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La Corte

costituzionale
La giustizia costituzionale in generale
La nostra Costituzione è rigida. Ciò significa che le norme in essa contenute prevalgono su tutte le altre,
comprese le leggi emanate dal Parlamento. Per evitare violazioni è posto un apposito organo che è la Corte
costituzionale, il cui 'insieme delle sue competenze costituisce la giustizia costituzionale.

Composizione
La Corte costituzionale si compone di 15 giudici che vengono nominati:
 1/3 dal Presidente della Repubblica;
 1/3 dal Parlamento in seduta comune (maggioranza qualificata);
 1/3 dalle supreme Magistrature ordinaria e amministrativa (tre della Corte di cassazione, uno dal
Consiglio di Stato e uno della Corte dei conti).

I giudici sono scelti tra tecnici del diritto, cioè tra:


1. Magistrati, delle giurisdizioni superiori ordinaria e amministrativa (della Corte di cassazione, del
Consiglio di Stato e della Corte dei conti);
2. Avvocati con più di vent’anni di esercizio della professione forense;
3. Professori universitari in materie giuridiche.

La durata della carica è di 9 anni, senza possibilità di rielezione.

Organizzazione
I 15 giudici eleggono tra di loro il Presidente che rimane in carica 3 anni a cui spetta dirigere l’attività della
Corte, è un primus inter pares.

La Corte deve necessariamente essere un organo neutro, per questo motivo, l’indipendenza viene garantita:
1. Ai giudici vengono riconosciute quelle immunità già ricordate a proposito dei parlamentari. Simili, non
identiche. Ad essere identica è l’insindacabilità cioè il fatto che i giudici costituzionali non possono
essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Per quanto
riguarda l’immunità penale i giudici possono essere arrestati senza l’autorizzazione della Corte stessa;
2. Il mandato di giudice costituzionale è incompatibile con ogni altra attività lavorativa;
I giudici non possono essere rimossi né sospesi se non a seguito di una deliberazione della stessa Corte.

La Corte è un organo collegiale.


La deliberazione è assunta a maggioranza. I giudici non possono far conoscere all’esterno le loro opinioni
manifeste durante la discussione.

Decisioni
Le decisioni con cui la Corte costituzionale definisce il giudizio sono sentenze. Sono obbligatorie per tutti e
definitive.
Solo il Parlamento potrebbe, attraverso una legge di revisione costituzionale, modificare la norma della
Costituzione sulla quale si basa la sentenza della Corte.
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Competenze
La Corte costituzionale ha competenze:
 Come giudice delle leggi, giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle fonti
primarie, se una legge è in opposizione alla legge non potrà essere applicata.;
 Come giudice dei conflitti costituzionali, giudica sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e
Regioni;
 Come giudice penale, giudica sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica dal
Parlamento in seduta comune (per attentato alla Costituzione o alto tradimento);
 Come giudice dell’ammissibilità del referendum abrogativo, controlla che le richieste referendarie non
contrastino con l’art. 75 Cost.

Non spetta alla Corte costituzionale controllare la legittimità costituzionale dei regolamenti dell’Unione
europea.

Il giudizio sulla costituzionalità delle leggi


Il giudizio sulla costituzionalità delle leggi si fonda sul fatto che la Costituzione è rigida e che si trova al vertice
della scala gerarchica e che quindi le fonti di grado inferiore non possono essere in contrasto con essa. La Corte
costituzionale ha il compito di dichiarare incostituzionale gli atti aventi forza di legge con una sentenza di
accoglimento che annulla la legge, di conseguenza non potrà più essere applicata.

Per quanto riguarda i regolamenti, nel caso in cui fossero in contrasto con fonti primarie non se ne occupa la
corte costituzionale ma potrà essere annullato dal giudice amministrativo o disapplicato dal giudice ordinario
quindi la corte costituzionale non si occupa di regolamenti ma solo di fonti primarie.

I vizi
I vizi di costituzionalità si possono distinguere in 3 categorie.
 materiali o sostanziali riguardano il contenuto di leggi contrastanti con norme della Costituzione che
prevedono diritti e doveri dei cittadini. (es. vanno in contrasto con il principio di uguaglianza)
 formali riguardano il procedimento di formazione da seguire per l’approvazione delle leggi e degli atti
aventi forza di legge.
 di incompetenza, vizio che concerne la ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni.

I procedimenti
Non è ammesso che il singolo cittadino si rivolga direttamente alla Corte costituzionale. Essa deve invece
attendere che la questione di costituzionalità le sia proposta dall’esterno, tramite 2 procedimenti:
1. indiretto o incidentale;
2. diretto o principale.

