Venturi
1. Il parlamento europeo.
2. La Cittadinanza Europea.
3. Corte di giustizia.
4. Ricorsi.
5. Adattamento in Italia.
IL PARLAMENTO EUROPEO
Il parlamento
Originariamente chiamato Assemblea, l’istituzione ha assunto prima con propria deliberazione e poi
con l’art. 3 AUE la denominazione di Parlamento Europeo. I suoi membri sono eletti a suffragio
universale diretto ogni 5 anni e i suoi componenti sono soggetti al divieto del doppio
mandato, è composto da 785 membri a garanzia dell’adeguata rappresentanza dei popoli degli
provenienti da almeno 1/5 degli stati membri. Il Parlamento Europeo dispone di alcuni organi tra i
quali spicca il Presidente che dirige i lavori del Parlamento e lo rappresenta nelle relazioni
internazionali, nelle cerimonie, negli atti amministrativi e giudiziari; i presidenti dei gruppi e il
può lavorare in aula (dove possono partecipare tutti i membri) o in commissione, ci sono a loro
volta due tipi di commissioni: le commissioni permanenti, previste dal regolamento interno, che
trattano gli affari di cui l’istituzione è investita a seconda della materia, e le commissioni
temporanee d’inchiesta.
il controllo politico.
periodica e regolare è assicurata dalla presentazione allo stesso di relazioni da parte degli altri
organi, soprattutto dalla Commissione che presenta la relazione generale annuale. Il
europeo (per lamentare casi di cattiva amministrazione nell’azione delle istituzioni e degli organi
censura che, una volta presentata, può essere discussa solo dopo tre giorni dalla data del
deposito, deve essere votata con scrutinio pubblico e approvata dai due terzi dei voti espressi e a
La Corte di giustizia
Le fonti normative che disciplinano l’attività della Corte di giustizia sono contenute nei trattati
TCE e TUE e nel protocollo sullo Statuto della Corte di giustizia della Comunità europea
allegato al TCE e per questo ne condivide la natura giuridica. Infine va ricordato il regolamento
maggioranza qualificata.
La composizione della Corte è articolata in un giudice per ogni Stato membro (27) ed è inoltre
generali la prassi vuole che vi siano sempre 4 avvocati generali con nazionalità di ciascuno degli
Stati membri maggiori (It, Ger, Fr, UK) mentre i restanti 4 siano ricoperti a rotazione da persone
degli altri Stati membri. La nomina di giudici e avocati avviene di comune accordo tra i Governi
convocata quando lo richiede uno Stato membro o un’Istituzione che è parte in giudizio;
Commissione e Stati membri; caratteristica dei pareri della corte è il loro valore parzialmente
vincolante.
disposizioni contenute nel TCE, nello Statuto della Corte di giustizia ed infine il proprio
regolamento di procedura (di concerto con la Corte di giustizia e poi sottoposto all’approvazione
del Consiglio a maggioranza qualificata). Per quanto riguarda il rapporto istituzionale, Corte di
giustizia e Tribunale coesistono all’interno della stessa istituzione, mentre per quanto riguarda
visto che le sue decisioni sono impugnabili davanti alla Corte. La composizione, la nomina e la
durata del mandato sono simili a quelli della Corte, a parte il fatto che il Tribunale non
regolamento di procedura disciplina poi i casi in cui il Tribunale si riunisce in seduta plenaria,
grado del Tribunale comporta due limiti: la competenza esclusiva della Corte e l’istituzione delle
Camere giurisdizionali (il Tribunale della funzione pubblica dell’Unione europea che ha competenza
di primo grado sul contenzioso con il personale delle istituzioni e degli organi dell’Unione).
Le Camere giurisdizionali
Introdotte dal Trattato di Nizzasono incaricate di conoscere in primo grado tutte le categorie di
ricorsi proposti in materie specifiche. La prima Camera giurisdizionale è stata voluta dal Consiglio
sulle controversie tra le Comunità e i loro agenti comprese quelle tra gli organi o tra gli organismi e
il loro personale per le quali la competenza è attribuita alla Corte di giustizia ( contenzioso del
personale).
protezione delle posizioni giuridiche nate per effetto del diritto comunitario; questo sistema è
ripartito tra giudice comunitario (Corte di giustizia, Tribunale di primo grado e Tribunale della
funzione pubblica) e giudici degli Stati membri. La competenza esclusiva del giudice comunitario è
ricorsi per infrazione (proposti nei confronti di uno Stato membro accusato di aver
istituzioni);
ricorsi in carenza (con i quali si vuole far constatare l’illegittimità delle omissioni
istituzioni).
