio dei docenti (TAR-Veneto,
4 dicembre 1980, n. 930; in Rassegna TAR 191, n. 510).
«La libertá di insegnamento non implica la insindacabilitá in
ordine ai metodi didattici, metodi che devono assicurare
l´efficienza del servizio dell´istruzione in vista degli specifici
scopi educativi per cui é stata organizzata» (Cons. Stato, Sez.
VI, sentenza n. 405/1971).
La libertá d´insegnamento deve mirare alla «efficacia del
metodo» (Consiglio di Stato, sez. VI, sentenza n. 987/1966).
Poteri di coordinamento disciplinare del Collegio dei docenti
«Il collegio dei docenti:
a) ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del
circolo o dell'istituto. In particolare cura la programmazione
dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli
ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di
insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il
coordinamento interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto
della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente; (art. 7,
comma 2, lett. a, D.Lgs 297/1994).Deve esserci bilanciamento tra
azione collegiale del coordinamento e libertá di insegnamento; esiste
rimando reciproco tra individualitá e libertá, un continuum
inscindibile.

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