es. se all’interno di una strada tutti coloro che circolano nello stesso momento rispettano le regole
previste dal codice della strada, non vi saranno incidenti, perché queste regole sono state emanate
per tutelare l’incolumità pubblica. Qualora invece uno o più soggetti dovesse violare quelle regole
si esporrebbe sia al rischio della sanzione sia al rischio di causare un danno per sé e per gli altri.
L’ordinamento impone il rispetto delle regole in modo da garantire la pacifica convivenza tra i
consociati.
Il metodo di studio con cui studiare diritto privato con la Manfredonia è quello di chiedersi il perché
esiste quella regola e quale interesse l’ordinamento vuole tutelare.
Quindi per es. se dovessi subire un danno alla salute potrei agire in giudizio e chiede la tutela in
base all’art. 32 della Costituzione (lettura precettiva delle norme della Costituzione).
Appena sotto la costituzione troviamo le norme europee e i trattati internazionali. In realtà oggi
vengono chiamate norme interposte perché ritenute allo stesso livello della costituzione, eccetto
quei casi in cui una regola straniera incompatibile o in conflitto con i nostri valori imprescindibili
cerca di fare ingresso nel nostro ordinamento. In questo caso l’ordinamento giuridico italiano si
chiude attraverso il limite dell’ordine pubblico e attraverso le norme di applicazione necessaria,
norme che devono sempre trovare abitazione.
Es. Qualora una norma straniera facesse differenze tra figlio legittimo e figlio naturale (nato fuori
dal matrimonio) il nostro ordinamento non ammetterebbe la differenza e tratterà il figlio naturale
come quello legittimo.
Direttive e Regolamenti
Le norme europee sono costituite dalle direttive e dai regolamenti. Le direttive richiedono, per
poter trovare applicazione, di una legge ordinaria interna di recepimento che deve essere emanata
entro due anni dalla firma della direttiva. L’atto di recepimento ha come condizione quella di
consentire all’ordinamento di adattare la disciplina europea con le proprie regole. Il consueto
ritardo di tale atto determina da un lato la procedura di infrazione, d’altro la possibilità per i
destinatari di chiedere l’applicazione, quando la direttiva sia sufficientemente dettagliata. In questo
modo il cittadino italiano potrà invocare la tutela al pari dei cittadini di stati membri che hanno
regolarmente recepito la direttiva bei termini stabiliti. I regolamenti invece sono direttamente
applicabili.
il criterio gerarchico, stabilisce che la norma gerarchicamente superiore deve prevalere su quella
inferiore (per esempio un articolo del codice civile prevale su un regolamento condominiale)
Il criterio cronologico, stabilisce che la norma emanata successivamente debba prevalere su quella
anteriore
Il criterio di specialità, stabilisce che la norma o la regola specifica (che detta una disciplina più
dettagliata rispetto a quella generale) deve prevalere sulla norma generale
Ovviamente questi criteri entrano in gioco solo in caso di conflitto tra regole, altrimenti non serve.
Es. Nell’esempio della cucina quando la Manfredonia si mette ai fornelli ritiene di poter cucinare
qualunque cosa anche a prescindere da eventuali fumi tossici che dovesse produrre nell’aria. Lo
ritiene perché crede che all’interno di casa sua possa legittimamente fare ciò che vuole. Il suo vicino
da anni malato di asma, è quasi in fin di vita a causa della cucina della Manfredonia e ritiene, a sua
volta, di avere il sacrosanto diritto di vivere senza rischiare la vita ogni volta che la Manfredonia si
mette a cucinare. La Manfredonia fa affidamento su una regola del codice civile(immissioni). Il suo
vicino fa affidamento su una regola del regolamento condominiale che impone determinati limiti
all’emissione di fumi, rumori e altro. In questa situazione il criterio gerarchico a chi darebbe
ragione? Alla Manfredonia, in teoria (salva l’applicazione dell’art.32 della costituzione, diritto alla
salute)
Il criterio di specialità darebbe ragione al vicino.
Analogia Legis e Iuris
Può succedere che in una controversia, non vi siano regole da applicare al caso concreto. il giudice
quindi si trova sprovvisto di strumenti che possano aiutarlo a dare una risposta alle parti. Non
potrebbe esimersi perché l’articolo 24 della costituzione stabilisce che ognuno di noi ha il suo
giudice naturale precostituito per legge. Quindi nell’ipotesi di totale assenza di una disciplina
entrano in soccorso due criteri di interpretazione, l’analogia Legis (interpretazione analogica) e
l’analogia Iuris (analogia giuridica). Nel primo caso, nell’interpretazione analogica , il giudice
ricorrerà alla regola che disciplina un caso simile(prima dell’entrata in vigore delle normative, in
materia di commercio elettronico, i giudici applicavano la disciplina sui contratti a distanza , quindi
quelli mediante telefono fax e posta alle controversie in materia di commercio elettronico )
l’interpretazione giuridica indica invece che qualora non ci fosse neanche una regola che disciplina
il caso simile il giudice potrà ricorrere ai principi fondamentali dell’ordinamento (costituzione)
Dottrina e Giurisprudenza
Nel nostro ordinamento abbiamo le leggi, la dottrina e la giurisprudenza. La dottrina è formata
da giuristi (professori universitari, avvocati, notai e operatori de dirotto in generale) i quali
attraverso le loro pubblicazioni intervengono nel dibattito giuridico su questa o quella situazione. La
giurisprudenza è costituita dalle sentenze emanate dai vari giudici: abbiamo in primo grado,
giudice di pace o tribunale di primo grado. In secondo grado abbiamo la corte d’appello, in terzo
grado la corte di cassazione.
Nel nostro sistema le sentenze non sono vincolanti. Tradizionalmente si ritiene che il giudice
davanti alla controversia si debba limitare ad applicare la regola astratta al caso concreto, cioè si
ritiene che debba ricorrere al procedimento sussunzione, ovvero un meccanismo automatico di
applicazione diretta della regola a prescindere dalle circostanze del caso concreto. Se così fosse il
giudice darebbe ragione alla Manfredonia (caso cucina) sia che viva vicino al ragazzo che soffre
d’asma, sia che viva vicino ad una coppia giovane, sia che abiti da sola in un palazzo. Attraverso la
sussunzione si realizzerebbe un risultato inaccettabile, illogico, irragionevole, perché 3 situazioni
con esigenze diverse avrebbero tutte e tre la stessa soluzione. Invece il giudice ha l’obbligo sì di
applicare la regola, ma di calarla nel caso concreto. Ciò significa che le tre situazioni avranno 3
soluzioni diverse perché diverse sono le esigenze da tutelare. Pertanto al giudice è richiesto il
bilanciamento tra i diversi interessi, da un lato la Manfredonia che cucina, dall’altro il povero
asmatico che vuole vivere. Quindi non si tratta di una operazione meccanica, come la sussunzione,
ma di una tecnica di valutazione delle norme e del caso concreto, che porti attraverso il
bilanciamento ad una soluzione adeguata, ragionevole ed equa.
Diritto privato
1 nozione: il diritto di proprietà e il diritto di godere in modo pieno ed esclusivo del bene entro i
limiti dell’ordinamento giuridico
2 disciplina: le regole che il legislatore ha previsto. Possono riguardare cosa significa pieno ed
esclusivo, cosa significa entro i limiti dell’ordinamento
3 funzione: indica quale interesse il legislatore ha voluto tutelare con quella disciplina,
individuando la funzione dell’istituto si riesce a risalire sia alla disciplina che alla nozione
scegliere un diritto a della personalità a piacere, studiarlo e saperlo argomentare
Sono diritti della persona in quanto tale. Sono anche definiti diritti inviolabili dell’uomo. Sono
diritti che l’ordinamento si limita a riconoscere, non li crea. Sono diritti che si evolvono con
l’evolversi della società. Sono diritti previsti dalla nostra costituzione che possono di volta in volta,
essere arricchiti in base alle esigenze della realtà concreta. Fanno parte di una categoria aperta,
proprio perché non è possibile indicare un elenco tassativo di diritti.
Es. Il diritto alla privacy era concepito e tutelato in modo assai meno rigoroso trent’anni fa a
differenza di quanto oggi richiede la tutela della privacy attraverso l’uso delle nuove tecnologie.
Es. Se trent’anni fa fosse stato pubblicato un articolo in cui tizio veniva accusato di un reato, quella
notizia rimaneva all’interno della comunità in cui il giornale circolava e avrebbe perso valore in
pochi giorni dalla pubblicazione del giornale. Oggi una notizia di questo genere non è più
spazialmente limitata giacché la rete consente la conoscenza, la diffusione e il mantenimento della
notizia per diverso tempo, anche anni.
Il diritto alla privacy è notevolmente cambiato grazie all’intervento di un regolamento europeo del
2016 e all’introduzione del nuovo codice della privacy, entrato in vigore nel 2018. La differenza
sostanziale con la vecchia disciplina è la possibilità di richiedere la portabilità. Questa procedura
consente all’interessato di ottenere l’archiviazione di tutte le informazioni che lo riguardano su un
supporto elettronico duraturo e la conseguente cancellazione di tutte le informazioni e il cosiddetto
diritto all’oblio.
Es. Trent’anni fa tizio assolto da tutte le accuse avrebbe potuto ottenere il risarcimento del danno e
la pubblicazione della sentenza che lo ha assolto sullo stesso quotidiano che aveva pubblicato il suo
nome con la relativa imputazione. Oggi la portabilità permette la cancellazione di qualunque
informazione relativa al tizio dall’intero sistema di internet.
L’esempio citato fa riflettere sul fatto che spesso un diritto della personalità, coinvolga altri
diritti dello stesso valore, come ad esempio il diritto all’informazione e il diritto di cronaca,
questo dimostra la complessità del problema della tutela dei diritti della personalità.
