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LA COSTITUZIONE ITALIANA

LA STORIA

Prima della costituzione

Il 17 marzo 1861 VITTORIO EMANUELE II fu decretato dal Parlamento Nazionale re d’Italia per grazia di Dio
e volere del popolo.
Il nuovo Stato Italiano adottò come carta fondamentale lo STATUTO ALBERTINO che rimarrà tale, pur con
alcune modifiche in età fascista (1825-26) con le LEGGI FASCISTISSIME, fino all’entrata in vigore della
Costituzione della Repubblica Italiana, 1 gennaio 1948.
Grazie alla flessibilità dello Statuto Albertino MUSSOLINI riuscì a:
-sostituire la Camera del Senato con la Camera del Fascio
-a limitare le libertà di culto agli ebrei
-abolire tutti i partiti tranne quello fascista
-abolire la libertà sindacale e lo sciopero venne considerato come reato
-introdurre la pena di morte
-rese il dissenso politico penalmente perseguibile

Dopo la costituzione
Il 1° giugno 1946 è una data storica epocale, in quanto alle donne vien concesso il diritto al voto. Ci fu un
referendum per scegliere tra repubblica e monarchia. Vince la repubblica, grazie ai voti avvenuti nel Nord
Italia perché il Sud era più nostalgico. Nello stesso anno nasce l’Assemblea costituente, un organo con il
compito di disciplinare la nuova forma di governo per uno stato repubblicano. Ha il compito di scrivere il
testo di una nuova costituzione. La commissione costituente era formata da 25 deputati scelti tra gli
esponenti più prestigiosi di tutti i partiti, aveva il compito di discutere l’assemblea e approvare gli articoli
singolarmente e poi nel complessivo. 
Il 22 febbraio 1947 avvenne la votazione finale.
La costituzione entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Fino a prima vigeva lo Statuto Albertino, un documento
unico flessibile e che aprì le porte al fascismo perché era possibile modificarlo senza una legge
straordinaria. Tra il 1925-26 la Camera dei deputati sostenuta dalla camera del fascio emanò le leggi raziali
con cui venne spazzata via ogni forma di libertà di scelta e fede religiosa.

STATUTO ALBERTINO Concesso da CARLO ALBERTO di SAVOIA al Regno Sardo-Piemonte il 4 marzo1848-


FLESSIBILE=modificato senza una legge straordinaria

-OTTRIATO= (otrié)direttamente elargito dal sovrano

-BREVE= formato da circa 81 articoli, di cui un terzo fanno riferimento alle prerogative regie (poteri del
sovrano). Si limita ad enunciare i diritti e ad individuare la forma di governo.

-MONARCHIA COSTITUZIONALE= come forma di governo

-CARTA CONFESSIONALE= dava ampia libertà di culto a tutte le religioni mettendo in prima posizione la
religione cristiana.

COSTITUZIONE

-RIGIDA= modificata solo con leggi straordinarie o per volere del Presidente della Repubblica

-VOTATA da Assembla Costituente


-LUNGA = composta a 139 articoli

-REPUBBLICA=come forma di governo

-LAICA= garantisce la libertà di culto

LA COSTITUZIONE
Divisa in tre parti più una premessa che contiene i principi fondamentali (art. 1-12):
 Diritti e doveri dei cittadini= art. 13-54
 Ordinamento della repubblica= art. 55-139
 Diposizione transitorie e finali per regolar il passaggio da una forma di governa all’altra e da
fascismo a stato democratico.
PRINCIPI FONDAMENTALI

La parte iniziale della Costituzione riporta gli articoli che riguardano :


principi fondamentali della Repubblica Italiana.
Gli articoli 1-12 costituiscono i valori intangibili, fondamento della nostra democrazia.
Il loro valore si dice essere “precettivo” poiché sono norme suscettibili di applicazione diretta
anche se manca un’ esauriente disciplina ordinaria di dettaglio.
1. Democraticità – art. 1, 1° comma
2. Sovranità popolare – art. 1, 2° comma
3. Inviolabilità dei diritti – art. 2
4. Uguaglianza formale e sostanziale – art. 3
5. Diritto al lavoro – art. 4
6. Riconoscimento delle autonomie locali – art. 5
7. Tutela delle minoranze linguistiche – art. 6
8. Libertà religiosa – art. 8
9. Sviluppo della cultura, tutela ambientale e del patrimonio storico ed artistico – art. 9
10. Riconoscimento di collaborazioni internazionali – art. 10
11. Ripudio della guerra come strumento di offesa – art. 11
12. Struttura della bandiera italiana – art. 12

