Sei sulla pagina 1di 3

IL RISORGIMENTO ITALIANO (pagina 366 a 379)

Con il termine Risorgimento (conte di Cavour) si indica un periodo storico iniziato nei primi anni
del 1800 caratterizzato dalla voglia del popolo di avere un’identità nazionale, ci furono profondi
mutamenti a livello culturale, politico e sociale.
L’obbiettivo dell’Italia era quello di raggiungere l’indipendenza e l’unità nazionale, Ma in Italia
c'erano due schieramenti con idee completamente diverse da una parte i democratici tra i quali
spiccava la figura di Giuseppe Mazzini che volevano l’iniziativa popolare e l’istaurazione della
repubblica dall'altra parte c’erano i moderati che evitavano l'intervento del Popolo e cercavano
aiuto dai sovrani con una soluzione federale.
I democratici si Affidano a Giuseppe Mazzini nato a Genoa nel 1805 che fin da giovane si avvicinò
alle idee patriottiche e democratiche, aderì alla carboneria( una società segreta rivoluzionaria
italiana) e per questo fu processato e costretto a scegliere tra il confino in un paese in Piemonte e
l’esilio, scelse l’elisio e si trasferì in svizzera e poi in Francia.
Nel 1831 fondò a Marsiglia “La giovane Italia” un’associazione politica che aveva come obiettivo
quello di riunire gli stati italiani in una sola repubblica e liberare il popolo italiano dagli invasori
stranieri, in quel caso dalla dominazione austriaca.
La formazione di Mazzini punta sulla diffusione delle proprie idee per coinvolgere il maggior
numero di individui possibile e conta di perseguire l’allontanamento degli stranieri tramite una
guerriglia popolare) da conseguirsi tramite le lotte per bande (già usate dagli spagnoli contro
l’occupazione napoleonica e un altro loro obiettivo era di confidare esclusivamente sulle proprie
forze senza ricorrere né sostegno ai sovrani né alle potenze straniere.
Un altro punto caratteristico del programma della Giovine Italia è quello che riguarda la religione: i
mazziniani rifiutano qualsiasi concezione materialistica, identificano Dio con il popolo e con il
principio stesso del progresso umano. Il popolo, di conseguenza, non è visto come semplice massa
di manovra per fare la rivoluzione ma come il soggetto principale del mutamento politico.
Le prime azioni della Giovane Italia, passate alla storia come “insurrezioni” la più importante fu
quella in Calabria nel 1844 guidata dai fratelli Bandiera ma furono totalmente fallimentari, perché
mancava un efficace coordinamento delle operazioni e in particolare per la quasi totale assenza
delle masse popolari. Questo insuccesso portò Mazzini ad una profonda crisi interiore definita
“tempesta interiore” e fra i patrioti iniziò una sfiducia nelle idee di Mazzini
Nel 1840 Mazzini fondò un’organizzazione autonoma degli operai chiamata “Unione degli operai
italiani” con l’obiettivo di risolvere i problemi di questa classe sociale.
Un altro esponente molto importante di questo periodo oltre Mazzini fu Carlo Cattaneo federalista
patriota, politico e filosofo milanese, fu direttore della rivista “il politecnico” la quale diffondeva le
idee liberali, aveva un pensiero molto diverso da Mazzini, infatti Cattaneo supportava
profondamente le idee federaliste improntate su un forte liberalismo e laicismo. Cattaneo era
fautore di un sistema politico basato su una confederazione di stati italiani sullo stile della Svizzera
che ammirava notevolmente, inoltre riteneva che federalismo e repubblicanesimo dovessero
marciare di pari passo, proprio come negli Stati Uniti.
Oltre ai pensieri rivoluzionari di Mazzini e le idee federaliste di Cattaneo c'era una terza corrente di
pensiero quella dei liberali moderati i loro obiettivi erano l'indipendenza dallo straniero, che la
chiesa rinunciasse all'alleanza trono-altare e un’apertura al progresso culturale e scientifico e alla
modernità.
All’interno al pensiero cattolico liberale si formò una scuola di pensiero chiamata “neoguelfismo”
sosteneva un rinnovamento in senso liberale del cattolicesimo, che veniva riproposta come modello
politico dell'organizzazione dello Stato, a capo del neoguelfismo c’era Vincenzo Gioberti.
il programma politico di Gioberti era quello di costruire una Confederazione di stati preceduta dal
Papa per realizzare ciò i sovrani dovevano mettere in atto alcune riforme amministrative.
Ma non tutti i moderati accettarono il pensiero di Gioberti a causa del suo pensiero religioso alcuni
moderati tenendo comunque l'idea del federalismo giobertiano riformularono il federalismo
inserendo una prospettiva Laica assegnando il ruolo di capo non più al papà ma al Re di Sardegna
il capo di questo federalismo fu Cesare Baldo che aveva come obiettivo l’espansione del Piemonte
nella zona Lombardo-veneta. (Federalismo Filosabaudo)
Un altro forte sostenitore del Federalismo Filosabaudo fu Massimo D’Azeglio fu il fondatore del
manifesto “proposta di un programma per l’opinione nazionale” inoltre fu una garanzia d’ordine di
Carlo Alberto di Savoia.
A metà dell'800 l'Italia era un paese molto arretrato è prevalentemente agricolo, senza progresso