Il giudice davanti a un diritto della personalità si trova nella difficoltà di stabilire la prevalenza
dell’uno sull’altro, perché spesso un diritto della personalità riguardante una persona richiede il
bilanciamento con diritti che riguardano altre persone e che sono anch’essi di fonte costituzionale, il
giudice per tanto valuterà in base al caso concreto
Es. diritto alla vita, diritto a professare al propria libertà, diritto alla salute, diritto alla vita è del
soggetto che necessita di terapie (trasfusione e chemioterapia), diritto a professare la propria
riflessione (genitori testimoni di Geova), diritto alla salute del medico che deve curare il soggetto,
quando questo era minorenne il giudice d’urgenza ha sospeso la responsabilità genitoriale
consentendo la trasfusione e salvando il bambino. Quando il soggetto era maggiorenne ha rispettato
le scelte fatte dai testimoni di Geova causando il decesso della persona.
Nel nostro ordinamento abbiamo la corte costituzionale che ha il compito di fungere da filtro per la
conformità delle norme alla costituzione dato che una norma in conflitto con la costituzione non
può continuare a produrre effetti, qualora dovesse ravvisare l’incostituzionalità di una norma, questa
verrebbe abrogata e cancellata dall’ordinamento.
È di pochi giorni fa la sentenza della consulta, che ha aperto, anche se a precise condizioni, la strada
al suicidio assistito. Colui che era stato dichiarato colpevole di omicidio colposo è stato ritenuto non
colpevole. Il dibattito intorno al suicidio assistito riguarda il diritto del soggetto impossibilitato a
manifestare il proprio consenso o dissenso a procurarsi materialmente l’evento morte, ha scatenato
le reazioni della politica, della chiesa e dei medici. Normalmente in questi casi le persone affette da
malattie degenerative allo stadio terminale venivano trasportate all’estero ove la pratica
dell’eutanasia o del suicidio assistito è ammessa.
In questi casi viene richiamato il diritto alla salute costituzionalmente garantito che è inteso non
soltanto come diritto all’assenza di patologie, ma come diritto al benessere psicofisico, il diritto
all’autodeterminazione, quindi alla possibilità di scegliere le proprie cure e il contestuale diritto
dei medici di a professare la propria obiezione di coscienza.
Es. nell’obiezione di coscienza qualche tempo fa una struttura ospedaliera ha dovuto emanare un
bando pubblico per l’assunzione di medici che non fossero obiettori di coscienza giacché quelli
attualmente strutturati si rifiutavano di procurare l’interruzione di gravidanza alle donne che ne
facevano richiesta. I medici in questione si sono sentiti discriminati nel loro diritto a manifestare
l’obiezione di coscienza. Il principio di non discriminazione costituzionalmente garantito,
impone che ognuno possa manifestare liberamente il diritto di scegliere il proprio orientamento
politico, il diritto a professare la propria religione, il diritto a manifestare il proprio
orientamento sessuale senza che alcuno violi questi diritti o crei situazioni lesive solo per
l’espressione di diritti costituzionalmente garantiti, che permettono lo svolgimento di una piena vita
di relazione.
Un altro aspetto della manifestazione del diritto alla salute riguarda la difficile questione relativa ai
vaccini. come sappiamo nel nostro ordinamento i trattamenti sanitari obbligatori (limitativi della
libertà personale) possono essere adottati soltanto nel caso in cui la persona sia un pericolo per sé o
per gli altri. La vaccinazione obbligatoria è uno strumento utilizzato per consentire e garantire la
salute della collettività. Tuttavia alcuni genitori si rifiutano di vaccinare i propri figli perché in
contrasto con il loro diritto di scegliere le cure per i propri figli. Le motivazioni sono sia perché
preferiscono che i figli sviluppino gli anticorpi attraverso la contrazione della malattia, sia perché
ritengono che i vaccini possano dare luogo all’insorgere della malattia dell’autismo, nonostante
l’OMS organizzazione mondiale della sanità abbia da diverso tempo e in diverse occasioni
chiarito che non sussiste alcun nesso di causalità tra il vaccino e l’autismo. Per garantire la salute
pubblica è stato introdotto l’impedimento all’accesso alle scuole dell’infanzia da parte di bambini
non vaccinati.
CAPACITA’ GIURIDICA
Per capacità giuridica si intende la titolarità del soggetto sia per i diritti che per i doveri. si
acquisisce con la nascita e si perde con la morte. il soggetto sarà idoneo ad assumere diritti e doveri.
la legge prevede la possibilità che anche il concepito possa divenire titolare di diritti e doveri, può
ad esempio diventare proprietario di un bene costituito in suo favore da un altro soggetto. affinché
si verifichi l’effetto traslativo quindi il bene passa dal soggetto al concepito, è necessario che
quest’ultimo nasca vivo. un soggetto può anche disporre in favore del nascituro, cioè di colui che
nascerà in questo caso. perché l’effetto traslativo si verifichi, è necessario che il genitore sia vivo
al momento della apertura della successione. qualora il neonato muoia pochi minuti dopo la sua
nascita, l’effetto traslativo si verificherà in favore del genitore.
mentre la capacità giuridica è una condizione statica, perché l’ordinamento si limita a riconoscere
l’idoneità del soggetto ad essere titolare di diritti e doveri, la capacità di agire è una condizione
dinamica perché una volta acquisita, la persona, può compiere validamente tutti gli atti di acquisto
di diritti e di doveri. la capacità di agire si acquisisce con la maggiore età e l’ordinamento compie
una presunzione (da un fatto noto, ho compiuto la maggiore età, scaturisce un fattore ignoto, sono
in grado di assumere diritti e doveri) e sono previste delle situazioni in cui pur ricorrendone i
requisiti, il soggetto è definito incapace.
Il minore che ha compiuto 16 anni potrà chiedere l’emancipazione al giudice per i minorenni. Con
l’emancipazionie il minore potrà contrarre matrimonio e compiere gli atti di ordinaria
amministrazione. Per gli atti di straordinaria amministrazione, per esempio vendere un immobile,
sarà necessaria l’autorizzazione del giudice. Il minore emancipato potrà anche subentrare nella
conduzione di una impresa commerciale. In questo caso sarà autorizzato a compiere anche gli atti di
straordinaria amministrazione.
L’emancipazione è un procedimento che dev’essere valutato caso per caso, perché il giudice dovrà
valutare la maturità psicofisica del minore e la sua capacità di discernimento. Ai minori è
riconosciuta la possibilità di contrarre lavoro, in questo caso i genitori dovranno valutare le
condizioni lavorative che il datore di lavoro riconoscerà al minore per evitare situazioni
discriminatorie o di abuso.
I maggiorenni possono trovarsi in situazioni in cui non hanno la capacità di agire, se si tratta di
infermità mentali gravi e di menomazioni psicofisiche tali da non riuscire a tutelare i propri interessi
il soggetto viene dichiarato interdetto. Verrà quindi nominato un tutore che avrà il compito di
esercitare i diritti e i doveri al posto del soggetto interdetto. Dal 2004 è stato introdotto nel nostro
ordinamento un nuovo istituto che ha il compito di tenere in considerazione gli interessi e le
aspirazioni del soggetto privo di autonomia. L’amministrazione di sostegno infatti si occupa della
protezione di questi soggetti. L’amministratore di sostegno può essere nominato anche dal
beneficiario e può essere una persona all’interno della cerchia dei congiunti del beneficiario.
L’amministratore di sostegno pone in essere gli atti che gli sono affidati dal giudice, quelli non
espressamente indicati sono gli atti che può esercitare il beneficiario da solo. La novità di questa
disciplina è che non si tratta di una semplice gestione del patrimonio del beneficiario, ma si tratta di
considerare le aspirazioni del beneficiario e tutte quelle attività che permettano il pieno sviluppo
della sua personalità. per tanto a differenza dell’interdizione particolarmente invasiva, in questo
istituto si riconosce valore alle esigenze di protezione del soggetto. Il giudice può revocare la
nomina dell’amministratore di sostegno tutte le volte in cui questi compia atti in contrasto con le
esigenze di tutela previste dal decreto.
Vi sono situazioni in cui il soggetto può essere incapace di intendere e volere per un limitato
periodo di tempo. Tale incapacità permette di sollevare da responsabilità il soggetto che dovesse
aver compiuto un atto illecito. Nell’ambito della circolazione stradale l’introduzione dell’omicidio
stradale ha consentito di inserire nel nostro ordinamento il reato di omicidio compiuto attraverso la
guida in condizioni illegittime bypassando il problema del nesso di causalità e della inesistente
relazione tra il soggetto che agisce e la vittima. Vi sono poi altre situazioni in cui l’abuso di alcol e
l’abuso di sostanze stupefacenti si verifica con costanza e regolarità, rendendo il soggetto
incapace di valutare le sue azioni e le conseguenze di esse per diverso tempo. in tutte queste
situazioni il soggetto non risponderà delle sue azioni.
Gli atti posti in essere dai soggetti incapaci sono annullabili se si dimostra che il terzo abbia
approfittato della situazione e che il soggetto incapace non avrebbe posto in essere quell’atto se
fosse stato nel pieno delle sue facoltà. Per valutare la buona o mala fede del soggetto che
interagisce con l’incapace, un criterio valido e rapido, è quello della determinazione del prezzo.
Qualora questo sia eccessivamente basso rispetto al valore di mercato del bene oggetto di
compravendita, l’atto sarà facilmente considerato invalido. Il problema nasce quando il prezzo è
realistico e la prova della malafede è particolarmente complessa. In tutti i casi in cui il terzo si è
comportato con buona fede, l’atto sarà valido per la prevalenza della buona fede rispetto agli
interessi dell’incapace. In tutti i casi in cui l’incapacità è affiancata da soggetti autorizzati a
rappresentare gli incapaci, la responsabilità sarà di questi rappresentanti, motivo per il quale il più
delle volte gli matti saranno considerati validi.
La costituzione riconosce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo che come formazione
sociale. La formazione sociale è costituita da almeno due persone. Un esempio di formazione
sociale è la famiglia, tuttavia è riconosciuta la possibilità di creare fenomeni associativi. Per tanto
qualora un gruppo di persone decidesse di perseguire uno scopo comune potrebbe ricorrere al
fenomeno associativo riconosciuto e garantito dall’articolo 18 della costituzione. A differenza di
quello che stabiliva il Codice civile oggi l’unico limite è rappresentato dallo scopo che non deve
essere a fini eversivi o terroristici. Le associazioni si distinguono in associazioni non riconosciute e
associazioni riconosciute, ovvero persone giuridiche. Nel contesto storico del Codice civile
l’impronta fascista portava i soggetti che intendevano associarsi a non voler il riconoscimento
perché si traduceva in una ingerenza e interferenza dello stato sulle attività della associazione. Con
l’introduzione della costituzione e la conseguente abrogazione dell’impronta fascista. questo
pericolo non esiste più, e il riconoscimento ha l’obiettivo di pubblicizzare l’associazione e tutelare i
rapporti di essa con i terzi.
