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Per giustizia costituzionale si intende un sistema di controllo giurisdizionale del rispetto della
Costituzione, che consente in quanto tale di reagire a possibili infrazioni della costituzione,
rivolgendosi in determinati modi a determinati giudici.
Esistono vari modelli di sindacato di legittimità costituzionale, quindi di rispetto della
costituzione:
sindacato preventivo (avvengono prima dell’entrata in vigore della norma- es. in
Francia)
sindacato successivo (il giudice valuta la legittimità della legge dopo che questa è
entrata in vigore (es. Italia)
1. sindacato diffuso (USA): qualunque giudice. Può far valere l’incompatibilità
della legge ordinaria con la Costituzione
2. sindacato accentrato (Italia): solo un giudice specializzato (Corte
costituzionale) può compiere lo scrutinio di incostituzionalità)
nell’ambito dei sistemi di sindacato accentrato si distingue tra giudizio in via
diretta e giudizio in via indiretta. Il sindacato italiano è un sindacato centrato in
via indiretta, perché per sollevare la questione alla Corte costituzionale è
necessario che ci sia un previo giudizio presso un qualunque giudice dinanzi al
quale occorre applicare la norma sospettata di incostituzionalità.
Ci sono anche sistemi in cui il sindacato accentrato è in via diretta
(Germania/Spagna), dove il singolo cittadino può adire direttamente la Corte
costituzionale, senza l’intermediazione di un giudizio
IL MODELLO ITALIANO
Il modello italiano è un modello di giustizia costituzionale prevalentemente orientato verso
un giudizio successivo. Il controllo è un controllo di costituzionalità accentrato ad accesso
indiretto (accesso diretto riconosciuto solo allo stato per impugnare la legge di una regione o
viceversa).
L’ORGANO
L’organo che esercita la giustizia costituzionale è la Corte costituzionale. È composta da
soggetti i cui requisiti sono indicati direttamente in Costituzione (art. 135).
Requisiti:
magistrati (anche a riposo) che appartengono alle giurisdizioni superiori
(ordinaria/corte di cassazione e amministrativa/consiglio di stato o corte dei conti)
oppure
professori ordinari universitari in materie giuridiche
oppure
avvocati dopo 20 anni di esercizio della professione (più rara)
La C.C. si compone di 15 giudici, la cui scelta è preordinata a garantire l’equilibrio tra i vari
organi costituzionali.
5 giudici sono eletti dal Parlamento in seduta comune (Camera + Senato + delegati regionali),
con scrutinio segreto e a maggioranza dei 2/3. Dal 4 scrutinio in poi è sufficiente la
maggioranza dei 3/5.
Altri 5 giudici sono nominati dal Presidente della Repubblica (senza proposta governativa). Il
PdR esercita un potere suo, la controfirma è ad opera del presidente del Consiglio dei
ministri, che tuttavia non entrerà nella decisione.
5 giudici sono nominati dalle supreme magistrature, ordinaria e amministrativa, 3 dalla
Cassazione, 1 dal Consiglio di Stato e uno dalla Corte dei conti.
I giudici della Corte costituzionale ricoprono uno status particolare, con prerogative
particolari. Godono dell’immunità e dell’improcedibilità. Ciò significa che non sono
sindacabili e non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e per i voti dati
nell’esercizio delle loro funzioni.
Godono poi di ulteriori prerogative: l’inamovibilità; i giudici della CC non possono essere
rimossi o sospesi dall’ufficio, se non a seguito di una deliberazione della stessa CC assunta a
maggioranza dei 2/3, e questo solo per sopravvenuta incapacità fisica ovvero per gravi
mancanze nell’esercizio delle loro funzioni.
Inoltre, si prevede che il giudice decada dalla propria carica laddove non eserciti le sue
funzioni per sei mesi.
Ulteriore prerogativa: convalida delle nomine. Quando viene nominato un nuovo membro
della Corte, spetta alla corte stessa la convalida della nomina, cioè della verifica della
legittimità della nomina.
trattamento economico: il trattamento economico di un giudice della Corte non può essere
inferiore a quello di un magistrato ordinario investito delle più alte funzioni; questo per
garantire un certo grado di indipendenza del giudice costituzionale.
Autonomia finanziaria e normativa: la corte amministra autonomamente il proprio bilancio e
adotta un proprio regolamento per autogovernarsi.