Fissano la forma dello stato


Sovranità popolare
Ruolo fondamentale del lavoro nella vita della repubblica
Tutti i cittadini hanno uguali diritti qualunque sia la loro condizione sociale, culturale ed economica
Sollecita i governatori a rimuovere le condizioni che sono di ostacolo a una reale uguaglianza
Piena libertà religiosa a tutte le confessioni, anche se esistono accordi particolari con la chiesa cattolica.
PRIMA PARTE: DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
La costituzione garantisce l’inviolabilità delle libertà personali, nessun cittadini può essere arrestato e
perquisito arbitrariamente.
Nessuno può introdursi arbitrariamente nell’abitazione altrui
Tutti i cittadini possono manifestare e sostenere pubblicamente le proprie opzioni non solo con la parla o
mezzo stampa o mezzi di comunicazione di massa
Tutti possono difendere i propri interessi in tribunale mediante avvocato e lo stato deve garantire a chi non
può permetterselo
La costituzione attribuisce un ruolo fondamentale alla famiglia e stabilisce uguaglianze dei coniugi nel
matrimonio
La salute è un diritto fondamentale dell’individuo e si impegna a garantire cure gratuite ai poveri
Tutela diritti dei lavoratori, uomini e donne
Riconosce la proprietà privata
Pone vincoli e limiti alla proprietà privata terriera per evitare il latifondismo
ULTIMA SEZIONE RAPPORTI POLITICI
Stabilisce diritto di voto ed essere eletti
Associazioni in partiti
Ricoprire cariche pubbliche, pagamento tasse e difendere la patria
SECONDA PARTE TUTTO Ciò CHE SERVE PER GARANTIRE NUON FUNZIONAMENTO STATO E CORRETTO
RAPPORTO TRA VARI POTERI STATALI
Potere di fare leggi (legislativo)= parlamento

Potere di far rispettare le leggi (esecutivo)

Potere giudiziario= magistratura

Nei modelli degli stati democratici il potere è suddiviso per evitare che qualcuno o qualche organismo ne
abbiano troppo e possano approfittarsi (tirannia)

Tra le più adeguate a far fronte alle complesse esigenze della società moderna, non contano solo la
soluzione ai problemi politici e sociale ma anche il modo per affrontarli

I POTERI DELLO STATO

Lo stato italiano come tutti gli Stati moderni, ha separato i tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Al
Parlamento, formato dal Senato della Repubblica e dalla camera dei deputati, spetta il potere legislativo
cioè la preparazione, la formulazione e l’approvazione delle leggi. Al Governo, formato da un Consiglio dei
Ministri presieduto dal Presidente del Consiglio, spetta il potere esecutivo, cioè l’applicazione delle leggi e
l’attuazione dei servizi. Alla Magistratura spetta il potere giudiziario, cioè l’applicazione di sanzioni per quei
cittadini che non rispettano le leggi dello Stato. I tre poteri nella Costituzione Italiana sono separati per
tutelare e preservare la libertà dei cittadin

TERZA PARTE FONDAMENTI DELLA REPUBBLICA


Rappresentati da periodo più buio, la Seconda guerra mondiale e la resistenza al fascismo. La repubblica
segna la volontà di rinnovamento sociale italiano che accomunava tutte le forze politiche battute per
liberare l’Italia. Tutte le forze politiche hanno partecipato al lavoro dell’Assemblea costituente con
l’obiettivo di consolidare i diritti civili e politici che i regimi totalitari avevano soffocato. 
Fondamento politico= rifiuto del fascismo e affermazione del metodo democratico come nella lotta politica.
Ripudio della violenza e riconoscimento delle libertà politiche e civili di uno stato moderno
Istituzionale= punta sulla scelta di un sistema parlamentare basato sulla tripartizione del potere e la
distinzione delle funzioni->ogni organo esplica una funzione
VALORI
Cattolici= nostra costituzione è laica, ma i principi sono cattolici (solidarietà, ruolo sociale della famiglia,
rispetto e valore della persona)
Liberali= concetto ampio di libertà, liberismo economico, parola, espressione e fede
Socialisti/comunisti= uguaglianza sociale, controllo state sull’economia, difesa e tutela dei diritti di lavoro e
lavoratori.
DITITTO ALL’ISTRUZIONE

Uno dei più importanti diritti sociali e il diritto all'istruzione Listruzione rappresen ta un vantaggio per ogni
singolo individuo: chi ha un maggiore livello di istruzione avra minori probabilità di trovarsi in situazione di
bisogno Ma rappresenta anche un van- taggio per la società nel suo insieme Per questo gli stati nazionali,
fin dalla loro origine, si sono preoccupati di combattere l'analfabetismo e di favorire lo sviluppo delle scuole