La differenza sostanziale tra le associazioni non riconosciute e quelle riconosciute sta nella
presenza nelle prime del cosiddetto fondo comune, nel quale gli associati conferiranno le quote
personali che hanno scelto di assegnare alla associazione. La mancanza della pubblicità impedisce
la separazione netta tra il patrimonio dell’associazione e il patrimonio personale dei singoli
associati.
Es. Se ad esempio un soggetto si presenta per acquistare beni per l’attività dell’associazione il
negoziante proprio in virtù della mancanza della pubblicità si rivolgerà al soggetto che ha assunto
l’obbligazione, il quale se il fondo comune lo consente pagherà con esso, se il fondo comune non è
sufficientemente capiente dovrà pagare con i fondi personali, in quanto ha la responsabilità
personale e solidale delle obbligazioni assunte. Anche se il negoziante conoscesse l’esistenza e la
struttura dell’associazione, non avrebbe comunque l’onere di doversi rivolgere a chi amministra il
fondo comune.
Questo tipo di regole viene definito autonomia patrimoniale imperfetta, proprio perché manca la
separazione tra patrimonio personale e patrimonio dell’associazione. Addirittura, i creditori
dell’associazione potrebbero aggredire i beni personali dei soci.
Un’eccezione al fenomeno associativo è costituita dalle cosiddette fondazioni che sono patrimoni
destinati o vincolati, attraverso un atto unilaterale. Il fondo vincolato non può essere utilizzato
per affari diversi da quelli del vincolo. Per questo non potrà essere aggredito da creditori che non
hanno relazione col patrimonio destinato.
ad esempio, se viene costituita per testamento una fondazione per il supporto ad una biblioteca,
questo tipo di destinazione non potrà essere modificata e il patrimonio verrà utilizzato solo per
quello scopo.
Diritti reali
I diritti assoluti sono quei diritti che il soggetto può far valere nei confronti di chiunque (erga
omnes) ciò significa che i terzi non possono interferire col diritto del proprietario. A differenza dei
diritti della personalità, anche essi assoluti, il diritto di proprietà è un diritto che si forma su una
cosa (res) da qui il nome di diritto reale, i diritti relativi, invece sono diritti che il titolare può far
valere solo nei confronti di persone determinate (il creditore potrà chiedere il suo credito solo nei
confronti del debitore). il diritto di proprietà era visto dai romani come un diritto sacro, tanto che si
diceva che si estendesse usque a sidera usque ad inferos, fino alle stelle e fino agli inferi.
Il proprietario poteva impedire a chiunque di svolgere attività al di sopra del suo terreno e al di
sotto. Questa idea è stata notevolmente ridimensionata anche grazie all’intervento della
costituzione. Oggi il volo degli aerei e il traffico delle metropolitane impediscono a chiunque di
esercitare diritti di quel genere. La costituzione ha modificato il concetto di proprietà rispetto al
Codice civile perché l’art. 42 della costituzione attribuisce all’attività privata la cosiddetta funzione
sociale, il proprietario può perdere il suo terreno per esigenze di pubblica utilità ,nel
bilanciamento tra l’interesse del proprietario ad esercitare il suo diritto e l’interesse della collettività
ad ottenere l’opera di pubblica utilità prevale quest’ultimo.
Al proprietario verrà riconosciuto un indennizzo pari al valore di mercato del bene (si parla di
indennizzo perché la fonte da cui deriva l’espropriazione è una attività lecita. Si parla di
risarcimento del danno quando il pregiudizio subito riguarda un’attività illecita).
Il diritto di proprietà è il diritto di godere in modo pieno ed esclusivo del bene entro i limiti stabiliti
dal’ ordinamento giuridico,
pieno significa che il proprietario può fare del bene tutto quello che vuole, usarlo, cederlo,
distruggerlo, qualunque attività rientra nel suo diritto. Esclusivo significa che può escludere altri dal
godimento del bene, entro i limiti stabiliti dall’ordinamento giuridico si riferisce sia ai limiti
pubblici (art.42 della costituzione) sia ai limiti derivanti dai rapporti tra vicinato.
Nei casi di espropriazione per pubblica utilità ai sensi del art.42 della costituzione, il regolare
procedimento deve iniziare con la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera con la conseguente
individuazione delle aree da espropriare e il relativo decreto di esproprio. Con questo ultimo il
diritto di proprietà del bene si trasferisce dal proprietario al comune interessato.
A fronte del decreto di esproprio al proprietario verrà liquidata una somma a titolo di indennizzo,
maggiore se il terreno è edificabile.
Spesso il comune interessato si immette nel possesso del terreno senza aver emanato il decreto di
esproprio. Questa procedura finche non interviene il decreto di esproprio è una procedura
illegittima perché manca il titolo per il quale il comune può esercitare delle attività su un terreno
che non è suo. Può succedere infatti, che il decreto di esproprio non intervenga affatto e addirittura
che non si arrivi a realizzare l’opera di pubblica utilità che giustificava il mancato esercizio del
diritto da parte del proprietario. In questa ipotesi il proprietario non solo non può esercitare il suo
diritto, non può far suoi i frutti, ma non può neanche beneficiare della somma a titolo di
indennizzo, quindi si trova in una situazione in cui di fatto è ancora proprietario ma nel concreto
non ha diritti. Questa situazione realizza un’attività illecita perché non conforme al procedimento
amministrativo di espropriazione per pubblica utilità. Per tanto il proprietario avrà diritto al
risarcimento del danno particolarmente rilevante in base al tempo in cui non ha potuto esercitare il
suo diritto. Questa situazione è stata definita dalla corte di Strasburgo, occupazione usurpativa e ha
in diverse occasioni, condannato l’Italia alla procedura di infrazione.
Per quello che riguarda i limiti stabiliti dall’ordinamento giuridico nell’ambito privato, ci si
riferisce alla tutela dei rapporti tra vicinato e si parla di atti emulativi e di immissioni. Nell’ambito
dell’esercizio di un diritto assoluto, come il diritto di proprietà è necessario stabilire delle regole
per tutelare la normale convivenza tra vicini. Gli atti emulativi sono quei comportamenti molesti
che il proprietario di un fondo pone in essere nei confronti del proprietario del fondo vicino. Perché
si possano definire emulativi sono necessari due requisiti; l’adiacenza dei fondi e la mancanza
totale di utilità per il proprietario che li mette in atto. Sono vietati e questo divieto deriva da un
principio generale presente nel nostro ordinamento, ovvero il neminem laedere, ovvero il non
nuocere a nessuno, evidente il motivo per cui il legislatore li ha inseriti nell’ambito della proprietà,
perché ha ritenuto necessario disciplinare i comportamenti di persone che hanno gli stessi diritti
assoluti. ma una lettura costituzionale impone di considerare il divieto esistente per qualunque
attività, proprio perché nessuno, neanche il proprietario, può arrecare danni ad altri soggetti.
Es. L’art 844 era richiamato per porre fine a situazione di inquinamento acustico, atmosferico,
elettromagnetico, e ambientale. Tuttavia, è un rimedio che mal si presta a situazioni in cui sono
coinvolte grandi industrie e fabbriche. ultimamente il sindaco di un comune su richiesta dei cittadini
interessati, ha fatto chiudere e trasferire una macelleria che aveva nella parte posteriore le
attrezzature per macellare gli animali l’attività è stata trasferita nella zona industriale.
Il diritto di proprietà è anche detto elastico: si estende e si comprime a seconda che il proprietario
eserciti direttamente il suo diritto o lo ceda ad altri.
Es. genitori possono cedere un appartamento ai figli (nudi proprietari) ma garantendosi l’usufrutto
che dura tutta la vita. Il diritto del proprietario è compresso perché non è completo, si ri-espande
solo nel momento in cui termina l’usufrutto. Queste situazioni vengono chiamate diritti reali di
godimento su bene altrui.
Diritto Privato
22/ottobre/2019
Diritti reali di godimento su beni altrui
La proprietà si può acquistare a titolo originario o a titolo derivativo; a titolo originario vuol dire
che il diritto di proprietà si costituisce ex novo, a titolo derivativo significa che il titolo di proprietà
è stato trasferito da un altro soggetto, può avvenire per contratto, per testamento o successione e per
espropriazione.
Il diritto di proprietà e elastico perché il proprietario può scegliere di utilizzare in prima persona il
bene oppure di trasferire il godimento ad un altro soggetto, quest’ultima situazione si definisce
diritto reale di godimento su bene altrui. L’usufrutto è uno di questi diritti reali con il quale
l’usufruttuario ha il diritto di godere e di sporre del bene o entro un periodo determinato o per tutta
la sua vita, può essere costituita a favore di una persona giuridica ma la durata non potrà essere
superiore a 30 anni.
L’usufruttuario deve utilizzare la diligenza del buon padre di famiglia fare l’inventario, prestare
garanzia, pagare le spese per la custodia, pagare le spese di ordinaria amministrazione e tutte le
imposte relative e cosa più importante non deve modificare la destinazione economica del bene, se
si tratta di un locale commerciale non può diventare un appartamento ad uso abitativo.
L’usufruttuario ha il diritto di godere del bene e disporre e può alienare (dare la proprietà ad
un’altra persona) il suo diritto ad un altro soggetto ma per evitare che questo vada a svantaggio del
nudo proprietario il nuovo usufrutto non potrà durare di più del primo, l’unica eccezione e se si
tratti di un contratto di locazione che ha la necessità di durare almeno nel limite legale (4 anni).
Qualora la cosa data in usufrutto dovesse essere distrutta o dovesse essere in idonea all’uso che è
stato trasferito l’usufrutto si estinguerà. Se viene costituito su beni consumabili ad esempio una
somma di denaro, alla scadenza dovrà essere restituita la stessa quantità di cose ricevute.
L’usufruttuario ha il diritto di fare suoi i frutti legali e naturali per tutta la durata dell’usufrutto.
