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Le leggi statali e regionali che contrastano i vincoli che l’ordinamento assume attraverso la
stipulazione dei trattati occorre concentrarsi sulla verifica di legittimità costituzionale di
leggi statali regionali contrastanti a leggi internazionali, in questo caso i singoli giudici
devono controllare la legittimità delle leggi interne rispetto alle leggi internazionali.
Abbiamo una distinzione da vincoli internazionali e comunitari abbiamo una distinzione
legata all’ordinamento euro comunitario a cui il nostro ordinamento appartiene grazie ai
trattati, a seconda del diritto che si vuole prendere in considerazione, diritto delle
organizzazioni internazionali o delle singole relazione tra i vari stati.
L’appartenenza all’unione europea implica la necessità di considerare l’assetto stesso
dell’unione europea, tutte le organizzazioni a cui il nostro paese fa parte hanno un
organizzazione propria come la NATO e l’Unione Europea.
Sull’unione europea dobbiamo tenere conto della cessione delle sovranità nazionali a
favore di questa organizzazione, come prevede d’altronde anche la stessa costituzione in
condizione di parità con gli altri stati.
Dobbiamo tenere conto anche delle norme prodotte da questi organi internazionali che
riguardano le strutture europee.
Non possiamo paragonare la produzione normativa interna ed esterna, quando parliamo
di norme prodotte a livello internazionale un ruolo importante compete al Consiglio dei
ministri dell’unione europea con presidenti dello stato e di governo, quest’organo agisce
poi coadiuvato dal parlamento europeo.
Questo diritto sorge quindi con regole a livello internazionale che può nascere grazie alla
ratifica dei trattati da parte die vari stati, anche se le norme a livello europeo
rappresentano sia un vincolo al legislatore interno, ma anche perché alcune norme hanno
un efficacia diretta a livello di ordinamento interno ( regolamenti).
Le norme dei regolamenti devono trovare diretta applicazione nei vari ordinamenti interni,
rappresentando una complicazione per i giudici interni.
Se esiste una norma europea quella diventerà nell’ordinamento la norma da applicare
sovrastando la norma interna.
il giudice interno chiamato a risolvere una controversia risolve il caso sottoposto alla sua
valutazione la regola astratta, sussume la norma a quella determinata fattispecie.
Se si individua per una fattispecie in una stessa materia sia una norma interna che una
norma europea applicherà la norma europea.
Se quel giudice per risolvere la controversia trova sia una regola interna ( disposizione
legislativa), ma riconducibile a una competenza europea in questo caso il giudice deve
interpellare la Corte costituzionale, sollevando la questione di legittimità.
Il rapporto tra l’ordinamento europeo e l’ordinamento interno dei vari stati dal putno di
vista della produzione e dell’applicazione del diritto? Nel rapporto tra i due ordinamenti
vale una relazione in termini di competenza.
Tra i criteri delle fonti abbiamo sia il principio di gerarchia, ma anche il principio di
competenza, avendo delle azioni che spettano a determinati organi ed altre ad altri organi.
La giustificazione del nostro ordinamento è la cessione della sovranità contemplata
nell’articolo 11 della nostra costituzione.
Il nostro paese per scelta costituzione ha potuto aderire all’ordinamento interno senza il
bisogno di cambiare la costituzione.
Questi organi non sono collocabili tra gli organi di indirizzo politico.
Il principale organo di garanzia è la Corte costituzionale che può annullare le norme
illegittime, esposizione della forza politica vincente che ha creato la norma.
“La costituzione rappresenta delle catene che un popola saggio si da per quando perderà la
saggezza”.
Chi governa ed esprime un indirizzo politico ha bisogno di norme che non siano troppo
restrittive, negli ordinamenti internazionali le catene sono rappresentate dagli organi di
garanzia.
La corte ha spiegato poi che le revisioni sui principi fondamentali sono quindi illegittime,
stabilendo il principio di legittimità anche sulle norme costituzionali.
L’articolo 134 dice che: La Corte costituzionale giudica:
sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza
di legge, dello Stato e delle Regioni; sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su
quelli tra lo Stato e le Regioni, e tra le Regioni; sulle accuse promosse contro il Presidente
della Repubblica, a norma della Costituzione.
Bisogna prendere in considerazione le leggi di ratifica dei trattati, le leggi statali, regionali
e gli atti aventi forza di legge.