Il diritto all'istruzione e riconosciuto dalla Costituzione (artt. 33 e 34) Essa stabilisce che la scuola deve
essere organizzata secondo norme generali emanate dallo stato. Per garan tire la realizzazione di questo
diritto la Costituzione impegna lo stato a istituire scuole pubbliche per tutti gli ordini e gradi e nello stesso
tempo garantisce il diritto di istitui re scuole private, purché senza oneri per lo Stato (art 33 c 3) La
Costituzione ammette quindi il pluralismo nell'ambito delle istituzioni scolastiche, purché le scuole private
non gravino sul bilancio dello stato (quest'ultimo punto è da tempo oggetto di discussione) Sia nelle scuole
pubbliche sia nelle scuole private e garantita la libertà di insegnamento Lo stato non può imporre un
determinato indirizzo politico o ideologico agli insegnan ti. La scuola e concepita dalla Costituzione come
un'istituzione laica in cui è favorito il confronto tra diversi metodi e posizioni culturali.

La Costituzione afferma che La scuola e aperta a tutti Cart 34 c 1). ma non si accon tenta di offrire la parita
di diritti (ossia l'uguaglianza formale). E evidente infatti che l'ef- fettiva possibilità di accedere all'istruzione
dipende dalle condizioni economiche e so ciali delle famiglie Per questo la Costituzione si preoccupa di
offrire condizioni di pari opportunità (ossia di uguaglianza sostanziale) agli studenti scapaci e meritevoli (art
34 c 3), attraverso «borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite
per concorso (art. 34 c 4)
Dalla fondazione della Scuola palatina da parte di Carlo Magno (781 d.C.), al fiorire delle istituzioni comunali
(XII secolo), la Chiesa mantenne il monopolio dell’istruzione che, finalizzata più all’educazione dell’anima
che all’erudizione e allo studio del mondo, rimase privilegio di pochi. Le nuove esigenze della società
mercantile medievale e della cultura scientifica in epoca moderna estesero, però, la necessità di
un’istruzione più “concreta” e alla portata di un numero sempre maggiore di persone.

Il principio che l’istruzione sia, invece, un diritto fondamentale di ogni persona si è affermato con lentezza.
Vi hanno contribuito, in primo luogo, la Riforma protestante (XVI secolo), sostenendo che ogni cristiano
deve saper leggere e interpretare la parola di Dio rivelata nelle Sacre Scritture; in secondo luogo, il
movimento illuminista del Settecento, affermando che la ragione è una facoltà comune a tutti gli uomini
che hanno, quindi, uguali diritti, tra cui è fondamentale quello all’istruzione. Le esigenze della società
industriale hanno favorito, in seguito, la formazione di operai, impiegati, tecnici, ingegneri e dirigenti con
gradi di istruzione adeguati alla loro funzione nel sistema di produzione. Molti degli stati contemporanei
hanno reso obbligatoria l’istruzione di base, mossi soprattutto dall’esigenza di formare, attraverso una
lingua e una cultura comuni, una coscienza nazionale condivisa.

Anche se oggi, di fatto, esistono paesi con un tasso di analfabetismo ancora alto,

l’ONU riconosce, nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948), che l’istruzione è un diritto
fondamentale di ogni uomo e di ogni donna.

Costituzione impegna lo stato a istituire scuole pubbliche per tutti gli ordini e gradi e nello stesso tempo
garantisce il diritto di istitui re scuole private, purché senza oneri per lo Stato (art 33 c 3) La Costituzione
ammette quindi il pluralismo nell'ambito delle istituzioni scolastiche, purché le scuole private non gravino
sul bilancio dello stato (quest'ultimo punto è da tempo oggetto di discussione) Sia nelle scuole pubbliche sia
nelle scuole private e garantita la libertà di insegnamento Lo stato non può imporre un determinato
indirizzo politico o ideologico agli insegnan ti. La scuola e concepita dalla Costituzione come un'istituzione
laica in cui è favorito il confronto tra diversi metodi e posizioni culturali.

La Costituzione afferma che La scuola e aperta a tutti Cart 34 c 1). ma non si accon tenta di offrire la parita
di diritti (ossia l'uguaglianza formale). E evidente infatti che l'ef- fettiva possibilità di accedere all'istruzione
dipende dalle condizioni economiche e so ciali delle famiglie Per questo la Costituzione si preoccupa di
offrire condizioni di pari opportunità (ossia di uguaglianza sostanziale) agli studenti scapaci e meritevoli (art
34 c 3), attraverso «borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite
per concorso (art. 34 c 4)

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