Un altro reale
E il diritto di superficie, sappiamo che il proprietario del suolo e proletario di tutto cioè che c’è al
di sopra e di quello che c’è di sotto, il proprietario del suolo puoi scegliere di alienare il diritto di
costruire ad un altro soggetto il quale dovrà farlo entro 20 anni pena l’estinzione diritto di superficie
quando avrà completato la costruzione diventerà proprietario di essa. Ma il proprietario del suolo
può alienare il diritto su un edificio già costruito in questo caso non si avrà la prescrizione perché
siamo di fronte a due proprietà separate, Il proprietario del suolo decide di mantenere la proprietà di
esso per eventuali ragioni economiche.
Quando un fondo e intercluso ovvero non ha l’accesso diretto a determinati servizi si costituisce
una servitù che consiste in un peso o obbligo imposto al proprietario del fondo servente a favore del
proprietario del fondo dominate, il peso può riguardare un non facere ad esempio non costruire un
cancello o in un patto ovvero sopportare una determinata attività del proprietario del fondo
dominate. A fondo di qu esto peso viene riconosciuta una indennità. la servitù può essere
volontaria se costituita per contratto oppure coattiva se stabilità dalla legge, (quando si tratta di
accedere alle tubature o alle condutture o alla strada pubblica o all’illuminazione pubblica la servita
e stabilità dalla legge ma sarà comunque necessario un contratto.) La servitù riconosciuta a favore
di un soggetto non si trasmette oltre la vita di esso perché bisognerà costituire una nuova servitù,
è necessario che la servitù stabilisca le modalità di esercizio della stessa perché ad esempio un
conto è ammettere il passaggio del proprietario del fondo servente, un altro e riconoscerlo a tutti i
soggetti che gli andammo a fare visita. La servitù si estingue per confusione ovvero la riunione
della stessa persona del proprietario del fondo servente è del fondo dominante.
Solitamente, il proprietario è anche il possessore della cosa, ovvero utilizza e gode in prima
persona del bene senza concedere ad altri il godimento. Quando questo avviene non si ravvisano
difficoltà. I problemi sorgono quando proprietario e possessore sono due soggetti distinti. Il
proprietario ha oltre alla situazione di fatto (il godimento del bene) anche la situazione di diritto,
ha il titolo di proprietà. Il possessore, invece, è colui che utilizza il bene (godimento come se fosse
il proprietario). Il possesso è una situazione di fatto attraverso la quale il soggetto ha verso il bene
un comportamento corrispondente all'esercizio del diritto di proprietà. Per qualificare il possesso
sono necessari due requisiti
1. Animus possidendi (Soggettivo) --> mi comporto come se fossi il proprietario
2. Disponibilità materiale del bene (oggettivo)
La detenzione invece, è una situazione nella quale il soggetto ha la disponibilità materiale del bene,
ne trae godimento, ma ha l'animus detinendi, ovvero si comporta riconoscendo ad un altro soggetto
la titolarità del diritto.
Il possesso è tutelato dall'ordinamento giuridico sia per le utilità che produce il bene attraverso il
godimento del soggetto, sia per la certezza della circolazione dei beni. Se infatti, in ogni situazione
in cui c'è una relazione tra il soggetto e il bene si dovesse indagare se quella situazione corrisponda
al titolo, inevitabilmente il traffico dei rapporti giuridici verrebbe esasperato perché prima di
concludere un contratto bisognerebbe indagare se quel soggetto sia o meno proprietario.
Affinché la situazione possessoria possa essere tutelata è necessaria la cosiddetta buonafede del
possessore.
Buonafede --> è l'ignoranza di ledere un diritto altrui.
Per i beni mobili non registrati la buonafede si presume, e spetterà a chi ne dubita, di mostrare la
prova contraria.
Discorso più complesso attiene ai beni immobili (sempre registrati) e ai beni mobili registrati
perché la funzione della pubblicità è quella di indicare chi è il proprietario del bene. In questi casi,
tuttavia, il possesso potrebbe essere di buonafede in base ad un atto d'acquisto che si riveli in un
momento successivo o nullo, o di acquisto a non domino (da chi non era proprietario). L'utilizzo del
bene è un titolo astrattamente idoneo a trasferire la proprietà, rende legittimo il possesso anche dei
beni immobili e dei beni mobili registrati.
Come abbiamo visto, il diritto di proprietà è un diritto imprescrittibile perché il proprietario può
scegliere di non utilizzare il bene per tutto il tempo che vuole. Quindi l'inerzia del titolare e il
tempo che passa (presupposti che danno luogo alla prescrizione, ovvvero all'estinzione del diritto)
in caso di proprietà non rilevano, ad eccetto del caso in cui, all'inerzia del proprietario,
corrisponde il godimento del bene in modo diretto e continuativo da parte di un altro soggetto
entro un periodo di tempo determinato dalla legge (usucapione, anche detta prescrizione
acquisitiva, perché qui non si estingue il diritto ma si acquista).
Se un soggetto dovesse trovare un bene mobile non registrato e dovesse farlo proprio, la regola
possesso vale titolo consentirebbe a questo soggetto di diventare il proprietario. La buonafede vale
per tutti quei casi in cui è impossiblile o particolarmente gravoso risalire al proprietario del bene
trovato.
Beni di valore dovrebbero essere consegnati ai carabinieri del luogo e ottenere una ricompensa dal
proprietario. Può succedere che il soggetto che ritrova un bene di valore lo faccia proprio in
malafede, sapendo benissimo come riconsegnare il bene al legittimo proprietario. In questo caso, il
soggetto potrà acquistare il diritto, nonostante la malafede, nel tempo più lungo previsto per
l'usucapione proprio per tutelare la situazione di fatto a fronte dell'inerzia del proprietario.
Può succedere che il detentore di un bene da un certo momento diventi possessore perché ad
esempio il proprietario gli ha trasferito il diritto (il libro da prestato, diventa proprio). Se dovesse
intervenire un altro soggetto che rivendica la proprietà, l'attuale possessore è esposto al rischio di
perdere il bene. Ha il valido titolo astrattamente idoneo a trasferire la proprietà (chi ha prestato il
libro mi dice che posso tenerlo) , a fronte di un altro soggetto che sostiene che l'acquisto è stato a
non domino.
- Se sono passati tre anni dal momento in cui la detenzione si è trasformata in possesso, allora
il soggetto sarà diventato proprietario.
- Se invece è trascorso un periodo di tempo inferiore, il possessore sarà chiamato in giudizio
per la restituzione del bene ma non dovrà dimostrare nulla. Perché l'onere della prova spetta al
proprietario.
Come la detenzione può trasformarsi in posesso, il possesso può trasformarsi in detenzione ovvero
il possessore aliena ad altri il godimento.
Gli interessi sono prestazioni accessorie che si applicano alla prestazione principale che è la
cosiddetta consegna della somma di denaro e si definiscono così perché qualora venisse meno la
prestazione principale (ad esempio il debito si è prescritto) verranno meno anche le prestazioni
accessorie che sono i cosiddetti interessi. Questi servono a riequilibrare il rapporto obbligatorio a
favore del creditore che in base al principio nominalistico si vedrà restituire una somma che avrà
perso il valore d’acquisto che aveva quando il creditore aveva consegnato la somma al debitore,
sproporzione che aumenta all’aumentare degli anni che intercorrono. Gli interessi sono o legali
stabiliti dalla legge in base alla considerazione che il denaro produce denaro. Sono sempre dovuti
anche nel caso in cui le parti avessero espressamente previsto il contrario. Posso esserci gli interessi
convenzionali ovvero quelli che le parti hanno scelto di inserire nel contratto. Possono essere
inseriti anche i cosiddetti moratori ovvero quegli interessi che dovranno essere consegnati in caso
di ritardo del debitore. Qualora fossero previsti degli interessi che superano il tasso soglia che
ogni anno il ministero dell’economia fissa, questi sarebbero definiti interessi usurari e come tali non
sarebbero applicabili e in questo caso non si dovranno neanche gli altri interessi, nemmeno quello
legale. Questa è la reazione dell’ordinamento ad un abuso di potere che il creditore esercita ai
danni del debitore.
Vi sono situazioni in cui manca una causa giustificativa della prestazione adempiuta. Può
sussistere in caso di pagamento a soggetto diverso (indebito soggettivo), in caso di pagamento di
una prestazione che non esiste più (indebito oggettivo) e nel caso in cui a fronte della diminuzione
patrimoniale di un soggetto vi sia contestualmente l’arricchimento ingiustificato di un altro soggetto
(ingiustificato arricchimento). Si ha indebito soggettivo quando ad esempio il debitore vada a
soggetto diverso dal creditore, qualora il creditore si possa definire come creditore apparente cioè
colui che in base alle circostanze mi sembra essere persona idonea a ricevere la prestazione allora il
mio pagamento avvenuto in buona fede estinguerà l’obbligazione. Se invece il soggetto che riceve
la prestazione non è creditore apparente e se avessi usato la normale diligenza avrei potuto
individuare che non era persona idonea a ricevere la prestazione, allora potrei essere obbligata a
pagare due volte perché chi ha ricevuto la prestazione non aveva la causa giustificativa del credito.
Se invece pago la somma di denaro quando la prestazione non è più dovuta (ad esempio è stata
effettuata in mio nome da un altro soggetto) si ha una situazione di indebito oggettivo che obbliga
il soggetto che ha ricevuto la prestazione a restituire la somma. Nel caso di ingiustificato
arricchimento invece si tratta di un ipotesi in cui un soggetto riduce il proprio patrimon io a fronte
del contestuale arricchimento del patrimonio altrui che impone la restituzione della differenza tra la
riduzione e l’aumento.
Ad es. qualora siano stati effettuati dei lavori per l’ampliamento di un appartamento che ne
aumenta il valore economico e questo ampliamento poi non dovesse essere sfruttato dal soggetto
che ha visto aumentare il proprio patrimonio, con l’azione di ingiustificato arricchimento si potrà
riottenere la restituzione di quanto pagato rispetto all’arricchimento del patrimonio altrui. Si
definisce azione residuale (davanti al giudice) perché la si può esperire dopo che altre azioni
possibili non hanno avuto il risultato sperato.
