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Compatibilmente con la situazione bellica si iniziarono a ripristinare libertà prima soppresse e riapparvero i partiti
politici, i quali si riunirono nei comitati di liberazione nazionale (CIN), per la collaborazione alla riforma della Stato.
Nota integrativa:
Lo Statuto albertino fu emanato nel 1848 da Carlo Alberto per il Regno di Sardegna. Con l’unificazione venne esteso in
tutto il Regno d’Italia nel 1861.
Lo Statuo Albertino era:
BREVE contiene pochi articoli e regola solo i diritti e i doveri civili fondamentali;
SCRITTO scritto in 84 articoli;
OTTRIATO ovvero concesso dal Sovrano;
FLESSIBILE può essere modificato da una legge costituzionale.
Il contrasto fra il CIN e il re fu superato nel giugno del 1944 attraverso un accordo generale detto:” tregua istituzionale”
riguarda:
la rinuncia immediata del re all’esercizio di tutti i suoi poteri, carica provvisoria in attesa che il popolo una volta finita
la guerra sciogliesse il nodo tra Monarchia e Repubblica.
la convocazione di un’assemblea costituzionale eletta a suffragio universale.
Il 2 giugno 1946 gli elettori, per la prima volta tutti i cittadini, uomini e donne, furono convocati per dare un duplice
voto: per il referendum istituzionale e per l’elezione dei deputati all’Assemblea costituzionale.
A favore della Repubblica votarono oltre 12 milioni e per la Monarchia quasi 11 milioni.
Questo risultato fu oggetto di molte polemiche data l’esiguità della differenza di voti, ma non sarebbe cambiato
nemmeno se, come richiesto da alcuni Monarchici, le schede bianche e nelle (circa 1.500.000) fossero conteggiate per il
Mantenimento della Monarchia.
I singoli partiti non concedevano la Costituzione come uno strumento attraverso cui raggiungere un immediato
vantaggio particolare. Lavorò con lo sguardo rivolto al futuro (presbite).