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Dallo Statuto Albertino alla Costituzione

La Costituzione è la legge più importante di uno Stato, che riconosce diritti e libertà dei cittadini e
disciplina l'organizzazione ed il funzionamento dello Stato stesso.
In Italia, la prima forma di Carta costituzionale fu lo Statuto albertino.
Il 4 marzo del 1848 infatti, il re Carlo Alberto di Savoia concesse ai suoi sudditi lo Statuto, che
prevedeva la partecipazione dei cittadini alla vita politica dello Stato. Lo Statuto fu emanato sulla
base del principio della separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) teorizzato dal
filosofo Montesquieu in Francia a metà del 1700. Il re Carlo Alberto concesse lo Statuto ai suoi
cittadini nel timore di un rivoluzione analoga a quella francese del 1789, che destituì la monarchia
(con l'uccisione del re per mano del popolo) e instaurò la Repubblica. Il regno di Savoia, ai tempi
della concessione dello Statuto, occupava il nord Italia (Piemonte, Valle d'Aosta e Sardegna).
Quando ci fu l'unità d'Italia, nel 1861, lo Statuto fu applicato a tutto il territorio.
In base allo Statuto albertino i poteri erano così suddivisi:

POTERE LEGISLATIVO POTERE ESECUTIVO POTERE GIUDIZIARIO


Parlamento (composto da 2 Governo (Re e ministri Magistratura (giudici nominati
Camere) nominati dal Re) dal Re)
Camera dei Senato della Col tempo si affermò la prassi
deputati Repubblica che il Governo e i ministri
(membri eletti (membri rimanevano in carica se
dal popolo) nominati dal conservavano l'appoggio del
Re) Parlamento

Al re Carlo Alberto interessava affiancare alla Camera dei Deputati (eletta dal popolo) un altro
organo camerale (il Senato) composto da membri da lui nominati e quindi a lui fedeli.
I sudditi che avevano diritto di voto erano comunque in numero limitato, perché il diritto di voto era
riconosciuto ai soli cittadini maschi, in base al reddito, o all'età, o al grado di istruzione etc.
Lo Statuto albertino era una carta costituzionale ottriata = concessa da Re e flessibile (perché si
poteva modificare con una legge ordinaria del Parlamento) e trasformò la monarchia da assoluta in
costituzionale.
Dall' unità d'Italia fino ai primi anni del 1900 vennero progressivamente riconosciuti alcuni diritti
ed alcune libertà al popolo (es. estensione del diritto di voto, pluralismo politico, abolizione della
pena di morte).
Ma dopo la prima guerra mondiale (1915-18) si affermò in Italia un nuovo partito politico, i Fasci
italiani di combattimento a capo del quale c'era Benito Mussolini. Mussolini riteneva che per uscire
dal periodo di crisi post bellico fosse necessario usare le “maniere forti” ed infatti nel 1922 con le
squadre fasciste organizzò la Marcia su Roma per prendere il potere. Ma non fu necessario nessun
atto di forza perché il re (Vittorio Emanuele III) ordinò all'esercito di non opporre resistenza e
conferì a Mussolini l'incarico di Capo del Governo=Primo ministro=Premier.
Dato che lo Statuto albertino era una costituzione flessibile e Mussolini aveva l'appoggio della
maggioranza in Parlamento, egli modificò progressivamente le leggi dell'Italia fino a concentrare
tutto il potere nelle sue mani e ad instaurare un regime di dittatura. Con le cosiddette leggi
fascistissime soppresse diverse libertà (di manifestazione del pensiero, di riunione ed associazione),
impose la censura alla stampa, abolì il pluralismo politico (c'era il solo partito fascista alle votazioni
del 1929), emanò le leggi razziali (i ragazzi di religione ebraica non potevano studiare o fare il
servizio militare) e soppresse la Camera dei deputati. Nel 1940 l'Italia entrò nella seconda guerra
mondiale e, sebbene l'armistizio fu firmato nel 1943 (con fuga del re e dei ministri e abbandono del
popolo) l'talia fu liberata definitivamente dall'occupazione nazista il 25 aprile 1945 (festa della
Liberazione).
Il 2 giugno 1946 il popolo fu chiamato a scegliere, attraverso un referendum a suffragio universale
(votarono tutti, anche le donne) fra monarchia e repubblica. Vinse la Repubblica e durante quelle
stesse votazioni i cittadini elessero una lista di deputati che formarono l'Assemblea costituente, che
aveva il compito di redigere=scrivere una nuova Costituzione. La nuova Costituzione fu
definitivamente approvata il 22 dicembre 1947, promulgata e pubblicata in una edizione speciale
della Gazzetta ufficiale il 27 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1 gennaio 1948 (quindi la nostra
Costituzione è nata esattamente 100 anni dopo lo Statuto albertino).

Caratteristiche e struttura della Costituzione

La Costituzione della Repubblica italiana è:


SCRITTA: essa è contenuta in un testo scritto, redatto in articoli
RIGIDA: può essere modificata con un procedimento di legge aggravato, ovvero più complesso
rispetto al procedimento di approvazione delle leggi ordinarie (e non flessibile come era lo Statuto
albertino)
VOTATA: è stata votata dall'Assemblea costituente, organo eletto dal popolo, e non concessa da un
re (lo Statuto albertino era una Costituzione ottriata = concessa dal re)
LUNGA: disciplina diversi aspetti della vita civile (diritti, libertà, organizzazione dello Stato)
DEMOCRATICA: riconosce la sovranità del popolo e dà rilevanza alla partecipazione popolare
(sindacati e partiti politici)
COMPROMISSORIA: è frutto del compromesso, dell'accordo tra più parti politiche
PROGRAMMATICA: indica gli obiettivi che le forze politiche devono raggiungere

La Costituzione della Repubblica italiana è composta da 139 articoli così suddivisi:

Artt. 1-12 Principi fondamentali


Artt. 13-54 Diritti e doveri dei cittadini Parte prima
Artt. 55-139 Ordinamento della Repubblica Parte seconda
Disposizioni transitorie e finali 18, in numeri romani

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