Vi sono delle situazioni in cui l’obbligazione si estingue per modi diversi dall’adempimento e
sono: la compensazione, confusione, novazione oggettiva, remissione del debito, impossibilità
sopravvenuta della prestazione per causa non imputabile al debitore. La compensazione è possibile
tra due soggetti che nel loro rapporto obbligatorio siano sia creditori che debitori. Perché si possa
dar luogo alla compensazione legale, i crediti e i debiti devono essere liquidi, determinati
indeterminabili ed esigibili ovvero devono avere ad oggetto la stessa natura del bene (o somme di
denaro o beni fungibili), devono poter essere determinabili o determinati e soprattutto devono essere
già scaduti.
Es. Se tizio è creditore di 100 nei confronti di caio ma è anche debitore di 50, l’obbligazione si
estingue per compensazione attraverso il pagamento di 50 nei confronti di caio (compensazione
parziaria). La compensazione giudiziale avviene quando il credito e il debito non sono ancora
liquidi ma sono di pronta liquidazione,
es. una somma a titolo di risarcimento del danno richiesta all’interno di una controversia per
inadempimento contrattuale. Sarà il giudice a compensare le somme.
La compensazione volontaria invece è quella indicata dalle parti.
Si ha confusione quando creditore e debitore sono la stessa persona.
Es. sono creditore di 1000$ nei confronti di tizio il quale muore e mi nomina erede. Il patrimonio
del defunto si confonderà con il mio e quindi l’obbligazione si estingue per confusione.
La novazione oggettiva si verifica quando le parti pongono nel nulla il loro contratto e ne creano
uno nuovo. La prestazione originaria si estingue per novazione (non c’è adempimento). Si ha
remissione del debito nell’ipotesi in cui il creditore o dichiara espressamente al debitore di non
volere più l’adempimento oppure rinuncia a questo attraverso i comportamenti concludenti ovvero
la consegna al debitore del titolo che giustifica il pagamento (contratto, fattura..). L’impossibilità
sopravvenuta può estinguere l’obbligazione quando il debitore pur con tutte le cautele necessarie
non può adempiere alla sua prestazione per causa non imputabile. Questa può verificarsi sia nel
caso di distruzione di una prestazione infungibile ovvero che non può essere sostituita da altra
prestazione oppure quando la prestazione subisca un deterioramento per causa non imputabile al
debitore.
Es.Se la consegna della merce era prevista in un determinato luogo e il creditore non ha permesso
l’esecuzione della prestazione allora il rischio che la prestazione vada distrutta sarà sempre a carico
de creditore, il quale ha l’obbligo di cooperare affinché il debitore possa liberarsi. Per impossibilità
sopravvenuta si intende una circostanza che era imprevedibile e che si è realizzata durante
l’esecuzione della prestazione e che deve rendere particolarmente oneroso per il debitore sostituirla
con altra prestazione. Il debitore potrebbe offrire una nuova prestazione ma spetterà al creditore
accettarla. Il debitore sarà liberato soltanto se con la diligenza ordinaria non avrebbe potuto
prevedere o evitare la causa che ha dato origine all’impossibilita sopravvenuta altrimenti non sarà
liberato e l’obbligazione non si estinguerà per modo diverso dall’adempimento.
05/11/2019
Modificazione delle obbligazioni dal lato soggettivo
Questo rapporto ( quello espresso dallo schema) si chiama cessione del credito ed è una
modificazione dal lato attivo dell’obbligazione cioè cambia il creditore. La cessazione del credito
è il contratto con il quale il creditore originario ( cedente) …
Se non è vietato dal titolo ( contratto) o dalla legge, e se non si stratta di crediti personali come ed
esempio quello agli alimenti, allora il credito può essere trasferito dal creditore originario ad un
terzo che sarà il nuovo creditore. Il trasferimento non richiede il consenso del debitore perché per
lui è indifferente la persona a cui pagare; tuttavia è necessario che il debitore venga a conoscenza
dell’avvenuto trasferimento perché deve sapere a chi effettuare il pagamento. Per questo motivo la
cessione del credito deve essere notificata al debitore oppure è sufficiente che l’abbia accettata. In
mancanza di notifica o accettazione se il debitore è comunque a conoscenza del trasferimento del
credito, non potrà essere considerato in buonafede se non adempie nei confronti del nuovo
creditore. Siccome la buonafede si presume, spetterà eventualmente al nuovo creditore dimostrare
che il debitore conosceva la cessione del credito. La cessione può essere effettuata attraverso un
corrispettivo, ovvero il creditore originario trasferisce il suo credito al nuovo creditore con un
corrispettivo. in questo caso il contratto assumerà forma della vendita del credito e il creditore
originario sarà tenuto a garantire la solvenza del debitore originario. E quindi se il debitore non
dovesse adempiere, non solo il creditore originario sarà tenuto a restituire la somma ricevuta, ma
dovrà corrispondere al nuovo creditore le somme utilizza teda quest’ultimo per escutere il debitore
ed eventualmente anche il risarcimento del danno. Ma il nuovo creditore potrebbe anche decidere
di liberare il creditore originario, assumendosi in questo caso il rischio dell’insolvenza del
debitore. La cessione del credito può anche essere a titolo gratuito; in questo caso se il credito non
è di modico valore, il contratto assumerà la forma della donazione. Allora il debitore originario
potrà eccepire al nuovo creditore tutte le eccezioni ( documenti) che avrebbe potuto opporre al
creditore originario. Può succedere che il creditore originario trasferisca il suo credito perché a sua
volta è debitore del nuovo creditore;
Es. se il creditore originario deve ricevere 100 dal debitore originario e deve consegnare 100 al
nuovo debitore, con il trasferimento del credito soddisfa il suo debito, e quindi la cessione si chiama
solutoria. Invece il debitore originario non potrà offrire in compensazione al nuovo creditore
eventuali somme che vantava nei confronti del creditore originario.
11/11/19
La regola della parcondicio creditorum subisce oggi più che mai delle eccezioni perchè sono state
introdotte delle normative che permettono al debitore di creare dei patrimoni separati con vincolo di
destinazione sui quali i suoi creditori personali non possono rivalersi, il patrimonio separato può
essere aggredito soltanto dai creditori la cui fonte dell'obbligazione si rinviene nel vincolo di
destinazione,
ad esempio l'mprenditore può costituire un patrimonio destinato ad uno specifico affare conferendo
adesso per esempio il 10% delle azioni della sua società, in questo modo i creditori della società non
potranno aggredire il patrimonio destinato salvo che non siano creditori che agiscono in nome del
vincolo di destinazione. Con questo modo l'mprenditore, può evitare la procedura di fallimento,
potrebbe anche creare un accordo di ristrutturazione dei debiti attraverso il quale separa il
pateimonio della società con questo patrimonio.
L'istituto più antico di patrimonio separato è il fondo patrimoniale con il quale uno o emtrambi i
coniugi (o un terzo ) decidono di costituire un fondo per le esigenze della famiglia così facendo
eventuali creditori personali dei coniugi non potranno aggredire il fondo patrimoniale. In una sola
ipotesi il vincolo non ha valore, quando il patrimonio destinato viene creato al solo scopo di eludere
la garanzia patrimoniale dei creditori escludendo i beni destinati dalla garanzia generica dei
creditori.
Può succedere che il debitore disponga di alcuni suoi beni per sottrarli alla garanzia patrimoniale, i
creditori attraverso l'azione revocatoria revocheranno gli effetti dell'atto di disposizione se è una
donazione questa sarà revocata, se è una vendita, aggrediranno la somma se è proporzionata al
valore del bene. Potrebbe anche succedere che il debitore titolare di alcuni diritti di credito eviti
di riscuoterli perchè consapevole che saranno immediatamente soggetti ad esecuzione per tanto il
creditore potrà con l'azione surrogatoria sostituirsi al debitore ed esercitare l'azione al suo posto.
Con il sequestro conservativo si mettono sotto sequestro alcuni beni nella disponibilità del
debitore il quale non potrà alienarli ma dovrà custodirli pena l'obbligo ulteriore di risarcimento del
danno.
La legge vieta il cosiddetto patto commissorio, ovvero quell'accordo con il quale il debitore e un
creditore assistito da pegno si mettono d'accordo che in caso il debitore non riesce a pagargli la
somma dovuta il creditore diventerà automaticamente proprietario del bene su cui è costituito il
pegno, il divieto è a favore del debitore perchè il bene potrebbe avere un valore superiore alla
somma da lui dovuta ed è a tutela di tutti gli altri creditori i quali se il patto commissorio fosse
lecito si vedrebbero spogliati di un bene che altrimenti sarebbe soggetto ad espropriazione con
relativa vendita all'asta e distribuzione del ricavato agli altri creditori.
Il contratto è l’accordo tra due o più parti (se c’è una sola parte è un atto unilaterale) per costituire
regolare o estinguere un rapporto giuridico a contenuto patrimoniale. La patrimonialità della
prestazione da eseguire non significa che essa sia diretta necessariamente a soddisfare interessi
patrimoniali/economici. Vi sono infatti contratti diretti a garantire interessi di natura non
patrimoniale. La patrimonialità richiede la valutazione economica della prestazione che permette
in caso di inadempimento la possibilità di quantificare il risarcimento del danno sia per i danni
patrimoniali (le spese che ho sostenuto per il contratto), sia i danni non patrimoniali (ad esempio
la cancellazione della stagione teatrale). Qualora la quantificazione dovesse essere sproporzionata,
il giudice ha il potete di ricondurre ad equità (equilibrio) la somma richiesta. Nella prassi di tutti i
giorni, ognuno di noi stipula ed esegue diversi contratti. La legge riconosce ai privati la libertà di
scegliere il proprio contraente, la prestazione, le modalità di esecuzione e il prezzo. Questa libertà si
chiama autonomia contrattuale. Il legislatore non interferisce con questa autonomia ma si limita a
stabilire alcuni requisiti per rendere la contrattazione una contrattazione legittima. Il potere delle
parti di determinare il contenuto contrattuale è riconosciuto dall’articolo 1322 che stabilisce che le
parti sono libere di determinare il contenuto contrattuale anche fuori dai tipi stabiliti dal legislatore
purchè gli interessi siano meritevoli di tutela da parte dell’ordinamento giuridico. I tipi sono i
contratti già disciplinati dal legislatore che si definiscono contratti tipici. Per questi si ritiene che
sia superfluo il controllo di meritevolezza richiesto invece per i contratti atipici. In realtà il modello
pur se costruito dal legislatore può essere utilizzato per scopi illeciti e quindi immeritevoli: se
utilizzo il contratto di compravendita (tipico) per acquistare merce illegale, la funzione e l’oggetto
del contratto saranno illeciti. Pertanto è più corretto affermare che il controllo di liceità e
meritevolezza dev’essere un controllo sostanziale (quindi rivolo agli effetti) e applicabile a
qualunque contratto che sia tipico o atipico.
