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L’elezione
art 83
Le Camere operano in seduta comune.
Oltre ai membri del parlamento si trovano 3 rappresentanti per ogni regione (Valle
d’Aosta 1 solo). L’elezione avviene per scrutinio segreto, così che i parlamentari
possano votare in maniera autonoma.
Maggioranze richieste
Nelle prime 3 votazioni deve essere ottenuta una maggioranza qualificata (= 2/3
componenti dell’intera assemblea); dal quarto scrutinio basta la maggioranza
assoluta (50%+1 componenti dell’assemblea)
Dopo l’elezione, il Presidente giura fedeltà alla Repubblica davanti al Parlamento in
seduta comune entra ufficialmente in carica
Requisiti
art 84 può essere eletto ogni cittadino che sia in possesso:
- Cittadinanza italiana
- 50 anni d’età
- Godimenti diritti civili e politici
Il ruolo di Presidente è incompatibile con qualsiasi altra carica, pubblica o privata.
Durata
7 anni e può essere rieletto.
30 giorni prima che scada il termine del mandato, il Presidente della Camera dei
deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali per eleggere il
nuovo Capo dello Stato.
Se le Camere sono sciolte, l’elezione ha luogo entro 15 giorni dalla riunione delle
nuove camere (questo perché altrimenti non sarebbero pienamente rappresentative
degli elettori).
Nel frattempo i poteri del Presidente in carica sono prorogati, ma limitatamente alle
attività urgenti o di ordinaria amministrazione.
Supplenza
Se il Presidente della Repubblica è temporaneamente impossibilitato ad esercitare le
sue funzioni, si fa ricorso all’istituto della supplenza = la carica di Capo dello Stato
viene ricoperta dal Presidente del Senato, la cui attività deve limitarsi agli atti urgenti
e a quelli necessari al normale funzionamento dello Stato.
Se l’impedimento è permanente, si procede all’elezione di un nuovo Presidente.
Rispetto al Parlamento:
- Fissa la prima riunione delle Camere, una volta elette
- Può nominare 5 senatori a vita per alti meriti
- Promulga le leggi, con la possibilità di esercitare il potere di veto sospensivo
- Può inviare messaggi alle Camere
- Può sciogliere anticipatamente le Camere, dopo averne sentito i presidenti,
tranne durante il semestre bianco (=ultimi 6 mesi dell’incarico), a meno che
questo non coincida con la naturale conclusione della legislatura.
Rispetto al governo
- Nomina il Presidente del Consiglio e i ministri
- Emana i decreti del Governo
- Autorizza il Governo a presentare i disegni di legge al Parlamento
- Nomina i più alti funzionari dello Stato
- Ha il comando delle Forze armate
- Dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere
- Ratifica i trattati internazionali
- Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici
Funzione giudiziaria
- Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM)
- Può concedere la grazia e commutare le pene
Il Capo dello Stato nomina 5 giudici costituzionali
Irresponsabilità politica
Visto l’obbligo della controfirma, il Presidente della Repubblica non è mai
responsabile dei suoi atti, né davanti al Parlamento, né davanti al Governo nessuno
di questi organi può togliergli la fiducia e costringerlo alle dimissioni
Responsabilità penale
Il PdR è punibile come qualsiasi altro cittadino.
Nell’ambito delle sue funzioni, la Costituzione ha previsto l’irresponsabilità del PdR
tranne nel caso in cui commetta 2 reati non previsti dal Codice penale: l’alto
tradimento (=se viola l’obbligo di fedeltà alla Repubblica) o l’attentato alla
Costituzione (=se commette atti talmente gravi da mettere in pericolo le regole della
Costituzione e la loro sicurezza).
In questi casi il Presidente viene messo in stato d’accusa dal Parlamento in seduta
comune, viene poi giudicato dalla Corte costituzionale; nel caso in cui questa dovesse
pronunciare una sentenza di condanna del PdR per alto tradimento o per attentato alla
Costituzione, dovrà applicare le sanzioni penali nei limiti del massimo della pena
previsto dalle leggi in vigore nello Stato.