nelle tecniche di coltivazione, e a peggiorare la situazione ci furono le condizioni igieniche precarie
e le malattie come la tubercolosi e le epidemie di vaiolo
la restante parte della popolazione lavorava nelle Industrie che erano costituite prevalentemente da
Manifatture di piccole dimensioni, principalmente erano nel settore tessile.
le cause più importanti di questa arretratezza economica erano in primis l'assenza di un ceto
imprenditoriale in grado di rendere dinamico il mercato è in particolare la ristrettezza del mercato
interno che a causa della frammentazione politica sì indebolì, Inoltre, si aggiunge arretratezza del
sistema dei trasporti con la quasi totale assenza di una rete ferroviaria.
il primo ad aprire la strada verso le riforme fu il pontefice Pio IX, intorno alla sua figura si
circondarono le speranze degli italiani. la prima riforma attuata da Pio IX fu la concessione di una
amnistia che consiste nella rinuncia, da parte dello Stato, a perseguire determinati reati. Si tratta di
un provvedimento generale di clemenza.
Inoltre, introdusse alcune riforme di stampo liberale come la quasi Eliminazione della censura in
favore di una libertà di stampa maggiore Ma la sua riforma più importante fu la Consulta di Stato
ovvero un'assemblea nella quale il popolo poteva intervenire sulle decisioni del papà.
Leopoldo II di Toscana e Carlo Alberto di Savoia presero come esempio le riforme liberali
introdotte da Papa Pio IX , successivamente nel novembre del 1847 tutti e tre firmarono per una
lega Doganale volta a realizzare l'unificazione economica e politica dell'Italia.
l'unico stato italiano rimasto estraneo fu il Regno delle Due Sicilie comandato da Ferdinando II di
Borbone, questo però determinò il popolo in un profondo malcontento, infatti, nel gennaio del
1848 scoppiò a Palermo un'Insurrezione separatista per frenare le rivolte Ferdinando II concesse
una carta costituzionale costrinse anche gli altri sovrani a fare lo stesso (non creata dal popolo ma
dai sovrani)
Il re di Sardegna Carlo Alberto concesse lo Statuto Albertino che sarebbe la base della nostra
Costituzione, istituiva una Camera dei deputati eletta su base censitaria è un Senato di nomina
regia il sovrano aveva poteri esecutivi e giudiziari.
LA PRIMA GUERRA DI INDIPENDENZA
Prima fase
Tra il 13 e il 15 marzo 1848 con le insurrezioni scoppiate a Vienna e Budapest scoppiò in seguito
delle rivolte popolari tra le città di Milano e Venezia.
Cause: il Regno di Sardegna voleva cacciare gli austriaci dal Regno d’Italia
la spinta Popolare portò alla Liberazione di due Veneziani Daniele Manin e Niccolò Tommaseo,
In questo periodo a Milano si ebbero le 5 giornate democratiche (18-23 mar.) che consistevano
nell’uccidere gli austriaci comandati da Radetzky che decise di scappare dalla città e nascondersi
nel quadrilatero compreso tra le fortezze di Verona, Mantova.
A questo punto decise di intervenire Carlo Alberto di Savoia spinto dai moderati/liberali (in
particolare da Baldo, d’Azeglio) dal desiderio di non vedere trionfare i repubblicani egli decise di
dichiarare guerra all’Austria per due motivi in primis perché vuole frenare la democrazia e perché
vuole la Lombardia ( interesse espansionistico)
La situazione precipitò quando temendo uno scisma religioso da parte dell'Austria Cattolica Pio IX
( Punto di incontro tra prima e seconda fase ) egli decise di ritirare le sue truppe facendo un
discorso pubblico pacifista chiamato "allocuzione" Pio IX dirà Infatti la sua impossibilità di
associarsi alla guerra Nazionale data la sua posizione di pontefice, come lui anche le altre fazioni
ritirarono le truppe rimasero solamente i Savoia Che subirono durissima sconfitta a Custoza il 9
agosto il generale Salasco Firmò per conto di Carlo Alberto un armistizio che imponeva ai
piemontesi di abbandonare le terre Lombarde e Venete.
Seconda fase:
Venezia Toscana e Sicilia furono finalmente proclamate repubbliche (in Sicilia cade la monarchia
borbonica).
i democratici si insediarono al potere richiesero la convocazione di assemblea nazionale
Costituente che fu a suffragio universale questa assemblea dichiara decaduto il potere dei papi e lo
Stato prendeva il nome di repubblica romana in seguito affidò i pieni poteri ha un triumvirato
formato da Mazzini Carlo Armellini e Aurelio Saffi.
Sotto la pressione delle forze democratiche il governo piemontese passò sotto le mani dei moderati
con Gioberti e decise di riprendere la guerra ma durò solo tre giorni l’esercito piemontese Fu
battuto a Novara le città lombarde furono occupate dagli austriaci fino alla firma della Pace di
Milano del 1849.
Carlo Alberto abdicò dopo la sconfitta e fece salire al trono suo figlio Vittorio Emanuele II, lui con
Radetzky Firmò l'armistizio di Vignale che imponeva il pagamento di una di un pesante tributo ma
a costo di lasciare intatto il territorio del Regno di Sardegna, dal 1848 il Piemonte rimase l'unico
stato costituzionale Italia.

Potrebbero piacerti anche