Ogni giorno si stipulano diversi contratti (bar, supermercato, trasporti, negozi, telefonia). Questi
contratti sono contratti dalla forma libera e quindi non solenne. Se ogni volta che entro in un bar
dovessi mettermi a tavolino a scrivere il contratto di acquisto del caffè, quel contratto non sarebbe
mai stipulato. La rapidità di alcune commercializzazioni richiede delle formalità ridimensionate.
Vi sono situazioni in cui questo tipo di contratti ricevono dei controlli sul contenuto o
successivamente alla conclusione o preventivamente. Si tratta di contratti tipici che hanno delle
clausole cosiddette inderogabili, ovvero che le parti non possono modificare.
Es. Se nel contratto di locazione ad uso abitativo le parti inseriscono un tempo diverso da quello
previsto dalla legge, quella clausola si ha per “non apposta” e viene cancellata e sostituita di diritto
dal legislatore (controllo successivo). Se invece si tratta di contratti cosiddetti standardizzati, il
controllo è fatto preventivamente.
Es. per i contratti con i consumatori il foro competente (ossia il luogo in cui poter instaurare una
controversia) deve essere necessariamente il foro di residenza del consumatore, perchè se così non
fosse, sarebbe impedito l’accesso al giudice naturale precostituito per legge (articolo 24 della
costituzione) perchè il consumatore potrebbe decidere di non agire in quanto le spese da sostenere
per la tutela dei propri diritti potrebbero essere superiori all’oggetto del contendere. Anche in questo
caso clausole difformi si hanno per “non apposte” e vengono sostituite di diritto con quelle legali.
A livello economico si ritiene che il mercato debba essere libero perchè deve governare il
principio della domanda e dell’offerta. Tuttavia se il mercato fosse realmente libero e quindi privo
di regole, a livello giuridico si verificherebbero una serie di situazioni in cui soggetti più piccoli
vengono espulsi dal mercato. Piccoli e medi imprenditori ì, ma anche gli imprenditori deboli, ma
anche i consumatori non riuscirebbero a contrattare con i soggetti forti. Pertanto è necessario
stabilire delle regole che non devono intendersi quali controlli nelle attività di commercializzazione,
ma sono dirette a tutelare il meccanismo della concorrenza in modo corretto. Del resto se i
consumatori non fossero tutelati, una buona fetta del mercatosi ridurrebbe drasticamente perchè
i consumatori smetterebbero di acquistare . Alle regole del mercato si deve conciliare con le regole
sulla concorrenza stabilite a livello europeo. Il principio della concorrenza permette alle imprese
di operare e impedisce agli stati di intervenire per salvare alcune imprese (aiuti di stato). In Italia
per regolare e valutare la concorrenza, esiste l’autorità garante per la concorrenza e il mercato.
Questa autorità ha il compito di controllare le regole delle diverse imprese e quando individua
comportamenti diretti a realizzare pregiudizi nei confronti dei destinatari, impone la sospensione
di tali attività e sanzioni conseguenti.
Es. è intervenuta in diversi casi di pubblicità ingannevole rivolta ai consumatori (gratis, per
sempre). Le sanzioni sono le reazioni dell’ordinamento giuridico quando un comportamento viola
una regola.
Il momento di conclusione del contratto è fondamentale per stabilire quando il contratto produce i
suoi effetti. Ad eccetto dei casi di conclusione verbale o di conclusione istantanea (acquisto maglia
e pago il prezzo), la conclusione del contratto si verifica quando il proponente ha conoscenza
dell’accettazione. Proposta e accettazione sono atti unilaterali, acquistano efficacia quando sono
conosciuti dalla controparte. La proposta deve contenere tutti i requisiti essenziali del contratto
(quindi modello, oggetto, prezzo) e l’accettazione deve essere conforme alla proposta. Ogni
eventuale modifica corrisponde a una controproposta. Il proponente potrebbe asserire di non aver
ricevuto l’accettazione, perchè magari non è più interessato all’affare, ma il contratto ha forza di
legge tra le parti. Significa che è vincolante al pari di una norma nei confronti del suo destinatario,
pertanto la legge stabilisce che l’accettazione si presume conosciuta dal proponente nel momento in
cui è giunta al domicilio dello stesso. Quest’ultimo per non incorrere in responsabilità dovrebbe
riuscire a dimostrare di essersi nell’impossibilità di conoscere l’accettazione.
25/11
Le trattative
Alla conclusione del contratto, si può arrivare attraverso le cosiddette trattative. Le trattative sono
tutti quegli atti e comportamenti finalizzati al raggiungimento dell'accordo finale. La legge
dice che durante le trattative le parti si devono comportare secondo buonafede, ovvero devono
comunicare tutte le informazioni utili affinché la controparte stipuli un affare valido. Si tratta di
oneri di informazione (caratteristiche del bene se vi sono vizi, soprattutto quelli occulti) se sono
presenti dei pesi (O di tipo patrimoniale es. ipoteca o se l'immobile è occupato) è la circostanza
che entrambe le parti non recedano dalle trattativ e senza una ragione valida.
Es. Se il venditore, quando si presume che il contratto sarà stipulato a breve dovesse comunicare al
venditore che l'immobile non è più disponibile (es. ha trovato un acquirente disposto a pagare di
più) nonostante non vi sia un obbligo a concludere il contratto, il suo comportamento sarà fonte di
responsabilità precontrattuale. L'acquirente, facendo affidamento sulla imminente conclusione
dell'accordo, chiederà i danni per l'interruzione delle trattative. Quindi chiederà
- il lucro cessante --> il mancato guadagno che quantificherà nelle spese che ha sostenuto
confidando nella conclusione del contratto
- Il danno emergente --> tutte le spese relative ad esempio all'acquisto di beni per
l'appartamento
- I danni non patrimoniali --> quantificati nella somma stabilita ad esempio per l'iscrizione
alla scuola privata effettuata nel quartiere dell'appartamento oggetto di trattative.
26/11/19
L'interpretazione è l'individuazione del significato di un testo. Nel codice civile sono presenti gli
articoli 1362-1371.
- criteri di interpretazione soggettiva (62-65)
- criteri di interpretazione oggettiva (67-71)
- Interpretazione secondo buonafede (66) --> intesa come norma di sutura tra i criteri
soggettivi e quelli oggettivi
Per diverso tempo e ancora oggi si ritiene che questi articoli siano posti tra di loro in chiave
gerarchica. Pertanto l'interprete dovrebbe arrestarsi quando, con i criteri soggettivi si riesca a
sciogliere il dubbio interpretativo.
Tra i criteri soggettivi assume un ruolo prioritario il criterio letterale (1362) --> se il testo del
contratto o della clausola risulta chiaro, non si deve andare oltre il criterio letterale (in claris non
fit interpretatio, nella chiarezza non serve l'interpretazione).
Tuttavia, questa concezione trascura diverse ipotesi nelle quali le circostanze e il comportamento
complessivo delle parti assumono un ruolo predominante sulla stessa clausola oggetto di
interpretazione. La clausola può risultare chiara nella sua dizione, ma assumere un significato
diverso se si guarda alle circostanze del caso concreto. Peraltro, in tanto posso affermare che la
clausola è chiara, in quanto l'abbia interpretata. Perché la chiarezza è il risultato
dell'interpretazione. Inoltre la clausola che sottoscrivo al momento genetico del vincolo (quando
firmo il contratto) assumerà significati diversi o meglio avrà un valore diverso quando tornerò a
leggerla perché mi troverò in disaccordo con la controparte sulle conseguenze che quella
clausola prevede. Questo significa che il contratto, pur sottoscritto in un determinato momento, ha
la necessità, in caso di controversia, di essere ripensato e valutato diversamente in un momento
successivo. La lettera del testo non è cambiata, quello che è cambiato è il contesto, le circostanze,
il comportamento delle parti, che inevitabilmente devono incidere sul procedimento interpretativo
per evitare che si arrivi a situazioni inaccettabili dove il soggetto che per esempio ha subito un
danno a causa della malafede della controparte possa ottenere il risultato più adeguato e non
soccombere soltanto perché la clausola era scritta in quel determinato modo. Ciò significa che
l'interpretazione deve occuparsi della dinamica del rapporto e non limitarsi all'aspetto statico
(leggere la clausola come è scritta e fermarsi a quello che sembra essere il primo significato della
clausola).
Nel corso degli anni le sentenze della cassazione hanno continuato ad affermare la prevalenza del
criterio letterale rispetto agli altri. Questo ha comportato l'emanazione di sentenze dove la parte che
aveva subito un danno si è vista condannare a pagare delle somme. Negli ultimi anni comincia a
prendere piede l'idea che l'interpretazione debba essere evolutiva ovvero attenta alle circostanze
del caso concreto. La presunzione che il dato letterale sia sufficiente a risolvere i problemi di
interpretazione, nasce dalla considerazione che il giudice non possa inserirsi nel potere di
autonomia delle parti.
Es. Così se nel contratto di ristrutturazione inserisco una clausola penale che prevede il versamento
di una somma di 500€ al giorno per ogni giorno di ritardo nella consegna dell'appartamento,
secondo l'impostazione tradizionale, il giudice non può correggere il contratto perché è il frutto
dell'esercizio del potere contrattuale delle parti. Tuttavia, tale clausola, pur ammessa dalla legge,
non può prevedere una somma sproporzionata rispetto alla prestazione, tanto che il giudice, anche
d'ufficio (ovvero senza che le parti lo abbiano richiesto) può ridurre ad equità, ovvero ad
equilibrio, l'ammontare della clausola penale. Ciò significa che il potere di autonomia delle parti
non può andare contro i valori stabiliti dall'ordinamento giuridico che sono :
- La buonafede
- La solidarietà
- L'eguaglianza sostanziale
- ……..