Il giudizio incidentale
Il procedimento indiretto o incidentale è un procedimento che può innescarsi su un processo già in corso.
Può accadere che il giudice o una delle due parti, ritenga che la legge o parte di essa sia anticostituzionale,
perciò può chiedere alla Corte costituzionale di verificare la validità della legge.

Il giudice rinvia la questione alla Corte costituzionale solo se ritiene che essa sia:
 Rilevante per il giudizio, deve riguardare una legge, un atto avente forza di legge che deve essere
applicato nel processo e dalla cui esito può cambiare l’esito del processo (es. imputato assolto o
condannato);
 Non manifestamente infondata, cioè dotata di qualche serietà.

Se la questione è rilevante e non manifestamente infondata, il giudice sospenderà il processo e invierà gli atti
alla Corte costituzionale con un’ordinanza.

Il giudizio principale
Il procedimento diretto o principale si effettua mediante ricorso e riguarda i vizi di competenza.

Questo procedimento riguarda i rapporti tra lo Stato e le Regioni. (es. lo Stato potrebbe proporre ricorso contro
una legge di una Regione ricorrendo alla Corte costituzionale per richiedere un giudizio di legittimità
costituzionale in quanto ritenga che una legge abbia invaso la sua contenenza legislativa).

La provincia di Trento e Bolzano sono equiparate come le Regioni quindi possono fare ricorso alla Corte
costituzionale.

Lo Stato potrebbe proporre un ricorso relativo una legge di una Regione anche quando ritenga che quella legge
della Regione sia comunque in contrasto con la Costituzione non solo in base all’articolo 117 ma anche perché
ritiene che una legge di una Regione sia in violazione di un principio come quello di uguaglianza oppure violi
un principio della Costituzione che prevede determinati diritti.

Nota integrativa:
L’art. 117 della Cost. individua le materie di competenza dello Stato, che solo lo Stato può legiferare in
materia di politica estera, moneta, materia penale, immigrazione ecc.

C’è un secondo gruppo di materie “concorrenti” ovvero di competenza sia dello Stato che delle Regioni, lo
Stato individua i caratteri generali e le Regioni possono adottare leggi nell’ambito dei limiti imposti dallo
Stato.
Infine c’è un terzo gruppo, residuale, di competenza esclusiva delle Regioni che si presume per via residuale.

Può succedere quindi che lo Stato legiferi in una materia riservata alle Regioni oppure viceversa (es. le
Regioni del nord come la Lombardia che vogliono lasciare l’euro questo non sarebbe legale).

Una regione potrebbe decidere che venga dichiarata incostituzionale una legge dello Stato che invade la sua
competenza (es. in materia urbanistica e gestione del territorio).

Tipologie di decisioni
Le sentenze possono essere di due tipi:
 Di accoglimento quando il dubbio sulla costituzionalità della legge risulta fondato; la questione di
legittimità costituzionale è accolta e la legge viene annullata;
 Di rigetto quando il dubbio sulla costituzionalità della legge risulta infondata; la questione di legittimità
costituzionale è respinta e la legge non viene annullata, restando in vigore.

Le sentenze di accoglimento
Se la Corte costituzionale emana una sentenza di accogliento, verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e dal
giorno successivo dalla pubblicazione diventa vincolante nei confronti di tutti, non solo nei soggetti che sono
parti nel procedimento da cui è partito tutto, ma nei confronti di tutti i procedimenti che trattano della stessa
materia.

Nel caso i cui la materia trattata sia di materia penale e dovesse essere anticostituzionale per esempio una legge
che riguarda un reato a quel punto le persone che sono state nel frattempo condannate da questa legge avrà
effetto anche nei loro confronti in modo retroattivo, se sono invece state pronunciate sentenze di condanna
definitiva cessa l’esecuzione della pena (interruzione della pena).

Le sentenze di rigetto
Con le sentenze di rigetto, la Corte non dichiara costituzionalmente legittima la legge, ma si limita a dichiarare
infondata la questione sollevata dal giudice, questa sentenza avrà efficacia solo per le parti del processo e non
nei confronti di tutti.

Potrebbe accadere in futuro, che qualche altro giudice potrebbe sollevare la stessa identica questione di
illegittimità costituzionale e quindi la Corte costituzionale potrebbe essere chiamata ad esprimersi ancora una
volta sulla stessa legge. Non è quindi vincolante per tutti.