Ruolo e funzionamento Corte costituzionale
art. 134
La Corte costituzionale è un organo indipendente, composto da 15 giudici, cui è
affidata la funzione di garantire il rispetto delle norme costituzionali.
La composizione
15 giudici che rimangono in carica 9 anni e non possono essere riconfermati
nell’incarico. Questi vengono eletti:
- 1/3 dal Parlamento
- 1/3 dal Presidente della Repubblica
- 1/3 dalle supreme magistrature dello Stato
Incompatibilità
La carica di giudice costituzionale è incompatibile con qualsiasi incarico pubblico e
impiego pubblico/privato; non possono esercitare la professione legale né attività
correlate a partiti politici.
La dichiarazione di decadenza dalla carica per incompatibilità compete alla stessa
Corte costituzionale.
Presidente
I componenti della Corte costituzionale provvedono a eleggere (a scrutinio segreto e
a maggioranza assoluta) un loro Presidente, che rimane in carica per 3 anni e può
essere rieletto.
Il Presidente ne coordina le attività, convocandone e presiedendone le riunioni e
stabilendo il calendario dei lavori.
Egli non ha un’autorità diversa dagli altri giudici (primus inter pares), tranne quando
c’è parità di voti in una deliberazione il suo voto vale doppio
Deliberazioni
La Corte costituzionale delibera con la presenza di almeno 11 giudici e a
maggioranza assoluta.
La decisione si considera adottata da tutti i giudici e i giudici dissenzienti non
possono far trapelare all’esterno la loro opinione.
Le deliberazioni hanno la natura giuridica di sentenze e si caratterizzano per la loro
obbligatorietà verso tutti e per la definitività (= non possono essere impugnate
davanti ad altri organi)
Via incidentale
durante un processo una delle parti o il Pubblico Ministero ritengono non
conforme alla Costituzione una norma di legge che dovrebbe essere applicata nel
processo in corso. Si chiede al magistrato che dirige la causa, di sospendere il
processo e di rimettere al giudizio della Corte costituzionale la questione di
legittimità costituzionale; devono essere indicate in maniera precisa le disposizioni
di legge che si ritengono in contrasto con uno o più articoli costituzionali.
Il giudice (giudice a quo), deve verificare che la richiesta sia rilevante
(=indispensabile per la corretta conclusione del processo) e non manifestamente
infondata. Egli non può anticipare alcun giudizio di incostituzionalità, ma deve
limitarsi a verificare che ci siano ragioni che inducono a dubitare della
costituzionalità della norma.
Alla fine il giudice potrà dichiarare la questione rilevante e non manifestamente
infondata ( si sospende il processo e si delega alla Corte costituzionale la
questione di legittimità) o no.
Via diretta
lo Stato può ricorrere alla Corte per giudicare come incostituzionale una legge
regionale che ha ecceduto le proprie competenze
una Regione contro una legge dello Stato/di un’altra Regione che abbia invaso le
proprie attribuzioni
Tipologie di sentenze
sentenze deleghe o di monito: indica specifici criteri da seguire per l’emanazione
di nuove norme
sentenze interpretative: non emana il proprio giudizio sul significato normativo
della legge individuato dal giudice a quo, ma su un diverso significato che ritiene
contenuto nella disposizione impugnata.
o Sentenza interpretativa di accoglimento: la disposizione può essere
interpretata nel modo dichiarato legittimo dalla Corte
o Sentenza interpretativa di rigetto: la disposizione di legge non è
considerata incostituzionale solo se viene interpretata in un determinato
modo
sentenze additive: sentenze di accoglimento con cui la Corte annulla una
disposizione solo nella parte in cui non prevede una determinata regolamentazione e
integra la legge nella parte annullata
sentenze sostitutive: la Corte sostituisce una norma o una sua disposizione con
un’altra norma/disposizione