Pertanto, l'interpretazione deve essere
- Sistematica --> le clausole devono essere interpretate le une per mezzo delle altre, senza
isolare la clausola oggetto di controversia
- Assiologica --> deve tendere all'affermazione e non alla negazione dei valori
dell'ordinamento
- Teleologica --> ovvero deve tendere al fine che il contratto intende realizzare
- Funzionale --> deve individuare quale è la funzione del contratto che le parti intendono
perseguire
03/12/2019
Responsabilità speciali
Atipicità dell’illecito – l’illecito è civile . atipico = generico. L’illecito penale si chiama reato ;
questi sono specifici ( tipici) . la responsabilità aquiliana è invece atipica, non entra nello specifico.
Fatto – può essere un comportamento omissivo o commissivo ( faccio un danno )
Elemento psicologico – doloso ( volontario) o colposo ( imperito, negligente…). Colpa cosciente o
dolo eventuale = quando mi sono immaginato che poteva succedere quella cosa la ma faccio lo
stesso. Capisco se sono nella colpa o meno se mi prefiguro che ci sia il rischio ma mentalmente
escludo che esso si verifichi. Se accetto che il rischio capiti si parla di dolo eventuale. Come
avvocato mi conviene sostenere di essere ? l’assicurazione non risponde di dolo.
Nesso di causalità – evento eccezionale ( mando uno in ospedale ma nel tragitto l’ambulanza fa in
incidente e lui muore)
Danno –
Ingiusto –
Responsabilità ordinaria
Responsabilità aggravata
Responsabilità indiretta ( oggettiva / presunta) –
Datore di lavoro
Circolazione dei veicoli
Genitori
Precettori e maestri
Incapacità di intendere e volere
Responsabilità aggravata
Esercizio di attività pericoloso
Cose in custodia – fatto salvo il caso fortuito
Animali – fatto salvo il caso fortuito
DANNO Il danno patrimoniale è di tipo intuitivo ( facilmente percepibile e quantificabile). Danno
emergente = danno alla vettura. Lucro cessante = perdita di chance della giornata. Il danno non
patrimoniale viene riconosciuto alla persona fisica sia un danno fondamentale che viene definito
danno biologico (= danno alla mia integrità psicofisica). Questo danno non potrà mai essere
reintegrato nella stessa situazione di precedenza. Danno morale ( art. 2059) = pregiudizio affettivo
di dolore patita a causa del danno subito ( in passato era solo in caso di reato). Oggi esiste
l’assicurazione che risarcisce il danno biologico ( analizzato da un medico legale e attraverso
l’attribuzione di punteggi da una tabella), e per il danno morale sarà applicato un coefficiente di
personalizzazione a seconda della persona. le tabelle adottate più in uso sono le cosi dette tabelle di
Milano.
SUCCESSIONI ( e donazioni)
1) Diritto oggetto di successione e diritti non oggetto di successione
-Diritti patrimoniali di credito - diritti della personalità
-debiti -sanzioni
Rinuncio all’eredità / eredità con benefici d’inventario = prendo quello che rimane dell’eredita
dopo che con questa si ha pagato tutti i debiti del defunto. Questi due casi si verificano quando non
sono sicura ne dell’ammontare dei suoi debiti ne di quelli dell’eredità.
2) Successione a titolo universale ( erede di tutto) / successione a titolo particolare ( erede di un
solo particolare beneficio, in questo caso il lascito prende il nome di legato)
3) Distinzione tra successione legittima e successione testamentaria; la prima tramite le
disposizioni di legge e la seconda tramite testamento. In entrambi i casi in Italia c’è un
regime intermedio, ovvero ci sono dei limiti. Se c’è un testamento questo viene seguito ma
ci sono dei vincoli anche per quanto riguarda la volontà del testatore : esistono eredi
chiamati legittimari i quali non posso essere designati come non eredi ( ereditano per forza).
Se li escludo dal mio testamento questi soggetto possono agire in giudizio per vedere
riconosciuta la loro eredità. Nel caso non ci sia testamento la normativa dello stato indica
che cosa succede in presenza di un figlio e un coniuge, due figli … ( una serie di fattispecie).
la successione legale prevede … fino al sesto grado di parentela, dopodiché l’eredità passa
allo stato
9/12
La successione
Eredità --> si commpone del patrimonio trasmissibile del de cuius al momento della
morte
Per patrimonio si intende l'insieme dei rapporti giuridici attivi e passivi dei quali il defunto era
titolare.
2 tipi di successione
- Inter vivos --> avviene a titolo particolare, ovvero per quello specifico contratto può
subentrare una persona a me (stipula di un contratto in cui succede una persona a me nel contratto
perché non sono più interessato)
- Mortis causa --> subentro di una persona ad un'altra per il proprio patrimonio
La successione mortis causa può essere
A. A titolo universale --> l'eredità va tutta agli eredi, che sono soggetti che si
sostituiscono al defunto nei suoi rapporti giuridici
B. A titolo particolare --> si può acquisire un legato, ovvero una parte di
patrimonio, se si è un legatario.
Ciascuno di noi ha la capacità di essere soggetto a cui sono riferibili diritti, in questo caso
patrimoniali perché alcuni diritti non sono trasmissibili al nostro decesso, es diritto di
abitazione(ovvero l'usufrutto).
Diritti si dividono in
- Suscettibili di successione --> patrimoniali di credito ( e i debiti, tranne le sanzioni per
comportamenti personali)
- Non suscettibili di successione --> della perosanlità o l'ususfrutto (L'usufrutto si estingue
con la morte di chi ha il diritto di abitazione )
Il chiamato all'eredità diventa erede solo dopo l'accettazione, che può essere esrpessa o tacita
(comportamento concludente contrario alla volotnà di rifiutarla)
Azioni dell'erede
- Accettazione
- Rinuncio all'eredità
- Accetto con beneficio di inventario --> si va a fare lo stato di graduazione in cui rilevo tutti
i debiti ecc. il mio patrimonio rimane distinto da quello del de cuius, ho titolo ad avere quello che
residua quando vengono pagati tutti gli aspetti passivi imputabili all'asse ereditario.
Succ a titolo universale --> Chi riceve la totalità dei beni del de cuius e subentra nella stessa
posizione uhniversalmente i tutti i suoi rapporti è l'erede universale (può essere 50 e 50 tra due
fratelli). Se poi ci si accorge che ci sono i debiti dovrei dover rispondere di debiti del de cuius
Successione a titolo particolare --> la persona riceve uno o più legati (es. lascio un legato ad
un'associazione, ovvero un diritto di credito degli eredi universali nei confronti dei legatari)
I legatari acquisiscono solo una parte
- Successione legittima --> tramite le disposizioni di legge (c'è una normativa che disciplina
tutte le varie fattispece e definisce la concorrenza tra i vari suìoggetti)
- Successione testamentaria --> tramite il testamento
3 forme di testamento
1. Olografo --> scritto interamente a mano dal testatore. Deve avere data e firma
2. Segreto --> può essere scritto a macchia o a computer, deve avere data e firma
del testatore e deve essere conseganto in busta chiusa al notaio. Segreto perché il notaio non sa cosa
c'è scritto. Il verbale di ricezione e il fatto che il testatore lo consegni personalmente sono garanzia
3. Pubblico --> notaio, alla presenza di due testimoni, il testatario detta e poi tutti i
presenti firmano.
Art 537
Quote di legittima (non sono da sapere)
- Per un solo figlio --> la metà del patrimonio
- Più figli --> 2/3 da dividersi in parti uguali
- Coniuge senza figli --> la metà del patrimonio
- Coniuge e un figlio --> 2/3 divisi a metà tra i due
- Coniuge e più figli --> 1/2 per i figli e 1/4 per il coniuge
Se non c'è testamento si ha la successione legittima con gli eredi legittimi (fino al 6 grado di
parentela e 3 grado di affinità, vedere cosa è)
Art 565
L'accetatzione di eredità
Quando vengo chiamato all'eredità ci sono 2 termini entro cui accettare
- Di 3 mesi se sono nel possesso dei beni
- Di 10 anni se non sono nel possesso dei beni a meno che ci siano creditori del de cuius in
quel caso viene dato un termine minore nell'interesse del creditore.
Casi di indegnità
Se ammazzo il parente, se falsifico il testaento ecc
Famiglia nella costituzione è la società naturale fondata sul matrimonio. Questo perché nel 48 era
concepita così. Ora invece aumenta i margini di tutela
es le famiglie di fatto vengono tutelate nei contratti di locazione. Si contiene così però perché è
semplice.
Art 29 della costituzione e significato
Art 74 affinità e parentela. I parenti sono quelli che discendono dallo stesso stipite, il coniuge non
è parente. Gli affini sono i parenti del mio coniuge
Il matrimonio
Il matatrimonio è un accordo tra due parti ma non ha gli effetti giuridici del contratto
Promessa di matrimonio
Impegno a conferire somme di denaro per la coppia.