Questo perché negli anni le sentenze riguardanti la corte costituzionale sono mutate, vale a dire che se un
determinato anno la corte ha deliberato in un modo non vuol dire che dopo un periodo di tempo la decisione sia
la stessa, e questo non solo perché i tempi cambiano ma anche perché i giudici cambiano negli anni, quindi
giudici diversi possono assumere posizioni diverse.

I conflitti costituzionali
Introduzione
Il giudizio della Corte costituzionale è previsto per garantire la corretta suddivisine delle competenze tra i poteri
dello Stato e tra lo Stato e le Regioni.

Le ipotesi di conflitto sono 2:


1. l'invasione della competenza altrui;
2. cattivo uso del proprio potere.

Sono 2 anche i tipi di conflitti costituzionali:


 i conflitti tra i poteri dello Stato:
 i conflitti tra lo Stato e le Regioni.

I conflitti tra i poteri dello Stato


I conflitti tra i poteri dello Stato possono essere proposti da un organo costituzionale (il Parlamento, le Camere,
il Governo, il Presidente della Repubblica, i singoli giudici ecc.) contro un altro organo costituzionale.

Per cadere sotto il giudizio della Corte i conflitti non devono essere interni allo stesso potere, ma devono sorgere
tra diversi poteri dello Stato (per esempio, il giudiziario con l'esecutivo).

I conflitti tra lo Stato e le Regioni


I conflitti tra lo Stato e le Regioni sono proposti dall'uno o dall’altro per difendere le proprie attribuzioni contro
atti di qualsiasi tipo, purché non legislativi. (es. pandemia)

Il referendum abrogativo
Il referendum abrogativo è lo strumento di democrazia diretta. La funzione del referendum abrogativo è
l’abrogazione di una legge (o atti aventi forza di legge) dall’ordinamento giuridico.
E’ una richiesta fatta dal corpo elettorale di esprimersi su una determinata questione, incidendo direttamente
sull’ordinamento giuridico abrogando una legge o una singola disposizione.
Possono partecipare tutti i cittadini che sono elettori o depurati (18 anni, cittadinanza italiana)

I limiti al referendum abrogativo


L'art. 75 Cost. esclude dal referendum:
 le leggi di amnistia e indulto;
 le leggi tributarie;
 le leggi di bilancio;
 le leggi di autorizzazione alla ratifica dei Trattati internazionali.

Ci sono altri limiti impliciti, quando:


 il referendum risulta inammissibile quando il "quesito" (cioè la domanda a cui gli elettori rispondono si
o no) non sia chiaro oppure non sia univoco:
 leggi di attuazione della Costituzione, l’abrogazione di una impedirebbe al funzionamento dei
meccanismi Costituzionali;
 non sono abrogabili con referendum le leggi con attuazione di obblighi internazionali;
 vietati i referendum manipolativi con i quali, eliminando singole parole o espressioni di per sé prive di
significato (si pensi all'eliminazione di un "non"), si avrebbe uno stravolgimento della legge.

Lo svolgimento del referendum


Il referendum abrogativo richiede un procedimento lungo e difficile.
L'art. 75 della Costituzione prevede che possa essere proposto:
 da 500.000 elettori: l'iniziativa parte dai promotori che depositano presso la cancelleria della Corte di
cassazione il quesito. Entro tre mesi devono essere raccolte 500.000 firme;
 da 5 consigli regionali che devono approvare la richiesta a maggioranza assoluta.

Duplice controllo:
 di regolarità (circa il raggiungimento e l'autenticità delle 500.000 firme), svolto da un Ufficio per il
referendum presso la Corte di cassazione;
 di ammissibilità, con riferimento dei divieti esposti.

Il controllo è preventivo per cui, nel caso sia violato un divieto il referendum non potrà aver luogo.

Il controllo con esito favorevole, il referendum viene indetto dal Presidente della Repubblica su deliberazione
del Consiglio dei Ministri e si svolge in una domenica compresa tra la metà del mese di aprile e la metà del
mese di giugno successivo (periodo strategico).

La legge viene abrogata se:


 ha partecipato la maggioranza degli aventi diritto al voto e si raggiunto il quorum di validità (50%+1
aventi diritto) se non si raggiunge non si contano i voti ed è invalido (la legge resta in vigore).
 dai voti validamente espressi risulti una maggioranza di sì (si noti: sì non alla legge, ma alla sua
abrogazione).

Schede bianche o nulle concorrono al quorum ma non vengono considerate né “si” né “no”.
Se il corpo elettorale si sia espresso per il "si", il Presidente della Repubblica dichiara l'abrogazione della legge
con proprio decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

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