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SISTEMA POLITICO E SISTEMI ELETTORALI STATI UNITI D’AMERICA

La Costituzione
La Costituzione federale degli Stati Uniti è nata nella Convenzione di Filadelfia del 1787. I due elementi
caratteristici della Costituzione americana sono il principio della "separazione dei poteri" (legislativo,
esecutivo e giudiziario) e il "federalismo".
La Costituzione si compone di solo sette articoli, ma, spesso, suddivisi in numerose sezioni , ed è rigida, cioè
prevede un processo di revisione complesso che può essere schematicamente ricondotto a due fasi: 1) la
proposta di emendamento può partire dal voto favorevole di due terzi di ciascuna Camera del Congresso o
della maggioranza di una convenzione appositamente convocata dal Congresso; 2) la ratifica
dell’emendamento può avvenire ad opera di tre quarti degli organi legislativi statali o di una maggioranza di
tre quarti nella Convenzione appositamente convocata.

Il Congresso
Il Congresso degli Stati Uniti è formato da due Camere: la Camera dei rappresentanti e il Senato. La Camera
è attualmente composta da 435 membri, mentre il Senato conta 100 seggi, due per ogni Stato. Il numero di
membri del Senato è precisato dall’articolo 1 della Costituzione, mentre la stessa non stabilisce il numero
dei seggi della Camera, lasciandone la determinazione al Congresso con due limiti da osservare: ogni Stato
membro deve poter disporre di almeno un seggio e ogni dieci anni si deve tenere un censimento sulla base
del quale il Congresso procede, se necessario, a una redistribuzione dei seggi tra gli Stati.
Sia i senatori, sia i rappresentanti vengono eletti con voto diretto dagli elettori dei rispettivi Stati. La
Costituzione fissa in due anni la durata del mandato del rappresentante e in sei quella del senatore. I 100
senatori, tuttavia, sono divisi in tre classi, ciascuna delle quali scade ogni biennio. Cioè ogni biennio viene
rinnovato un terzo del Senato.
La Camera si rinnova invece completamente ogni due anni. Il presidente, quindi, la cui durata in carica è
quadriennale, pur avendo formulato il programma di politica interna ed estera con la vecchia Camera, può
trovarsi di fronte a una mutata composizione della Camera o addirittura del Congresso stesso.
Il fatto che i tre supremi organi elettivi si formino in momenti differenti, rispecchiando quindi diverse
situazioni politiche, accentua il pericolo che tra gli organi del legislativo e quelli dell’esecutivo si crei una
profonda separazione, e costituisce un motivo potenziale di arresto o disarmonia nell’azione dello Stato.
La Costituzione, infatti, ha reso indipendenti l’uno dall’altro il Congresso e il presidente: le Camere non
possono costringere il presidente alle dimissioni, né quest’ultimo può sciogliere le Camere anticipatamente.
Tuttavia, il Congresso può esercitare una notevole influenza sulla politica presidenziale, anche nell’ambito
delle relazioni internazionali, attraverso il controllo finanziario esplicato essenzialmente mediante il voto
delle leggi che devono assicurare al governo le somme indispensabili per la sua attività. Allo stesso modo
l’esecutivo fa sentire spesso la sua influenza sul Congresso, sia pure indirettamente.
Il presidente federale infatti presenta, in allegato al suo "stato dell’Unione" (il rapporto letto al Congresso
all’inizio di ogni anno), un vero e proprio programma legislativo, rendendosi così il promotore più
importante della legislazione. L’iniziativa delle leggi spetta a ciascuno dei membri delle due Camere, e
soltanto in materia di imposte essa è riservata ai rappresentanti, pur restando ai senatori il potere di
proporre emendamenti quando il testo perviene al loro esame.
Al Congresso sono attribuiti poi altri compiti, oltre a quello di porre in essere la legislazione federale:
nessun emendamento può essere apportato alla Costituzione senza una deliberazione del Congresso; e
spetta al Senato fornire al presidente l’advice and consent per la nomina di funzionari civili e dei giudici
della Corte suprema per la ratifica dei trattati internazionali. Inoltre, il Congresso funge da ufficio elettorale
per lo scrutinio dei voti in occasione delle elezioni presidenziali e può esercitare il potere giudiziario nella
procedura di impeachment: sulle accuse di corruzione, tradimento e altro delitto importante formulate
dalla Camera nei confronti del presidente, il Senato emette eventuale giudizio di condanna a maggioranza
di due terzi, con conseguente destituzione dalla carica e interdizione dai pubblici uffici.