Effetti
Non è obbligatorio contrarre il matrimonio e se non si verifica, il promettente può chiedere la
restituzione dei beni promessi già consegnati se il matrimonio non si verifica in proporzione alla
condizione economica delle parti. Questo perché viene tutelata la libertà di scelta
Risarcimento dei danni di chi si tira indietro dalla promessa se questo ritiro ha causato danno
perché magari ho pagato per il ristorante del matrimonio in cui il motivo dell'obbligazione era il
matrimonio
10/12/2019
Matrimonio: Quando due persone decidono di sposarsi possono scegliere tra due regimi: ⁃ Regime
della comunione -> tutto in comune ⁃ Regime di separazione dei beni -> beni vengono tenuti
separati tra moglie e marito, in questo caso la separazione e il divorzio sarà più veloce
Celebrazione del matrimonio civile: Matrimonio civile è celebrato davanti a un ufficiale civile (es.
sindaco o suo derivato) in comune. Chiunque di noi può celebrare matrimonio, bisogna soltanto
avere la deroga da un ufficiale civile. Il matrimonio civile ha una sua regolamentazione: è
consentita separazione, annullamento e divorzio. Nel 1929 sono stati creati i patti Laturanensi che
sono un patto tra la chiesa e lo stato. Si è cercato di fare in modo che la celebrazione in chiesa sia
riconosciuta automaticamente anche dallo stato italiano. Quando si assiste a un matrimonio i
testimoni insieme ai coniugi firmano un documento che accerta che il matrimonio sia celebrato
nel rispetto della normativa italiana. Alla fine della cerimonia viene trascritto il tutto nei registri
statali. Prima della celebrazione è necessario creare delle pubblicazioni di matrimonio per
soddisfare i requisiti del matrimonio che sono: ⁃ Maggiore età o superiore ai 16 ⁃ Capacità di
intendere e di volere ⁃ Non ci siano vincoli di parentela ⁃ Essere libera di stato (ossia non
impegnata in altri matrimoni con altri uomini/donne che sono spariti per “morte presunta” a seguito
di diversi anni lontani da casa) Grazie alle pubblicazioni, se qualcuno è a conoscenza di questi
limiti, può esporsi chiedendo l’annullamento del matrimonio.
Il matrimonio può essere nullo o annullabile nel caso in cui vi sono vizi della volontà: per errore,
dolo e violenza. Quando per esempio uno dei coniugi si rileva essere del sesso opposto
(annullabile) o se uno dei coniugi è stato obbligato a contrarre matrimonio contro la sua volontà
(nullo). La separazione e il divorzio non è riconosciuto dal diritto canonico, salvo la nullità del
patrimonio. A quel punto è possibile risposarsi anche in chiesa.
Diritti e doveri del matrimonio: Con il matrimonio marito e moglie acquistano stessi diritti e
doveri. Entrambi i coniugi sono tenuti ciascuno in relazione ai propri beni a contribuire ai bisogni
della famiglia. Tutti questi diritti e doveri saranno poi rilevanti nel momento di divorzio e
separazione. Il matrimonio impone ai coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere i
figli nei rispetto delle loro aspirazioni.
I coniugi devono adempiere secondo quanto previsto dal 316 bis, anche in relazione alla loro
situazione patrimoniale. Art. 143, 144, 147 e 148
Filiazione: Rapporto che lega i figli con i genitori nati nel matrimonio
Adozione: Rapporto che lega i figli minorenni o maggiorenni con i genitori. L’adozione può essere
internazionale se si adottano minori fuori dallo stato italiano. I costi dell’adozione internazionale
sono maggiori.
Separazione e divorzio: Lo scioglimento del matrimonio può avvenire per separazione, divorzio,
morte di uno dei coniugi o nullità dello stesso. I coniugi una volta sciolto il matrimonio sono
considerati liberi di stato. A seguito della morte di uno dei coniugi vi è un periodo di vedovanza
(300 giorni) solo per le donne per una cautela in merito a nuovi figli che potrebbero nascere. La
separazione è quell’atto che precede il divorzio, momento in cui il giudice scioglie l’atto di
matrimonio. La separazione può essere: ⁃ Di comune accordo -> si va da un unico avvocato, viene
siglato un accordo firmato da entrambi i coniugi, si fa un’udienza dove il giudice controlla che gli
accordi presi dai coniugi siano a tutela dei minori (se presenti) e a quel punto omologherà la
separazione. Successivamente possono trascorre 6 mesi o più prima di poter chiedere lo
scioglimento effettivo cioè il divorzio o annullare la separazione ⁃ Giudiziale -> uno dei coniugi
prende iniziativa deposito ricorso chiedendo ciò che vuole. L’altro coniuge separatamente prende
un altro avvocato e deposita un altro tipo di ricorso. Non c’è quindi un accordo iniziale prestabilito
tra le due parti
Il tribunale di Milano e altri tribunali hanno predisposto dei protocolli dove vi sono tutte le linee
guida che i coniugi in fase di separazione devono seguire a tutela dei figli.
Nel divorzio si ha lo scioglimento definito e a quel punto cessano determinati vincoli. Già con la
separazione l’obbligo di fedeltà e coabitazione è già sciolto e cesserà definitivamente con il
divorzio. Il reciproco rispetto tra i coniugi deve comunque rimanere. Il mantenimento dei figli deve
rimanere pacifico e deve essere regolamentato e mantenuto anche dopo il divorzio. I genitori hanno
l’obbligo di tutelare il figlio fino al 18esimo anno di età o fino al 26esimo anno di età nel caso in cui
proseguisse una carriera universitaria. Il mantenimento tra i coniugi deve essere portato avanti
nel caso in cui uno dei due percepisca uno stipendio molto più alto rispetto all’altro. Il
mantenimento tra i coniugi è un aiuto economico che può essere richiesto da uno dei coniugi
quando questo per esempio svolge lavori di casa o si occupa dei figli. Nel caso in cui entrambi i
coniugi lavorano, il mantenimento spetta sempre e può essere temporaneo nel caso in cui ci sia un
disequilibrio economico tra i due.
Differenza tra mantenimento e alimenti: ⁃ Mantenimento -> è ciò che è stato spiegato
precedentemente. Questo obbligo è molto più ampio ⁃ Alimenti -> la legge prevede che se una
persona in condizioni di totale indigenza, le persone vicine a questo soggetto possono essere
obbligato a fornire un sussidio a questo soggetto che è in estrema difficoltà. Questo obbligo è
personale, rispetto, limitato e specifico che viene richiamato dalla persona che è in difficoltà
In caso di divorzio l’eredità del coniuge morto si percepisce se: ⁃ Si, se si ha avuto diritto al
mantenimento dopo il divorzio ⁃ No in tutti gli altri casi
A volte la fase di separazione viene portata avanti per parecchio tempo perchè si hanno dei
vantaggi: ⁃ Il coniuge separato è erede del patrimonio dell’altro nel momento in cui muore ⁃ Per un
discorso di mantenimento e tutela dei figli in caso di morte di uno dei due coniugi
16-12-19
La nullità del contratto è la sanzione più grave che l’ordinamento giuridico riconosce nei casi in
cui il contratto sia illecito, è illecito se manca uno degli elementi essenziali (accordo, causa, oggetto
e forma), quando uno di essi è illecito, quando il contratto viola norme imperative (norme non
derogabili dalle parti) o l’ordine pubblico. L’azione di nullità non è soggetta a prescrizione, può
essere fatta valere da chiunque ne abbia interesse e può essere rilevata d'ufficio dal giudice anche
contro la volontà delle parti, la sentenza è dichiarativa (non modifica la situazione di fatto ) e il
contratto nullo non può produrre effetti e se nel frattempo li ha prodotti devono essere
restituite le prestazioni effettuate. L annullabilità del contratto si ha quando il contratto è affetto
da vizi, sono vizi della volontà: il dolo e l'errore, il primo riguarda tutte quelle situazioni nelle
quali una parte utilizza raggiri e artifici per ingannare la controparte, deve essere determinante del
consenso (se avessi conosciuto l esistenza dell inganno non avrei concluso il contratto) o solo
incidente ( avrei concluso il contratto ma a condizioni diverse ), l’errore deve essere essenziale
( deve riguardare una qualità essenziale del bene voglio acquistare un braccialetto d'oro, il venditore
mi offre un braccialetto di metallo bagnato nell oro) e riconoscibile, il soggetto deve essere in grado
di riconoscere l errore nel quale è caduto. L azione di annullabilità può esperirla, il soggetto a
favore del quale è prevista (tutela del contraente ingannato o indotto in errore ) si prescrive in 5
anni ed è una sentenza costitutiva però mira a modificare la situazione preesistente.
La risoluzione di diritto del contratto (domanda possibile all esame) è uno strumento a tutela
della parte che la inserisce e che determina la risoluzione automatica del contratto senza la
necessità della rappresentanza di un avvocato e senza doversi rivolgere al giudice, sono previste
tre ipotesi: la clausola risolutiva espressa, se non esegui quella determinata prestazione ( non è
valida rispetto all interno contratto) o in riferimento ad un obbligo generico di adempimento deve
necessariamente riferirsi ad una o più prestazioni specifiche, perché la controparte sappia fin da
subito a quali prestazioni deve fare particolare attenzione, in caso di inadempimento delle
prestazioni indicate, il soggetto deve comunicare alla controparte che intende avvalersene, da quel
momento il contratto si intenderà automaticamente risolto. Eventuali questioni davanti al giudice
potranno riguardare l’adempimento non la risoluzione. La seconda ipotesi è la cosiddetta diffida
ad adempiere, attraverso la quale il soggetto diffida la controparte ad eseguire la prestazione,
trascorso inutilmente il periodo di almeno 15 giorni il contratto si intenderà automaticamente
risolto, anche qui le contestazioni davanti al giudice potranno riguardare l’adempimento. La terza
ipotesi è il termine essenziale, la prestazione deve essere eseguita entro il limite massimo indicato,
trascorso inutilmente il quale il contratto si intenderà risolto.
La rescissione è un rimedio eccezionale per quei contratti che sono stati conclusi in situazione di
pericolo o in stato di bisogno di una parte nei confronti delle altra, si tratta di contratti sorti
sproporzionati e dei quali una parte si avvantaggia a danno dell altra, se c'è pericolo per la propria
incolumità o per quella dei propri cari il contratto concluso per il proprio salvataggio in
sproporzione rispetto al sostegno ricevuto può essere rescisso, se invece c'è un eccessivo vantaggio
economico rispetto a quello altrui il contratto può essere salvaguardato se la parte che ha dato vita
alla sproporzione offre di ricondurla ad equitá, cioè ad equilibrio, altrimenti ci penserà il giudice.
La decadenza è invece l istituto che da valore al semplice trascorrere del tempo, è indicata
soprattutto per quelle attività che devono essere svolte entro un tempo limite, infatti vengono
dichiarate a pena di decadenza perché si decade dal diritto di partecipare, l inerzia del titolo non ha
alcun rilievo però è il soggetto che offre quella particolare attività a richiedere il rispetto dei
termini ad esempio per partecipare ad un concorso pubblico o per iscriversi all università è
necessario presentare la domanda secondo i termini previsti dal bando i dall' università, trascorsi i
quali il soggetto decade dal diritto.