Questi due livelli di tutela non operano in maniera distinta per evitare che nell’applicazione del
diritto comunitario i giudici nazionali possano pregiudicare l’uniformità delle disposizioni di tale
diritto; infatti il TCE nell’art. 234 prevede la procedura del rinvio pregiudiziale grazie alla quale il
giudice nazionale ha la facoltà o l’obbligo di deferire alla Corte di giustizia le questioni riguardanti il
L’oggetto del ricorso è la violazione da parte di uno Stato membro di uno degli obblighi a lui
Il procedimento per proporre un ricorso per infrazione varia a seconda del soggetto che ne
comunitaria, ma anche uno Stato membro (art. 227) può farlo. In entrambi i casi sono previste
due fasi:
decisione giudiziaria.
L’art. 226 disciplina il caso in cui la scelta di dare avvio al procedimento e di portarlo a termine
a. invio allo stato membro di un atto non formale , la lettera di messa in mora, con cui la
successiva)
mossi allo Stato e lo invita a conformarsi entro il termine fissato; atto non obbligatorio in
quanto il potere di constatare l’infrazione commessa da uno Stato membro non spetta alla
Il passaggio alla fase contenziosa è possibile soltanto una volta che il termine fissato nel parere
motivato sia decorso invano. Una volta presentato il ricorso alla Corte di giustizia, l’eventuale
eliminazione da parte dello Stato membro della violazione contestata non comporta alcuna
della presentazione del ricorso. La fase contenziosa termina con una sentenza di mero
La mancata o ritardata adozione dei provvedimenti necessari per uniformarsi alla sentenza può
L’art. 227 invece disciplina il procedimento di infrazione avviato su iniziativa di uno Stato
membro secondo cui lo Stato deve rivolgersi alla Commissione chiedendole di agire nei confronti
dell’altro Stato membro. La Commissione deve porre gli stati interessati di presentare in
contraddittorio le loro osservazioni scritte e la Commissione emette un parere motivato; se non lo
fa entro tre mesi dalla domanda lo Stato può presentare ricorso direttamente alla Commissione.
gli atti delle istituzioni comunitarie. Gli atti impugnabili sono definiti facendo riferimento a tre
criteri:
del Parlamento);
tipo (l’art. 230 perla genericamente di atti quindi sono ritenuti impugnabili sia gli
obbligatori).
I soggetti legittimati a proporre il ricorso (legittimazione attiva) sono divisi in tre categorie:
S quando la persona fisica o giuridica impugna una decisione nei suoi confronti, cioè una decisone
di cui il ricorrente sia destinatario e occorre soltanto dimostrare di avere interesse a ricorrere;
S quando una persona fisica o giuridica impugna un atto di cui formalmente non è il destinatario,
in quanto appare come un regolamento o una decisione rivolta ad altre persone . Per ricorrere
contro un atto del genere il ricorrente deve dimostrare che l’atto lo riguarda direttamente e
individualmente.
L’identificazione dei casi in cui tale doppio requisito (interesse diretto e individuale) sia soddisfatto,
genera un problema interpretativo che può essere superato distinguendo a seconda che l’atto
impugnato sia:
una decisione rivolta ad un’altra persona fisica o giuridica (che non sia uno Stato
membro), l’onere probatorio da superare non è eccessivo in quanto basta dimostrare che il
un regolamento o una decisione rivolta a uno o più Stati membri le difficoltà non
come aspetto rilevante non il fatto che l’atto impugnato colpisca il ricorrente ma a quale
titolo il ricorrente sia colpito, quindi se l’atto produce effetti giuridici soltanto sulla posizione
sono:
violazione del Trattato e di qualsiasi regola del diritto relativa alla sua
applicazione che è il più invocato dal momento che ingloba anche i due precedenti vizi,
che ne hanno il potere ma perseguono scopi diversi da quelli per i quali il potere le è stato
attribuito.
dell’atto.
