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Fascismo anni Venti

Dal governo di coalizione alla dittatura di fatto (ottobre 1922-gennaio 1925):


la “normalizzazione” annunciata da Mussolini nel discorso di insediamo si risolve in un cammino a
tappe forzate verso una dittatura di fatto:
 dicembre 1922: istituzione del Gran Consiglio del Fascismo (il Politburo del PNF): senza
alcuna veste giuridica usurpava i compiti di parlamento e governo decidendo su questioni di
politica interna ed estera
 1922, creazione della Milizia della Sicurezza Volontaria, inquadrata tra le forze armate, un
vero e proprio corpo armato di partito, dispensato dal giuramento di fedeltà al re
 Con i socialisti fortemente indeboliti dalle divisioni interne e dal contesto politico, M
spacca in due il mondo cattolico: da un lato, induce alle dimissioni i ministri PPI; dall’altro
inizia opera di avvicinamento alla Chiesa che culminerà nei Patti lateranensi del 1929. La
riforma della scuola di Gentile, 1923, rende obbligatorio insegnamento religione cattolica.
Chiesa convince don Sturzo ad abbandonare vita politica. Esule a Londra e poi negli USA
(rientra in Italia solo nel 1946).
 Legge Acerbo, 1923: riforma elettorale maggioritaria, con un premio di maggioranza molto
forte (alla maggioranza relativa, vanno i 2/3 del Parlamento). Il “Listone” (oltre ai fascisti,
anche liberali e cattolici di destra si presenterà alle elezioni del 1924 vincendole a mani
basse: 64,9% dei voti, 356 seggi su 535, racimolati non senza intimidazioni e, al Sud, con
metodo clientelare. Si trattava di una vera e propria dissoluzione dei vecchi gruppi politici.
 10 giugno 1924: il delitto Matteotti. La crisi del fascismo. L’Aventino.
 3 gennaio 1925, colpo di stato: dopo qualche mese di difficoltà, appoggiato dai clerico-
moderati e dagli ambienti militari e monarchici, M prende il sopravvento: nel discorso alla
Camera, si assume “la responsabilità politica, morale e storica di tutto quanto era avvenuto”
e di essere pronto a stroncare l’Aventino. Alle parole seguirono i fatti: arresti di antifascisti,
violenze, sequestri di giornali di opposizione.
Dalla dittatura di fatto al regime totalitario (1925-1929)
Le “leggi fascistissime” promulgate tra il 1925 e il 1926:
 legge 24 dicembre 1925: il potere legislativo viene tolto al parlamento e attribuito al potere
esecutivo = al “Capo del governo” (nuova designazione del presidente del consiglio); in via
formale, il premier rappresenta il re (salva la legalità costituzionale). Abolizione della
iniziativa legislativa parlamentare: solo il governo può determinare iter legislativo.
 Soppresso sistema elettivo amministrazioni comunali e provinciali; al posto dei sindaci eletti
dal basso, i “podestà” nominati dal governo. Rafforzamento i poteri del prefetto (“Stato di
polizia”), anche per imbrigliare strapotere dei “ras” fascisti locali: Grandi a Bologna, Balbo
a Ferrara, Farinacci a Cremona)
 soppressa o fortemente limitata la libertà di parola, di stampa e di associazione; nel 1926
abolito il diritto di sciopero: unici sindacati legalmente riconosciuti quelli fascisti (sin dal
1925, col Patto di Palazzo Vidoni, la Confindustria si impegnava a trattare solo con questi)
 1926, sciolti per legge tutti i partiti ad eccezione del PNF
 nuova legislazione penale, Codice Rocco: ripristina pena di morte, istituisce un Tribunale
Speciale per la Difesa dello Stato (Tribunale politico) formato da autorità fasciste e non da
magistrati ordinari. Creazione dell’OVRA (sviluppo della “Ceka”). Istituzione del confino.
 1928, il Gran Consiglio del fascismo è “costituzionalizzato”. Attribuzioni: designare Capo
del governo (o sfiduciarlo, 25 luglio 1943). Promulgare leggi costituzionali; preparare legge
elettorale basata su “lista unica”: gli elettori si limitano a dire sì o no alla lista, votata a
scrutinio palese (sotto gli occhi di tutti). Le elezioni del 1929 (di fatto un referendum
plebiscitario).
 La persecuzione degli oppositori. Il fuoriuscitismo. Il carcere. Il confino.
 1929, i Patti lateranensi. Consistono in 3 cose: 1. un Trattato internazionale in cui due stati
autonomi si riconoscono reciprocamente; 2. Convenzione finanziaria che fissa indennizzi
per espropri del 1870. 3. Un concordato, in vigore sino al 1984: a. riconoscimento religione
cattolica come religione ufficiale dello stato italiano (art. 1); b. piena libertà di culto alla
Chiesa ed esonero per il clero dal servizio militare; privilegi fiscali; c. esclusione dei
sacerdoti apostati dai pubblici uffici e cioè dai pieni diritti civili (art. 5). d. riconoscimento
civile del matrimonio religioso (art. 34); e. obbligo insegnamento della religione cattolica
quale “fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica” (art. 36). f. libertà di azione per
le organizzazioni dell’Azione cattolica purché svolgano “la loro attività al di fuori di ogni
partito politico” (art. 45).

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