Sei sulla pagina 1di 3

1918, conclusioni

Milioni di morti: perdite umane circa 13 milioni, conteggiando i soli militari (più parecchi milioni
di civili)
Russi: 2m di morti, 12 su 100 in età compresa tra i 15 e i 50 anni
Tedeschi: 2m di morti
Francesi: 1m 350mila, 14/100
300mila francesi e tedeschi solo a Verdun; 500mila tedeschi, 400mila inglesi, 200mila francesi solo
sulla Somme
nel solo 1916: tedeschi 1m e 100mila tra morti e feriti contro i 900mila dei francesi e i 650mila
degli inglesi
Italiani: i 6-700 mila morti che l’Italia potrà “vantare” sul tavolo della pace non parranno granché di
fronte a questi numeri, indebolendone ulteriormente la già scarsa forza negoziale.

Una pace cartaginese:


a Versailles, i vincitori impongono ai vinti le loro condizioni, senza consentire loro la minima
discussione: un diktat;
di più, i vincitori pretendono che i vinti ammettano la loro esclusiva responsabilità di aggressori;
mirano a trascinarli davanti a un tribunale nel quale la Francia soprattutto si attribuisce il ruolo di
severo giudice.
I tedeschi sottoscrivono obtorto collo, spinti dalla fame e dalla minaccia di una ripresa delle ostilità
a brevissimo termine.
Il fatto che la Germania sia stata piegata solo dal blocco navale e dal cedimento degli alleati, la
retorica delle armate invitte, sconfitte solo dal tradimento avrà negli anni seguenti drammatiche
ripercussioni sui comportamenti interni e internazionali di un popolo indisponibile a farsi trattare da
vinto e incline al revanscismo.
Abolire Versailles, sarà il primo punto del programma della NSDAP.

Trattato di Versailles 1919, Francia>Germania:


i tedeschi perdono il 13% del loro territorio
aree industrializzate con il 75% dei giacimenti di ferro (occupazione francese della Ruhr)
il 25% miniere di carbone, in particolare Alsazia e Lorena restituite ai francesi (tedesche dal 1870)
alcune parti della Prussia, annesse alla neonata Polonia
disarmo pressoché totale (aboliti 3/4 dell’esercito)
smilitarizzazione della Renania
pagamento di enormi indennità di guerra (miliardi di marchi-oro)
Trattati di Saint Germain e del Trianon 1919/20: Austria e Ungheria divise e penalizzate dal
punto di vista territoriale; nascono la Jugoslavia (dall’allargamento della Serbia verso Croazia e
Slovenia) e la Cecoslovacchia, che si vanno aggiungere alla dissoluzione dell’altro impero, quello
zarista: Polonia, Finlandia, Lettonia, Estonia, Lituania
URSS: ritorna in possesso dei territori persi con la pace di Brest-Litovsk tra Russia e Germania del
1917 (tra cui l’Ucraina)
Trattato di Sèvres 1920: un altro impero sconfitto, l’Ottomano, subisce anch’esso un catastrofico
smembramento:
Iraq e Palestina passano sotto l’amministrazione inglese
la Siria sotto quello francese
ampie parti dell’Anatolia cedute ai greci
Stretto dei Dardanelli, di fondamentale importanza strategica, sotto controllo inglese

I 14 punti di Wilson:
per quanto punitiva, la soluzione tedesca ritenuta sin troppo equa dai francesi.
I vincitori non sono compatti.
Inglesi: tradizionale propensione per l’equilibrio delle forze nel continente e non vogliono privarsi
del baluardo tedesco contro un eventuale espansionismo sovietico.
Peculiare è la posizione americana (presidente Wilson, democratico):
forti della loro nuova potenza militare;
forti soprattutto del ruolo di polmone finanziario conquistato con i “crediti di guerra” dati ai loro
alleati, specie alla Gran Bretagna, indiscussa protagonista della finanza internazionale prebellica.
Di fatto, un passaggio del testimone, un cambio della leadership economica mondiale.
8 gennaio 1918, Wilson enuncia in 14 punti gli obiettivi della guerra americana:
l una pace giusta per tutti, basata sull’applicazione del principio della nazionalità;
l trasformazione della politica internazionale da campo privilegiato della diplomazia segreta a
luogo di dibattito trasparente sul tema degli interessi dei popoli;
l Il punto più innovativo, prevede la costituzione di una “Società delle Nazioni” (antesignana
dell’ONU odierna) come luogo di mediazione permanente, di risoluzione arbitrale e pacifica
dei conflitti internazionali.
Sconfitta del programma di Wilson:
l La SdN accoglie il Trattato di Versailles ma non Germania e URSS, che vengono escluse;
l USA si tirano fuori immediatamente quando il Congresso, a maggioranza repubblicana, si
rifiuta di ratificare il Trattato e di aderire alla SdN (novembre 1919); democratici perdono
elezioni presidenziali nel 1920;
l il cambio di rotta “isolazionista” della politica estera USA vs interventismo di Wilson.

L’ago della bilancia di un nuovo “ordine” europeo


l’Europa è consegnata:
l alla fragile tutela dell’asse franco-inglese, politicamente diviso
l a una situazione economica-finanziaria resa ingovernabile dal fatto che la Germania si
dichiara impossibilitata a pagare le riparazioni di guerra a Francia e Inghilterra;
l dal fatto che Francia e Inghilterra si rifiutano di pagare i loro debiti di guerra verso USA
prima di essere soddisfatte dai tedeschi;
l dal fatto che USA si rifiutano di effettuare gli investimenti di cui l’economia europea ha
assoluta necessità prima di essere rientrati dai loro crediti.
Paradossalmente, la Germania “punita” ed emarginata diveniva l’ago della bilancia, la chiave
per un qualche ritorno alla normalità nel lungo dopoguerra europeo.

Piano Dawes 1924

...

Potrebbero piacerti anche