L’efficacia delle sentenze di annullamento, disciplinata dall’art. 231, prevede che la sentenza
ha portata generale e retroattiva, l’atto è nullo erga omnes, e la nullità retroagisce al momento in
cui l’atto è stato emanato, con l’eccezione dei Regolamenti per i quali la Corte di giustizia, ove lo
reputi necessario, precisa gli effetti del regolamento annullato che devono essere considerati come
definitivi.
Il ricorso in carenza costituisce un’altra forma di controllo giurisdizionale della legittimità del
La richiesta di agire (nota come messa in mora) deve essere formulata in maniera che
l’istituzione comprenda che in caso di inerzia rischia di subire la presentazione del ricorso e
Per interrompere la mora è sufficiente che l’istituzione prenda posizione adottando un atto anche
con contenuti non coincidenti con la richiesta. Se l’istituzione non prende posizione entro due mesi
dalla richiesta il soggetto che la ha presentata può presentare ricorso alla Corte di giustizia entro
sono:
o Parlamento europeo;
o Consiglio;
o Commissione;
o BCE.
I soggetti dotati di legittimazione attiva sono previsti dall’art. 230 e sono gli stessi che possono
il ricorso per risarcimento si configura come un rimedio residuale rispetto alla tutela che
o danno effettivo;
economica in cui non basta dimostrare l’illegittimità del comportamento ma anche che:
Il termine di prescrizione è di cinque anni dal momento in cui avviene il fatto che dà loro
origine.
La competenza pregiudiziale può o deve, secondo i casi, essere chiamata ad esprimersi in via
giudizio instaurato davanti ad una giurisdizione di uno degli Stati membri. Quindi la Corte
duplice scopo in quanto da un lato tende a evitare che ciascun giudice nazionale interpreti e
applichi le norme comunitarie come se si trattasse di norme nazionali col rischio di infrangere
l’unitarietà del diritto comunitario, e dall’altro offre ai giudici nazionali uno strumento di
collaborazione per superare le difficoltà interpretative che il diritto comunitario può sollevare.
Non si può dire che esista una gerarchia tra giudici nazionali Corte di giustizia anche perché
quest’ultima non esercita alcun tipo di controllo sulla competenza del giudice nazionale o
sulla regolarità del giudizio stesso, ma impone solo dei requisiti riguardanti il contenuto del
questioni puramente ipotetiche), la Corte non può giungere ad una interpretazione adatta al caso e
La competenza pregiudiziale può essere attivata soltanto da un organo che svolge una funzione
sia indipendente.
Rispetto al rinvio pregiudiziale, la posizione dei giudici nazionali varia secondo che essi emettano
decisioni contro le quali sia possibile proporre un ricorso giurisdizionale interno o no, nel primo
sollevare o meno le questioni di diritto comunitario, l’obbligo di rinvio invece a carico dei giudici
la risposta da dare alle questioni risulti da una giurisprudenza costante della Corte che,
indipendentemente dalla natura del procedimento in cui sia stata prodotta, risolva il punto
di diritto litigioso, anche in mancanza di una stretta identità fra le materie del contendere;
quando la corretta applicazione del diritto comunitario si imponga con tale evidenza da non
lasciare adito ad alcun ragionevole dubbio sulla soluzione da dare alla questione sollevata
o verificare che la stessa soluzione si imporrebbe anche ai giudici degli altri Stati
membri;
o tenere conto della non necessaria coincidenza tra il significato di una medesima
o ricollocare la norma comunitaria nel suo contesto e alla luce delle sue finalità.
Dall’ art. 234 risulta che la competenza pregiudiziale della Corte può riguardare questioni di
oggetto il Trattato (TCE nella versione ratione temporis compresi i protocolli allegati) e gli atti
compiuti dalle istituzioni della Comunità e della BCE (atti previsti dall’art. 249,
raccomandazioni, pareri, atti atipici, accordi internazionali e atti privi di efficacia diretta) mentre le
questioni pregiudiziali di validità possono aver ad oggetto soltanto gli atti compiuti dalle istituzioni
significato e la portata della norma quale deve o avrebbe dovuto essere intesa ed applicata dal
momento delle sua entrata in vigore; inoltra la Corte si riserva il potere di limitare nel tempo la
portata delle proprie sentenze pregiudiziali per esigenza di certezza del diritto e di tutela
dell’affidamento.