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La Corte Costituzionale

La nostra Costituzione è rigida. A garanzia di ciò è posto un apposito organo che è la Corte
Costituzionale.
L’insieme delle sue competenze costituisce la giustizia costituzionale e le regole principali in
materia sono contenute negli artt. 134-137 della Costituzione.
La giustizia costituzionale rappresenta il completamento dello Stato di diritto le cui basi
hanno iniziato a essere poste già nell’Ottocento, con l’affermazione del principio di legalità
che significa che il Governo, la Pubblica Amministrazione e i giudici sono sottoposti alla
legge.
A questo principio, ora, se ne è aggiunto un altro: non solo l’Amministrazione è soggetta alla
legge, ma tutti gli organi costituzionali, compreso il legislatore, sono sottoposti a quella
suprema legge che è la Costituzione. Questo è il principio di costituzionalità.
Struttura e funzionamento della Corte Costituzionale.
La corte costituzionale si compone di quindici giudici che vengono nominati per un terzo
ciascuno:
1) Dal presidente della Repubblica
2) Dal parlamento in seduta comune , con elezioni a maggioranza qualificata
3) Dalle supreme Magistrature ordinaria e amministrativa
I giudici sono scelti tra tecnici del diritto cioè tra : magistrati, anche a riposo; avvocati con più
di vent’anni d’esercizio della professione forense; professori universitari con materie
giuridiche.
La durata delle camere è di nove anni, senza possibilità di rielezione.
I giudici eleggono tra di loro il proprio Presidente, cui spetta dirigere l’attività della Corte. Il
presidente è un primis inter pares, anche se, in caso di parità di voti, il suo è prevalente.
La corte costituzionale deve necessariamente essere un organo neutro. L’indipendenza
della Corte stessa viene garantita nei modi seguenti:
1) Ai giudici sono riconosciute le immunità parlamentari (immunità per i voti e le opinioni
espresse
nell’esercizio delle loro funzioni; autorizzazione a procedere). I giudici della corte
costituzionale
non sono sindacabili né possono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dai
nell’esercizio
delle loro funzioni.
2) Il mandato di giudice costituzionale è incompatibile con ogni altra attività in impieghi
pubblici o privati.
3) i giudici non possono essere rimossi né sospesi dal loro ufficio se non a seguito di
una deliberazione della stessa corte e solo per sopravvenuta incapacità fisica o civile
o per gravi mancanze nell’esercizio delle loro funzioni.
La corte è un organo collegiale. Ogni decisione è elaborata in Camera di consiglio, con la
partecipazione di almeno undici dei quindici giudici. La deliberazione è assunta a
maggioranza e, in ogni caso, anche in presenza di contrasti, la decisione si considera presa
della Corte nel suo complesso.
Le decisioni con cui la Corte costituzionale definisce il giudizio sono sentenze. Esse sono
obbligatorie per tutti, sono definitive e quindi non possono essere impugnate di fronte ad altri
organi e nemmeno di fronte alla Corte stessa.
La corte costituzionale:
1) Come giudice delle leggi, giudica sulle controversie relative alla legittimità
costituzionale delle fonti primarie.
2) Come giudici dei conflitti costituzionali, giudica sui conflitti di attribuzione tra i poteri
dello Stato, tra lo Stato e le Regioni e tra le Regioni.
3) Come giudice penale, giudica sulle accuse promosse contro il Presidente della
Repubblica.
4) Come giudice dell’ammissibilità del referendum abrogativo.
La corte costituzionale non si esprime sui regolamenti dell’unione europea.
Il giudizio sulla costituzionalità delle leggi
Il fondamento del giudizio di costituzionalità delle leggi sta nel principio di gerarchia delle
fonti del diritto: poiché le leggi sono poste su un gradino gerarchico inferiore rispetto a quello
in cui è la Costituzione, non possono contraddirla. In caso contrario, non sono valide, ovvero
sono incostituzionali.
I vizi di costituzionalità si possono distinguere in tre categorie.
I vizi materiali o sostanziali, riguardano il contenuto di leggi contrastanti con norme della
Costituzione che prevedono diritti e doveri dei cittadini.
I vizi formale riguardano il procedimento di formazione da seguire per l’approvazione delle
leggi e degli atti aventi forza di legge.
I vizi di incompetenza si hanno quando leggi regionali regolano materie riservate alla
disciplina legislativa statale, o viceversa.
In nessun caso è ammesso che il singolo cittadino si rivolga direttamente alla corte
costituzionale.
Quest’ultima , non può agire di propria iniziativa ma deve attendere che la questione di
costituzionalità le sia proposta dall’esterno, secondo i due procedimenti previsti: l’uno
indiretto e l’altro diretto.
Il procedimento indiretto è quello che inizia da un qualsiasi giudizio di fronte a un qualunque
giudice come una sorta di incidente processuale. La questione così sollevata si dice
incidentale perché incide sulle decisioni della causa.
Il giudice rinvia la questione alla corte costituzionale solo se ritiene che essa sia:
1) Rilevante per il giudizio, cioè riguardi la legge che deve trovare applicazioni per
decidere la causa.
2) Non manifestamente infondata, cioè dotata di qualche serietà. In questo modo, si
vuole dire che il giudice deve sollevare la questione anche quando vi siano soltanto
dei dubbi circa la costituzionalità della legge.
Se la questione è rilevante e non manifestamente infondata, il giudice a quo emana
un’ordinanza di rinvio
motivata con la quale formula la questione che viene trasmessa alla Corte costituzionale per
la decisione.
Contemporaneamente, sospende la causa che riprenderà il suo corso solo dopo che la
Corte avrà risolto la questione circa l’incostituzionalità della legge.
Il procedimento diretto o principale riguarda le controversie sulle leggi promosse dallo Stato
contro le Regioni o dalle Regioni contro lo stato, per difendere le proprie competenze
legislative. Alle regioni sono equiparate le province autonome di Trento e Bolzano che
godono di una speciale autonomia costituzionalmente garantita.
L’atto introduttivo del giudizio in via principale è il ricorso, che deve essere deliberato dal
consiglio dei ministri, se agisce lo stato, o dalla giunta regionale, se agisce la regione entro
sessanta giorni dalla pubblicazione della legge che si intende impugnare.
In questo tipo di giudizio assumono rilievo principalmente le norme della costituzione. L’art
117 della costituzione indica, infatti, le materie attribuite esclusivamente alla competenza
legislativa dello stato, quelle attribuite.

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