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LO STATUTO

ALBERTINO
Lo Stato liberale si afferma anche in Italia. Nel 1848 l'Europa
venne travolta da rivolte e tumulti che ebbero ripercussioni
anche sul territorio italiano, che all'epoca non era ancora
stato riunificato. Sulla scia di questi moti popolari, il 4
marzo 1848, il Re Carlo Alberto di Savoia concesse agli
abitanti del Regno di Sardegna uno statuto, lo Statuto
Albertino.
Nel 1861, con l'Unità d'Italia, lo Statuto Albertino divenne la
costituzione del Regno d'Italia. Lo Statuto del Regno d'Italia
rimase in vigore fino al 1° gennaio 1948, quando fu
sostituito dalla Costituzione repubblicana. Lo Statuto
Albertino aveva caratteri completamente diversi da quelli
della Costituzione del 1948 in particolare, lo Statuto era
elargito, breve e flessibile.
Lo Statuto elargito: era stato scritto da funzionari di Carlo
Alberto che lo aveva poi concesso ai suoi sudditi non si
trattava di una costituzione nata dalla volontà del popolo
che, nel testo, veniva ancora chiamato suddito.
Lo Statuto breve: era una costituzione breve, non perché
fosse corta, ma perché si limitava a indicare principi
generali in materia di libertà individuali e di competenze
degli organi costituzionali, senza specificarli in modo
dettagliato.
Lo statuto flessibile: L'aspetto più importante dello Statuto
era la sua flessibilità essendo una costituzione flessibile, lo
Statuto poteva essere modificato con una legge ordinaria:
qualsiasi legge in contrasto con lo Statuto era formalmente
legittima.  L'oggetto dell'accordo tra il re e la borghesia fu
l'instaurazione di una monarchia costituzionale; ciò non
indicava semplicemente una monarchia dotata di una
costituzione, bensì un tipo di organizzazione costituzionale
nella quale la borghesia era associata alla monarchia nella
gestione del potere politico.
Nello statuto il Re concedeva:
- Diritti di libertà e di proprietà.

- L'istituzione di una camera in cui la borghesia potesse


eleggere i propri rappresentanti.

Lo statuto Albertino si ispirava al principio della


separazione dei poteri di Montesquieu, quindi attribuiva:
-Il potere esecutivo al Re.
-Il potere legislativo al Re, al senato (eletto dal Re) e alla
camera dei deputati (eletta dal popolo a suffragio maschile
ristretto).
-Il potere giudiziario ai giudici.

I requisiti necessari per votare la camera dei deputati


erano:
- Requisito culturale, quindi potevano votare solo gli uomini
in grado di saper leggere e scrivere.
- Requisito censitario, ovvero legato al censo, quindi
consisteva nel pagare una certa imposta sul reddito.Si può
capire che il diritto di voto era concesso solo alle classi più
benestanti.

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