Il presidente
La titolarità del potere esecutivo spetta al presidente degli Stati Uniti, il quale dura in carica quattro anni,
non è rieleggibile per più di due volte consecutive, e viene eletto con un procedimento distinto in quattro
fasi di cui solo le ultime due sono disciplinate dalla Costituzione.
La prima fase consiste nella designazione in sede statale dei delegati alla National convention, che ciascun
partito tiene in prossimità delle elezioni per indicare il proprio team presidenziale, composto da un
candidato alla presidenza e di uno alla vicepresidenza.
La fase successiva, quella dell’elezione dei rispettivi candidati da parte delle convenzioni nazionali dei partiti
(cosiddetta nomination), è la più importante, perché dipende dalla maggiore o minore rispondenza che
avrà nell’opinione pubblica la scelta della Convenzione se il partito, e per esso il suo candidato, perverrà al
successo.
Durante la terza fase l’elettorato popolare designa in tutti gli Stati un certo numero di "elettori
presidenziali" pari al numero dei membri del Congresso, ma che non siano essi stessi rappresentanti o
senatori. Il sistema elettorale adottato è quello maggioritario di lista, sistema che può determinare forti
distorsioni rispetto ai voti espressi dai cittadini.
Fin dalle origini è invalsa la prassi secondo cui i candidati a elettori presidenziali preannunciano per chi
voteranno se riceveranno il mandato a eleggere il presidente. Nei casi in cui nessun candidato risulti eletto
direttamente dal collegio a maggioranza assoluta, il precetto costituzionale prevede una quarta fase in base
alla quale interviene la Camera dei rappresentanti a eleggere il presidente, designando uno dei tre
candidati più votati.
L’articolo della Costituzione stabilisce che il presidente degli Stati Uniti è capo del potere esecutivo, capo
delle forze armate, garante fedele dell’esecuzione delle leggi e capo dell’amministrazione federale. Inoltre il
presidente può concedere la grazia e la diminuzione della pena (non però a favore di coloro che sono stati
colpiti dall’impeachment congressuale e dei condannati in base a leggi statali), è l’organo della federazione
nei rapporti internazionali, può inviare messaggi al Congresso, formulare precise richieste in campo
legislativo, e può esercitare il potere di veto sospensivo. I vari segretari, membri del Gabinetto (di cui il più
autorevole è il segretario di Stato), non possono essere parlamentari, e svolgono semplicemente la
funzione di consiglieri tecnici del presidente per i diversi settori dell’amministrazione federale; solo il
presidente è in grado di nominarli o revocarli.

Sistema elettorale presidente


Il sistema elettorale è indiretto ovvero il Presidente non viene eletto dai cittadini ma da 538 “grandi
elettori” riuniti a Washington. Il numero dei “grandi elettori” eletti su base statale, è pari alla somma dei
deputati e dei senatori di ogni Stato.
I cittadini esprimono la propria preferenza per un candidato, ma in realtà non viene eletta la persona
singola ma il gruppo di “grandi elettori” ad essa associato. Per i voti popolari (voti dei cittadini) non viene
fatto un conteggio generale, ma singolo, Stato per Stato, con un sistema maggioritario secco chiamato
‘winnertakes all‘.
Il candidato che ha più voti, anche solo uno in più rispetto agli altri contendenti, prende tutti i grandi
elettori di quello Stato. Fanno eccezione lo Stato del Maine e del Nebraska, suddivisi in collegi elettorali con
sistema proporzionale.
Il candidato che riesce a far eleggere almeno 270 “grandi elettori” và alla Casa Bianca. I “grandi elettori” in
via teorica dovrebbero votare per il candidato a cui sono associati. Ogni Stato ha diritto ad avere due
“grandi elettori” più altri, tanti quanti sono il numero dei deputati mandati alla Camera dei Rappresentanti.
Il numero dei rappresentati della Camera dei Deputati varia a seconda della popolazione, più lo Stato è
grande più ha rappresentanti.

Sistema elettorale Camera dei Rappresentanti


In base alla Costituzione, i seggi della Camera dei rappresentanti sono ripartiti tra gli Stati in proporzione
alla rispettiva popolazione, quale risulta dal censimento condotto ogni dieci anni; tuttavia ciascuno Stato ha
diritto ad almeno un rappresentante. I seggi sono attualmente 435. Ad essi si aggiungono sei delegati che
rappresentano il Distretto di Columbia, Porto Rico, e i territori delle Samoa Americane, di Guam, delle
Marianne Settentrionali e delle Isole Vergini americane; essi tuttavia non sono membri della Camera in
senso stretto, e non hanno diritto di voto.
Sono eleggibili alla Camera coloro i quali hanno compiuto venticinque anni di età, sono cittadini americani
da almeno sette anni, e (alla data di elezione) sono residenti nello Stato per il quale vengono eletti. In base
alla legge federale, i rappresentanti sono eletti in collegi uninominali; questi collegi tuttavia sono delimitati
dai parlamenti dei singoli stati. In base a una decisione della Corte Suprema, i collegi devono avere
approssimativamente la stessa popolazione. I collegi vengono rivisti dopo ogni censimento decennale per
adeguarli alle variazioni della popolazione. In quasi tutti gli stati viene utilizzato per l'elezione il sistema
maggioritario semplice (ogni elettore vota per un candidato; viene eletto il candidato che ottiene la
maggioranza relativa dei voti), solo in Louisiana si usa il sistema elettorale francese a doppio turno.
Il disegno dei seggi per ogni stato viene fatto per la maggior parte dei casi dalle rispettive State Legislature
(camera statale e senato statale) con, ancora nella maggior parte dei casi, possibilità di veto da parte del
governatore. Questo concede, nel caso un partito controlli State legislature e Governatore, di fare
gerrymandering a proprio favore e danneggiare la democrazia. Il gerrymandering - termine coniato in
America che rappresenta la fusione di due termini, quello di “Gerry”, cognome di un politico americano, e
“salamander”, salamandra quale forma strana delimitata nel collegio - è un metodo ingannevole (a favore
di qualcuno) per ridisegnare i confini dei collegi nel sistema elettorale maggioritario.
La Camera dei rappresentanti è eletta per due anni. Le elezioni si tengono nell'Election Day (cioè il primo
martedì successivo al primo lunedì di novembre) degli anni pari; gli eletti entrano in carica all'inizio di
gennaio dell'anno successivo.

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